90. Non puoi fare bene il tuo dovere se ti preservi continuamente
Selezionavo i sermoni nella chiesa. Lavoravo con Yilin e Yiyang. Un giorno di aprile del 2022, i leader hanno inviato una lettera che diceva: “Yilin non entra nei principi quando seleziona i sermoni e i risultati del suo lavoro non sono stati buoni. Deve essere destituita. Tu e Yiyang ottenete dei risultati nello svolgere i vostri doveri, ma di recente ci sono state deviazioni nel modo in cui avete selezionato i sermoni: ne avete esclusi alcuni validi. Per il momento rimarrete al vostro posto, ma sarete sotto osservazione”. Quando ho letto questa notizia, il mio cuore si è riempito di sentimenti contrastanti. La levatura di Yilin era migliore della mia, ma perfino lei era stata destituita. La mia levatura e le mie competenze lavorative non erano buone come le sue e non afferravo bene i principi. Se avessi commesso un altro errore nella selezione dei sermoni, sarei stata sicuramente destituita. Ora, l’opera di Dio sta per essere completata. Se fossi stata destituita e non avessi avuto un dovere da svolgere, avrei ancora avuto una possibilità di salvezza? Quando ho pensato a questo, ho sentito come un macigno sul cuore. Durante quel periodo, ogni volta che selezionavo un sermone, lo leggevo più volte, temendo di venire destituita se fosse apparsa una deviazione. Tuttavia, più avevo paura di commettere un errore, meno ero in grado di soppesare accuratamente le cose e più problemi e deviazioni si verificavano. Una volta, stavamo valutando un sermone, che mi sembrava fosse ben strutturato e condividesse in modo abbastanza pratico. L’ho dato ai leader perché lo esaminassero. Non mi sarei mai aspettata che, dopo averlo letto, dicessero: “Le nozioni religiose in questo sermone non sono state eliminate. Non può essere consegnato”. Sono rimasta scioccata: “Come ho fatto a non notare questa cosa? Se i leader vedono che non afferro i principi e non sto facendo progressi nel mio dovere, mi destituiranno?” In seguito, sono diventata estremamente titubante e priva di iniziativa nel fare il mio dovere. Quando selezionavo i sermoni, non osavo esprimere chiaramente la mia opinione perché avevo paura di commettere un errore e di essere rivelata e destituita. Pertanto, mi rivolgevo ai leader per ogni cosa e lasciavo che decidessero loro.
In un’occasione, le chiese avevano approvato alcuni sermoni. Dopo averli letti, abbiamo scoperto che quattro di loro erano scritti in modo abbastanza pratico e potevano essere consegnati. Tuttavia, nel mio cuore facevo delle considerazioni: “E se consegnassi un altro sermone inutile perché l’ho letto in modo inaccurato? Cosa farò se i leader pensano che non ho una padronanza dei principi e mi destituiscono? Per essere sicura, dovrei passarli prima ai leader perché li esaminino. In questo modo, anche se commetto un errore, la responsabilità principale non sarà mia”. Così ho inviato quei sermoni ai leader. Dopo qualche giorno, ho ricevuta una loro risposta con i suggerimenti per tre dei sermoni, dicendo che potevano essere consegnati. Tuttavia, non hanno mai menzionato l’altro sermone, quello di Zhang Li. Mi sono detta: “Se i leader non hanno risposto, allora forse pensano che ci sia un problema con quel sermone? Meglio non consegnarlo. In questo modo, posso evitare che in un secondo momento venga fuori un problema di principio, cosa che darebbe l’impressione che io manchi di discernimento. Dovrei aspettare la risposta dei leader e poi decidere se consegnare il sermone o meno. È più sicuro così”. In seguito, mi sono occupata di altri compiti. Quel sermone è rimasto bloccato per due settimane, durante le quali Yiyang mi ha ricordato che andava consegnato quanto prima. Ho risposto: “Prima aspettiamo un riscontro dei leader. Non dovremmo essere troppo ansiosi di rapidi successi”. Yiyang non ha aggiunto altro. Un giorno, i leader hanno inviato una lettera che diceva: “Non abbiamo visto che hai approvato il sermone scritto da Zhang Li. In quale fase è rimasto bloccato?” Solo allora mi sono resa conto che i leader avevano risposto in merito a quel sermone molto tempo prima, dicendo che poteva essere corretto e consegnato. Non avevamo semplicemente ricevuto la comunicazione. Quando ho ricevuto questa notizia, ho provato qualcosa di indescrivibile nel mio cuore. Non ho potuto fare a meno di chiedermi: Avevo visto chiaramente che il sermone di Zhang Li era abbastanza pratico e aveva un suo stile linguistico. Secondo il principio, doveva essere consegnato. Ma perché continuavo ad aspettare che i leader prendessero una decisione? Da quale indole corrotta ero controllata? Ho portato il mio stato davanti a Dio per pregare e cercare.
In seguito, ho letto queste Sue parole: “Ci sono molte persone che hanno paura di assumersi la responsabilità quando svolgono un dovere. La loro paura si manifesta principalmente in tre modi. Il primo è scegliere un dovere che non richieda di assumersi delle responsabilità. […] Il secondo modo è che, quando si trovano in difficoltà o affrontano un problema, la prima cosa che fanno è riferirlo a un leader perché sia il leader a gestirli e risolverli, nella speranza così di risparmiarsi ogni fastidio. Non si preoccupano di come il leader gestisca la questione e non se ne interessano: fintanto che non ne sono personalmente responsabili, allora tutto va bene per loro. Questo modo di svolgere il proprio dovere è leale nei confronti di Dio? Questo è fare a scaricabarile, trascurare il proprio dovere, fare trucchetti. Sono tutte chiacchiere, simili individui non fanno nulla di reale, e pensano tra sé e sé: ‘Poiché sono io a dover risolvere questa cosa, che succede se poi finisco per commettere un errore? Quando controllano di chi è la colpa, non mi affronteranno? La responsabilità non ricadrà prima di tutto su di me?’ Questo è ciò di cui si preoccupano. Ma credi che Dio sottoponga a scrutinio ogni cosa? Tutti commettono errori. Se una persona dalle intenzioni corrette manca di esperienza e non ha mai gestito una certa questione in passato, ma ha comunque fatto del suo meglio, Dio lo vede. Devi credere nel fatto che Dio sottopone a scrutinio ogni cosa e il cuore dell’uomo. Chi non crede nemmeno a questo, non è forse un miscredente? Che significato potrebbe avere, se una persona del genere svolgesse il suo dovere? Non ha molta importanza se svolgano o meno questo dovere, vero? Temono di assumersi la responsabilità e vi si sottraggono. Quando succede qualcosa, non cercano per prima cosa di trovare un modo per risolvere il problema, ma piuttosto chiamano il capo e lo informano. Certo, alcuni cercano di gestire il problema da soli, avvisando al contempo il leader, ma altri non lo fanno e per prima cosa chiamano il leader e, dopo la chiamata, aspettano passivamente, in attesa di istruzioni. Quando il leader ordina loro di fare un passo, lo fanno. Se il leader dice di fare qualcosa, la fanno. Se il leader non dice nulla o non dà istruzioni, non fanno nulla e si limitano a rimandare. Senza nessuno che li sproni o li supervisioni, non svolgono alcun lavoro. DimMi, una persona del genere sta svolgendo un dovere? Se anche stesse offrendo manodopera, non ha alcuna fedeltà! C’è infine un altro modo in cui manifestano la loro paura di assumersi delle responsabilità. Quando svolgono il loro dovere, alcune persone si limitano a svolgere qualche lavoro superficiale, semplice, e che non comporti alcuna responsabilità. Scaricano sugli altri i lavori che comportano difficoltà e assunzione di responsabilità e, se qualcosa dovesse andare male, addossano a loro la colpa e ne escono puliti. Quando i leader della chiesa vedono che sono irresponsabili, offrono loro pazientemente aiuto o li potano, in modo che imparino ad assumersi le responsabilità. Ma continuano a non volerlo fare e pensano: ‘Questo dovere è difficile da svolgere. Dovrò assumermi io la responsabilità quando le cose vanno male; potrei anche essere allontanato ed eliminato, e a quel punto per me sarà la fine’. Che tipo di atteggiamento è questo? Se non si ha senso di responsabilità nell’assolvere il proprio dovere, come si può svolgerlo bene? Chi non si spende sinceramente per Dio non può compiere bene alcun dovere, e chi teme di assumersi delle responsabilità non farà altro che ritardare le cose nello svolgimento del suo dovere. Tali persone sono indegne di fiducia e inaffidabili; svolgono il loro dovere solo per ottenere in cambio del cibo. Simili ‘accattoni’ non andrebbero forse eliminati? Sì. La casa di Dio non vuole persone di questo tipo. Queste sono le tre manifestazioni di chi ha paura di prendersi la responsabilità di svolgere il proprio dovere. Chi ha paura di assumersi la responsabilità del proprio dovere non può nemmeno raggiungere il livello di un operaio leale e non è degno di svolgere un dovere. Alcune persone sono eliminate a causa di questo tipo di atteggiamento nei confronti del loro dovere. Ancora oggi, forse, non ne conoscono il motivo e si lamentano, dicendo: ‘Ho fatto il mio dovere con ardente entusiasmo, allora perché mi hanno scacciato con tanta freddezza?’ Ancora adesso non capiscono. Coloro che non comprendono la verità passano tutta la vita a non capire perché sono stati eliminati. Si giustificano e continuano a difendersi, pensando: ‘Per le persone è istintivo proteggersi, e dovrebbero farlo. Chi non dovrebbe badare un po’ a sé stesso? Chi non dovrebbe pensare un po’ a sé stesso? Chi non ha bisogno di tenersi aperta una via di fuga?’ Se, ogni volta che ti succede qualcosa, ti proteggi e ti lasci una via di fuga, un’uscita di sicurezza, stai forse mettendo in pratica la verità? Questo non significa mettere in pratica la verità, significa essere subdoli. Adesso svolgi il tuo dovere nella casa di Dio. Qual è il primo principio per svolgere un dovere? È che devi prima di tutto svolgerlo con tutto il tuo cuore, senza lesinare alcuno sforzo, e tutelare gli interessi della casa di Dio. Questa è una verità principio da mettere in pratica. Proteggersi lasciandosi una via di fuga, un’uscita di sicurezza, è il principio della pratica seguito dai non credenti e la loro filosofia più elevata. Tenere in considerazione prima di tutto sé stessi in tutte le cose e collocare i propri interessi davanti a ogni altra cosa, senza pensare agli altri, non avere alcun legame con gli interessi della casa di Dio e con gli interessi degli altri, pensare prima di tutto ai propri interessi e poi pensare a una via di fuga: non è forse ciò che fa un non credente? Proprio così si comporta un non credente. Una persona del genere non è degna di svolgere un dovere” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). Dalle parole di Dio, ho visto che le persone hanno costantemente paura di assumersi responsabilità quando svolgono i doveri. Temono di commettere un errore e di essere smascherate e destituite. Di fronte alle situazioni, aspettano che siano i leader a prendere le decisioni, lasciandosi sempre una via d’uscita per proteggere i propri interessi personali. Questo è il principio che seguono i non credenti quando gestiscono le cose. Lo smascheramento da parte delle parole di Dio mi ha fatto sentire come se avessi ricevuto una pugnalata al cuore. Il mio comportamento non era stato esattamente così? Quando Yilin era stata destituita e si erano verificati deviazioni e problemi nei sermoni che avevo selezionato, tanto che ero stata messa sotto osservazione, non mi ero presentata davanti a Dio per trovare la causa principale dei problemi e cercare la verità per risolverli. Invece, mi ero preoccupata di venire destituita e di non poter svolgere un dovere e quindi di non avere una buona prospettiva o destinazione. Avevo visto chiaramente che quei pochi sermoni erano abbastanza pratici e potevano essere consegnati, ma avevo avuto paura che, se fossero emerse deviazioni, i miei problemi sarebbero stati smascherati e io sarei stata destituita. Pertanto, avevo passato la questione ai leader affinché prendessero loro la decisione, con la scusa che non ero sicura. In questo modo, se si fossero verificati problemi, non sarebbe stata solo mia la responsabilità. Quando i leader non avevano risposto, avevo tirato in lungo e aspettato; di conseguenza, un sermone di valore non era stato consegnato tempestivamente e l’avanzamento del lavoro era stato ostacolato. All’epoca, avevo creduto di non essere più così ansiosa di rapidi successi come lo ero stata in precedenza. Non avevo nemmeno mostrato la sicurezza in me stessa che un tempo avevo ed ero convinta che saper chiedere suggerimenti ai leader in caso di problemi fosse un segno di ragionevolezza. Ora, finalmente ho visto che avevo nascosto dentro di me intenzioni spregevoli. Avevo avuto paura di assumermi responsabilità e, per preservarmi, avevo usato metodi subdoli. Ero stata estremamente egoista e spregevole, viscida e propensa all’inganno! Se le mie intenzioni fossero state corrette, in termini di tenere conto del lavoro della chiesa, avrei dovuto selezionare il più rapidamente possibile i sermoni validi affinché potessero rendere testimonianza a Dio. Anche se si fossero verificati problemi o deviazioni, avrei potuto riassumerli prontamente e cercare la verità per risolverli. In tal modo, il numero di deviazioni sarebbe diminuito costantemente. Tuttavia, non credevo al fatto che Dio sottopone ogni cosa a scrutinio. Avevo avuto paura che, se avessi commesso un errore, sarei stata destituita e il mio futuro non sarebbe stato assicurato. Avevo preferito ritardare la consegna dei sermoni per preservarmi. Non avevo tenuto minimamente conto del lavoro della chiesa. Facendo così, non solo non avrei avuto un buon futuro e una buona destinazione, ma avrei anche portato Dio a detestarmi.
In seguito, ho letto altre Sue parole: “Alcuni non credono che la casa di Dio tratti le persone in modo equo. Non credono che Dio regni nella Sua casa e che vi regni la verità. Ritengono che, se dovesse sorgere un problema in un qualsiasi dovere una persona svolga, la casa di Dio si occuperà immediatamente di quella persona, privandola del suo diritto ad assolvere quel dovere, mandandola via o addirittura allontanandola dalla chiesa. È davvero così che funzionano le cose? Certamente no. La casa di Dio tratta ogni persona secondo le verità principi. Dio è giusto nel Suo modo di trattare ogni persona. Non guarda solo come una persona si comporta in un’unica circostanza; Egli osserva la natura essenza di una persona, le sue intenzioni, il suo atteggiamento, e guarda in particolare se una persona sa riflettere su di sé quando commette un errore, se prova rimorso, e se riesce a capire a fondo l’essenza del problema in base alle Sue parole, arriva a capire la verità, detestare sé stessa e pentirsi veramente. […] DiteMi: se qualcuno che ha commesso un errore ma è capace di autentica comprensione e intenzionato a pentirsi, la casa di Dio non gli darebbe forse una possibilità? Mentre il piano di gestione di Dio di seimila anni volge al termine, ci sono tanti doveri da assolvere. Ma se tu non hai coscienza né ragione e non ti occupi del tuo giusto lavoro, se hai ricevuto l’opportunità di assolvere un dovere ma non sai farne tesoro e non persegui minimamente la verità, mancando così di cogliere l’attimo, allora sarai rivelato. Se sei costantemente superficiale nello svolgere il tuo dovere e non mostri alcuna sottomissione di fronte alla potatura, la casa di Dio ti affiderà ancora un dovere? Nella casa di Dio è la verità a regnare, non Satana. Dio ha l’ultima parola su tutto. È Lui che sta compiendo l’opera di salvezza dell’uomo, è Lui che regna sovrano su ogni cosa. Non c’è alcun bisogno che tu analizzi cosa sia giusto e cosa sbagliato; a te spetta solo ascoltare e sottometterti. Di fronte alla potatura, devi accettare la verità ed essere in grado di correggere i tuoi errori. Se lo fai, la casa di Dio non ti priverà del diritto di svolgere un dovere. Se vivi nel timore costante di essere eliminato, accampando sempre scuse, giustificandoti di continuo, questo è un problema. Se lasci che gli altri vedano che non accetti minimamente la verità e che sei sordo a ogni ragione, allora sei nei guai. La chiesa sarà obbligata a occuparsi di te. Se non accetti minimamente la verità nell’assolvere il tuo dovere e hai sempre paura di essere rivelato ed eliminato, allora questo tuo timore è contaminato da intenzioni umane e da un’indole satanica corrotta, nonché da sospetto, diffidenza e incomprensioni. Una persona non dovrebbe avere nessuno di questi atteggiamenti” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Mentre meditavo sulle parole di Dio, ho finalmente capito che avevo costantemente paura che, se avessi commesso un errore mentre svolgevo il mio dovere, sarei stata rivelata e destituita e non avrei avuto un buon futuro o una buona destinazione; la ragione principale di ciò era che non avevo compreso l’indole giusta di Dio né credevo che la verità regnasse nella Sua casa. La casa di Dio riassegna e destituisce le persone secondo i principi. Non le destituisce perché hanno commesso uno o due errori o ci sono state alcune deviazioni nel loro lavoro. Invece, guarda al loro comportamento costante e osserva se esse riescano ad accettare la verità e ribaltare prontamente le cose quando si verificano deviazioni e problemi. Ho pensato a Yilin. Anche se aveva una certa levatura e alcuni talenti, aveva perseguito soltanto reputazione e prestigio ed era ansiosa di ottenere rapidi successi. Quando nei suoi doveri erano apparsi problemi e deviazioni, i leader avevano cercato di guidarla in più occasioni, ma lei non aveva riflettuto su sé stessa, non aveva cercato i principi e aveva portato intralcio e disturbo al lavoro: ecco perché era stata destituita. Al contrario, tra le persone intorno a me, c’era una sorella che era stata superficiale nella selezione dei sermoni e ne aveva esclusi alcuni validi. Tuttavia, grazie alla guida e alla potatura, era riuscita ad accettarlo, a riflettere su sé stessa e a ribaltare prontamente le cose. La chiesa le aveva ancora dato l’opportunità di svolgere i doveri. In realtà, la rimozione di Yilin è stata un campanello d’allarme per me. Ho pensato al perché si fossero verificati così tanti problemi e deviazioni quando selezionavo i sermoni e perché non avessi fatto molti progressi. Le ragioni principali erano la mia arroganza, la mia presunzione e il rimanere intrappolata nelle mie vecchie maniere. Nel fare il mio dovere mi ero affidata all’esperienza e avevo applicato rigidamente le regole invece di cercare i principi. Di conseguenza, avevo scartato sermoni validi e intralciato il lavoro. Tuttavia, i leader non mi avevano rimossa a causa delle deviazioni e dei problemi che si erano verificati quando svolgevo il mio dovere. Avevano persino condiviso con me per aiutarmi a comprendere la mia indole corrotta e mi avevano dato l’opportunità di pentirmi e cambiare. Invece io non solo non avevo imparato una lezione dalla destituzione di Yilin né avevo riflettuto sui miei problemi, ma avevo frainteso e mi ero messa sulla difensiva contro Dio. Avevo chiaramente visto sermoni validi, però non avevo avuto il coraggio di prendere una decisione, lasciandola invece ai leader. Temevo che, se avessi commesso un errore e fossi stata destituita e, quindi, non avessi più potuto svolgere un dovere, non avrei avuto un buon esito. Nella mia immaginazione, Dio era proprio come l’umanità corrotta, che non permette alle persone di fare errori e le elimina non appena ne commettono uno. Non era forse questo calunniare Dio e bestemmiare contro di Lui? Ero stata davvero troppo malvagia e propensa all’inganno!
In seguito, ho letto un altro passo delle Sue parole e ho acquisito una maggiore comprensione del mio stato. Dio Onnipotente dice: “Le persone devono affrontare i loro doveri e rivolgersi a Dio con un cuore sincero. In tal caso, sono persone che temono Dio. Che tipo di atteggiamento hanno verso Dio le persone con un cuore sincero? Come minimo, hanno un cuore che teme Dio, un cuore di sottomissione a Dio in ogni cosa, non fanno domande su benedizioni o disgrazie, non parlano delle condizioni, si mettono totalmente alla mercé delle orchestrazioni di Dio: queste sono persone dotate di un cuore sincero. Coloro che sono sempre scettici nei confronti di Dio, che Lo mettono continuamente sotto esame, che cercano sempre di stringere accordi con Lui, sono forse persone dal cuore sincero? (No.) Cos’hanno costoro nel cuore? La propensione all’inganno e la malvagità; non fanno che esaminare. E cosa mettono sotto esame? (L’atteggiamento di Dio nei confronti delle persone.) Mettono sempre sotto esame l’atteggiamento di Dio nei confronti delle persone. Di che problema si tratta? E perché lo esaminano? Perché coinvolge i loro interessi vitali. In cuor loro, pensano: ‘Dio ha predisposto queste circostanze per me, ha fatto sì che mi accadesse questo. Perché l’ha fatto? Non è successo a nessun altro: perché doveva succedere a me? E quali saranno le conseguenze future?’ Queste sono le cose che esaminano: i loro guadagni e le loro perdite, le benedizioni e le disgrazie. E, mentre esaminano queste cose, sono in grado di mettere in pratica la verità? Sono in grado di sottomettersi a Dio? No. E qual è la natura delle cose prodotte dal rimuginare del loro cuore? Queste sono tutte cose che, per natura, tengono conto dei loro interessi, sono tutte per il loro bene. […] Le persone che hanno particolarmente a cuore le loro prospettive, il loro destino e i loro interessi esaminano sempre se l’opera di Dio è vantaggiosa per le loro prospettive e il loro destino e se fa ottenere loro benedizioni. Alla fine, qual è l’esito del loro esame? Nient’altro che ribellarsi e opporsi a Dio. Anche quando persistono nello svolgere i loro doveri, lo fanno in modo superficiale, con uno stato d’animo negativo; in cuor loro, continuano a pensare a come trarne un vantaggio, e a come non ritrovarsi in perdita. Queste sono le loro motivazioni quando svolgono i loro doveri, e così facendo tentano di stringere accordi con Dio. Di che tipo di indole si tratta? È propensione all’inganno, è un’indole malvagia. Non si tratta più di una comune indole corrotta: si è evoluta in malvagità. E, quando una persona ha nel cuore questo tipo di indole malvagia, è in lotta contro Dio. Questo problema dovrebbe risultarvi chiaro. Se le persone non fanno che porre Dio sotto esame e tentare di stringere accordi nello svolgimento dei loro doveri, possono svolgerli correttamente? Assolutamente no. Non adorano Dio con il loro cuore e con sincerità, non hanno un cuore sincero, e mentre svolgono i loro doveri osservano, trattenendosi sempre; e qual è il risultato? Dio non opera in loro, ed esse diventano confuse, non comprendono le verità principi, agiscono secondo le loro inclinazioni personali e vanno sempre nella direzione sbagliata. E perché vanno sempre nella direzione sbagliata? Perché i loro cuori sono troppo privi di chiarezza, e quando accade loro qualcosa, non riflettono su se stesse né cercano la verità per trovare una soluzione, e insistono nel fare le cose a modo loro, secondo le loro preferenze: il risultato è che vanno continuamente nella direzione sbagliata quando svolgono i loro doveri. Non pensano mai al lavoro della chiesa, né agli interessi della casa di Dio; al contrario, tramano sempre per sé stessi, pianificano sempre per il proprio interesse personale, per il proprio orgoglio e per il proprio prestigio, e non solo svolgono male i loro doveri, ma ritardano e influenzano anche il lavoro della chiesa. Questo non significa forse smarrirsi e trascurare i propri doveri? Se, quando svolge il proprio dovere, una persona pensa sempre ai suoi interessi e alle sue prospettive, invece che al lavoro della chiesa o agli interessi della casa di Dio, allora non sta svolgendo un dovere. Il suo è cercare i propri interessi, è agire per il vantaggio personale e per ottenere benedizioni per sé. In tal modo, la natura che sta dietro lo svolgimento del dovere non è più la stessa. Si tratta solo di fare un patto con Dio e di voler usare l’adempimento del proprio dovere per raggiungere i propri obiettivi. È molto probabile che questa maniera di fare le cose disturbi il lavoro della casa di Dio” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto ricercando le verità principi si può svolgere bene il proprio dovere”). Dalle parole di Dio, ho capito che le persone con un cuore onesto non tengono conto dei propri guadagni né delle proprie perdite, benedizioni o sfortune quando svolgono il loro dovere. Non cercano di fare affari con Dio, ma svolgono il loro dovere con tutto il cuore e la mente per soddisfarLo. Proprio come Noè: Dio gli ha chiesto di costruire l’arca e lui non ha analizzato se potesse costruirla o meno. Con tutto il cuore, ha pensato solo a come completare, il prima possibile, l’incarico affidatogli da Dio. Il cuore puro, onesto e sottomesso di Noè ha ottenuto l’approvazione di Dio. Le persone propense all’inganno e malvagie trattano il loro dovere sottoponendo ogni cosa a costante scrutinio e osservazione, tramando ad ogni passo per le proprie future prospettive e per il loro cammino. Dio detesta questo tipo di persona. Mentre meditavo sulle Sue parole, mi sono sentita trafitta nel cuore. Ho riflettuto: il modo in cui avevo trattato il mio dovere non mostrava affatto un cuore genuino. Non avevo mostrato la minima considerazione per l’intenzione di Dio. Non avevo pensato a come selezionare sermoni accettabili il più rapidamente possibile, affinché potessero essere usati per predicare il Vangelo e rendere testimonianza a Dio. Al contrario, avevo giocato d’astuzia con Lui e mi ero messa sulla difensiva contro di Lui a ogni occasione allo scopo di preservarmi, chiedendo ai leader di prendere le decisioni su tutto. Era stato davvero estremamente ingannevole da parte mia svolgere il mio dovere con quel tipo di intenzione! Nel compiere il mio dovere, avevo pensato costantemente al mio futuro e alla mia destinazione, nella convinzione che, se non avessi commesso un errore e non fossi stata destituita, sarei sopravvissuta quando l’opera di Dio fosse terminata e avrei avuto una buona destinazione. L’indole di Dio è giusta e santa. Con una mentalità difensiva nei Suoi confronti mentre svolgevo il mio dovere, non ho potuto ricevere la Sua illuminazione e la Sua guida. I miei pensieri erano estremamente confusi e non riuscivo a individuare i problemi nei sermoni. Continuando così, avrei solo intralciato e disturbato il lavoro della chiesa e sarei stata davvero rivelata ed eliminata al momento debito. Quando ho capito questo, mi sono sentita spaventata nel cuore e, pentita, mi sono affrettata a pregare Dio.
Un giorno, durante la mia devozione spirituale, ho letto queste Sue parole e ho trovato un cammino di pratica. Dio Onnipotente dice: “L’assolvimento del suo dovere da parte dell’uomo è, in realtà, la realizzazione di tutto ciò che è a lui intrinseco, vale a dire ciò che gli è possibile fare. È allora che il suo dovere viene adempiuto. I difetti dell’uomo durante il suo servizio si riducono gradualmente attraverso l’esperienza progressiva e il suo sottoporsi a giudizio; non ostacolano né influenzano il suo dovere. Coloro che smettono di servire oppure si arrendono e si tirano indietro per paura che vi siano difetti nel loro servizio sono i più codardi fra gli uomini. […] Sebbene il dovere dell’uomo sia contaminato dalla sua mente e dalle sue nozioni, tu devi svolgere il tuo dovere e mostrare la tua lealtà. Le impurità nell’attività dell’uomo sono una questione che riguarda la sua levatura, mentre, se l’uomo non svolge il suo dovere, ciò dimostra la sua ribellione” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “La differenza tra il ministero di Dio incarnato e il dovere dell’uomo”). “A prescindere da quale dovere tu stia svolgendo, solo quando persisterai nell’agire secondo le verità principi avrai veramente adempiuto la tua responsabilità. Agire in modo meccanico secondo la maniera umana significa essere superficiali; solo attenersi alle verità principi equivale a svolgere bene il tuo dovere e ad adempiere la tua responsabilità. E adempiere alla tua responsabilità non è forse una manifestazione di lealtà? È la manifestazione del fatto che assolvi con lealtà il tuo dovere. Solo quando possiederai questo senso di responsabilità, questa determinazione e questo desiderio, e quando manifesterai lealtà nei confronti del tuo dovere, solo allora Dio ti guarderà con favore e ti approverà” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (8)”). Le parole di Dio mi hanno dato un cammino di pratica. I Suoi requisiti nei nostri confronti non sono molto elevati. Non ci chiede di fare tutto perfettamente, senza errori. Se abbiamo un cuore onesto, facciamo ciò che sappiamo fare con tutto il cuore e l’anima, correggiamo le nostre intenzioni di fronte alle cose che non riusciamo a capire a fondo e comunichiamo al riguardo con i fratelli e le sorelle con cui lavoriamo e con i leader, cercando insieme i principi, senza aspettare passivamente, e adempiamo le nostre responsabilità, Dio approverà. Ho pensato a quando in passato selezionavo i sermoni. Ero arrogante, mi affidavo all’esperienza e non cercavo la verità principio e, per questo motivo, si verificavano deviazioni. Ora, devo mettere più impegno nei principi. Quando seleziono ogni sermone, devo avere un cuore che teme Dio e valutare le cose secondo i principi. Anche se si verificheranno ancora problemi e deviazioni mentre svolgo il mio dovere, devo trattarli nella maniera corretta, riassumerne le ragioni e ribaltare la situazione prontamente. Nel momento in cui ho capito questo, non ho più tenuto conto dell’eventualità di venire destituita e sono stata in grado di dedicare il cuore al mio dovere. In quel periodo, il numero di problemi e deviazioni è gradualmente diminuito e ho fatto alcuni progressi sia professionalmente che in termini di principi. Il mio cuore era molto sereno.
Successivamente, sono stata eletta capogruppo. Una volta, i supervisori hanno inviato una lettera in cui si faceva notare che il tema dei sermoni da noi consegnati in quell’occasione non era chiaro e non condivideva sulla verità in maniera pratica. Hanno chiesto se l’avessi controllato: perché non avevo visto quei problemi? Quando ho letto la lettera, mi si è spezzato il cuore. Era vero che non avevo notato quei problemi. Non ho potuto fare a meno di pensare: “Se i supervisori vedono che svolgo questo dovere da così tanto tempo eppure ancora non afferro i principi, penseranno forse che non sono adatta a questo dovere e mi destituiranno?” In seguito, sono stata di nuovo titubante e priva di iniziativa nel fare i miei doveri. Anche se vedevo chiaramente che alcuni sermoni erano validi, avevo paura di commettere un altro errore e di essere rivelata, quindi li passavo ai supervisori perché fossero loro a valutarli e controllarli. Ho capito che il mio stato era errato e che stavo di nuovo pensando alle mie prospettive e ai miei cammini futuri. Mi è tornato in mente un passo delle parole di Dio e l’ho cercato per leggerlo. Dio Onnipotente dice: “Indipendentemente dalla situazione o dall’ambiente di lavoro, le persone a volte commettono errori e vi sono aree in cui la loro levatura, la loro comprensione e le loro prospettive non sono all’altezza dei requisiti. È normale, e devi imparare a gestirlo correttamente. […] Quello che dovresti fare è riflettere immediatamente su te stesso e stabilire se c’è un problema riguardante le tue capacità professionali oppure le tue intenzioni. Esamina se vi sono impurità nelle tue azioni o se la colpa è di determinate nozioni. Rifletti su tutti gli aspetti. Se si tratta di un problema di scarsa competenza, puoi continuare a imparare, chiedere a qualcuno di aiutarti a trovare delle soluzioni o consultarti con persone dello stesso settore. Se invece nutri intenzioni sbagliate e si tratta di un problema che può essere risolto utilizzando la verità, puoi rivolgerti ai leader della chiesa o a qualcuno che comprenda la verità per una consultazione e una condivisione. Parla con loro dello stato in cui ti trovi e lascia che ti aiutino a risolverlo. Se si tratta di un problema che coinvolge delle nozioni, una volta che le hai esaminate e ne hai acquisita consapevolezza, puoi analizzarle e comprenderle, quindi liberartene e ribellarti a esse” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (6)”). Dopo aver letto questo passo delle parole di Dio, il mio cuore si è sentito limpido e illuminato. Quando si verificano deviazioni e problemi nel mio dovere, devo trattarli correttamente riflettendo, riassumendo e cercando la causa principale del problema. Poi ho riflettuto su me stessa e ho scoperto che, quando selezionavo i sermoni, mi affidavo all’esperienza. Se vedevo che il quadro generale era presente, non riflettevo sui dettagli. Questo significava che non individuavo alcuni problemi. In seguito, ho preso i sermoni problematici e ne ho discusso con le mie sorelle. Attraverso la comunicazione e la discussione, ho capito un po’ di più le verità e i principi rilevanti. Grazie a queste esperienze, ho veramente capito che solo abbandonando la nostra diffidenza e adottando un atteggiamento di ricerca della verità possiamo ottenere l’illuminazione e la guida di Dio e svolgere bene il nostro dovere.