71. Le dolorose lezioni del mettersi in mostra
Nell’agosto del 2016 ero responsabile del lavoro del Vangelo nella chiesa. Poiché mi mancava l’esperienza e avevo una comprensione superficiale della verità, quando ho iniziato a svolgere questo dovere sentivo molta pressione, così spesso pregavo Dio per le mie difficoltà e studiavo le verità e i principi relativi alla predicazione del Vangelo. Quando non capivo qualcosa, chiedevo aiuto ai fratelli e alle sorelle. A poco a poco, sono riuscita ad afferrare alcuni principi e ho imparato a individuare i problemi nel lavoro e a offrire suggerimenti ragionevoli. Il lavoro del Vangelo ha cominciato a mostrare alcuni risultati e io ero veramente grata a Dio. In seguito, l’efficacia del lavoro del Vangelo nella nostra chiesa è migliorata e alcuni lavoratori del Vangelo sono stati promossi a supervisori. Ero felicissima e ho pensato: “Con questi risultati raggiunti dal lavoro, sembra che io non sia niente male e che abbia una certa levatura e capacità lavorativa”. Questi pensieri mi hanno reso il cuore dolce come il miele. Da allora, quando mi riunivo con i fratelli e le sorelle, non ero più umile come prima. Quando vedevo che alcuni fratelli e sorelle diventavano negativi dopo aver incontrato difficoltà nel lavoro del Vangelo, condividevo su come, quando avevo iniziato questo dovere, facessi affidamento su Dio per superare le sfide e ottenere risultati nel lavoro. Sentendomi dire questo, tutti i fratelli e le sorelle mi guardavano con lode e diventavano motivati e disposti a continuare a collaborare nei loro doveri. In seguito, i fratelli e le sorelle si rivolgevano a me per qualsiasi domanda o difficoltà avessero, e quelli con cui collaboravo spesso chiedevano la mia opinione quando incontravano degli ostacoli. Ero felice di essere stimata e sostenuta da tutti: sentivo di essere molto capace e ritenevo che il mio ruolo di supervisore fosse ampiamente meritato.
Nel dicembre del 2017, molte nuove persone sono entrate nella nostra chiesa e sono state istituite una dopo l’altra diverse nuove chiese; alcuni dei nuovi arrivati sono stati promossi e coltivati subito dopo aver assunto i loro doveri. Vedere tutto questo mi ha dato un forte senso di realizzazione. Sebbene a parole dicessi di essere grata a Dio per la Sua guida, nel mio cuore ammiravo me stessa. Pensavo di aver compreso la verità e di saper discernere le persone. Ho pensato al fatto che, quando avevo assunto per la prima volta questo dovere, c’era solo una chiesa, mentre ora ne erano state istituite diverse, e che, da quando avevo preso in mano il lavoro, avevo davvero contribuito con alcuni individui di talento nella chiesa. Il mio cuore era colmo di piacere e sentivo ancora più fortemente di essere capace, un vero talento, e di essere la colonna portante della chiesa. Mi sono resa conto che stavo rubando la gloria di Dio e mi sono sentita un po’ in colpa, ma poi ho pensato: “L’opera di Dio non è soprannaturale, richiede comunque la collaborazione umana e, senza la mia, il lavoro non avrebbe avuto successo; poiché svolgo questo dovere da più tempo, mi spetta un po’ di merito”. Quando pensavo così, il senso di colpa nel mio cuore spariva. In seguito, spesso non riuscivo a fare a meno di mettermi in mostra davanti ai lavoratori del Vangelo. Dicevo: “Sono appena arrivata dalla tale chiesa. Avevano dei problemi, ma io li ho risolti. Domani andrò in un’altra chiesa…” Tutti i fratelli e le sorelle mi guardavano con ammirazione. Una sorella ha addirittura detto: “Sei responsabile del lavoro di così tante chiese. Noi non potremmo sicuramente farcela, ci girerebbe la testa. Hai veramente compreso la verità e possiedi capacità lavorative!” Sentendo gli elogi della sorella, mi sono sentita molto orgogliosa. Ho pensato tra me e me: “Certo! Sono sicuramente meglio di tutti voi, altrimenti come potrei essere il supervisore?” In quel periodo camminavo a testa alta e, quando accadevano le cose, non cercavo le verità principi, mi limitavo direttamente ad agire. Pensavo sempre di aver compreso la verità e di saper svolgere del lavoro, e credevo di essere la migliore a gestire il lavoro del Vangelo. In seguito, quando i fratelli e le sorelle incontravano problemi nei loro doveri, non si sforzavano di cercare, non pregavano Dio né cercavano la verità per superare le difficoltà. Invece, aspettavano che io condividessi e risolvessi le cose. C’erano alcuni problemi per i quali non sapevo fornire soluzioni, e questo li scoraggiava ancora di più. Di conseguenza, l’efficacia del lavoro del Vangelo diminuiva mese dopo mese. Quando accadevano queste cose, non riflettevo adeguatamente su me stessa né mi conoscevo, finché su di me non sono giunti il castigo e la disciplina di Dio.
Un giorno di aprile del 2018, una sorella con cui stavo collaborando doveva recarsi a una riunione della chiesa, ma all’ultimo minuto ha avuto un contrattempo, quindi sono andata io al suo posto. Appena arrivata al luogo della riunione, sono stata arrestata dalla polizia e condannata a tre anni di prigione. All’inizio, mentre ero nel centro di detenzione, pensavo che essere perseguitati e arrestati per la fede in Dio fosse normale in Cina, quindi non ho riflettuto veramente su me stessa né mi sono conosciuta. Questo fino a quando non sono stata detenuta per un anno e sette mesi e sono stata trasferita in carcere, dove, temendo per la mia vita, sono stata costretta a firmare le “Tre dichiarazioni”. In quel momento, mi sono sentita piena di rammarico, vergogna e rimorso, e sono crollata completamente. A tarda notte, mentre ero sdraiata nel letto, lacrime di rimpianto mi rigavano il viso. Nel mio dolore, ho pregato Dio: “Dio, questa situazione ha rivelato qualcosa su di me, ma non capisco qual è la Tua intenzione o quale lezione dovrei imparare. Dio, Ti prego, guidami a comprendere la Tua intenzione”. In seguito, mi sono tornate in mente le scene di quando svolgevo il mio dovere prima dell’arresto: mi mettevo in mostra e parlavo vantandomi davanti ai fratelli e alle sorelle, pensavo sempre che essere in grado di fare del lavoro significasse aver compreso la verità e aver acquisito alcune realtà, e mi consideravo un talento raro e la colonna portante della chiesa. Trascorrevo le mie giornate piena di orgoglio e arroganza. Ho paragonato questo a quando avevo firmato le “Tre dichiarazioni” e avevo tradito Dio: ero stata debole, codarda e miserevole, spinta dalla paura della morte. Avrei voluto solo trovare un buco in cui strisciare. In quel momento, ho cominciato a capire perché ero stata arrestata all’improvviso. Mi è tornato in mente un passo delle parole di Dio che avevo letto in precedenza: “Quando subite una qualche freno o avversità, è una cosa buona per voi; se tutto fosse facile sareste rovinati, e come potreste essere protetti? Oggi è perché siete castigati, maledetti e giudicati che vi viene data protezione. È perché avete sofferto molto che siete protetti, altrimenti sareste da tempo caduti nella depravazione. Questo non è rendervi le cose difficili intenzionalmente: la natura umana è difficile da cambiare, e deve essere così affinché l’indole della gente cambi. Oggi non possedete neanche la coscienza o la ragionevolezza che possedeva Paolo, né avete la sua autoconsapevolezza. Dovete essere sempre castigati e giudicati per risvegliare il vostro spirito. Il castigo e il giudizio sono la cosa migliore per la vostra vita, e quando è necessario dovete essere anche castigati attraverso i fatti; solo così vi sottometterete pienamente. Le vostre nature sono tali che senza castigo e maledizione non sareste disposti a chinare la testa, né a sottomettervi. Senza i fatti davanti ai vostri occhi, non ci sarebbe alcun effetto. Siete troppo meschini e indegni di carattere! Senza castigo e giudizio, sarebbe difficile per voi essere conquistati, e sarebbe arduo vincere la vostra ingiustizia e disobbedienza. La vostra vecchia natura è così profondamente radicata che, se foste collocati sul trono, non conoscereste il vostro posto nell’universo, né tanto meno la vostra direzione. Non sapete neanche da dove provenite, dunque come potreste conoscere il Signore della creazione? Senza il tempestivo castigo e le maledizioni di oggi, il vostro ultimo giorno sarebbe arrivato da tempo, per non parlare del vostro destino: esso non sarebbe forse ancora più in imminente pericolo? Senza questo tempestivo castigo e giudizio, chissà quanto sareste diventati arroganti e depravati. Questo castigo e giudizio vi ha condotto fino a oggi e vi ha preservato l’esistenza. Se foste ancora ‘istruiti’ utilizzando gli stessi metodi di vostro ‘padre’, chissà in quale regno entrereste! Non avete alcuna capacità di controllare e di riflettere su voi stessi. Per persone come voi, è sufficiente seguire, sottomettersi e non intralciare né disturbare, affinché i Miei obiettivi vengano perseguiti. Non dovreste migliorare nell’accettare il castigo e il giudizio di oggi? Quali altre scelte avete?” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Pratica (6)”). Riflettendo sulle parole di Dio, sono arrivata a comprendere che il mio arresto e la mia prigionia erano la disciplina di Dio. Durante il mio periodo da supervisore, ero davvero arrogante. Ogni volta che il lavoro dava qualche risultato, mi mettevo in mostra davanti ai fratelli e alle sorelle. Quando i lavoratori del Vangelo incontravano difficoltà e diventavano negativi, mettevo intenzionalmente in mostra le mie capacità lavorative condividendo le mie esperienze, e insistevo anche nel dire ai fratelli e alle sorelle che il lavoro del Vangelo della chiesa di cui ero responsabile aveva ottenuto buoni risultati, facendo sì che tutti avessero un’alta opinione di me. Successivamente, sono state istituite alcune nuove chiese e io ho continuato a mettere in mostra le mie capacità lavorative, portando gli altri a stimarmi ancora di più. Poiché mi mettevo costantemente in mostra in questo modo, tutti i fratelli e le sorelle pensavano che avessi un senso del fardello nel mio dovere e che fossi capace di ottenere risultati nel mio lavoro, e credevano che fossi un supervisore competente. Ovunque andassi, tutti mi parlavano educatamente e con rispetto; ogni volta che avevano problemi, mi chiedevano volentieri un consiglio e, la maggior parte delle volte, adottavano i miei suggerimenti. Anche la sorella con cui collaboravo chiedeva spesso la mia opinione. Dopo aver ottenuto il sostegno e l’ammirazione di tutti, ho provato molta soddisfazione e mi sono persino sentita fluttuare per l’orgoglio. Sentivo di essere una persona indispensabile nella chiesa, credevo che il lavoro della chiesa non potesse fare a meno di me e che fossi migliore e più importante di tutti gli altri. Mettendomi in mostra in questo modo, avevo attirato a me delle persone. Avevo offeso l’indole di Dio senza rendermene conto. Dio non poteva sopportare di vedermi continuare a cadere. Attraverso l’arresto da parte della polizia, Egli mi ha impedito di continuare a percorrere il cammino del male e mi ha costretta a fermarmi e a riflettere, così che potessi abbandonare il cammino sbagliato e risvegliarmi in tempo, senza più proseguire sulla strada sbagliata. Quando me ne sono resa conto, i miei occhi si sono riempiti di lacrime. Ero profondamente commossa dall’amore di Dio e dalle Sue scrupolose intenzioni. L’ho pregato in silenzio: “Dio, Ti ringrazio per aver disposto questa situazione per me. Sono disposta a pentirmi davanti a Te. Dio, Ti prego, illuminami e guidami, così potrò ottenere una vera comprensione di me stessa”.
Un giorno, ho pensato a un passo delle parole di Dio: “Se, nel tuo cuore, comprendi veramente la verità, allora saprai come metterla in pratica e sottometterti a Dio, e intraprenderai naturalmente il cammino del perseguimento della verità. Se il cammino che percorri è quello giusto e in linea con le intenzioni di Dio, allora l’opera dello Spirito Santo non ti abbandonerà, e così ci saranno sempre meno possibilità che tu tradisca Dio. Senza la verità, è facile commettere il male, e lo commetterai tuo malgrado. Per esempio, se possiedi un’indole arrogante e presuntuosa, allora sentirti dire di non opporti a Dio non fa alcuna differenza, non puoi evitarlo, è al di là del tuo controllo. Non lo faresti intenzionalmente, ma saresti dominato dalla tua natura arrogante e presuntuosa. La tua arroganza e la tua presunzione ti porterebbero a disprezzare Dio e a considerarLo privo di qualsiasi importanza; ti indurrebbero a esaltare te stesso, a metterti costantemente in mostra; ti porterebbero a disprezzare gli altri, non lascerebbero spazio per nessuno nel tuo cuore se non per te stesso; ti priverebbero del posto per Dio nel tuo cuore, e alla fine ti farebbero sedere al Suo posto e pretendere che la gente si sottometta a te e venerare come verità i tuoi pensieri, le tue idee e le tue nozioni. Quanto male commettono le persone sotto il dominio della loro natura arrogante e presuntuosa!” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo perseguendo la verità si può conseguire un cambiamento di indole”). Dio smaschera che la radice dell’opposizione degli uomini a Dio è la loro natura arrogante e presuntuosa. Quando una persona ha un’indole arrogante, si considera superiore, pensando di essere migliore di chiunque. Tra gli altri, renderà testimonianza a sé stessa e si metterà in mostra in modo incontrollabile, facendo sì che la gente la ammiri e la adori. Durante il mio periodo come supervisore, quando ottenevo qualche risultato nel lavoro, pensavo di avere levatura, di aver compreso la verità e di saper risolvere i problemi e scoprire persone di talento; inoltre pensavo di essere un talento insostituibile e la colonna portante della chiesa. Tutto questo era motivato dalla mia natura arrogante. Chiaramente, i risultati prodotti dal lavoro del Vangelo erano tutti dovuti all’opera e alla guida dello Spirito Santo e alla collaborazione dei fratelli e delle sorelle, ma io mi ero presa tutto il merito. Mi ero deliberatamente messa in mostra davanti ai fratelli e alle sorelle, facendo credere loro che il lavoro avesse prodotto dei risultati solo per merito della mia comprensione della verità e delle mie capacità lavorative. Alla fine, tutti mi ammiravano e mi adoravano. Quanto ero stata sfacciata! Ho pensato al primo dei decreti amministrativi di Dio: “L’uomo non dovrebbe magnificare né esaltare sé stesso. Dovrebbe adorare ed esaltare Dio” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “I dieci decreti amministrativi cui gli eletti di Dio devono obbedire nell’Età del Regno”). Dio esorta le persone a esaltarLo e onorarLo come grande. Nel cuore dell’uomo dovrebbe esserci posto solo per Dio, perché solo Lui è degno di essere adorato dall’uomo. Invece io onoravo me stessa come grande e mi mettevo in mostra, desiderando che i fratelli e le sorelle mi riservassero un posto nei loro cuori. Tutto ciò che facevo era guidato dalla mia natura arrogante e rappresentava un’opposizione a Dio. Avevo già violato i decreti amministrativi di Dio, eppure non avevo paura, anzi addirittura mi piaceva. Ero davvero insensibile! Ho pensato al fatto che la chiesa mi avesse coltivata per il ruolo di supervisore! Da un lato, questo era per permettermi di perseguire la verità e il cambiamento di indole mentre facevo il mio dovere e, dall’altro, mi ha consentito di assumere un ruolo di guida. Quando il lavoro incontrava delle difficoltà, sapevo guidare i fratelli e le sorelle a guardare Dio e affidarsi a Lui, cercare la verità e agire secondo i principi, permettendo loro di onorarLo come grande nei propri cuori e di riservare un posto per Lui, portando così le persone dinanzi a Dio. Questa era la mia responsabilità e il mio dovere. Eppure non ho adempiuto le responsabilità che un supervisore dovrebbe avere e invece ho colto ogni opportunità nel mio lavoro per mettermi in mostra e testimoniare me stessa, portando i fratelli e le sorelle ad ammirarmi e adorarmi e facendo sì che si rivolgessero a me di fronte alle difficoltà, invece di affidarsi a Dio o di cercare le verità principi. Portavo le persone dinanzi a me e, in questo, stavo competendo per il prestigio con Dio. Stavo percorrendo il cammino di un anticristo e avevo già offeso la Sua indole. Se avessi continuato a fare il mio dovere in questo modo, alla fine sarei stata punita per averGli opposto resistenza. Rendendomi conto di ciò, ho iniziato a sudare freddo, sentendo che questo arresto era l’indole giusta di Dio che discendeva su di me e anche la Sua grande protezione e salvezza per me. Ho ringraziato sinceramente Dio ed ero disposta a sottomettermi a quell’ambiente e a imparare una lezione. Nel 2021, sono stata rilasciata dopo aver scontato la mia pena e sono uscita da quell’inferno in terra che è una prigione del PCC.
Poco dopo essere tornata a casa, i fratelli e le sorelle mi hanno portato i libri delle parole di Dio e ne sono rimasta profondamente commossa. Un giorno, durante le mie devozioni spirituali, ho letto un passo delle parole di Dio: “Siete in grado di percepire la guida di Dio e l’illuminazione dello Spirito Santo mentre svolgete il vostro dovere? (Sì.) Se riuscite a percepire l’opera dello Spirito Santo, eppure avete ancora alta stima di voi stessi e ritenete di possedere la realtà, allora cosa sta succedendo? (Quando lo svolgimento del nostro dovere ha dato qualche frutto, pensiamo che sia merito nostro tanto quanto lo è di Dio. Ingigantiamo all’inverosimile la rilevanza del nostro contributo, convinti che nulla sia stato più importante del nostro apporto, e che senza di esso l’illuminazione di Dio non sarebbe stata possibile.) Allora perché Dio ha illuminato te? Dio può illuminare anche altre persone? (Sì.) Quando Dio illumina qualcuno, è per la Sua grazia. E cos’è mai quel poco di collaborazione da parte tua? È qualcosa di cui hai il merito, o è tuo dovere e tua responsabilità? (È nostro dovere e nostra responsabilità.) Quando riconosci che è tuo dovere e tua responsabilità, allora hai il giusto atteggiamento mentale, e non penserai a cercare di prendertene il merito. Se pensi sempre ‘Questo è il mio contributo. L’illuminazione di Dio sarebbe stata possibile senza la mia collaborazione? Questo compito richiede la collaborazione dell’uomo; il nostro contributo determina il grosso del risultato’, allora ti sbagli. Come avresti potuto collaborare se lo Spirito Santo non ti avesse illuminato e se nessuno avesse condiviso con te le verità principi? Non sapresti nemmeno cosa Dio richiede, né conosceresti la via della pratica. Se anche volessi sottometterti a Dio e contribuire, non sapresti come fare. Questa tua ‘collaborazione’ non è forse solo una parola vuota? Senza autentica collaborazione, non stai facendo altro che agire secondo le tue idee personali; e, in questo caso, il dovere che svolgi potrebbe mai essere all’altezza dei requisiti? Assolutamente no, e questo rivela il problema in questione. Quale problema? Qualunque dovere si svolga, conseguire dei risultati, svolgere il proprio dovere in maniera soddisfacente e guadagnare l’approvazione di Dio dipende dalle azioni di Dio. Anche se adempi alle tue responsabilità e al tuo dovere, se Dio non opera, non ti illumina e non ti guida, tu non conoscerai il tuo cammino, la tua direzione e i tuoi obiettivi. Alla fine che cosa ne deriva? Dopo aver faticato per tutto quel tempo, non avrai svolto il tuo dovere in modo corretto, né avrai acquisito la verità e la vita: tutto sarà stato inutile. Pertanto, svolgere il tuo dovere in maniera soddisfacente, edificando fratelli e sorelle e guadagnando l’approvazione di Dio dipende interamente da Dio! Gli esseri umani possono fare soltanto quelle cose di cui sono personalmente capaci, che dovrebbero fare e che rientrano nelle loro capacità intrinseche, nient’altro. In definitiva, quindi, svolgere il tuo dovere in maniera efficace dipende dalla guida impartita dalle parole di Dio e dall’illuminazione e dalla direzione da parte dello Spirito Santo; solo allora potrai comprendere la verità, e portare a termine l’incarico di Dio secondo il cammino che Egli ti ha affidato e i principi che ha stabilito. Questa è la grazia e la benedizione di Dio, e le persone sono cieche se non riescono a vederlo” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “I principi che devono guidare il proprio comportamento”). Dopo aver letto questo passo, ho capito che il motivo per cui ero capace di rubare la gloria di Dio era che nutrivo un punto di vista fallace. Credevo che fosse la mia collaborazione a far sì che lo Spirito Santo operasse e a consentire che il lavoro producesse risultati. Attribuivo troppa importanza alla collaborazione umana. La verità è che anche la collaborazione umana si basa sulla comprensione delle verità principi. Senza Dio che esprime la verità, la collaborazione umana non ha direzione, ma è semplicemente l’adempimento del proprio dovere e delle proprie responsabilità; la possibilità che il lavoro produca risultati dipende essenzialmente dall’opera dello Spirito Santo. Ripensando a quando avevo iniziato a svolgere questo dovere, non avevo afferrato molti principi, così avevo pregato di più e li avevo studiati, e avevo cercato insieme ai fratelli e alle sorelle. A poco a poco, ne ho afferrati alcuni e, con l’illuminazione e la guida dello Spirito Santo, sono riuscita a scoprire e a risolvere alcuni problemi. Solo allora il lavoro del Vangelo ha ottenuto buoni risultati. In seguito, ho vissuto in uno stato di autocompiacimento, ho pregato meno e ho smesso di cercare le verità principi, quindi non sono più riuscita a ottenere l’opera dello Spirito Santo e non sapevo come risolvere molti problemi, cosa che ha influenzato il lavoro del Vangelo. Soprattutto, dopo che sono stata arrestata e imprigionata, il lavoro del Vangelo della chiesa non è rimasto fermo a causa del mio arresto, ma anzi ha progredito costantemente ed è perfino diventato più proficuo. Eppure avevo scioccamente e ciecamente ritenuto che la mia collaborazione fosse di eccezionale importanza, credendo che senza di me il lavoro della chiesa non avrebbe ottenuto buoni risultati. Ripensandoci, mi sono vergognata. Inoltre, l’aver fornito persone di talento non era dovuto al fatto che io avessi compreso la verità e fossi stata in grado di scegliere le persone giuste, ma piuttosto al fatto che Dio avesse già da tempo preparato vari tipi di persone talentuose per la Sua opera. Inoltre, durante il processo di selezione delle persone, c’erano molte questioni che mi erano poco chiare e che ho visto chiaramente solo cercando le verità principi con la sorella con cui collaboravo. Se non fosse stato per Dio che esprimeva la verità, condividendo sui principi relativi allo svolgimento dei doveri in modo così chiaro, come avrei potuto comprenderli o afferrarli o fare bene il mio dovere? In realtà, Dio stava compiendo la Sua opera e io stavo solo facendo una piccola parte del dovere che dovevo svolgere in quanto essere umano. Non c’era nulla di cui vantarmi.
In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio e ho provato ancor più vergogna, imbarazzo e umiliazione. Dio Onnipotente dice: “Dio ha svolto una gran quantità di opera negli esseri umani, ma ha mai parlato di questo? L’ha mai spiegato? L’ha mai dichiarato? No, non l’ha fatto. Per quanto le persone possano fraintendere Dio, Egli non dà spiegazioni. Dal punto di vista di Dio, che tu abbia sessant’anni oppure ottanta, la tua comprensione di Dio è molto limitata e, in base a quanto poco sai, sei ancora un bambino. Dio non ti ritiene colpevole per questo; sei ancora un bambino immaturo. Non importa che alcune persone abbiano vissuto molti anni e che il loro corpo mostri i segni dell’età: la loro comprensione di Dio è ancora molto infantile e superficiale. Dio non ti ritiene colpevole per questo: se non capisci, non capisci. Queste sono la tua levatura e la tua capacità, non possono cambiare. Dio non ti imporrà nulla. Dio richiede alle persone di renderGli testimonianza, ma Egli ha forse testimoniato Sé Stesso? (No.) Dall’altro lato, Satana teme che le persone non sapranno nulla neanche della sua più piccola azione. Gli anticristi non sono da meno: si vantano davanti a tutti di ogni minima cosa che fanno. A sentirli parlare, sembra che stiano testimoniando Dio, ma se ascolti attentamente scoprirai che non è così, anzi si stanno mettendo in mostra, si stanno facendo grandi. L’intenzione e l’essenza di ciò che dicono è competere con Dio per i Suoi prescelti e per il prestigio. Dio è umile e nascosto, mentre Satana fa sfoggio di sé. C’è una differenza? Ostentazione contro umiltà e nascondimento: quali sono cose positive? (Umiltà e nascondimento.) Satana potrebbe mai essere descritto come umile? (No.) Perché? A giudicare dalla sua malvagia natura essenza, Satana non è che un rifiuto privo di valore; sarebbe strano se non si mettesse in mostra. Come potrebbe Satana essere chiamato ‘umile’? ‘Umiltà’ è quanto viene detto in riferimento a Dio. L’identità, l’essenza e l’indole di Dio sono nobili e onorevoli, eppure Egli non Si mette mai in mostra. Dio è umile e nascosto, e così la gente non vede ciò che ha fatto ma, mentre Egli opera nell’anonimato, il genere umano è costantemente sostenuto, nutrito e guidato, e tutto questo è disposto da Dio. Non è forse nascondimento e umiltà il fatto che Dio non dichiara mai queste cose, che non le menziona mai? Dio è umile proprio perché è in grado di fare queste cose senza dichiararle né farne menzione, senza discuterne con gli uomini. Che diritto hai di parlare di umiltà quando sei incapace di tutto questo? Tu non hai fatto nessuna di queste cose, eppure insisti a prendertene il merito: questo si chiama essere spudorati. Guidando l’umanità, Dio compie un’opera eccelsa, ed Egli governa l’intero universo. La Sua autorità e il Suo potere sono così vasti, eppure Egli non ha mai detto: ‘Il Mio potere è straordinario’. Egli rimane nascosto tra tutte le cose, governando tutto, nutrendo e sostentando il genere umano, permettendo a tutta l’umanità di perpetuarsi, generazione dopo generazione. Prendi l’aria e la luce del sole, per esempio, o tutte le cose materiali necessarie per l’esistenza umana sulla terra: tutte fluiscono senza sosta. Che Dio provveda all’uomo è fuori discussione. Se Satana facesse qualcosa di buono, lo passerebbe mai sotto silenzio e rimarrebbe un eroe non celebrato? Mai. Lo stesso vale per la presenza, nella chiesa, di anticristi che in precedenza si sono assunti un compito pericoloso, che hanno fatto delle rinunce e sopportato sofferenze, che magari sono anche andati in prigione; e ci sono anche alcuni che in passato hanno contribuito a un qualche aspetto del lavoro della casa di Dio. Costoro non dimenticano mai queste cose, pensano di meritarne credito per tutta la vita, le ritengono il loro capitale di una vita intera, il che dimostra quanto insignificanti siano le persone! Le persone sono davvero insignificanti, e Satana è uno spudorato” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 7: Sono malvagi, insidiosi e propensi all’inganno (Parte seconda)”). L’essenza di Dio è umile, meravigliosa e buona, mentre l’essenza di Satana è malevola, brutta e sfacciata. Ho pensato a come la Bibbia racconti di Satana che tenta il Signore Gesù. Chiaramente, tutto nel mondo fu creato da Dio, eppure Satana sostenne di aver creato ogni cosa e cercò di tentare il Signore Gesù affinché lo adorasse. Ho pensato anche al PCC. Tutto ciò di cui gode l’umanità proviene chiaramente da Dio, e Lui provvede a tutti i bisogni quotidiani dell’umanità; eppure, il PCC afferma di aver condotto le persone verso una bella vita e cio fa sì che la gente gli attribuisca queste cose. Ho pensato anche a quegli anticristi espulsi dalla chiesa. Si mettevano in mostra ed esaltavano sé stessi costantemente, parlando di quanto lavoro avessero svolto per la casa di Dio e di quanta sofferenza avessero sopportato, usando questo per fuorviare le persone affinché li seguissero e li adorassero. Vedere queste cose mi ha fatto capire quanto siano veramente sfacciati i diavoli e Satana! Pensando a me stessa, chiaramente, era grazie all’opera dello Spirito Santo che il lavoro della chiesa aveva ottenuto risultati, eppure io contavo segretamente i miei successi e spesso li mettevo in mostra davanti ai fratelli e alle sorelle, facendo in modo che tutti pensassero che fossero i miei successi, mi stimassero molto e mi riservassero un posto nei loro cuori. Il mio comportamento non era forse proprio uguale a quello di quegli anticristi che esaltano sé stessi e si mettono in mostra? Come avevo potuto essere così sfacciata e completamente priva di coscienza e ragione? Dio Si è umiliato diventando uomo per salvare l’umanità; Egli è disposto a rischiare la Sua vita e a sopportare grandi umiliazioni e sofferenze, venendo tra gli uomini per operare e salvarci. Dio ha dato tutto per l’umanità, eppure non dichiara mai le Sue azioni. Semplicemente compie in silenzio l’opera che intende compiere. Quanto a me, un minuscolo essere creato, tutto quello che avevo fatto era stato adempiere il mio dovere e la mia responsabilità, ma avevo usato diversi modi per ostentare me stessa e mettermi in mostra. Ero davvero infima e inutile! Ho pregato Dio con pentimento, chiedendoGli di perdonare le mie trasgressioni. Ero disposta a ricominciare da capo e a trasformare la mia indole arrogante, nonché a imparare a esaltare Dio e a renderGli testimonianza in ogni cosa.
In seguito, ho letto un passo su come praticare l’esaltazione e la testimonianza a Dio: “Quando rendete testimonianza a Dio, dovreste soprattutto parlare di come Egli giudica e castiga le persone, e di quali prove usa per affinarle e cambiarne l’indole. Dovreste parlare anche di quanta corruzione è stata rivelata nella vostra esperienza, di quanto avete sofferto, di quante cose avete fatto per opporvi a Dio e di come Egli vi ha infine conquistati. Parlate di quanta vera conoscenza avete dell’opera di Dio e di come dovete rendere testimonianza per Lui e ripagarLo del Suo amore. Dovete parlare questo tipo di linguaggio in modo più pratico, esprimendovi contemporaneamente in maniera semplice. Non parlate di teorie vuote. Parlate in modo più concreto; parlate con il cuore. È così che dovreste sperimentare le cose. Non armatevi di teorie vuote, apparentemente profonde, solo per mettervi in mostra; questo comportamento vi fa apparire molto arroganti e irragionevoli. Dovreste parlare maggiormente delle cose reali tratte dalle vostre esperienze effettive, e parlare di più dal cuore; questa è la cosa che reca maggiore beneficio agli altri ed è quanto di più adeguato possano vedere. Eravate persone che si opponevano massimamente a Dio, che erano le meno inclini a sottomettersi a Lui, ma ora siete stati conquistati. Non dimenticatelo mai. Dovreste meditare e riflettere in modo più approfondito su queste questioni. Una volta comprese chiaramente, le persone sapranno come rendere testimonianza, altrimenti saranno propense a compiere azioni vergognose e irragionevoli, il che non è rendere testimonianza a Dio, ma piuttosto disonorarLo. Senza esperienze autentiche e una comprensione della verità, non è possibile rendere testimonianza a Dio. Le persone la cui fede in Dio è fumosa e confusa non saranno mai in grado di renderGli testimonianza” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo perseguendo la verità si può conseguire un cambiamento di indole”). Dalle parole di Dio, ho capito come esaltarLo e renderGli testimonianza tra le persone. Da un lato, dobbiamo condividere di più con i fratelli e le sorelle su come abbiamo sperimentato il giudizio, il castigo, la potatura, le prove e l’affinamento delle parole di Dio, sul significato dell’opera di Dio, su quali siano le Sue intenzioni e su che tipo di effetti voglia ottenere in noi, affinché gli altri possano arrivare a conoscere Dio e a comprendere le Sue scrupolose intenzioni di salvare l’umanità. Dall’altro lato, dobbiamo anche aprirci e mettere a nudo la corruzione che abbiamo rivelato nelle nostre esperienze, nonché le azioni di ribellione e di sfida che abbiamo compiuto contro Dio, in modo che gli altri possano comprendere la natura delle nostre azioni e trarne discernimento. In questo modo, possono vedere sé stessi alla luce di queste cose e conoscere e odiare la loro indole corrotta. Solo praticando in questo modo possiamo veramente esaltare e testimoniare Dio. Invece, io ho scelto di dire solo le cose belle. Ho parlato solo di come avessi fatto affidamento su Dio per ottenere risultati nel lavoro, di quante persone avessi guadagnato e quante chiese avessi istituito, senza menzionare la ribellione, la corruzione e la debolezza che avevo rivelato durante questo processo. Non ho messo a nudo queste cose con i fratelli e le sorelle. Di conseguenza, sono stati fuorviati dal mio apparente buon comportamento. Tutto ciò che avevo fatto e i modi in cui avevo agito erano contrari alle parole di Dio e, da quel momento in poi, dovevo pentirmi davanti a Dio e praticare secondo le Sue parole.
Cinque mesi dopo la mia scarcerazione, la chiesa ha disposto che riprendessi a predicare il Vangelo. Ero davvero commossa e ho deciso di fare bene il mio dovere e di compensare il mio debito passato con Dio. Durante una riunione, una nuova arrivata ha sollevato alcune nozioni, così ho pazientemente condiviso con lei sulle parole di Dio e, alla fine, le sue nozioni sono state risolte. Ha detto di aver guadagnato molto da quella riunione e ha espresso profonda gratitudine per la sovranità e le disposizioni di Dio che avevano portato i fratelli e le sorelle a condividere con lei. Era molto emozionata mentre parlava e, mentre ascoltavo accanto a lei, gioivo segretamente, pensando tra me e me: “Le nozioni della sorella sono state risolte principalmente grazie alla mia condivisione con lei. Sembra che io non sia poi così male e che sappia condividere sulla verità per risolvere alcuni problemi”. Quando ho avuto questi pensieri, mi sono resa conto che stavo ancora una volta rubando la gloria di Dio. I fratelli e le sorelle intorno a me Lo ringraziavano per la Sua guida, mentre io mi ammiravo spudoratamente; mi sentivo veramente disgustata da me stessa. Ero così sfacciata! Ho pregato rapidamente Dio nel mio cuore, pensando alle Sue parole: “Quando hai una certa comprensione di Dio, quando sai vedere la tua corruzione e riconoscere quanto siano spregevoli e turpi l’arroganza e la presunzione, allora ti sentirai disgustato, nauseato e afflitto. Sarai in grado di fare coscientemente alcune cose per soddisfare Dio e, così facendo, ti sentirai a tuo agio. Sarai in grado di leggere coscientemente le parole di Dio, di esaltarLo, di testimoniarLo, e nel tuo cuore proverai gioia. Coscientemente ti smaschererai, porterai alla luce la tua turpitudine e, così facendo, ti sentirai bene interiormente e proverai uno stato d’animo migliore” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo perseguendo la verità si può conseguire un cambiamento di indole”). Mi sono aperta con i fratelli e le sorelle riguardo ai miei pensieri spregevoli. Ho anche detto che all’inizio non avevo ben capito alcuni dei problemi emersi durante la riunione di quel giorno, ma che, nel processo di condivisione, avevo gradualmente acquisito chiarezza attraverso l’illuminazione delle parole di Dio e che quella non era la mia statura originaria, ma l’illuminazione e la guida dello Spirito Santo. Dopo aver condiviso ciò, ho provato un profondo senso di pace nel mio cuore e ho sentito che era davvero bello vivere in questo modo! Questa trasformazione che ho potuto avere è stata tutta il risultato del giudizio e del castigo delle parole di Dio su di me. Grazie a Dio!