19. Ho capito che dietro alle mie parole si celavano sempre impurità
Supervisionavo il lavoro di irrigazione all’interno della chiesa. Dopo più di tre mesi, la coltivazione degli irrigatori procedeva ancora lentamente. Fratello Wang Lei, con cui collaboravo, mi ricordava spesso di cercare e riflettere su questo problema, ma ogni volta che lo faceva, sentivo dentro un certo senso di opposizione, e mi dicevo che non ero stato pigro, anzi avevo faticato tanto per risolvere i problemi degli irrigatori. Mi chiedevo: “Perché i loro progressi sono sempre stati così lenti? Non so da che cosa possa dipendere. Forse è perché la loro levatura è scarsa e la loro indole corrotta è troppo grave”. Così, ogni volta che fratello Wang Lei mi richiamava a riassumere il lavoro, questo era l’atteggiamento che avevo. Credevo di non aver bisogno di riflettere, dato che avevo svolto molto lavoro. Ma poi ho pensato: “Dopo così tanto tempo, non ci arrivano ancora risultati dal lavoro di coltivazione e gli irrigatori procedono lentamente. I leader e i supervisori stanno sicuramente tenendo d’occhio la situazione: se non riesco a riassumere alcun problema specifico, cosa penseranno di me? Che sono completamente insensibile, che sono stato inefficiente nel mio dovere e non rifletto nemmeno su me stesso? Però non so davvero quali siano i miei problemi. Potrei prendere l’iniziativa di parlarne apertamente, dire che sto affrontando delle difficoltà e che voglio cercare un cammino da percorrere. In questo modo, i leader non solo non mi poteranno, ma penseranno che sono onesto e che quando ci sono problemi nel mio lavoro, non li nascondo ma prendo l’iniziativa di cercare aiuto e, di conseguenza, mi riterranno una persona che cerca la verità”. Questo pensiero mi ha dato una certa gioia e ho creduto di aver trovato una soluzione ottimale ai miei problemi. Così ho preparato una relazione in cui ho messo per iscritto le mie difficoltà e mi sono premurato di aggiungere alla fine: “Continuerò a cercare; se individuate delle problematiche, spero che me le comunichiate e me le segnaliate”. Dopo aver consegnato la relazione, mi sono sentito soddisfatto.
Un giorno Wang Lei ha detto: “I leader mi hanno scritto chiedendo perché non hai ottenuto alcun risultato nella coltivazione degli irrigatori”. Ho pensato al fatto che, in quella relazione redatta qualche giorno prima, avevo chiesto aiuto ai leader; e loro, invitando Wang Lei a esaminare la mia situazione, probabilmente stavano cercando di aiutarmi a individuare i problemi. Ma poi mi sono detto: “I leader stanno facendo questo per verificare il mio lavoro. Stanno iniziando a svolgere dei controlli su di me perché pensano che ci siano davvero delle criticità nel mio dovere? Lo svolgo da così tanto tempo senza ottenere alcun risultato, chissà cosa scopriranno! Se vi riscontrano troppe problematiche, anche serie, mi poteranno? Penseranno che la mia levatura è scarsa e non sono in grado di svolgere un lavoro effettivo e quindi mi destituiranno? Sarebbe assolutamente umiliante!” Alla luce di queste riflessioni, mi sono sentito in preda a un’ondata di panico: “Non mi aspettavo di arrivare a questo punto. Non è che mi sto scavando la fossa da solo? Cosa dovrei fare?” Qualsiasi cosa facessi, non riuscivo proprio a calmarmi. La sera, mentre ascoltavo Wang Lei che batteva sulla tastiera, mi chiedevo: “Quanti dei miei problemi starà segnalando? Cosa penseranno di me i leader?” Mi sentivo un po’ inquieto e non riuscivo a concentrarmi sul lavoro. Così mi sono presentato davanti a Dio e ho pregato: “Dio, mi rendo conto che questa situazione ha avuto un forte impatto sul mio stato e non so quale lezione dovrei imparare. Ti prego, guidami a cercare la verità in questa faccenda e a conoscere la mia indole corrotta”.
Il mattino seguente, dopo aver fatto colazione, ho iniziato a leggere le parole di Dio e ho riflettuto sul mio stato. Ho letto le parole di Dio: “È meraviglioso se riesci ad accettare che la casa di Dio ti supervisioni, ti osservi e cerchi di comprenderti. Ti aiuta a compiere bene il tuo dovere, a essere capace di svolgerlo all’altezza degli standard e in modo che soddisfi le intenzioni di Dio. Ti arreca dei vantaggi e ti aiuta, senza alcun aspetto negativo. Una volta compreso questo principio, non dovresti forse smettere di nutrire sentimenti di resistenza o circospezione nei confronti della supervisione dei leader, dei lavoratori e del popolo eletto di Dio? Anche se a volte qualcuno cerca di comprenderti, ti osserva e supervisiona il tuo lavoro, non è una cosa da prendere sul personale. Perché dico questo? Perché i compiti che ora sono tuoi, il dovere che svolgi e qualsiasi lavoro tu svolga non sono affari privati o lavoro personale di un solo individuo: riguardano il lavoro della casa di Dio e si riferiscono a una parte della Sua opera. Pertanto, quando qualcuno ti supervisiona o ti osserva per un po’ di tempo, oppure arriva a capirti a un livello profondo, cercando di comunicare a cuore aperto con te e di scoprire quale sia stata la tua condizione durante questo periodo, e persino quando, certe volte, il suo atteggiamento è un tantino più duro e questa persona ti pota, ti disciplina e ti rimprovera un po’, questo è perché ha un atteggiamento coscienzioso e responsabile verso il lavoro della casa di Dio. Non dovresti avere pensieri o emozioni negativi verso questo fatto” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (7)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che la casa di Dio supervisiona ed esamina il lavoro con l’obiettivo di aiutare le persone a correggere le deviazioni e a svolgere bene i doveri e che non dovrei avere alcun senso di opposizione né mettermi sulla difensiva, perché questo non è in linea con le intenzioni di Dio. Ho ripensato a come, in quel periodo di impegno quotidiano nel mio dovere e di frequenti condivisioni con i fratelli e le sorelle durante le riunioni, alla fine non avevo ottenuto alcun risultato positivo. Ci dovevano essere molti problemi nel mio lavoro di cui non ero consapevole e, se non li avessi identificati e risolti in tempo, avrebbero continuato a causare ritardi nel lavoro. I leader avevano chiesto ai fratelli e alle sorelle di fornire informazioni sui problemi riscontrati nel mio dovere e lo avevano fatto per aiutarmi a trovarne la radice, cosa utile sia per il mio lavoro che per il mio ingresso nella vita. Non avrei dovuto vivere in uno stato di opposizione, mettendomi sulla difensiva, per paura di perdere la faccia o addirittura pentirmi di essere stato io a far presente le mie difficoltà. Dovevo accettare la supervisione dei fratelli e delle sorelle e, a prescindere dai problemi che avessero segnalato, dovevo avere un cuore onesto e un atteggiamento di accettazione della verità. Questo è in linea con le intenzioni di Dio. Alla luce di ciò, mi sono sentito in qualche modo liberato.
Poi ho continuato a cercare e mi sono chiesto: “Volevo chiaramente trovare il motivo per cui non ho ottenuto risultati nel mio dovere, ma perché sono diventato così sensibile e sono andato in tilt quando i leader hanno esaminato il mio lavoro?” Riflettendo, mi sono reso conto di essere stato veramente propenso all’inganno. Ho letto le parole di Dio: “Poiché è stata corrotta da Satana, tutta l’umanità vive con un’indole satanica. Come Satana, le persone si camuffano e si presentano bene sotto ogni aspetto e ricorrono a inganni e tranelli in tutte le questioni. Non c’è nulla in cui non adottino inganni e tranelli. Alcune usano dei tranelli persino in attività così comuni come fare compere. Per esempio, possono aver acquistato un vestito estremamente alla moda ma, sebbene piaccia loro davvero molto, non osano indossarlo in chiesa per paura che i fratelli e le sorelle parlino di loro e le definiscano frivole. Così non lo indossano mai in loro presenza. Che tipo di comportamento è questo? È la rivelazione di un’indole propensa all’inganno e al sotterfugio. Perché qualcuno dovrebbe comprare un vestito alla moda ma non osare indossarlo davanti ai fratelli e alle sorelle? In cuor suo, costui ama le cose alla moda e segue le tendenze del mondo come fanno i non credenti. Teme che i fratelli e le sorelle lo vedano per ciò che è veramente, che si rendano conto di quanto è frivolo e del fatto che non è una persona rispettabile e integerrima. In cuor suo, persegue le cose alla moda e ha difficoltà a rinunciarvi, e così può indossarle solo a casa e ha paura di mostrarle ai fratelli e alle sorelle. Se le cose che gli piacciono non possono essere esibite apertamente, perché non riesce a rinunciarvi? Non è forse controllato da un’indole satanica? Pronuncia continuamente parole e dottrine e sembra comprendere la verità, eppure è incapace di metterla in pratica. Questa è una persona che vive secondo un’indole satanica. Se qualcuno è sempre disonesto nel parlare e nell’agire, se non permette agli altri di vederlo per quello che è, e se davanti a loro dà sempre l’immagine di una persona pia, allora che differenza c’è fra lui e un fariseo? Vuole condurre la vita di una prostituta e insieme far erigere un monumento alla propria castità. Sapeva benissimo che non avrebbe potuto indossare il suo vestito eccentrico in pubblico, allora perché lo ha comprato? Non è stato forse uno spreco di denaro? È solo perché gli piace quel genere di cose e voleva assolutamente quell’abito, quindi si è sentito obbligato a comprarlo. Tuttavia, una volta acquistato, non può utilizzarlo. Dopo qualche anno, si pente dell’acquisto e si rende improvvisamente conto: ‘Come ho potuto essere così sciocco e disgustoso?’ Persino lui prova disgusto per ciò che ha fatto. Ma non riesce a controllare le proprie azioni, poiché è incapace di abbandonare le cose che ama e persegue. Perciò ricorre a tattiche ambigue e inganni per soddisfare sé stesso. Se rivela un’indole propensa all’inganno in una questione così futile, sarà capace di praticare la verità quando si tratterà di qualcosa di più grande? Impossibile. Evidentemente è propensa all’inganno per natura, e la propensione all’inganno è il suo tallone d’Achille” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “La pratica fondamentale per essere una persona onesta”). Dalle parole di Dio ho capito che, quando le persone vivono con un’indole propensa all’inganno, non riescono ad accettare lo scrutinio di Dio sulle loro parole e azioni e si comportano in un modo davanti agli altri e in un altro alle loro spalle. Usano costantemente trucchi per mascherarsi, impedendo agli altri di vedere la verità. Ecco cosa significa essere una persona veramente propensa all’inganno. Ho ripensato a quando avevo steso la relazione sul mio lavoro. Non pensavo affatto di avere problemi nel coltivare le persone e ritenevo di essermi dato parecchio da fare; e nemmeno quando il fratello con cui collaboravo mi aveva richiamato a riepilogare le mie deviazioni avevo pensato di riflettere su me stesso. Ma il fatto che i risultati fossero scarsi era già evidente, quindi cosa avrebbero pensato di me i leader e il supervisore se non fossi riuscito a capirne le ragioni? Per salvare la faccia, avevo detto deliberatamente di avere incontrato delle difficoltà e di voler cercare una soluzione. Anche se sembravo sincero nelle parole, dando a intendere di avere un grande senso del fardello per il lavoro, in realtà, non avevo alcuna intenzione di cercare la verità per risolvere il problema e stavo solo indossando una maschera in modo che i leader mi vedessero come una persona onesta e che mostrava un grande desiderio di ricerca. Ma quando i leader hanno esaminato veramente le deviazioni e le criticità nel mio dovere, sono stato rivelato. Avevo paura che venissero esposte gravi problematiche nel mio lavoro e che i leader mi ritenessero di scarsa levatura e privo di capacità lavorative o che addirittura mi destituissero, così vivevo con un senso di opposizione, rimpiangendo di aver cercato una guida per i miei problemi, arrivando perfino a pensare che segnalarli sarebbe stato come scavarsi la fossa da soli. Ho capito che la mia ricerca non era mirata a risolverli, ma a preservare il mio prestigio e la mia immagine nel cuore dei leader. Non stavo forse cercando di raggirare gli altri e di ingannarli? Questo era veramente ciò che Dio esponeva: essere falso e voler condurre la vita di una prostituta, ma anche far erigere un monumento alla mia castità. Ho pensato ai farisei dei tempi passati. Anche se sembravano molto pii e anelavano all’arrivo del Messia, quando il Signore Gesù giunse effettivamente per operare, per quanti miracoli Egli compisse o quante verità esprimesse, loro non accettarono nulla di tutto ciò. Addirittura opposero resistenza al Signore Gesù e Lo condannarono per proteggere prestigio e sostentamento. Erano apparsi pii nel loro agognare l’arrivo di Dio; in realtà, cercavano solo di fuorviare le persone e non erano altro che ipocriti. Non mi stavo comportando forse come i farisei?
Una mattina, durante le mie devozioni, ho pensato a una frase delle parole di Dio: “Fingono una cosa mentre se ne fa un’altra per raggiungere i loro secondi fini”. Ho sentito che ciò si allineava molto bene con il mio stato, così ho trovato questo passo delle parole di Dio da leggere. Dio Onnipotente dice: “Qual è la caratteristica principale della malvagità? Le parole di un malvagio suonano particolarmente piacevoli e in superficie appare tutto giusto. Sembra che non ci sia nemmeno un problema e si ha l’impressione che tutto sia buono sotto ogni punto di vista. Quando i malvagi fanno qualcosa, sembra che non usino mezzi specifici e all’esterno non c’è segno di punti deboli o pecche, eppure raggiungono i loro scopi. Agiscono in maniera estremamente riservata. È così che gli anticristi fuorviano le persone. Questioni e gente di questo tipo sono le più difficili da riconoscere. Alcuni dicono spesso le cose giuste, usano scuse gradevoli da sentire e ricorrono a dottrine, detti o azioni conformi ai sentimenti umani per gettare fumo negli occhi delle persone. Fingono una cosa mentre se ne fa un’altra per raggiungere i loro secondi fini. Questa è malvagità, ma per molti questi comportamenti sono solo propensi all’inganno. Le persone hanno una comprensione e un’analisi della malvagità relativamente limitate. In effetti, è più difficile riconoscere la malvagità rispetto alla propensione all’inganno, perché è più nascosta e usa metodi e azioni più sofisticate. Se uno ha in sé un’indole propensa all’inganno, di solito gli altri riescono a riconoscerla dopo due o tre giorni che interagiscono con lui, o ne percepiscono la rivelazione nelle sue azioni e nelle sue parole. Tuttavia, supponiamo che questa persona sia malvagia: questo non si può discernere in pochi giorni, perché, se non accade subito un evento significativo o una circostanza specifica, non è facile capire alcunché soltanto ascoltandola parlare. Persone del genere dicono e fanno sempre la cosa giusta ed esprimono una dottrina giusta dopo l’altra. Dopo aver interagito per qualche giorno con loro, potresti convincerti che siano buone, che sappiano fare rinunce e adoperarsi, che abbiano comprensione spirituale e un cuore che ama Dio, e che agiscano con ragionevolezza e coscienza. Ma dopo aver gestito alcune questioni, ti accorgi che le loro parole e le loro azioni sono intrise di troppe altre cose, di troppe intenzioni diaboliche. Capisci che quelle persone non sono oneste, ma propensi all’inganno: creature malvagie. Spesso usano parole giuste ed espressioni piacevoli che sono in linea con la verità, e possiedono i sentimenti umani per poter interagire con gli altri. Da un lato si impongono, dall’altro fuorviano gli altri, ottenendo fama e prestigio tra le persone. Questi individui sono incredibilmente fuorvianti e, una volta che hanno ottenuto potere e prestigio, riescono a fuorviare e ferire tanti. Le persone con un’indole malvagia sono molto pericolose. Ci sono persone del genere tra di voi? Lo siete voi stessi? (Sì.) Quanto è grave, allora? Parlare e agire senza verità principi, affidandosi completamente alla propria natura malvagia, voler sempre fuorviare gli altri e vivere con una maschera in modo che gli altri non possano capirti e riconoscerti, guardando alla propria umanità e al proprio prestigio con stima e ammirazione: questa è malvagità” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 5: Fuorviano, adescano, minacciano e controllano gli altri”). Dio espone che le persone con un’indole malvagia parlano e agiscono in modo estremamente occulto. Sembrano dire le cose giuste e le loro azioni appaiono impeccabili, ma dietro a tutto questo nascondono intenzioni malvagie e sono costantemente concentrati su reputazione e prestigio. Per ottenere l’ammirazione degli altri, usano parole lusinghiere e azioni corrette per fuorviare le persone, per instillare una buona immagine di sé nella mente degli altri ed evitare che essi scoprano le loro intenzioni malevole. Questo è un atteggiamento davvero malvagio! Riflettendoci bene, non mi stavo comportando proprio così? È chiaro che non stavo cercando la verità per risolvere i miei problemi, però nel comportamento avevo mostrato molta umiltà e un grande desiderio di ricerca; il mio scopo non era solo quello di nascondere le mie problematiche, ma anche di instillare nella mente degli altri una buona immagine di me come persona che perseguiva la verità. Sapevo che il lavoro di coltivazione non aveva dato risultati, che gli irrigatori non avevano fatto molti progressi e che questo era sotto gli occhi di tutti. Se non avessi riassunto i miei problemi e ragionato su di essi, cosa avrebbero pensato tutti di me? Avrebbero detto che non avevo riflettuto su me stesso nemmeno quando non avevo ottenuto risultati nel mio dovere? Avrebbero pensato che non perseguivo la verità e che ero completamente insensibile? In tal caso, tanto valeva prendere l’iniziativa di parlare apertamente. In questo modo, anche se il lavoro non aveva prodotto risultati, non avrebbero pensato male di me e forse mi avrebbero addirittura considerato una persona onesta. Le mie parole erano infarcite dei miei stessi complotti. Avevo cercato di usare la mia apparente ricerca della verità per crearmi una buona immagine nel cuore dei leader. Ho constatato che la mia natura era veramente malvagia. Proprio come ha detto Dio: “Alcuni dicono spesso le cose giuste, usano scuse gradevoli da sentire e ricorrono a dottrine, detti o azioni conformi ai sentimenti umani per gettare fumo negli occhi delle persone. Fingono una cosa mentre se ne fa un’altra per raggiungere i loro secondi fini. Questa è malvagità”. In realtà, per un certo periodo di tempo non avevo ottenuto alcun risultato nel mio dovere, quindi dovevo riflettere su me stesso e cercare la verità per risolvere tutto questo. Sarebbe stato vantaggioso sia per il lavoro della chiesa sia per il mio ingresso nella vita. Tuttavia, gli ostacoli nel mio lavoro non mi preoccupavano né mi angosciavano; piuttosto la mia mente era piena di considerazioni su come evitare di perdere la faccia e, anche nelle questioni che riguardavano il lavoro della chiesa e la ricerca della verità, ero stato disonesto e propenso all’inganno. Questo mi aveva veramente fatto detestare da Dio.
In seguito, ogni volta che avevo una pausa dal lavoro, riflettevo sul mio stato. Mi sono ricordato ciò su cui Dio aveva condiviso: nel comportamento, una persona deve accettare lo scrutinio di Dio in tutte le cose e ogni azione deve essere portata davanti a Lui. Mi sono quindi affrettato a cercare le parole di Dio al riguardo. Ho letto le parole di Dio: “Essere un credente significa dover portare tutto ciò che fai al cospetto di Dio e sottoporre tutto al Suo scrutinio. […] Chiunque oggi non riesca ad accettare lo scrutinio di Dio non può riceverNe l’approvazione, e chiunque non conosca Dio incarnato non può essere perfezionato. Guarda tutto ciò che fai e vedi se può essere portato al cospetto di Dio. Se non puoi portare tutto ciò che fai al cospetto di Dio, significa che sei un malfattore. I malfattori possono essere perfezionati? Tutte le cose che fai dovrebbero essere portate al cospetto di Dio: ogni azione, intenzione e reazione. Persino la vita spirituale quotidiana, ossia le preghiere, la tua vicinanza a Dio, il nutrirti delle parole di Dio, la condivisione con i fratelli e sorelle, il vivere la vita della chiesa, e il tuo servizio nella collaborazione possono essere portati al cospetto di Dio per essere sottoposti al Suo scrutinio. È questo tipo di pratica che ti aiuterà a maturare nella vita. Il processo di accettazione dello scrutinio di Dio è il processo di purificazione. Più riesci ad accettare lo scrutinio di Dio e più vieni purificato e ti trovi in sintonia con le intenzioni di Dio, e questo fa sì che non sia trascinato nella dissolutezza e che il tuo cuore viva in Sua presenza. Più accetti il Suo scrutinio, maggiore è l’umiliazione di Satana e la tua capacità di ribellarti alla carne. Pertanto, l’accettazione dello scrutinio di Dio è un percorso di pratica che gli uomini dovrebbero seguire. Indipendentemente da ciò che fai, persino durante la condivisione con i fratelli e sorelle, puoi portare le tue azioni al cospetto di Dio e cercare il Suo scrutinio e mirare a sottometterti a Dio Stesso; in questo modo la tua pratica sarà molto più corretta. Solo portando tutto ciò che fai al cospetto di Dio e accettando il Suo scrutinio puoi essere una persona che vive alla presenza di Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio perfeziona coloro che sono in linea con le Sue intenzioni”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che, se una persona accetta lo scrutinio di Dio in tutte le cose, non dissimula e non finge nelle sue azioni e riesce a portare queste cose davanti a Lui, allora tale persona vive nella luce, è veramente onesta e può ricevere la Sua approvazione. Ma se non riesce ad accettare lo scrutinio di Dio e si impegna, invece, in continui inganni e sotterfugi, allora è veramente malvagia e detestabile ai Suoi occhi. Dalle parole di Dio ho ricavato anche un cammino di pratica. Da tempo ormai il lavoro di coltivazione non dava risultati e aveva già cominciato a influire sui progressi nell’irrigazione. Se avessi continuato a ingannare e a dissimulare, quei problemi non sarebbero stati risolti, gli irrigatori non avrebbero progredito nei doveri, non avrebbero potuto irrigare bene i nuovi arrivati e permettere loro di gettare rapidamente le fondamenta sulla vera via; tutto ciò avrebbe portato a perdite ancora maggiori nell’irrigazione. I leader stavano esaminando i problemi le deviazioni nel mio lavoro per aiutarmi a svolgere bene il mio dovere. A prescindere da quali avessero segnalato, non dovevo considerare il mio orgoglio o il mio prestigio e dovevo accettare lo scrutinio di Dio ed essere una persona onesta. Dovevo riflettere seriamente su me stesso riguardo alle problematiche nel mio lavoro, correggere rapidamente le deviazioni e fare bene il mio dovere.
Qualche giorno dopo ho ricevuto una lettera dalla leader ed ero ancora un po’ nervoso, perché temevo che avesse scoperto gravi difficoltà nel mio dovere e che mi avrebbe potato. Ho pregato silenziosamente Dio dicendo che, a prescindere dai problemi evidenziati dalla leader, non avrei più considerato il mio orgoglio né opposto resistenza o dissimulato e che dovevo accettare la cosa e riflettere correttamente su me stesso. Quando ho aperto la lettera, ho visto che la leader aveva effettivamente evidenziato delle problematiche nel mio dovere, ma non mi aveva potato. Al contrario, aveva attinto alla sua esperienza personale per guidarmi a riflettere sul perché il mio dovere non avesse prodotto grandi risultati. Dopo aver letto la sua condivisione, ho acquisito una certa comprensione del mio recente stato e dei miei problemi. Ho constatato di avere vissuto per tutto il tempo in un’indole corrotta e che, pur avendo visto che il mio lavoro non dava frutti, non avevo riflettuto su me stesso, ma avevo continuato a trovare scuse. Pensavo di essermi impegnato ogni giorno, di avere condiviso sulle soluzioni con i fratelli e le sorelle e di aver già fatto del mio meglio. Pertanto, ritenevo che, se non c’erano stati progressi, dipendeva dalla loro scarsa levatura, non da me. Il lavoro stava dando risultati deludenti, ma invece di riflettere sui miei problemi, avevo continuato a sottrarmi alle responsabilità. Ero stato davvero ribelle e intransigente! Inoltre, riflettendo, mi sono reso conto che il mio lavoro di coltivazione in quel periodo conteneva effettivamente delle deviazioni. La cosa importante per me era avere dei compiti da svolgere quotidianamente e non rimanere inattivo, però non avevo mai cercato seriamente di capire come fare il mio dovere in modo efficiente. Quando coltivavo gli irrigatori, non riassumevo i loro problemi effettivi e non comunicavo in base ad essi; al contrario, avevo solo un approccio meccanico e sconsiderato all’apprendimento. Di conseguenza, anche dopo mesi di coltivazione, non si era visto alcun risultato. Notando così tante difficoltà e deviazioni nel mio lavoro, sapevo di doverle correggere rapidamente. Quando ho riflettuto su come avevo finto di cercare la verità, ho provato grande imbarazzo e vergogna! Se avessi avuto davvero un cuore che accettava e cercava la verità, quei problemi sarebbero stati scoperti e risolti prima e ciò avrebbe potuto giovare ai fratelli, alle sorelle e al lavoro della chiesa. Guardando al futuro, sono disposto a mettere da parte la vanità e l’orgoglio, a cercare di più la verità in tutte le questioni e a fare il mio dovere in modo concreto! Dio sia lodato!