1. Ho imparato come trattare correttamente il mio dovere

di Liu Qiang, Cina

Sono nato in una normale famiglia di contadini e crescendo ho sempre visto mia madre cucinare e pulire mentre non ho mai visto mio padre preparare i pasti o fare i lavori di casa. Anche mio nonno era lo stesso. A volte, quando mia nonna era fuori per tutto il giorno, lui preferiva soffrire la fame piuttosto che cucinare, perché credeva che quello fosse il compito di una donna. Vedevo che, nella maggior parte delle famiglie, “gli uomini lavoravano fuori casa e le donne si occupavano dei lavori domestici”: le donne cucinavano in casa, mentre gli uomini erano impegnati a lavorare fuori. Dopo essermi sposato, mia moglie si è naturalmente fatta carico di tutte le faccende domestiche. A volte mi chiedeva di fare qualcosa in casa, ma io ero sempre restio e riluttante a farlo. Avevo sempre pensato che cucinare e fare le faccende domestiche fossero compiti da donne.

Nell’estate del 2020, il leader mi ha detto che un gruppo aveva urgentemente bisogno di persone ospitanti e mi ha chiesto se fossi disposto ad andare a svolgere quel dovere. Non ho detto nulla, ma ho pensato: “Non ho mai svolto il dovere di ospitare e non so nemmeno cucinare”. Tuttavia, tenendo conto che c’era tale urgenza, ho accettato lo stesso. Durante il periodo in cui svolgevo il dovere di ospitare, passavo tutti i giorni in cucina, a lavare e a pulire e mi dicevo: “Questo è un dovere per le sorelle; perché lo fanno fare a me? È anche imbarazzante per un uomo adulto andare spesso al mercato a comprare la verdura e a volte dover persino contrattare con i fruttivendoli!” Ogni volta che andavo al mercato a comprare la verdura, ero preoccupato, perché temevo che gli altri mi guardassero dall’alto in basso. Entravo e uscivo sempre di corsa, senza volermi trattenere troppo a lungo. Capitava che qualche fratello trovasse la verdura troppo salata o eccessivamente insipida; io mi sentivo in imbarazzo e dentro di me ribattevo: “A casa mia è sempre stata mia moglie a fare i lavori domestici e a cucinare, non io! E poi io sono un uomo e queste sono faccende da donne, quindi è normale che io non sia bravo a farle. Perché non riesci a vedere le cose dal mio punto di vista?” Non potevo fare a meno di sentirmi un po’ amareggiato, chiedendomi quando mai sarebbe finito quel dovere. Vedevo spesso i fratelli chiacchierare e ridere del lavoro, mentre io proprio non riuscivo a essere felice. Mi sembrava di avere un macigno sulle spalle e bramavo il giorno in cui non avrei più dovuto fare quel dovere. In quel periodo, non mi impegnavo molto nel cucinare e mi limitavo a preparare i noodles ogni mattina. Vedevo che gli altri non mangiavano molto, però non chiedevo mai se magari non fossero abituati al cibo. C’erano cavoli in abbondanza in quella stagione, quindi io li facevo bollire e basta e, anche se i fratelli mangiavano pochissimo, non mi importava. Mi ripetevo: “Puoi cucinarlo come vuoi, ma il cavolo non sarà mai buonissimo”. In seguito, i fratelli sono stati riassegnati nei loro doveri e si sono trasferiti altrove, ma il supervisore mi ha chiesto di continuare a svolgere il dovere di ospitare. Non riuscivo proprio a capire: “Perché a me, un uomo adulto, viene sempre chiesto di svolgere questo tipo di dovere? Cucinare, lavare e pulire sono cose che di solito fanno le sorelle. Gli altri si chiederanno: ‘Perché è un fratello a fare un dovere simile?’ Come faccio a superare questa cosa?” Era un pensiero che mi faceva sentire inferiore. In quel periodo ero in uno stato negativo e sentivo di aver davvero perso la faccia. Se avessi abbandonato il dovere di ospitare, mi sarei comportato in modo irragionevole; però, nel caso in cui avessi proseguito, non sapevo come avrei fatto a portarlo a termine. In apparenza stavo svolgendo il mio dovere, ma dentro di me mi sentivo soffocare e non ero proattivo o attento in nulla di ciò che facevo. Vedevo che le pulizie andavano fatte, eppure mi rifiutavo e diverse volte si è arrivati al punto in cui gli altri non ne potevano più e mi aiutavano a pulire. Inoltre, non essiccavo in tempo il cibo che la chiesa faceva arrivare e di conseguenza gli alimenti si rovinavano e andavano buttati via. Dopo che il leader lo ha scoperto, mi ha detto: “Il cibo è tutto ammuffito. Se tu fossi stato attento, l’avresti essiccato, ti saresti assicurato che il cibo deperibile venisse consumato in tempo e non sarebbe andato sprecato. Quando si verificano questi problemi, devi riflettere sul tuo atteggiamento nei confronti del tuo dovere”. Queste parole del leader mi hanno fatto sentire un po’ in colpa. In effetti, era stata la mia negligenza a far sì che il cibo andasse a male, ma poi ho iniziato a trovare delle scuse per giustificarmi: “A casa, erano sempre mia madre e mia moglie a essiccare il cibo e non era una questione che mi riguardava. È così imbarazzante che mi venga chiesto di fare queste cose!” Sentivo sempre di subire un’umiliazione e non volevo tollerare quella situazione, perciò speravo solo che il leader disponesse che io svolgessi altri doveri. Ero diventato così negativo che non sapevo cosa dire quando pregavo Dio e, mentre leggevo le Sue parole, non trovavo alcuna luce. Ero esausto ogni giorno e mi sentivo soffocare.

Durante una riunione, una sorella ha notato che ero in uno stato negativo e mi ha invitato a riflettere su me stesso e a imparare le mie lezioni. Un giorno ho letto un passo delle parole di Dio: “Cos’è un dovere? L’incarico che Dio affida all’uomo è il dovere che l’uomo deve compiere. Qualunque cosa Lui ti affidi, è il dovere che devi assolvere. […] Bisogna trovare e determinare il proprio ruolo e la propria posizione: così si comporta una persona ragionevole. Poi bisogna svolgere bene il proprio dovere con un atteggiamento fermamente saldo, per ripagare Dio del Suo amore e soddisfarLo. Chi mantiene questo atteggiamento nello svolgere il proprio dovere, avrà un cuore saldo e in pace, saprà accettare la verità nel proprio dovere e pian piano arriverà a svolgerlo in conformità con le richieste di Dio. Riuscirà a liberarsi della sua indole corrotta, a sottomettersi a tutte le disposizioni di Dio e a svolgere il suo dovere in modo adeguato. Così si ottiene l’approvazione di Dio. Se riesci sinceramente a spenderti per Dio e a svolgere il tuo dovere con la giusta mentalità, che è quella di chi Lo ama e Lo soddisfa, sarai diretto e guidato dall’opera dello Spirito Santo, disposto a praticare la verità e ad agire secondo i principi mentre svolgi il tuo dovere, e diventerai una persona che teme Dio e fugge il male. In questo modo, vivrai pienamente la vera sembianza umana. La vita degli uomini cresce gradualmente man mano che svolgono i loro doveri. Coloro che non lo fanno, non possono ottenere la verità e la vita, a prescindere dalla durata della loro fede, perché non hanno la benedizione di Dio. Egli benedice solo coloro che si spendono davvero per Lui e svolgono i loro doveri al meglio delle loro capacità. Qualunque dovere tu svolga, qualsiasi cosa tu possa fare, consideralo una tua responsabilità e un tuo dovere, accettalo e svolgilo bene. Come lo svolgerai bene? Facendo esattamente come Dio richiede; con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza. Dovresti riflettere su queste parole e pensare a come svolgere il tuo dovere con tutto il tuo cuore(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dalle parole di Dio ho visto che, a prescindere dall’incarico che viene loro affidato, le persone devono trattarlo come una loro responsabilità e un loro dovere e devono farlo con tutto il cuore e con tutta la mente. Solo quando la loro mentalità è concentrata sul soddisfare Dio nei loro doveri esse possono ottenere la Sua approvazione. Ma io pensavo che il dovere di ospitare spettasse alle sorelle e che, essendo un fratello, non avrei dovuto svolgerlo io. Sentivo che essere chiamato a fare il dovere di ospitare significava venire sminuito e guardato dall’alto in basso. A causa di questa prospettiva sbagliata, non avevo alcun senso di serietà o responsabilità nei confronti del mio dovere e, quando ospitavo i fratelli, preparavo sempre solo noodles o cavoli bolliti. Vedevo che a loro non piacevano, però non ho pensato di cambiare le ricette per assicurarmi che i fratelli mangiassero bene e fossero sazi. Non facevo le pulizie in tempo e non gestivo in modo tempestivo il cibo che la chiesa inviava, con il risultato che andava a male. In che modo stavo facendo il mio dovere con tutto il mio cuore e tutte le mie forze? Ero chiaramente negligente e superficiale! Non coltivavo l’opportunità che la chiesa mi aveva dato di fare il mio dovere e continuavo a lamentarmi, a sentirmi oppositivo e a limitarmi ad agire in modo meccanico. Ciò aveva veramente addolorato e deluso Dio! Se non fossi cambiato, alla fine avrei perso la possibilità di svolgere i miei doveri. Rendendomi conto di questo, ho deciso che da quel momento in poi sarei stato disposto a mettere in pratica le parole di Dio e a svolgere seriamente il mio dovere di ospitare. Così ho iniziato a imparare a cucinare, sono stato più attivo nelle pulizie e ho fatto del mio meglio per gestire bene tutto ciò che comportava il mio dovere di ospitare.

In seguito, ho letto alcune parole di Dio e ho acquisito una certa comprensione della radice della mia costante opposizione a quel dovere. Dio Onnipotente dice: “Se ti è stato affidato un dovere da svolgere e originariamente non eri capace di sottometterti, in che misura ne sei capace adesso? Per esempio, sei un fratello: se ti chiedessero di preparare i pasti e lavare i piatti per gli altri fratelli e sorelle ogni giorno, ti sottometteresti? (Penso di sì.) Forse nel breve termine ne saresti in grado, ma se ti venisse chiesto di compiere questo dovere a lungo termine, ti sottometteresti? (Potrei sottomettermi occasionalmente, ma con il passare del tempo potrei non esserne in grado.) Questo significa che non ti sei sottomesso. Cosa porta le persone a non sottomettersi? (Il fatto che nutrono nel cuore nozioni tradizionali. Pensano che gli uomini dovrebbero lavorare fuori casa e le donne occuparsi delle faccende domestiche, che cucinare sia un lavoro da donna e che l’uomo perda dignità compiendolo. Per questo trovano difficile sottomettersi.) Esatto. Esiste una discriminazione sessuale quando si tratta di divisione del lavoro. Gli uomini pensano: ‘Noi dovremmo essere là fuori a guadagnarci uno stipendio. Di cose come cucinare e lavare dovrebbero occuparsi le donne. Non andrebbero assegnate a noi’. Ma ora si tratta di circostanze particolari e ti viene chiesto di farlo, quindi cosa fai? Quali sono gli impedimenti che devi superare per poterti sottomettere? Questo è il nocciolo della questione. Devi superare la discriminazione sessuale che applichi. Non esistono lavori che vanno svolti dagli uomini e lavori che vanno svolti dalle donne. Non distribuire i compiti in questo modo. I doveri che le persone svolgono non andrebbero determinati in base al sesso. Puoi distribuire i compiti in questo modo a casa tua e nella vita quotidiana, ma ora qui si parla del tuo dovere, quindi come dovresti interpretarlo? Dovresti ricevere questo dovere da Dio, accettarlo e cambiare le opinioni errate che nutri dentro di te. Dovresti dire: ‘È vero, sono un uomo, ma sono un membro della chiesa e un essere creato agli occhi di Dio. Farò tutto ciò che la chiesa mi assegna; gli incarichi non vengono distribuiti in base al sesso’. Prima di tutto, dovresti abbandonare le tue opinioni errate e poi accettare il tuo dovere. Accettare il tuo dovere è vera sottomissione? (No.) Se nei giorni successivi qualcuno ti dicesse che il cibo che cucini è troppo salato, o che non ha abbastanza sapore, o che hai sbagliato qualcosa e non volesse mangiarlo, o ti dicesse di preparare qualcosa di diverso, saresti in grado di accettarlo? A quel punto, ti sentiresti a disagio e penseresti: ‘Sono un uomo che ha una dignità e mi sono già abbassato a preparare i pasti per tutti questi fratelli e sorelle, eppure loro continuano a sottolineare tutti questi problemi. Sono stato spogliato di tutto il mio orgoglio’. A quel punto non vorrai sottometterti, vero? (No.) Questa è una difficoltà. Ogni volta che non riesci a sottometterti, è a causa di un’indole corrotta che si rivela e che provoca problemi, rendendoti incapace di praticare la verità e di sottometterti a Dio(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo nella pratica della verità vi è l’ingresso nella vita”). “Gli uomini hanno questi pensieri maschilisti e guardano con disprezzo alcuni compiti come prendersi cura dei figli, riordinare la casa, fare il bucato e pulire. Alcuni hanno forti tendenze maschiliste e disdegnano queste mansioni, non sono disposti a svolgerle o, quando se ne occupano, lo fanno controvoglia, temendo che gli altri possano perdere stima di loro. Pensano: ‘Svolgere sempre queste mansioni non mi renderà effeminato?’ Quali sono il pensiero e il punto di vista all’origine di ciò? Non c’è forse un problema nel loro modo di pensare? (Sì.) Nel loro modo di pensare vi sono dei problemi. Prendi certe regioni in cui gli uomini indossano il grembiule e cucinano continuamente. Quando la donna torna a casa dal lavoro, l’uomo le serve il cibo dicendo: ‘Ecco, mangia qualcosa. È davvero delizioso; oggi ho preparato tutti i tuoi piatti preferiti’. A buon diritto la donna mangia il cibo pronto e a buon diritto l’uomo lo prepara, senza sentirsi mai una casalinga. Una volta che finisce e toglie il grembiule, non è ancora un uomo? In alcune zone in cui il maschilismo è particolarmente spiccato, gli uomini sono innegabilmente viziati dai condizionamenti e dall’influenza della famiglia. Questi condizionamenti li hanno salvati o danneggiati? (Li hanno danneggiati.) È stato un danno per loro. […] I pensieri e i punti di vista instillati dai genitori riguardano le regole di vita più semplici e basilari nonché alcune opinioni errate sulle persone. In sintesi, tutto ciò costituisce un condizionamento esercitato dalla famiglia sul pensiero degli individui. Indipendentemente dall’impatto che ha sulla vita di una persona nel corso della sua fede in Dio e nella sua esistenza o da quanti problemi e disagi le arreca, esso ha intrinsecamente una certa relazione con l’educazione ideologica ricevuta dai genitori(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (14)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che il mio sentirmi oppresso e sofferente nell’assolvere il dovere di ospitare e la mia mancanza di sottomissione erano causati principalmente dalla visione fallace per cui “gli uomini dovrebbero lavorare fuori casa e le donne dovrebbero occuparsi dei lavori domestici”. A casa lavoravamo i campi e mia madre e mia moglie, dopo aver faticato fuori, tornavano a casa e dovevano comunque fare il bucato, cucinare e dare da mangiare agli animali. Erano così impegnate che riuscivano a stento a stare dietro a tutto. Io lo vedevo, ma non davo mai una mano. Credevo che lavare i panni, cucinare e fare le faccende domestiche fossero lavori da donne e che gli uomini dovessero solo guadagnare soldi per mantenere la famiglia e fare lavori all’aperto. Pensavo che, se gli uomini avessero svolto i lavori domestici, sarebbero stati visti come inutili e guardati dall’alto in basso. Vivendo con questa visione, raramente contribuivo alle faccende in casa e mancavo di attenzione e interesse per la mia famiglia. Dopo che avevo iniziato a credere in Dio, quando mi era stato chiesto di assolvere il dovere di ospitare, ero convinto che doveri come pulire, comprare le verdure e cucinare toccassero alle sorelle e che i fratelli non dovessero essere costretti a svolgere simili compiti. Essendo influenzato da questa mentalità maschilista, mi sentivo oppositivo e non mi applicavo al mio dovere. Andare al mercato a prendere la verdura, contrattare con i fruttivendoli e comprare prodotti economici e di buona qualità è una cosa del tutto normale. Eppure io lo percepivo sempre come qualcosa di imbarazzante e avevo paura di essere guardato dall’alto in basso. Quando cucinavo, lo facevo semplicemente come mi andava, senza considerare minimamente se i fratelli vi fossero abituati. A causa della mia opposizione al mio dovere di ospitare, nemmeno pulivo quando era necessario. Ero davvero così privo di umanità e di ragione! Questa mentalità maschilista aveva completamente distorto i miei pensieri. Ho pensato a come i doveri vengano da Dio, a come non abbiano distinzioni di prestigio, di sesso o di età e che avrei dovuto accettarlo da Dio, trattarlo come una responsabilità da custodire e amare e dedicarmi lealmente al mio dovere e soddisfare Dio. Invece vivevo secondo la mentalità per cui “gli uomini dovrebbero lavorare fuori casa e le donne dovrebbero occuparsi dei lavori domestici”. Tenevo conto solo dei miei sentimenti e mai di quali fossero davvero le mie responsabilità e il mio dovere. Non avevo alcuna sottomissione. Non mi stavo forse opponendo a Dio in questo? Quando me ne sono reso conto, mi sono sentito profondamente pentito e in colpa e così mi sono presentato davanti a Lui e ho pregato: “Dio, sono stato controllato dalla mentalità secondo la quale ‘gli uomini dovrebbero lavorare fuori casa e le donne dovrebbero occuparsi dei lavori domestici’ senza alcuna sottomissione nel fare il mio dovere di ospitare e mi sono opposto a Te costantemente. Sono stato così irragionevole! Dio, ho sbagliato, ma sono disposto a pentirmi davanti a Te”.

Successivamente, ho letto un altro passo delle parole di Dio e sono giunto a comprendere lo standard che Egli adotta per misurare le persone. Dio Onnipotente dice: “Dio non ha nulla di specifico da dire riguardo ai generi sessuali umani, perché sia l’uomo che la donna sono creazioni di Dio e derivano da Lui. Per usare una frase coniata dall’umanità, ‘Sia il palmo che il dorso della mano sono fatti di carne’; Dio non ha particolari pregiudizi nei confronti né degli uomini né delle donne, e neppure pone loro richieste differenti a seconda del sesso: per Lui sono uguali. Dunque, per giudicarti, Dio applica gli stessi pochi standard, che tu sia un uomo o una donna: Egli considera che tipo di umanità essenza possiedi, quale cammino percorri, qual è il tuo atteggiamento nei confronti della verità, se ami la verità, se hai un cuore che teme Dio e se sei in grado di sottometterti a Lui. Quando sceglie una persona e la coltiva perché compia un determinato dovere o adempia a una certa responsabilità, Dio non guarda se è un uomo o una donna. Dio promuove e utilizza le persone, di qualunque sesso siano, considerando se sono dotate di coscienza e ragione, se possiedono una levatura degna, se accettano la verità e quale cammino percorrono. Naturalmente, quando salva e perfeziona gli uomini, Egli non Si sofferma a considerarne il sesso. Se sei una donna, Dio non considera se sei virtuosa, gentile, delicata e dotata di moralità, o se sei ben educata, e non valuta gli uomini in base alla loro virilità e alla loro mascolinità: non sono questi gli standard che Egli adotta per valutare uomini e donne(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (7)”). Dalle parole di Dio, ho visto che la Sua indole è giusta e che Egli non tratta le persone in modo diverso in base al loro sesso. Quando Dio creò Adamo ed Eva, non fece alcuna discriminazione di genere nei loro confronti e il Suo amore e la Sua cura verso di loro erano uguali, non c’erano favoritismi. Le parole che Egli pronuncia negli ultimi giorni per salvare l’umanità sono rivolte a tutte le persone, indipendentemente dalla nazionalità, dall’etnia o dal sesso. Nella mia esperienza, ho anche visto che la casa di Dio non considera il genere quando promuove e utilizza le persone, ma piuttosto fa considerazioni basate sul fatto che esse amino la verità e abbiano coscienza e ragione e anche in base al cammino che percorrono. Non c’è una regola che dice che i leader e i lavoratori debbano essere uomini e che il dovere di ospitare debba essere svolto da donne. Per esempio, conoscevo un fratello che faceva anche il dovere di ospitare e, ogni volta che aveva tempo, si concentrava sulla lettura delle parole di Dio. Durante le riunioni, si apriva in condivisione sul suo stato e sui suoi problemi e, quando si trovava in difficoltà, cercava la verità e si concentrava sul praticare secondo le verità principi. Questo fratello faceva il suo dovere senza essere limitato dal genere. Ho capito allora che vivere secondo l’assurdo punto di vista del maschilismo era sbagliato ed estremo e che va completamente contro le parole di Dio. Dopo aver compreso queste verità, ho acquisito un certo discernimento su tale mentalità maschilista ed ero disposto a rifiutarla dal mio cuore. Sono anche diventato capace di accettare pienamente il mio dovere di ospitare.

In seguito, ho letto altre parole di Dio e ho acquisito maggiore chiarezza su come svolgere bene questo dovere. Dio dice: “I principi che devi capire e le verità che devi mettere in pratica sono gli stessi, indipendentemente dal dovere che svolgi. Che ti venga chiesto di essere un capo o un collaboratore, o che tu stia cucinando delle pietanze per gli ospiti, o che ti venga chiesto di occuparti di alcuni affari esterni o di svolgere qualche lavoro manuale, le verità principi che vanno osservate nello svolgimento di questi diversi doveri sono le stesse, cioè devono basarsi sulla verità e sulle parole di Dio. Qual è allora il più rilevante e il più importante fra tali principi? È dedicare tutto il cuore, tutta la mente e ogni sforzo a svolgere bene il proprio dovere, e svolgerlo raggiungendo lo standard richiesto. […] Per esempio, se sei responsabile della preparazione del cibo per i fratelli e le sorelle, quello è il tuo dovere. Come dovresti affrontare questo compito? (Dovrei cercare le verità principi.) Come si fa a cercare le verità principi? Questo riguarda la realtà e la verità. Devi pensare a come mettere in pratica la verità, come svolgere bene questo dovere e quali aspetti della verità implica questo dovere. Il primo passo è che innanzitutto devi sapere: ‘Non sto cucinando per me. Ciò che sto facendo è il mio dovere’. Qui sta l’aspetto della visione. Cosa dite del secondo passo? (Devo pensare a come cucinare bene il pasto.) Qual è il criterio per cucinare bene? (Devo cercare i requisiti di Dio.) Giusto. Solo i requisiti di Dio sono la verità, il criterio e il principio. Cucinare secondo i requisiti di Dio è un aspetto della verità. Innanzitutto devi considerare questo aspetto della verità, e poi riflettere: ‘Dio mi ha dato questo dovere da svolgere. Qual è il criterio richiesto da Dio?’ Questo fondamento è un requisito. Allora, come si dovrebbe cucinare per attenersi al criterio di Dio? Il cibo che cucini deve essere sano, saporito, pulito e non dannoso per il corpo: ecco le implicazioni specifiche. Fintanto che cucini attenendoti a questo principio, avrai fatto da mangiare secondo i requisiti di Dio. Perché dico così? Perché hai cercato i principi di questo dovere e non hai superato l’ambito delineato da Dio. Questo è il modo giusto di cucinare. Hai fatto bene il tuo dovere, e l’hai fatto in modo soddisfacente(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto ricercando le verità principi si può svolgere bene il proprio dovere”). Dalle parole di Dio ho capito che, indipendentemente dal dovere che svolgiamo, dobbiamo praticare secondo le verità principi e dobbiamo dedicare il nostro cuore e il nostro sforzo a farlo bene secondo le parole di Dio. Per esempio, quando assolvo il mio dovere di ospitare, se il cibo non viene preparato bene, e quindi gli altri non vogliono mangiarlo o si verificano effetti collaterali sulla loro salute, allora non ho fatto bene il mio dovere. Quando si tratta di cibo, devo essiccare ciò che deve essere essiccato e servire quello che va mangiato velocemente per evitare sprechi. Inoltre, in Cina, il Paese che si oppone più duramente a Dio, dobbiamo sempre rimanere vigili nel nostro dovere di ospitare, prestare attenzione a ciò che ci circonda e garantire la sicurezza di fratelli e sorelle. Dopo aver capito questo, quando sono andato di nuovo al mercato a comprare la verdura, ho pensato a come acquistare prodotti di buona qualità e a prezzi accessibili e non mi sono preoccupato di quello che pensavano gli altri. Mi sono imposto di preparare cibi gustosi, nutrienti e sani e, per i piatti che non sapevo come preparare, chiedevo ai fratelli e alle sorelle o imparavo dai video tutorial. Dopo un po’ di tempo, lo stato della cucina e della pulizia della casa è migliorato notevolmente. In seguito, ho collaborato con un fratello per riparare apparecchiature elettroniche e prendevo l’iniziativa di cucinare e fare le faccende domestiche. A volte, quando i fratelli e le sorelle venivano a casa nostra, non potevano fare a meno di lodarci, dicendo cose come: “La vostra casa è così pulita!” e “Questo cibo sembra davvero appetitoso”. Dopo aver sentito queste cose, ringraziavo Dio dal profondo del cuore.

Ho capito che i doveri sono un incarico di Dio all’umanità e la nostra responsabilità e il nostro obbligo che dovremmo adempiere, indipendentemente dal genere e che dovremmo accettarli incondizionatamente e fare del nostro meglio per adempierli. Ho anche compreso che non è importante quale dovere facciamo e che la cosa fondamentale è cercare la verità nei nostri doveri ed eliminare la nostra indole corrotta. Cercare di praticare secondo le verità principi è la cosa più importante. Questi miei cambiamenti e guadagni sono tutti il risultato della guida delle parole di Dio. Grazie a Dio!

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