58. “Essere tolleranti verso gli altri” è davvero una buona umanità?

di Li Kun, Cina

Nel 2022, stavo irrigando i nuovi arrivati nella chiesa e ho notato che la leader Liu Jing si concentrava solamente sulle sue responsabilità principali, che raramente controllava le altre attività e che non collaborava armoniosamente con un’altra leader, sorella An Xin, causando spesso dei ritardi nel lavoro della chiesa. In seguito, Liu Jing è stata destituita e io sono stata scelta come leader della chiesa e dentro di me mi sono detta: “Devo collaborare armoniosamente con An Xin per dimostrare ai fratelli e alle sorelle che sicuramente non sarò meschina e intollerante come Liu Jing, concentrandomi solo sulle mie responsabilità primarie senza curarmi delle altre attività”. Per migliorare l’efficienza del lavoro, ci siamo divise i compiti. Le mie responsabilità principali erano il lavoro del Vangelo e quello basato sui testi, mentre An Xin era responsabile soprattutto dei lavori di irrigazione e purificazione. Per far vedere ai fratelli e alle sorelle che avevo una buona umanità ed ero una persona comprensiva, ho anche preso l’iniziativa di occuparmi di parte del lavoro degli affari generali. Dopodiché, passavo il tempo a riunirmi con tutti o a seguire il lavoro del Vangelo e quello basato sui testi. Gradualmente, ho notato che rispetto a prima An Xin aveva meno senso del fardello nei suoi doveri e che alcune attività venivano gestite solo in maniera superficiale senza essere seguite adeguatamente. Volevo farle notare questa cosa, ma poi ho pensato: “Nessuno è perfetto, tutti hanno dei momenti in cui svolgono i propri doveri in modo superficiale. Non dovrei richiederle degli standard troppo elevati, dopotutto, se glielo facessi notare, sembrerei troppo dura. Mi limiterò a rimanere alzata fino a tardi e a seguire le attività che ha lasciato indietro”. Così mi sono fatta carico di tutto il lavoro che lei non aveva portato a termine. In quel periodo, volevo apprendere meglio i principi per predicare il Vangelo, ma non avevo abbastanza tempo. Mi sentivo un po’ riluttante, ma non volevo che An Xin pensasse che mi occupavo esclusivamente delle mie attività, così mi sono forzata ad andare avanti.

Dopo un po’, ho notato che An Xin aveva sempre meno senso del fardello nei suoi doveri e che non si affrettava a raccogliere informazioni su certe persone che dovevano essere allontanate. Ci trovavamo in un periodo impegnativo per il lavoro del Vangelo e se avessi seguito il lavoro di purificazione, non sarei stata in grado di gestire bene quello del Vangelo, quindi ho ricordato ad An Xin di raccogliere le informazioni il più presto possibile. Ma anche dopo non sembrava comunque aver fretta e ho pensato di condividere su questo con lei, ma temevo che se avessi detto troppo si sarebbe offesa con me, così ho evitato di parlare. Inoltre, volevo che An Xin si occupasse di una parte del lavoro degli affari generali della chiesa, cosicché io potessi guadagnare un po’ di tempo per seguire il lavoro del Vangelo, ma poi ho pensato: “An Xin ha più anni di me e non gode di buona salute, quindi se le chiedessi di farsi carico di più lavoro, darei l’impressione di non comprendere le sue difficoltà e di non essere amorevole. Tanto vale che io faccia qualcosa in più. Non devo far altro che sopportare la fatica”. Mi sentivo molto riluttante, ma temevo che se avessi dato voce a questi sentimenti, i fratelli e le sorelle avrebbero pensato che fossi meschina, così mi sono detta: “Cosa diranno di me allora? Lascerò stare e mi limiterò a fare del mio meglio occupandomi del lavoro che riesco a seguire!” Nei giorni seguenti, spesso sono rimasta sveglia fino a tardi e col tempo la mia insoddisfazione repressa ha iniziato a ribollire, ma poiché ero io a gestire tutto il lavoro, ho pensato che An Xin mi avrebbe sicuramente attribuito una buona umanità, così mi sono trattenuta. Mi comportavo allo stesso modo anche quando interagivo con altri fratelli e sorelle. Alcuni di loro non comprendevano le questioni relative alle impostazioni di sicurezza del computer e agli aggiornamenti software, ma avrebbero potuto imparare semplicemente guardando dei tutorial, eppure aspettavano che fossi io ad aiutarli. Mi lamentavo con me stessa: “Essere leader mi richiede così tanto lavoro, perché non fate queste cose da soli invece che aspettare il mio aiuto?” Tuttavia, non avevo il coraggio di mettere in evidenza i loro problemi, temendo che sarei sembrata troppo meschina e puntigliosa e che si sarebbero fatti una cattiva impressione di me, quindi ho deciso che quando avessi potuto li avrei aiutati un po’ di più. Così facendo, ho sempre dato la precedenza agli altri e sono scesa a compromessi con loro, mostrandomi molto esigente nei confronti di me stessa, ma tollerante con gli altri. I fratelli e le sorelle erano diventati molto dipendenti da me, così credevo di avere una buona umanità, di non essere meschina e di poter collaborare con chiunque. Soprattutto quando ho sentito dire ai fratelli e alle sorelle che sembravo molto stanca e impegnata, dentro di me mi sono sentita piuttosto confortata, pensando che le mie sofferenze stessero servendo a qualcosa. Durante i mesi successivi, ho accettato diversi tipi di incarichi nella chiesa, senza avere tempo per le devozioni spirituali e impossibilitata a seguire il lavoro del Vangelo. Di conseguenza, nessuno stava accedendo ai principi nel predicare il Vangelo, non veniva più individuata alcuna deviazione nelle varie attività e il lavoro del Vangelo non portava risultati. Anche i progressi di An Xin nel lavoro di allontanamento andavano a rilento e i problemi con gli irrigatori non erano stati seguiti né risolti. Vedendo ciò, mi sono sentita molto ansiosa e impotente. In quel momento, sono giunta dinanzi a Dio per pregare: “Dio, ho pagato un grande prezzo nei miei doveri di leader, ma il lavoro non ha portato alcun risultato. Ti prego, illuminami e guidami affinché io possa riconoscere i miei problemi”.

Un giorno, mi sono imbattuta in un passo delle parole di Dio: “Condividiamo ora su un altro detto riguardante la condotta morale: ‘Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri’; che cosa significa questo detto? Significa che dovresti esigere molto da te stesso ed essere indulgente con gli altri, così da mostrare loro quanto sei generoso e magnanimo. Allora, perché lo si dovrebbe fare? Che cosa si intende ottenere facendolo? È attuabile? È davvero un’espressione naturale dell’umanità di una persona? Devi scendere a grandi compromessi per aderirvi! Devi essere libero da desideri e pretese, esigere da te stesso di provare meno gioia, soffrire un po’ di più, pagare un prezzo più alto e lavorare di più affinché non debbano logorarsi gli altri. E se si lamentano, protestano o hanno uno scarso rendimento, non devi pretendere troppo da loro: andrà bene un risultato nella media. La gente crede che questo sia un segno di nobile morale, ma perché a Me suona falso? Non è forse falso? (Lo è.) In circostanze normali, l’espressione naturale dell’umanità di un individuo ordinario è essere tollerante verso sé stesso e severo con gli altri. Questo è un dato di fatto. […] Se si è tenuti a essere all’altezza dell’idea di essere ‘severi con sé stessi e tolleranti con gli altri’, a quale agonia ci si deve sottoporre? Davvero si potrebbe sopportarlo? Quante persone riuscirebbero a farlo? (Nessuna.) E perché è così? (Le persone sono egoiste per natura. Agiscono in base al principio ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’.) Di fatto, l’uomo è nato egoista, è una creatura egoista ed è profondamente dedito a questa filosofia satanica: ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’. Le persone pensano che sarebbe catastrofico per loro, e contro natura, non essere egoiste e non prendersi cura di sé quando accade loro qualcosa. Questo è ciò che credono e il modo in cui agiscono. Se ci si aspetta da loro che non siano egoiste, che esigano molto da sé stesse e che ci rimettano di buon grado anziché approfittarsi degli altri, se quando qualcuno si approfitta di loro ci si aspetta che dicano con gioia: ‘Te ne stai approfittando, ma non intendo farne un dramma. Sono una persona tollerante, non parlerò male di te né cercherò di vendicarmi, e se non hai ancora approfittato abbastanza sentiti libero di continuare’, quest’aspettativa è realistica? Quante persone riuscirebbero a farlo? È questo il modo in cui si comporta normalmente l’umanità corrotta? Ovviamente, che ciò avvenga è anomalo. Perché lo è? Perché le persone con un’indole corrotta, specialmente quelle egoiste e meschine, lottano per i propri interessi personali, e pensare agli altri non arreca loro alcuna soddisfazione. Quindi, questo fenomeno, se succede, è un’anomalia. ‘Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri’: questa affermazione riguardante la condotta morale è chiaramente solo una richiesta che non corrisponde né ai fatti né all’umanità, posta all’uomo da moralisti sociali che non comprendono l’umanità. È come dire a un topo che non può scavare tane o a un gatto che non può catturare topi. È giusto fare una richiesta del genere? (No. Sfida le leggi dell’umanità.) Questa richiesta è in chiaro contrasto con la realtà e piuttosto vana(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (6)”). Dio dice che la natura umana è intrinsecamente egoista, che ogni volta le persone fanno piani in base ai propri interessi e si concentrano su di essi, e che, quando interagiscono con gli altri, cercano solamente di ottenere guadagni ed evitare perdite. Questo è sufficiente per dimostrare che gli esseri umani corrotti fondamentalmente non possono raggiungere il livello di essere “severo con te stesso e tollerante con gli altri”. Riflettendo sulla mia collaborazione con An Xin nei nostri doveri, quando ho visto che non aveva fretta di riunirsi o di organizzare il materiale relativo a coloro che dovevano essere allontanati, volevo davvero farle notare la cosa, ma temevo che avrebbe detto che ero troppo esigente e poco gentile. Per mostrare a tutti che ero davvero generosa e non ero meschina, ho continuato a tollerare il suo comportamento, imponendo a me stessa di fare di più ogni volta che potevo e tenendomi impegnata ogni giorno. Questo non mi lasciava tempo per le devozioni spirituali e anche il lavoro del Vangelo di cui ero la prima responsabile non portava alcun risultato. In apparenza, sembrava che io aderissi all’idea di “Essere severo con te stesso e tollerante con gli altri”, ma quando venivano toccati i miei interessi della carne, mi sentivo scontenta e riluttante e addirittura ero piena di lamentele. Simulavo anche una facciata di generosità. È stato allora che ho davvero capito che il detto “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri” era veramente ipocrita e che non era affatto la verità. Vivere sostenendo questa condotta morale mi aveva sfiancata sia mentalmente che fisicamente.

In seguito, sono giunta dinanzi a Dio per continuare a riflettere su me stessa. Ho letto un altro passo delle Sue parole: “Si può affermare con certezza che la maggior parte di coloro che esigono da sé stessi di adempiere la morale di essere ‘severi con sé stessi e tolleranti con gli altri’ è ossessionata dal prestigio. Spinti dalla loro indole corrotta, non possono fare a meno di perseguire la fama tra gli uomini, la ribalta sociale e il prestigio agli occhi degli altri. Tutte queste cose sono legate al loro desiderio di prestigio, e le perseguono sotto la copertura della loro buona condotta morale. E da dove vengono questi loro perseguimenti? Vengono e sono mossi interamente dalla loro indole corrotta. Quindi, in ogni caso, che qualcuno adempia o no alla morale di essere ‘severo con sé stesso e tollerante con gli altri’, e che lo faccia o meno fino alla perfezione, ciò non può minimamente cambiare la sua umanità essenza. Il che significa di conseguenza che non può cambiare in alcun modo la sua visione della vita o il suo sistema di valori, né guidare le sue attitudini e le sue prospettive su tutti i tipi di persone, eventi e cose. Non è così? (Sì.) Più si è capaci di essere severi con sé stessi e tolleranti con gli altri, più si è bravi a recitare, a camuffarsi e a fuorviare gli altri con buoni comportamenti e belle parole, e più si è ingannevoli e malvagi per natura. Più si è questo tipo di persona, più profondamente si amano e si perseguono il prestigio e il potere. Per quanto la condotta morale delle persone appaia esteriormente grandiosa, gloriosa e corretta, e per quanto risulti ammirevole agli occhi altrui, l’implicito perseguimento che si cela nei recessi del loro cuore, così come la loro natura essenza, e persino le loro ambizioni, possono erompere dal loro intimo in qualsiasi momento. Pertanto, per quanto buona sia, la loro condotta morale non può nascondere la loro umanità essenza intrinseca, né i loro desideri e le loro ambizioni. Non può nascondere la loro esecrabile natura essenza di disprezzo per le cose positive e di avversione e odio nei confronti della verità. Come mostrano questi fatti, il detto ‘Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri’ è più che semplicemente assurdo: mette a nudo le persone ambiziose che usano tali detti e comportamenti per coprire le proprie ambizioni e i propri desideri innominabili(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (6)”). Le parole di Dio mi hanno smascherata per chi ero realmente. Ho riflettuto su come avevo assunto il ruolo di leader con ambizione e desiderio, con l’intenzione di creare una buona immagine nel cuore dei fratelli e delle sorelle. Quando ho notato che An Xin mancava di senso del fardello nel suo dovere, non l’ho né smascherata né aiutata, ma al contrario l’ho tollerata, facendomi carico del lavoro che non aveva seguito e usando un comportamento apparentemente buono per fingere di essere generosa. Quando ho visto che i fratelli e le sorelle non erano proattivi nell’apprendere le competenze informatiche e rimanevano passivi aspettando che fossi io a occuparmene, volevo mettere in evidenza i loro problemi, ma temevo che mi avrebbero ritenuta scortese nei loro confronti, così ho continuato a lasciar correre. Quando ho esaurito le energie e non ce l’ho più fatta a livello mentale, ero sfinita e amareggiata e mi sono sentita contrariata e riluttante. Tuttavia, al fine di far vedere a tutti che non ero meschina, che ero gentile, tollerante e sempre premurosa verso gli altri, ho sopportato la cosa e non ho messo in evidenza i loro problemi, con il risultato di non essermi occupata bene delle mie responsabilità primarie. Ho fatto tutto questo per proteggere la mia immagine e il mio prestigio nel cuore delle persone: sono stata davvero ipocrita!

In seguito, ho letto le parole di Dio e ho ottenuto una certa comprensione di me stessa. Dio dice: “Alcune persone sembrano piuttosto entusiaste del loro credere in Dio. Amano occuparsi e preoccuparsi degli affari della chiesa, vanno sempre avanti. Eppure, inaspettatamente, una volta diventati leader deludono tutti gli altri. Non si concentrano sulla risoluzione dei problemi pratici del popolo eletto di Dio, ma fanno invece del loro meglio per agire per il bene della propria reputazione e del proprio prestigio. Amano mettersi in mostra per farsi stimare dagli altri, parlano sempre di come si spendono e soffrono per Dio, ma non si impegnano nel perseguire la verità e nel loro ingresso nella vita. Questo non è ciò che gli altri si aspettano da loro. Anche se si danno da fare nel proprio lavoro, si mettono in mostra in ogni occasione, predicano alcune parole e dottrine, guadagnano la stima e l’adorazione di alcune persone, fuorviano il cuore altrui e consolidano il loro prestigio, cosa ne viene fuori alla fine? Indipendentemente dal fatto che queste persone si servano di piccoli favori per corrompere gli altri, ostentino i loro doni e le loro abilità, utilizzino vari metodi per fuorviare gli altri e quindi conquistare le loro buone opinioni, a prescindere da quale metodo usino per conquistare il cuore delle persone e occupare una posizione in esso, cosa hanno perso? Hanno perso l’opportunità di guadagnare la verità mentre svolgevano i doveri di un leader. Allo stesso tempo, a causa delle loro varie manifestazioni, hanno anche accumulato azioni malvagie che determineranno il loro esito finale. Indipendentemente dal fatto che si servano di piccoli favori per corrompere e intrappolare le persone, si mettano in mostra o che usino maschere per fuorviare gli altri, a prescindere da quanti vantaggi e da quanta soddisfazione sembrino ottenere dall’esterno facendo questo, guardandolo ora, questo cammino è quello giusto? È il cammino del perseguimento della verità? È un cammino che può condurre alla propria salvezza? Chiaramente no, non lo è. Per quanto intelligenti siano questi metodi e trabocchetti, non possono ingannare Dio e, alla fine, costoro sono tutti condannati e detestati da Lui, perché dietro tali comportamenti si nasconde l’ambizione dell’uomo, un atteggiamento e un’essenza di antagonismo nei Suoi confronti. In cuor Suo, Dio non riconoscerebbe assolutamente mai queste persone come coloro che svolgono i propri doveri e li definirebbe invece come malfattori. Quale verdetto emette Dio quando ha a che fare con i malfattori? ‘Allontanatevi da Me, malfattori!’ Quando Dio dice: ‘Allontanatevi da Me’, dove vuole che vadano queste persone? Le sta consegnando a Satana, ai luoghi abitati dalle folle sataniche. Qual è la conseguenza ultima per loro? Sono tormentate a morte dagli spiriti maligni, vale a dire vengono divorate da Satana. Dio non vuole queste persone, il che significa che non le salverà, non sono Sue pecore, né tantomeno Suoi seguaci, quindi non sono tra coloro che Egli salverà. Ecco come queste persone vengono definite da Dio. Allora, qual è la natura del cercare di conquistare il cuore delle persone? Significa percorrere il cammino di un anticristo; è il comportamento e l’essenza dell’anticristo. Ancora più grave è l’essenza della competizione con Dio per il Suo popolo eletto; queste persone sono Sue nemiche. Questo è il modo in cui gli anticristi vengono definiti e categorizzati, ed è del tutto esatto(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 1: Cercano di conquistare il cuore delle persone”). Dio smaschera che le persone non perseguono la verità e che, dopo aver assunto dei ruoli di leadership, usano vari metodi e tranelli per conquistare il cuore degli altri e fuorviarli. Sembra che comprendano le difficoltà altrui e mostrino empatia, ma hanno l’obiettivo di proteggere la propria reputazione e il proprio prestigio e di essere guardate con ammirazione. Questo è il cammino degli anticristi. Quello smascherato da Dio era esattamente il mio stato. Sin dall’infanzia, ero stata influenzata dal detto “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”. Nell’interagire con le persone, credevo che si dovesse essere comprensivi e tolleranti e avere maggiore considerazione di loro, pertanto ritenevo che sopportare difficoltà o affaticarsi non fosse un problema e che farlo fosse segno di nobiltà d’animo. Vivevo secondo la cultura tradizionale di Satana. Quando ho visto che An Xin stava svolgendo i suoi doveri in modo superficiale, non ho smascherato la cosa, e addirittura mi sono fatta carico del lavoro che lei non aveva seguito. Di conseguenza, il suo senso del fardello per i doveri è andato scemando. Quando ho notato che i fratelli e le sorelle erano pigri e non erano disposti a impegnarsi per imparare da soli alcune impostazioni di base del computer, non solo non ho messo in evidenza i loro problemi, ma addirittura l’ho fatto al posto loro, portandoli inconsciamente a dipendere da me per qualsiasi cosa. Al fine di ottenere l’ammirazione dei fratelli e delle sorelle, fingevo di essere comprensiva anche se dentro di me non ne avevo affatto voglia, fuorviando così gli altri. Facevo le cose per soddisfare gli interessi carnali delle persone e conquistare il loro cuore, diventando sempre più malvagia, propensa all’inganno e ipocrita. Sebbene avessi ottenuto l’ammirazione degli altri, avevo rovinato il lavoro della chiesa e recato danno ai fratelli e le sorelle; il lavoro del Vangelo aveva prodotto scarsi risultati e quello di allontanamento era stato ritardato. Non stavo svolgendo i miei doveri, stavo commettendo il male. Avevo intrapreso il cammino di un anticristo. Quando ho compreso ciò, ho pianto e pregato Dio: “Dio! Cerco sempre di proteggere il mio prestigio nel cuore delle persone, causando ritardi al lavoro della chiesa. Non sono degna della Tua salvezza. Desidero pentirmi dinanzi a Te e svolgere i miei doveri in modo concreto”. Successivamente, mi sono aperta con An Xin riguardo al mio recente stato e le ho fatto notare i problemi che avevo visto in lei. Dopo aver sentito le mie parole, era disposta a riflettere su sé stessa e a imparare una lezione. Sentendola parlare in questo modo, allo stesso tempo mi sono sentita colpevole e leggermente confortata. Ero in colpa per aver vissuto secondo la cultura tradizionale di Satana, poiché avevo visto chiaramente i problemi di An Xin ma non li avevo messi in evidenza, ma ero anche lieta perché sotto la guida delle parole di Dio potevo finalmente ribellarmi a me stessa e praticare la verità.

In seguito, sono giunta dinanzi a Dio per pregare e riflettere. Mi sono resa conto di avere problemi simili nei miei rapporti con sorella Li Yun, il diacono degli affari generali. In base alla sua levatura, c’erano delle attività che avrebbe potuto svolgere bene, ma accontentava la sua carne e non era disposta a impegnarsi. Avevo notato i suoi problemi ma non li avevo messi in evidenza e al contrario avevo accontentato la sua carne, pensando di poter pagare un prezzo leggermente maggiore e di poter fare qualcosa in più affinché non dicesse che ero poco gentile con lei. Mi sono anche resa conto che stavo vivendo secondo l’idea della cultura tradizionale di “Essere severo con te stesso e tollerante con gli altri”. Volevo che lei mi lodasse per la mia buona umanità. Così sono giunta dinanzi a Dio e ho pregato, chiedendoGli di guidarmi a ribellarmi contro le mie intenzioni sbagliate e a comportarmi e agire secondo le Sue parole. Mi sono ricordata di queste Sue parole: “Non agire sempre per il tuo tornaconto e non considerare costantemente i tuoi interessi personali; non preoccuparti degli interessi degli uomini e non pensare affatto al tuo orgoglio, alla tua reputazione e al tuo prestigio. Devi prima considerare gli interessi della casa di Dio e farne la tua priorità. Devi tenere in considerazione le intenzioni di Dio e cominciare col riflettere se ci siano state o meno impurità nello svolgimento del tuo dovere, se tu sia stato fedele, se tu abbia adempiuto le tue responsabilità e abbia dato tutto te stesso e, allo stesso modo, se tu abbia o meno riflettuto con tutto il cuore sul tuo dovere e sul lavoro della chiesa. Devi considerare queste cose(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). Le parole di Dio mi hanno fornito dei principi su come comportarmi e agire. Non devo svolgere i doveri per mettermi in mostra, ma devo accettare lo scrutinio di Dio e indirizzare correttamente le mie intenzioni, dando priorità al lavoro della chiesa. Solo praticando in questo modo posso essere in linea con l’intenzione di Dio. Egli vuole che adempiamo i nostri rispettivi ruoli e collaboriamo armoniosamente nei nostri doveri, affinché nel tempo possiamo svolgerli meglio. Dovevo ribellarmi alle mie intenzioni sbagliate e trattare i miei fratelli e sorelle secondo le verità principi. Riguardo a coloro che hanno una buona levatura, se possono svolgere bene un lavoro ma non lo fanno, battendo la fiacca o essendo superficiali, i loro problemi devono essere messi in evidenza e smascherati in modo tale che possano conoscere la propria corruzione, adempiere le proprie responsabilità e formarsi di più. Riguardo ai fratelli e sorelle con scarsa levatura, se davvero hanno delle difficoltà, necessitano di essere aiutati e supportati con pazienza, affinché possano fare la propria parte entro i limiti delle loro abilità. Praticando in questo modo, sono stata in grado di concentrare le energie sui miei doveri principali senza ritardare il lavoro del Vangelo. Un giorno, dopo una riunione, mi sono avvicinata a Li Yun e dopo essere arrivata a comprendere le sue reali difficoltà, ho chiarito quale fosse il lavoro che doveva svolgere in base alle sue responsabilità e le ho fatto notare i suoi problemi. Lei ha detto: “Ultimamente sono davvero stata priva di senso del fardello nei miei doveri. Grazie alla tua condivisione, adesso so come fare pratica e sono disposta ad assumermi le mie responsabilità”. Sentendo le parole di Li Yun, mi sono vergognata profondamente. Ho capito che aiutare i miei fratelli e sorelle ad adempiere le loro responsabilità e a svolgere il proprio ruolo nei doveri è più vantaggioso per il lavoro della Chiesa.

Adesso non interagisco più con i miei fratelli e sorelle in base all’idea della cultura tradizionale di “Essere severo con te stesso e tollerante con gli altri”, ma metto in evidenza i loro problemi e li aiuto senza cercare di proteggere le nostre relazioni materiali. Trovo che comportarmi in questo modo sia rassicurante e liberatorio. Tutti questi cambiamenti sono il risultato della parola di Dio. Sia reso grazie a Dio Onnipotente!

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