15. La mia lotta e la mia scelta tra matrimonio e dovere
Fin da quando ero piccola, mi è sempre piaciuta l’idea di una famiglia armoniosa e unita ma, quando ero alle elementari, mio padre è improvvisamente venuto a mancare a causa di una malattia e così avere una famiglia unita è diventato un mio sogno. In quel periodo, sia mia madre che mia nonna avevano accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni e le vedevo leggere le parole di Dio, riunirsi e svolgere i loro doveri, così pian piano sono riuscite a superare il dolore per la perdita di una persona cara. Sapevo che tutto questo era la guida di Dio e pensavo che, una volta cresciuta, anch’io avrei creduto in Lui nella maniera adeguata e speravo che il mio futuro partner lo avrebbe fatto insieme a me. Sentivo che avere una famiglia armoniosa e reciprocamente devota mi avrebbe resa felice.
Alle superiori ho conosciuto un ragazzo. Sembrava molto sincero, maturo e stabile. Inoltre, i nostri caratteri erano ben compatibili e, cosa fondamentale, anche lui credeva che esistesse un Dio e mi trattava piuttosto bene, perciò abbiamo iniziato a frequentarci. Sapeva che ero di salute cagionevole e particolarmente sensibile al freddo, quindi ogni giorno mi faceva trovare l’acqua calda e spesso mi incoraggiava a fare più movimento. Una volta, nevicava forte e siamo usciti insieme; di ritorno a casa, mi sono accorta di aver perso i guanti. Era già molto buio eppure, quando lo ha saputo, è subito corso fuori senza dire una parola e dopo un po’ è tornato con i guanti che avevo perso. La cosa mi ha davvero toccata e ho sentito che era proprio la persona giusta per me. Anche se non credeva in Dio, credeva che ne esistesse uno e non si opponeva alla mia fede. Pensavo che, se in futuro ci fossimo sposati, avrei potuto credere in Dio vivendo comunque una mia vita familiare. Avrei davvero avuto il meglio di entrambi i mondi!
Nell’autunno del 2013, dopo aver iniziato l’università, ho cominciato a frequentare regolarmente le riunioni. Attraverso la partecipazione alle riunioni e la lettura delle parole di Dio, ho iniziato a comprendere un po’ di verità e ho acquisito un certo discernimento su alcune cose. Ho visto che all’università c’era una prevalenza di tendenze maligne e imbrogli agli esami e che non esisteva giustizia o correttezza in nessun sistema. Gli studenti parlavano solo di mangiare, bere e divertirsi, e vivevano nell’indulgenza e nella depravazione. Nella chiesa, invece, i fratelli e le sorelle non parlavano di quale casa avessero comprato o di che macchina guidassero né competevano tra loro. Quando ci radunavamo, leggevamo le parole di Dio e condividevamo sulla verità; parlavamo dei tipi di indole corrotta che avevamo rivelato e di come avessimo imparato a comprenderli ed eliminarli; discutevamo anche di come discernere le tendenze malevole del mondo, predicare il Vangelo e svolgere i nostri doveri. Quando c’erano difficoltà, tutti si sostenevano a vicenda e nessuno guardava gli altri dall’alto in basso. Non sentivo alcuna barriera quando ero con i fratelli e le sorelle e mi sembrava che la casa di Dio fosse una terra pura. Ho anche capito che, dopo essere state corrotte da Satana, le persone soffrono moltissimo e che solo presentandosi davanti a Dio, comprendendo la verità e ricevendo la Sua cura e protezione si può sfuggire alla sofferenza e avere vera pace e serenità. In seguito, ho fatto del mio meglio per svolgere i miei doveri. All’università, sostenevo attivamente i compagni che non partecipavano regolarmente alle riunioni, offrendo condivisione e aiuto secondo le mie capacità. Vedere che le sorelle capivano le intenzioni di Dio e riuscivano a radunarsi regolarmente mi rendeva molto felice e mi sembrava una cosa significativa.
Pensavo a come il mio ragazzo non si fosse ancora presentato davanti a Dio, perciò volevo condividere il Vangelo con lui il più velocemente possibile perché anche lui potesse ricevere la salvezza di Dio degli ultimi giorni. Se anche lui avesse creduto in Dio, dopo la laurea avremmo potuto seguirLo e svolgere i nostri doveri insieme. Avere uno scopo e un perseguimento comuni ci avrebbe sicuramente resi molto felici. Tuttavia, ogni volta che gli parlavo di credere in Dio, lui si limitava sempre ad accennarmi un sorriso e a volte non diceva altro che: “Sì, certo”. Vedendo il suo atteggiamento indifferente verso la fede in Dio, mi sentivo un po’ delusa ma, siccome non si opponeva alla mia fede, non ci pensavo troppo.
In quel periodo, tutte le volte che tornavo da una riunione, mi sentivo davvero appagata; in confronto, ogni volta che uscivo a mangiare, bere e divertirmi con il mio ragazzo, sebbene all’esterno sembrassi felice, dopo aver soddisfatto la carne, il mio cuore si sentiva completamente vuoto. In seguito, mi sono chiesta: “Qual è il senso di vivere una vita così?” Un giorno, durante le mie devozioni spirituali, ho letto le parole di Dio: “La frase ‘il Figlio dell’uomo è Signore del sabato’ dice alle persone che ogni cosa riguardo a Dio non è di natura materiale, e sebbene Egli possa provvedere a tutti i tuoi bisogni materiali, una volta che essi siano stati soddisfatti può l’appagamento derivante da queste cose sostituire la ricerca della verità? Chiaramente no! L’indole di Dio e ciò che Egli ha ed è – argomenti che abbiamo condiviso – sono entrambi la verità. Il loro valore non si può misurare confrontandolo con oggetti materiali, per quanto preziosi, né si può quantificare in termini di denaro, perché non sono oggetti materiali e provvedono ai bisogni del cuore di ogni singola persona. Per ogni persona, il valore di queste verità intangibili dovrebbe essere superiore a quello di qualunque oggetto materiale che tu possa apprezzare, non è così? Dovete soffermarvi su questa affermazione. Il punto fondamentale di ciò che ho detto è questo: ciò che Dio ha ed è e tutto quel che riguarda Dio sono le cose più importanti per ogni singolo individuo e non possono essere sostituiti da alcun oggetto materiale. Ti faccio un esempio: quando hai fame, hai bisogno di cibo. Questo cibo può essere più o meno buono o più o meno deludente, ma se ne hai a sufficienza, la sgradevole sensazione della fame svanirà, se ne andrà. Potrai sederti tranquillamente, e il tuo corpo si riposerà. La fame degli uomini si può placare con il cibo, ma quando segui Dio e hai la sensazione di non comprenderLo, come puoi colmare il vuoto nel tuo cuore? Con il cibo, forse? Oppure quando segui Dio e non capisci le Sue intenzioni, che cosa puoi usare per porre rimedio alla fame nel tuo cuore? Durante la tua esperienza di salvezza attraverso Dio, mentre persegui un cambiamento nella tua indole, se non comprendi le Sue intenzioni o non sai cosa sia la verità, se non capisci l’indole di Dio, non ti sentirai molto a disagio? Non proverai una forte fame e sete nel tuo cuore? Queste sensazioni non ti impediranno di sentirti in pace nel tuo cuore? Dunque come puoi rimediare a questa fame? C’è un modo per placarla? Alcuni vanno a fare shopping, alcuni si confidano con gli amici, alcuni si concedono una lunga dormita, altri continuano a leggere le parole di Dio oppure lavorano più duramente e investono più energie nello svolgimento del loro dovere. Queste cose possono risolvere le tue attuali difficoltà? Tutti voi conoscete benissimo questi tipi di pratiche. Quando ti senti impotente, quando provi un forte desiderio di ricevere la rivelazione da Dio per conoscere la realtà della verità e delle Sue intenzioni, di cosa hai più bisogno? Non necessiti di un pasto completo o di qualche parola gentile, e tantomeno del conforto e dell’appagamento transitori della carne, bensì che Dio ti dica direttamente e chiaramente cosa fare e come farlo, che ti spieghi esattamente cos’è la verità. Dopo averlo capito, anche se avrai raggiunto solo un briciolo di comprensione, in cuor tuo non ti senterai più soddisfatto di quanto lo saresti se avessi consumato un buon pasto? Quando il tuo cuore è soddisfatto, non ottiene la vera pace insieme al tuo intero essere? Attraverso questa analogia e analisi, ora comprendete perché ho voluto condividere con voi la frase ‘il Figlio dell’uomo è Signore del sabato’? Essa significa che ciò che viene da Dio, ciò che Egli ha ed è e tutto ciò che Lo riguarda sono più grandi di qualunque altra cosa, compresa la cosa o la persona cui una volta credevate di tenere maggiormente. Vale a dire che se una persona non è in grado di ottenere parole dalla bocca di Dio o non comprende le Sue intenzioni, non può ottenere la pace” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso III”). Dalle parole di Dio, ho capito che in realtà ciò di cui abbiamo davvero bisogno è conforto e appagamento nel cuore. Quando affrontiamo difficoltà e confusione, possiamo ricevere illuminazione e guida dalle parole di Dio, comprendere la verità, ottenere un cammino di pratica e sentire pace e appagamento nel cuore. Questo non è qualcosa che il godimento materiale può portare. Proprio come quando tramavo e ingannavo per i miei vantaggi personali, le parole di Dio mi rimproveravano nel cuore e mi facevano capire che non potevo vivere secondo un’indole corrotta come fa un non credente. Quando praticavo secondo le Sue parole e mi comportavo da persona onesta, ottenevo pace e serenità nel cuore. Ogni fine settimana e durante le vacanze, le mie coinquiline restavano tutte in dormitorio ad ammazzare il tempo, mentre io uscivo per partecipare alle riunioni. Anche se avevo meno tempo per indulgere nei piaceri della carne, dopo quegli incontri e dopo aver compreso alcune verità, il mio cuore si sentiva in pace e tranquillo. Invece, quando uscivo con il mio ragazzo, per quanto ci divertissimo o per quanto fosse buono il cibo, era solo un piacere fisico temporaneo e non riuscivo a trovare gioia o pace nel cuore né ottenevo guadagni o benefici reali. Dopo aver capito queste cose, ho fatto ancora di più tesoro del tempo trascorso a riunirmi con i fratelli e le sorelle e a svolgere i miei doveri e ho passato meno tempo a chiacchierare con il mio ragazzo.
Alla fine del 2014, sono tornata a casa per le vacanze invernali. I leader della chiesa sono venuti a comunicarmi che c’era urgente bisogno di persone che sapessero parlare inglese per svolgere dei doveri e sapevano che avevo questa capacità, quindi mi hanno chiesto se fossi disposta a svolgere quel dovere. Mi rendeva molto felice sapere di avere un’opportunità del genere per svolgere un dovere. Mi era sempre piaciuto l’inglese fin da piccola; all’università avevo scelto di specializzarmi in questa materia e avevo sempre avuto voti buoni. La mia capacità è un dono di Dio e volevo svolgere quel dovere, però ero ancora fidanzata e stavo valutando l’idea di sposarmi e crearmi una piccola famiglia dopo la laurea; perciò, mi chiedevo: “Se vado a svolgere il mio dovere, come farò ad avere tempo per uscire con lui? Non potremo vederci spesso: il mio ragazzo sarà d’accordo? Non dovremo forse lasciarci?” L’idea di dover rinunciare a lui mi faceva pensare a tutte le cose gentili che aveva fatto per me e davvero non volevo chiudere la relazione. I leader hanno visto che non avevo la determinazione per farlo, pertanto non hanno detto altro. Anche se non ero costretta a lasciare il mio ragazzo, mi sentivo comunque un po’ triste dentro, perché sapevo che il mio talento per una lingua straniera era un dono di Dio e volevo anche sfruttare al meglio le mie capacità per spendermi per Lui nella Sua casa. Ma ero troppo debole nella carne e, quando mi ero trovata davanti a una scelta, avevo comunque scelto la carne. Ho provato un profondo senso di colpa e mi sentivo in debito. In seguito, ho letto le parole di Dio: “Svegliatevi, fratelli! Svegliatevi, sorelle! Il Mio giorno non tarderà; il tempo è vita e riappropriarsi del tempo significa avere salva la vita! Il tempo non è lontano! Se non superate l’esame d’ammissione all’università potete studiare per sostenerlo nuovamente quante volte volete. Il Mio giorno, invece, non subirà ulteriori ritardi. Ricordate! Ricordate! Queste sono le Mie amorevoli parole di esortazione. La fine del mondo si è dispiegata davanti ai vostri occhi e le grandi catastrofi giungeranno presto. Cosa conta di più? La vostra vita o il sonno, il cibo, le bevande e gli abiti? È giunto il momento di soppesare queste cose! Non abbiate più dubbi! Avete troppa paura per prendere queste cose seriamente, non è così?” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 30”). Negli ultimi giorni, Dio che Si fa carne per operare e salvare l’umanità è un’opportunità rarissima. Avevo appena iniziato a formarmi nei miei doveri e non capivo ancora molte verità. Ero solo all’inizio del mio cammino di fede e quello era un momento cruciale per me per perseguire la verità. Volevo credere in Dio, compiere correttamente i miei doveri e comprendere più verità. Inoltre, l’opera di salvezza di Dio sta per finire presto e le grandi catastrofi sono imminenti. Se mi fossi sposata e avessi creato una famiglia in quel momento, passando i giorni impantanata nelle banalità della vita familiare, come avrei potuto avere tempo per partecipare adeguatamente alle riunioni e svolgere i miei doveri? Quelli erano gli anni migliori per perseguire la verità e io li avrei sprecati, rovinando la mia possibilità di essere salvata. Le conseguenze sarebbero state terribili! Tuttavia, a pensarci, ero ancora fidanzata e, se non mi fossi sposata, non avrei forse dovuto rinunciare alla relazione che costruivo da anni? Il solo pensiero mi colmava di riluttanza. In quel periodo, volevo davvero sposarmi e mettere su famiglia, ma sapevo che sarebbe stata una decisione cruciale e che avrebbe influenzato tutta la mia vita, quindi non potevo prenderla in maniera affrettata. Se avessi scelto di sposarmi basandomi sui miei desideri della carne e avessi rovinato la mia possibilità di essere salvata, sarebbe stato troppo tardi per i rimpianti. Successivamente, sono diventata ansiosa e non sapevo cosa scegliere; mi sembrava di avere un macigno che mi schiacciava il cuore.
Prima delle vacanze invernali, ho ricevuto un messaggio dal mio ragazzo: diceva che voleva incontrare i miei genitori a Capodanno per parlare di fidanzamento. Stavamo insieme da diversi anni ed eravamo prossimi al matrimonio e non potevo fare a meno di fantasticare sui vari scenari di come sarebbe stata la vita insieme. Tuttavia, il Signore Gesù ha detto: “Guai alle donne che saranno incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni!” Questo versetto continuava a tornarmi in mente. Ora il Signore è tornato, esprimendo molte verità e compiendo l’opera di salvezza dell’umanità. In questo momento cruciale, se mi fossi sposata e fossi rimasta invischiata nelle questioni familiari e avessi dovuto prendermi cura di mio marito e crescere i figli, avrei potuto facilmente rovinare la mia possibilità di perseguire la verità ed essere salvata. Non volevo perdere tale opportunità! Matrimonio o fede? Vivere la vita o svolgere i miei doveri? Queste parole continuavano a balenarmi nella mente. Cosa dovevo scegliere? Solo il pensiero che la vita che desideravo fin da bambina potesse non realizzarsi mi rendeva così triste, come se stessi estraendo dal mio cuore, pezzo per pezzo, le cose a cui tenevo di più. Sentivo così tanto dolore e riluttanza. Quando il mio ragazzo ha tirato fuori l’argomento del fidanzamento, non ho osato rispondere in fretta perché temevo che, una volta che avessi accettato, non ci sarebbe stato modo di tornare indietro. Mi sono trovata in un tale tormento che ho invocato Dio in preghiera: “Dio, di fronte alla prospettiva del matrimonio, non so quale scelta fare! Voglio seguirTi e svolgere i miei doveri, però voglio anche sposarmi e vivere una vita di famiglia. Dio, sono in un dilemma e non so cosa scegliere. Ti prego di guidarmi e permettermi di capire la Tua intenzione”.
In seguito, ho letto le parole di Dio: “Se credi in Dio devi amare Dio. Se ti limiti a credere in Dio e non Lo ami, se non hai raggiunto la conoscenza di Dio e non Lo hai mai amato con un amore vero che viene dal cuore, allora la tua fede in Dio è inutile. Se hai fede in Dio ma non Lo ami, allora vivi invano e la tua esistenza è la più misera che ci sia. Se, in tutta la tua vita, non hai mai amato né soddisfatto Dio, che senso ha per te vivere? E che senso ha la tua fede in Dio? Non è uno spreco di energie? In altre parole, se le persone vogliono credere in Dio e amarLo, allora per loro c’è un prezzo da pagare. Anziché tentare di avere un certo comportamento esteriore, dovrebbero cercare la vera comprensione nel profondo del loro cuore. Se cantare e ballare ti entusiasmano, ma sei incapace di mettere in pratica la verità, si può dire che ami Dio? Amare Dio richiede che ricerchi le Sue intenzioni in tutte le cose; richiede che sondi il profondo del tuo animo quando ti succede qualcosa, cercando di cogliere le intenzioni di Dio, cercando di capire quali sono a tal riguardo, che cosa Egli ti chiede di conseguire e in che modo devi avere riguardo per le Sue intenzioni. Per esempio, se si presenta una situazione che ti richiede di sopportare delle avversità, proprio in quel momento dovresti capire quali sono le intenzioni di Dio e come tenerne conto. Non devi soddisfare te stesso; anzi, come prima cosa devi negare te stesso. Nulla è più abietto della carne. Devi cercare di soddisfare Dio e devi compiere il tuo dovere. Se pensi in questo modo, Dio ti darà un’illuminazione speciale nella situazione che affronti e anche il tuo cuore ne trarrà conforto” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Solo amare Dio vuol dire credere veramente in Dio”). Mentre riflettevo sulle parole di Dio, mi sentivo davvero in colpa. Anche se credevo in Lui, quando mi ero trovata di fronte alla scelta del matrimonio, non avevo cercato la Sua intenzione, anzi mi ero affidata alle mie fantasie, pensando che stare con il mio ragazzo mi avrebbe portato felicità e che, se avessi rinunciato a lui, non avrei mai potuto avere la vita che avevo sognato. Stavo tenendo conto solo della mia carne e dei miei progetti futuri e non avevo mai tenuto conto di quale fosse l’intenzione di Dio o di come potessi soddisfarLo. Non potevo continuare così! Ho capito che il mio futuro è interamente sottoposto alla sovranità e alle disposizioni di Dio e non qualcosa che posso scegliere da sola. Proprio come quando ero bambina, desideravo una famiglia armoniosa e unita, ma mio padre era venuto a mancare improvvisamente a causa di una malattia e così quelle speranze erano state infrante, eppure grazie alla guida e alla protezione di Dio ero comunque cresciuta felice. Anche la mia vita futura è nelle Sue mani; preoccuparmi troppo non farebbe altro che accrescere i miei problemi. Il mio ragazzo non poteva portarmi vera felicità, quindi non potevo continuare a pensare di sposarlo e mettere su famiglia. La cosa più importante era capire prima cosa volessi davvero e quale tipo di vita sarebbe stata di maggiore beneficio per me.
All’università, vedevo le mie due coinquiline parlare al telefono con i loro ragazzi ogni giorno. Avevano espressioni felici sul volto e non potevo fare a meno di sentire un pizzico di dolore mentre pensavo: “Adesso sono tutti accoppiati e presto diventeranno marito e moglie, mentre io dovrò rinunciare a un ragazzo con cui sto da anni”. Mi sentivo amareggiata e anche un po’ invidiosa di loro. Non potevo fare a meno di chiedermi: “Perché, quando vedo che le mie compagne e i miei amici hanno una relazione, mi sento ancora triste e turbata? Qual è la vera ragione per cui voglio sposare il mio ragazzo? Perché non riesco a lasciar perdere?” In seguito, ho letto le parole di Dio: “Quello che persegui è di essere conquistato dopo il castigo e il giudizio, o di essere purificato, protetto e curato dopo il castigo e il giudizio? Quale di questi obiettivi persegui? La tua è una vita piena di significato oppure è inutile e priva di valore? Vuoi la carne o vuoi la verità? Desideri il giudizio o il conforto? Dopo aver sperimentato così tanto dell’opera di Dio e dopo aver contemplato la santità e la giustizia di Dio, come dovresti perseguire i tuoi obiettivi? Come dovresti percorrere questo cammino? […] Possibile che solo pace e gioia, solo benedizioni materiali e momentaneo conforto, siano di beneficio per la vita dell’uomo? Se l’uomo vive in un ambiente piacevole e confortevole, se vive una vita senza giudizio, potrebbe essere purificato? Se l’uomo desidera cambiare ed essere purificato, come dovrebbe accettare di essere reso perfetto? Quale strada dovresti scegliere oggi?” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). Dalle parole di Dio ho capito che davvero volevo solo vivere una vita comoda. Fin da bambina, avevo desiderato una vita familiare calorosa e armoniosa. Sentivo che il mio ragazzo era maturo e stabile e che mi trattava bene, quindi pensavo che stare con lui avrebbe soddisfatto i miei desideri; di conseguenza, ogni volta che pensavo di lasciarlo, trovavo davvero difficile l’idea di farlo. Ma una vita del genere mi avrebbe davvero portato beneficio? Sarebbe stata veramente felice come avevo immaginato? Ho riflettuto sul tempo trascorso con lui: di solito, quando eravamo insieme, mangiavamo, bevevamo, ci divertivamo e parlavamo di cose superficiali; a parte questo, non avevamo tanto in comune. Quando affrontavo difficoltà, pregavo Dio e mi affidavo a Lui per sperimentarle e a volte, quando non sapevo come farlo, cercavo e condividevo con i fratelli e le sorelle. Cose come il modo in cui sperimento le parole di Dio nella vita reale e le comprensioni che ho di me stessa e di Dio sono tutte cose che posso condividere solo con loro. Quando ero con il mio ragazzo, i bisogni della mia carne e quelli emotivi venivano soddisfatti, ma non potevo condividere con lui le parole più intime e non avevamo argomenti comuni di cui parlare, quindi come avrebbe potuto una vita del genere portare vera felicità? Dio ha inoltre detto: “Se l’uomo vive in un ambiente piacevole e confortevole, se vive una vita senza giudizio, potrebbe essere purificato?” Anche se avessi vissuto nella comodità della carne, senza il giudizio e il castigo delle parole di Dio, come avrebbe potuto la mia indole corrotta venire purificata e modificata e come avrei potuto vivere una vera sembianza umana? Proprio come in passato, volevo solo divertirmi e, quando tornavo dall’università per le vacanze, spesso restavo a casa, indulgevo nella carne e giocavo con il telefono, rimanendo sveglia tutta la notte e faticando ad alzarmi il giorno dopo, vivendo un’esistenza priva di scopo. Quando ero con mia nonna, non potevo fare a meno di rivelare la mia indole arrogante e di disprezzarla; a volte, davanti ai rimproveri di mia madre, facevo i capricci. In alcune occasioni, poi, mentivo e ingannavo e non possedevo una normale sembianza umana. Nutrirmi delle parole di Dio mi ha fatto capire cosa sia la normale umanità e una vita significativa. Ho iniziato ad avere una routine normale, pregavo e mi nutrivo spesso delle parole di Dio e, quando incontravo problemi, imparavo a riflettere e a comprendere me stessa alla luce delle parole di Dio. Quando volevo rivelare un’indole arrogante, guardare gli altri dall’alto in basso o ingannare e imbrogliare, mi ribellavo consapevolmente contro me stessa e praticavo secondo le parole di Dio. In questo modo, ho guadagnato un po’ di sembianza umana. Tuttavia, in una vita comoda, senza la guida delle parole di Dio, non riuscivo nemmeno a vivere la più basilare umanità normale e, peggio ancora, il mio ragazzo continuava ad assecondarmi. Davvero non sapevo quanto in basso sarei caduta se le cose fossero continuate così. Inoltre, il matrimonio e la vita familiare non sono come il fidanzamento, dove si tratta solo di due persone che stanno insieme; ci sono anche le famiglie di entrambi i partner e la vita familiare da mantenere. Poi entrano in ballo anche molte questioni banali e tante complicazioni. Se davvero mi fossi sposata e avessi messo su famiglia, avrei sicuramente avuto l’onere di crescere i figli e badare alle banali faccende domestiche e allora come avrei trovato il tempo o l’energia per perseguire la verità o svolgere i miei doveri? Non mi sarei rovinata da sola?
Allora ho pensato alle parole di Dio: “Le parole che pronuncio oggi avanzano richieste alle persone sulla base delle loro circostanze reali, e Io opero secondo le loro necessità e la loro realtà interiore. Il Dio pratico è venuto sulla terra per compiere un’opera pratica, a operare in base alle reali circostanze e necessità delle persone. Dio non è irragionevole, e quando agisce non obbliga nessuno. Ad esempio, il fatto che ti sposi o meno dovrebbe basarsi sulla realtà delle tue circostanze; la verità ti è stata chiaramente rivelata, e Io non ti vincolo. In alcune famiglie, le persone vengono oppresse al punto che sono incapaci di credere in Dio se non si sposano; in questo modo, però, il matrimonio è loro d’aiuto. Per altri, invece, il matrimonio non solo non porta alcun beneficio, ma costa loro ciò che avevano un tempo. Il tuo caso personale sarà determinato dalle tue circostanze effettive e dal tuo proposito. Non sono qui per inventare regole e direttive con le quali avanzare richieste a voi” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Pratica (7)”). Le parole di Dio mi hanno fornito un cammino e una direzione in cui praticare. Quando si tratta di matrimonio, Dio dà a ciascuno il diritto di fare le proprie scelte e ogni persona può decidere in base alle proprie circostanze reali, al proprio background e alla statura effettiva. Ho capito molto chiaramente che le circostanze della mia famiglia sono più favorevoli perché io creda in Dio e svolga i miei doveri. Tutta la mia famiglia crede in Lui e non si aspettano che io trovi un buon lavoro o che abbia una bella vita in questo mondo; se riesco a mantenere una vita normale, allora è sufficiente. Se avessi deciso di dedicarmi a tempo pieno alla mia fede e ai miei doveri, la mia famiglia mi avrebbe sostenuta completamente. Ma sarebbe stato diverso se mi fossi sposata; la famiglia del mio partner era non credente e aveva idee mondane e avrei anche dovuto tenere conto della vita quotidiana. Se mi fossi concentrata solo sulla fede e sui doveri, avrebbero anche potuto perseguitarmi. Inoltre, ero sentimentale e desideravo anche i piaceri della carne quindi, se davvero mi fossi sposata, sarei sicuramente stata assorbita dagli affetti familiari e la mia fede e lo svolgimento dei miei doveri ne avrebbero risentito. Negli ultimi due anni, attraverso le riunioni e il nutrimento delle parole di Dio, avevo cominciato a comprendere alcune verità e capito che ognuno viene in questo mondo con una propria missione. Sono nata negli ultimi giorni e in una famiglia che crede in Dio; inoltre, ho anche certi doni e punti di forza. Dio ha preparato tutto così bene per me, quindi dovrei compiere il mio dovere di essere creato. Se avessi rinunciato ai miei doveri per godere di una vita comoda nella carne, allora per quanto avessi assecondato la mia carne o vissuto nelle comodità, non sarei riuscita a compiere i miei doveri di essere creato. A quel punto che senso avrebbe avuto la mia vita? Ero stata capace di rinunciare ai miei doveri per il mio ragazzo quindi, se alla fine avessimo vissuto insieme, avrei investito su di lui la maggior parte del tempo e delle energie oppure avrei rifiutato di nuovo i miei doveri a causa degli affetti della carne. Questi ultimi potevano davvero portarmi a tradire Dio e rovinare la mia possibilità di salvezza!
Allora ho letto le Sue parole: “Il fatto che tu sia in grado di sperimentare questa sofferenza ora che stai seguendo Cristo è una benedizione, perché non è possibile che le persone ottengano la salvezza e sopravvivano senza sopportare questa sofferenza. È stabilito da Dio, quindi il fatto che ti capiti questa sofferenza è una benedizione. Non dovresti vedere la cosa in modo semplicistico; non si tratta di far soffrire le persone per trastullarsi con loro e basta. L’importanza di ciò è incredibilmente grande e profonda! Dedicare la tua intera vita a spenderti per Dio senza andare alla ricerca di un partner o senza tornare a casa è significativo. Se prendi la strada giusta e persegui le cose giuste, alla fine riceverai più di quanto tutti i santi abbiano ottenuto nel corso dei secoli, e riceverai promesse ancor più grandi” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Scegliere il giusto cammino è la parte più cruciale della fede in Dio”). “I giovani non dovrebbero essere privi di aspirazioni, di motivazione e di un vigoroso spirito di elevazione; non dovrebbero essere scoraggiati riguardo alle loro prospettive né perdere speranza nella vita o fiducia nell’avvenire; dovrebbero avere la perseveranza di procedere lungo la via della verità che ora hanno scelto, per realizzare il loro desiderio di spendere tutta la vita per Me. […] Dovreste praticare secondo le Mie parole. In particolare, ai giovani non dovrebbe mancare la determinazione a discernere chiaramente i meccanismi delle cose e a cercare la giustizia e la verità. Dovreste perseguire tutte le cose belle e buone, e ottenere la realtà di tutte le cose positive. Inoltre, dovreste essere responsabili nei confronti della vostra vita, e non dovete prenderla alla leggera. Gli uomini vengono al mondo ed è raro incontrarMi, e altrettanto raro è avere l’opportunità di cercare e guadagnare la verità. Perché vi ostinate a non valorizzare questo bel momento considerandolo la giusta via da perseguire in questa vita?” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Parole per i giovani e gli anziani”). Le parole di Dio mi hanno fatto capire che, anche se non sposarsi e non mettere su famiglia può portare qualche sofferenza, ciò che stiamo perseguendo è l’adempimento dei nostri doveri, il raggiungimento della verità, una vita significativa e, in ultima analisi, essere salvati da Dio e rimanere. Pertanto, la sofferenza che sopportiamo è significativa. Ho pensato a come, generazione dopo generazione, i non credenti facciano solo figli e provvedano alle loro famiglie, ma non comprendano la verità né il valore e il significato della vita senza una direzione corretta né un obiettivo di perseguimento, e a come le loro vite siano prive di significato. Dio ora Si è incarnato ed è venuto sulla terra per operare e salvare l’umanità; seguirLo e svolgere i doveri di un essere creato è un’opportunità estremamente rara. Proprio come Pietro: prima che il Signore Gesù lo chiamasse, pescava normalmente e faceva una vita semplice; quando il Signore Gesù è apparso, ha operato e lo ha chiamato, Pietro è stato capace di rinunciare a tutto e di seguire il Signore Gesù per perseguire la verità e alla fine ha raggiunto il massimo amore per Dio, è stato perfezionato da Lui e ha vissuto una vita significativa. Sono nata negli ultimi giorni e ho accettato la Sua opera di purificazione e salvezza delle persone: questa è la Sua ordinazione e la Sua grazia. Dovrei apprezzare una simile opportunità, che è estremamente rara, seguire Dio e adempiere i miei doveri di essere creato. Se avessi perseguito la famiglia e i piaceri della carne e alla fine non avessi ottenuto la verità, allora avrei sprecato il mio tempo e vissuto una vita senza significato e, una volta giunte le grandi catastrofi, sarà troppo tardi per rammaricarsi. Sono ancora giovane e la strada davanti a me è lunga; non posso investire i migliori anni della mia vita in banali questioni familiari. In seguito, ho spesso portato la mia decisione davanti a Dio in preghiera, chiedendoGli di guidarmi e aiutarmi a fare la scelta giusta, qualunque cosa sarebbe successa dopo.
Prima delle vacanze, il mio ragazzo ha suggerito di incontrarci per parlare di fidanzamento, ma non ho mai risposto. Con la laurea che si avvicinava, mi ha scritto chiedendo: “Allora, cosa siamo esattamente adesso?” Davanti alla sua domanda, ho ripensato alla nostra relazione e ai progetti di matrimonio, ma ora che era arrivato il momento di parlarne, stavo rinunciando. Improvvisamente ho sentito che lo stavo deludendo. In quel momento, ho capito che stavo diventando di nuovo debole, così mi sono affrettata a presentarmi davanti a Dio in preghiera: “Dio, ho deciso di seguirTi e di spendermi per Te però, quando si tratta di matrimonio, non riesco a decidere. Sento che lasciarlo adesso sarebbe deluderlo. Non so cosa fare. Ti prego di guidarmi”. Dopo aver pregato, ho pensato a come il mio ragazzo volesse mettere su famiglia e al mio desiderio di seguire Dio e svolgere i miei doveri. Percorrevamo cammini diversi. Ho ricordato che la Bibbia dice: “Non vi mettete con i non credenti sotto un giogo che non è per voi” (2 Corinzi 6:14). Andare avanti non avrebbe fatto bene a nessuno dei due. Inoltre, mi sono ricordata di qualche verso dell’inno intitolato “Devi riporre fede in Dio sopra ogni altra cosa”, che veniva spesso cantato durante le riunioni: “Se desideri credere in Dio e desideri guadagnare Dio e guadagnare la Sua soddisfazione, a meno di sopportare un certo grado di dolore o investire una certa quantità di energia non riuscirai a ottenere queste cose”. “Devi trattare la fede in Dio come la cosa più importante della tua vita, addirittura più importante del cibo, dei vestiti o di qualunque altra cosa: in questo modo raccoglierai i risultati. Se credi solo quando hai tempo e non sei in grado di dedicare tutta l’attenzione alla tua fede e se nella tua fede sei sempre confuso, non guadagnerai nulla” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico X”). Negli ultimi giorni, Dio incarnato esprime la verità per purificare e salvare le persone, permettendo loro di liberarsi della propria indole satanica corrotta, guadagnare un gruppo di persone che formino con Lui un solo cuore e una sola mente e infine portare queste persone nel Proprio Regno. Egli spera che consideriamo la fede in Lui come la cosa più importante nella vita. Se devo credere in Dio e ottenere la verità, devo avere la determinazione di spendermi e soffrire per Lui. Solo così posso guadagnare qualcosa. Se avessi cercato di soddisfare il mio ragazzo e compensare il debito che sentivo verso di lui, avrei dovuto scambiare il mio futuro per questo e ciò non mi avrebbe rovinata? Dato che avevo scelto di seguire il cammino della fede in Dio, dovevo attenermi a esso e non potevo tirarmi indietro in quel momento cruciale. Inoltre, il destino delle persone è nelle mani di Dio. Non potevo nemmeno controllare il mio futuro, come avrei potuto garantire quello del mio ragazzo? Quando ho pensato a questo, non ho avuto più preoccupazioni e ho chiuso la relazione. Dopo la rottura, ho sentito un enorme senso di sollievo, come se mi avessero improvvisamente tolto un enorme macigno dal cuore.
Una volta laureata, ho iniziato a svolgere i miei doveri nella casa di Dio. Lì, ho conosciuto alcuni giovani fratelli e sorelle non sposati e ho visto che non avevano legami, che ciascuno di loro aveva i propri punti di forza e che tutti facevano la loro parte nel propagare il Vangelo del Regno di Dio. Ho pensato che fosse molto significativo. Volevo adempiere bene i miei doveri e sfruttare bene anche i miei punti di forza. Dopo di ciò, ho calmato il mio cuore e non ho più pensato al matrimonio o a mettere su famiglia. Sono diventata disposta a cogliere l’opportunità di perseguire la verità nel tempo limitato che ho, a cercare la verità per eliminare la mia indole corrotta, a compiere bene i miei doveri e a vivere una vita significativa.