24. Ho trovato la vera felicità

di Chongsheng, Cina

Fin da piccola ho sempre amato guardare i film romantici e puntualmente invidiavo le storie d’amore tra i personaggi principali. Così ero arrivata a credere che niente mi avrebbe resa più felice che avere un marito in grado di amarmi e prendersi cura di me. A diciassette anni ho incontrato il mio futuro sposo. Fisicamente era perfetto per i miei gusti, era relativamente privo di difetti e nelle nostre interazioni lo vedevo piuttosto premuroso e attento nei miei confronti, così ci siamo sposati senza pensarci due volte. Dopo il matrimonio, lui ha continuato a essere molto buono con me ed era davvero accomodante. Sbrigava le faccende di casa e mi comprava tutto quello che volevo. A volte, se ero infelice, mi tirava su il morale e tollerava il mio caratteraccio. Mi ritenevo tanto fortunata ad avere un marito che si prendeva cura di me e mi amava come faceva lui e quindi ho deciso di coltivare il nostro matrimonio.

È stato nel 2019, durante la pandemia, che mia madre mi ha predicato il Vangelo di Dio degli ultimi giorni. Dopo di che, ho iniziato a svolgere un dovere al meglio delle mie capacità. Mio marito era ateo e ogni riferimento alla fede in Dio lo faceva infuriare. Inoltre, la condanna, gli arresti e la diffamazione da parte del Partito comunista cinese contro la Chiesa di Dio Onnipotente lo avevano reso fortemente contrario alla mia fede in Dio. Un giorno, durante una riunione con i fratelli e le sorelle in casa nostra, lui è tornato all’improvviso. Quando li ha visti tutti lì, si è arrabbiato tantissimo e ha minacciato con ferocia: “Se succede di nuovo, chiamo la polizia!” Detto questo, è uscito come una furia, sbattendo la porta. Non lo avevo mai visto tanto arrabbiato, era come se fosse diventato una persona completamente diversa. Ero davvero spaventata nel vedere con quale vigore si opponesse alla mia fede e mi chiedevo: “Cosa devo fare? Se ci becca di nuovo, chiamerà davvero la polizia? Se la prenderà con me stasera quando torna a casa? Come faccio a spiegarglielo senza mettere a repentaglio il nostro rapporto?” Allora, una leader della chiesa ha condiviso con me sulla sua esperienza personale e ha letto il seguente passo delle parole di Dio: “In ogni fase dell’opera che Dio compie sugli uomini, da fuori sembra che ciò che accade sia dovuto a un’interazione tra individui, che venga da disposizioni o da disturbi umani. Ma dietro ciò che appare, dietro ogni fase dell’opera e dietro ogni cosa che accade vi è una scommessa che Satana fa con Dio e che richiede che le persone rimangano salde nella propria testimonianza a Dio(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solo amare Dio vuol dire credere veramente in Dio”). Dopo aver letto le parole di Dio ho capito che esteriormente sembrava che fosse mio marito a ostacolarmi, ma in realtà dietro c’era il piano di Satana, il quale stava usando la minaccia di mio marito per farmi preoccupare e spaventarmi e persino allontanarmi da Dio, indurmi a tradirLo e ad abbandonare la mia fede e il mio dovere per salvaguardare la nostra relazione. Mio marito ci aveva sorpresi a riunirci con il permesso di Dio. Dio sperava che rimanessi salda nella mia testimonianza in quella situazione e io dovevo stare dalla Sua parte e non cedere a Satana. Una volta compresa l’intenzione di Dio, ho provato una fede rinnovata. Mio marito era davvero molto arrabbiato quando è rientrato. Ha detto che avrebbe installato delle telecamere di sorveglianza e che, se mi avesse beccata di nuovo, avrebbe chiamato la polizia e chiesto il divorzio. Nel sentirgli dire tutto ciò, ho provato un’incredibile tristezza e ho iniziato a piangere. Proprio in quel momento ho ricordato queste parole di Dio: “Ogni cosa che accade è una scommessa che Satana fa con Dio e che richiede che le persone rimangano salde nella propria testimonianza a Dio(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solo amare Dio vuol dire credere veramente in Dio”). Satana stava agendo attraverso mio marito per farmi smettere di credere in Dio. Dovevo capire a fondo il suo piano malevolo. Così ho dichiarato con risolutezza: “Se temi che la mia fede ti metta nei guai, non posso obbligarti a restare con me. Se vuoi divorziare, allora così sia, perché non posso rinunciare alla mia fede”. Si è arrabbiato talmente tanto che aveva gli occhi iniettati di sangue e ha battuto i pugni sul letto. Anche se allora non mi sono arresa a mio marito, avevo comunque paura di divorziare e non volevo che la mia fede ostacolasse il nostro rapporto.

Lui, dopo aver scoperto la mia fede in Dio, aveva smesso di trattarmi bene e si scagliava contro di me in continuazione, trovandomi sempre dei difetti. “Cosa fai a casa tutto il giorno? Come può una persona della tua età credere in Dio? Guarda le mogli degli altri: passano la giornata in casa a cercare quale cibo delizioso preparare e sanno cucinare tutto. Che ci faccio con te? Meglio se mi prendo un cane! Non ti dài da fare per guadagnare soldi. Nostro figlio un giorno dovrà andare a scuola e avrà bisogno di cure quando si ammalerà. Se non metti da parte un po’ di soldi, allora sarà il tuo Dio a mantenerti quando sarai vecchia! Se ti arrestano per la tua fede in Dio, questo influirà sulle possibilità di nostro figlio di fare il servizio militare e di entrare all’università. In Cina bisogna ascoltare il Partito comunista: i deboli non possono battere i potenti…” Mi trattava in un modo così ingiusto, ero davvero addolorata. Dopo aver iniziato a credere in Dio, ero piuttosto cambiata sotto tutti i punti di vista. In precedenza, ero molto egoista, raramente cucinavo, mettevo in ordine o pulivo e spesso perdevo le staffe con mio marito; ora, poiché credevo in Dio, comprendevo la verità e praticavo secondo le Sue parole, riuscivo a vivere un po’ alla volta un’umanità normale. Prima di credere in Dio, spendevo tutti i soldi che guadagnavo per comprare cosmetici e vestirmi bene; dopo aver creduto in Dio, avevo continuato a lavorare e, anche se guadagnavo meno, cercavo di risparmiare il più possibile, utilizzando tutto il mio stipendio per coprire le spese di vita della famiglia. Quindi come poteva farmi passare per una che non guadagnava più un soldo? Ma il suo cuore sembrava duro come il ferro, non riusciva assolutamente a notare alcun cambiamento in me. Mi ha persino minacciato, dicendomi: “Ti spezzo le gambe e ti chiudo in casa, poi vediamo se credi ancora in Dio!” Una volta mi ha afferrata per la gola e mi ha detto: “Adesso ti strangolo e vediamo se il tuo Dio viene a salvarti!” Quella sera, pensando a quanto in passato mio marito fosse stato premuroso con me e a come ora mi trovasse ogni giorno dei difetti perché credevo in Dio, ho sentito che mi stava trattando in modo ingiusto e sono scoppiata in lacrime. La mattina dopo avevo ancora gli occhi gonfi per il pianto, eppure lui è rimasto impassibile quando mi ha vista. Al pensiero che, se non avessi creduto in Dio, non avrei ricevuto un trattamento simile, ho avuto qualche esitazione, ma poi ho pensato che Dio era venuto a compiere la Sua opera e a salvare l’umanità e che io dovevo praticare bene la fede e percorrere il giusto cammino, quindi sapevo che non potevo abbandonare la mia fede per mio marito. Però non volevo nemmeno perdere il mio matrimonio. In seguito, ho preservato con cura il nostro rapporto e ho cercato modi per entrare nelle grazie di mio marito. Sapendo che la mia fede lo disturbava, cercavo di nascondere i miei libri con le parole di Dio per non farglieli vedere e, dopo le riunioni, ripulivo la stanza senza lasciare la minima traccia dell’incontro. Anche se accudire mia figlia mi toglieva energie, trovavo sempre il tempo per pulire la casa e preparare i pasti. Svolgevo le mie devozioni solo quando lui non era in casa, per paura che trovasse da ridire su di me. A volte, quando faceva gli straordinari, ne approfittavo per leggere le parole di Dio, ma non riuscivo a concentrarmi perché temevo che tornasse a casa prima. Stavo sempre attenta a eventuali rumori alla porta e, appena si apriva, chiudevo freneticamente il computer e mettevo via i libri. Da quella volta, non mi ha più sorpresa a praticare la fede o a leggere le parole di Dio e il suo atteggiamento nei miei confronti è gradualmente migliorato. Nel 2021, quando mia figlia era un po’ più grande, mia suocera ha iniziato a prendersi cura di lei e io ho potuto iniziare a irrigare i nuovi arrivati. Poco tempo dopo, sono stata scelta come diacono dell’irrigazione. Poiché portavo un certo fardello nel mio dovere, sono stata selezionata come leader della chiesa nel marzo del 2023. In quanto leader, dovevo tenere riunioni e il mio carico di lavoro era maggiore. A volte non avevo tempo durante la giornata di rispondere alle domande nelle lettere, ma non avevo il coraggio di occuparmene di notte. Pensavo: “Lui non sa che sto ancora praticando la fede e facendo il mio dovere. Il nostro rapporto ha appena iniziato a migliorare: se scoprisse che continuo a credere e a svolgere il mio dovere, non tornerebbe a trovare difetti in me tutto il giorno, come faceva un tempo? Se non posso lavorare di notte, non c’è problema: mi impegnerò di più durante il giorno”. Poiché non osavo lavorare durante la notte e avevo riunioni tutti i giorni, le lettere non lette cominciavano ad accumularsi. Il lavoro di purificazione e di espulsione all’interno della chiesa continuava a subire ritardi e anche il nostro lavoro del Vangelo rallentava. Io stessa ero molto ansiosa per tutto questo, ma mi dicevo: “Dato che i miei suoceri vivono con noi, se dovessero scoprire la mia fede e allearsi con mio marito per darmi il tormento o incoraggiarlo a divorziare, che cosa dovrei fare?” Non volevo perdere quel matrimonio, quindi mi sentivo vincolata mentre facevo il mio dovere.

Una volta, durante una riunione, ho sentito questo passo delle parole di Dio: “Una volta sposati, alcuni sono pronti a dedicare tutto quello che possono alla loro vita coniugale e si preparano a impegnarsi e a lavorare duramente per il loro matrimonio. Alcuni guadagnano disperatamente denaro e soffrono e, naturalmente, ancor più mettono la propria felicità esistenziale nelle mani del partner. Credono che la loro felicità e la loro gioia nella vita dipendano da che tipo di partner hanno, dal fatto che sia o meno una brava persona, che la sua personalità e i suoi interessi corrispondano ai loro, che sia in grado di portare a casa il pane e di mandare avanti la famiglia, che in futuro sarà capace di assicurare loro i beni di prima necessità e di garantire loro una famiglia felice, stabile e meravigliosa e che sia una persona in grado di confortarli quando affronteranno un dolore, una tribolazione, un fallimento o una battuta d’arresto. Per appurare queste cose, prestano particolare attenzione al partner durante la convivenza. Con grande cura e attenzione ne osservano e registrano i pensieri, le opinioni, i discorsi, i comportamenti e ogni azione, nonché i punti di forza e le debolezze. Ricordano in dettaglio tutti i pensieri, le opinioni, le parole e i comportamenti rivelati dal partner nella vita, in modo da poterlo comprendere meglio. Allo stesso tempo sperano anche di essere compresi meglio da lui, lo fanno entrare nel loro cuore ed entrano a loro volta nel suo, così che il vincolo reciproco si rafforzi, o per poter essere la prima persona ad apparire davanti al partner ogni volta che succede qualcosa, la prima ad aiutarlo, la prima a prendere posizione per sostenerlo, a incoraggiarlo e a essere il suo solido sostegno. In tali condizioni di vita, marito e moglie raramente tentano di discernere che tipo di persona è il coniuge, vivendo interamente all’interno dei sentimenti che provano per lui e usandoli per prendersi cura di lui, tollerarlo, gestire tutti i suoi difetti, le sue mancanze e i suoi perseguimenti, fino al punto di assecondare ogni sua richiesta. Per esempio, un marito dice alla moglie: ‘Le tue riunioni si protraggono troppo a lungo. Resta solo mezz’ora e poi torna a casa’. Lei risponde: ‘Farò del mio meglio’. E infatti la volta successiva resta alla riunione per mezz’ora e poi torna a casa, e il marito le dice: ‘Così va meglio. La prossima volta vai solo a farti vedere e poi torna a casa’. Lei dice: ‘Oh, ecco quanto ti manco! Va bene, allora: farò quello che posso’. Chiaramente non lo delude quando partecipa alla riunione successiva e torna a casa dopo una decina di minuti. Il marito è molto contento e felice, e le dice: ‘Ora va meglio!’ Se lui vuole che lei vada a est, lei non osa andare a ovest; se lui vuole che lei rida, lei non osa piangere. La vede leggere le parole di Dio e ascoltare gli inni e ciò suscita in lui odio e disgusto, le dice: ‘A che serve passare tutto il tempo a leggere quelle parole e a cantare quegli inni? Quando sono a casa, non potresti semplicemente evitare di farlo?’ Lei risponde: ‘D’accordo, d’accordo, non lo farò più’. Non osa più leggere le parole di Dio né ascoltare gli inni. Alla luce delle richieste del marito, capisce finalmente che lui non approva che lei creda in Dio o legga le parole di Dio, così gli fa compagnia quando lui è a casa, guardando la TV e mangiando insieme a lui, chiacchierando con lui e persino ascoltandolo sfogare le sue rimostranze. Farebbe qualsiasi cosa per lui, pur di renderlo felice. Crede che queste siano le responsabilità che un coniuge dovrebbe assolvere. E allora quand’è che legge le parole di Dio? Aspetta che il marito esca, poi chiude la porta a chiave e corre a leggere. Quando sente qualcuno alla porta mette subito via il libro e, spaventata, non osa riaprirlo. Quando va ad aprire e vede che non è suo marito che rincasa bensì un falso allarme, riprende a leggere. Mentre legge prova ansia, nervosismo e paura, e pensa: ‘E se davvero mio marito tornasse a casa? Per ora è meglio che smetta di leggere. Gli telefonerò per chiedergli dov’è e quando tornerà’. Così lo chiama e lui le dice: ‘Oggi ho un po’ da fare al lavoro, quindi non credo di tornare prima delle tre o delle quattro’. Questo la tranquillizza, ma è ancora in grado di acquietare la mente per poter leggere le parole di Dio? No, ormai è stata disturbata. Si precipita al cospetto di Dio per pregare, e cosa dice? Dice forse che ha scarsa fede in Dio, che ha paura di suo marito e che non riesce ad acquietare la mente per leggere le parole di Dio? Sente di non poter dire queste cose, quindi non ha nulla da dire a Dio. Ma poi chiude gli occhi e congiunge le mani. Si calma e non si sente più così agitata, quindi va a leggere le parole di Dio, le quali però scivolano via. Si dice: ‘Cosa stavo leggendo? Dove sono arrivata nelle mie contemplazioni? Ho perso completamente il filo’. Più ci pensa, più si sente infastidita e a disagio: ‘Oggi non leggerò. Non sarà un dramma se per questa volta salto le mie devozioni spirituali’. Cosa ne pensate? La vita le sta andando bene? (No.) Questa è angoscia coniugale oppure felicità coniugale? (È angoscia.)” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (11)”). Le parole di Dio hanno smascherato in pieno il mio stato. È perfettamente naturale e giustificato che le persone pratichino la fede e assolvano i doveri. Ma quando mio marito mi aveva ostacolata, per salvaguardare il nostro rapporto, continuare a ricevere le sue cure e le sue attenzioni e non perdere il mio matrimonio, avevo tranquillamente accantonato il mio dovere e fatto di tutto per stare dalla sua parte. Poiché non gli piaceva che praticassi la mia fede, non osavo nutrirmi delle parole di Dio mentre lui era a casa e, quando lo sentivo arrivare, mi spaventavo e nascondevo freneticamente i miei libri. Se non fosse stato per lui, una volta rincasata la sera, avrei potuto svolgere regolarmente le devozioni, rivedere gli errori nel mio lavoro e nutrirmi delle parole di Dio per eliminare la mia indole corrotta: in tal modo, la mia vita sarebbe cresciuta più velocemente. Ciò sarebbe stato vantaggioso anche per il mio dovere. Invece, per salvaguardare il mio matrimonio felice, avevo messo da parte il mio dovere e il perseguimento della verità e non facevo quasi nessuna devozione a casa. Poiché non riuscivo a resistere a certe cattive tendenze mondane, spesso mi lasciavo trasportare dalla visione di video e film da non credenti, il mio rapporto con Dio si era allentato e il mio ingresso nella vita ne aveva risentito. Per di più, non riuscivo a rispondere alle lettere in modo tempestivo durante la notte e così gran parte del lavoro subiva ritardi e non veniva portato a termine finché la leader non passava a verificare e a mettermi pressione. Ho capito che mi preoccupavo solo di me stessa. Non mi importava che gli interessi della chiesa fossero compromessi, purché potessi preservare il mio matrimonio e, di conseguenza, molti progetti erano stati ritardati. Mancavo davvero di coscienza e di ragione ed ero talmente egoista e spregevole.

Successivamente, ho visto il seguente passo. “Dio ha stabilito il matrimonio solo perché tu possa imparare ad adempiere alle tue responsabilità, a vivere pacificamente insieme a un’altra persona e a condividere la vita con essa, e affinché sperimenti com’è la vita condivisa con il tuo partner e come gestire insieme tutto ciò che affrontate, cose che rendono la tua vita più ricca e diversa. Tuttavia Egli non ti vende al matrimonio, né naturalmente ti vende al tuo partner perché tu diventi suo schiavo. Tu non sei schiavo del tuo coniuge e nemmeno lui è il tuo padrone. Siete sullo stesso livello. Hai solo le responsabilità di moglie o di marito nei confronti del tuo coniuge e, quando adempi a queste responsabilità Dio ti considera una moglie o un marito all’altezza dei requisiti. Il tuo partner non ha nulla che non abbia anche tu, e non sei inferiore a lui. Se credi in Dio e persegui la verità, sei in grado di svolgere il tuo dovere, partecipi spesso alle riunioni, preghi leggendo le parole di Dio e ti presenti al Suo cospetto, queste sono cose che Dio accetta e sono ciò che un essere creato dovrebbe fare e la vita normale che un essere creato dovrebbe vivere. Non c’è nulla di disdicevole in questo, né devi sentirti in debito con il tuo partner perché vivi una vita di questo tipo: non gli devi nulla. […] In termini di relazioni della carne, a parte i tuoi genitori, la persona più vicina a te in questo mondo è il tuo coniuge. Tuttavia, per via della tua fede in Dio, lui ti tratta come un nemico e ti attacca e perseguita. Si oppone al fatto che partecipi alle riunioni; se sente qualche diceria, torna a casa per rimproverarti e maltrattarti. Ti rimprovera e si oppone, arrivando addirittura a picchiarti, persino quando preghi o leggi le parole di Dio in casa e non influisci minimamente sul regolare svolgimento della sua vita. DimMi, che tipo di individuo è mai questo? Non è forse un demone? E questa è la persona più vicina a te? Una persona del genere merita che tu assolva una qualche responsabilità nei suoi confronti? (No.) No, affatto! E così, alcuni vivono all’interno di un matrimonio di questo tipo eppure sottostanno comunque agli ordini del coniuge, sono disposti a sacrificare tutto, a sacrificare il tempo che dovrebbero dedicare all’assolvimento del loro dovere, l’opportunità di svolgerlo e persino quella di raggiungere la salvezza. Non dovrebbero farlo, e come minimo dovrebbero rinunciare a simili idee(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (11)”). Leggendo le parole di Dio, ho imparato che Egli ordina il matrimonio per aiutare le persone a imparare a convivere pacificamente, accompagnarsi e prendersi cura l’uno dell’altro e imparare ad adempiere le proprie responsabilità. L’idea è quella di avere qualcuno con cui consultarsi quando si incontrano difficoltà, qualcuno con cui gestire i problemi nell’ambito del matrimonio. Dio non mi vende al matrimonio e io non sono la schiava di mio marito. Siamo tutti esseri creati, siamo uguali. Dopo aver creduto in Dio, avevo comunque fatto del mio meglio per prendermi cura di mio marito. Quando aveva delle difficoltà, ero al suo fianco e quando si ammalava, mi prendevo cura di lui. Avevo adempiuto completamente le mie responsabilità nel nostro matrimonio, non gli dovevo nulla. Anzi, era lui a criticare continuamente i miei difetti e a minacciarmi di divorziare, non dava valore al nostro matrimonio, eppure io mi impegnavo scioccamente per preservarlo, mi lasciavo persino vincolare da lui e non osavo praticare la fede e perseguire la verità. Quanto ero sciocca! Dopo aver letto le parole di Dio, mi è sembrato tutto molto più chiaro. Non disturbavo affatto mio marito quando partecipavo alle riunioni al di fuori o mi nutrivo delle parole di Dio in casa, eppure lui non solo non mi sosteneva, ma addirittura mi faceva pressione e mi ostacolava continuamente, minacciandomi di divorziare e di chiamare la polizia. Questo dimostrava che aveva scarsa umanità ed era, in sostanza, un demone. Non meritava tutta la mia bontà nei suoi confronti e io non dovevo certo rinunciare a nutrirmi delle parole di Dio, a perseguire la verità, a fare il mio dovere e persino ad avere la possibilità di essere salvata, solo per lui. Una volta rincasata, mi sono detta: “Non posso più farmi limitare da mio marito”. Il giorno dopo ho iniziato a svolgere il mio dovere a casa. Quando ho iniziato a collaborare concretamente, mio marito ha smesso di creare problemi. Certo, faceva qualche osservazione qua e là, ma non ero più vincolata e potevo fare il mio dovere normalmente.

In seguito, ho riflettuto sul perché avessi dato tanta importanza a un matrimonio felice e addirittura lo avessi considerato il mio principale perseguimento nella vita. Ho visto due passi delle parole di Dio. “Prima di tutto, alcune opinioni sul matrimonio diventano popolari nella società, e poi varie opere letterarie riportano le idee e le opinioni che gli autori nutrono su di esso; quando queste opere letterarie diventano programmi televisivi e film, presentano ancora più vividamente le varie opinioni delle persone sul matrimonio, i loro vari perseguimenti, ideali e desideri al riguardo. In modo più o meno marcato, visibilmente o invisibilmente, queste cose vengono inculcate in voi di continuo. Prima che acquisiate una concezione precisa di matrimonio, tali opinioni e messaggi della società su di esso creano in voi dei preconcetti e voi li accettate; poi iniziate a nutrire fantasie su come saranno il vostro matrimonio e il vostro coniuge. Che tu accetti questi messaggi attraverso programmi televisivi, film e romanzi o attraverso le tue frequentazioni sociali e le persone della tua vita, indipendentemente dalla fonte, essi provengono tutti dagli uomini, dalla società e dal mondo o, per la precisione, si evolvono e si sviluppano dalle tendenze malvagie. Naturalmente, per essere ancora più precisi, provengono da Satana. Non è forse così? (Sì.) […] Queste opinioni della società sul matrimonio, queste idee che permeano i pensieri delle persone e la profondità delle loro anime, riguardano principalmente l’amore romantico. Vengono inculcate nelle persone inducendole a sviluppare ogni tipo di fantasia sul matrimonio. Per esempio, fantasticano su chi ameranno, su che tipo di persona sarà e sui propri requisiti nei confronti di un potenziale coniuge. In particolare, vi sono messaggi variegati che provengono dalla società, secondo cui qualcuno deve necessariamente amare quella persona e lei deve ricambiare il suo amore, secondo cui soltanto questo è il vero amore romantico, soltanto il vero amore romantico può portare al matrimonio, soltanto il matrimonio basato sull’amore romantico è positivo e felice, e un matrimonio senza amore romantico è immorale(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (10)”). “Molti basano la loro felicità esistenziale sul matrimonio, e i loro obiettivi nel perseguimento della felicità sono la felicità e la perfezione coniugali. Sono convinti che, se hanno un matrimonio felice e se sono felici con il partner, allora avranno una vita felice, e quindi considerano la felicità coniugale come la missione di una vita intera da realizzare con sforzi incessanti. […] Pertanto, quando la casa di Dio richiede loro di andarsene di casa e di spostarsi in un luogo lontano per diffondere il Vangelo e svolgere il loro dovere, coloro che perseguono la felicità coniugale più di ogni altra cosa si sentono spesso frustrati, impotenti e persino inquieti per l’eventualità di perdere presto la loro felicità coniugale. Alcuni abbandonano i loro doveri o rifiutano di svolgerli pur di difendere la loro felicità coniugale, e altri addirittura ignorano le disposizioni importanti della casa di Dio. Ci sono anche coloro che, per tutelare la felicità coniugale, cercano spesso di appurare cosa prova l’altro. Se il coniuge si sente leggermente scontento o mostra anche solo un accenno di disappunto o di insoddisfazione nei confronti della loro fede, del cammino di fede in Dio che hanno intrapreso e dell’assolvimento del loro dovere, cambiano immediatamente atteggiamento e iniziano a cedere terreno. Per sostenere la loro felicità coniugale fanno spesso concessioni al coniuge, anche a costo di perdere delle possibilità di svolgere il loro dovere e di rinunciare al tempo da dedicare alle riunioni, alla lettura delle parole di Dio e alle devozioni spirituali al fine di dimostrare all’altro che sono presenti, di evitare che il coniuge si senta solo e abbandonato e di fargli sentire il loro amore; preferiscono fare questo piuttosto che perdere l’amore del coniuge e vivere senza di esso. Questo perché hanno l’impressione che, se rinunciano all’amore del coniuge per la loro fede o per il cammino di fede in Dio che hanno intrapreso, ciò significa che hanno abbandonato la loro felicità coniugale e che non saranno mai più in grado di ottenerla, e diventeranno quindi delle persone sole, miserevoli e patetiche. Che cosa significa essere delle persone miserevoli e patetiche? Significa essere privi dell’amore o dell’adorazione da parte di qualcun altro. Anche se costoro comprendono alcune dottrine e il significato dell’opera di salvezza compiuta da Dio e, naturalmente, capiscono che in quanto esseri creati dovrebbero svolgere il dovere che spetta a un essere creato, poiché mettono la propria felicità nelle mani del coniuge e, ovviamente, anche sulla felicità coniugale, nonostante comprendano e sappiano cosa dovrebbero fare, non riescono comunque ad abbandonare il perseguimento della felicità coniugale. Lo considerano erroneamente come la missione che dovrebbero perseguire in questa vita e come la missione che un essere creato dovrebbe perseguire e realizzare. Questo non è forse un errore? (Sì.)” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (11)”). Le parole di Dio hanno smascherato come le opinioni fallaci della gente sul matrimonio provengano da Satana. Mi sono ricordata di quando ero piccola e l’intero quartiere risuonava di canzoni romantiche. Ogni volta che le sentivo, speravo e sognavo sempre di avere un matrimonio felice. Idee e punti di vista come “Che io possa conquistare un cuore fedele a me, senza separarci mai fino alla fine dei nostri giorni” e “tenersi per mano e invecchiare insieme” erano state gradualmente inculcate nel mio sistema di valori. Ero arrivata a credere che mio marito mi avrebbe accompagnata per tutta la vita e che nulla fosse più importante di avere uno sposo che mi amasse e si prendesse cura di me. Dopo aver iniziato a credere in Dio, avevo letto molte delle Sue parole sull’assolvimento dei doveri e sapevo in linea di principio che ero fortunata a essere nata negli ultimi giorni, che lo svolgimento del mio dovere di essere creato doveva essere il mio perseguimento principale nella vita e che era la cosa più significativa di tutte. Ma ero vincolata e imbrigliata da queste idee e visioni mondane. Pensavo che mio marito dovesse accompagnarmi fino alla fine dei miei giorni e che un matrimonio senza amore sarebbe stato pietoso e triste. Così, quando lui aveva smesso di prendersi cura di me e di amarmi a causa della mia fede, non riuscivo proprio a sopportarlo. Ero terrorizzata dal fatto che, se il mio matrimonio fosse finito, sarei finita nella condizione pietosa di non avere nessuno che mi amasse e si prendesse cura di me. Così avevo fatto di tutto per riconquistare il suo amore. Vedendo che si opponeva alla mia fede, mi ero arresa a lui ed ero disposta a dedicare meno tempo a nutrirmi delle parole di Dio e a ritardare il lavoro della chiesa pur di preservare la nostra unione. Quanto ero egoista e spregevole! Ho ripensato a come, dal momento in cui avevo iniziato a credere in Dio, mio marito era completamente cambiato e aveva iniziato a criticare i miei difetti in continuazione e spesso mi minacciava di divorziare o di chiamare la polizia. Ho compreso che, quando lui mi trattava bene, non era vero amore, era solo una recita interamente basata sulla mia capacità di dargli un figlio e di occuparmi della casa. Quando la mia fede aveva minacciato i suoi interessi, si era tolto la maschera e aveva rivelato la sua essenza di demone. L’amore romantico e il matrimonio felice non sono altro che bufale create da Satana per ingannare e intrappolare le persone. Se avessi preso sempre alla leggera il mio dovere perché stavo cercando di preservare la felicità coniugale, non avrei mai ottenuto la verità e alla fine sarei stata eliminata da Dio.

Nel giugno del 2023 sono stata selezionata come leader di distretto. Sapevo che quella era l’esaltazione di Dio; tuttavia, dopo un mese di quel dovere, ho notato che c’era spesso qualcuno di sospetto che mi seguiva. In una situazione del genere, l’unico modo per poter svolgere il mio dovere in sicurezza era andarmene di casa. Però sapevo che, se lo avessi fatto, mio marito avrebbe forse chiesto il divorzio e così sono sprofondata nella preoccupazione e nell’indecisione. Attraverso la ricerca, ho trovato questi due passi delle parole di Dio: “Qualunque ruolo tu svolga nella famiglia o nella società, che sia quello di moglie, marito, figlio, genitore, lavoratore dipendente o altro, e a prescindere dal fatto che il tuo ruolo all’interno della vita coniugale sia importante o meno, tu possiedi una sola identità davanti a Dio: quella di essere creato. Agli occhi di Dio non ne possiedi altre. Pertanto, quando la casa di Dio ti chiama, quello è il momento in cui dovresti compiere la tua missione. In altre parole, in quanto essere creato, non è che tu debba adempiere alla tua missione soltanto fatta salva la condizione di preservare la tua felicità coniugale e mantenere il tuo matrimonio integro; al contrario, in quanto essere creato, dovresti adempiere incondizionatamente alla missione che Dio ti conferisce e ti affida; in qualunque circostanza, sei comunque tenuto a mettere al primo posto la missione che ti è stata affidata da Dio, mentre la missione e le responsabilità che ti derivano dal matrimonio sono secondarie. In qualsiasi condizione e in qualsiasi circostanza, la tua priorità assoluta dovrebbe rimanere sempre la missione che sei tenuto a svolgere come essere creato e che Dio ti ha affidato. Pertanto, a prescindere da quanto desideri mantenere la felicità del tuo matrimonio, o da quale sia la tua situazione coniugale, o da quanto elevato sia il prezzo che il tuo coniuge paga per il vostro matrimonio, nessuna di queste è una ragione per rifiutare la missione che Dio ti ha affidato(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (10)”). “Se il tuo perseguimento della felicità coniugale influenza, ostacola o addirittura compromette il tuo assolvimento del dovere di essere creato, allora dovresti abbandonare non solo il tuo perseguimento della felicità coniugale, ma anche il tuo intero matrimonio. Quali sono lo scopo e il significato ultimi del condividere su tali questioni? Che la felicità coniugale non ostacoli i tuoi passi, non ti leghi le mani, non ti accechi gli occhi, non distorca la tua visione e non disturbi né occupi la tua mente; che il perseguimento della felicità coniugale non assorba il tuo percorso di vita e tutta la tua esistenza, e che tu approcci correttamente le responsabilità e gli obblighi che sei tenuto ad assolvere all’interno del matrimonio e faccia le scelte giuste riguardo alle responsabilità e agli obblighi che dovresti adempiere. Un modo migliore di praticare è quello di dedicare più tempo ed energia al tuo dovere, di svolgere il dovere che ti spetta e di portare a termine la missione che Dio ti ha affidato. Non devi mai dimenticare che sei un essere creato, che è stato Dio a guidarti nella vita fino a questo momento, a donarti il matrimonio e una famiglia, e a conferirti le responsabilità che dovresti adempiere all’interno della struttura del matrimonio, e che non sei stato tu a scegliere il matrimonio, che né il matrimonio ti è arrivato dal nulla né tu puoi mantenere la tua felicità coniugale contando solo sulle tue capacità e forze(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (10)”). Leggendo le parole di Dio, mi sono resa conto che pur essendo una moglie e una madre all’interno della mia casa, ero anche un essere creato, creato da Dio e, quando mi veniva assegnato un dovere, dovevo accettarlo incondizionatamente e farne la mia priorità numero uno. Adempiere il mio dovere di essere creato è la mia unica missione nella vita. Dio mi ha donato la vita, Egli non solo ha creato i cieli e la terra e ogni cosa, fornendo all’umanità tutto ciò di cui ha bisogno, ma esprime anche tutte le verità per salvare l’umanità, ci insegna come comportarci, come sfuggire alla devastazione della corruzione di Satana e come vivere una vera sembianza umana. Se avessi rifiutato il mio dovere per preservare il mio matrimonio, questo sarebbe stato del tutto inconcepibile e irragionevole. Se non avesse ritardato il mio dovere di essere creato, avrei potuto adempiere le mie responsabilità nell’ambito coniugale; ma, poiché il perseguimento di un’unione felice stava influenzando i miei doveri, dovevo mettere da parte il mio matrimonio, dedicare più energia e tempo a svolgere il mio dovere di essere creato e smettere di essere frenata dal mio matrimonio. È stato allora che è diventato tutto chiaro: dovevo smettere di sacrificare il progresso nel mio dovere per salvare il matrimonio. Ho quindi deciso di andarmene di casa per svolgere il mio dovere. Quando ho detto a mio marito che dovevo andarmene e nascondermi per un po’, lui ha voluto subito il divorzio. Mi ha detto: “Potrei aspettarti anche se venissi arrestata e rimanessi in carcere per qualche anno; ma, se te ne vai di casa, ho chiuso”. Sono rimasta profondamente delusa dalle sue parole. Non potevo credere che mio marito preferisse sapermi in carcere piuttosto che permettermi di nascondermi. Ho visto che aveva un’essenza che odiava Dio. Mi sono asciugata le lacrime e ho risposto con determinazione: “Dio ha creato l’uomo e quindi dobbiamo adorarLo. Anche se mi arrestano, continuerò a credere una volta rilasciata. Se riesci ad accettarlo, possiamo restare insieme; altrimenti, ognuno di noi andrà per la propria strada”. Il giorno dopo abbiamo firmato i documenti per il divorzio.

Ora che sono lontana da casa e non sono più ostacolata da mio marito, ho ancora più tempo per leggere le parole di Dio e fare il mio dovere. Ogni volta che ho dei problemi, posso rivolgermi ai fratelli e alle sorelle per condividere e cercare immediatamente. Quando rivelo un’indole corrotta nel mio dovere e i fratelli e le sorelle me lo fanno notare, adesso ho più tempo per calmarmi e riflettere e anche per controllare il lavoro e correggere prontamente i problemi che trovo. Di conseguenza, abbiamo iniziato a ottenere risultati migliori nel nostro lavoro. Ora mi rendo conto che prima vivevo secondo le opinioni e le idee inculcatemi da Satana, che avevo perso tante opportunità per ottenere la verità e non avevo fatto bene il mio dovere. È tutto merito della guida delle parole di Dio se sono riuscita a liberarmi dalle catene e dai vincoli del matrimonio. Grazie a Dio!

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