67. Sono in grado di trattare i miei hobby in modo corretto

di Ye Wei, Cina

Nel marzo 2020 sono stata eletta leader della chiesa. Poco tempo dopo, ho saputo che alcuni fratelli e sorelle sarebbero venuti a insegnare abilità informatiche e a coltivare alcuni tecnici informatici. La cosa mi ha subito interessata molto. Ero sempre stata interessata alla tecnologia informatica e l’avevo anche studiata nel tempo libero, quindi nutrivo un forte desiderio di imparare quelle abilità. Considerando i membri della nostra chiesa, ero l’unica ad avere qualche conoscenza di base in quell’ambito, quindi sarebbe stato fantastico poter svolgere quel dovere! Ho pensato al fatto che non ero molto eloquente nel mio attuale dovere di leader e, a volte, quando i fratelli e le sorelle avevano delle domande o delle difficoltà, non sapevo come condividere e risolverle, cosa piuttosto imbarazzante. Se avessi potuto svolgere un dovere tecnico, padroneggiare le abilità mi avrebbe resa un talento tecnico e mi avrebbe procurato riconoscimento, quindi non vedevo l’ora di mostrare le mie capacità in quel dovere di tecnologia informatica. Quando ho visto una sorella che aveva scarse conoscenze di base nello studio della tecnologia, l’ho guardata un po’ dall’alto in basso e le ho offerto qualche suggerimento con leggerezza. Lei ha reagito con uno sguardo di sorpresa, dicendo: “Non mi aspettavo che tu sapessi queste cose!” Le sue lodi mi hanno fatta sentire bene e ho pensato: “Mi hai davvero sottovalutata; se non fosse stato per il mio dovere di leader, avrei studiato tecnologia”.

All’inizio di maggio, fratello Zhang Ming è venuto nella nostra chiesa per insegnare le abilità informatiche e io ero molto felice. Ho pensato: “Anche se non posso andare alle lezioni tutti i giorni, posso trovare il tempo per imparare; apprendere da persone competenti mi aiuterà ad acquisire più abilità e, quando ne avrò l’occasione, potrò mostrare le mie capacità”. Appena andata a studiare, ho notato che alcuni dei contenuti tecnici includevano termini inglesi, quindi non ho potuto fare a meno di mettere in mostra le mie conoscenze di inglese, leggendo e traducendo per loro. I fratelli e le sorelle mi guardavano con un nuovo rispetto. Una sorella ha detto: “Che livello di inglese possiedi? Conosci persino i termini tecnici. Sei la più qualificata per studiare, sei avvantaggiata!” Ho annuito e ho detto: “È semplicemente qualcosa che mi piace studiare”. Quando vedevo le sorelle in difficoltà con certe operazioni durante la pratica, offrivo loro un po’ di guida, pensando: “Poiché sono una leader e non ho tempo, posso imparare solo a intermittenza; altrimenti apprenderei di sicuro più velocemente di voi”. Purtroppo ho frequentato le lezioni solo per due o tre giorni e poi non ho potuto continuare perché ero impegnata con il lavoro della chiesa. Molto dispiaciuta e in qualche modo riluttante, ho pensato: “Non posso rimanere indietro rispetto a tutti voi. Devo trovare il tempo per recuperare ciò che non ho imparato”. In seguito, ho guardato dei tutorial per imparare e mi sono impegnata a fare ricerche su tutto ciò che non capivo. Quando i fratelli e le sorelle mi facevano domande su cose che non comprendevano, ero anche in grado di dare loro qualche suggerimento. Quando ricevevo i complimenti da fratelli e sorelle provavo orgoglio, e il mio dovere di informatica mi piaceva ancora di più. Tuttavia, nel mio dovere di leader affrontavo spesso diverse difficoltà e a volte non riuscivo a risolverle, cosa che mi imbarazzava. Anche se stavo facendo il mio dovere, nel mio cuore non avevo lo stesso entusiasmo di quando studiavo informatica, né pensavo a come fare bene il mio dovere. Invece ero concentrata sullo studio delle tecnologie informatiche. A volte mi sentivo un po’ in colpa e pensavo: “Non sto mancando di assolvere il dovere che mi compete?” Ma poi pensavo che le abilità tecniche dei tecnici informatici della chiesa erano nella media e che anche aiutare i fratelli e le sorelle con i problemi informatici era un’esigenza urgente, e così, alla luce di ciò, il mio senso di colpa svaniva. Un giorno sono andata a occuparmi del mio dovere solo dopo aver armeggiato un po’ con il computer, e così ho scoperto di aver saltato un compito piuttosto urgente, causando dei ritardi. Solo allora ho avuto paura. Era stato il mio non concentrarmi sulle mie responsabilità principali a causare quel ritardo. Ho pensato anche ad altri compiti che avrebbero dovuto essere completati e ad altri che avrebbero dovuto essere seguiti ma non lo erano stati. Ciò aveva influito sull’andamento del lavoro e provavo un po’ di rimorso; ho pensato: “Come leader, dovrei concentrare i miei sforzi sul mio dovere principale, invece non faccio che studiare tecnologie informatiche. Sto davvero trascurando le responsabilità che mi competono!” Ho pregato Dio: “Dio, sono disposta a concentrare di nuovo il mio cuore sul mio dovere e a non fare le cose secondo le mie preferenze. D’ora in poi, farò bene il mio dovere con serietà”. Ma qualche giorno dopo è successo qualcosa che mi ha rivelata di nuovo.

Una sorella ha incontrato delle difficoltà mentre faceva il suo dovere e io non sapevo come condividere con lei. Non sapendo risolvere i suoi problemi, mi pareva di aver perso della reputazione e mi sentivo anche un po’ negativa; ho pensato: “Come leader, non so risolvere nemmeno un problema; è così umiliante. Chissà come mi valuterà questa sorella alle mie spalle! Sarebbe meglio se studiassi tecnologia. Quando i fratelli e le sorelle hanno problemi con il computer, so risolverli immediatamente e posso anche ricevere le lodi e l’ammirazione di tutti”. A questo pensiero, non volevo più essere una leader. Qualche giorno dopo, una predicatrice ha saputo che la mia negligenza nei confronti del dovere aveva fatto sì che alcuni compiti non venissero svolti bene, così mi ha potata. Allora ho espresso il mio desiderio di studiare tecnologie informatiche. Lei ha condiviso con me e mi ha chiesto di riflettere sul perché volessi assumere un dovere tecnico invece di essere una leader. Nella mia riflessione, ho letto queste parole di Dio: “Se il dovere che svolgi è qualcosa che sai fare bene e che ti piace, allora lo percepisci come una tua responsabilità e un tuo obbligo, e senti che il suo svolgimento è una cosa perfettamente naturale e giustificata. Ti senti pieno di gioia, felice e sereno. È qualcosa che sei disposto a fare e a cui puoi dedicare tutta la tua lealtà, e senti che stai soddisfacendo Dio. Ma quando un giorno ti troverai di fronte a un dovere che non ti piace o che non hai mai svolto in precedenza, sarai in grado di dedicargli tutta la tua lealtà? Questa sarà la prova per verificare se stai praticando la verità. Ad esempio, se il tuo dovere è all’interno del gruppo degli inni, sai cantare ed è un’attività che ti piace, allora sei disposto a svolgerlo. Se però ti venisse assegnato un altro dovere che consiste nel diffondere il Vangelo, e il lavoro fosse un po’ difficile, saresti in grado di obbedire? Ci rifletti e dici: ‘A me piace cantare’. Che cosa significa questo? Significa che non vuoi diffondere il Vangelo. È chiaro che questo è il significato. Ti limiti a ripetere: ‘A me piace cantare’. Se un leader o un lavoratore argomentano: ‘Perché non ti eserciti a diffondere il Vangelo e non ti munisci di più verità? Ti sarà più utile per la tua crescita nella vita’, tu continui a insistere rispondendo: ‘Mi piace cantare e mi piace ballare’. Qualunque cosa ti dicano, non vuoi andare a diffondere il Vangelo. Perché non vuoi andare? (Per mancanza di interesse.) Non ti interessa e quindi non vuoi andare: qual è il problema qui? È che scegli il tuo dovere in base alle tue preferenze e ai tuoi gusti personali, e non ti sottometti. Non hai sottomissione: questo è il problema. Se non cerchi la verità per risolvere questo problema, allora non stai mostrando molta vera sottomissione(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Leggendo le parole di Dio, ho capito che quando si trattava di doveri che mi interessavano, in cui ero brava, in cui potevo mettermi in mostra e guadagnare l’ammirazione degli altri, ero disposta a impegnarmi per svolgerli bene. Invece, nei doveri che non mi interessavano e nei quali non potevo mettere in mostra le mie capacità, non ero disposta ad affrontare e superare le sfide che comportavano. Questo dimostrava che sceglievo i doveri in base alle mie preferenze personali e non mi sottomettevo a Dio. Ripensando al mio studio della tecnologia informatica, ho percepito che, quando avevo l’opportunità di mettermi in mostra, mi immergevo nella ricerca e, nel momento in cui raggiungevo qualche piccolo successo, mi ritenevo eccezionale. Quando ricevevo elogi e ammirazione dagli altri, mi apprezzavo; invece, quando avevo difficoltà e problemi nel mio dovere di leadership e non riuscivo a risolverli, mi sentivo in imbarazzo e volevo oppormi o evitare la situazione. Così, invece, cercavo di trovare il tempo per dedicarmi alla tecnologia, ritardando in definitiva le mie responsabilità principali. Stavo davvero trascurando il dovere che mi competeva! Come leader della chiesa, quando i fratelli e le sorelle incontravano difficoltà nei loro doveri e io non riuscivo a condividere efficacemente, avrei dovuto affidarmi a Dio per cercare la verità o chiedere guida e aiuto a coloro che capivano la verità. Invece volevo essere sfuggente e tirarmi indietro perché non potevo proteggere il mio orgoglio e il mio prestigio agli occhi altrui. Stavo facendo il mio dovere sulla base di interessi e preferenze personali, perseguendo la soddisfazione del mio prestigio e della mia reputazione anziché praticare la verità, e non mi mettevo nella posizione di un essere creato per sottomettermi a Dio. Questo mio atteggiamento nei confronti del dovere era detestabile agli occhi di Dio. Dopo aver acquisito una certa comprensione, L’ho pregato: “Dio, non voglio più agire in base alle mie preferenze. Sono disposta a concentrare il mio cuore sul mio dovere e a svolgerlo bene con serietà”. In seguito, il mio cuore si è placato un po’ e ho cominciato a concentrarmi diligentemente sul mio lavoro principale. Quando sorgevano delle difficoltà nel mio lavoro, comunicavo con i fratelli e le sorelle con cui stavo collaborando, cercando la verità per risolverle.

Nell’aprile del 2021, a causa di una mancanza di efficienza nel lavoro del Vangelo, sono stata potata dai leader superiori, ma invece di riflettere su me stessa ero propensa ad abbandonare e ho proposto di dimettermi. I leader superiori hanno visto che non stavo riflettendo né entrando nella verità e che ero diventata estremamente negativa, così hanno accettato le mie dimissioni. Qualche giorno dopo, ho assunto un dovere legato alla tecnologia informatica ed ero piuttosto felice al pensiero che quel dovere mi si addiceva e che sarei stata in grado di mostrare il mio valore. Mi sono immersa nello studio della tecnologia, ho padroneggiato rapidamente alcune competenze di base e sono stata in grado di risolvere tutti i problemi informatici dei miei fratelli e delle mie sorelle. Quando insegnavo loro, mi sentivo sicura di me e tenevo la testa alta; trovavo quel dovere molto appagante.

Inaspettatamente, qualche mese dopo, sono incorsa in alcuni rischi per la sicurezza e non ho più potuto fare il mio dovere. Mi sentivo spesso abbattuta e pensavo: “La tecnologia si aggiorna e cambia molto rapidamente. Ho perso così tanto tempo che di certo resterò indietro”. Per evitare di rimanere troppo indietro, ho fatto del mio meglio per studiare la tecnologia, sperando che un giorno avrei potuto svolgere di nuovo doveri tecnici. In seguito, dopo aver letto un passo delle parole di Dio, ho iniziato a comprendere il mio stato. Dio Onnipotente dice: “C’è un istinto innato negli individui. Se non arrivano mai a conoscere quali sono i loro punti di forza, i loro interessi e i loro hobby, hanno l’impressione di non avere un posto, non riescono a realizzare il proprio valore e si sentono inutili. Non sono in grado di dimostrare il proprio valore. Quando invece qualcuno scopre quali sono i suoi interessi e hobby, li trasforma in un ponte o in un trampolino di lancio per realizzare il proprio valore. È disposto a pagare il prezzo per perseguire le sue aspirazioni, per vivere una vita di maggior valore, per diventare un individuo utile, per distinguersi dalla massa ed essere notato, per godere di ammirazione e approvazione e per diventare una persona straordinaria. In questo modo può vivere una vita appagante, avere una carriera di successo in questo mondo e vedere realizzati i propri desideri e le proprie aspirazioni, vivendo così una vita di valore. Guarda tra le animate moltitudini e vede poche persone dotate di un talento naturale come ne possiede lui, che si è prefissato aspirazioni e desideri elevati e che alla fine li ha realizzati grazie a sforzi incessanti. Si è costruito una carriera facendo ciò che ama, ha raggiunto la notorietà, il profitto e la fama che desiderava, ha dimostrato quanto vale e ha portato tale valore a compimento. Questo è ciò che le persone perseguono(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (8)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che avevo sempre voluto svolgere doveri legati ai miei interessi e ai miei hobby per realizzare i miei ideali e i miei desideri, diventare un talento tecnico che fosse ammirato dagli altri e ottenere infine la fama, il guadagno e il prestigio che desideravo. Quando ho scoperto che essere abile nella tecnologia informatica poteva farmi guadagnare lodi e ammirazione, ho provato un forte senso di presenza e di realizzazione. Così, mi sono interessata sempre di più alla tecnologia informatica, ero disposta a lavorare sodo e a studiare dall’alba al tramonto per migliorare le mie capacità, cercando di diventare abile in quel campo in modo che più persone mi lodassero e ammirassero. Tuttavia, ero troppo carente nel mio dovere di leadership e non avevo una mentalità proattiva. Quando incontravo difficoltà e battute d’arresto, diventavo negativa e mi tiravo indietro, arrivando persino a dare le dimissioni e a disertare. Trattavo i miei interessi e i miei hobby come un trampolino di lancio per realizzare la mia autostima. Volevo ottenere l’ammirazione degli altri imparando la tecnologia informatica. Macchinavo per dei guadagni personali e lo facevo per stabilire la mia immagine e il mio prestigio nei cuori delle persone e soddisfare le mie ambizioni e i miei desideri!

Un giorno mi sono imbattuta in un passo delle parole di Dio e ho capito un po’ le motivazioni che stavano alla base del mio approcciarmi ai doveri secondo le mie preferenze. Dio Onnipotente dice: “Gli anticristi hanno a cuore la propria reputazione e il proprio prestigio in modo maggiore rispetto alle persone comuni, e ciò è qualcosa di intrinseco alla loro indole essenza; non è un interesse temporaneo né l’effetto transitorio dell’ambiente circostante. È qualcosa all’interno della loro vita, delle loro ossa, e dunque è la loro essenza. Vale a dire, in tutto ciò che gli anticristi fanno, la loro prima considerazione va alla propria reputazione e al proprio prestigio, nient’altro. Per loro, la reputazione e il prestigio sono la vita, nonché l’obiettivo dell’intera esistenza. In tutto ciò che fanno, la priorità è: ‘Cosa ne sarà del mio prestigio? E della mia reputazione? Fare questa cosa mi darà una buona reputazione? Eleverà il mio prestigio nella mente delle persone?’ Questa è la prima cosa a cui pensano, il che dimostra ampiamente che hanno l’indole e l’essenza degli anticristi; ecco perché considerano le cose in questo modo. Si può dire che, per gli anticristi, la reputazione e il prestigio non sono un requisito aggiuntivo, né tantomeno cose esterne a loro a cui potrebbero rinunciare. Fanno parte della loro natura, sono nelle loro ossa, nel loro sangue, sono innati in loro. Gli anticristi non sono indifferenti al possesso della reputazione e del prestigio; non è questo il loro atteggiamento. Allora qual è? La reputazione e il prestigio sono intimamente legati alla loro vita di tutti i giorni, alla loro condizione quotidiana, a ciò che perseguono ogni giorno. E così, per gli anticristi, la reputazione e il prestigio sono la vita. A prescindere dal modo e dall’ambiente in cui vivono, dal lavoro che fanno, da cosa perseguano, da quali siano i loro fini o la direzione della loro vita, tutto ruota attorno all’avere una buona reputazione e un elevato prestigio. E questo obiettivo non cambia; non riescono mai a mettere da parte tali cose. È questo il vero volto degli anticristi, è questa la loro essenza(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte terza”). Leggere le parole di Dio di smascheramento degli anticristi mi ha profondamente commossa. Trattavo la reputazione e il prestigio come qualcosa di prezioso quanto la vita stessa e perseguivo costantemente l’ammirazione degli altri. Ero influenzata da veleni satanici come “Le persone hanno bisogno dell’orgoglio proprio come un albero della corteccia” e “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli”, e cercavo sempre di avere prestigio e una buona immagine nel cuore degli altri. Ero disposta a svolgere qualsiasi dovere che mi permettesse di farmi un nome ed essere ammirata, disposta a soffrire e a sobbarcarmi il costo di un dovere di questo genere, mentre evitavo e rifiutavo qualsiasi dovere che potesse danneggiare la mia reputazione e il mio prestigio. Proprio come con la tecnologia informatica: poiché mi permetteva di farmi un nome, ero disposta a studiarla diligentemente, a stare davanti allo schermo del computer tutto il giorno, e mi mettevo sotto e andavo avanti anche quando mi facevano male gli occhi e il collo. Al contrario, ero molto passiva nel mio dovere di leadership, temendo che, se non fossi riuscita a risolvere i problemi, avrei perso la mia buona immagine agli occhi di fratelli e sorelle. Per proteggere il mio orgoglio e il mio prestigio, sono stata persino capace di dare le dimissioni e disertare. L’intenzione di Dio è che le persone perseguano la verità ed eliminino la loro corruzione mentre svolgono i loro doveri. Io, invece, perseguivo la reputazione e il prestigio per soddisfare la mia vanità, cosa che va contro i requisiti di Dio. Stavo percorrendo il cammino di un anticristo e, anche se la mia vanità fosse stata soddisfatta, la mia indole corrotta non sarebbe cambiata e alla fine sarei stata comunque eliminata. Colma di rimorso, mi sono prostrata davanti a Dio per pregare e tornare a Lui e Gli ho chiesto di guidarmi sul cammino del perseguimento della verità.

Poi ho letto due passi delle Sue parole e ho capito come trattare i miei interessi e i miei hobby. Dio Onnipotente dice: “Da oggi in poi sei un vero membro della casa di Dio, ossia riconosci te stesso come uno degli esseri creati di Dio. Di conseguenza, a partire da oggi dovresti riformulare i tuoi progetti di vita. Non dovresti più perseguire le aspirazioni, i desideri e gli obiettivi di vita che ti eri prefissato in precedenza; dovresti invece abbandonarli, e cambiare la tua identità e la tua prospettiva così da pianificare gli obiettivi e la direzione di vita che un essere creato dovrebbe avere. In primo luogo, i tuoi obiettivi e la tua direzione non dovrebbero essere quelli di diventare un leader, di primeggiare o eccellere in qualsiasi settore, o di diventare una figura rinomata che svolge un certo compito o padroneggia una particolare abilità. Il tuo obiettivo dovrebbe essere quello di accettare il tuo dovere da Dio, ossia di sapere quale lavoro dovresti svolgere ora, in questo preciso momento, e di capire quale dovere devi svolgere. Devi informarti su cosa Dio richiede da te e su quale compito ti è stato assegnato nella Sua casa. Dovresti comprendere e avere chiari i principi che andrebbero capiti, padroneggiati e seguiti riguardo a quel dovere. Se non riesci a memorizzarli, puoi scriverli su carta o annotarli sul computer. Prenditi del tempo per rivederli e rifletterci su. In quanto uno degli esseri creati, dovresti avere come principale obiettivo di vita quello di adempiere bene al tuo dovere di essere creato e diventare un essere creato all’altezza dei requisiti. Questo è l’obiettivo di vita fondamentale che dovresti avere. Il secondo, più specifico, è come adempiere bene al tuo dovere di essere creato ed esserlo all’altezza dei requisiti. Naturalmente, dovresti abbandonare qualsiasi obiettivo o direzione inerenti alla reputazione, al prestigio, alla vanità, al futuro e così via(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (7)”). “In quanto credente in Dio, poiché sei intenzionato a perseguire la verità e desideri ottenere la salvezza, dovresti abbandonare i tuoi perseguimenti, le tue aspirazioni e i tuoi desideri, dovresti lasciare questo sentiero, quello della ricerca di fama e profitto, e abbandonare tali aspirazioni e desideri. Non dovresti scegliere di realizzare le tue aspirazioni e i tuoi desideri come scopo di vita; dovresti invece perseguire la verità e ottenere la salvezza(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (8)”). Sì. Come essere creato, l’obiettivo che dovrei avere è perseguire il buon svolgimento del mio dovere di essere creato e non la reputazione e il prestigio, e nemmeno realizzare i miei ideali diventando una persona eccezionale, una professionista o un talento tecnico. D’ora in poi, qualsiasi cosa la chiesa disponga che io faccia, devo accettarla da Dio e sottomettermi alle Sue orchestrazioni e disposizioni. La tecnologia informatica è una cosa che mi piace e, quando il lavoro della chiesa ne avrà bisogno, la studierò diligentemente e la applicherò ai miei doveri per ottenere buoni risultati in quel campo, ma devo anche eliminare ogni intenzione scorretta che c’è in me; altrimenti, svolgendo i miei doveri secondo un’indole corrotta, non verrò approvata da Dio. Se in futuro la chiesa disponesse che io svolga doveri diversi in base alle esigenze del lavoro, anche se non si trattasse dei miei punti di forza, dovrei affrontare e superare le sfide che emergeranno, impegnarmi di più nelle verità principi e imparare di più dai miei fratelli e sorelle sulle cose che non so fare. Quindi ho pregato Dio, disposta ad abbandonare la mia reputazione e il mio prestigio, a sottomettermi a qualsiasi dovere la casa di Dio disponesse per me e a non svolgere più i miei doveri in base alle mie preferenze.

In seguito, sono tornata nella mia città natale e ho ripreso a svolgere il mio dovere di tecnologia informatica. Cinque mesi dopo, ho ricevuto una lettera in cui i leader mi dicevano che avevano urgente bisogno di qualcuno che aiutasse nei doveri basati sui testi e, sapendo che avevo già svolto quel dovere in passato, mi chiedevano se fossi disposta ad assumerlo. In quel periodo stavo imparando una nuova tecnologia e all’interno della chiesa ero considerata un’eccellenza in quell’ambito. Quindi ero davvero riluttante a metterla da parte e, per un attimo, mi sono di nuovo trovata in un dilemma. Ho riflettuto su come avessi perseguito reputazione e prestigio in precedenza, e sapevo che questa volta avrei dovuto cercare la verità per risolvere i miei problemi. Ho letto queste parole di Dio: “Dovresti imparare a obbedire quando il tuo dovere viene modificato. Dopo che ti sarai esercitato per un po’ nel nuovo dovere e avrai ottenuto dei risultati, ti accorgerai che sei più adatto a svolgere questo dovere e capirai che scegliere i doveri in base alle tue preferenze è stato un errore. Questo non risolve forse la questione? La cosa più importante è che la casa di Dio dispone che le persone svolgano determinati doveri non in base alle loro preferenze, ma alle necessità del lavoro e al fatto che chi svolge quel dovere sia in grado di ottenere dei risultati. Voi direste forse che la casa di Dio dovrebbe organizzare i doveri basandosi sulle preferenze individuali? Bisognerebbe forse servirsi delle persone in base alla condizione di soddisfare le loro preferenze personali? (No.) Quale di queste cose è in linea con i principi della casa di Dio nell’impiego degli individui? Quale è in linea con le verità principi? È scegliere le persone in base alle esigenze del lavoro nella casa di Dio e ai risultati che esse ottengono nello svolgimento dei loro doveri. Tu hai delle inclinazioni e degli interessi, e nutri un po’ di desiderio di svolgere i tuoi doveri, ma i tuoi desideri, i tuoi interessi e le tue inclinazioni dovrebbero forse avere la precedenza sull’opera della casa di Dio? Se insisti ostinatamente, dicendo: ‘Devo eseguire questo lavoro; se non mi è permesso farlo, non voglio vivere, non voglio svolgere il mio dovere. Se non mi è permesso di fare questo lavoro, non avrò l’entusiasmo per fare nient’altro, né ci metterò tutto il mio impegno’, questo non dimostra che c’è un problema nel tuo atteggiamento verso lo svolgimento del dovere? Non è forse una totale mancanza di coscienza e di ragione? Per soddisfare i tuoi desideri personali, i tuoi interessi e le tue inclinazioni, non esiti a influenzare e a ritardare il lavoro della chiesa. Questo è conforme alla verità? Come si dovrebbero trattare le cose che non sono conformi alla verità? […] L’altro aspetto, che è il più importante, è che, a prescindere dal grado di comprensione che ottieni o se riesci a capire queste cose, quando la casa di Dio prende accordi per te, devi come minimo adottare prima un atteggiamento di obbedienza, piuttosto che essere esigente o schizzinoso o avere i tuoi piani e le tue scelte personali. Questa è la ragionevolezza che devi possedere più di ogni altra cosa(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 12: Vogliono abbandonare quando non hanno prestigio né alcuna speranza di ottenere benedizioni”). Le parole di Dio mi hanno commossa. La Sua casa dispone i doveri non in base alle preferenze personali ma secondo le esigenze del lavoro. Anche se volevo svolgere il dovere legato alla tecnologia, non potevo anteporre i miei interessi al lavoro della chiesa. Inoltre, all’epoca non c’era carenza di persone per quell’elemento del lavoro, mentre ce n’era per il lavoro basato sui testi. In precedenza avevo svolto un dovere basato sui testi, quindi avevo una certa comprensione dei principi coinvolti. Dovevo tenere conto dell’intenzione di Dio, obbedire alle disposizioni della chiesa e dare priorità al lavoro della chiesa. Avendo compreso l’intenzione di Dio, L’ho pregato di rettificare il mio stato e poi ho assunto il dovere basato sui testi.

Sono stati lo smascheramento e il giudizio delle parole di Dio a farmi riconoscere i miei perseguimenti sbagliati. Ho anche imparato a trattare correttamente i miei interessi e i miei hobby. Grazie a Dio per la Sua guida! In futuro, a prescindere dalle circostanze che affronterò, sono disposta a sottomettermi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio e a perseguire la verità per svolgere bene i miei doveri.

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