66. Riconoscere il mio sentimento di inferiorità

di Lin Jing, Cina

Ho una personalità intrinsecamente introversa e fin da bambina non ho mai parlato molto. Soprattutto di fronte alle persone, mi innervosivo al punto da non riuscire a dire nulla. Rispetto ad altri bambini della mia stessa età, le mie reazioni erano più lente e il mio cervello era meno agile. I miei genitori, parenti e amici mi rimproveravano sempre, dicendo che non parlavo davanti agli altri. Dicevano anche che, nella società di oggi, se non sai parlare non mangi: braccia forti e gambe ferme non compensano un’abile parlantina. Mia cugina più giovane si esprimeva meglio di me. Riceveva i complimenti di tutti per come parlava bene, e piaceva a tutti. Mi sentivo molto inferiore, come se sotto ogni aspetto non fossi all’altezza degli altri, e non avevo una mente agile. Mi odiavo: perché non potevo saper parlare bene come gli altri? Ero troppo stupida e la mia capacità di esprimermi era troppo scarsa! Mi sentivo sempre un grado sotto gli altri e sono diventata sempre più introversa. Nel maggio 2012 ho accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni. Nutrendomi delle parole di Dio, ho capito che a Lui piacciono le persone oneste e, attraverso il contatto con i miei fratelli e sorelle e vedendo la loro capacità di aprire il cuore e parlare delle loro esperienze, anch’io ho cercato lentamente di aprirmi e di parlare dei miei pensieri. Ho iniziato a parlare un po’ di più.

Nel gennaio 2018, mi stavo formando per svolgere doveri basati sui testi. All’inizio, quando vedevo che le mie sorelle avevano un qualsiasi problema nel loro dovere, ero abbastanza coraggiosa da farglielo notare direttamente e non ero molto vincolata quando parlavo. Tuttavia, man mano che ho trascorso più tempo a contatto con loro, ho scoperto che ognuna aveva i propri punti di forza e tutte avevano alcune esperienze concrete. Soprattutto sorella Chen Xi, che si esprimeva in modo molto chiaro quando discuteva di lavoro o condivideva sulle sue esperienze personali. Provavo invidia nel cuore. Sentivo che Chen Xi era di buona levatura e che rispetto a lei ero inferiore in ogni aspetto. In seguito, quando ci riunivamo o discutevamo di lavoro, mi sentivo un po’ limitata e non osavo dire prontamente quello che mi passava per la testa. Avevo paura di non parlare bene come le altre e di essere presa in giro per questo. Un giorno di marzo, Chen Xi ha detto che stavo condividendo in modo un po’ caotico. Ho provato vergogna e sentito un’estrema tristezza nel cuore. In seguito, quando nelle riunioni condividevo o esprimevo opinioni, pensavo involontariamente alle critiche di Chen Xi nei miei confronti. Mi sentivo incapace di esprimermi e avevo paura di dire qualcosa di sbagliato e di rendermi ridicola, quindi non osavo affermare prontamente la mia opinione. Per questo motivo, le sorelle mie collaboratrici dovevano sospendere il lavoro per informarsi sul mio stato. Questo ostacolava il progresso del lavoro. Una volta, i supervisori stavano discutendo del lavoro con noi e io avevo le mie opinioni e i miei suggerimenti. Ma poi ho pensato: “Non so parlare bene; se non riesco a esprimermi chiaramente, cosa penseranno di me?” Avevo le parole sulla punta della lingua, ma ho taciuto. Sentire che le opinioni espresse da Chen Xi erano molto simili a ciò che pensavo io mi ha rattristata parecchio: “Guardatela! Parla benissimo e non soffre di ansia da palcoscenico. Perché io mi esprimo così male? Non riesco nemmeno a dire ciò che ho in mente!” In seguito, ho vissuto in uno stato di sconforto e mi sono delimitata ancora di più come incapace di esprimermi e parlare e dotata di scarsa levatura. Mi sono anche lamentata: perché Dio non mi aveva donato una buona parlantina, mentre Chen Xi aveva una così buona levatura? Pian piano, parlavo sempre meno e, quando mi riunivo o discutevo di lavoro, spesso mi assopivo. Non osavo parlare di nessun tipo di stato in cui mi trovavo. In realtà, quando ho visto che non stavo compiendo il mio dovere e che portavo le mie sorelle a occuparsi dei miei sentimenti, ho provato tristezza nel cuore, ma non sapevo come uscire da quello stato. Alla fine, non volevo nemmeno più svolgere doveri basati sui testi e mi sentivo molto oppressa e addolorata. Poiché non riuscivo per nulla a cambiare il mio stato, ho perso l’opera dello Spirito Santo e mi è stato assegnato un dovere diverso.

Questa riassegnazione mi ha estremamente rattristata. Ho cominciato a riflettere sul motivo per cui ero così negativa e passiva nel fare il mio dovere. Ho letto queste parole di Dio: “Tutte le persone hanno in sé alcuni stati sbagliati, quali negatività, debolezza, avvilimento e fragilità, o hanno intenti vili, o sono costantemente turbate dall’orgoglio, dai desideri egoistici e dagli interessi personali, o pensano di avere una bassa levatura e sperimentano degli stati negativi. Per te sarà molto difficile ottenere l’opera dello Spirito Santo se vivi sempre in questi stati. Se per te è difficile ottenere l’opera dello Spirito Santo, allora gli elementi attivi dentro di te saranno pochi e gli elementi negativi verranno fuori e ti disturberanno. Le persone contano sempre sulla propria volontà per reprimere quegli stati avversi e negativi ma, per quanto li reprimano, non riescono a scrollarseli di dosso. La ragione principale per cui ciò accade è che le persone non sanno discernere con esattezza queste cose avverse e negative; non riescono a vederne chiaramente l’essenza. Il che rende molto difficile per loro ribellarsi alla carne e a Satana. Inoltre, le persone restano sempre incastrate in questi stati negativi, malinconici e degenerati e non pregano Dio né guardano a Lui, limitandosi invece a cavarsela in qualche modo in tali stati. Ne risulta che lo Spirito Santo non opera in loro, ed esse di conseguenza non sono in grado di comprendere la verità, manca loro un cammino in tutto ciò che fanno e non riescono a vedere nessuna questione con chiarezza(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). Nutrendomi delle parole di Dio, ho capito perché ero negativa: credevo di non essere in grado di condividere come gli altri e quindi mi delimitavo come dotata di scarsa levatura. Ero anche costantemente preoccupata di come mi vedessero gli altri. Questo mi portava a non osare esprimere le mie opinioni. Passavo le giornate nascondendomi, nell’oppressione e senza la possibilità di sentirmi libera. Quando facevo il mio dovere, non riuscivo a guadagnare l’opera dello Spirito Santo e nemmeno a fare ciò che un tempo facevo. Questo non solo limitava le mie collaboratrici, ma ritardava anche il progresso del nostro lavoro complessivo. In realtà, non ero di levatura così scarsa da non riuscire a vedere alcun problema, perché quando avevo iniziato ero in grado di fare un po’ di lavoro e di esprimere qualche opinione; ma in seguito, dopo aver visto che Chen Xi era migliore di me e dopo che lei mi aveva detto che non condividevo in modo chiaro, ho iniziato a temere costantemente che mi guardasse dall’alto in basso. Per paura di perdere la faccia, non osavo più esprimere le mie opinioni. Poiché vivevo in uno stato negativo da tanto tempo, il mio spirito si era fatto cupo e abbattuto e non producevo risultati nei miei doveri, perciò avevano dovuto riassegnarmi. Ci ho riflettuto e mi sono resa conto che, sebbene non fossi brava con le parole, avrei dovuto trattare correttamente le mie carenze e manchevolezze e mettere del tutto in gioco ciò che sapevo fare. Quanto a ciò di cui non ero capace, avrei dovuto pregare Dio, affidarmi a Lui e assorbire i punti di forza dei miei fratelli e sorelle per compensare le mie debolezze. Solo facendo il mio dovere in questo modo potevo ottenere la guida di Dio. Andando avanti, ho cambiato il mio stato e ho messo il cuore nel mio dovere. Quando non capivo le cose, cercavo i principi con le mie sorelle e studiavo insieme a loro le conoscenze professionali pertinenti. Quando vedevo ambiti in cui le mie sorelle condividevano meglio di me, cercavo di assorbire questi loro punti di forza per compensare le mie carenze. A poco a poco, il mio stato è migliorato e ho iniziato a guadagnare dei cammini nel mio dovere, cosa che ha cominciato a dare dei risultati.

Nel giugno del 2021, sono stata eletta leader della chiesa e ho assunto la responsabilità del lavoro del Vangelo della chiesa insieme a fratello Li Yang. Li Yang svolgeva i doveri del Vangelo da molti anni, era molto bravo con le parole e pensava in fretta. Mi sentivo un po’ limitata a lavorare con lui. Una volta, stavamo discutendo su come predicare il Vangelo a dei potenziali destinatari. Avevo alcune idee ma, al pensiero che Li Yang aveva più esperienza di me nella predicazione del Vangelo, ero preoccupata di cosa avrebbe pensato di me se non fossi riuscita a condividere bene, e così mi sono trattenuta. Poi ho capito che, quando si comunica in merito al lavoro, entrambe le parti dovrebbero esprimere le proprie opinioni e completarsi a vicenda, così ho detto quello che pensavo. Ma quando ho parlato ero molto nervosa e non mi sono espressa con chiarezza. Li Yang ha ascoltato e poi ha sottolineato alcune mie carenze. In quel momento volevo solo che la terra si aprisse e mi inghiottisse. Ho pensato: “Non sono nemmeno riuscita a parlare chiaramente dei principi della predicazione del Vangelo: cosa penseranno di me i miei fratelli e sorelle? È così imbarazzante!” In seguito, quando ho di nuovo interagito con Li Yang, percepivo il mio cuore come schiacciato da un mucchio di pietre. Mi sentivo così appesantita, e ho iniziato a esprimere raramente le mie opinioni, limitandomi a stare in disparte come spettatrice. In seguito, mi sono accorta che Li Yang, nel predicare il Vangelo, si basava sull’esperienza invece di cercare i principi, e che non accettava i suggerimenti degli altri. Questo ostacolava il nostro lavoro del Vangelo e volevo farglielo notare, ma poi mi sono detta: “Li Yang è molto più bravo di me a parlare. Se lui propone un punto di vista diverso e io non sono in grado di condividere chiaramente, non perderò ancora di più la faccia?” Così non ho smascherato i suoi problemi, facendo sì che il progresso del lavoro del Vangelo venisse ritardato. In seguito, ho incontrato molte difficoltà nel mio lavoro del Vangelo e non ho ottenuto alcun risultato. Ero estremamente stressata; poi ho pensato a quanto parlassi male e a quanto mi risultasse difficile esprimermi chiaramente. Questo mi ha fatto percepire ancora di più che non ero in grado di svolgere bene il dovere di un leader e ho persino pensato di dimettermi. Il mio stato peggiorava sempre di più, finché alla fine sono stata destituita.

Questo mi ha fatta sentire estremamente triste e ho riflettuto su me stessa: “Perché mi sento sempre limitata quando sono con persone brave a esprimersi e agili di mente?” Un giorno, durante le mie devozioni spirituali, ho visto in un video di testimonianza esperienziale due passi delle parole di Dio che mi hanno davvero commossa. Dio Onnipotente dice: “Vi sono individui che da bambini avevano un aspetto ordinario, si esprimevano male e non erano molto acuti; di conseguenza gli altri, in famiglia e nell’ambiente sociale, emettevano su di loro giudizi piuttosto negativi, dicendo cose come: ‘Questo bambino è ottuso, lento e parla male. Guarda i figli degli altri, che parlano tanto bene da incantare chi hanno intorno, mentre questo bambino tiene continuamente il broncio. Quando incontra qualcuno non sa cosa dire, non sa come spiegarsi o giustificarsi dopo aver fatto qualcosa di sbagliato e non sa intrattenere la gente. È un idiota’. Lo dicono i genitori, lo dicono i parenti e gli amici, e lo dicono anche gli insegnanti. Questo ambiente esercita una certa pressione invisibile su questi individui. Attraverso l’esperienza di tali ambienti, essi sviluppano senza rendersene conto un certo tipo di mentalità. Quale? Pensano di non essere attraenti, di non risultare molto graditi e che agli altri non faccia mai piacere vederli. Credono di non essere portati per lo studio, di essere lenti, e si sentono sempre in imbarazzo ad aprire la bocca e a parlare davanti agli altri. Si vergognano troppo per ringraziare quando gli altri danno loro qualcosa, pensando tra sé e sé: ‘Perché sono sempre così impacciato nell’esprimermi? Perché gli altri parlano così bene? Sono solo uno stupido!’ […] Se qualcuno cresce in un ambiente del genere, questa mentalità di inferiorità prende gradualmente il sopravvento. Si trasforma in una sorta di emozione persistente che ti si aggroviglia al cuore e ti riempie la mente. Indipendentemente dal fatto che tu sia già cresciuto, che sia uscito nel mondo, che ti sia sposato e che ti sia affermato nella carriera e indipendentemente dal tuo prestigio sociale, questo sentimento di inferiorità seminato nell’ambiente in cui sei cresciuto è impossibile da estirpare. Anche dopo aver iniziato a credere in Dio ed esserti unito alla chiesa, continui a credere di avere un aspetto mediocre, di possedere una scarsa levatura intellettuale, di esprimerti male e di non saper fare nulla. Pensi: ‘Mi limiterò a fare quello che posso. Non ho bisogno di aspirare a essere un leader né di perseguire verità profonde; mi accontenterò di essere il meno importante e lascerò che gli altri mi trattino come preferiscono’. […] Questa emozione d’inferiorità potrebbe non essere innata in te, ma su un altro livello, a causa del tuo contesto familiare e dell’ambiente in cui sei cresciuto, sei stato sottoposto a colpi moderati o a giudizi inappropriati, e questo ha fatto emergere in te tale emozione d’inferiorità(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (1)”). “Quando l’emozione d’inferiorità è profondamente radicata nel tuo cuore, non solo ha un effetto profondo su di te, ma domina anche il modo in cui valuti persone e cose, nonché quello in cui ti comporti e agisci. Quindi, come considerano le persone e le cose coloro che sono dominati dall’emozione d’inferiorità? Si considerano peggiori degli altri, addirittura peggiori degli anticristi. Anche se gli anticristi possiedono un’indole malvagia e scarsa umanità, li considerano comunque persone da emulare e modelli da cui imparare. Addirittura pensano tra sé e sé: ‘Guarda, anche se hanno un’indole cattiva e un’umanità malvagia, possiedono dei doni e sono più abili di me nel lavoro. Riescono a mostrare con disinvoltura le loro capacità davanti agli altri e a parlare di fronte a tante persone senza arrossire né avere il batticuore. Hanno davvero fegato. Non posso essere alla loro altezza. Non ho abbastanza coraggio’. Cosa ha portato a questo? Va detto che uno dei motivi è il fatto che la tua emozione d’inferiorità ha influenzato il tuo giudizio sull’essenza delle persone, così come la tua prospettiva e il tuo punto di vista nel valutare gli altri. Non è così? (Sì.) Come influisce la tua emozione d’inferiorità sul modo in cui ti comporti? Dici a te stesso: ‘Sono nato stupido, senza doni né punti di forza, e sono lento nell’apprendimento in tutto e per tutto. Guarda quella persona: anche se a volte causa intralcio e disturbo e agisce in modo arbitrario e sconsiderato, almeno possiede doni e punti di forza. In qualsiasi situazione, è questo il tipo di persona di cui la gente vuole servirsi, mentre io non lo sono’. Ogni volta che succede qualcosa, la prima cosa che fai è emettere un verdetto su di te e chiuderti in te stesso. Di qualunque questione si tratti ti ritrai, eviti di prendere iniziative e hai paura di assumerti responsabilità. Ti dici: ‘Sono nato stupido. Dovunque vada, non piaccio a nessuno. Non posso espormi, non devo mostrare le mie insignificanti abilità. Se qualcuno mi raccomanda, questo dimostra che valgo qualcosa. Ma se nessuno mi raccomanda, allora è meglio che non prenda l’iniziativa di dire che posso assumermi il lavoro e svolgerlo bene. Se non sono sicuro di me stesso, non posso dire di esserlo: e se combinassi un pasticcio, cosa farei in quel caso? E se venissi potato? Mi vergognerei tantissimo! Non sarebbe umiliante? Non posso permettere che mi succeda’. Vedi? Il tuo comportamento non è forse stato influenzato? In una certa misura, il tuo atteggiamento nei confronti di come ti comporti è influenzato e controllato dalla tua emozione d’inferiorità. In una certa misura, può definirsi una conseguenza della tua emozione d’inferiorità(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (1)”). Dio ha smascherato che alcune persone fin dall’infanzia sono meno brave a esprimersi e meno agili di mente di altre, e ricevono valutazioni sfavorevoli in famiglia e nella società. Questo provoca in loro un sentimento di inferiorità. Quando ripensavo al fatto che da bambina non mi piaceva parlare, ero ottusa e avevo una personalità introversa, e che parenti, amici, insegnanti, compagni di classe e persino mia madre dicevano che non sapevo parlare, mi sentivo davvero inferiore e mi pareva sempre di essere un gradino al di sotto degli altri. Anche se, dopo aver iniziato a credere in Dio, leggendo le Sue parole sono riuscita ad aprirmi e a parlare di ciò che avevo in mente con i miei fratelli e sorelle, quando ho incontrato una persona così dotata di doni, brava a parlare e agile di mente come Chen Xi, inconsapevolmente mi sono sentita inferiore. Quando discutevamo del nostro lavoro non osavo esprimere la mia opinione e, quando ci riunivamo per condividere sulle parole di Dio, non osavo comunicare la mia comprensione e le mie interpretazioni. Quando io e Li Yang lavoravamo insieme ed eravamo corresponsabili del lavoro del Vangelo, ho visto che faceva il suo dovere secondo un’indole corrotta e ostacolava il lavoro del Vangelo, e sapevo che avrei dovuto smascherarlo. Ma temevo di non essere in grado di parlare chiaramente, e che, se lui avesse espresso un’opinione diversa e io non avessi saputo confutarla, avrei perso la faccia. Così sono rimasta a guardare il lavoro del Vangelo che veniva ostacolato, senza il coraggio di condividere con Li Yang. In seguito, il lavoro del Vangelo ha incontrato molte difficoltà e ho sentito che, non sapendo parlare bene ed esprimermi chiaramente, non ero in grado di svolgere il dovere di un leader. Ho persino pensato di dimettermi e di abbandonare. Vivendo in un sentimento di inferiorità, non ero in grado di svolgere normalmente il mio dovere e non riuscivo a praticare la verità. Questo non solo ha causato perdite alla mia vita, ma il mio lavoro non ha dato risultati e alla fine sono stata destituita. Se avessi continuato a vivere in quello stato senza cambiare, non sarei stata in grado di svolgere bene alcun dovere e avrei finito per essere eliminata da Dio. Quando l’ho capito, mi sono sentita estremamente triste. Non volevo continuare a vivere con sentimenti di inferiorità e dovevo trattare correttamente le mie carenze e manchevolezze.

Una volta, mi sono aperta con una sorella sul mio stato e sulle mie difficoltà. Lei ha trovato per me un passo delle parole di Dio. Dio ha detto: “Gli anticristi hanno a cuore la propria reputazione e il proprio prestigio in modo maggiore rispetto alle persone comuni, e ciò è qualcosa di intrinseco alla loro indole essenza; non è un interesse temporaneo né l’effetto transitorio dell’ambiente circostante. È qualcosa all’interno della loro vita, delle loro ossa, e dunque è la loro essenza. Vale a dire, in tutto ciò che gli anticristi fanno, la loro prima considerazione va alla propria reputazione e al proprio prestigio, nient’altro. Per loro, la reputazione e il prestigio sono la vita, nonché l’obiettivo dell’intera esistenza. In tutto ciò che fanno, la priorità è: ‘Cosa ne sarà del mio prestigio? E della mia reputazione? Fare questa cosa mi darà una buona reputazione? Eleverà il mio prestigio nella mente delle persone?’ Questa è la prima cosa a cui pensano, il che dimostra ampiamente che hanno l’indole e l’essenza degli anticristi; ecco perché considerano le cose in questo modo. Si può dire che, per gli anticristi, la reputazione e il prestigio non sono un requisito aggiuntivo, né tantomeno cose esterne a loro a cui potrebbero rinunciare. Fanno parte della loro natura, sono nelle loro ossa, nel loro sangue, sono innati in loro. Gli anticristi non sono indifferenti al possesso della reputazione e del prestigio; non è questo il loro atteggiamento. Allora qual è? La reputazione e il prestigio sono intimamente legati alla loro vita di tutti i giorni, alla loro condizione quotidiana, a ciò che perseguono ogni giorno(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte terza”). Dopo aver letto le parole di Dio ho capito che, proprio come un anticristo, avevo dato troppa importanza alla reputazione e al prestigio. Fin da giovane, mi ero ritenuta incapace di esprimermi e meno brava a parlare rispetto agli altri. Quando nell’assolvimento del mio dovere incontravo persone che si esprimevano bene, mi sentivo molto inferiore. In particolare, quando le mie carenze e manchevolezze venivano smascherate e perdevo la faccia, mi sentivo ancora più sconfortata e mi delimitavo in quanto dotata di scarsa levatura, ma non cercavo la verità per risolvere il mio problema. Mi curavo solo di salvare la faccia e non facevo bene il mio dovere. Ho pensato a come Dio mi avesse benedetta con l’opportunità di formarmi per essere leader della chiesa e avesse disposto che lavorassi con fratelli e sorelle bravi a parlare e dotati di esperienza. L’intenzione di Dio era che assorbissi i punti di forza degli altri per compensare le mie carenze e manchevolezze. Questo mi era di grande beneficio per comprendere la verità e migliorare le mie conoscenze professionali. Tuttavia, io non tentavo di cercare la verità per fare bene il mio dovere e invece mi concentravo esclusivamente sulla mia immagine nel cuore degli altri. Quando vedevo che non ero brava quanto gli altri, mi sentivo inferiore e limitata e vivevo in uno stato negativo, senza pensare a lottare per uscirne. Quando ho visto Li Yang intralciare e disturbare il lavoro della chiesa, non ho osato dire nulla e non ho adempiuto alle responsabilità a cui ero chiamata. Ero proprio come un anticristo, davo grande importanza alla reputazione e al prestigio, mentre non sostenevo affatto il lavoro della chiesa. In verità, non avevo la minima umanità! Le mie due destituzioni erano il risultato della giustizia di Dio.

In seguito, ho letto altri due passi delle parole di Dio e mi sono resa conto che c’era un’altra ragione per cui vivevo in uno stato di inferiorità, ossia che non ero in grado di distinguere tra buona e scarsa levatura. Ho letto queste parole di Dio: “Come andrebbe valutata la levatura delle persone? In base al grado in cui esse comprendono le parole di Dio e la verità. È questo il modo più accurato per farlo. Alcuni sono eloquenti, perspicaci e particolarmente abili a gestire gli altri; quando ascoltano i sermoni, tuttavia, non sono mai in grado di capire nulla e, quando leggono le parole di Dio, non le comprendono. Quando parlano della loro testimonianza esperienziale, pronunciano sempre parole e dottrine, rivelando di essere semplici dilettanti e dando agli altri l’impressione di non avere alcuna comprensione spirituale. Queste sono persone di scarsa levatura(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Per adempiere bene il proprio dovere, è fondamentale capire la verità”). “Perseguire la verità è la cosa più importante, da qualsiasi prospettiva si guardi. Puoi evitare i difetti e le carenze dell’umanità, ma non potrai mai sottrarti al cammino del perseguimento della verità. Indipendentemente da quanto perfetta o nobile sia la tua umanità, o dal fatto che tu abbia meno mancanze e difetti e possieda più punti di forza degli altri, questo non significa che comprendi la verità, né può sostituire il tuo perseguimento della verità. Al contrario, se persegui la verità, ne comprendi gran parte e ne hai una comprensione adeguatamente profonda e concreta, questo compenserà molti dei difetti e dei problemi della tua umanità. Per esempio, diciamo che tu sia timido e introverso, che sia balbuziente e non molto istruito, ossia che tu abbia molti difetti e inadeguatezze, ma che possieda esperienza concreta e che, anche se balbetti quando parli, riesca comunque a condividere sulla verità in modo chiaro, e che le tue condivisioni edifichino tutti quando le ascoltano, risolvano i problemi, permettano alle persone di uscire dalla negatività e le liberino dalle loro lamentele e incomprensioni su Dio. Vedi, anche se balbetti, le tue parole possono comunque risolvere i problemi: quanto sono importanti queste parole! Quando i profani le sentono, dicono che sei una persona rozza, che quando parli non segui le regole grammaticali e che a volte le parole che usi non sono nemmeno adatte. Può darsi che usi un gergo regionale o un linguaggio quotidiano e che le tue parole non abbiano la classe e lo stile di quelle di persone molto istruite che si esprimono in modo alquanto eloquente. Tuttavia, le tue condivisioni contengono la verità realtà, sono in grado di risolvere le difficoltà delle persone, e dopo che esse le hanno ascoltate, tutte le nubi oscure intorno a loro scompaiono e tutti i loro problemi sono risolti. Cosa ne pensi, non è forse importante capire la verità? (Sì.)(La Parola, Vol. 7: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). Dalle parole di Dio, ho capito che avere una buona levatura non significa avere un punto di forza in un determinato ambito; né una persona brava a parlare, agile di mente e abile nel gestire gli altri è di buona levatura. Queste sono semplicemente qualità intrinseche delle persone. Avere veramente una buona levatura significa essere in grado di comprendere le parole di Dio. Una persona di buona levatura è in grado di comprendere le parole di Dio e di capire le verità principi; quando condivide sulle parole di Dio, è in grado di associarle agli stati e alle difficoltà delle persone e di indicare un cammino di pratica. Anche se magari in superficie può avere qualche difetto e la sua capacità di esprimersi può non essere molto buona, è comunque capace di risolvere i problemi reali delle persone e di edificarle. In passato, mi affidavo sempre alle mie nozioni e fantasie per valutare le cose. Quando vedevo che non ero brava con le parole, vivevo in uno stato di inferiorità, mi delimitavo come dotata di scarsa levatura ed ero limitata da reputazione e prestigio in ogni occasione. Non svolgevo il lavoro di cui ero capace e alla fine ho perso l’opera dello Spirito Santo e sono stata destituita. Ho pensato ad alcuni fratelli e sorelle. Anche se non sono bravi con le parole, sanno affidarsi a Dio e guardare a Lui quando fanno il loro dovere. Se non capiscono un problema, sono in grado di chiedere agli altri e di condividere con loro, e dopo un certo periodo di tempo mostrano dei miglioramenti. Da ciò ho visto che essere bravi o meno con le parole non è affatto importante. La cosa fondamentale è capire e praticare la verità. Ho pensato al fatto che ero incapace di esprimermi e in qualche modo lenta e che, quando vedevo persone più brave di me con le parole mi innervosivo e mi assaliva l’ansia da palcoscenico. Tuttavia, avevo una certa capacità di comprendere le parole di Dio e pensieri e idee miei riguardo ai problemi nel mio dovere; ero capace di risolvere alcuni problemi. Non possedevo affatto una levatura così scarsa da non avere alcun pensiero o opinione personale. Tuttavia, non appena vedevo qualcuno più bravo di me con le parole, vivevo in un sentimento di inferiorità. Mi ritiravo nel mio guscio quando facevo il mio dovere e non osavo nemmeno parlare. Non guardavo affatto alle persone e alle cose in base alle parole di Dio. Dovevo ribaltare le mie opinioni sbagliate e smettere di invidiare e stimare coloro che all’esterno erano bravi a parlare.

Nel gennaio 2024, dovevo insegnare una tecnica informatica a Wang Ling, la leader del gruppo del Vangelo. Al pensiero di quanto Wang Ling fosse brava con le parole, provavo un po’ di nervosismo nel cuore mentre le insegnavo. Ho pensato a come esprimermi in modo che comprendesse ma, quando sono arrivata al punto più critico, mi ha detto che non riusciva a capirmi. Allora mi sono sentita un po’ triste e ho percepito di non essere brava, così ho pregato Dio in silenzio. Mi sono resa conto di aver nuovamente rivelato uno stato di inferiorità ed essermi sentita limitata quando ho visto che Wang Ling era più brava di me con le parole. Ho pensato al passato, quando vivevo sempre in uno stato di inferiorità e non riuscivo a fare il mio dovere normalmente, lasciandomi sfuggire molte opportunità di praticare la verità. Questa volta non potevo più agire come prima, pensando sempre alla mia reputazione e al mio prestigio. A questo pensiero, il mio cuore si è calmato, e ho chiesto a Wang Ling quali fossero le parti che non riusciva a capire e le difficoltà che incontrava nell’apprendimento della tecnica. Ho comunicato con lei e l’ho guidata pazientemente, e lei alla fine ha appreso le competenze. Eravamo entrambe estremamente felici. Ora sono capace di fare il mio dovere normalmente, senza essere limitata da sentimenti di inferiorità, e nel mio cuore sono molto grata a Dio! Dopo queste esperienze ho visto che, di fronte ai problemi, ricercare la verità e comprenderla è assolutamente fondamentale. Solo valutando le persone e le cose in base alle parole di Dio possiamo liberarci delle emozioni negative e vivere liberi e senza vincoli.

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