88. Come sostenere il proprio dovere in mezzo alle avversità
Nel giugno del 2022, ho saputo che la polizia aveva catturato più di trenta membri della chiesa, tra cui diversi leader. La sicurezza di molti fratelli e sorelle e delle case in cui si svolgevano le riunioni era a rischio e i libri delle parole di Dio dovevano essere spostati con urgenza. I leader hanno disposto che io e due sorelle ci recassimo nella chiesa di Chenguang per occuparci delle conseguenze di tutto ciò. Ho pensato: “La polizia mi ha già preso una volta e per questo ho la fedina penale sporca; inoltre, il Partito comunista mi ha dato la caccia senza sosta nel corso degli anni. Se mi reco in quella chiesa, è inevitabile che io debba uscire in pubblico ed entrare in contatto con persone la cui sicurezza è a rischio. Se mi arrestano di nuovo, il Partito comunista non sarà certo clemente con me. Anche se non mi uccidono, è probabile che mi diano una condanna da otto a dieci anni. L’opera di Dio è quasi giunta al termine; e se la polizia mi uccidesse o mi ferisse gravemente? Tutti gli anni passati a rinunciare alla famiglia e alla carriera, e tutto il mio spendermi, non sarebbero stati inutili? Come potrei essere salvato ed entrare nel Regno dei Cieli?” Mentre ci riflettevo, però, mi sentivo un po’ in colpa e mi dicevo: “Sto ancora pensando a me stesso in un momento come questo. Quanto sono egoista!” Ho ricordato alcune parole di Dio: “L’opera di Dio è compiuta per il bene dell’umanità e la collaborazione dell’uomo è fornita per il bene della gestione di Dio. Dopo che Dio ha compiuto tutto ciò che Gli spetta, all’uomo è richiesto di continuare instancabile nella pratica, e di cooperare con Dio. Nell’opera di Dio, l’uomo non dovrebbe lesinare alcuno sforzo, dovrebbe offrire la propria lealtà e non dovrebbe indulgere in numerose nozioni o sedere passivamente in attesa della morte. Dio può sacrificare Se Stesso per l’uomo, quindi perché l’uomo non può offrire la propria lealtà a Dio? Dio è costante nell’amore e nella considerazione per l’uomo, quindi perché l’uomo non può offrire un po’ di collaborazione? Dio opera per l’umanità, quindi perché l’uomo non può fare almeno un po’ del proprio dovere per il bene della gestione di Dio? L’opera di Dio è giunta fino a questo punto, eppure voi state ancora a guardare senza agire, ascoltate ma non vi muovete. Persone simili non sono forse oggetto di perdizione? Dio ha già dato all’uomo tutto ciò che è Suo, quindi perché, oggi, l’uomo è incapace di compiere scrupolosamente il proprio dovere? Per Dio, quest’opera è la Sua priorità assoluta, e l’opera di gestione è della massima importanza. Per l’uomo, mettere in pratica la parola di Dio e adempiere alle Sue richieste sono priorità assoluta. Questo dovreste comprendere, tutti quanti” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “L’opera di Dio e la pratica dell’uomo”). Contemplando le parole di Dio, ho sentito un profondo senso di colpa rimordermi la coscienza. Il Partito comunista stava freneticamente perseguitando la chiesa, i fratelli e le sorelle erano in pericolo ed era urgente dire loro di nascondersi; anche i libri delle parole di Dio dovevano essere trasferiti altrove e c’era, inoltre, tanto lavoro della chiesa da gestire in fretta. In un momento come quello, era necessario che qualcuno si facesse avanti e gestisse rapidamente le conseguenze dell’accaduto, riducendo al minimo le perdite. Ciò era in accordo con l’intenzione di Dio. Ma io pensavo solo alla mia sicurezza, senza tenere conto del lavoro della chiesa e dell’intenzione di Dio. Mancavo davvero di coscienza e mi comportavo in modo così egoista e spregevole! Perciò ho accettato quel dovere e ho discusso con le due sorelle i dettagli specifici di come gestire la situazione.
Una sera, una sorella ha detto che le era stato installato qualcosa sul suo scooter elettrico: abbiamo subito controllato e abbiamo scoperto che entrambi i nostri scooter erano stati muniti di localizzatori. Questo significava che potevamo essere già nel mirino della polizia e venire arrestati da un momento all’altro. Mi sentivo ansioso e inquieto e mi sono tornate in mente le immagini delle torture subite in seguito a un precedente arresto. In quell’occasione, mi avevano torturato per costringermi a tradire le finanze della chiesa e i fratelli e le sorelle, utilizzando una dura forma di privazione prolungata del sonno in cui mi facevano stare sveglio tutto il giorno, picchiandomi o spaventandomi ogni volta che iniziavo ad addormentarmi. Questo per venti giorni di seguito. Mi avevano torturato al punto che vivere era peggio di morire e, se non fosse stato per la cura e la protezione di Dio, sarei deceduto molto tempo fa. Il ricordo di tutto ciò mi perseguita ancora. Ho anche pensato che, a quel punto, avevo già più di sessant’anni e una salute cagionevole, con problemi cardiaci e pressione alta, e mi sono chiesto: “Se dovessero catturarmi di nuovo, riuscirei a sopportare quelle sevizie e quelle percosse selvagge?” Il Partito comunista tortura i credenti con ogni mezzo possibile, ammazzandoli di botte senza subire alcuna ripercussione. Se venissi pestato a morte o reso invalido, come potrei credere in Dio o svolgere i miei doveri? Ho pensato: “Lasciamo perdere, per ora smetto di svolgere i doveri e trovo un posto dove nascondermi. È più sicuro così”. Mi sono anche lamentato tra me e me del fatto che i leader non avessero individuato qualcun altro a cui affidare l’incarico. Dopotutto, come potevano lasciare l’intera situazione nelle mani di una persona come me, la cui incolumità era a rischio? Più ci pensavo e più mi si stringeva il cuore. Successivamente, mi sono reso conto che il mio stato era sbagliato, così ho pregato Dio: “Dio, la mia fede è troppo scarsa. Quando ho scoperto i localizzatori sugli scooter, mi sono crogiolato nella paura e ho desiderato nascondermi, come una tartaruga che ritira la testa nel carapace. Sono veramente egoista. Dio, sono disposto ad affidarmi a Te, a rivolgermi a Te e a vivere questa situazione con fede e spero che Tu mi guiderai a riflettere e a riconoscere i miei problemi”. Dopo aver pregato, ho letto un passo delle Sue parole: “Finché le persone non hanno sperimentato l’opera di Dio e compreso la verità, è la natura di Satana che prende il sopravvento e domina dentro di loro. Quali elementi specifici fanno parte di quella natura? Ad esempio, perché sei egoista? Perché proteggi la tua posizione? Perché hai sentimenti così forti? Perché trai piacere da cose inique? Perché ti piacciono quei mali? Su cosa si basa il tuo debole per simili cose? Da dove vengono tali cose? Perché sei così felice di accettarle? Ormai siete arrivati tutti a comprendere che la ragione principale dietro a tutte queste cose è che il veleno di Satana è nell’uomo. Dunque cos’è il veleno di Satana? Come lo si può esprimere? Per esempio, se chiedi ‘Come si dovrebbe vivere? Per cosa si dovrebbe vivere?’, le persone risponderanno: ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’. Questa singola frase esprime la radice vera e propria del problema. La filosofia e la logica di Satana sono diventate la vita delle persone. Qualsiasi cosa perseguano, lo fanno per se stesse, e dunque vivono solo per se stesse. ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ – questa è la filosofia di vita dell’uomo, e rappresenta anche la natura umana. Queste parole sono già diventate la natura dell’umanità corrotta e sono il vero ritratto della natura satanica dell’umanità corrotta. Questa natura satanica è già diventata la base dell’esistenza dell’umanità corrotta. Per diverse migliaia di anni, l’umanità corrotta ha vissuto in base a questo veleno di Satana, fino ai giorni nostri” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come percorrere il cammino di Pietro”). Grazie allo smascheramento delle parole di Dio, mi sono reso conto che, nelle situazioni di pericolo, pensavo sempre a me stesso: alla radice di questo c’erano veleni satanici come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino” e “Non fate nulla senza un tornaconto”, idee che erano arrivate a influenzarmi profondamente. Tali detti erano diventati lo standard in base al quale agivo e mi comportavo. Vivendo secondo simili pensieri e punti di vista, ero diventato egoista e concentrato su me stesso, considerando il profitto e l’evitamento della perdita come i miei principi. Quando lavoravo nella società, era così che mi comportavo, persino scegliendo i miei amici in base a chi potesse tornarmi utile. Dopo aver trovato Dio e aver iniziato i miei doveri, continuavo a tener conto solo di me stesso, preferendo svolgere compiti facili e ben visti dai leader. Se la situazione era tranquilla, riuscivo a sopportare le sofferenze e a spendermi nello svolgimento dei doveri; se, però, le cose diventavano difficili e coinvolgevano l’incolumità personale, pensavo solo ai miei interessi e non mi preoccupavo affatto del lavoro della chiesa. Quando i leader avevano disposto che mi occupassi delle conseguenze di quei numerosi arresti, la mia prima preoccupazione era stata la mia incolumità e, soprattutto dopo aver scoperto che avevano installato dei localizzatori sui nostri scooter, mi ero preoccupato ancora di più di essere monitorato dalla polizia e del rischio di venire arrestato o addirittura di perdere la vita in qualsiasi momento. Volevo persino abbandonare i miei doveri e nascondermi per dare priorità alla mia sopravvivenza. Pensavo solo a me stesso, trascurando il lavoro della chiesa o la possibilità che i fratelli e le sorelle venissero arrestati. Ero talmente egoista e spregevole! Gestire simili circostanze richiede un’azione contro il tempo e, in un momento così cruciale, chiunque abbia coscienza e ragione si batterebbe per proteggere gli interessi della casa di Dio e farebbe il possibile per ridurre al minimo le perdite. Anche a costo di essere arrestato, incarcerato o ammazzato, sceglierebbe di proteggere il lavoro della chiesa per consolare il cuore di Dio. Quanto a me, invece, di fronte al pericolo volevo scappare e nascondermi come una tartaruga che ritira la testa nel carapace. Avevo forse una qualche umanità? Resomi conto di questo, mi sono vergognato e pentito profondamente; provavo odio verso me stesso. Non volevo più fuggire da tale situazione ed ero disposto a sottomettermi e a gestire correttamente quella fase del lavoro.
Più tardi, ho letto un altro passo delle parole di Dio: “Per quanto ‘potente’ sia Satana, per quanto sia audace e ambizioso, per quanto grande sia la sua capacità di infliggere danni, per quanto di ampia portata siano le tecniche con cui corrompe e alletta l’uomo, per quanto astuti siano i trucchi e le macchinazioni con cui intimidisce l’uomo, per quanto mutevole sia la forma in cui esiste, non è mai stato in grado di creare un unico essere vivente, non è mai stato in grado di stabilire leggi o regole per l’esistenza di tutte le cose e non è mai stato in grado di governare e dominare qualsivoglia oggetto, animato o inanimato. Nel cosmo e nel firmamento non vi è una singola persona o un solo oggetto che sia nato da Satana o che esista per causa sua; non vi è una singola persona o un solo oggetto che sia governato o controllato da Satana. Al contrario, Satana non solo deve vivere sotto il dominio di Dio, ma deve anche sottomettersi a tutti i Suoi ordini e comandi. Senza il permesso di Dio, è difficile che Satana tocchi anche una goccia d’acqua o un granello di sabbia sulla terra; senza il permesso di Dio, Satana non è nemmeno libero di spostare le formiche qua e là sulla terra, e tanto meno l’umanità, che è stata creata da Dio. Agli occhi di Dio, Satana è inferiore ai gigli della montagna, agli uccelli che volano in aria, ai pesci del mare e ai vermi della terra. Il suo ruolo in mezzo a tutte le cose è servirle, servire l’umanità e servire l’opera di Dio e il Suo piano di gestione” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico I”). Le parole di Dio hanno davvero autorità e potere. Dopo averle lette, mi sono sentito pieno di fede; ho compreso che il Partito comunista, a prescindere dal suo dilagare incontrollato, è comunque nelle mani di Dio. È solo uno strumento al Suo servizio per perfezionare il Suo popolo eletto. Tutto ciò che il Partito fa rientra nell’ambito del permesso di Dio e, senza tale permesso, non può fare del male a nessuno. Anche se dovessi trovarmi faccia a faccia con la polizia, non verrei catturato. Mi sono ricordato di alcuni anni prima, quando molti leader e lavoratori della nostra zona erano stati arrestati e noi continuavamo a riunirci, ignari. All’improvviso, più di dieci poliziotti erano venuti a bussare alla porta. Avevano proseguito per diversi minuti, mentre noi semplicemente continuavamo a pregare e a non aprire. Mezz’ora dopo, la polizia aveva pensato che non ci fosse nessuno in casa e aveva lasciato due agenti di guardia, mentre gli altri se n’erano andati. Più tardi, avevamo guardato dalla finestra e, approfittando della distrazione dei poliziotti, avevamo colto l’occasione per scappare. Un’altra volta, appena terminata una riunione, mentre io e un fratello eravamo appena usciti, due sorelle erano rimaste dentro la stanza bloccate dalla polizia. Avevano, quindi, afferrato in fretta e furia i computer e si erano nascoste sotto il letto; tuttavia, pur ritrovandosi con i poliziotti proprio di fronte a loro, non erano state scoperte. Da questi fatti ho constatato l’onnipotenza di Dio e ho capito che tutto è nelle Sue mani. Anche se avevano installato un localizzatore sul mio scooter, la mia eventuale cattura non dipendeva dalla polizia, bensì da Dio. Se Egli avesse permesso il mio arresto, avrei potuto nascondermi ovunque, ma non sarei comunque riuscito a fuggire. Dovevo sottomettermi alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni. Dopo aver capito questo, il mio cuore si è acquietato e calmato, e non ero più così titubante o impaurito. Poi abbiamo continuato a occuparci delle conseguenze di quegli arresti, trasferendo in sicurezza tutti i libri delle parole di Dio e ricollocando i fratelli e le sorelle in luoghi sicuri dove potessere svolgere i doveri.
Dopo aver organizzato il lavoro di quella chiesa, ho fatto la medesima cosa in un’altra. Lì ho trovato due supervisori per discutere su come riportare rapidamente il lavoro alla normalità. Ma, con mia grande sorpresa, la polizia aveva posizionato un localizzatore anche sui loro scooter e aveva persino fatto un sopralluogo nella nostra residenza. L’atmosfera era di nuovo tesa e mi sentivo davvero oppresso. Il Partito comunista è come un fantasma che arresta e perseguita senza sosta i credenti, disturbando e distruggendo il lavoro della chiesa. È davvero maledetto e riprovevole! Il giorno dopo ho ricevuto una missiva dai leader superiori: disponevano che io e una sorella ci occupassimo di una lettera di segnalazione e riferivano che c’era un anticristo al potere all’interno della chiesa, che vessava e tormentava le persone e che stava generando il caos. Dicevano che la questione era urgente e mi chiedevano di gestirla immediatamente. Non avevo voglia di andare e mi sono lamentato della persona che mi aveva fatto una simile richiesta; mi sono detto: “La situazione è già abbastanza critica qui e tu vai a scegliere proprio questo momento, fra tanti, per scrivere una lettera di segnalazione. Siamo già abbastanza occupati a gestire i postumi di tutti quegli arresti: così stai solo creando altro caos!” In quel momento ho saputo che due persone tra quelle catturate si erano trasformate in giuda e che entrambe mi conoscevano. La polizia aveva anche fatto domande su di me e non sapevo quante informazioni avessero rivelato sul mio conto. Ho pensato: “Mi stanno già dando la caccia: se esco di nuovo in pubblico, non mi metterò sulla linea di tiro? Se mi prendono, non mi lasceranno andare facilmente. Anche se non mi picchiassero a morte, mi lascerebbero sicuramente invalido”. Ero così combattuto: “Gestire la lettera di segnalazione ha a che fare con il lavoro della chiesa e, se tali anticristi e persone malvagie non vengono affrontati tempestivamente, si creerà ancora più scompiglio e i fratelli e le sorelle continueranno a essere vessati e tormentati. Questa segnalazione, però, coinvolge diverse chiese e richiede indagini e verifiche in loco: dovrei uscire allo scoperto per farlo, ma rischierei di essere arrestato prima o poi!” Alla luce di ciò, mi sentivo molto nervoso e non riuscivo proprio a calmarmi. Così ho pregato Dio, chiedendoGli di darmi fede e forza. Dopo aver pregato, mi sono ricordato delle Sue parole sul martirio che i discepoli del Signore Gesù subirono per Lui. Le ho subito cercate e le ho lette.
Dio Onnipotente dice: “Come morirono quei discepoli del Signore Gesù? Alcuni furono lapidati, trascinati da un cavallo, crocifissi a testa in giù, squartati dai cavalli: andarono incontro a ogni sorta di morte. Quale fu il motivo della loro morte? Vennero forse giustiziati legittimamente per i loro crimini? No. Furono condannati, bastonati, insultati e messi a morte perché diffondevano il Vangelo del Signore e anche respinti dalle persone del mondo: così furono martirizzati. […] In realtà, questo fu il modo in cui morì e perì il loro corpo; questa fu la modalità di dipartita dal mondo umano, ma ciò non significava che il loro esito fosse lo stesso. A prescindere dalle modalità della morte e della dipartita e comunque siano avvenute, non era il modo in cui Dio definiva l’esito finale di queste vite, di questi esseri creati. È una cosa che devi capire chiaramente. Al contrario, utilizzarono proprio questa modalità per condannare questo mondo e testimoniare le azioni di Dio. Questi esseri creati utilizzarono la loro preziosissima vita: sfruttarono l’ultimo istante della loro vita per testimoniare le azioni di Dio, testimoniare la Sua grande potenza e dichiarare a Satana e al mondo che le azioni di Dio sono giuste, che il Signore Gesù è Dio, che Egli è il Signore e l’incarnazione di Dio. Fino all’ultimo istante della loro vita non rinnegarono mai il nome del Signore Gesù. Non fu forse un genere di giudizio su questo mondo? Sfruttarono la loro vita per proclamare al mondo, per confermare agli esseri umani che il Signore Gesù è il Signore, che il Signore Gesù è Cristo, che Egli è l’incarnazione di Dio, che l’opera di redenzione da Lui compiuta per l’intera umanità consente all’umanità di continuare a vivere: questo dato di fatto è immutabile in eterno. In quale misura compirono il loro dovere coloro che subirono il martirio per aver diffuso il Vangelo del Signore Gesù? Nella misura estrema? E come si manifestò la misura estrema? (Diedero la vita.) Proprio così: pagarono il prezzo con la loro vita” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Diffondere il Vangelo è il dovere a cui sono moralmente obbligati tutti i fedeli”). “Quando coloro che sono leali verso Dio sanno chiaramente che un ambiente è pericoloso, prima di ritirarsi corrono comunque il rischio di svolgere il lavoro di gestione del periodo successivo e riducono al minimo le perdite per la casa di Dio. Non mettono al primo posto la propria incolumità. DiteMi: in questo malvagio Paese del gran dragone rosso, chi potrebbe garantire che non si corra nessun pericolo nel credere in Dio e nello svolgere un dovere? Qualunque dovere una persona si assuma comporta qualche rischio; tuttavia, lo svolgimento del dovere è un incarico da parte di Dio e, nel seguire Dio, bisogna assumersi il rischio di svolgere il proprio dovere. Bisognerebbe esercitare la saggezza ed è necessario prendere delle misure per garantirsi l’incolumità, ma non si dovrebbe mettere l’incolumità personale al primo posto. Si dovrebbe tener conto delle intenzioni di Dio, anteponendo a ogni altra cosa il lavoro della Sua casa e la diffusione del Vangelo. Portare a termine l’incarico ricevuto da Dio è la cosa che conta di più e viene prima di tutto il resto. Gli anticristi attribuiscono la massima priorità alla propria incolumità personale; ritengono che tutto il resto non li riguardi. Quando succede qualcosa a qualcun altro, di chiunque si tratti, non se ne curano. Se non succede nulla a loro personalmente, si sentono tranquilli. Sono totalmente privi di lealtà, cosa che è determinata dalla loro natura essenza di anticristi” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte seconda”). Durante l’Età della Grazia, i discepoli del Signore Gesù Lo testimoniarono e diffusero il Vangelo e per questo furono disposti a sacrificare la propria vita. Per esempio, Pietro fu crocifisso a testa in giù per Dio, rimanendo leale fino alla morte, Stefano fu lapidato per aver divulgato il Vangelo del Signore Gesù e così via. Pagarono con la vita per diffondere la parola di Dio e testimoniare la Sua opera al mondo. Anche se furono perseguitati e morirono nella carne, la loro morte fu preziosa e significativa e trovò l’approvazione di Dio. Ho pensato ai molti veri credenti che seguivano Dio negli ultimi giorni: erano stati arrestati e avevano subìto crudeli torture per aver divulgato e testimoniato il Vangelo di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Alcuni erano stati picchiati a morte e altri erano stati resi storpi, ma avrebbero preferito passare la vita in prigione piuttosto che rinnegare Dio o tradirLo. Preferivano morire anziché diventare dei giuda. Alla fine, hanno portato una testimonianza che ha trionfato su Satana. Ora, la chiesa aveva urgente bisogno di qualcuno che si occupasse del suo lavoro, ma io davo sempre la priorità alla mia sicurezza e mettevo la mia vita al di sopra di tutto. Non ero né leale né sottomesso a Dio, né tanto meno in grado di rendere alcuna testimonianza per Lui. Che senso aveva trascinare la mia ignobile esistenza in quel modo, senza svolgere i miei doveri? Mi sono anche reso conto che la mia comprensione era distorta, poiché avevo sempre il timore che, se fossi stato picchiato a morte o reso invalido, avrei perso la possibilità di essere salvato, ma in realtà la salvezza si riferisce allo sperimentare l’opera di Dio fino al punto in cui una persona riesce a liberarsi della propria indole corrotta e a raggiungere la vera sottomissione a Lui. Se non fossi riuscito a sottomettermi alla sovranità di Dio e alle Sue disposizioni e se non avessi perseguito la verità e fatto bene i miei doveri, né mi fossi liberato della mia indole corrotta nella situazione che Dio aveva predisposto, ma avessi invece scelto di scappare e nascondermi come una tartaruga che ritira la testa nel carapace, allora avrei davvero perso la possibilità di essere salvato. Rendendomi conto di questo, ho deciso di sottomettermi alla sovranità e alle disposizioni di Dio: a prescindere dalla situazione che avrei dovuto affrontare in futuro, avrei iniziato con l’adempiere correttamente i miei doveri e le mie responsabilità. Se un giorno mi avessero arrestato per davvero, non sarebbe accaduto senza il permesso di Dio e avrei seguito l’esempio dei discepoli del Signore Gesù, rimanendo leale a Dio fino alla morte. Così mi sono travestito e, mentre mi occupavo delle conseguenze di tutti quegli arresti, lavoravo anche per verificare la lettera di segnalazione. Terminata la verifica, ho scoperto che la maggior parte del contenuto di quella missiva non era coerente con i fatti e che in piccola parte si trattava di calunnie e false accuse. Ho anche appreso che l’autrice della lettera di segnalazione spesso si fissava senza sosta su persone e cose, fomentava problemi e seminava discordia, si vendicava di chiunque la correggesse e possedeva un’umanità maligna. Alla fine, con il consenso della maggior parte dei membri della chiesa, è stata espulsa.
Attraverso questa esperienza di gestione delle conseguenze, ho acquisito una certa comprensione della mia natura egoistica e ho anche constatato che l’opera di Dio è incredibilmente saggia. Egli usa gli arresti e le persecuzioni del Partito comunista cinese per rendere un servizio finalizzato al perfezionamento del Suo popolo eletto e anche per rivelare vari tipi di persone. Per esempio, stavolta erano stati catturati numerosi leader e lavoratori della chiesa, oltre a molti tra i fratelli e le sorelle: alcuni, per proteggersi in circostanze tanto avverse, avevano troppa paura di svolgere i doveri; altri, dopo l’arresto, erano diventati dei giuda per salvarsi la vita, tradendo i fratelli e le sorelle e addirittura firmando le “Tre dichiarazioni” per rinnegare e tradire Dio. Ma c’erano persone che, nonostante la cattura, il lavaggio del cervello, la coercizione, la persuasione e la tortura del gran dragone rosso, non avevano perso la fede in Dio. Preferivano scontare la loro pena detentiva ed essere condannate piuttosto che diventare dei giuda e avevano giurato di non tradire Dio nemmeno di fronte alla morte, rendendo così una bella e fragorosa testimonianza per Lui; anche se avevano sofferto molto nella carne, tale testimonianza ha avuto l’approvazione di Dio ed è stata ricordata da Lui. In questo modo, Egli ha classificato ogni persona secondo la sua tipologia. Il gran dragone rosso continuava ad arrestarci e a perseguitarci, eppure il lavoro della chiesa continuava come al solito e i fratelli e le sorelle che erano a rischio, insieme ai libri della parola di Dio, erano stati tutti trasferiti al sicuro; inoltre, le persone malevole e i miscredenti che causavano intralcio e disturbo erano stati allontanati dalla chiesa. Questa situazione mi ha permesso di essere testimone delle mirabili gesta di Dio e mi ha concesso di avere la prova che l’intera opera di Dio è compiuta da Lui Stesso. La mia fede in Lui è cresciuta. Grazie a Dio!