30. Come ho affrontato il mio cancro alle ossa
Un giorno di ottobre del 2019, avevo un forte dolore alla gamba e nemmeno gli antidolorifici mi aiutavano. Ho pensato a una sorella: anche lei aveva avuto dolore alla gamba e dopo le cure in ospedale le era passato. Mi sono detta: “Probabilmente non è nulla di grave. Dopo tutto, credo in Dio da molti anni e svolgo i miei doveri nella chiesa. In passato ho rinunciato al mio lavoro stabile e al matrimonio. Ho anche subito la persecuzione del gran dragone rosso e lo scherno e le calunnie del mondo. Ma ho sempre perseverato nella mia fede e nei miei doveri. Ho pagato un prezzo così alto, quindi, anche se sono davvero malata, credo che Dio mi proteggerà e mi guarirà”. Zoppicavo, ma non ho smesso di svolgere i miei doveri.
Nel giugno 2020, la mia gamba sinistra continuava a peggiorare e non riuscivo più a camminare normalmente. Quando sono andata in ospedale per un controllo, il medico ha guardato la radiografia e mi ha detto: “Lei ha il cancro, il dolore alla gamba è causato da un tumore. Deve essere ricoverata e per ora deve evitare di camminare”. Quando ho sentito il medico dire che avevo il cancro, tutte le forze hanno abbandonato il mio corpo e non riuscivo a smettere di piangere. Ero molto spaventata e pensavo: “Come può essere un cancro? Ora l’opera di Dio è nella sua fase finale. Tutti i fratelli e le sorelle stanno svolgendo attivamente i loro doveri, ma io ora ho il cancro: significa forse che non sarò in grado di fare i miei doveri? Non significherà non avere alcuna possibilità di essere salvata e di entrare nel Regno?” Ho pensato a mia madre che aveva avuto un cancro al colon. Le era stato soltanto asportato il tumore e non si era sottoposta alla chemioterapia, e in molti anni il cancro non aveva dato recidive. Anche alcuni fratelli e sorelle della chiesa erano guariti dopo aver avuto il cancro. Sentivo che, dato che facevo il mio dovere da quando avevo trovato Dio, Egli mi avrebbe protetta. Poi mi sono sottoposta a una serie di esami in ospedale. La diagnosi è stata di cancro alle ossa e il tumore era già cresciuto fino a 8 centimetri. Il medico ha detto che, se non fosse stato curato in tempo, forse avrei dovuto farmi amputare la gamba sinistra. Mi hanno anche trovato una macchia a un polmone. Non erano sicuri che fosse una metastasi, ma se lo era l’intervento chirurgico non sarebbe stato necessario, perché probabilmente avrei vissuto solo altri tre mesi. Sentendo questa diagnosi, non ho potuto fare a meno di provare di nuovo ansia e ho pensato tra me e me: “Se le cellule tumorali si sono diffuse ai polmoni, non morirò?” Quella notte mi sono rigirata nel letto senza riuscire a dormire. Pensavo a come avessi rinunciato a tutto per svolgere i miei doveri. Nel corso degli anni mi ero impegnata e data molto da fare, eppure ora non solo non avevo ricevuto le benedizioni di Dio, ma mi era anche venuto il cancro. Sentivo che Dio non mi aveva protetta. Più ci pensavo, più il mio cuore diventava pesante. In quel periodo, neanche dopo aver letto le parole di Dio riuscivo a calmare il cuore e trascorrevo i miei giorni in costante preoccupazione. Mi sono presentata davanti a Dio e ho pregato: “Dio, ho paura che le cellule tumorali si diffondano, ho paura di morire, e mi trovo a vivere nella sofferenza e nell’ansia. Ti prego, guidami a imparare una lezione in questa situazione”. Nella mia ricerca, ho letto un passo delle parole di Dio: “Dio Onnipotente, Signore di tutte le cose, esercita il Suo potere regale dal Suo trono. Egli regna sull’universo e tutte le cose, e compie l’azione di guidarci su tutta la terra. Saremo in ogni momento vicini a Lui, e ci presenteremo al Suo cospetto in silenzio, senza mai mancare neppure un momento, e sempre con delle lezioni da apprendere. Ogni cosa, dall’ambiente che ci circonda alle persone, gli affari e le cose, tutto esiste in virtù del permesso del Suo trono. Non lasciate a nessun costo che nel vostro cuore insorgano dei rancori, o Dio non vi elargirà la Sua grazia. Quando la malattia colpisce, si tratta dell’amore di Dio, e sicuramente in essa è riposta la Sua buona volontà. Se anche il vostro corpo si trovasse nelle condizioni di soffrire un po’, non accarezzate le idee di Satana. Lodate Dio nella malattia e godete di Dio nel lodarLo. Non perdete il coraggio di fronte alla malattia, cercate e cercate ancora senza darvi per vinti, e Dio vi illuminerà. Com’era la fede di Giobbe? Dio Onnipotente è un medico dalle facoltà illimitate! Dimorare nella malattia è essere malati, mentre dimorare nello spirito è stare bene. Finché ti resterà anche solo un respiro, Dio non ti lascerà morire” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 6”). Dio controlla l’universo e tutte le cose, quindi la mia vita non è forse nelle Sue mani? Il mio cancro era stato permesso da Dio e dovevo trarne un insegnamento. Ho pensato all’esperienza di una sorella. Aveva un cancro al retto all’ultimo stadio e tutti i medici dicevano che la sua malattia era incurabile. Ma lei ha continuato a pregare Dio e a nutrirsi delle Sue parole e ha superato la situazione affidandosi alla fede. Alla fine, la sua malattia è miracolosamente guarita. Ho visto che la vita e la morte dell’uomo sono nelle mani di Dio, non sono stabilite dai medici. Sebbene avessi il cancro, se Dio mi avesse fatta vivere, anche se le cellule tumorali si fossero diffuse, non sarei morta. Se invece era arrivata la mia ora, nessuno avrebbe potuto aiutarmi. Tutte queste cose erano predestinate da Dio. Dovevo affidarmi a Dio e, nell’attesa dei risultati, dovevo nutrirmi di più delle Sue parole e avvicinarmi a Lui. Dovevo realmente affidarmi a Dio e sperimentare le Sue parole. Come nel caso di Giobbe: comunque Dio operasse, avrei dovuto mantenere un cuore che Lo temeva e sottomettermi a Lui. Questo è in linea con l’intenzione di Dio. Le parole di Dio mi hanno calmato il cuore e non ero più così angosciata.
Due settimane dopo, il medico ha detto che le cellule tumorali non si erano diffuse e che potevo essere operata. Ero davvero commossa e non riuscivo a smettere di ringraziare Dio. Il dottore mi ha detto che il tumore al bacino era davvero grande e che l’intervento era molto rischioso, ma io non avevo più paura. Grazie alla protezione di Dio, l’intervento è perfettamente riuscito. Dieci giorni dopo, sono andata in un ospedale per la riabilitazione per iniziare il recupero. A causa del dolore all’osso del bacino e dell’intorpidimento alla gamba, non riuscivo a stare seduta sulla sedia a rotelle per più di un’ora e dovevo prendere molti antidolorifici ogni giorno. Non riuscivo nemmeno a girarmi nel letto e la notte mi svegliavo continuamente per il dolore. Pensavo tra me e me: “Quando finiranno questi giorni di agonia? Sto pregando e mi sto nutrendo delle parole di Dio, quindi perché Egli non ha alleviato il mio dolore? Anche un piccolo sollievo andrebbe bene e non mi sentirei così infelice! Il dolore alle ossa mi fa desiderare la morte. Preferirei morire e liberarmi da questa sofferenza”. Ma poi ho pensato: “Non sto forse discutendo con Dio?” Nel mio dolore, mi sono presentata davanti a Dio e ho pregato: “Dio, mi sento così debole e abbattuta e il dolore fisico che provo è troppo forte da sopportare. Ti prego, impediscimi di lamentarmi o di peccare ulteriormente con le mie parole e mettimi in condizione di rimanere salda nella mia testimonianza in questa situazione”. In quel momento, mi è tornata in mente l’esperienza di Giobbe e ho trovato un passo delle parole di Dio da leggere. Dio Onnipotente dice: “Dopo aver ottenuto l’autorizzazione di Dio, Satana si precipitò da Giobbe e stese la mano per colpire la sua pelle, provocandogli ulcere maligne in tutto il corpo, e Giobbe provò dolore sulla pelle. Egli lodò la meraviglia e la santità di Jahvè Dio, il che rese ancora più manifesta l’insolenza di Satana. Poiché aveva provato la gioia di far del male all’uomo, Satana stese la sua mano e devastò la carne di Giobbe, facendo in modo che le sue ulcere maligne andassero in suppurazione. Immediatamente, Giobbe iniziò a sentire nella carne una sofferenza e un tormento senza pari, e non poté far altro che massaggiarsi con le mani dalla testa ai piedi, come se ciò potesse alleviare il colpo inferto al suo spirito da questo dolore della carne. Si rese conto che Dio gli era accanto e lo osservava, e fece del suo meglio per restare saldo. Ancora una volta, si inginocchiò fino a terra e disse: ‘Tu guardi il cuore dell’uomo, osservi la sua miseria; perché Ti preoccupi della sua debolezza? Sia lodato il nome di Jahvè Dio’. Satana vide l’insopportabile dolore di Giobbe, ma non poté vederlo rinnegare il nome di Jahvè Dio. Quindi, frettolosamente, stese la sua mano per affliggere le ossa di Giobbe, disperato dalla voglia di farlo a pezzetti. In un batter d’occhio, Giobbe iniziò a provare un dolore senza precedenti; era come se la sua carne fosse stata strappata via dalle ossa, e le sue ossa venissero fracassate, pezzo per pezzo. Questo agonizzante tormento lo indusse a pensare che sarebbe stato meglio morire… La sua capacità di sopportare tale dolore aveva raggiunto il limite… Avrebbe voluto gridare, cercare di strapparsi la pelle dal corpo nel tentativo di alleviare la sofferenza, tuttavia trattenne le sue urla e non si strappò la pelle dal corpo, perché non voleva che Satana vedesse la sua debolezza. Così Giobbe si inginocchiò ancora una volta, ma in questa circostanza non percepì la presenza di Jahvè Dio. Sapeva che spesso Jahvè Dio era di fronte a lui, e dietro di lui, e ai suoi fianchi. Tuttavia, durante la sua sofferenza, Dio non lo aveva mai osservato una sola volta; aveva coperto la Sua faccia ed era nascosto, perché lo scopo della creazione dell’uomo da parte Sua non era certo quello di causargli sofferenza. In questo momento, Giobbe stava piangendo e facendo del suo meglio per sopportare questa agonia fisica, ma tuttavia non poté più trattenersi dal rendere grazie a Dio: ‘L’uomo cade al primo colpo, è debole e impotente, è giovane e ignorante, perché mai Tu vorresti essere così attento e tenero nei suoi confronti? Tu mi colpisci, eppure Ti addolora farlo. Che cosa, nell’uomo, è degno della Tua attenzione e della Tua preoccupazione?’ La preghiera di Giobbe raggiunse le orecchie di Dio, ed Egli rimase silenzioso, osservando soltanto, senza farsi sentire…” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II”). Leggere le parole di Dio mi ha commossa fino alle lacrime. Ho visto tutti i modi in cui Satana danneggiò Giobbe. Le pustole di Giobbe si incancrenirono e il dolore alla carne e alle ossa gli fece pensare che morire sarebbe stato meglio che vivere, ma lui trattenne le grida e si inginocchiò a pregare Dio, sopportò un dolore immenso senza emettere un solo lamento e non smise di lodare il santo nome di Dio. Alla fine rimase saldo nella sua testimonianza, svergognando Satana. Confrontandomi con Giobbe, mi sono veramente vergognata e ho visto quanto fosse pietosamente scarsa la mia statura. Avevo detto davanti a Dio che mi sarei sottomessa a Lui e avrei accettato i Suoi test ma, quando il dolore nel mio corpo persisteva, ho iniziato a discutere con Dio, chiedendoGli di alleviare la mia sofferenza fisica, e volevo persino usare la mia morte per costringere Dio. Ero davvero irragionevole! Volevo seguire l’esempio di Giobbe e rimanere salda nella mia testimonianza a Dio e, a prescindere dal dolore alle ossa e dalla sofferenza fisica, non potevo lamentarmi! Anche se il dolore fisico mi provocava un’enorme sofferenza, le parole di Dio mi rifornivano e ogni giorno leggevo le testimonianze esperienziali dei miei fratelli e sorelle, ascoltavo sermoni e condivisioni sull’ingresso nella vita e l’amarezza nel mio cuore è diminuita.
Un pomeriggio, non molto tempo dopo, la mia ferita ha improvvisamente cominciato a perdere molto pus e sangue; dopo aver fatto una radiografia, il medico ha scoperto che la protesi di sostegno nella coscia era fuoriuscita e doveva essere reinstallata. Dopo l’intervento, mi è venuta una febbre alta che non scendeva ed ero sull’orlo della morte. Il medico ha detto che la ferita si era gravemente infettata, che ero in pericolo di vita e che la protesi doveva essere rimossa, e che avrei dovuto sottopormi a un intervento di sbrigliamento due o tre volte alla settimana. Ogni volta che facevo una risonanza magnetica, dovevo stare sdraiata per circa quaranta minuti e avevo un dolore terribile alle natiche, come se venissero trafitte da un oggetto affilato. In quel momento, sono completamente crollata e ho pensato: “Sono così malata; lasciamo stare riprendermi e camminare di nuovo, potrei morire da un momento all’altro. È possibile che Dio mi stia punendo? Dio non ricorda i sacrifici che ho fatto e come mi sono spesa? Magari non ho dato alcun contributo, ma ho sopportato delle avversità. Sarebbe meglio morire piuttosto che continuare così. Cercare la morte però non è in linea con l’intenzione di Dio. Ma non posso più sopportare questo dolore costante. Vorrei che Dio lo alleviasse anche solo un po’. Perché Dio non ha pietà di me e non guarisce la mia malattia?” In seguito, mi sono resa conto che stavo ancora una volta discutendo con Dio e opponendomi a Lui e mi sono sentita profondamente in colpa. Ho pianto e ho pregato Dio: “Dio, la mia malattia è improvvisamente peggiorata e passo i miei giorni in agonia. Anche se so che ci sono verità che dovrei cercare in questa situazione, non riesco comunque a fare a meno di discutere con Te. Sono davvero ribelle! Dio, Ti prego, illuminami e guidami a conoscere i miei problemi”. Dopo aver pregato, ho letto un passo delle parole di Dio: “In così tanti credono in Me solo perché li guarisca. In così tanti credono in Me solo perché usi il Mio potere per scacciare gli spiriti impuri dai loro corpi, e in così tanti credono in Me semplicemente per ricevere da Me pace e gioia. In così tanti credono in Me soltanto per chiederMi più ricchezze materiali. In così tanti credono in Me soltanto per trascorrere questa vita in pace e per essere sani e salvi nel mondo che verrà. In così tanti credono in Me per evitare le sofferenze dell’inferno e per ricevere le benedizioni del cielo. In così tanti credono in Me solamente per un conforto temporaneo e non cercano di guadagnare alcunché nel mondo che verrà. Quando concedo la Mia furia alle persone e Mi impossesso di tutta la gioia e la pace che un tempo possedevano, loro sviluppano dubbi. Quando concedo alle persone le sofferenze dell’inferno e Mi riprendo le benedizioni del cielo, si infuriano. Quando le persone Mi chiedono di guarirle e Io non le ascolto e le aborrisco, si allontanano da Me per cercare invece la via della medicina malvagia e della stregoneria. Quando tolgo loro tutto ciò che Mi hanno chiesto, scompaiono tutte senza lasciare traccia. Perciò dico che le persone hanno fede in Me perché la mia grazia è troppo abbondante e perché ci sono fin troppi vantaggi da guadagnare” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Che cosa sai della fede?”). Ogni parola di Dio mi ha trafitto il cuore. Il mio stato e il mio comportamento erano esattamente quelli smascherati da Dio. Nella mia fede non Lo stavo trattando come Dio, Lo stavo trattando semplicemente come un medico, come qualcuno a cui potevo chiedere grazia e benedizioni. Nella mia fede in Dio avevo saputo rinunciare a tutto per svolgere i miei doveri solo per ricevere grazia e benedizioni da Lui. Pensavo che, fintanto che avessi fatto il mio dovere con diligenza, sofferto e pagato un prezzo, anche se mi fossi ammalata, Dio mi avrebbe protetta e guarita. Credevo che quando fosse giunta la grande catastrofe sarei sopravvissuta, Dio mi avrebbe salvata e sarei entrata nel Suo Regno. Quindi, quando la mia famiglia mi ha ostacolata, quando sono stata perseguitata dal gran dragone rosso e a prescindere da quanto soffrissi nei miei doveri, ho continuato a seguire Dio. Soprattutto quando ho visto mia madre guarita dal cancro, ho pensato che Dio avrebbe guarito anche la mia malattia. Questo mi ha resa più attiva nei miei doveri. Ma, quando ho sofferto durante le terapie, quando le mie condizioni hanno iniziato a peggiorare e ho fronteggiato la morte, mi sono opposta a Dio e mi sono lamentata. Gli ho chiesto di guardare a tutti gli anni in cui mi ero sacrificata e spesa e di guarirmi, liberandomi dal dolore. Stavo usando il mio essermi sacrificata e spesa per tentare di stringere un accordo con Dio e cercavo di contrattare con Lui. Trattavo Dio come un medico che poteva guarirmi e come una specie di magica panacea. Ero piena di richieste e pretese nei Suoi confronti. Possedevo forse coscienza, ragione o un cuore che Lo temeva? Se non avessi cercato la verità per eliminare la mia indole corrotta, avrei sicuramente finito per essere disprezzata ed eliminata da Dio. Dovevo cambiare atteggiamento.
In seguito, ho letto altre parole di Dio: “Qual è il problema con le persone che avanzano sempre richieste a Dio? Qual è il problema con il fatto che hanno sempre delle nozioni riguardo a Dio? Cosa è racchiuso nella natura dell’uomo? Ho scoperto che, qualunque cosa accada loro, indipendentemente dalla situazione nella quale si trovano, le persone proteggono sempre i loro interessi e si preoccupano della loro carne, e cercano sempre ragioni o scuse che tornino a loro vantaggio. Non cercano né accettano minimamente la verità, e tutto ciò che fanno è allo scopo di difendere la propria carne e fare progetti nell’interesse delle loro prospettive. Tutte chiedono con insistenza la grazia di Dio, desiderose di guadagnarsi ogni vantaggio possibile. Per quale motivo le persone avanzano tante richieste a Dio? Ciò dimostra che le persone sono avide di natura e che, davanti a Dio, non possiedono alcuna ragionevolezza. In tutto ciò che fanno, che sia pregare, condividere o predicare, i loro perseguimenti, i loro pensieri e le loro aspirazioni sono tutte pretese nei confronti di Dio e tentativi di sollecitarLo, il tutto compiuto nella speranza di ottenere qualcosa da parte di Dio. Alcuni diranno: ‘Questa è la natura dell’uomo’. È corretto! Inoltre, il fatto che le persone richiedano a Dio troppo e abbiano desideri eccessivi dimostra che sono davvero prive di coscienza e di ragionevolezza. Non fanno che chiedere e sollecitare cose nel loro interesse o cercano di discutere e di accampare scuse per difendersi; tutto ciò, lo fanno per sé stesse. In molte situazioni si può vedere che quello che le persone fanno è completamente privo di ragionevolezza, prova chiara del fatto che la logica satanica ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ è già diventata la natura dell’uomo. Quale problema viene messo in luce dal fatto che le persone fanno troppe richieste a Dio? Il problema che le persone sono state corrotte da Satana fino a un certo livello e che, nella loro fede in Dio, essi non Lo trattano affatto come Dio. Alcuni dicono: ‘Se non trattassimo Dio come Dio, perché crederemmo ancora in Lui? Se non Lo trattassimo come Dio, saremmo forse stati in grado di seguirLo fino a ora? Saremmo forse stati in grado di sopportare tutta questa sofferenza?’ In apparenza credi in Dio e sei in grado di seguirLo, ma nel tuo atteggiamento nei Suoi confronti, nelle tue opinioni riguardo a svariate cose, non tratti affatto Dio come il Creatore. Se tratti Dio come Dio, se tratti Dio come il Creatore, allora dovresti stare al tuo posto di essere creato e non ti sarebbe possibile avanzare pretese a Dio o avere desideri eccessivi. Anzi, nel tuo cuore saresti capace di sottometterti veramente, e saresti pienamente in grado di credere in Dio conformemente ai Suoi requisiti e di sottometterti a tutta la Sua opera” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Gli esseri umani chiedono troppo a Dio”). Quando ho letto lo smascheramento delle parole di Dio, ho pensato a come mi ero comportata dopo essermi ammalata. Il mio stato era esattamente quello descritto da Dio. Credevo in Dio da molti anni, ma avevo abbandonato il matrimonio, la famiglia e il lavoro per svolgere i miei doveri in cambio di grazia e ricompense. Anche i doveri che avevo svolto, le mie sofferenze e il prezzo che avevo pagato erano per essere salvata ed entrare nel Regno dei Cieli. Quando ha iniziato a farmi male la gamba, ho fatto del mio meglio per continuare a svolgere i miei doveri, nella speranza che questo avrebbe portato Dio a proteggermi e guarirmi. Quando ero tormentata da un dolore insopportabile, ho chiesto a Dio di alleviarlo. E quando le mie condizioni sono peggiorate e ho più volte fronteggiato la morte, mi sono ritrovata a porre a Dio una richiesta dopo l’altra, chiedendoGli di avere considerazione della mia debolezza e di liberarmi dal dolore. Quando Dio non ha fatto ciò che desideravo, mi sono lamentata e ho discusso con Lui. Mi sono trovata in uno stato di opposizione a Dio, non volevo nutrirmi delle Sue parole né pregare. I miei cosiddetti essere leale, sacrificarmi e spendermi erano tutti per me stessa, per ricevere la grazia e le benedizioni di Dio, per sopravvivere nella grande catastrofe e per essere salvata ed entrare nel Regno dei Cieli. Stavo cercando di stringere un accordo con Dio nonché di ingannarLo e approfittarmi di Lui! Ho pensato a Paolo nell’Età della Grazia. Sebbene avesse fatto dei sacrifici e si fosse speso per propagare il Vangelo del Signore Gesù in gran parte dell’Europa, alla fine disse: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia” (2 Timoteo 4:7-8). Paolo si spendeva e si sacrificava al fine di ottenere benedizioni e una corona e non occupava la posizione di un essere creato per svolgere i suoi doveri. Invece, stava cercando di stringere un accordo con Dio, andando completamente contro le Sue richieste. Paolo percorse un cammino di opposizione a Dio e, alla fine, fu da Lui punito. La mia prospettiva su cosa perseguire e il cammino che stavo percorrendo nella fede in Dio non erano forse gli stessi di Paolo? Dio è giusto e santo e, sebbene io credessi in Lui da molti anni, la mia intenzione di cercare benedizioni non era cambiata. Non avevo sincerità né amore verso Dio e la mia indole non era cambiata affatto. In che modo ero degna di ricevere benedizioni o di entrare nel Regno di Dio? Rinunciare a tutto non mi dà il capitale e soffrire e spendermi per assolvere i miei doveri non è una condizione che mi autorizza a cercare di stringere un patto con Dio. Queste sono semplicemente le cose che dovrei fare in quanto essere creato. Se non avessi abbandonato la mia intenzione di cercare benedizioni, non avessi perseguito sinceramente la verità e non mi fossi concentrata sul raggiungere un cambiamento d’indole di vita e una vera sottomissione a Dio, allora per quanto mi sacrificassi e mi spendessi, anche se mi fossi sfinita, Dio non mi avrebbe approvata e alla fine mi avrebbe solo disprezzata e punita.
Da quel momento in poi, per quanto dolore mi arrecassero le mie ferite, ho accettato di sottomettermi e ad affidarmi a Dio per sperimentare quella situazione. Quando la malattia si aggravava di nuovo, pregavo interiormente e non ponevo richieste irragionevoli a Dio come prima. Invece, mi ribellavo alla mia carne e mi sottomettevo alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio. Trascorrevo gran parte del tempo concentrandomi sul pregare Dio, sul nutrirmi delle Sue parole, sull’imparare inni e sul guardare video di testimonianze esperienziali. Un mese dopo, mi sono gradualmente ripresa. Quando sono stata dimessa, il medico non ha neppure menzionato la chemioterapia. Mi ha semplicemente detto che dovevo andare a fare dei controlli ogni tre mesi.
Un giorno, durante una devozione spirituale, ho letto un passo delle parole di Dio: “Vi ricordate cosa ha detto Pietro? (‘Anche se Dio stesse giocando con gli esseri umani come se fossero giocattoli, come potrebbero lamentarsi?’) Ciò si riferisce alla sottomissione. Se sperimenti le cose in questo modo, apprenderai gradualmente la verità e otterrai naturalmente dei risultati. Innanzitutto, devi avere un atteggiamento di sottomissione verso Dio e verso la verità. Non preoccuparti di quali sguardi Dio ti stia lanciando, di quali siano il Suo atteggiamento e il Suo tono di voce nei tuoi confronti, se ti sia avverso oppure no e se voglia o meno rivelarti. Comincia con il risolvere le tue difficoltà e i tuoi problemi. Le persone comuni possono facilmente realizzare ciò che ha detto Pietro? (No.) Quali esperienze ha vissuto e quali realtà ha posseduto che gli hanno permesso di dire quelle parole? (Credeva pienamente che in qualunque modo Dio tratta l’uomo, lo fa per salvarlo ed è solamente amore. Per questo era felice di sottomettersi.) Pietro ha detto: ‘Anche se Dio stesse giocando con gli esseri umani come se fossero giocattoli’, e tu: ‘in qualunque modo Dio tratta l’uomo’. Stai considerando te stesso come un essere creato, come un seguace di Dio e come un membro della Sua casa. Vi è dunque una differenza tra le due cose? Sì. Vi è una disparità! Dove sta la disparità tra un giocattolo e un essere umano? Un giocattolo non è niente, non vale niente, è un miserabile disgraziato. Che lo si definisca un giocattolo o una bestia, rimane una cosa di quel genere. Ma che dire di una persona? Una persona ha pensieri e un cervello; è in grado di parlare e di agire e può svolgere normali attività umane. Rispetto a quelli di un giocattolo, vi è differenza nel valore e nel prestigio di un essere umano? […] Se vieni preso come un essere umano, che tipo di trattamento pretenderesti? Vorresti essere rispettato, consultato, vorresti che si tenesse conto dei tuoi sentimenti, che ti venissero concessi spazio e libertà adeguati e che si considerassero la tua dignità e la tua reputazione. Questo è il modo in cui vengono trattati gli esseri umani. Ma che dire dei giocattoli? (Non sono niente di niente, li si può maltrattare.) (Li si può usare o buttare da parte a seconda che si voglia giocarci oppure no.) Questa è una cosa appropriata da dire. Questo è ciò che avete da dire sul trattamento dei giocattoli, perciò come descrivereste il trattare un essere umano come se fosse un giocattolo? (Lo si usa quando se ne ha bisogno e, in caso contrario, lo si ignora.) Lo trattate senza alcun rispetto e non c’è bisogno di proteggere i suoi diritti. Non gli concedete alcun diritto, né autonomia, né libertà di scelta. Non è necessario consultarsi con lui sulle cose da fare, o di considerare il suo onore, o nulla di questo genere. Sapete mostrargli gentilezza quando vi sentite bene ma, se così non è, lo maltrattate. Questo è l’atteggiamento che si ha nei confronti di un giocattolo. Se Dio le trattasse come giocattoli, come si sentirebbero le persone? Sentirebbero ancora che Dio è adorabile? (No.) Tuttavia, Pietro era in grado di lodare Dio. Quali verità realtà possedeva che gli hanno permesso di arrivare alla sottomissione fino alla morte? Di fatto, Dio non trattava l’uomo come un giocattolo. Ma quando la sua comprensione ha raggiunto questo livello, Pietro ha pensato: ‘Se Dio mi trattasse così, dovrei comunque sottomettermi. Se Dio mi trattasse come un trastullo, come potrei non essere pronto e disponibile?’ Pietro ha raggiunto questa disponibilità, questa volontà. A cosa si riferisce l’essere ‘pronto e disponibile’? (Mettersi alla mercé delle orchestrazioni di Dio e sottomettersi a esse in modo assoluto.) Questa è la verità della sottomissione. Consegnarti a Satana non rappresenterebbe il modo in cui si tratta un giocattolo? Verresti respinto quando non sei voluto, consegnato a Satana affinché possa tentarti e prendersi gioco di te. Qual è stato l’atteggiamento di Pietro? Aveva delle lamentele? Si è lamentato con Dio? Lo ha forse maledetto? Si è rivolto a Satana? (No.) Questa si chiama sottomissione. Non si è lamentato, non ha mostrato negatività o opposizione. La sua indole corrotta non è forse stata eliminata? Questo era in perfetta armonia con Dio. Non si trattava di vedere se avrebbe tradito Dio o meno. Era una questione di: ‘Non importa dove Egli mi metterà, il mio cuore avrà Dio; non importa dove mi metterà, sarò una persona che Gli appartiene. Se anche mi trasformasse in cenere, apparterrei comunque a Lui. Non mi rivolgerò mai a Satana’. È riuscito a raggiungere questo livello di sottomissione. Ciò è facile a parole, ma non nei fatti. Bisogna essere dotati della verità per un certo periodo di tempo, fino a quando non si vede tutto questo in modo completo e chiaro: a quel punto mettere in pratica la verità sarà molto più facile” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “La sottomissione a Dio è una lezione fondamentale nell’acquisire la verità”). Ho continuato a riflettere su queste parole di Dio e ho finalmente capito perché Egli abbia usato l’esperienza di Pietro come esempio da farci seguire. Pietro disse: “Anche se Dio stesse giocando con gli esseri umani come se fossero giocattoli, come potrebbero lamentarsi?” Pietro fu in grado di sottomettersi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio, sapeva trarre gioia dal giudizio e dal castigo di Dio anche durante le prove e gli affinamenti e aveva un cuore che temeva Dio. Pietro disse che anche se Dio lo avesse trattato come un giocattolo, non si sarebbe lamentato. Pietro occupava il posto che gli competeva, non desiderava stringere patti con Dio né porGli richieste, si sottometteva e basta e, qualsiasi cosa Dio facesse, Pietro lasciava che Egli orchestrasse tutto. Alla fine fu perfezionato da Dio. Ho pensato a come, quando la malattia mi aveva colpita, non avessi occupato il posto che mi competeva e a come avessi cercato pace per la mia carne e basta. Quando Dio non aveva esaudito le mie richieste, quando avevo provato dolore fisico e il mio desiderio di benedizioni si era infranto, avevo cercato di discutere e di competere con Dio e avevo persino pensato di farla finita. Rispetto a Pietro, in che modo possedevo una qualche umanità o ragione? Ero assolutamente indegna di vivere davanti a Dio! Gli esseri umani sono creati da Dio e qualsiasi cosa Egli faccia con me è appropriata. Le intenzioni dietro le azioni di Dio vanno al di là della mia comprensione. Da una prospettiva umana, la grazia e la pace del corpo sembrano cose buone. Ma, in realtà, eliminare la propria indole corrotta richiede ancora più giudizio, castigo, sofferenza e affinamento. Come quando sono stata colpita dal tumore: sebbene ciò non fosse in linea con le mie nozioni, in realtà è stato di beneficio per la mia vita e ancor di più per l’eliminazione della mia indole corrotta. È stata una benedizione speciale da parte di Dio. In quel momento, ho scoperto di avere nel cuore un obiettivo da perseguire. Volevo seguire l’esempio di Pietro e, a prescindere da come sarebbe evoluto il mio cancro o dal fatto che sarei morta o no, ero disposta a stare al posto che mi competeva in quanto essere creato e a sottomettermi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio.
In seguito, ho iniziato gradualmente a riprendermi e a usare un bastone e ho imparato a camminare su una gamba sola. Tre mesi dopo, sono andata a fare un controllo in ospedale e il medico mi ha detto che mi ero ripresa piuttosto bene e che, poiché il cancro non era ricomparso, non avevo bisogno della chemioterapia. Nel marzo del 2023, sono tornata nella mia città natale per una visita di controllo. Il dottore è rimasto sorpreso quando ha visto i risultati degli esami e mi ha detto: “Per questo tipo di cancro alle ossa, il 99% dei pazienti avrebbe avuto bisogno della chemioterapia, invece non solo lei non ha avuto bisogno né di chemio né di radio, ma il tumore non è nemmeno ritornato. È davvero un miracolo!” A queste sue parole, ho ringraziato e lodato Dio in silenzio nel mio cuore. In seguito, ho ripreso i miei doveri nella chiesa. Anche se la gamba continuava a intorpidirsi se restavo seduta a lungo e mi facevano male le ossa dell’anca, non mi sentivo più limitata e ho smesso di porre richieste a Dio in merito. Al contrario, sono giunta a provare molta gratitudine e ho fatto tesoro della possibilità di svolgere i miei doveri. Quando ho abbandonato l’intenzione di cercare benedizioni, mi sono sottomessa e ho fatto i miei doveri, ho provato un grande senso di agio nel cuore.