35. Essere astuto e infido ti impedisce di fare bene il tuo dovere
Nel 2020, i leader mi hanno chiesto di assumermi la responsabilità del lavoro nel campo dell’arte e del design. Inizialmente, ho visto che i leader spesso seguivano i progressi del mio lavoro, e scoprivano cosa succedeva in esso. Ero preoccupata che i leader avrebbero trovato sviste nel mio lavoro e mi avrebbero potata o destituita. Pertanto, facevo gli straordinari per imparare a creare immagini e migliorare il mio livello professionale. Inoltre, seguivo frequentemente il modo in cui tutti i gruppi progredivano nei loro studi e come procedevano nella creazione di immagini. Quando scoprivo delle deviazioni, aiutavo e guidavo prontamente i miei fratelli e sorelle. Nel 2021, il lavoro del Vangelo stava diventando sempre più intenso, e io avevo acquisito familiarità con i suoi vari elementi, quindi i leader non mi seguivano da vicino come avevano fatto all’inizio. Nei primissimi tempi, spesso ricordavo a me stessa che, indipendentemente dal fatto che qualcuno stesse seguendo e monitorando il mio lavoro, dovevo fare bene il mio dovere. Non potevo essere astuta e infida o superficiale. Tuttavia, dopo qualche tempo, ho capito che c’erano molti compiti da svolgere, e quando sorgevano problemi in ognuno di essi, tutti richiedevano tempo e fatica per essere risolti. Ho iniziato a sentirmi un po’ stanca. Ho pensato: “Al momento, i leader non stanno monitorando e seguendo da vicino il mio lavoro. Se lo faccio bene, non molte persone se ne accorgeranno. Se lo faccio male, nessuno mi rimprovererà. Non dovrei affaticarmi troppo. Dopotutto, anche se sono un po’ pigra, nessuno lo scoprirà. Che bisogno c’è di soffrire così tanto?” In seguito, sono diventata piuttosto lassista nel seguire il lavoro. Dal chiedere informazioni una volta alla settimana, sono passata a chiederle solo una volta ogni due o tre settimane. In seguito, ho scoperto che un gruppo non stava ottenendo buoni risultati nei propri studi professionali. A volte, la direzione impostata per lo studio e le deviazioni sintetizzate non soddisfacevano le esigenze della maggioranza, e dopo aver studiato per un certo tempo, nessuno mostrava progressi evidenti. Tuttavia, non volevo perdere tempo a risolvere il problema. L’ho scaricato sulla capogruppo e le ho chiesto di seguirlo e risolverlo. Non mi aspettavo che dicesse: “Ultimamente, di rado hai chiesto come procedono gli studi professionali. Sono stata anche priva di un fardello. Questo è il motivo per cui gli studi del gruppo non hanno prodotto buoni risultati e i fratelli e le sorelle non hanno fatto molti progressi”. Mi sono difesa in silenzio: “Ora non sto forse seguendo la cosa? Se il tuo gruppo non ottiene buoni risultati dai suoi studi, allora è principalmente una tua responsabilità come capogruppo”. Mi sono limitata a dire con noncuranza: “Allora ribaltiamo la situazione e interveniamo insieme”, e sono passata oltre in modo superficiale. In seguito, ho scoperto una serie di problemi nel lavoro e volevo organizzare una riunione di riepilogo. Ma poi ho pensato: “Fare un riepilogo del lavoro richiede una comprensione delle difficoltà e delle deviazioni che i fratelli e le sorelle hanno affrontato nel loro lavoro professionale. Richiede anche una riflessione per elaborare una direzione, e un cammino verso il miglioramento. Questo è davvero estenuante dal punto di vista mentale. Dopotutto, è meglio non fare alcun riepilogo. In ogni caso, nessuno fa domande su queste cose e nessuno verrebbe a sapere se ho fatto il riepilogo”. In questo modo, ho rimandato la questione ancora un po’. Restavo a guardare mentre i problemi che si presentavano quando i miei fratelli e sorelle creavano immagini non davano segno di miglioramento. In cuor mio, provavo un senso di rimprovero verso me stessa. Avevo già scoperto i problemi, ma non li stavo risolvendo perché non volevo prendermi il disturbo. Questo voleva dire essere superficiale e non svolgere un lavoro reale! Mi sono resa conto che in tutto questo periodo avevo vissuto in uno stato sbagliato, e ho cercato alcune parole di Dio pertinenti da leggere.
Dio Onnipotente dice: “Fare le cose per pura abitudine nell’assolvere il proprio dovere è un grande tabù. Se nell’assolvimento del tuo dovere fai sempre le cose per pura formalità, allora non hai modo di svolgerlo in maniera accettabile. Se vuoi svolgere il tuo dovere con lealtà, prima devi risolvere il tuo problema del fare le cose per pura formalità. Dovresti prendere provvedimenti per porre rimedio alla situazione non appena te ne accorgi. Se sei confuso, se non sei mai in grado di notare i problemi, se fai sempre le cose per pura formalità e agisci in maniera superficiale, allora non avrai modo di svolgere bene il tuo dovere. Pertanto, devi sempre metterci il cuore. È un’occasione difficile da conquistare! Quando Dio offre una possibilità e non la si coglie, l’occasione è perduta; e, anche se in seguito si desidera trovare una tale occasione, forse non si ripresenterà. L’opera di Dio non aspetta nessuno, né lo fanno le possibilità di svolgere il proprio dovere. […] Al momento non vi sono molte occasioni di svolgere un dovere, quindi devi coglierle quando puoi. È proprio quando ti trovi di fronte a un dovere che devi compiere uno sforzo; è allora che devi sacrificarti e spenderti per Dio, ed è allora che ti è richiesto di pagare un prezzo. Non lesinare nulla, non nutrire alcuna trama, non fare le cose in maniera approssimativa e non crearti una via d’uscita. Se fai le cose in maniera approssimativa, sei calcolatore oppure scaltro e infido, sei destinato a svolgere male il lavoro. Supponiamo che tu dica: ‘Nessuno mi ha visto agire subdolamente. Ottimo!’ Che modo di pensare è questo? Credi di avere imbrogliato gli altri e anche Dio? In realtà, però, Dio sa che cosa hai fatto o no? Lo sa. In effetti, chiunque interagisca con te per un po’ verrà a conoscenza della tua corruzione e della tua spregevolezza e, anche se non lo dirà apertamente, in cuor suo farà le sue valutazioni su di te. Numerose persone sono state rivelate ed eliminate perché tante altre sono arrivate a capirle. Una volta che tutti hanno ravvisato la loro essenza, quelle persone sono state esposte per ciò che erano ed espulse. Quindi, che perseguano o meno la verità, le persone dovrebbero svolgere bene il loro dovere, al meglio delle loro capacità; dovrebbero usare la loro coscienza nel fare cose pratiche. Potrai avere delle mancanze, ma se riesci a essere efficiente nell’assolvere il tuo dovere non sarai eliminato. Se pensi sempre che stai facendo bene e sei sicuro che non sarai eliminato, se ancora non rifletti e non cerchi di conoscere te stesso, e ignori i compiti che ti spettano, se sei costantemente superficiale, allora quando il popolo eletto di Dio perderà davvero la pazienza con te, ti smaschererà per quello che sei e, con tutta probabilità, sarai eliminato. Questo perché tutti avranno acquisito discernimento su di te e tu avrai perso la tua dignità e integrità. Se nessuno si fida di te, potrebbe forse farlo Dio? Dio scruta nell’intimo dell’uomo: non potrebbe assolutamente fidarSi di una persona del genere” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “L’ingresso nella vita deve iniziare con l’esperienza dell’assolvimento del proprio dovere”). Ciò di cui Dio parlava era esattamente il mio stato. Trattavo il mio dovere proprio in questo modo. Quando c’era qualcuno a controllarmi, mi impegnavo di più, ma quando nessuno mi stava supervisionando, diventavo astuta e infida e agivo in modo superficiale. Ho ripensato al periodo in cui i leader seguivano frequentemente il mio lavoro. All’epoca, temevo che se non avessi svolto un lavoro reale essi mi avrebbero scoperta e destituita. Di conseguenza, ero piuttosto proattiva nel fare il mio dovere. Seguivo frequentemente il lavoro dei vari gruppi e spesso guidavo e aiutavo i miei fratelli e sorelle a migliorare gli effetti delle immagini che creavano. Quando i leader hanno smesso di seguire regolarmente il mio lavoro, però, ho iniziato ad agire in modo superficiale. Ho pensato che anche se fossi stata un po’ pigra nessuno lo avrebbe saputo, e la mia reputazione e il mio prestigio non sarebbero stati danneggiati. Pertanto, non mi sono concentrata sul seguire o monitorare il lavoro, né sulla risoluzione di problemi reali. Ciò ha fatto sì che i miei fratelli e sorelle fossero lassisti e pigri nello svolgimento dei loro doveri, e che sorgessero costantemente dei problemi. La capogruppo mi ha ricordato che i problemi erano legati al fatto che non chiedevo informazioni riguardo al lavoro, ma io non solo non ho riflettuto su me stessa, ho persino scaricato il problema su di lei, e mi sono lamentata del fatto che fosse superficiale nello svolgimento del suo dovere. Ero davvero priva di ragionevolezza! Ero astuta e infida quando svolgevo il mio dovere. Risparmiavo gli sforzi ovunque potevo, ed ero pigra ogni volta che ci riuscivo. Non trattavo il lavoro della chiesa come una cosa seria. Anche se per qualche tempo ho raggirato i leader, Dio sottopone a scrutinio ogni cosa, e non potevo ingannare Lui. Se avessi continuato ad agire in modo così superficiale, allora non solo avrei sprecato la mia integrità e la mia dignità, ma prima o poi sarei stata rivelata e destituita per non aver svolto un lavoro reale. In quel momento, ho finalmente capito la gravità delle conseguenze che fare il mio dovere in modo superficiale aveva comportato.
In seguito, ho letto altre parole di Dio: “Cosa significa ‘tenere fede al proprio dovere’? Significa che, qualunque difficoltà le persone incontrino, non abbandonano il proprio dovere, non diventano disertori e non si sottraggono alle proprie responsabilità. Fanno tutto il possibile. Questo è il significato di tenere fede al proprio dovere. Supponiamo, ad esempio, che sia stato disposto qualcosa da farti fare e che non ci sia nessuno a sorvegliarti, supervisionarti o spronarti. Come potresti tener fede al tuo dovere? (Accettando lo scrutinio di Dio e vivendo in Sua presenza.) Accettare lo scrutinio di Dio è il primo passo; questa è una parte. L’altra parte è svolgere il tuo dovere con tutto il cuore e la mente. Cosa devi fare per poter agire con tutto il cuore e la mente? Devi accettare la verità e metterla in pratica; ovvero, devi accettare qualsiasi cosa Dio ti chieda e sottometterti; devi gestire il tuo dovere come gestiresti i tuoi affari personali, senza che nessun altro debba sorvegliarti, tenerti d’occhio, controllare che tu stia agendo in modo corretto, starti addosso, supervisionare ciò che stai facendo, o addirittura potarti. Devi dire a te stesso: ‘Svolgere questo dovere è una mia responsabilità. È la parte che mi compete e, poiché mi è stato assegnato, mi sono stati spiegati i principi e io li ho afferrati, continuerò a svolgerlo con la massima determinazione. Farò tutto il possibile perché sia eseguito bene’. Devi perseverare nello svolgimento di questo dovere, senza lasciarti limitare da nessuna persona, evento o cosa. Questo è ciò che significa tenere fede al tuo dovere con tutto il cuore e la mente e questa è la sembianza che le persone dovrebbero assumere. Allora, di cosa si deve essere muniti per poter svolgere il proprio dovere con tutto il cuore e la mente? Innanzitutto, si deve possedere la coscienza che gli esseri creati dovrebbero avere. Questo è il requisito minimo. Oltre a questo, bisogna anche essere leali. In quanto esseri umani, per accettare l’incarico assegnato da Dio, bisogna essere leali. Bisogna essere totalmente leali a Dio solo e non si può essere poco convinti, o scansare le responsabilità; agire in base ai propri interessi o stati d’animo è sbagliato, non è essere leali. Che cosa significa essere leali? Significa svolgere i propri doveri senza essere influenzati o limitati dal proprio stato d’animo, dal proprio ambiente, o da altre persone, eventi o cose. Devi dire a te stesso: ‘Ho accettato da Dio questo incarico; me l’ha assegnato Lui. Questo è ciò che devo fare, pertanto me ne occuperò allo stesso modo in cui mi occuperei dei miei affari, in qualsiasi modo possa apportare buoni risultati, ponendo l’accento sul dare soddisfazione a Dio’. Quando sei in questo stato, non solo è la tua coscienza a esercitare il controllo, ma è presente in te anche la lealtà. Se per essere soddisfatto ti basta portare a termine il compito, ma non aspiri a essere efficiente o a conseguire risultati, e se ritieni che sia sufficiente consacrarvi tutti i tuoi sforzi, allora questo significa soltanto soddisfare il livello standard di coscienza delle persone, e non può essere considerata lealtà. Essere leali a Dio è un requisito e un livello più elevato rispetto alla coscienza standard. Non si tratta soltanto di consacrarvi tutti i tuoi sforzi: bisogna metterci anche tutto il cuore. In cuor tuo, devi sempre considerare il tuo dovere come un lavoro che ti compete, assumerti dei fardelli per questo compito, subire rimproveri se commetti il più piccolo errore o se ti trovi in uno stato in cui dimostri sciatteria; devi percepire che non puoi comportarti in quel modo, perché ciò fa sì che tu sia terribilmente in debito con Dio. Coloro che sono autenticamente dotati di coscienza e ragionevolezza svolgono il proprio dovere come una cosa di loro pertinenza, indipendentemente dal fatto che ci sia qualcuno a osservarli o a fare supervisione. Che Dio sia contento di loro e in qualunque modo Dio li tratti, si impongono sempre severamente di svolgere bene i propri doveri e di portare a termine l’incarico che Dio ha loro affidato. Questa è lealtà. Non è forse un livello più elevato rispetto al livello standard di coscienza? Quando agiscono secondo il livello standard di coscienza, le persone sono spesso influenzate da fattori esterni, oppure ritengono che sia sufficiente consacrare al dovere tutti i propri sforzi; il livello di purezza non è poi così elevato. Tuttavia, quando si parla di ‘lealtà’ e di ‘avere la capacità di tener fede lealmente al proprio dovere’, il livello di purezza è più elevato. Non si tratta soltanto di adoperarsi; occorre che tu consacri tutto il cuore, la mente e il corpo al tuo dovere. Per svolgere bene il tuo dovere, talvolta devi sopportare un po’ di disagio fisico. Devi pagare un prezzo e dedicare tutti i tuoi pensieri allo svolgimento del tuo dovere. Non importa quali circostanze tu debba affrontare: esse non incidono sul tuo dovere né ti trattengono dallo svolgerlo, e sei dunque in grado di soddisfare Dio. Per fare questo, devi essere in grado di pagare un prezzo. Devi abbandonare la tua famiglia carnale e le questioni e gli interessi personali. Devi lasciare andare e abbandonare la vanità, l’orgoglio, i sentimenti, i piaceri fisici e persino aspetti come gli anni migliori della tua giovinezza, il tuo matrimonio, il tuo futuro e il tuo destino, e devi nutrire la volontà di compiere bene il tuo dovere. Avrai allora raggiunto la lealtà e avrai sembianze umane vivendo in questo modo” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Mentre riflettevo sulle parole di Dio, ho provato davvero molta vergogna. In precedenza, avevo sempre pensato di essere in grado di sopportare la sofferenza e di pagare un prezzo nello svolgimento del mio dovere. In quel momento, l’ambiente mi aveva rivelato, e ho finalmente capito che la lealtà che avevo mostrato in passato era solo un’illusione. Era solo perché qualcuno mi stava seguendo e monitorando il mio lavoro, e perché temevo che se non avessi fatto bene il mio dovere sarei stata potata o addirittura destituita, che di malavoglia mostravo solo un po’ di lealtà per proteggere me stessa. Non appena non c’era nessuno a controllare o seguire il mio lavoro, iniziavo a essere superficiale, astuta e infida. Coloro che sono veramente leali al proprio dovere lo trattano come una loro responsabilità, e sono in grado di accettare lo scrutinio di Dio mentre lo svolgono. Non importa come cambia l’ambiente circostante, o se ci sono persone che monitorano o seguono il loro lavoro: tali individui riescono sempre mettere il cuore e l’anima nel loro lavoro per svolgerlo bene. Anche se i leader non seguivano frequentemente il mio lavoro, quell’ambiente era una prova, per me. Non potevo continuare a essere superficiale. Dovevo accettare lo scrutinio di Dio, adempiere alle mie responsabilità, e farmi sinceramente carico di quel lavoro. Ho pensato a come in tutti i gruppi ci fossero dei problemi, e a come i fratelli e le sorelle non stessero facendo progressi evidenti. Dovevo fare in modo che tutti riepilogassero le deviazioni e discutessero sui buoni cammini di pratica. In questo modo, il livello professionale dei miei fratelli e sorelle sarebbe migliorato, e solo allora essi avrebbero ottenuto risultati migliori nello svolgimento dei loro doveri. In seguito, sono giunta a comprendere le reali difficoltà dei capigruppo e ho riepilogato i problemi che ho riscontrato. Ho anche trovato alcuni fratelli e sorelle esperti che partecipassero ai riepiloghi e discutessero sui cammini per risolvere i problemi. Tutti hanno detto che fare un riepilogo in questo modo era un’ottima cosa, e hanno ottenuto molto da ciò. In seguito, ho seguito tempestivamente il lavoro di ogni gruppo e mi sono tenuta aggiornata al riguardo. Quando ho trovato delle deviazioni, le ho corrette immediatamente. I risultati del lavoro sono leggermente migliorati rispetto a prima.
Inizialmente, ho pensato che il mio atteggiamento nei confronti del mio dovere fosse in qualche modo cambiato, ma poiché la mia indole corrotta aveva radici estremamente profonde, dopo un po’ ho ricominciato a vivere in uno stato superficiale. Nel settembre del 2021, la chiesa ha disposto che supervisionassi il lavoro di irrigazione. In quel momento, ho deciso che avrei svolto bene questo dovere, quindi ho lavorato sodo per prendere familiarità con i dettagli del lavoro, comprenderli e apprendere i principi pertinenti. Spesso andavo a letto molto tardi. Dal momento che non ero mai stata responsabile di quel lavoro prima di allora, c’erano ancora alcuni compiti che non riuscivo a capire, persino dopo aver familiarizzato con essi per alcuni giorni. Mi sentivo molto sotto pressione. Temevo che se la leader fosse venuta a informarsi riguardo al lavoro, non sarei stata in grado di fornire alcuna risposta. Cosa avrebbe pensato di me? Che non ero in grado di fare bene questo lavoro? Quando ho pensato questo, ho lavorato ancora più sodo per prendere familiarità con il lavoro e per dotarmi dei principi. Quando la leader è venuta a informarsi riguardo al lavoro, sapeva che avevo appena assunto questo compito quindi mi ha solo esortato a familiarizzare con i vari elementi del lavoro il più rapidamente possibile, e non mi ha affatto rimproverato. Mi sono sentita enormemente sollevata, come se un grosso peso mi fosse stato tolto dal cuore. Pensavo che la leader non avesse richieste particolarmente elevate per me, perciò non dovevo essere così impaziente di familiarizzare con il lavoro. Ero stata molto stanca in quel periodo, e in quel momento potevo rilassarmi un po’. In seguito, non ero più impaziente di comprendere il lavoro di ogni gruppo, e non mi sono concentrata sul dotarmi di principi. Ho solo pensato che avrei potuto gradualmente imparare e studiare mentre prendevo parte al lavoro, e che ciò sarebbe stato sufficiente. Quando ero libera, ascoltavo inni, e trovavo persino alcuni brevi video secolari divertenti per rilassarmi. Più tardi, la leader ha scoperto, uno dopo l’altro, che molti dei capigruppo di cui ero responsabile non stavano svolgendo un lavoro reale, e ciò stava ritardando il lavoro di quella chiesa. Con mia sorpresa, io non ero nemmeno a conoscenza di questi problemi. I risultati del lavoro in quel periodo non erano stati buoni, ma non avevo considerato con attenzione dove stavano sorgendo i problemi, e non avevo ricercato con altri fratelli e sorelle. Ciò ha fatto sì che i problemi siano rimasti irrisolti per molto tempo.
Non molto dopo, sono stata riassegnata perché, dall’inizio alla fine, non ero mai stata all’altezza di svolgere il lavoro di supervisore. In quel momento, mi sono sentita come se il mio cuore fosse stato svuotato. Ero ansiosa e inquieta. Anche se la leader mi ha detto che ero stata destituita solo perché non ero all’altezza di questo compito, in cuor mio sapevo che negli ultimi mesi ero stata superficiale nello svolgimento del mio dovere e che non avevo praticamente fatto alcun lavoro reale. Meritavo sicuramente di essere destituita. A questo pensiero, ho sentito una sorta di angoscia indescrivibile nel mio cuore. Ho letto queste parole di Dio: “Il modo in cui consideri gli incarichi affidati da Dio è davvero importante, è una questione molto seria! Se non sei in grado di portare a termine ciò che Dio affida alle persone, allora non sei degno di vivere alla Sua presenza e meriti di essere punito. È perfettamente naturale e giustificato che gli uomini dovrebbero portare a termine qualsivoglia incarico Dio affidi loro. Questa è la loro responsabilità più elevata, non meno importante della loro stessa vita. Se non prendi sul serio gli incarichi affidati da Dio, allora Lo tradisci nel modo più grave. Facendo ciò, sei più deprecabile di Giuda e meriti di essere maledetto. Le persone devono acquisire una comprensione approfondita di come considerare ciò che Dio affida loro e, come minimo, devono capire che gli incarichi che Dio affida all’umanità sono un’esaltazione e una grazia speciale da parte Sua, sono le cose più gloriose. Ogni altra cosa può essere tralasciata. Se anche occorre sacrificare la propria vita, si deve comunque adempiere l’incarico affidato da Dio” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come conoscere la natura umana”). Mentre riflettevo sulle parole di Dio, ho sentito che Egli mi stava smascherando, a tu per tu. In particolare, quando ho letto che Dio ha detto “non sei degno di vivere alla Sua presenza e meriti di essere punito”, “Lo tradisci nel modo più grave” e “meriti di essere maledetto”, queste parole mi hanno colpito il cuore come un pugnale affilato. Mi sono sentita estremamente angosciata e piena di rimproveri verso me stessa. Mi sono resa conto che la chiesa aveva disposto che io fossi un supervisore al fine di darmi l’opportunità di formarmi. Anche questa era una mia responsabilità. Avrei dovuto mostrare considerazione per le intenzioni di Dio, dedicare tutte le mie forze a questo dovere e pagare qualsiasi prezzo per svolgerlo bene. Invece, ho trattato il mio dovere in modo particolarmente irriverente. Per assicurarmi di rispondere alle domande quando la leader fosse venuta a informarsi riguardo al lavoro, evitando così di essere potata o destituita, ho messo particolare cura e impegno nel prendere familiarità con i vari elementi del lavoro. In seguito, però, quando ho visto che la leader non aveva chiesto informazioni molto in dettaglio, ho iniziato a sfruttare la situazione e sono stata astuta e infida. Non ero impaziente di prendere familiarità con il lavoro, e tanto meno mi concentravo sulla risoluzione di problemi reali. Quando facevo il mio dovere, ero pigra e riluttante, noncurante e flemmatica, e indulgevo totalmente nelle comodità della carne. Ho pensato a sorella Liu Xin, che era anch’essa responsabile del lavoro di irrigazione. Nemmeno lei aveva mai svolto quel ruolo in precedenza. Tuttavia, lei trattava sempre il suo dovere in modo serio e coscienzioso. Si è concentrata sulla comprensione e sulla risoluzione di problemi reali, e dopo due mesi era in grado di svolgere un qualche lavoro reale. Io, invece, svolgevo quel dovere da tre mesi e non avevo ancora familiarità con il lavoro. Non riuscivo nemmeno a scoprire un problema così grave come il fatto che i capigruppo non svolgessero un lavoro reale e ritardassero il lavoro di irrigazione. Quella era una grave inadempienza ai miei doveri! Mi ero nutrita di così tante parole di Dio e avevo ricevuto la Sua grazia quando mi aveva elevato a supervisore. Tuttavia, ho colto ogni opportunità per essere astuta e infida ed evitare di svolgere un lavoro reale. Ciò ha fatto sì che il lavoro della chiesa venisse ritardato e ostacolato. In precedenza, ero stata astuta, infida e superficiale quando ricoprivo il ruolo di supervisore, e ora stavo facendo esattamente la stessa cosa. Più pensavo, più ero piena di sensi di colpa e di rimproveri verso me stessa. Così, ho pregato Dio: “Caro Dio, non ho fatto bene il mio dovere e ho ostacolato il lavoro della chiesa. Sono piena di rimpianti e non desidero continuare in questo modo. Caro Dio, Ti prego, guidami a trarre un insegnamento da questo fallimento. Sono disposta a pentirmi”.
In seguito, mi ripetevo di continuo questa domanda nella mente: perché ho sempre involontariamente imbrogliato e ingannato Dio? Da quale indole ero controllata? Una volta, durante le mie devozioni, ho letto queste parole di Dio: “Se sei sempre superficiale nel tuo dovere, che tipo di problema è? È un problema che riguarda la tua umanità. Solo chi è senza coscienza o umanità è sempre superficiale. Pensate che coloro che sono sempre superficiali siano affidabili? (No.) Sono totalmente inaffidabili! Chi svolge il proprio dovere con superficialità è un irresponsabile, e chi è irresponsabile nelle proprie azioni non è onesto: è inaffidabile. Una persona inaffidabile è superficiale a prescindere da quale sia il dovere che svolge, perché il suo carattere non è all’altezza di uno standard accettabile, perché non ama la verità e di sicuro non è una persona onesta. Dio può forse affidare qualcosa a chi non è degno di fiducia? Assolutamente no. Poiché Egli sottopone a scrutinio le persone nel profondo del cuore, non Si avvale certamente di persone propense all’inganno per svolgere i doveri; Dio benedice solo gli onesti e opera soltanto su chi è onesto e ama la verità. Ogni volta che una persona propensa all’inganno svolge un dovere, è una disposizione proveniente dall’uomo, ed è un errore umano. Le persone a cui piace essere superficiali non hanno né coscienza né ragione, possiedono scarsa umanità, sono indegne di fiducia e inaffidabili” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “L’uomo è il maggior beneficiario del piano di gestione di Dio”). “Tutti vengono smascherati nello svolgimento del loro dovere: se si assegna un dovere a una persona, presto si scoprirà se questa sia sincera o ingannatrice e se ami o no la verità. Chi ama la verità sa svolgere con sincerità il proprio dovere e difendere il lavoro della casa di Dio; chi non ama la verità non difende minimamente il lavoro della casa di Dio ed è irresponsabile nello svolgimento del proprio dovere. Questo è evidente fin da subito a chi è perspicace. Chiunque svolga male il proprio dovere non ama la verità né è una persona sincera: simili individui saranno tutti rivelati ed eliminati. Per svolgere bene il proprio dovere, è necessario avere un senso di responsabilità e un senso del fardello. In tal modo, il lavoro sarà senz’altro svolto correttamente. È preoccupante solo quando una persona non ha un senso del fardello o di responsabilità, quando deve essere sollecitata a fare tutto, quando è sempre superficiale e cerca di scaricare sugli altri la responsabilità di eventuali problemi, ritardandone così la risoluzione. È ancora possibile fare un buon lavoro, in quel caso? Lo svolgimento del suo dovere può forse dare dei risultati? Non vuole svolgere nessuno dei compiti che le vengono assegnati e, quando vede che altri hanno bisogno di aiuto nel loro lavoro, li ignora. Si limitano a fare un po’ di lavoro solo se le viene imposto, solo quando la situazione si fa critica e non ha altra scelta. Questo non è svolgere un dovere: è lavoro occasionale! I lavoratori occasionali sono ingaggiati da un datore di lavoro e vengono pagati a giornata o a ore a seconda di quanto tempo hanno lavorato: si aspettano di essere pagati. Hanno paura di svolgere qualsiasi lavoro che il loro capo non veda, temono di non essere ricompensati per quello che fanno, lavorano sempre e solo per salvare l’apparenza, e questo significa che non hanno alcuna lealtà” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo una persona onesta può vivere una vera sembianza umana”). Le parole di Dio mi hanno toccato il cuore. Ho capito di essere stata costantemente astuta e infida nello svolgimento del mio dovere. La causa alla radice di ciò era che la mia indole era semplicemente troppo propensa all’inganno. Per come la vedevo io, le persone che sapevano solo abbassare la testa e lavorare sodo, e che non sapevano come considerare sé stesse, erano troppo ingenue e troppo semplici. Le persone davvero furbe, invece, erano quelle capaci di oziare in mezzo agli impegni, quelle in grado di ingannare gli altri con trame e imbrogli. Pertanto, svolgevo il mio dovere in questo modo. Quando i leader mi monitoravano e mi seguivano da vicino, svolgevo il mio dovere con energia. Tuttavia, non appena non c’era nessuno a monitorarmi, iniziavo a indulgere nella carne e a non svolgere il lavoro che mi spettava. Quando le persone mi guardavano facevo una cosa, e quando mi voltavano le spalle ne facevo un’altra. Ho imbrogliato tutti i miei fratelli e le mie sorelle e ho fatto loro credere di portare un fardello considerevole. In realtà, stavo indulgendo totalmente nelle comodità della carne alle loro spalle, e non stavo affatto svolgendo molto lavoro reale. Ero davvero estremamente viscida e propensa all’inganno! Ho pensato alle persone nel mondo, che fingono di poter sopportare la sofferenza e lavorano con tutte le loro forze di fronte al capo, ma diventano astute e infide non appena il capo non c’è. Usano trame per ingannare gli altri, e non hanno coscienza né umanità. Per loro, il profitto viene prima di tutto. Io trattavo il mio dovere proprio in questo modo. Non pensavo a come svolgerlo bene in modo da poter soddisfare Dio; consideravo costantemente i miei interessi. Ero astuta e infida e svolgevo compiti solo per fare bella figura, ingannando e imbrogliando gli altri. Nei compiti importanti, trascuravo i miei doveri. Di conseguenza, ostacolavo e ritardavo il lavoro della chiesa. Non stavo facendo il mio dovere. Ero un lavoratore assunto, un operaio. In precedenza, avevo pensato che essere astuta e infida alle spalle delle persone fosse un comportamento alquanto intelligente, ma ora avevo finalmente capito che le persone propense all’inganno non sono intelligenti. Sono spregevoli e sciocche. Affidarmi a un’indole propensa all’inganno per fare il mio dovere non poteva che rendermi sempre più viscida. Non poteva che farmi ribellare e opporre resistenza a Dio sempre di più, e perdere l’umanità normale. Vivendo così, non avevo un briciolo di integrità o dignità. Ora, essere stata destituita era qualcosa che io stessa mi ero cercata. Se avessi continuato a non pentirmi, allora alla fine non sarei stata in grado di svolgere bene alcun dovere, né di ottenere alcuna verità. Avrei solo potuto essere rivelata ed eliminata da Dio!
Più tardi, mi sono nutrita delle parole di Dio per cercare un cammino di pratica relativo ai miei problemi. Ho letto queste parole di Dio: “Quando si svolge il proprio dovere, si sta in effetti facendo ciò che si deve fare. Se lo fai dinanzi a Dio, se svolgi il tuo dovere e ti sottometti a Dio con un atteggiamento di sincerità e col cuore, questo atteggiamento non sarà molto più giusto? Come puoi allora applicare questo atteggiamento alla tua vita quotidiana? Devi fare di ‘adorare Dio col cuore e con sincerità’ la tua realtà. Quando vuoi essere negligente e sbrigartela alla buona, quando vuoi agire in maniera evasiva e oziosa, e quando ti distrai o preferiresti divertirti, devi domandarti: ‘Comportandomi così, sono forse inaffidabile? Questo significa dedicare il mio cuore all’assolvimento del dovere? Facendo così sono sleale? Facendo così, sto forse mancando di essere all’altezza dell’incarico affidatomi da Dio?’ Ecco come devi riflettere su te stesso. Se ti accorgi di essere sempre superficiale nel tuo dovere, di essere sleale, e di aver ferito Dio, cosa dovresti fare? Dovresti dire: ‘In quel momento, ho intuito che c’era qualcosa che non andava, ma non l’ho considerato un problema; ci sono passato sopra con noncuranza. Solo ora mi rendo conto di essere stato davvero superficiale, di non essere stato all’altezza delle mie responsabilità. Sono davvero privo di coscienza e di ragione!’ Hai individuato il problema e acquisito una qualche conoscenza di te stesso: ora, quindi, devi cambiare! Avevi un atteggiamento sbagliato verso l’assolvimento del tuo dovere. Eri superficiale, come se si trattasse di un lavoro opzionale, e non ci mettevi il cuore. Se sarai di nuovo così superficiale, dovrai pregare Dio e permettere che Lui ti disciplini e castighi. Devi avere questa volontà nell’assolvere il tuo dovere. Solo allora puoi davvero pentirti. Puoi ravvederti solo quando hai la coscienza pulita e hai cambiato atteggiamento verso il tuo dovere” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo nella lettura frequente delle parole di Dio e nella meditazione sulla verità si trova un cammino da percorrere”). Dalle parole di Dio ho capito che le persone dovrebbero avere un atteggiamento onesto quando fanno il loro dovere. Solo le persone oneste sanno essere leali a Dio e sono degne di fiducia. Proprio come Noè, che ha trattato l’incarico ricevuto da Dio con un cuore onesto e che temeva Dio. Anche se ha affrontato molte difficoltà durante la costruzione dell’arca, ed era molto stanco, non ha mai pensato ai propri interessi e non ha mai calcolato i suoi guadagni e le sue perdite. Ha pensato invece a come completare l’incarico ricevuto da Dio il più rapidamente possibile con tutto il suo cuore. Anche se nessuno lo stava monitorando, era comunque in grado di mostrare considerazione per l’intenzione di Dio e di attenersi al suo dovere per centoventi anni. Noè era una persona dotata di vera umanità. Non posso paragonarmi a Noè, ma dalle parole di Dio e dall’esperienza di Noè, ho compreso un cammino di pratica. Da quel momento in poi, dovevo fare il mio dovere con cuore onesto, ed esaminarmi regolarmente quando lo svolgevo. Quando mi rendevo conto di essere superficiale, dovevo pregare Dio e ribellarmi consapevolmente a me stessa. Indipendentemente dal fatto che qualcuno stesse monitorando o seguendo il mio lavoro, dovevo sempre accettare lo scrutinio di Dio e fare bene il mio dovere. Ho anche pregato Dio, chiedendoGli di castigarmi e disciplinarmi se avessi agito in modo superficiale o se avessi imbrogliato di nuovo.
In seguito, irrigavo i nuovi arrivati nella chiesa. A volte, quando la capogruppo era un po’ impegnata e non riusciva a seguire il mio lavoro, avevo ancora il desiderio di essere superficiale. Pensavo: “Irrigare i nuovi arrivati è stancante. Non è che ogni problema possa essere risolto con qualche parola e fine della storia. Devo pagare un bel prezzo. Dal momento che la capogruppo non sta seguendo il mio lavoro, non saprà se sono un po’ pigra. Troverò solo un po’ di tempo per riposare, e non sarà poi così grave se i problemi dei nuovi arrivati verranno risolti con qualche giorno di ritardo”. Quando ho pensato così, mi sono subito resa conto che questo atteggiamento non era corretto. Anche se la capogruppo non stava seguendo il mio lavoro, Dio sottopone a scrutinio ogni cosa. Non potevo più essere astuta e infida o imbrogliare. Dovevo trattare il mio dovere con cuore onesto e dedicare a esso tutte le mie forze. Così, mi sono affrettata a sostenere e aiutare i nuovi arrivati che non riuscivano a partecipare regolarmente alle riunioni. Quando un nuovo arrivato non rispondeva ai miei messaggi, provavo a contattarlo con vari mezzi. Sostenendoli e aiutandoli, lentamente e con gradualità molti nuovi arrivati hanno ricominciato a partecipare regolarmente alle riunioni. I risultati del mio dovere erano molto migliori di prima, e praticando in questo modo mi sentivo veramente a mio agio. D’ora in poi, sono disposta a esaminarmi frequentemente mentre faccio il mio dovere, e uso il mio cuore e un atteggiamento onesto per svolgere bene il mio dovere. Grazie a Dio!