82. Pentirsi dopo essere stati destituiti
Nel novembre del 2020, prestavo servizio come leader nella chiesa, collaborando con sorella Wan Chen che era appena stata eletta. In quel periodo, la chiesa stava affrontando gli arresti da parte del PCC, alcuni fratelli e sorelle erano stati catturati e a seguito di ciò c’era del lavoro che doveva essere gestito. Per questo motivo, ogni giorno ero molto impegnata. Le mie capacità lavorative non erano ottime e non godevo di buona salute, quindi mi sentivo piuttosto sotto pressione e pensavo: “Con la velocità con cui lavoro e tutti questi compiti da portare a termine ogni giorno, quanto tempo ed energia saranno necessari per tutto questo? Il mio corpo è debole. Potrò andare avanti così a lungo?” Tenendo questo a mente, ho iniziato a svolgere i miei doveri con superficialità e non ho dedicato molto impegno ai compiti di cui mi sarei dovuta occupare. Le mie principali responsabilità erano il lavoro del Vangelo e quello di irrigazione e in quel periodo avevamo bisogno di coltivare i lavoratori del Vangelo e gli irrigatori. Sapevo che questo lavoro doveva essere attuato urgentemente, ma poiché dovevamo trovare membri del personale adeguati e dovevamo anche capire come condividere con loro e istruirli efficacemente, cosa che richiedeva molto impegno ed energie, non ho seguito i dettagli e ho lasciato che se ne occupassero i diaconi del Vangelo e dell’irrigazione. Una volta, mentre facevo una relazione sul lavoro, ho notato alcuni problemi e deviazioni e ho capito che avrei dovuto condividere e risolverli velocemente per evitare di causare ritardi. Ma quando ho pensato che trovare dei principi di pratica e delle soluzioni a ogni problema avrebbe richiesto un sacco di tempo e impegno, mi sono sentita sopraffatta e non ho voluto affrontarli; al contrario, ho preferito occuparmi di compiti più semplici. Successivamente, Wang Chen si è accorta di questi problemi e ha preso l’iniziativa di condividere e risolverli, evitando che ci fossero ritardi. Il lavoro di allontanamento mi richiedeva di controllare alcuni materiali per epurare le persone, ma non volevo soffrire; perciò procrastinavo ogni volta che potevo. A volte, quando c’era troppo materiale, non volevo né dedicargli troppe energie né revisionarlo attentamente e, una volta, ho quasi epurato qualcuno sebbene non soddisfacesse i criteri. Quando vedevo fratelli e sorelle che svolgevano doveri di un solo compito senza aver bisogno di impegnarsi troppo o affaticarsi, provavo invidia, pensando che essere leader fosse troppo faticoso e impegnativo, e mi chiedevo cosa avrei fatto se mi fossi logorata completamente. Specialmente quando le difficoltà aumentavano, mi sentivo persino più irritata e volevo fuggire da quei compiti. Quando mi sono accorta che chi era stato destituito poteva fare le sue devozioni spirituali in casa, mi sono chiesta se avessi potuto riposarmi a casa anch’io, così non avrei più dovuto pensare a questi problemi o sopportare questa sofferenza. Ma poi ho pensato che eravamo solo noi due le responsabili del lavoro della chiesa, che Wang Chen era appena stata eletta e che c’era ancora molto lavoro da fare. Se avessi detto che non volevo svolgere i miei doveri, avrei dimostrato di non avere coscienza. Questo pensiero mi ha fatta sentire piuttosto in colpa. Ma, quando la pressione del lavoro è aumentata, non riuscivo ancora a vincere la mia carne e non volevo svolgere i miei doveri. Una sorella si è accorta che ero molto passiva nei miei doveri, così mi ha fatto notare che non avevo un senso del fardello e che ascoltavo la mia carne. Mi sono sentita un po’ angosciata e ho pensato che non avrei dovuto trattare i miei doveri in quel modo, ma poi mi sono ritrovata involontariamente a vivere nella mia carne, credendo che questo dovere fosse troppo doloroso e stancante.
In seguito, una sorella mi ha segnalata e, dopo che i leader superiori hanno verificato e analizzato la situazione, sono stata destituita a causa del mio comportamento ricorrente. Il leader mi ha letto un passo delle parole di Dio: “Se le persone, nel credere in Dio, non Gli consegnano i loro cuori, se i loro cuori non sono con Lui, se non considerano cosa loro il Suo fardello, allora tutto ciò che fanno è ingannare Dio, un comportamento tipico delle persone religiose che non riceverà la Sua lode. Dio non può ottenere alcunché da questo tipo di persone, le quali fungono solo da elemento di contrasto per la Sua opera. Queste persone sono come decorazioni nella casa di Dio: fanno numero e sono spazzatura, e Dio non le usa. Non solo non c’è alcuna possibilità che lo Spirito Santo operi in loro, ma anche nessun valore nel perfezionarle. Questo tipo di persona è un vero e proprio cadavere ambulante. Nessuna parte di loro può essere usata dallo Spirito Santo – sono state completamente dominate e profondamente corrotte da Satana. Dio le eliminerà” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “È molto importante stabilire un rapporto normale con Dio”). Quando ho visto lo smascheramento di Dio attraverso parole come “elemento di contrasto”, “decorazioni”, e “spazzatura”, mi sono sentita attaccata e angosciata. Fin da quando ero diventata una leader, non avevo mai davvero accettato i miei doveri con il cuore. Avevo sempre dato ascolto alla mia carne e ignorato molti compiti specifici. Ero stata una leader di facciata che non aveva mai prestato servizio per scopi positivi. Ho capito di essere spazzatura, una falsa leader che non si dedica a un lavoro reale. Avevo accettato i miei doveri ma ero stata un’irresponsabile, mi lamentavo sempre delle difficoltà e della fatica e non volevo preoccuparmene e, quando il carico di lavoro aumentava, mi sentivo oppositiva. Non avevo adempiuto le mie responsabilità, né avevo svolto bene i miei doveri. Questo aveva ritardato il lavoro. Il modo in cui trattavo i miei doveri era un tradimento di Dio e voleva dire opporsi a Lui. Avevo addirittura invidiato coloro che erano stati destituiti, credendo che, se fossi stata destituita, non sarei stata così impegnata. Ora avevo ottenuto ciò che desideravo ed, essendo stata destituita, avrei potuto stare a casa e non soffrire nella carne. Ma il mio cuore era nell’oscurità. Credevo che Dio mi avesse messa da parte e stesse per abbandonarmi e mi sentivo molto a disagio. In quel momento, ho iniziato a sentirmi impaurita e volevo tornare dinanzi a Lui.
In seguito, ho cercato parole di Dio rilevanti di cui nutrirmi per affrontare i miei problemi. Mi sono imbattuta in due passi delle Sue parole che mi hanno profondamente commossa. Dio Onnipotente dice: “Se hai veramente un senso della responsabilità, ciò dimostra che possiedi coscienza e ragione. A prescindere da quanto sia importante il compito e da chi te lo assegna, che ad affidartelo sia la casa di Dio oppure un leader o un lavoratore della chiesa, il tuo atteggiamento deve essere: ‘Dal momento che questo dovere mi è stato assegnato, è un’esaltazione e una grazia di Dio. Dovrei svolgerlo bene in conformità alle verità principi. Pur avendo una levatura media, sono disposto ad assumermene la responsabilità e a dare tutto me stesso per compierlo bene. Se lo svolgerò male, dovrò assumermene la responsabilità, e se lo svolgerò bene non sarà un merito per me. Questo è ciò che dovrei fare’. Perché dico che il modo in cui si tratta il proprio dovere è una questione di principio? Se davvero possiedi senso di responsabilità e sei una persona responsabile, allora sarai in grado di accollarti il lavoro della chiesa e di adempiere in modo adeguato al dovere che ti spetta. Se prendi il tuo dovere alla leggera, allora hai un punto di vista sbagliato sulla fede in Dio e un atteggiamento problematico nei confronti di Dio e del tuo dovere. Il tuo punto di vista sullo svolgimento del tuo dovere è quello di svolgerlo in modo superficiale e di limitarti a cavartela, e sia che si tratti di qualcosa che sei disposto a fare oppure no, di qualcosa in cui sei bravo o meno, lo affronti sempre con l’atteggiamento di chi si arrangia e basta, quindi non sei adatto a essere un leader o un lavoratore e non meriti di svolgere il lavoro della chiesa. Inoltre, per dirla senza mezzi termini, le persone come te sono dei buoni a nulla, destinati a non ottenere niente, e persone semplicemente inutili” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (8)”). “Le persone pigre non sono in grado di fare nulla. Riassumendo in due parole, sono gente inutile; hanno una disabilità di seconda classe. Per quanto buona sia la levatura delle persone pigre, non è altro che apparenza di facciata; anche se hanno buona levatura ciò non ha alcuna utilità. Sono troppo pigre, sanno cosa dovrebbero fare, ma non lo fanno, e anche se sono consapevoli che qualcosa costituisce un problema, non ricercano la verità per risolverlo, e pur sapendo quali avversità dovrebbero affrontare perché il lavoro sia efficace, non sono disposte a sopportare queste proficue avversità; quindi non sono in grado di acquisire alcuna verità né di svolgere un lavoro reale. Non vogliono sopportare le avversità che spettano alle persone; sanno solo indulgere in comodità, godere momenti di gioia e di svago, e di una vita libera e rilassata. Non sono forse inutili? Chi non sopporta le avversità non merita di vivere. Coloro che desiderano vivere sempre la vita da parassiti sono persone prive di coscienza e di ragione; sono bestie, e individui del genere sono inadatti persino a fornire manodopera. Non essendo in grado di sopportare le avversità, anche quando offrono manodopera non sono in grado di farlo bene e, se desiderano acquisire la verità, le loro speranze sono ancora più vane. Uno che non sa soffrire e non ama la verità è una persona inutile, non è nemmeno qualificato per fornire manodopera. È una bestia, senza un briciolo di umanità. Simili persone devono essere eliminate; solo questo concorda con le intenzioni di Dio” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (8)”). Le parole di Dio parlano di due tipi di persone e dei loro diversi atteggiamenti nei confronti dei doveri. Un tipo trascura la propria levatura, adatta innanzitutto la propria mentalità, custodisce nel cuore i propri doveri e fa del proprio meglio per collaborare e svolgere i doveri secondo i requisiti di Dio. Una persona così è dotata di umanità e ragione. L’altro tipo sa solo indulgere nelle comodità fisiche, non vuole patire alcun tipo di sofferenza e, quando il lavoro diventa impegnativo o stancante, desidera scappare e rilassarsi. Persone del genere, sebbene possiedano la giusta levatura, non riescono comunque a svolgere bene i propri doveri. Questi individui hanno problemi caratteriali, sono incapaci di fare qualunque cosa e sono spazzatura e alla fine saranno rivelati ed eliminati da Dio. Guardando il mio comportamento alla luce di questo, ho capito di essere una di quelle persone pigre, di essere la spazzatura smascherata da Dio. Dal momento in cui ero diventata una leader, quando la pressione del lavoro aumentava e richiedeva impegno e sacrificio, diventavo irritata, mi lamentavo e mi preoccupavo di affaticare troppo il mio corpo. Adottavo un atteggiamento superficiale nei confronti dei miei doveri e procrastinavo il più possibile. Non avevo nessun senso del fardello o della responsabilità verso il lavoro del Vangelo e di irrigazione di cui ero principalmente responsabile, tantomeno seguivo o attuavo il lavoro di coltivazione dei lavoratori del Vangelo e degli irrigatori, cosa che aveva rallentato i progressi del lavoro del Vangelo. Quando facevo relazioni sulle varie attività, non avevo voglia di cercare i principi di pratica per condividere e risolvere i problemi che avevo scoperto. Ero anche un’irresponsabile e ascoltavo la mia carne quando collaboravo nel lavoro di allontanamento della chiesa e non controllavo attentamente i materiali per epurare le persone. Avevo quasi epurato qualcuno che non avrebbe dovuto essere epurato. In base al mio comportamento ricorrente nei doveri, ero davvero il tipo di persona con problemi caratteriali smascherata da Dio. Non avevo mostrato alcuna considerazione per le intenzioni di Dio, non avevo sostenuto gli interessi della chiesa ed ero una falsa leader che non si dedicava al vero lavoro. A prescindere da quanto i miei doveri fossero impegnativi o da quanto fosse importante il lavoro, tutto ciò che volevo era soddisfare la mia carne. Se c’era un po’ più lavoro del solito, mi lamentavo e piagnucolavo, usando spesso la scusa della mia salute cagionevole per sottrarmi ai miei doveri. Alla fine, non ho adempiuto nessuna delle mie responsabilità e ho ritardato il lavoro. Anche il mio impegno nella manodopera era inferiore agli standard. Sebbene non godessi di buona salute, non avevo nessuna malattia grave e, se avessi messo il cuore nel mio dovere, avrei ancora potuto farcela. Quando in precedenza avevo la giusta mentalità verso i miei doveri, riuscivo ad affidarmi a Dio per collaborare nelle situazioni difficili ed ero capace di risolvere alcune questioni nel mio lavoro e di valutare accuratamente i problemi. Ma, successivamente, ho vissuto in uno stato di ascolto della mia carne e, quando si presentavano compiti che richiedevano impegno e sacrificio, volevo evitarli. Non svolgevo le attività di cui mi sarei dovuta occupare e gradualmente il mio spirito è diventato sempre più insensibile. Non solo ero incapace di identificare i problemi, ma ritardavo anche il lavoro. Dio si è servito dei miei fratelli e delle mie sorelle per segnalarmi e, alla fine, sono stata destituita; questo rivelava la Sua giustizia. Avevo completamente perso la mia integrità e dignità. Non piacevo alle persone, Dio non mi guardava con favore e non riuscivo nemmeno a svolgere i doveri di cui ero capace. Ero davvero spazzatura, una persona non meritevole di fiducia.
In seguito, ho continuato a ricercare e mi sono chiesta: “Perché indulgo sempre nelle comodità e non svolgo correttamente i miei doveri? Quali saranno le conseguenze della mia eccessiva attenzione alla carne?” Un giorno, ho letto due passi delle parole di Dio che mi hanno aiutata a trovare la radice di questo problema. Dio Onnipotente dice: “Finché le persone non hanno sperimentato l’opera di Dio e compreso la verità, è la natura di Satana che prende il sopravvento e domina dentro di loro. Quali elementi specifici fanno parte di quella natura? Ad esempio, perché sei egoista? Perché proteggi la tua posizione? Perché hai sentimenti così forti? Perché trai piacere da cose inique? Perché ti piacciono quei mali? Su cosa si basa il tuo debole per simili cose? Da dove vengono tali cose? Perché sei così felice di accettarle? Ormai siete arrivati tutti a comprendere che la ragione principale dietro a tutte queste cose è che il veleno di Satana è nell’uomo. Dunque cos’è il veleno di Satana? Come lo si può esprimere? Per esempio, se chiedi ‘Come si dovrebbe vivere? Per cosa si dovrebbe vivere?’, le persone risponderanno: ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’. Questa singola frase esprime la radice vera e propria del problema. La filosofia e la logica di Satana sono diventate la vita delle persone. Qualsiasi cosa perseguano, lo fanno per se stesse, e dunque vivono solo per se stesse. ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ – questa è la filosofia di vita dell’uomo, e rappresenta anche la natura umana. Queste parole sono già diventate la natura dell’umanità corrotta e sono il vero ritratto della natura satanica dell’umanità corrotta. Questa natura satanica è già diventata la base dell’esistenza dell’umanità corrotta. Per diverse migliaia di anni, l’umanità corrotta ha vissuto in base a questo veleno di Satana, fino ai giorni nostri” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come percorrere il cammino di Pietro”). “Più si soddisfa la carne, più libertà essa pretende; se la si soddisfa una volta, la volta dopo essa chiederà di più e, passo dopo passo, si finisce per amare la carne ancora di più. La carne ha sempre desideri stravaganti, pretende sempre di essere soddisfatta e gratificata, che si tratti delle cose che mangi o di quelle che indossi, di lasciarti andare all’ira o di assecondare le tue debolezze e la tua pigrizia… Quanto più soddisfi la carne, tanto più grandi diventano i suoi desideri e tanto più dissoluta essa diventa, fino al punto di portare le persone a nutrire concezioni ancora più radicate e a ribellarsi a Dio, a esaltarsi e ad avere dubbi sull’opera di Dio. Quanto più soddisfi la carne, tanto più essa diventa debole; avrai sempre la sensazione che nessuno sia comprensivo verso le tue debolezze, ti sembrerà che Dio sia esagerato nelle Sue pretese e dirai: ‘Come può Dio essere così duro? Perché non lascia in pace la gente?’ Quando gli uomini amano troppo la carne e cercano il suo appagamento, è la loro rovina. […] Si racconta che una volta c’era un contadino che vide sulla strada un serpente completamente congelato. Il contadino lo raccolse e lo strinse al petto ma, non appena il serpente si riebbe, morse l’agricoltore a morte. La carne dell’uomo è come il serpente: la sua essenza è quella di rovinare la vita dell’uomo e, quando essa prende il sopravvento, la tua vita è perduta. La carne appartiene a Satana: essa racchiude desideri stravaganti, pensa solo per sé, vuole godere delle comodità, divertirsi nel tempo libero, crogiolarsi nella pigrizia e nell’ozio; se continui a soddisfarla, alla fine arriverai al punto di esserne completamente divorato. Vale a dire che, se la soddisfi una volta, la volta dopo verrà a chiederti di più. La carne ha sempre desideri stravaganti e nuove esigenze, e sfrutta la tua condiscendenza verso di lei per far sì che tu la ami ancora di più e viva tra le comodità che offre; se non la vinci, alla fine sarà la tua rovina” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Solo amare Dio vuol dire credere veramente in Dio”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che la ragione per cui vivevo in un modo così depravato, dando ascolto alla mia carne, era dovuta a tossine sataniche come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino” e “La vita è breve, quindi goditela finché puoi” che si erano profondamente radicate in me. Credevo che godere delle comodità della carne fosse l’obiettivo della mia vita e pensavo che vivere significasse trattarmi bene e permettere alla mia carne di vivere nell’agio. Quando i miei doveri comportavano una certa pressione e richiedevano più dedizione, diventavo riluttante. Mi opponevo anche alla sofferenza e ai fardelli che pesavano sulla mia carne, sentendo che farlo significava soffrire una perdita. Per esempio, riassumere e risolvere i problemi richiedeva tempo e impegno, così accantonavo quei compiti e ne sceglievo di più semplici, senza considerare minimamente che non affrontare quei problemi in tempo avrebbe potuto influire sul lavoro. Facevo lo stesso nel collaborare al lavoro di allontanamento. Poiché ascoltavo la mia carne, non ero meticolosa quando controllavo i materiali per epurare le persone e per poco non avevo epurato una persona che non avrebbe dovuto esserlo. In che modo stavo svolgendo i miei doveri? Stavo solamente commettendo il male! Tuttavia, non ho riflettuto sui miei problemi e, quando il lavoro è diventato più impegnativo, mi sono lamentata. Ho persino sperato di essere destituita, così non avrei dovuto più preoccuparmi o impegnarmi tanto. Ho sempre assecondato me stessa, tenendo conto della mia carne in ogni istante. Ho capito quanto fossi stata profondamente danneggiata dalle tossine sataniche, diventando sempre più depravata. Ero diventata egoista, propensa all’inganno e priva di umanità. Avevo l’opportunità di essere una leader, e questo implicava entrare in contatto con più persone, eventi e cose, ricercare e accedere a più verità principi, nonché imparare come discernere le persone. Allo stesso tempo, sarebbero state rivelate anche la mia corruzione e le mie manchevolezze, il che mi avrebbe spinta a riflettere su me stessa, praticare la verità e cambiare la mia indole corrotta. Ma non avevo perseguito la verità. Vivevo secondo l’indole egoista e spregevole di Satana, indulgevo nelle comodità, ero irresponsabile nei miei doveri e mi dedicavo continuamente ad ascoltare la mia carne, ritardando il lavoro. Quando Dio si era servito dei miei fratelli e delle mie sorelle per correggermi e condividere con me, mi ero impuntata e avevo rifiutato di accettarlo. Di conseguenza, non avevo svolto correttamente il mio lavoro principale e avevo causato ritardi. Il modo in cui avevo trattato i miei doveri aveva portato a trasgressioni e azioni malvagie! A quel punto, ho capito che svolgere i doveri mentre ascoltavo la mia carne e indulgevo nelle comodità stava davvero danneggiando sia me che gli altri e che, se non avessi eliminato questa indole corrotta e avessi continuato a svolgere i miei doveri in modo confuso e irresponsabile come avevo fatto fino ad allora, sempre con l’obiettivo di vivere nelle comodità, avrei finito per commettere altre azioni malvagie ed essere infine sdegnata ed eliminata da Dio. Dopo aver visto il danno e le conseguenze dell’indulgere nelle comodità nei miei doveri, ho pregato Dio, esprimendo il mio desiderio di non essere più così ribelle e di pentirmi di fronte a Lui.
Successivamente, in qualche modo il mio stato è migliorato e sono stata eletta di nuovo leader della chiesa. Sapevo che per me questa era un’opportunità di pentirmi che Dio mi aveva concesso e Gli ero molto grata. Ho deciso di avere la giusta mentalità e di svolgere bene i miei doveri. In quel periodo, ero principalmente responsabile del lavoro del Vangelo ed, essendo appena arrivata in un posto nuovo, non conoscevo la situazione su tutti i fronti, così per poter lavorare bene avrei dovuto pagare un prezzo più alto. Dopo aver collaborato per un periodo, mi sono sentita un po’ stanca, specialmente per il fatto che c’erano tanti compiti da seguire ogni giorno. Quando si è trattato di far soffrire la mia carne, ho sentito che sarebbe stato meglio svolgere un lavoro basato su un solo compito, perché non mi avrebbe dato troppe preoccupazioni e non avrei dovuto impegnarmi troppo. Quando sono nati in me questi pensieri, ho capito che il mio stato non era giusto, così ho pregato Dio con coscienza. In seguito, ho letto che le Sue parole dicono: “Se credete in Dio e volete ottenere la Sua salvezza, dovete compiere bene il vostro dovere. Per prima cosa, durante lo svolgimento del dovere è necessario promuovere un senso di responsabilità e metterci il massimo impegno. Quando Dio ti considera una persona buona, sei a metà strada. Se, mentre svolgi il tuo dovere, sei in grado di perseguire la verità e, a prescindere da quanta indole corrotta viene rivelata e da quante difficoltà ti si parino dinanzi, riesci comunque a cercare la verità per risolverle; e se hai un atteggiamento di accettazione e di sottomissione quando vieni potato, allora la tua speranza di ottenere la salvezza di Dio sarà pienamente intatta. Essere considerato da Dio qualcuno che persegue la verità è un requisito alto che forse non sei ancora in grado di soddisfare. Ti mancano la volontà e la statura, e la tua fede è troppo debole. Quindi, inizia dimostrando ai fratelli e alle sorelle intorno a te che sei una persona buona, qualcuno che è nel giusto, che ama relativamente le cose positive, che ama la correttezza e la giustizia e che è relativamente retto. Quando commetti errori, li correggi. Quando riconosci il tuo stato ribelle, cambi rotta alla svelta. Quando scopri la tua indole corrotta, cerchi prontamente la verità e condividi con gli altri. Una volta che hai acquisito comprensione, riesci a pentirti. Perseguendo in questo modo, sei sicuro di fare progressi. Per prima cosa, dimostra ai tuoi fratelli e alle tue sorelle che sei una persona buona, qualcuno che è nel giusto, qualcuno che possiede l’ingresso nella vita. Poi, un passo dopo l’altro, sforzati di diventare una persona che ama la verità e la persegue. Mettendo in pratica tutto ciò, diventerà più facile acquisire l’ingresso, e sarà più pratico per te avere tali pretese da te stesso. La cosa fondamentale è portare i tuoi fratelli e le tue sorelle a riconoscere che sei una persona buona. Quali sono i criteri per essere una persona buona? Primo: devi guardare allo svolgimento del tuo dovere. Quanti criteri e requisiti dovrebbero essere soddisfatti quando assolvi il tuo dovere? Devi essere diligente, responsabile, disposto a sopportare le avversità, disposto a pagare il prezzo, ed essere meticoloso nella gestione degli affari, senza agire in maniera superficiale. A un livello leggermente più alto, devi essere in grado di trovare i principi corretti in ogni questione e agire conformemente a tali principi. A prescindere da chi parla, fosse anche un fratello o una sorella di cui hai scarsa ammirazione a esprimere un principio corretto e in linea con la verità, dovresti ascoltare ciò che dice, cercare di accettarlo e di ribellarti contro le tue opinioni e nozioni. Cosa pensi di questo atteggiamento? (È buono.) È facile parlare della necessità di compiere bene il proprio dovere, è facile dirlo, ma è difficile effettivamente compiere il dovere all’altezza dei criteri. È necessario pagare un prezzo e rinunciare a certe cose. Cosa dovresti offrire? Al livello più basico, è necessario investire tempo ed energia. Ogni giorno, dovresti dedicare più tempo e più energia di altre persone. Dovresti proseguire un po’ di più e impegnarti un po’ di più. Se vuoi promuovere un senso di responsabilità e compiere bene il tuo dovere, devi riflettere costantemente su come compierlo bene. È necessario considerare di quali verità devi munirti e quale tipo di problemi dovresti affrontare. Poi cerca la verità tramite la preghiera, esprimendo le tue aspirazioni a Dio, e supplicaLo con fervore, chiedendoGli di illuminarti e guidarti. Di notte, mentre gli altri riposano, dovresti passare più tempo a riflettere sui problemi che hai avuto svolgendo il tuo dovere quel giorno e su che tipo di corruzione hai rivelato. Dovresti riflettere su queste cose e riposarti solo dopo aver trovato un modo per proseguire, così che quel giorno risulti fruttuoso e non sprecato. Se non mediti su come risolvere questi problemi, non sarai in grado di mangiare né di dormire bene. Questa è sofferenza, questo è il prezzo che paghi. Dovrai sopportare più avversità e pagare un prezzo maggiore rispetto agli altri, e investire più tempo ed energia nel lottare per la verità. È un prezzo concreto da pagare? (Sì.)” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo chi svolge il proprio dovere bene con tutto il cuore, la mente e l’anima è una persona che ama Dio”). Dopo aver letto le parole di Dio ho capito che, per giudicare se una persona è buona, il criterio principale è se quella persona ama e persegue la verità, se cerca la verità per eliminare la propria indole corrotta una volta che l’ha riconosciuta, e come tratta i propri doveri: se sa svolgerli secondo i requisiti di Dio e le verità principi, se è coscienziosa, responsabile e disposta a soffrire e pagare un prezzo e se cerca la verità per risolvere i problemi quando incontra delle difficoltà. Se una persona è in grado di contemplare queste questioni giuste e dà priorità ai propri doveri, possiede un cuore che tiene conto delle intenzioni di Dio e si sa ribellare contro la propria carne per praticare la verità. Allora, agli occhi di Dio, una persona del genere ha una buona umanità ed è meritevole di fiducia. Guardandomi alla luce di queste cose, ho visto quanto fossi lontana dai requisiti di Dio, specialmente quando ho pensato a come avevo ritardato il lavoro per ascoltare la mia carne, provocando trasgressioni. Adesso che avevo un’altra opportunità di svolgere un dovere così importante, non potevo andare avanti come avevo fatto in passato. Dovevo pentirmi davvero. Le mie capacità lavorative erano un po’ carenti, perciò dovevo dedicare più tempo, pensieri e impegno, affidandomi a Dio per collaborare e ricercando la condivisione quando non capivo le cose. Nel corso della mia collaborazione, mi sono imbattuta in un compito in cui non ero molto brava, dato che mi richiedeva di lavorare maggiormente sulle verità principi, quindi dovevo dedicargli più tempo e impegno rispetto alla mia sorella collaboratrice. Quando notavo i problemi nella vita e nel lavoro dei miei fratelli e sorelle, ho anche contemplato con entusiasmo e cercato dei modi per aiutarli a risolvere queste cose al meglio delle mie capacità. Praticando in questo modo, mi sono sentita a mio agio e in pace nel mio cuore.
In passato, avevo sempre pensato che vivere significasse trattare bene me stessa, che l’importante fosse vivere nelle comodità e in modo facile, senza aver compreso come vivere in una maniera che fosse davvero degna di valore. In seguito, leggendo le parole di Dio, ho iniziato a comprendere alcune di queste cose. Dio Onnipotente dice: “In cosa risiede il valore della vita di un individuo? Solo nel mero abbandonarsi ai piaceri della carne, come mangiare, bere e divertirsi? (No.) E in cosa risiede allora? Condividete pure i vostri pensieri. (Adempiere al dovere di un essere creato: è questo il minimo che una persona dovrebbe realizzare nella sua vita.) Corretto. DiteMi, se le azioni e i pensieri quotidiani di una persona per tutta la sua vita si concentrano esclusivamente sull’evitare la malattia e la morte, sul mantenere il corpo sano e libero da malattie e sull’aspirare alla longevità, è questo il valore che dovrebbe avere la vita? (No.) Non è questo il valore che dovrebbe avere la vita di una persona. E allora qual è? […] Da un certo punto di vista, si tratta di compiere bene il dovere di un essere creato. Da un altro, si tratta di fare al meglio tutto ciò che è nelle tue possibilità e capacità, raggiungendo almeno un punto in cui non hai rimorsi di coscienza, in cui puoi essere in pace con la tua coscienza e risultare accettabile agli occhi degli altri. Facendo un ulteriore passo avanti, per tutta la tua vita, indipendentemente dalla famiglia in cui sei nato, dal tipo di istruzione che hai ricevuto o dalla tua levatura, devi possedere una certa comprensione dei principi che le persone dovrebbero capire nella vita. Per esempio, che tipo di cammino si dovrebbe percorrere, in che modo si dovrebbe vivere e come si vive una vita significativa; dovresti come minimo esplorare un po’ il vero valore della vita. Questa vita non può essere vissuta invano, né si può venire su questa terra invano. Inoltre, durante la tua vita, devi compiere la tua missione; questa è la cosa più importante. Non stiamo parlando di portare a termine una missione, un dovere o una responsabilità grandiosi, ma dovresti almeno realizzare qualcosa. Per esempio, all’interno della chiesa alcuni mettono tutto il loro impegno nel lavoro di diffusione del Vangelo, dedicandovi un’intera vita di energie, pagando un prezzo elevato e conquistando molte persone. Per questo motivo, sentono che la loro vita non è stata vissuta invano, ritengono di avere un valore e si sentono confortati. Quando affrontano la malattia o la morte, quando tirano le somme della loro vita e ripensano a tutto ciò che hanno fatto e al cammino che hanno percorso, provano conforto nel cuore. Non sperimentano alcun senso di colpa o rimpianto. Alcuni non risparmiano sforzi nell’adempiere al ruolo di leader della chiesa o di responsabili di un certo aspetto del lavoro. Mettono a frutto il loro massimo potenziale, dando tutta la loro forza, spendendo tutta la loro energia e pagando il prezzo per il lavoro che svolgono. Fornendo irrigazione, adempiendo al ruolo di leader e dando aiuto e sostegno, aiutano molte persone in preda a debolezze e negatività ad acquisire forza e a rimanere salde, a non tirarsi indietro, e a tornare invece alla presenza di Dio e persino a renderGli finalmente testimonianza. Inoltre, durante il periodo in cui svolgono il ruolo di leader, portano a termine molti compiti significativi, espellendo non pochi malevoli, proteggendo molti prescelti di Dio e recuperando alcune perdite significative. Conseguono tutti questi risultati durante il periodo in cui ricoprono il ruolo di leader. Guardando indietro al cammino percorso, ricordando il lavoro svolto e il prezzo pagato nel corso degli anni, non provano alcun rimpianto o senso di colpa. Credono di non aver fatto nulla per cui provare rimorso e vivono una vita di valore, e hanno serenità e conforto nel cuore. Che cosa meravigliosa! Non è forse questo il risultato? (Sì.) Questo senso di fermezza e di benessere e quest’assenza di rimpianti sono il risultato e la ricompensa per aver perseguito le cose positive e la verità” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (6)”). Grazie alle parole di Dio, ho capito il vero senso della vita. In quanto essere creato, vivere per adempiere i miei doveri e portare a termine gli incarichi ricevuti da Dio è ciò che dà valore alla vita. I doveri che svolgiamo oggi servono per espandere il Vangelo del Regno di Dio, ed essere capaci di adempiere le nostre responsabilità e offrire il nostro piccolo contributo è qualcosa che Dio ricorda ed è la cosa più significativa. Ho pensato ai non credenti che vivono le loro vite solo per mangiare e vestirsi bene. Anche se si compiacciono della loro carne e non sopportano alcuna difficoltà e si coccolano a tal punto da diventare paffuti e flaccidi, vivendo in questo mondo non sanno qual è il vero senso della vita né come viverla in maniera significativa. Una vita del genere non ha valore e viene vissuta invano. Ripensando a quando svolgevo i miei doveri, ascoltavo costantemente la mia carne e, di fronte ai problemi e alle difficoltà, volevo scappare invece di fare quello che potevo. Nonostante la mia carne non abbia sofferto molto, nel mio cuore ho lasciato rimpianti e debiti irrimediabili. Ho capito che non conta quanto siano grandi il piacere o la comodità, queste cose non portano alla vera felicità e soltanto adempiendo le proprie responsabilità e i propri doveri si riesce a vivere in pace e in sicurezza. Tenendo questo a mente, ho trovato la motivazione per svolgere i miei doveri. Quando l’adempimento dei doveri richiedeva che la mia carne soffrisse, ho riflettuto maggiormente su come quello fosse un mio dovere e una mia responsabilità e su come avrei dovuto fare del mio meglio per svolgerlo bene. A volte, quando ero impegnata o stanca, mi prendevo delle pause adeguate, facevo del mio meglio in base alle mie condizioni fisiche e non sentivo che il mio dovere fosse troppo difficile o doloroso. Mentre svolgevo i miei doveri, ho anche capito che essere leader richiede che una persona si faccia carico di più preoccupazioni, ma affrontando varie questioni durante il lavoro, e aiutando i fratelli e le sorelle a risolvere le difficoltà nei loro stati, sono riuscita a comprendere e ad acquisire più verità. In queste cose, Dio mi ha mostrato un grande favore. Il fatto che io abbia acquisito questa comprensione e sperimentato questa trasformazione è interamente merito della grazia di Dio. Grazie a Dio!