28. Cosa ho guadagnato dall’essere perseguitata dalla mia famiglia
Una volta avevo una famiglia armoniosa e felice, mio marito mi trattava bene e i nostri vicini e amici ci invidiavano. Nel 1994, ho accettato il Signore Gesù come mio Salvatore e ho condiviso il Vangelo del Signore Gesù con i miei genitori, mia suocera, mio fratello maggiore e mia cognata, e tutti lo hanno accettato. Mio marito era troppo occupato con i suoi affari per partecipare alle riunioni, ma sosteneva molto la mia fede. Nell’ottobre 2006, mi è stato predicato il Vangelo del Regno di Dio Onnipotente. Frequentando le riunioni e leggendo le parole di Dio, ho appreso che Dio Onnipotente è il Signore Gesù ritornato e che Egli ha attuato una fase dell’opera di giudizio e di purificazione sulla base dell’opera del Signore Gesù, permettendo alle persone di liberarsi completamente dal peccato ed essere salvate da Dio, e ho accettato con gioia l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. In seguito, ho iniziato a formarmi nella predicazione del Vangelo, testimoniando la nuova opera di Dio a coloro che credevano sinceramente in Dio e anelavano all’apparizione del Signore. All’inizio, mio marito non si opponeva alla mia fede in Dio Onnipotente e quando i fratelli e le sorelle venivano a casa mia li accoglieva con calore, dicendo che, una volta guadagnato più denaro, avrebbe creduto in Dio con me. Ma qualche mese dopo ha sentito le voci infondate del PCC che condannavano e screditavano la Chiesa di Dio Onnipotente e i leader religiosi continuavano a istigarlo, così ha iniziato a ostacolare la mia fede. Ogni volta che mi vedeva uscire per le riunioni, mi perseguitava e mi ostacolava.
Nel 2007, avevo assunto il dovere di leader della chiesa. Una sera, sono rincasata dopo aver svolto i miei doveri che erano già passate le dieci. Appena sono entrata in casa, mio marito si è precipitato da me e ha iniziato a torchiarmi, dicendo: “Dimmi la verità: perché sei tornata così tardi? Voi credenti in Dio Onnipotente siete bersaglio dell’oppressione dello Stato e se vi prendono venite trattati come criminali politici e persino uccisi senza possibilità di ricorso. Dovete essere più intelligenti!” Poi mi ha detto con ferocia: “Ascoltami, ieri sono tornato nella mia città natale e mio zio ha paragonato la disobbedienza al governo a un uovo che sbatte contro una pietra. Non puoi combattere l’autorità. I figli dei credenti non potranno frequentare l’università: se continui così, trascinerai i nostri figli in tutto questo. Mio zio mi ha detto di risolvere la questione con te una volta per tutte. Se continui con questa tua fede, divorzieremo! Se rinunci davvero alla tua fede, devi scrivermi una promessa in cui dici che non crederai più in Dio Onnipotente, rimarrai a casa, ti comporterai bene e non andrai da nessuna parte. Se scopro che lo hai fatto di nuovo, non rimproverarmi di essere spietato”. Sentirgli dire ciò mi ha fatta infuriare e ho pensato: “È perfettamente naturale e giustificato che io creda in Dio e predichi il Vangelo. Come fai a non avere discernimento sulle voci infondate e sulle parole diaboliche del gran dragone rosso? E vuoi che scriva una promessa per dire che non crederò più in Dio? È semplicemente ignobile!” Ma poi ho pensato: “Mio marito è stato avvelenato troppo profondamente. Se non firmo questa promessa oggi, chiederà di sicuro il divorzio; cosa dovrei fare?” In quel momento, ho pensato ad alcune parole di Dio: “Sai che ogni cosa nell’ambiente che ti circonda è lì perché Io l’ho permesso, Io l’ho disposto. Vedi con chiarezza e appaga il Mio cuore nell’ambiente che ti ho dato. Non temere, il Dio Onnipotente degli eserciti sarà certamente con te; Egli vi guarda le spalle ed è il vostro scudo” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 26”). Le parole di Dio possiedono autorità e potere e mi hanno dato fede. Satana sta usando ogni tipo di macchinazione per cercare di costringermi a rinunciare alla mia fede in Dio, ma non posso scendere a compromessi con Satana. A questo pensiero, ho detto a mio marito: “Voglio chiarire subito questo punto. Non sono io a voler divorziare; sei tu che vuoi farlo perché credi alle voci infondate e alle parole diaboliche del PCC. Se hai davvero paura che io ti coinvolga, acconsento al divorzio. Non ho infranto alcuna legge credendo in Dio, quindi non devo scriverti una promessa. Sono devota alla mia fede in Dio!” Mio marito ha digrignato i denti per la rabbia e ha detto: “Ormai sei irrecuperabile. Se scopro che continui con questa tua fede, non rimproverarmi di essere senza cuore”.
Un giorno, verso giugno 2008, mentre tornavo a casa dopo aver predicato il Vangelo, ho visto mio marito e suo zio che giravano in moto e mi cercavano. Appena mi hanno vista, si sono avvicinati a me. Mio marito, con un’espressione feroce, si è avventato su di me e mi ha dato due schiaffi. Prima che potessi reagire, mi ha presa a pugni con violenza in viso e in testa. Sono caduta a terra; intanto suo zio rimaneva a guardarmi mentre venivo picchiata e insultata. Ero furiosa e pensavo: “La mia fede in Dio è perfettamente naturale e giustificata, ma tu stai ignorando qualsiasi affetto familiare per ostacolarla. C’è una qualche umanità in questo?” Subito dopo, mio marito mi ha tirata su da terra e ha continuato a prendermi a pugni e calci mentre mi rimproverava: “Credi ancora in Dio Onnipotente?” Ho invocato disperatamente Dio: “Dio, la mia statura è troppo scarsa, e temo di non riuscire a sopportare queste persecuzioni da parte della mia famiglia. Ti prego, proteggimi affinché possa rimanere salda”. Con le labbra tremanti, ho detto a mio marito: “Io credo in Dio Onnipotente!” Vedendo che non mi tiravo indietro, ha imprecato verso di me a denti stretti: “Oggi mi sbarazzerò di te, vediamo se il tuo Dio riuscirà a salvarti”. Ero accasciata a terra, mi sentivo soffocare e faticavo a respirare. Un indescrivibile senso di desolazione mi riempiva il cuore e le lacrime continuavano a scorrermi sul viso. Guardando la sua espressione feroce, ho pensato che se avessi continuato a dire che credevo in Dio avrei potuto essere picchiata a morte lì. Mi sentivo afflitta e spaventata. Ho ripensato agli ultimi due anni: ogni volta che uscivo per partecipare alle riunioni e per svolgere i miei doveri, al mio ritorno mio marito mi picchiava e io mi chiedevo quando quei giorni sarebbero finiti. In quel momento, ho pensato a un passo delle parole di Dio: “La fede è come un ponte formato da un tronco di legno: coloro che si aggrappano alla vita in modo abietto avranno difficoltà ad attraversarlo, mentre coloro che sono pronti a sacrificare se stessi riusciranno ad attraversarlo con piede sicuro e senza preoccupazioni. Se l’uomo nutre pensieri timidi e timorosi è perché Satana l’ha ingannato nel timore che attraversassimo il ponte della fede per entrare in Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 6”). Le parole di Dio mi hanno risvegliata. La mia paura e la mia codardia significavano che ero caduta nelle macchinazioni di Satana. Anche se mio marito sembrava feroce, era nelle mani di Dio, e senza il permesso di Dio non poteva farmi nulla. Se avessi considerato la mia carne e fossi scesa a compromessi con mio marito per paura della morte, negando il nome di Dio, allora sarei caduta nelle macchinazioni di Satana. Ho pensato a Giobbe, che fu privato dei figli e delle ricchezze durante le sue prove. Sua moglie lo derise, esortandolo ad abbandonare Dio; Giobbe sopportò sofferenze sia nello spirito che nella carne, eppure non rinnegò il nome di Dio. Continuò a lodarLo e rimase saldo nel testimoniarLo. Essere picchiata da mio marito era solo un dolore fisico, che non poteva essere paragonato alla sofferenza di Giobbe. Ero disposta ad affidare la mia vita e la mia morte a Dio. Così L’ho pregato: “Dio, potrei non sopravvivere, ma neanche nella morte scenderò a compromessi con Satana; scelgo comunque di seguire Te. Ti chiedo di darmi fede”. In quel momento, una donna è passata e ha detto a mio marito: “Smetti di picchiarla. Se continui, potrebbe morire”. Mio marito si è finalmente fermato. Ho ringraziato Dio nel cuore. Se non fosse stato per la protezione di Dio, mio marito avrebbe davvero potuto picchiarmi a morte.
Quella sera, non era ancora intenzionato a lasciarmi andare e mi ha portata a casa di mia madre affinché lei mi rimproverasse. Mia madre mi ha vista coperta di lividi e ha cominciato a piangere di angoscia, maledicendo mio marito per la sua mancanza di umanità. Poi, mio padre, mio fratello e mia cognata si sono avventati su di me. Mia cognata mi ha urlato contro: “Questa sofferenza è tutta opera tua. Ti ho detto molto tempo fa che il PCC arresta coloro che credono in Dio Onnipotente. È così bello che noi crediamo in Gesù nella chiesa e il governo non ci arresta. Non sarebbe meglio vivere in pace e basta? Guardati, a insistere con la tua fede in Dio Onnipotente. Andando contro il PCC, non stai forse cercando di farti uccidere?” Anche mio padre ha gridato: “Se venissi picchiata a morte non sarebbe una gran perdita. La nostra è una grande famiglia e ha una buona reputazione, ma ora, solo a causa della tua fede in Dio Onnipotente, la gente mi schernisce. Hai svergognato la nostra famiglia. Se continui con questa tua fede, ti ripudierò come figlia”. Anche i familiari di mio marito sono venuti e mi hanno criticata, dicendo: “Il governo sta arrestando i credenti in Dio Onnipotente dappertutto. Se ti prendono, finirai in prigione. Se non inverti rotta, questa famiglia cadrà a pezzi. Trascinerai anche i tuoi figli in tutto questo a causa della tua fede in Dio. Perché subire tutta questa sofferenza quando puoi avere una bella vita?” Mi rimproveravano come se fossi una criminale. Provavo un dolore indescrivibile nel cuore, ma ero anche furiosa. Pensavo che i miei familiari fossero credenti del Signore e mi avrebbero capita, ma non sapevano distinguere il bene dal male e credevano alle voci infondate del PCC, e in nome dei loro interessi erano completamente privi di cuore, non mostrando alcun riguardo per la mia vita o la mia morte. Ho detto loro: “Ho fatto la mia scelta. Ho scelto Dio Onnipotente e sono sicura nella mia fede”. Poiché mi rifiutavo di scendere a compromessi, mi hanno torchiata fino a oltre mezzanotte. Ero così debole che non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi e continuavo a scivolare dalla sedia sul pavimento. Mia madre ha visto che non ce la facevo più e ha tacciato tutti gli altri di essere bestie. Ha detto: “Chiunque osi mettersi di nuovo contro di lei dovrà prima vedersela con me”. A quel punto, se ne sono finalmente andati. Ho visto che tutto questo era sotto la protezione di Dio.
Il giorno dopo sono venuti mia sorella maggiore, mio cognato, mio fratello maggiore e mia cognata. Volevano costringermi a firmare una promessa in cui garantivo che non avrei più creduto in Dio Onnipotente. Mio fratello ha detto: “Se firmi questo, io e tua cognata ti porteremo a casa da noi. Ti darò tutto quello che vuoi e ti prometto che mi prenderò cura di te per il resto della tua vita. Se invece non lo firmi oggi, interromperemo ogni rapporto”. Mi sono guardata intorno nel salotto: c’era più di una dozzina di persone che aspettava che io firmassi la promessa. Ero così triste. Se avessi scelto di credere in Dio, la mia famiglia avrebbe tagliato i ponti con me. Cosa avrei fatto da anziana? Dove sarei andata? Se fossi scesa a compromessi con la mia famiglia, avrei tradito Dio. Ero molto combattuta e mi sentivo sull’orlo di un crollo. Ho pregato in silenzio Dio e ho pensato a queste Sue parole: “Devi possedere nell’intimo il Mio coraggio, e quando si tratta di affrontare parenti che non credono devi avere dei principi. Ma per amor Mio devi anche fare in modo di non cedere a nessuna forza oscura. Confida nella Mia saggezza per percorrere la via della perfezione; non permettere mai alle macchinazioni di Satana di avere il sopravvento. Convoglia tutti i tuoi sforzi nel mettere il tuo cuore dinanzi a Me e Io ti conforterò portandoti pace e felicità” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 10”). Ho pensato anche a ciò che disse il Signore Gesù: “Chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli” (Matteo 10:33). Le parole di Dio mi hanno fatto capire che Satana stava cercando di usare i legami familiari e il futuro della mia carne per farmi allontanare da Dio e tradirLo. Dovevo capire a fondo le loro macchinazioni e non scendere a compromessi con le forze di Satana. Essere rifiutati dalle persone non fa paura, perché senza gli altri si può vivere; se invece venissi abbandonata da Dio, non potrei continuare a vivere. Solo Dio può salvare le persone. Avevano paura che, se fossi stata arrestata, questo avrebbe influito sul loro futuro e avrebbero perso la faccia, quindi a loro non importava che io vivessi o morissi e usavano sia il bastone che la carota per costringermi a lasciare la chiesa e a tradire Dio. Ho visto che la loro essenza era in opposizione a Dio. Fondamentalmente non eravamo persone dello stesso tipo. Pensando a questo, ho detto loro: “Padre, fratello, perché volete costringermi a firmare? Il Signore Gesù a cui abbiamo tanto anelato Si è fatto carne ed è tornato. Ha compiuto l’opera di giudizio e di purificazione. Voi non solo vi rifiutate di accettare la cosa, ma vi opponete a essa e la condannate, e volete che io neghi Dio e mi opponga a Lui proprio come voi. Siete forse diversi dai farisei dell’epoca? Mi rifiuto assolutamente di firmare. Se lo facessi, tradirei Dio”. A queste mie parole, mio fratello mi ha tirata con rabbia su dalla sedia e mi ha minacciata: “D’ora in poi taglieremo i rapporti. Non fai più parte della nostra famiglia!” A queste parole, non mi sentivo più così triste, poiché quei fatti mi hanno aiutata a vedere la loro vera natura di opposizione a Dio. Ho deciso che, comunque mio marito e la mia famiglia mi perseguitassero, avrei continuato a seguire Dio fino alla fine.
Dopo pranzo, mio fratello e mia cognata hanno detto che mi avrebbero riaccompagnata a casa mia. Proprio mentre ci avvicinavamo alla porta di casa, mio fratello e mia cognata mi hanno fatta scendere a forza dall’auto. Nello specchietto ho visto il mio viso coperto di lividi e i miei occhi gonfi e ridotti a fessure. Li ho seguiti zoppicando e mio marito continuava a spingermi da dietro, come se stesse conducendo un criminale, esortandomi a sbrigarmi. I negozianti su entrambi i lati della strada mi hanno vista e hanno iniziato a parlare tra loro. Qualcuno mi ha chiesto: “Chi ti ha fatto questo?” Mio marito ha pronunciato con arroganza una serie di calunnie su di me e mio fratello si è perfino assicurato di dire: “Se scopro che credi ancora in Dio Onnipotente, ti consegnerò al PCC e ti farò imprigionare, così non perderemo la faccia”. Anche mia cognata, che stava in disparte, mi ha insultata. Solo allora ho capito che avevano premeditato tutto e che mi avevano costretta a scendere dall’auto prima dell’arrivo per farmi camminare in strada sotto gli occhi di tutti, così che tutti mi respingessero e biasimassero, nel tentativo di costringermi a rinunciare alla mia fede in Dio. Tornata a casa, avevo un tale dolore nel cuore e sentivo che il cammino della fede in Dio era troppo difficile da percorrere. Ho addirittura pensato di scendere a compromessi con la mia famiglia. Sono crollata sul letto e ho gridato, pregando Dio: “Dio, trovo questo cammino troppo doloroso da percorrere. Nessuno mi capisce e sento di non poter resistere oltre…” Dopo aver pregato, ho rammentato l’inno delle parole di Dio “Dio ama l’uomo con le Proprie ferite”: “Dio incarnato tollera lo scherno, gli insulti, il giudizio e la condanna da parte di ogni genere di persone, nonché l’essere braccato dai demoni e il rifiuto e l’ostilità da parte del mondo religioso, cose che Gli creano nell’anima ferite a cui nessuno può porre rimedio. Egli salva l’umanità corrotta con immensa pazienza, ama le persone nonostante le Sue ferite, e questa è un’opera profondamente dolorosa. Essere ferocemente osteggiato, condannato, calunniato, accusato falsamente, perseguitato, braccato e ucciso da parte degli uomini fa sì che Dio incarnato corra grandi rischi nel compiere la Sua opera. Chi può capirLo e confortarLo mentre patisce questi dolori?” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “L’essenza di Cristo è amore”). Pensare all’amore di Dio per l’umanità mi ha profondamente commossa. Dio Si è fatto carne due volte per salvare l’umanità, sopportando sofferenze e umiliazioni inaudite. Il Signore Gesù, per portare a termine l’opera di redenzione dell’intera umanità, è stato respinto, insultato e calunniato dal mondo. Ha sopportato le percosse e lo scherno dei soldati e indossato una corona di spine, e alla fine è stato inchiodato alla croce, sacrificando la Sua vita. Negli ultimi giorni, Dio Si è fatto di nuovo carne per operare e salvare le persone nella terra dove si annida il gran dragone rosso, è stato braccato e condannato dal PCC e respinto e calunniato dalla comunità religiosa. Dio sopporta in silenzio tutte queste sofferenze per salvare l’umanità. L’amore di Dio per l’umanità è così grande! Ho la fortuna di seguire la nuova opera di Dio degli ultimi giorni. Predico il Vangelo e faccio il mio dovere per guadagnare la verità e ottenere la salvezza da parte di Dio; cosa importa se subisco un po’ di persecuzione per questo? In passato, condividevo spesso con i miei fratelli e sorelle, dicendo che, qualsiasi persecuzione o avversità incontriamo, dobbiamo seguire Dio fino alla fine; ma, ora che mi trovavo di fronte a quella situazione, perché non avevo la fede per superarla? La mia statura era davvero troppo scarsa. In silenzio, ho fissato il mio proposito davanti a Dio, giurando che qualunque tipo di persecuzione, calunnia o scherno avessi affrontato in futuro, sarei rimasta salda nel testimoniare Dio, non mi sarei più fatta limitare da nessuno e avrei seguito Dio per sempre.
Prima che me ne rendessi conto, era settembre 2008. Mio marito ha visto che continuavo a credere in Dio e a predicare il Vangelo e, poiché stava andando a Guangzhou per consegnare delle merci, mi ha trascinata con la forza nel furgone e mi ha preso tutti i soldi che avevo con me. Ero molto in ansia e ho subito nascosto un libro delle parole di Dio stringendolo a me mentre lui non prestava attenzione. In seguito, mi ha tenuta agli arresti domiciliari in un albergo facendomi sorvegliare dalla proprietaria. Sono stata confinata per cinque giorni ed ero davvero addolorata e tormentata; ho pensato: “Essere confinata qui, non poter vedere i miei fratelli e le mie sorelle né fare il mio dovere: ogni giorno mi sembra un anno”. Ho pensato a come la persecuzione da parte di mio marito si fosse inasprita sempre più nel corso degli anni e mi sono chiesta quando quei giorni sarebbero finiti. Il solo pensiero di tutto il dolore e tutte le avversità che avrei dovuto affrontare in futuro mi faceva sentire sempre più desolata e mi dicevo che sarebbe stato meglio morire. A questo pensiero, ho approfittato del fatto che mio marito dormisse per sgattaiolare in silenzio fuori dall’albergo, con il libro delle parole di Dio nascosto stretto al petto, e mi sono diretta a un padiglione vicino, preparandomi a buttarmi nel fiume per suicidarmi. Ma non potevo sopportare di abbandonare Dio. Ho riflettuto su come avevo finalmente accolto il ritorno del Signore dopo aver creduto in Lui per più di dieci anni: potevo davvero abbandonare Dio in quel modo? Ma non riuscivo a superare la realtà della mia situazione. Ho pianto rivolgendo a Dio una preghiera di commiato: “Dio, sono davvero debole in questo momento, non voglio più patire questo dolore. Prima di lasciare questo mondo, voglio leggere un passo delle Tue parole, così potrò sentirmi in pace dopo la morte”. Dopo aver pregato, ho aperto il libro delle parole di Dio sotto la luce fioca e ho letto questo passo delle parole di Dio: “Oggi, la maggior parte della gente non ha quella consapevolezza. Crede che la sofferenza sia priva di valore, viene rifiutata dal mondo, la sua vita familiare è instabile, non è amata da Dio e le sue prospettive sono fosche. La sofferenza di alcune persone raggiunge un livello estremo e i loro pensieri si rivolgono alla morte. Questo non è vero amore per Dio; questa gente è vigliacca, non ha la perseveranza, è debole e incapace! Dio desidera che l’uomo Lo ami, ma più l’uomo Lo ama, maggiori saranno la sua sofferenza e le sue prove. Se Lo ami, ogni genere di sofferenza ti colpirà; se non Lo ami, forse tutto procederà senza ostacoli e tutto sarà tranquillo intorno a te. Quando ami Dio, sentirai che molte cose intorno a te sono insormontabili, e poiché la tua statura morale è troppo bassa verrai raffinato; inoltre, sarai incapace di soddisfare Dio e avvertirai sempre che le Sue intenzioni sono troppo elevate, sono al di là della portata dell’uomo. A causa di tutto ciò sarai raffinato, poiché c’è molta debolezza in te e molta incapacità di soddisfare le intenzioni di Dio, verrai raffinato interiormente. Tuttavia dovete comprendere chiaramente che la purificazione si raggiunge solo attraverso l’affinamento. Perciò, negli ultimi giorni dovete rendere testimonianza a Dio. Per quanto sia grande la vostra sofferenza, dovreste camminare fino alla fine, e anche al vostro ultimo respiro, dovete ancora essere fedeli a Dio e alla Sua mercé; solo questo è vero amore per Lui e una testimonianza forte e clamorosa” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solamente affrontando prove dolorose puoi conoscere l’adorabilità di Dio”). Che passo meraviglioso! Mi sono sentita come se Dio mi stesse parlando faccia a faccia e una corrente calda mi ha risalito il cuore; le lacrime mi scorrevano sul viso come perle di una collana rotta. Sono state le parole di Dio a guidarmi a comprendere la Sua intenzione nel tempo, e allo stesso tempo mi sono pentita di volermi gettare nel fiume per suicidarmi perché non riuscivo a sopportare che mio marito mi perseguitasse. Ero troppo debole e priva di spina dorsale. Dio aveva disposto tale situazione per perfezionare la mia fede, permettendomi di rimanere salda nella mia testimonianza nelle avversità e nelle sofferenze e umiliare Satana. Se fossi morta, non sarei diventata lo zimbello di Satana? A questo pensiero, ho pregato Dio: “Dio! Qualsiasi sofferenza o prova affronterò in futuro, mi affiderò a Te per andare avanti. Tu mi hai donato questo respiro, quindi vivrò adeguatamente e Ti testimonierò, non Ti renderò più triste né Ti deluderò”. Avendo compresa l’intenzione di Dio, sono tornata in albergo. Ho pregato Dio, chiedendoGli di aprirmi una strada. Il giorno dopo, a mezzogiorno, mio marito è tornato in albergo e mi ha detto di affrettarmi a radunare le mie cose per tornare a casa. Le sue parole mi hanno colmata di entusiasmo e ho capito che tutto era nelle mani di Dio.
Nell’ottobre 2011, la chiesa aveva urgente bisogno di lavoratori del Vangelo e i leader volevano assegnarmi a predicare il Vangelo in un’altra regione. Ero disposta a fare il mio dovere per soddisfare Dio. Tuttavia ho pensato che, una volta andata via di casa, non sarei stata in grado di fornire ai miei figli una famiglia completa e felice, così ho rifiutato sulla base del fatto che non c’era nessuno a occuparsi dei bambini. Un giorno, io e mia figlia stavamo leggendo le parole di Dio; quando mio marito se n’è accorto, mi ha strappato dalle mani il libro delle parole di Dio e mi ha detto con ferocia: “Da quando hai iniziato a credere in Dio Onnipotente, ho capito che il nostro matrimonio era giunto alla fine! Vuoi credere in Dio ed essere salvata? Ti piacerebbe! Anche se morirò, ti porterò con me. Ho già interrotto tutte le mie attività di trasporto a causa tua e questa volta resterò a casa a tenerti d’occhio. Vediamo dove pensi di poter scappare. Ora te lo chiedo di nuovo: vuoi ancora credere in Dio?” Ho risposto: “Nessuno può togliermi il diritto di credere in Dio. Crederò in Dio per sempre”. Allora mio marito mi ha colpita in viso con il libro e poi lo ha gettato con noncuranza dalla finestra. Quando l’ho visto gettare via il libro delle parole di Dio, ho sentito il mio cuore lacerarsi e volevo correre a prendere il libro. Allora lui mi ha raggiunta e mi ha gettata a terra prendendomi a calci così forte che non riuscivo nemmeno a rialzarmi. Mia figlia si è fatta avanti e gli ha chiesto: “Papà, quale legge ha infranto la mamma credendo in Dio perché tu continui a perseguitarla in questo modo?” Mio marito allora è impazzito, ha afferrato mia figlia per i capelli e l’ha colpita in faccia più volte. Mia figlia aveva il viso livido e gonfio per le percosse. Sdraiata a terra, l’ho rimproverato con rabbia: “Bestia, diavolo!” Vedendo che mio marito non risparmiava nemmeno sua figlia, l’ho odiato ancora di più. Temevo che il libro delle parole di Dio potesse essere distrutto da un momento all’altro e quindi continuavo a invocare Dio nel mio cuore. Proprio allora, mio marito è di colpo andato in bagno. Ho detto subito a mia figlia di andare di sotto a cercare il libro e di mandarlo a casa di una sorella perché fosse custodito.
Ho ripensato a tutti i miei anni di fede in Dio. Mio marito mi aveva ostacolata in ogni modo possibile e mi sentivo molto addolorata e oppressa per via delle sue percosse e umiliazioni. Volevo davvero andarmene di casa per svolgere il mio dovere ma, quando è arrivato il momento di farlo, non potevo sopportare di separarmi dai miei figli e mi sentivo sempre in debito con loro. Quelle notti ero così angosciata che non riuscivo a dormire, così ho pregato Dio. In seguito, ho letto alcune Sue parole: “Deleterie influenze che migliaia di anni di ‘nobile spirito di nazionalismo’ hanno lasciato profondamente impresse nel cuore dell’uomo, a cui si aggiunge il pensiero feudale dal quale le persone sono legate e incatenate, senza un minimo di libertà, senza alcuna volontà di ambire o di perseverare né alcun desiderio di progredire, rimanendo invece in posizione negativa e regressiva, radicate in una mentalità da schiavi, e via dicendo; questi fattori oggettivi hanno trasmesso un aspetto indelebilmente turpe e vile alle prospettive ideologiche, agli ideali, alla moralità e all’indole umana. Sembra quasi che gli esseri umani vivano in un mondo tenebroso di terrorismo che nessuno di loro cerca di trascendere, e che non vi sia alcuno tra loro che prenda in considerazione l’eventualità di progredire verso un mondo ideale; piuttosto, si accontentano della propria sorte nella vita, di trascorrere i propri giorni a generare e crescere figli, a sforzarsi, sudare e svolgere le proprie faccende sognando una famiglia agiata e felice, circondati dall’affetto coniugale e filiale, nonché una vecchiaia all’insegna della gioia mentre la loro esistenza volge serenamente al crepuscolo… Per decine, migliaia e decine di migliaia di anni fino a oggi, gli uomini hanno sperperato il proprio tempo in questo modo e nessuno di essi ha costruito una vita perfetta, tutti quanti tesi solo a massacrarsi a vicenda in questo mondo tenebroso, a fare a gara per accaparrarsi fama e fortuna e a tramare l’uno contro l’altro. Chi ha mai cercato le intenzioni di Dio? Qualcuno ha mai considerato l’opera di Dio? Ogni aspetto dell’umanità in cui l’influenza delle tenebre ha avuto modo di insediarsi è divenuto ormai da tempo parte integrante della natura umana, ed è perciò molto difficile eseguire l’opera di Dio; inoltre, le persone hanno ancor meno cuore di prestare attenzione a quanto Dio ha affidato loro oggigiorno” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Lavoro e ingresso (3)”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho capito che non riuscivo ad abbandonare la mia famiglia perché ero influenzata da pensieri errati instillati da Satana, i quali mi dicevano che dovevo essere una “brava moglie e una madre amorevole”, avere “una famiglia felice” e così via. Avevo cercato di essere una brava moglie e una madre amorevole e quando è arrivato il momento di fare il mio dovere via da casa ho sempre esitato, temendo che andarmene di casa per svolgere il mio dovere avrebbe significato non poter dare ai miei figli una famiglia completa e felice. Alla fine ho capito che Satana usa questi pensieri e punti di vista fallaci per vincolare e frenare le persone, portandole ad allontanarsi da Dio e a tradirLo, ed esse alla fine perdono la loro possibilità di salvezza perché si preoccupano della carne. Alla luce di ciò, ho continuato a riflettere su me stessa: “Come essere creato, la mia sola responsabilità è prendermi cura dei miei figli? È stato Dio a darmi la vita, quindi dovrei vivere per perseguire la verità e compiere il mio dovere per soddisfare Dio”. Se avessi rifiutato di fare il mio dovere per mantenere una famiglia felice, avrei tradito gravemente Dio! Dovevo sottomettermi alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni e fare il mio dovere. Questo sarebbe stato approvato da Dio. Poi ho pensato a come mio marito avesse sempre creduto alle voci infondate diffuse dal PCC. Mi aveva ripetutamente picchiata e insultata per impedirmi di credere in Dio, rifiutando persino di lasciarmi uscire. Nei primi anni del nostro matrimonio, mi trattava bene perché la famiglia di mia madre era influente, e io potevo fare affari, guadagnare soldi, dargli dei figli e gestire tutte le faccende di casa. Ma, quando ho scelto di credere in Dio e di fare il mio dovere, mio marito temeva che sarei stata arrestata e che questo lo avrebbe coinvolto e avrebbe avuto ripercussioni sul futuro dei nostri figli, così ha iniziato a perseguitarmi e a ostacolarmi, trattandomi come una nemica. Possedeva una qualche traccia di affetto coniugale? Proprio come dicono le parole di Dio: “Perché un marito ama la propria moglie? E perché una moglie ama il proprio marito? Perché i figli rispettano i loro genitori? E perché i genitori amano svisceratamente i loro figli? Che tipo di intenzioni nutrono effettivamente le persone? Non sono forse finalizzate a soddisfare i loro piani ed egoistici desideri? Intendono davvero agire per il piano di gestione di Dio? Si stanno realmente prodigando per l’opera di Dio? Il loro intento è adempiere ai doveri di un essere creato?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio e l’uomo entreranno nel riposo insieme”). Dalle parole di Dio, ho visto che non c’è vero amore tra le persone e che anche l’amore tra marito e moglie è basato sull’interesse personale. Attraverso la persecuzione di mio marito nei miei confronti, ho finalmente visto la sua essenza demoniaca di odio per la verità e per Dio. Quando ho riconosciuto ciò, mi si è schiarito il cuore e ho acquisito la determinazione ad andarmene di casa per fare il mio dovere.
In seguito, mio marito ha chiesto il divorzio; l’istanza mi avrebbe tolto tutto. Ero furiosa e pensavo: “Tutte le proprietà apparterrebbero a lui e io non avrei alcun legame con i figli. Quando sarò vecchia, non avrò nemmeno un posto dove stare. Ma se non firmo i documenti del divorzio continuerà a perseguitarmi e controllarmi per via della mia fede in Dio”. Ero in preda a un dilemma, non sapevo cosa scegliere. In seguito, ho letto alcune parole di Dio: “Devi patire difficoltà per la verità, devi sacrificarti per la verità, devi sopportare umiliazioni per la verità e, per ottenerne di più, devi subire ulteriori sofferenze. Questo è ciò che dovresti fare. Non devi gettare via la verità per godere di una vita armoniosa in famiglia, e non devi perdere un’esistenza di dignità e integrità per un momentaneo godimento. Dovresti perseguire tutto ciò che è bello e buono, e perseguire un cammino di vita che sia più significativo. Se conduci un’esistenza così mediocre e non persegui alcun obiettivo, non stai sprecando la tua vita? Che cosa puoi guadagnare da una vita del genere? Dovresti rinunciare a tutti i piaceri della carne per il bene di una verità, e non dovresti gettare via tutte le verità per il bene di un po’ di divertimento. Persone simili non hanno alcuna integrità né dignità; non vi è alcun significato nella loro esistenza!” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho capito che sopportare quella persecuzione e quel tormento per via della mia fede in Dio rendeva tutta quella sofferenza preziosa e significativa. Avevo sempre temuto che se avessi divorziato la mia vita sarebbe stata priva di protezione e quindi esitavo. Ora sapevo che le comodità della carne, per quanto belle, non hanno significato. Solo Dio è il mio sostegno, e mi basta avere la Sua cura e la Sua protezione. Quanto a ciò che sarebbe accaduto in futuro, non dovevo preoccuparmi né nutrire ansia; mentre sono in vita, dovrei perseguire la verità in modo adeguato e svolgere il mio dovere di essere creato. Questo sarebbe il modo più significativo e prezioso di vivere la mia vita. Ho pensato a Pietro. I suoi genitori lo perseguitavano e lo ostacolavano perché credeva in Dio, così se ne andò di casa e viaggiò per tutto il mondo predicando. Quando sentì la chiamata del Signore, lasciò tutto per seguire Dio senza esitare e alla fine fu perfezionato da Dio. A questo pensiero, mi si è colmato il cuore di un sentimento di liberazione e ho deciso di andarmene di casa per svolgere il mio dovere.
In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio e anche le mie preoccupazioni per mia figlia sono diminuite. Dio Onnipotente dice: “Qualunque siano le tue origini e il viaggio dinanzi a te, in ogni caso, nessuno può sfuggire alle orchestrazioni e alle disposizioni del Cielo, e nessuno può controllare il proprio destino, perché soltanto Colui che regna sovrano su tutte le cose è capace di tale opera. Sin dal giorno in cui inizialmente l’uomo è stato creato, Dio ha sempre svolto la Sua opera in questo modo, gestendo l’universo e dettando le leggi del cambiamento per tutte le cose e la traiettoria del loro movimento. Come tutte le cose, l’uomo viene nutrito silenziosamente e inconsapevolmente dalla dolcezza, dalla pioggia e dalla rugiada provenienti da Dio; come tutte le cose, l’essere umano vive inconsapevolmente sotto l’orchestrazione della Sua mano. Il cuore e lo spirito dell’uomo sono in mano a Dio, e ogni cosa della sua vita viene vista dagli occhi di Dio. Che tu creda a tutto questo oppure no, tutte le cose, siano esse vive o morte, si muoveranno, muteranno, si rinnoveranno e scompariranno secondo i pensieri di Dio. Questo è il modo in cui Egli regna sovrano su tutte le cose” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio è la sorgente della vita dell’uomo”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che ciò che mia figlia avrebbe affrontato in futuro e le sofferenze che avrebbe sopportato erano predestinati da Dio, che la sua direzione futura è stata predestinata da Dio molto tempo fa e che l’unica cosa che potevo fare era affidare tutto a Dio e sottomettermi alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni. Questa è la ragionevolezza che avrei dovuto avere. Con questo pensiero, me ne sono andata di casa e ho messo fine al mio matrimonio. Tre anni dopo, ho ricevuto una lettera da mia figlia, che diceva di essersene già andata di casa per svolgere il suo dovere sotto la guida di Dio. Nel momento in cui ho ricevuto la lettera, mi sono sentita profondamente commossa e ho capito che tutto è sotto la sovranità di Dio. Di fronte al Suo amore e alla Sua salvezza immensi, ho ringraziato Dio dal profondo del cuore.
Anche se ho sopportato alcune avversità lungo il cammino, questa sofferenza è stata preziosa e significativa. Attraverso la persecuzione da parte di mio marito e della mia famiglia, ho imparato a discernere la loro essenza malvagia di opposizione a Dio e ho capito che è stato Dio a prenderSi segretamente cura di me e a proteggermi attraverso una difficoltà dopo l’altra e a darmi la fede e la forza necessarie per liberarmi dalle catene della mia famiglia e assolvere il mio dovere di essere creato. È stato Dio a condurmi sul giusto cammino della vita, e io Lo ringrazio dal profondo del cuore.