13. Non sono più preoccupata per il matrimonio di mio figlio
Sono nata da una famiglia di contadini negli anni Sessanta. I miei genitori si alzavano prima dell’alba e lavoravano fino a notte fonda per guadagnare denaro affinché mio fratello maggiore potesse costruire una casa e sposarsi. Erano davvero sfiniti. A causa del condizionamento e dell’influenza dei miei genitori, credevo che occuparsi del matrimonio dei propri figli fosse una responsabilità dei genitori. Dopo che ci siamo sposati, io e mio marito abbiamo avuto un figlio. Ho detto a mio marito: “Facciamo qualche soldo finché siamo ancora giovani. Come minimo, dovremo comprargli una casa”. In seguito, mio marito ha accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Successivamente, è stato arrestato dalla polizia perché partecipava alle riunioni e svolgeva il suo dovere. È stato costretto ad andarsene di casa e scappare. Due anni dopo, anch’io ho accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni. Poiché la direttrice della Federazione Femminile veniva continuamente a casa mia per chiedere informazioni su dove si trovasse mio marito, non potevo credere in Dio né svolgere il mio dovere in casa. Non avendo altra scelta, anch’io me ne sono andata. Da quel momento, io e mio marito siamo stati sradicati dalla nostra città natale e abbiamo iniziato la nostra vita in esilio, senza poter tornare a casa.
I giorni passavano in fretta. In un attimo, mio figlio aveva già superato i vent’anni. Aveva l’età per sposarsi. Nel febbraio del 2013, io e mio marito abbiamo approfittato di un’occasione fortuita per tornare a casa di nascosto. Nostro figlio ha accennato al matrimonio, dicendo di aver trovato una compagna. I genitori di lei erano ansiosi di organizzare il matrimonio. Hanno detto a mio figlio: “Sappiamo che la tua famiglia non ha soldi. Non vogliamo che paghi un prezzo per la sposa, ma perlomeno devi comprare una casa! Senza una casa, come fareste a vivere?” Quando ho udito le parole di mio figlio, mi sono molto preoccupata. Poiché io e mio marito eravamo perseguitati dal PCC, da anni eravamo in fuga lontano da casa a svolgere il nostro dovere e non avevamo avuto la possibilità di uscire e lavorare per guadagnare denaro. Semplicemente non avevamo modo di trovare i soldi per comprare una casa. Quando ho visto mio figlio sospirare e lamentarsi, anch’io mi sono preoccupata e agitata e ho pensato: “Se il matrimonio di mio figlio saltasse perché non riusciamo a trovare i soldi, lui non si lamenterebbe di me?” Quando si sposavano i figli di altre persone, i genitori risparmiavano per comprare loro auto e case, mentre io non riuscivo a mettere da parte i soldi e mi sentivo come se non avessi adempiuto la responsabilità di una madre. Come potevo spiegare questo a mio figlio? Sentivo di non poter camminare a testa alta di fronte a lui e di non avere giustificazioni. Più ci pensavo, più mi sentivo preoccupata. Cosa dovrei fare per il matrimonio di mio figlio? Una volta, mia suocera ha detto a me e mio marito: “Dovete pensare a vostro figlio. Guardate il figlio dei nostri vicini che sta per sposarsi. I genitori gli hanno comprato una casa e per la sposa hanno pagato alla famiglia un prezzo di decine di migliaia di yuan. Pensate anche a vostra cugina. Quando suo figlio si è sposato, gli ha comprato una casa e per la sposa ha pagato un prezzo di oltre centomila yuan. La famiglia della compagna di vostro figlio è davvero premurosa. Non vogliono che la nostra famiglia paghi un prezzo per la sposa, ma solo che dia un anticipo per il pagamento della casa. Non hanno mica cresciuto una bella figlia per niente, giusto? Per di più, sembra che siano proprio una bella coppia. Se il matrimonio di vostro figlio dovesse saltare perché non riusciamo a trovare i soldi, non sarebbe davvero un peccato? La gente riderebbe di noi!” Dopo aver udito le parole di mia suocera, mi sono sentita angosciata come se mi avessero pugnalata al cuore. Non riuscivo a smettere di piangere. Mi sono ricordata di quando mio figlio aveva 8 mesi, suo padre se n’era andato di casa perché il PCC gli stava dando la caccia e lui non aveva mai potuto godere dell’amore del padre. In seguito, anch’io me n’ero dovuta andare di casa per motivi di sicurezza, quindi avevamo passato più tempo lontani da lui piuttosto che insieme. L’ultima volta che l’avevo visto aveva tredici anni. In tutti quegli anni, era stato a carico dei suoi nonni. Adesso aveva bisogno di soldi per sposarsi, ma io non riuscivo a racimolarli. Non avevo adempiuto nessuna delle mie responsabilità. Più ci pensavo, più mi sentivo come se avessi fallito nei confronti di mio figlio. Come madre ero un’incompetente. Mio figlio era davvero miserabile perché era nato nella nostra famiglia. Se non fosse stato per gli arresti e la persecuzione del PCC, non avremmo dovuto nasconderci e in qualche modo saremmo riusciti a guadagnare dei soldi per lui. Ho pensato di chiedere un prestito a mio fratello e a mia sorella maggiori, così da poter versare un anticipo per comprare una casa ed evitare di essere il bersaglio di pettegolezzi da parte di mia suocera, dei parenti e degli amici. Ma poi ci ho ripensato di nuovo. Una volta preso in prestito il denaro, avrei dovuto lavorare per ripagarlo e non avrei potuto svolgere il mio dovere. Ero responsabile del lavoro di molte chiese. Se avessi rinunciato al mio dovere per guadagnare soldi, questo non sarebbe stato come tradire Dio? Tuttavia, mio figlio aveva ancora bisogno di soldi per sposarsi. Dove potevo trovare tutti quei soldi? Vivevo in uno stato di grande indecisione. In preda all’angoscia, sono giunta dinanzi a Dio per pregare: “Caro Dio, di fronte al matrimonio di mio figlio, non so davvero cosa fare. So di non poter rinunciare al mio dovere. Non posso tradirTi per guadagnare soldi così da permettere a mio figlio di sposarsi. Ma la mia statura è troppo scarsa. Sono limitata dal suo matrimonio. Sono disposta ad affidarlo a Te e a rispettare ciò che farai. Caro Dio, Ti prego di aiutarmi a non tradirTi a causa del matrimonio di mio figlio”. Dopo aver pregato, il mio cuore si è calmato molto.
Sono tornata nel luogo dove stavo svolgendo il mio dovere. In apparenza, ogni giorno ero molto impegnata a gestire il lavoro della chiesa. Tuttavia, non appena pensavo al matrimonio di mio figlio, in cuor mio mi sentivo tormentata. Temevo che il suo matrimonio sarebbe saltato poiché non avevo soldi. Mi sentivo così angosciata e miserabile. Sentivo di avere un debito con mio figlio. Durante quel periodo, non riuscivo a mangiare né a dormire bene. Ero ansiosa e turbata, mi facevano male i denti e avevo mal di gola. A volte, durante le riunioni, addirittura vagavo con la mente e cominciavo involontariamente a pensare a cosa avrei fatto per il matrimonio di mio figlio. Mi sentivo continuamente intorpidita, incapace di risollevarmi il morale. La sorella con cui collaboravo si è accorta che il mio stato non era buono e che non stavo portando un fardello nel mio dovere come facevo in passato. Ha condiviso con me su com’era stata la sua esperienza con il figlio. Ha anche detto che, quando era lontana da casa, suo figlio aveva imparato a vivere in modo indipendente e aveva anche trovato una compagna. Tutto questo rientra nella sovranità di Dio. Dopo aver ascoltato la condivisione della mia sorella, ho pensato: “Questo è perché tuo figlio ha trovato una buona compagna”. Successivamente, alcune volte ancora mi sentivo limitata. Se il matrimonio di mio figlio fosse saltato, il mio cuore non avrebbe potuto riposare in pace per il resto della vita. Vivevo continuamente tra dolori e tormenti. Mi sentivo come se avessi il cuore schiacciato da una roccia. In quel momento, ho letto un passo delle parole di Dio e in cuor mio mi sono sentita liberata. Dio dice: “Il matrimonio è un momento importante nella vita di una persona. È il prodotto del suo destino e un legame cruciale nella sua sorte; non si fonda sulla sua volontà o sulle sue preferenze individuali e non è influenzato da alcun fattore esterno, bensì è completamente determinato dai destini delle due parti in causa, dalle disposizioni e dalle predeterminazioni del Creatore riguardo alla sorte di ambedue i membri della coppia” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico III”). Grazie alle Sue parole, ho compreso che il destino della vita di una persona è stato disposto da Dio molto tempo fa. A maggior ragione, anche il matrimonio è ordinato da Dio e non è influenzato da alcuna condizione esterna. Se Dio ha ordinato che mio figlio e la sua compagna debbano essere una famiglia, allora niente potrà separarli. Se invece non devono essere una famiglia, allora alla fine il matrimonio non avrà successo. Il fatto che abbia successo o meno è nelle mani di Dio e non dipende da quanto denaro spendo. In passato, sapevo che il matrimonio era ordinato da Dio in modo dottrinale. Ma quando ho dovuto affrontare il matrimonio di mio figlio, ho pensato che senza soldi non avrebbe potuto sposare la sua compagna. Quando la sorella con cui collaboravo ha condiviso con me sulla sua esperienza e sulla sovranità di Dio, in cuor mio non l’ho creduta. Pensavo che suo figlio avesse avuto fortuna. Al contrario, senza soldi mio figlio non avrebbe potuto sposarsi. In particolare, vedendo come al giorno d’oggi sempre più giovani provenienti da famiglie povere non riuscissero a trovare moglie, credevo ancora di più che senza soldi non fosse possibile sposarsi. Ero così stressata per il matrimonio di mio figlio che non riuscivo a mangiare né a dormire bene e addirittura non avevo più motivazioni a svolgere il mio dovere. Il mio cuore si è illuminato solo dopo aver letto le parole di Dio. Ho capito che il matrimonio è interamente ordinato da Lui. Prendiamo come esempio mia sorella maggiore. Lei ha molti soldi, ma suo nipote semplicemente non riusciva a trovare moglie a prescindere da cosa facesse. Per di più, conoscevo una famiglia che aveva diversi figli maschi. Nessuno di loro aveva un soldo, ma tutti avevano trovato una moglie. Questo succede spesso. Le parole di Dio sono assolutamente vere. Il matrimonio è ordinato da Dio. Non è determinato dai soldi. Io credevo in Dio ma non vedevo le cose in conformità con le Sue parole, non credevo nella Sua sovranità e addirittura seguivo le tendenze dei non credenti senza un briciolo di fede in Lui. Questa non è la forse mentalità di un miscredente? Il matrimonio è ordinato da Dio. Non ha nulla a che vedere con l’ambiente familiare o con fattori esterni. Non è come pensavo, ossia che il matrimonio di mio figlio avrebbe avuto successo solamente con i soldi. Una volta compreso ciò, di colpo ho sentito il mio cuore schiarirsi e illuminarsi. In qualche modo, sono anche riuscita a rinunciare al matrimonio di mio figlio.
Successivamente, ho riflettuto: “Perché credevo costantemente di aver deluso mio figlio e mi sentivo a disagio?” Ho letto queste parole di Dio: “Le persone che vivono in questa società reale sono state profondamente corrotte da Satana. Che siano istruite o meno, molti aspetti della cultura tradizionale sono radicati nei loro pensieri e nelle loro opinioni. In particolare, ci si aspetta che le donne si occupino del marito e di crescere i figli, che siano buone mogli e madri amorevoli, che consacrino tutta la loro vita ai mariti e ai figli e che vivano per loro, assicurando alla famiglia tre pasti al giorno e facendo bene il bucato, le pulizie e tutti gli altri lavori domestici. Questo è lo standard a cui attenersi per essere brave mogli e madri affettuose. Inoltre, tutte le donne ritengono che questa sia la condotta da adottare e che, se così non fanno, allora non sono donne perbene e hanno violato la coscienza e gli standard della moralità. La violazione di questi standard morali peserà molto sulla coscienza di alcune di loro; sentiranno di aver deluso mariti e figli e di non essere donne perbene. Ma quando avrai acquisito la fede in Dio, letto molte delle Sue parole, compreso alcune verità e capito fino in fondo determinate questioni, penserai: ‘Sono un essere creato, dovrei svolgere il mio dovere in quanto tale e spendermi per Dio’. A quel punto, vi è un conflitto tra l’essere una buona moglie e una madre amorevole e lo svolgimento del proprio dovere di essere creato? Se vuoi essere una buona moglie e una madre amorevole, allora non puoi svolgere il tuo dovere a tempo pieno, ma se vuoi svolgere il tuo dovere a tempo pieno, allora non puoi essere una buona moglie e una madre amorevole. Che fare a questo punto? Se scegli di svolgere bene il tuo dovere e di essere responsabile dell’opera della chiesa e leale a Dio, allora devi rinunciare a essere una buona moglie e una madre amorevole. A questo punto, cosa penseresti? Che genere di discordanza ti sorgerebbe nella mente? Sentiresti di aver deluso i tuoi figli, tuo marito? Da dove viene questo senso di colpa e di disagio? Quando non adempi bene al dovere di essere creato, senti di aver deluso Dio? Non provi alcun senso di colpa o di rimorso perché il tuo cuore e la tua mente mancano del benché minimo accenno di verità. Allora, che cosa capisci? La cultura tradizionale e come essere una buona moglie e una madre amorevole. Perciò nella tua mente sorgerà la nozione secondo cui ‘se non sono una buona moglie e una madre amorevole, allora non sono una donna buona o rispettabile’. Da allora in poi sarai legata e incatenata da questa nozione e questo genere di nozioni ti manterranno in quello stato anche dopo che avrai acquisito la fede in Dio e svolto il tuo dovere. Quando vi è un conflitto tra lo svolgimento del proprio dovere e l’essere una buona moglie e una madre amorevole, anche se scegli a malincuore di assolvere il tuo dovere magari perché possiedi un po’ di lealtà nei confronti di Dio, in cuor tuo permarrà un sentimento di disagio e di rimorso. Pertanto, quando avrai un po’ di tempo libero durante lo svolgimento del tuo dovere, cercherai opportunità per prenderti cura dei tuoi figli e di tuo marito, volendo farti perdonare ancora di più, e penserai che non importa se dovrai soffrire ancora, pur di sentirti serena. Questo non è forse dovuto all’influenza delle idee e delle teorie della cultura tradizionale su come essere una buona moglie e una madre amorevole?” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto riconoscendo le proprie idee sbagliate ci si può realmente trasformare”). Le parole di Dio hanno smascherato per noi il pensiero e il punto di vista errato di “essere una brava moglie e una madre amorevole”. La cultura tradizionale richiedeva che le donne dovessero “occuparsi dei loro mariti e crescere i loro figli, essere brave mogli e madri amorevoli” e che dovessero sacrificare ogni cosa per i mariti e i figli. Tutti ritenevano che questo fosse lo standard per essere una donna qualificata. Altrimenti, non sarebbe stata una brava donna o una buona madre. Quando ero giovane, ho visto i miei genitori alzarsi prima dell’alba e lavorare fino a notte fonda per guadagnare denaro affinché mio fratello maggiore potesse sposarsi. Non importava quanto soffrissero o si sfinissero, dovevano comunque portare questo fardello. Credevo che, in quanto genitori, dovessimo crescere i nostri figli fino a farli diventare adulti, vederli sposati e aiutarli a fare carriera. Solo in questo modo avremmo potuto adempiere la nostra responsabilità ed essere degni di essere definiti buoni genitori. Vivendo secondo questo pensiero e punto di vista, sentivo di non essere una madre qualificata. Quando mio figlio era piccolo, ero dovuta fuggire dalla persecuzione del gran dragone rosso e non avevo potuto restare con lui e prendermene cura. Quando mio figlio è cresciuto, stava per sposarsi e aveva bisogno di comprare una casa, io, in quanto madre, non ero riuscita a mettere insieme i soldi o ad aiutarlo minimamente, così mi sentivo in debito con lui. Avevo addirittura pensato di rinunciare al mio dovere per guadagnare soldi affinché la famiglia e gli amici non mi deridessero e mio figlio non si lamentasse di me. Il punto di vista di “essere una brava moglie e una madre amorevole” stava controllando i miei pensieri e guidando i miei comportamenti. Mi sentivo angosciata perché non potevo soddisfare mio figlio e in cuor mio addirittura mi lamentavo di Dio e Lo fraintendevo. Ero assorbita e limitata dal matrimonio di mio figlio e soffrivo in modo indicibile. Non potevo nemmeno svolgere il mio dovere con la mente in pace. Ho capito che l’idea della cultura tradizionale di “essere una buona moglie e una madre amorevole” non era altro che una catena che intrappola le persone. Può solo portarle a fuggire Dio e a tradirLo. Dopo aver avuto una qualche comprensione del mio punto di vista, ho continuato a ricercare nelle parole di Dio.
Un giorno, ho letto queste Sue parole: “Credere in Lui è un’opportunità che Dio ci ha dato; è ordinata da Lui ed è la Sua grazia. Non hai pertanto alcun bisogno di adempiere a obblighi o responsabilità nei confronti di chiunque altro; dovresti solamente svolgere il tuo dovere di essere creato nei confronti di Dio. Questo è ciò che si deve fare al di sopra di tutto il resto, la cosa principale su cui si deve incentrare la propria vita. Se non compi bene il tuo dovere, non sei un essere creato qualificato. Agli occhi degli altri, potrai anche essere una brava moglie e una madre amorevole, un’eccellente massaia, una figlia devota e un membro integerrimo della società, ma davanti a Dio sei una persona che si ribella contro di Lui, una persona che non ha affatto adempiuto ai propri obblighi o al proprio dovere, una persona che ha accettato ma non ha portato a termine l’incarico ricevuto da Dio, una persona che ha rinunciato a metà strada. È possibile che una persona simile ottenga l’approvazione di Dio? Le persone di questo genere non valgono nulla” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto riconoscendo le proprie idee sbagliate ci si può realmente trasformare”). “Oltre alla nascita e all’educazione dei figli, la responsabilità dei genitori nella vita dei figli consiste semplicemente nell’offrire loro un ambiente formale in cui crescere, poiché solo la predestinazione del Creatore influisce sul destino di una persona. Nessuno può controllare il tipo di futuro che un individuo avrà; esso è prestabilito con largo anticipo e neppure i genitori possono cambiare il suo fato. Per quanto concerne il destino, tutti gli uomini sono indipendenti e tutti hanno il proprio. Così i genitori non possono ostacolare il destino di una persona nella vita o esercitare il minimo influsso sul ruolo che essa svolge nell’esistenza. Si potrebbe dire che la famiglia in cui si è destinati a nascere e l’ambiente in cui si cresce non sono altro che le precondizioni per la realizzazione della propria missione nella vita. Non determinano in alcun modo il fato di una persona nella vita o il tipo di destino in cui essa compie la propria missione. Perciò i genitori non possono aiutare un figlio a realizzare la sua missione nella vita, e allo stesso modo i parenti non possono aiutarlo ad assumere il suo ruolo nell’esistenza. Il modo in cui una persona compie la sua missione e il tipo di ambiente di vita in cui svolge il suo ruolo sono interamente determinati dal suo destino nell’esistenza. In altre parole, nessun’altra condizione oggettiva può influenzare la missione di una persona, che è prestabilita dal Creatore. Tutti gli uomini maturano nello specifico ambiente in cui crescono; poi gradualmente, passo dopo passo, si avviano lungo la propria strada nella vita e compiono i destini pianificati per loro dal Creatore. In modo naturale e involontario, entrano nel vasto oceano dell’umanità e occupano il loro posto nell’esistenza, dove cominciano a adempiere le loro responsabilità di esseri creati, nell’interesse della predestinazione del Creatore, della Sua sovranità” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico III”). Dalle Sue parole, ho compreso che il mio essere in grado di credere in Dio e svolgere i doveri è un’opportunità che mi è stata data da Lui. È anche la grazia di Dio. Adempiere il dovere di un essere creato è la priorità assoluta nella vita di una persona. È più importante di qualsiasi altra cosa. Se adempio le mie responsabilità di madre solo per soddisfare mio figlio, anche se gli altri mi vedranno come una brava moglie e una madre affettuosa, se non adempio i doveri di un essere creato, non dimostro fedeltà a Dio: questo vuol dire essere una persona che si ribella a Dio. Ho anche compreso che ogni persona ha la propria missione e che il destino di ognuno è indipendente. Sebbene sia stata io a dare la vita a mio figlio, il suo destino è nelle mani di Dio. I genitori non hanno alcun effetto su tutto ciò. Nessuno può cambiare la quantità di sofferenze o benedizioni che ciascuno sperimenterà nella propria vita, né che tipo di famiglia o di matrimonio avrà, in quale ambiente crescerà o cosa sperimenterà. I genitori hanno ancora meno possibilità di cambiare tutto questo. Tutto è ordinato da Dio. Una volta compreso ciò, sono riuscita a rinunciare al matrimonio di mio figlio e non ho più avuto la sensazione di aver fallito nei suoi confronti. Sono riuscita a lasciare che le cose seguissero il proprio corso. In seguito, ho detto a mio figlio: “Il matrimonio è ordinato da Dio e il fatto che abbia successo o fallisca è nelle Sue mani. Non importa quanti soldi dai ai tuoi figli. Non pensare così tanto al matrimonio. Quando arriva il momento di sposarsi, non possiamo prevedere come Dio disporrà le cose. Dobbiamo imparare ad aspettare i tempi di Dio. Come dice il detto: ‘Se una cosa è tua, gli altri non possono prendertela. Se non è tua, non potrai prenderla agli altri’”. Dopo qualche tempo, mio figlio non era più agitato come prima e aveva smesso di parlare del fatto che dovessimo comprargli una casa. Il suo matrimonio non mi preoccupava più così tanto e quando svolgevo i miei doveri ero in grado di calmare il mio cuore. Dentro di me mi sentivo molto più liberata.
Diversi mesi dopo, mio figlio mi ha chiamata al telefono e mi ha detto con gioia: “Mamma, è incredibile, ho comprato una casa. Non ho dovuto versare un anticipo. Il mio collega aveva urgente bisogno di soldi perché era stato trasferito al sud per lavorare, così me l’ha venduta per 300.000 yuan. Ho preso in prestito 400.000 yuan dalla banca che mi basteranno anche per arredare la casa. Ogni mese dovrò pagare una rata di poco più di 1.000 yuan. Quindi la faccenda della casa si è risolta senza problemi in un batter d’occhio!” Quando ho sentito la notizia, sono stata felicissima. Ho ringraziato Dio continuamente. Un anno dopo, mio figlio e la sua compagna hanno organizzato il matrimonio usando i soldi risparmiati col lavoro. Noi non abbiamo dovuto preoccuparci né spendere un centesimo. Mio figlio ci ha anche dato dei soldi per risolvere le difficoltà che avevamo nello svolgere i nostri doveri. Ciò che non mi sarei mai aspettata è stato che anche mio figlio ha iniziato a credere in Dio Onnipotente! Attraverso questa esperienza, ho visto le meravigliose azioni di Dio e ho capito che il matrimonio, il cuore e lo spirito di ognuno sono nelle Sue mani.
In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio e ho compreso come i genitori dovrebbero trattare i propri figli quando sono adulti. Dio Onnipotente dice: “Il destino di ognuno è determinato da Dio; pertanto, nessuno può prevedere né cambiare quante benedizioni o quante sofferenze sperimenterà nella vita, il tipo di famiglia, di matrimonio e di figli che avrà, le esperienze che farà nella società e gli eventi che sperimenterà nella vita, e tanto meno sono i genitori a poter cambiare queste cose. Perciò, se i figli affrontano delle difficoltà, i genitori dovrebbero aiutarli in modo positivo e attivo, se ne hanno la possibilità. In caso contrario, farebbero meglio a rilassarsi e a considerare queste cose dalla prospettiva di esseri creati, trattando allo stesso modo, come esseri creati, anche i figli. La sofferenza che tu sperimenti la devono sperimentare anche loro; la vita che vivi la devono vivere anche loro; il processo che tu hai affrontato per allevarli da piccoli lo affronteranno anche loro; gli alti e bassi, i raggiri e gli inganni che tu sperimenti nella società e tra le persone, i legami emotivi, i conflitti interpersonali e ogni altra cosa simile di cui hai fatto esperienza, sperimenteranno tutto anche loro. Tutti loro, come te, sono esseri umani corrotti, trascinati dalle correnti del male e corrotti da Satana; questo è qualcosa a cui né tu né loro potete sfuggire. Pertanto, volerli aiutare a evitare ogni sofferenza e a godere di tutte le benedizioni del mondo è una sciocca illusione e un’idea da stolti. Per quanto ampie possano essere le ali di un’aquila, esse non possono proteggere il suo aquilotto per tutta la vita. L’aquilotto arriverà alla fine a un punto in cui dovrà crescere e volare da solo e, quando sceglierà di volare da solo, nessuno sa quale sarà il suo spazio di cielo o dove deciderà di volare. Pertanto, l’atteggiamento più ragionevole che i genitori possano assumere dopo che i figli sono cresciuti è quello di lasciarli andare, di permettere loro di sperimentare la vita da sé, di vivere in modo indipendente e di affrontare, gestire e risolvere le varie sfide della vita in modo autonomo. Se ti chiedono di aiutarli e tu disponi delle possibilità e delle condizioni per farlo, naturalmente puoi dare loro una mano e fornire l’aiuto necessario. Tuttavia, il prerequisito è che, a prescindere dall’aiuto che fornisci loro, sia esso finanziario o psicologico, questo può essere solo temporaneo e non ha il potere di cambiare alcun aspetto sostanziale. Un figlio deve percorrere la propria strada nella vita e tu non hai alcun obbligo di farti carico delle sue faccende né delle conseguenze. Questo è l’atteggiamento che i genitori dovrebbero avere nei confronti dei figli adulti” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (19)”). Le parole di Dio mi hanno fatto capire che i genitori, dopo aver messo al mondo i figli e averli cresciuti fino all’età adulta, hanno adempiuto le proprie responsabilità. In seguito, dovrebbero rinunciare ai propri figli e lasciare che si facciano strada nel mondo, percorrendo il loro cammino nella vita. Dovrebbero lasciare che i figli facciano le loro esperienze e che affrontino e risolvano i vari problemi che incontrano nella vita in modo indipendente. Quando i figli hanno delle difficoltà, se i genitori sono in condizione di farlo e ne hanno le possibilità, possono dar loro una mano per aiutarli a risolvere delle difficoltà reali. Se i genitori non si trovano nelle giuste condizioni, dovrebbero lasciare che le cose seguano il proprio corso. Ognuno cammina sulla traiettoria ordinata da Dio e i genitori non possono minimamente influenzare il destino dei propri figli. Riguardo al matrimonio di mio figlio, anche se gli avessi dato i soldi per sposarsi, questo avrebbe solamente risolto un suo problema temporaneo. Non avrebbe potuto risolvere la questione del successo o meno del suo matrimonio. Per quanto grandi siano le ali di un’aquila, essa non può proteggere i suoi aquilotti per tutta la vita. Quando i figli diventano adulti, svolgono la propria missione in conformità con la sovranità e l’ordinazione di Dio. Nessuno può cambiare la sofferenza e le vicissitudini che dovranno sperimentare nelle loro vite. Ho anche compreso che tutti, siano essi genitori o figli, hanno la propria missione. Tutti dovrebbero perseguire la verità e la salvezza. Dovrebbero dedicare il tempo limitato che hanno a disposizione e i loro sforzi al proprio dovere e a portare a termine la loro missione. Questa è l’unica cosa che ha valore e significato. Se i genitori, solo per soddisfare le aspettative e le richieste dei figli, sono preoccupati e in ansia per loro, o lavorano instancabilmente come se fossero i loro schiavi, abbandonando i propri doveri, allora questa è una vita priva di significato o valore. Per quanto lo facciano, non possono essere ricordati da Dio e non possono cambiare il destino dei propri figli. Dopo aver letto le parole di Dio, il mio cuore si è davvero illuminato. Ora so come trattare mio figlio. Quando aveva delle difficoltà, se potevo avrei dovuto aiutarlo, mentre se non potevo avrei dovuto rinunciare. Avrei dovuto lasciare che sperimentasse la sua vita da solo. Devo adempiere il mio dovere fino al massimo delle mie possibilità e ripagare l’amore di Dio. È questa la responsabilità che devo adempiere.
Sono stata influenzata e vincolata dalla cultura tradizionale e ho sofferto molto nel perseguimento di essere una brava moglie e una madre amorevole. Sono state le parole di Dio a liberarmi dal mio dolore e ad aiutarmi a trovare una direzione e un cammino di pratica. Ora possiedo dei principi con i quali trattare mio figlio e la mia vita è libera e affrancata. Grazie a Dio!