13. In che modo mi ha danneggiata essere superficiale
Nell’ottobre del 2021, ho iniziato a praticare l’irrigazione dei nuovi arrivati. Dopo una settimana, mi sono resa conto che c’era troppo da imparare. Dovevo familiarizzare con verità principi di ogni genere, e dovevo anche praticare la condivisione sulla verità per risolvere le varie questioni e difficoltà dei neofiti, però la mia comprensione della verità era superficiale e chiacchierare non era il mio forte. Come dovere, lo trovavo davvero difficile, soprattutto quando la capogruppo voleva che risolvessi rapidamente le questioni e le difficoltà dei nuovi arrivati. Tutti loro avevano parecchi problemi, di conseguenza, per risolverli, dovevo cercare molte verità pertinenti e riflettere su come condividere in modo chiaro. Quale prezzo dovevo pagare per farlo? Trovavo tutto ciò davvero difficile da realizzare, così ho detto alla capogruppo che mi mancava la levatura e che non riuscivo a farlo bene. La capogruppo ha condiviso con me, dicendo che dovevo assumermi un fardello nel mio dovere e che non dovevo temere di soffrire. Ho accettato con riluttanza dopo aver ascoltato la sua condivisione, ma nel mio cuore non volevo pagare un prezzo. Nelle riunioni, continuavo a condividere con i nuovi arrivati come avevo sempre fatto e, poiché non conoscevo le loro battaglie, mi limitavo a sproloquiare nella mia condivisione, senza ottenere risultati: di conseguenza, il numero di nuovi arrivati che frequentavano regolarmente le riunioni ha iniziato a diminuire. Quando la capogruppo ha riscontrato il problema, mi ha chiesto di aiutarli e sostenerli subito, tuttavia mi sono detta: “Coloro che diffondono il Vangelo hanno già condiviso più volte con loro sulla verità delle visioni dell’opera di Dio, eppure continuano a non venire alle riunioni. La mia condivisione servirebbe dunque a qualcosa? Inoltre, tutti quei nuovi arrivati non si sono riuniti di recente, quindi andare a condividere con loro richiederà sicuramente molto tempo, e ciò sarà estenuante”. A quel pensiero, mi sono limitata a mandare loro dei messaggi per un saluto veloce e ho archiviato quelli che non hanno risposto, senza badare a loro. Quelli che avevano più problemi li mettevo all’ultimo posto della mia lista di condivisioni oppure li scaricavo a coloro che diffondevano il Vangelo, affinché li sostenessero. In breve tempo, alcuni nuovi arrivati hanno smesso di riunirsi perché i loro problemi erano rimasti a lungo irrisolti. Mi sentivo in colpa e turbata ogni volta che notavo che i nuovi arrivati non venivano alle riunioni, e sentivo che avrei dovuto pagare un prezzo più elevato per risolvere i loro problemi. Poi, però, pensando alla seccatura che avrebbe comportato, lasciavo perdere.
Ricordo una neofita, un’ex cattolica, che aveva sviluppato nozioni su Dio incarnato che appare e opera negli ultimi giorni e aveva smesso di venire alle riunioni. Per quanto le mandassi messaggi o la chiamassi, mi ignorava e basta. Due giorni dopo, mi ha lasciato questo messaggio: “Sono nata in una famiglia cattolica. Sono cattolica da quando ero bambina, e ora sono 64 anni. Posso credere solo nel Signore Gesù: non crederò in Dio Onnipotente”. La mia risposta è stata: “Dio Onnipotente è il Signore Gesù ritornato. L’unico modo per essere salvati ed entrare nel Regno dei Cieli è accettare l’apparizione e l’opera del Signore negli ultimi giorni”. Al che lei non ha risposto. L’ho cercata altre volte, però mi ha comunque ignorata. Così ho scaricato il problema sulla capogruppo. Con mia sorpresa, lei mi ha mandato alcuni passi pertinenti delle parole di Dio, chiedendomi di cercare la verità per risolvere il problema. Vedendo che avevo bisogno di munirmi di molte verità e riflettere su come condividere per ottenere dei risultati, tutto questo mi sembrava così faticoso. Quella nuova arrivata non mi rispondeva e, anche se avessi passato del tempo a munirmi della verità, probabilmente non avrebbe comunque ascoltato la mia condivisione, così l’ho messa da parte e l’ho ignorata. C’era una nuova arrivata che tutti i giorni era molto occupata con il lavoro, e non aveva mai tempo di partecipare alle riunioni a cui la invitavo. All’inizio, ho continuato a mandarle ogni giorno parole di Dio e inni, ma ogni volta rispondeva solo con un “Amen” e poi non si presentava alle riunioni. Alla fine, ho smesso di inviarle le parole di Dio. Mi sembrava che fosse troppo impegnata con il lavoro e che quella fosse la sua situazione reale, e che, per quanto tempo avessi investito, non sarei riuscita a risolvere il problema. Sapevo in realtà che avrei dovuto organizzare orari adeguati per le riunioni in base alle sue difficoltà, e poi trovare i passi pertinenti delle parole di Dio da condividere con lei sulle sue nozioni, e che quello era l’unico modo per ottenere risultati. Ma mi sembrava che fosse troppo complicato e faticoso, quindi non volevo pagare quel prezzo. Tuttavia, se non avessi condiviso con lei e la leader lo avesse scoperto, mi avrebbe potata per non aver svolto un lavoro reale. Quindi mi sono costretta a condividere con quella nuova arrivata un paio di volte, e quando ho visto che continuava a non partecipare alle riunioni, ho sentito che non aveva sete della verità e che non si trattava di una mancanza di impegno da parte mia. Così ho finito per ignorarla. Avevo sempre svolto il mio dovere in modo superficiale, evitando tutte le avversità. Quando incontravo nuovi arrivati con nozioni o avversità reali, non volevo fare lo sforzo di pensare a come risolvere i loro problemi, e mi limitavo a passare quelle questioni alla capogruppo. Dopo qualche mese, pochissimi nuovi arrivati si riunivano regolarmente. La leader della chiesa mi ha potata e smascherata dopo aver scoperto questo problema. Ha detto che stavo facendo il mio dovere in modo troppo superficiale e che dovevo cambiare subito. Pertanto, ho deciso che mi sarei ribellata alla mia carne e avrei irrigato bene i nuovi arrivati. Ma, di fronte a nuovi arrivati con molti problemi, non ero comunque disposta a pagare un prezzo per risolvere i loro problemi. Anzi, mi limitavo a trovare scuse e a dire che mi mancava la levatura e che non ero adatta a svolgere quel dovere. Vedendo che rimanevo superficiale, che non cambiavo, e che il mio dovere non dava risultati, la leader mi ha potata duramente, dicendo: “Sei troppo superficiale nel tuo dovere! Non ti informi mai sui problemi dei nuovi arrivati, e anche quando vieni a sapere qualcosa al riguardo, non ti impegni per risolverli. Questo è forse svolgere un dovere? Stai solo danneggiando i nuovi arrivati. Se non cambi, sarai destituita!” Dopo essere stata potata e ammonita in quel modo, mi sono sentita in colpa e impaurita. Ho iniziato a riflettere su me stessa: perché non riuscivo a fare bene quel dovere e mi sembrava sempre troppo difficile?
Un giorno, nelle mie devozioni spirituali, ho letto questo passo delle parole di Dio: “Alcune persone sono prive di ogni principio quando assolvono il loro dovere. Seguono di continuo le loro inclinazioni e agiscono arbitrariamente. Non è forse una dimostrazione di superficialità? Non stanno ingannando Dio? Avete mai considerato le conseguenze di un comportamento del genere? Voi non mostrate alcuna considerazione per le intenzioni di Dio mentre svolgete il vostro dovere. Siete irriguardosi e inefficienti in tutto ciò che fate, non avendo dedizione sincera e impegno. Potete forse ottenere l’approvazione di Dio in questo modo? Molte persone assolvono il loro dovere con riluttanza e non riescono a perseverare. Non sono in grado di tollerare neanche la minima sofferenza, pensano sempre che sia stato fatto loro un gran torto e non cercano la verità per risolvere le difficoltà. Possono seguire Dio fino alla fine assolvendo il loro dovere in questa maniera? È giusto che siano superficiali in qualunque cosa facciano? Può essere accettabile per la coscienza? Un comportamento del genere è inaccettabile anche secondo gli standard dell’uomo: potrebbe mai essere considerato come un assolvere il proprio dovere in maniera soddisfacente? Se assolvi il tuo dovere in questo modo, non guadagnerai mai la verità. La manodopera che offri sarà insoddisfacente. In che modo, dunque, riuscirai a ottenere l’approvazione di Dio? Molte persone temono le avversità quando assolvono il loro dovere; sono troppo pigre e bramano le comodità fisiche. Non fanno mai alcuno sforzo per imparare competenze specializzate, né riflettono sulle verità contenute nelle parole di Dio. Pensano che essere superficiali in questo modo farà loro evitare i guai. Non hanno bisogno di fare alcuna ricerca né di chiedere consiglio ad altri. Non hanno bisogno di usare la mente né di riflettere a fondo. Questo sembra far loro evitare un sacco di sforzi e disagi fisici, ed esse riescono comunque a portare a termine il lavoro. E se le poti, diventano insolenti e discutono, dicendo: ‘Non ero né pigro né ozioso; il compito è stato svolto. Perché cerchi il pelo nell’uovo? Non stai solo cercando di trovare un mio difetto? Vado già abbastanza bene assolvendo il mio dovere in questo modo. Perché non sei soddisfatto?’ Pensate che persone come questa possano fare ulteriori progressi? Svolgono costantemente i loro doveri in maniera superficiale e hanno sempre pronte delle scuse. Quando sorgono dei problemi si rifiutano di lasciare che qualcuno li segnali. Di che tipo di indole si tratta? Non è forse l’indole di Satana? È possibile assolvere il proprio dovere in maniera accettabile con un’indole simile? Si può soddisfare Dio?” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo chi svolge il proprio dovere bene con tutto il cuore, la mente e l’anima è una persona che ama Dio”). Dio smaschera molte persone perché sono troppo pigre nel loro dovere, sempre bramose di comodità della carne, prive di diligenza, e perché si accontentano di mostrarsi occupate. In tal modo non riescono mai a fare bene il loro dovere. Mi sono resa conto che il motivo per cui non ottenevo risultati nel mio dovere non era che mi mancasse la levatura, ma al contrario che ero solo pigra e avevo paura di soffrire. Sentivo che irrigare i nuovi arrivati significava che dovevo conoscere molte verità, che dovevo imparare a risolvere i vari problemi e difficoltà che avevano, e questo lo rendeva un dovere molto gravoso, così mi limitavo a fare le cose alla buona. La capogruppo voleva che mi occupassi dei problemi dei nuovi arrivati il prima possibile, e avrei potuto farlo se mi fossi impegnata a fondo. Però, quando mi rendevo conto che questo richiedeva più tempo e impegno da parte mia, scaricavo il problema sulla capogruppo o su coloro che diffondevano il Vangelo. Vedevo i nuovi arrivati non partecipare alle riunioni perché avevano nozioni o stavano affrontando difficoltà e problemi, eppure ero indifferente. Rimanevo inerte quando altri mi parlavano di percorsi di risoluzione. A volte mandavo ai nuovi arrivati le parole di Dio o gli inni, ma dopo qualche giorno non riuscivo a continuare, e li trascuravo e basta. Ho visto che ero davvero pigra, avida dei piaceri della carne, e che non ero affatto sincera nel mio dovere. Ero solo propensa all’inganno, andavo alla deriva all’interno della chiesa. Ero così disgustosa e odiosa agli occhi di Dio!
In seguito, ho letto questo nelle parole di Dio: “Al momento non vi sono molte occasioni di svolgere un dovere, quindi devi coglierle quando puoi. È proprio quando ti trovi di fronte a un dovere che devi compiere uno sforzo; è allora che devi sacrificarti e spenderti per Dio, ed è allora che ti è richiesto di pagare un prezzo. Non lesinare nulla, non nutrire alcuna trama, non fare le cose in maniera approssimativa e non crearti una via d’uscita. Se fai le cose in maniera approssimativa e sei calcolatore oppure evasivo e fiacco, sei destinato a svolgere male il lavoro. Supponiamo che tu dica: ‘Nessuno mi ha visto agire in modo evasivo e fiacco. Ottimo!’ Che modo di pensare è questo? Credi di avere imbrogliato gli altri e anche Dio? In realtà, però, Dio sa che cosa hai fatto o no? Lo sa. In effetti, chiunque interagisca con te per un po’ verrà a conoscenza della tua corruzione e della tua spregevolezza e, anche se non lo dirà apertamente, in cuor suo farà le sue valutazioni su di te. Numerose persone sono state rivelate ed eliminate perché tante altre sono arrivate a capirle. Una volta che tutti hanno ravvisato la loro essenza, quelle persone sono state smascherate per ciò che erano ed espulse. Quindi, che perseguano o meno la verità, le persone dovrebbero svolgere bene il loro dovere, al meglio delle loro capacità; dovrebbero usare la loro coscienza nel fare cose pratiche. Potrai avere delle mancanze, ma se riesci a essere efficiente nell’assolvere il tuo dovere non sarai eliminato. Se pensi sempre che stai facendo bene e sei sicuro che non sarai eliminato, se ancora non rifletti e non cerchi di conoscere te stesso, e ignori i compiti che ti spettano, se sei costantemente superficiale, allora, quando il popolo eletto di Dio perderà davvero la pazienza con te, ti smaschererà per quello che sei e, con tutta probabilità, sarai eliminato. Questo perché tutti avranno acquisito discernimento su di te e tu avrai perso la tua dignità e integrità. Se nessuno si fida di te, potrebbe forse farlo Dio? Dio sottopone a scrutinio le profondità del cuore dell’uomo: non potrebbe assolutamente fidarSi di una persona del genere. […] Le persone degne di fiducia sono persone dotate di umanità; e le persone dotate di umanità possiedono coscienza e ragione, e dovrebbe risultare loro molto facile svolgere bene il proprio dovere, poiché lo considerano come un obbligo. Chi è privo di coscienza e di ragione è destinato a svolgere male il proprio dovere e, di qualsiasi dovere si tratti, non prova per esso alcun senso di responsabilità. Bisogna che ci sia sempre qualcuno a preoccuparsi di lui, a sorvegliarlo e a domandargli come stiano procedendo le cose; altrimenti, le cose potrebbero andare male durante l’assolvimento del suo dovere e potrebbero andare storte durante l’esecuzione di un compito, cosa che costituirebbe un problema maggiore di quanto ne valga la pena. Insomma, nell’assolvere i propri doveri bisogna sempre esaminare sé stessi: ‘Ho compiuto adeguatamente questo dovere? Ci ho messo tutto il cuore? Oppure ho cercato di cavarmela alla meno peggio?’ Se sei sempre superficiale, sei in pericolo. Come minimo, significa che non hai credibilità e che non ci si può fidare di te. Più seriamente, se svolgi sempre il tuo dovere in modo meccanico e inganni sempre Dio, allora sei in grave pericolo! Quali sono le conseguenze dell’essere falsi sapendo di esserlo? Tutti sono in grado di vedere che trasgredisci consapevolmente, che non vivi altro che secondo la tua indole corrotta, che sei superficiale, che non pratichi affatto la verità, e questo significa che sei privo di umanità! Se ciò si manifesta in te in ogni momento, se eviti gli errori gravi ma ne commetti costantemente di minori e per tutto il tempo non te ne penti, allora sei una persona malevola, un miscredente, e dovresti essere allontanato. Le conseguenze sono terribili: vieni totalmente rivelato ed eliminato come miscredente e malevolo” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “L’ingresso nella vita deve iniziare con l’esperienza dell’assolvimento del proprio dovere”). “Il modo in cui tratti gli incarichi affidati da Dio è davvero importante, è una questione molto seria! Se non sei in grado di portare a termine ciò che Dio affida alle persone, allora non sei degno di vivere alla Sua presenza e meriti di essere punito. È perfettamente naturale e giustificato che gli uomini dovrebbero portare a termine qualsivoglia incarico Dio affidi loro. Questa è la loro responsabilità più elevata, non meno importante della loro stessa vita. Se non prendi sul serio gli incarichi affidati da Dio, allora Lo tradisci nel modo più grave. Facendo ciò, sei più deprecabile di Giuda e meriti di essere maledetto” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come conoscere la natura umana”). Di fronte allo smascheramento delle parole di Dio, percepivo il Suo disgusto e la Sua ira per coloro che sono superficiali nel loro dovere. Costoro mancano di coscienza, di ragione, di integrità e di dignità, e sono del tutto inaffidabili. Se continuano a non pentirsi, sono malevoli, miscredenti, e andrebbero eliminati. Irrigare i nuovi arrivati è un lavoro importante. Hanno appena accettato la nuova opera di Dio e hanno bisogno di essere irrigati per mettere radici nella vera via in modo che Satana non li catturi. Inoltre, nessuno di coloro che accettano l’opera di Dio lo fa facilmente o senza problemi: avviene tutto grazie all’illuminazione e alla guida di Dio e a un certo numero di fratelli e sorelle che pagano un prezzo per irrigarli, provvedere a loro, sostenerli e aiutarli. Solo allora potranno essere portati davanti a Dio. Come irrigatrice, irrigare i nuovi arrivati era una mia responsabilità. Soprattutto quando vedevo nuovi arrivati che avevano difficoltà, avrei dovuto percepire un senso di urgenza e trovare dei modi per risolvere questi problemi. E invece mi sottraevo ai lavori difficili ed ero sfuggente. Quando vedevo i nuovi arrivati alle prese con delle difficoltà, sceglievo sempre i problemi facili da risolvere, e mettevo da parte le questioni difficili, ignorandole. Ancora peggio, mi comportavo chiaramente in modo sfuggente e irresponsabile nel mio dovere, e per questo motivo alcuni nuovi arrivati non partecipavano alle riunioni e addirittura si sono ritirati, eppure mi sottraevo alle responsabilità affermando che non avevano sete della verità, altrimenti dicevo di non avere levatura e di non essere in grado di risolvere i loro problemi per ingannare gli altri e discolparmi per essere stata superficiale. Non stavo forse facendo il mio dovere come un non credente lavora per il suo capo? Stavo giocando d’astuzia, cavandomela alla meglio giorno dopo giorno, senza alcuna consapevolezza o coscienza. Dopo tutti i miei anni di fede, cercavo ancora di ingannare e raggirare Dio senza battere ciglio. Ero così astuta e propensa all’inganno! Non avevo alcuna umanità. Appena ho accettato il Vangelo di Dio degli ultimi giorni, mi davo da fare ogni giorno con il lavoro e i miei genitori ostacolavano la mia fede. Mi sentivo davvero stressata e pensavo addirittura di abbandonare le riunioni. Ma i fratelli e le sorelle hanno pazientemente condiviso sulla verità con me, volta per volta, e organizzavano le riunioni in base ai miei impegni. A volte non potevo partecipare perché ero troppo impegnata con il lavoro, allora i fratelli e le sorelle facevano tanta strada in bicicletta per condividere sulla parola di Dio con me, per aiutarmi e sostenermi. E lentamente ho appreso dell’opera di Dio, e ho capito che l’unico modo per essere salvati è perseguire la verità. Allora sono diventata disposta a partecipare alle riunioni e ad assumermi un dovere. La chiesa sottolinea sempre che irrigare i nuovi arrivati richiede pazienza e grande considerazione per le loro difficoltà, che dobbiamo aiutarli con amore e incoraggiarli a frequentare le riunioni in modo che possano radicarsi sulla vera via quanto prima. Ho capito che Dio è pieno di amore e di misericordia per noi e che ci salva nella misura più ampia possibile. È incredibilmente coscienzioso nei confronti di ogni singola persona che indaga sulla vera via. Non Si arrende se c’è anche solo un briciolo di speranza. Per quanto riguarda me, invece, ero così fredda e non avevo alcun senso di responsabilità nei confronti dei nuovi arrivati. Non mi interessava affatto il loro ingresso nella vita, il che significava che i loro problemi non venivano risolti tempestivamente, e che alcuni non volevano più partecipare alle riunioni. In base al mio comportamento, stavo forse svolgendo un dovere? Stavo solo facendo del male, cercando di ingannare e imbrogliare Dio! Mi sono sentita così in colpa quando l’ho capito e mi odiavo per la mia mancanza di umanità.
In seguito, ho letto questo passo delle parole di Dio: “Sei contento di vivere sotto l’influenza di Satana, in pace e gioia e con un po’ di conforto della carne? Non sei la più infima di tutte le persone? Nessuno è più stolto di coloro che pur avendo visto la salvezza non perseguono di guadagnarla; sono persone che indulgono nella carne e godono di Satana. Speri che la tua fede in Dio non comporti sfide o tribolazioni, né la benché minima avversità. Persegui costantemente le cose immeritevoli e non attribuisci alcun valore alla vita, anteponendo invece i tuoi pensieri smodati alla verità. Sei talmente indegno! Vivi come un maiale; che differenza c’è tra te e i maiali e i cani? Quelli che non perseguono la verità e invece amano la carne non sono tutti delle bestie? I morti senza spirito non sono tutti dei cadaveri ambulanti? Quante parole sono state pronunciate tra di voi? È forse stata poca l’opera compiuta tra di voi? A quante cose ho provveduto fra di voi? Allora perché non ne hai guadagnato nulla? Di che cosa ti lamenti? Non è forse che non hai guadagnato nulla perché sei troppo innamorato della carne? E non è che i tuoi pensieri sono troppo smodati? Non è perché sei troppo stupido? Se sei incapace di guadagnare queste benedizioni, puoi forse incolpare Dio per non averti salvato? […] Io ti do la vera via senza chiedere nulla in cambio, ma tu non la persegui. Sei uno di quelli che credono in Dio? Ti dono la vita umana vera, ma tu non la persegui. Non sei forse uguale a un maiale o a un cane? I maiali non perseguono la vita dell’uomo né di essere purificati, e non capiscono che cosa sia la vita. Ogni giorno, dopo aver mangiato a sazietà, si mettono semplicemente a dormire. Io ti ho dato la vera via, ma tu non l’hai guadagnata: sei a mani vuote. Sei disposto a continuare a condurre questa vita, la vita di un maiale? Quale significato ha che persone simili vivano? La tua vita è spregevole e ignobile, vivi in mezzo a sudiciume e dissolutezza e non persegui alcun obiettivo; la tua vita non è forse la più ignobile di tutte? Hai l’impudenza di guardare Dio in faccia? Se continui a fare esperienza in questo modo, non è che non otterrai nulla? Ti è stata data la vera via, ma che alla fine tu la possa guadagnare o meno dipende dal tuo perseguimento personale” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). Leggendo i richiami contenuti nelle parole di Dio, mi sono sentita così in colpa e mi rimproveravo. Per purificare e trasformare la nostra indole corrotta, per darci una possibilità di salvezza, Dio ci ha seriamente fornito così tante verità e ha condiviso su ogni aspetto della verità nei minimi dettagli, temendo che non la comprendessimo. Dio ha pagato un prezzo così grande sforzandoSi per noi. Chiunque sia dotato di umanità dovrebbe impegnarsi nel perseguire la verità ed essere leale nel proprio dovere. Ma io ero totalmente priva di coscienza. Non stavo affatto perseguendo la verità, mi interessavano solo le comodità carnali, e vivevo ancora secondo filosofie sataniche, come “Vivere la vita col pilota automatico” e “La vita è breve, quindi goditela finché puoi”. Prendevo queste filosofie sataniche come parole di saggezza secondo cui vivere, pensando che dovevamo trattare bene noi stessi nei pochi decenni che avevamo sulla terra e non sforzarci troppo, e che dovevamo rendere la nostra vita spensierata e felice. Svolgevo un dovere a condizione di non soffrire di disagi della carne o di non affaticarmi. Facevo tutto ciò che era più facile. Ogni volta che dovevo scervellarmi su qualcosa, mi opponevo e scappavo, o scaricando il problema su qualcun altro oppure accantonandolo e ignorandolo. Non prendevo affatto sul serio il mio dovere, così alcuni problemi dei nuovi arrivati non sono stati risolti e loro hanno smesso di partecipare alle riunioni. Solo allora ho visto che quelle filosofie sataniche mi avevano resa sempre più depravata. Bramavo le comodità tutto il tempo e non perseguivo affatto la verità, combinavo pasticci nel mio dovere e non me ne preoccupavo neanche lontanamente. Trascuravo i miei doveri, non acquisivo le verità che avrei dovuto acquisire e non adempivo le mie responsabilità. Non ero forse una perfetta buona a nulla? Ho sperimentato davvero che desiderare le comodità carnali mi stava danneggiando e stava rovinando la mia possibilità di salvezza. Le difficoltà che si incontrano in un dovere sono in realtà una buona occasione per affidarsi a Dio e cercare la verità. Le difficoltà che mi costringevano a cercare la verità e a imparare a seguire i principi nel mio dovere erano dei buoni canali per perseguire la verità e l’ingresso nella vita. Ma io stavo trattando queste cose come una seccatura, un fardello da scrollare via. Rendendomi conto di questo, mi sono davvero pentita di come avevo coccolato la mia carne e di aver perso tante buone occasioni per comprendere la verità. Non volevo continuare a fare le cose alla meglio. Dovevo ribellarmi alla carne e mettere il cuore nel mio dovere.
Un giorno, ho letto un passo delle parole di Dio che smaschera i falsi leader, il quale mi ha fatto capire meglio le conseguenze dell’essere superficiale nel mio dovere. La parola di Dio dice: “Supponiamo che vi sia un lavoro che potrebbe essere completato in un mese da una sola persona. Se viene svolto in sei mesi, le spese dei restanti cinque mesi non costituiscono forse una perdita? FateMi fare un esempio sulla predicazione del Vangelo. Supponiamo che qualcuno sia intenzionato a indagare sulla vera via e potrebbe probabilmente essere conquistato in un solo mese, dopodiché entrerebbe nella chiesa e continuerebbe a ricevere irrigazione e provvista ed entro sei mesi potrebbe radicarsi. Se però la persona che predica il Vangelo assume nei confronti di tale questione un atteggiamento di noncuranza e superficialità, e anche i leader e i lavoratori ignorano le loro responsabilità, e alla fine ci vogliono sei mesi per conquistare tale individuo, questo semestre non costituirà forse una perdita per la sua vita? Se costui si imbatte nei grandi disastri e non si è ancora radicato sulla vera via, sarà in pericolo, e allora quelle persone non avranno forse mancato nei suoi confronti? Una tale perdita non può essere misurata in denaro o cose materiali. Se la comprensione della verità da parte di costui sarà ritardata per sei mesi ed egli per sei mesi verrà ritardato nel radicarsi e iniziare a svolgere il suo dovere, chi se ne assumerà la responsabilità? I leader e i lavoratori possono permettersi di assumersela? Nessuno può permettersi di assumersi la responsabilità di ritardare la vita di qualcuno” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (4)”). Le parole di Dio mi hanno colmata di vergogna e rimorso. Ero proprio come un falso leader che non svolgeva un lavoro reale, ero negligente nel mio dovere e irresponsabile, per colpa mia i nuovi arrivati non si riunivano, e alcuni addirittura hanno abbandonato la fede perché i loro problemi non venivano risolti. Irrigare i nuovi arrivati in quel modo non significava forse danneggiarli? Anche se alcuni non hanno lasciato la fede, la loro vita ha subito delle perdite perché sono rimasti aggrappati a delle nozioni e non si sono riuniti per molto tempo. Si tratta di perdite a cui non ho modo di rimediare. Se non mi fossi preoccupata così tanto della mia carne, se fossi stata in grado di pagare un prezzo e avessi trattato seriamente i problemi di ogni nuovo arrivato, allora forse alcuni di loro avrebbero potuto comprendere la verità e mettere radici sulla vera via prima, vivere una vita della chiesa, fare un dovere, accumulare buone azioni prima, e le cose non sarebbero andate come sono andate. Ma a quel punto era troppo tardi per le parole. Mi sono sentita molto turbata e in colpa, e incredibilmente in debito con Dio. Era una trasgressione, una macchia che avevo lasciato sul mio dovere! Ero inoltre piena di rammarico e di paura. Sentivo di aver causato enormi problemi. In lacrime, ho pregato: “Dio, bramo sempre l’agio e sono superficiale nel mio dovere, e questo Ti disgusta. Voglio pentirmi di fronte a Te. Ti prego, sottoponi il mio cuore a scrutinio. Se continuerò a essere superficiale, Ti prego di castigarmi e disciplinarmi”.
Poi ho stilato una lista dei nuovi arrivati che erano negativi, deboli e non partecipavano alle riunioni, e ho cercato le parole di Dio pertinenti per risolvere i loro problemi. Ho anche chiesto alle sorelle che erano brave a irrigare di illustrarmi i principi e gli approcci. In seguito, ho cercato la nuova arrivata che aveva nozioni religiose e che non veniva alle riunioni. Le ho inviato una serie di messaggi, a cui non ha risposto. Mi sentivo alquanto avvilita e pensavo che avrei dovuto lasciar perdere. In ogni caso, era stata lei a smettere di rispondere: così stavano le cose. Poi ho inviato un altro messaggio alla nuova arrivata che era impegnata con il lavoro, e quando l’ho vista rifiutare il mio invito alla riunione non ho voluto pagare un ulteriore prezzo per sostenerla. In quel momento ho pensato alla mia preghiera a Dio e a queste Sue parole: “Quando si svolge il proprio dovere, si sta in effetti facendo ciò che si deve fare. Se lo fai dinanzi a Dio, se svolgi il tuo dovere e ti sottometti a Dio con un atteggiamento di sincerità e col cuore, questo atteggiamento non sarà molto più giusto? Come puoi allora applicare questo atteggiamento alla tua vita quotidiana? Devi fare di ‘adorare Dio col cuore e con sincerità’ la tua realtà. Quando vuoi essere negligente e sbrigartela alla buona, quando vuoi agire in maniera evasiva e oziosa, e quando ti distrai o preferiresti divertirti, devi domandarti: ‘Comportandomi così, sono forse inaffidabile? Questo significa dedicare il mio cuore all’assolvimento del dovere? Facendo così sono sleale? Facendo così, sto forse mancando di essere all’altezza dell’incarico affidatomi da Dio?’ Ecco come devi riflettere su te stesso. Se ti accorgi di essere sempre superficiale nel tuo dovere, di essere sleale, e di aver ferito Dio, cosa dovresti fare? Dovresti dire: ‘In quel momento, ho intuito che c’era qualcosa che non andava, ma non l’ho considerato un problema; ci sono passato sopra con noncuranza. Solo ora mi rendo conto di essere stato davvero superficiale, di non essere stato all’altezza delle mie responsabilità. Sono davvero privo di coscienza e di ragione!’ Hai individuato il problema e acquisito una qualche conoscenza di te stesso: ora, quindi, devi cambiare! Avevi un atteggiamento sbagliato verso l’assolvimento del tuo dovere. Eri superficiale, come se si trattasse di un lavoro opzionale, e non ci mettevi il cuore. Se sarai di nuovo così superficiale, dovrai pregare Dio e permettere che Lui ti disciplini e castighi. Devi avere questa volontà nell’assolvere il tuo dovere. Solo allora puoi davvero pentirti. Puoi ravvederti solo quando hai la coscienza pulita e hai cambiato atteggiamento verso il tuo dovere” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo nella lettura frequente delle parole di Dio e nella meditazione sulla verità si trova un cammino da percorrere”). Le parole di Dio mi hanno aiutata a capire che fare bene un dovere non è difficile, che dobbiamo essere onesti, accettare lo scrutinio di Dio e fare del nostro meglio per portare a termine ciò che sappiamo, ciò che possiamo, non usare tranelli o essere superficiali, e che questo tipo di atteggiamento è necessario per fare bene il nostro dovere. Così ho deciso che stavolta non avrei di nuovo deluso Dio. Anche se quei nuovi arrivati non avessero partecipato alle riunioni dopo che avessi offerto loro il mio aiuto e il mio sostegno, avrei comunque adempiuto la mia responsabilità e non avrei avuto rimpianti.
Sono andata a parlare con un’altra sorella per cercare un cammino di pratica e ho cercato anche quella nuova arrivata che aveva nozioni religiose per condividere con lei. Le ho parlato delle mie esperienze di fede. Con mia sorpresa, ha risposto ai miei messaggi. In realtà le piacevano molto gli incontri, però aveva alcune nozioni e confusioni irrisolte. Le parole di cuore di questa nuova arrivata mi hanno davvero commossa e ho condiviso con lei sulle sue nozioni. Alla fine, ha accettato di partecipare alle riunioni e, in breve tempo, ha assunto un dovere. Ho provato una sensazione indescrivibile quando ho visto come erano cambiate le cose. Ho provato sia gioia che rimorso. Senza l’illuminazione e la rivelazione delle parole di Dio che mi hanno permesso di conoscere me stessa e di modificare il mio atteggiamento nei confronti del mio dovere, avrei commesso un’altra trasgressione. Dopo di che, ho cercato di nuovo la nuova arrivata che era impegnata con il lavoro. Prima, l’avevo sempre spinta a partecipare alle riunioni senza considerare le sue difficoltà. Questa volta, ho condiviso sulle parole di Dio per aiutarla in base alla sua situazione reale e ho adattato gli orari delle riunioni in modo appropriato. Quando lei non aveva tempo per una riunione, leggevo le parole di Dio con lei quando aveva tempo libero e condividevo pazientemente con lei. Allora diventava disposta ad aprirmi il suo cuore e a parlare delle parole di Dio che aveva letto. Mi ha anche detto con gioia che, a prescindere da tutto, non avrebbe rinunciato a riunirsi né a nutrirsi delle parole di Dio. Da allora, non si è più persa una riunione e, per quanto fosse impegnata con il lavoro, dedicava del tempo a riflettere sulle parole di Dio. Con questo tipo di sostegno e di aiuto forniti ai nuovi arrivati, alcuni di loro hanno ripreso a voler frequentare le riunioni. Dopo aver corretto il mio atteggiamento, essermi affidata a Dio e aver fatto un autentico sforzo, ho ottenuto risultati migliori nel mio dovere.
Prima ero sempre sfuggente e superficiale nel mio dovere. Anche se non soffrivo fisicamente, vivevo sempre nelle difficoltà. Non riuscivo a recepire la guida di Dio, ottenevo sempre meno risultati nel mio dovere e temevo sempre che Dio mi abbandonasse ed eliminasse. Ero così depressa e sofferente. Quando ho messo il cuore nel mio dovere, ho percepito la presenza e la guida di Dio. Ho anche fatto progressi nel mio dovere e ho acquisito un senso di pace e di stabilità. Ho veramente sperimentato quanto sia importante l’atteggiamento verso il nostro dovere. Di fronte alle difficoltà, solo pagando un prezzo reale e tenendo in considerazione l’intenzione di Dio possiamo ottenere l’illuminazione e la guida dello Spirito Santo e svolgere efficacemente il nostro dovere.