100. L’affinamento attraverso la malattia: una necessità per la mia vita
Nel 1999, ho accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Dalle parole di Dio, ho imparato che questa è la fase finale della Sua opera di salvezza dell’umanità e che solo accettando la Sua opera degli ultimi giorni, perseguendo la verità e preparando abbastanza buone azioni, una persona può avere l’opportunità di sopravvivere alle grandi catastrofi. Ho sentito che ero davvero benedetto e che dovevo cogliere quell’opportunità unica nella vita per fare bene il mio dovere e spendermi per Dio. Così me ne sono andato di casa e ho predicato attivamente il Vangelo, lavorando instancabilmente nella chiesa dall’alba al tramonto. Anche quando sono stato calunniato dal mondo e respinto dalla mia famiglia, non ho considerato queste cose come una sofferenza. In seguito, quando sono stato arrestato dalla polizia per aver predicato il Vangelo, non ho tradito Dio e, dopo essere stato rilasciato, ho ripreso a fare il mio dovere come prima. Sentivo di aver preparato molte buone azioni nel corso degli anni e che in futuro, anche se gli altri non fossero stati salvati, io lo sarei stato.
In men che non si dica, era arrivata la fine del 2015. Ha cominciato a farmi molto male la schiena, al mattino riuscivo a malapena ad alzarmi senza un sostegno e non avevo nemmeno la forza di camminare. All’inizio non ci ho dato molto peso, ma dopo qualche tempo il dolore è peggiorato sempre di più e ho iniziato a zoppicare. Una mattina, il dolore alla zona lombare era così forte che non riuscivo proprio ad alzarmi. Mi sono detto: “È finita. Non riesco nemmeno ad alzarmi, quindi come posso fare i miei doveri? Se non riesco ad assolvere i miei doveri e preparare buone azioni, posso ancora essere salvato da Dio?” Ma poi ho pensato: “Potrebbe essere Dio che mi mette alla prova; fintanto che non mi lamento di Lui e continuo a fare i miei doveri, forse Egli mi concederà grazia e mi benedirà e la mia malattia guarirà”. Ma le cose non sono andate come speravo. Peggioravo di giorno in giorno, durante la notte non riuscivo a girarmi e a volte il dolore alla schiena era così forte che non riuscivo a muovermi affatto. Neanche i farmaci funzionavano. In seguito, sono andato in ospedale per una radiografia e, con mia grande sorpresa, mi è stata diagnosticata la spondilite anchilosante. Il medico mi ha detto: “Questa patologia viene detta ‘il cancro che non muore mai’. È una malattia cronica che dura tutta la vita e, se si aggrava, può portare alla paralisi permanente”. Alle parole del medico, tutte le forze hanno abbandonato il mio corpo e mi sono detto: “Come ho potuto contrarre una malattia così grave? Da quando ho iniziato a credere in Dio, ho fatto sacrifici e mi sono speso con entusiasmo, quindi perché Egli non mi ha protetto? Se rimanessi paralizzato e non potessi svolgere i miei doveri, non diventerei inutile?” Avevo il cuore in preda alla tristezza e non riuscivo a capire perché fossi stato colpito da una malattia così grave. Mi sentivo come un palloncino sgonfio ed ero davvero sconfortato. In seguito, sono tornato a casa mia per ristabilirmi.
Una volta a casa, il mio stato è precipitato e non avevo più la fede di una volta. Mi sembrava che non ci fosse più speranza nella vita. Pensavo: “Gli altri fratelli e sorelle sono in salute e svolgono attivamente i loro doveri, mentre io zoppico terribilmente e non riesco a svolgere i miei. Forse un giorno la mia malattia si aggraverà e morirò, e allora non potrò prendere parte alla salvezza da parte di Dio”. Più pensavo a queste cose, più mi sentivo abbandonato da Dio, non volevo più perseguire la verità e non riuscivo a concentrarmi sulle parole di Dio quando le leggevo. Vivevo i miei giorni nella confusione e ho cominciato a crogiolarmi nella carne. Pensavo: “Se potrò continuare a vivere, chiederò a mio figlio di comprarmi un appartamento, così potrò stare lì e prendermi cura della mia malattia. Cercherò semplicemente di vivere il più a lungo possibile”. Vedevo parenti e amici non credenti che erano in salute e avevano auto e case, mentre io avevo creduto in Dio, avevo fatto sacrifici e mi ero speso per tanti anni solo per poi ammalarmi, così ho iniziato a rimpiangere tutti i sacrifici e gli sforzi che avevo fatto. Mia moglie ha visto che ero in uno stato sbagliato e ha condiviso con me: “Dietro questa malattia improvvisa si cela l’intenzione di Dio. Siamo stati corrotti da Satana davvero a fondo e la nostra indole corrotta è profondamente radicata in noi. Per eliminare e cambiare completamente queste cose, non basta leggere le parole di Dio. Dobbiamo anche sottoporci a vari affinamenti e prove. Dobbiamo cercare di più per capire quale aspetto della nostra indole corrotta Dio intenda eliminare attraverso l’insorgere di malattie così gravi. Devi pentirti e cambiare rapidamente! Non puoi lamentarti di Dio!” Dopo che ho ascoltato le parole di mia moglie, il mio cuore si è rasserenato e ho pregato Dio: “Dio, in questo momento sto soffrendo molto. Non capisco la Tua intenzione, Ti prego di illuminarmi”.
Dopo aver pregato, ho cercato le parole di Dio riguardanti il Suo mettere alla prova e affinare le persone. Un passo delle Sue parole mi ha davvero incoraggiato. Dio Onnipotente dice: “Se sei sempre stato molto leale e amorevole nei Miei confronti, eppure patisci il tormento della malattia, la difficoltà finanziaria e l’abbandono dei tuoi amici e parenti, o se subisci altre disgrazie nella vita, la tua lealtà e il tuo amore per Me persisteranno?” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Un problema gravissimo: il tradimento (2)”). Leggendo le Sue parole, mi sembrava che Dio mi stesse interrogando direttamente. Mi sono vergognato profondamente. In passato, quando Dio mi aveva benedetto e tutto andava bene, senza disastri né disgrazie, ero stato disposto a svolgere i miei doveri per soddisfarLo, a nutrirmi delle Sue parole e a perseguire la verità per tendere verso l’alto. Neanche quando il PCC mi aveva catturato mi ero tirato indietro o ero diventato negativo, e dopo essere stato rilasciato avevo ripreso a svolgere i miei doveri. Mi ero sentito in possesso di un’energia infinita. Ma ora, di fronte a quella malattia e alla possibilità di rimanere paralizzato e vedendo che le mie speranze di essere benedetto erano state infrante, avevo perso la mia fede in Dio e tutte le mie lamentele e incomprensioni su di Lui erano affiorate. Ero stato convinto che, poiché avevo fatto tanti sacrifici e mi ero speso, Dio non avrebbe dovuto permettermi di sperimentare malattie o disgrazie e che avrebbe dovuto benedirmi e darmi buona salute. Quando i miei desideri non erano stati soddisfatti, mi ero ritrovato a crogiolarmi in uno stato di silenziosa opposizione nei Suoi confronti. Non avevo più voluto leggere le Sue parole, né avevo avuto voglia di riflettere per trarre un insegnamento. Invece, ero diventato negativo, mi lamentavo e mi ero abbandonato alla disperazione più totale. Attraverso la rivelazione dei fatti, ho finalmente visto che il mio amore e la mia lealtà di un tempo erano stati falsi. Dio aveva permesso che contraessi quella malattia non per eliminarmi, ma per usare la situazione al fine di purificare la mia corruzione; non avrei dovuto fraintenderLo. Una volta compresa la Sua intenzione, mi sono sentito profondamente in debito con Lui. Non potevo più rimanere così negativo e, che la mia malattia migliorasse o no, dovevo innanzitutto sottomettermi e trarre insegnamento dalla mia sofferenza.
Un giorno, ho letto che le parole di Dio dicono: “In così tanti credono in Me solo perché li guarisca. In così tanti credono in Me solo perché usi il Mio potere per scacciare gli spiriti impuri dai loro corpi, e in così tanti credono in Me semplicemente per ricevere da Me pace e gioia. In così tanti credono in Me soltanto per pretendere da Me più ricchezze materiali. In così tanti credono in Me soltanto per trascorrere questa vita in pace e per essere sani e salvi nel mondo a venire. In così tanti credono in Me per evitare le sofferenze dell’inferno e per ricevere le benedizioni del cielo. In così tanti credono in Me solamente per un conforto temporaneo e non cercano di guadagnare alcunché nel mondo a venire. Quando concedo la Mia furia alle persone e prendo tutta la gioia e la pace che un tempo possedevano, loro sviluppano dubbi. Quando concedo alle persone le sofferenze dell’inferno e Mi riprendo le benedizioni del cielo, si infuriano. Quando le persone Mi chiedono di guarirle e Io non presto loro attenzione e le aborrisco, si allontanano da Me per cercare invece la via della medicina malvagia e della stregoneria. Quando tolgo loro tutto ciò che hanno preteso da Me, scompaiono tutte senza lasciare traccia. Perciò dico che le persone hanno fede in Me perché la mia grazia è troppo abbondante e perché ci sono fin troppi vantaggi da guadagnare” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Che cosa sai della fede?”). “Il rapporto dell’uomo con Dio non è che uno di mero interesse personale. È il rapporto tra chi riceve le benedizioni e chi le elargisce. Più semplicemente, è simile al rapporto tra un dipendente e un datore di lavoro. Il dipendente lavora sodo solamente per ricevere i compensi elargiti dal datore di lavoro. In un rapporto di questo genere, basato sugli interessi, non c’è affetto, solamente una transazione; non c’è dare e ricevere amore, solamente carità e misericordia; non c’è comprensione, solamente indignazione e inganno repressi e impotenti; non c’è confidenza, solamente un abisso invalicabile. Ora che le cose sono arrivate a questo punto, chi può invertire tale tendenza? E quante persone sono capaci di comprendere davvero quanto è diventato critico questo rapporto? Credo che quando le persone sono immerse nella gioia di essere benedette, nessuno possa immaginare quanto sia imbarazzante e insostenibile da guardare un tale rapporto con Dio” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Appendice 3: L’uomo può essere salvato solamente nell’ambito della gestione di Dio”). Lo smascheramento di Dio affrontava direttamente il mio stato. Credevo in Dio e facevo i miei doveri solo per ricevere la Sua grazia, evitare le grandi catastrofi e godere delle benedizioni del cielo. Ho ripensato a quando avevo appena accettato questa fase dell’opera: avevo pensato che, fintanto che fossi stato in grado di svolgere i miei doveri, di fare sacrifici e di spendermi per Dio, di soffrire e di pagare un prezzo, allora avrei ottenuto una meravigliosa destinazione. In seguito, per ricevere le benedizioni di Dio, ho fatto sacrifici, mi sono speso e ho assolto i miei doveri e non importava quanto il mondo mi calunniasse o come la mia famiglia mi respingesse: nulla poteva fermarmi. Neanche quando ero stato arrestato dalla polizia avevo abbandonato i miei doveri. Avevo pensato che pagando un tale prezzo avrei sicuramente ricevuto le benedizioni di Dio e sarei sopravvissuto alle grandi catastrofi. Ma, quando la malattia mi ha colpito e ho rischiato di paralizzarmi e di non essere in grado di svolgere i miei doveri, ho sentito di aver perso ogni speranza di salvezza. Continuavo a lamentarmi e a discutere con Dio nel mio cuore, convinto che, poiché avevo dato tanto per Lui, Egli avrebbe dovuto proteggermi e non permettere che soffrissi il tormento di una malattia dolorosa. Quando il mio desiderio di benedizioni è stato infranto, ho iniziato a nutrire resistenza nei confronti della situazione che Dio aveva disposto per me, diventando negativo e oppositivo, fino al punto di rimpiangere i miei sacrifici passati. Solo ora capivo di aver visto la mia fede in Dio con una mentalità transazionale, volendo approfittare dei miei apparenti sacrifici e sforzi per cercare di contrattare con Lui in cambio delle Sue benedizioni. Mi ero comportato proprio come un operaio salariato, pensando che, dopo aver lavorato duramente, avrei dovuto ricevere da Dio una ricompensa commisurata. Non avevo alcuna sincerità verso di Lui. Cercavo solo di ingannarLo e di usarLo. Ho pensato a queste Sue parole: “Se la tua lealtà è accompagnata da intenzioni e condizioni, allora preferisco fare a meno della tua cosiddetta lealtà, poiché detesto coloro che Mi ingannano mediante le loro intenzioni e Mi ricattano con delle condizioni. Desidero solo che l’uomo Mi sia assolutamente leale e faccia tutte le cose nell’interesse e per la dimostrazione di un’unica parola: fede” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Sei un vero credente in Dio?”). L’indole di Dio è giusta e santa. Egli è sincero con le persone e non chiede nulla in cambio. Spera inoltre che le persone possano essere determinate nella loro devozione a Lui e non vuole che credano in Lui con falsità o impurità. Io invece, pagando un prezzo e spendendomi, avevo cercato di contrattare con Dio in cambio di grazia e benedizioni. Volevo usare Dio per raggiungere i miei obiettivi e, quando non avevo ricevuto le benedizioni, mi ero lamentato di Lui. Come poteva una persona egoista come me non essere detestata e odiata da Dio? Se non fosse stato per la rivelazione di Dio, non avrei conosciuto le spregevoli intenzioni celate dietro la mia fede in Lui, avrei continuato a seguire il cammino sbagliato e, alla fine, Egli mi avrebbe eliminato. Rendermene conto mi ha fatto sentire profondamente in debito con Lui e L’ho pregato: “Dio, credo in Te da così tanti anni, ma non sono stato sincero. Ho tentato di contrattare con Te e di ingannarTi. La mia fede è disgustosa e detestabile ai Tuoi occhi. Dio, sono intenzionato a pentirmi davanti a Te. Ti prego, illuminami e guidami fuori dal mio stato sbagliato”.
In seguito, ho riflettuto: avevo pensato che credendo in Dio, facendo sacrifici e spendendomi per Lui, avrei dovuto guadagnarmi la Sua protezione e le Sue benedizioni e non avrei dovuto affrontare malattie né disgrazie. In che modo questo punto di vista era sbagliato? Ho pensato a un passo delle parole di Dio: “Giobbe aveva sofferto le devastazioni di Satana, ma non aveva rinnegato il nome di Jahvè Dio. Sua moglie fu la prima a entrare in scena e, ricoprendo il ruolo di Satana in una forma visibile all’occhio umano, attaccò Giobbe. Il testo originale lo descrive in questi termini: ‘Sua moglie gli disse: “Ancora stai saldo nella tua integrità? Ma lascia stare Dio e muori!”’ (Giobbe 2:9)”. “Di fronte al consiglio della moglie, Giobbe non solo non rinunciò alla sua integrità e non rinnegò Dio, ma disse anche alla moglie: ‘Abbiamo accettato il bene dalla mano di Dio, e rifiuteremmo d’accettare le avversità?’ Queste parole hanno un grande peso? In questo caso, solo una constatazione può provare il peso di tali parole. Il loro peso sta nel fatto che sono approvate da Dio interiormente, rappresentano ciò che Dio desiderava, ciò che voleva ascoltare, e sono l’esito che Dio bramava vedere; sono, infine, l’essenza della testimonianza di Giobbe” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II”). Dopo che Giobbe perse i figli e i suoi beni e che tutto il corpo gli si ricoprì di piaghe, egli non solo non si lamentò di Dio, ma disse anche a sua moglie che avrebbero dovuto accettare da Dio sia le benedizioni che le disgrazie. Giobbe sapeva che i suoi figli e i suoi beni gli erano stati dati da Dio e che era giusto che Dio li portasse via. Comunque Dio lo trattasse, egli non si lamentava, né poneva richieste o cercava di contrattare con Dio. Dall’esperienza di Giobbe, ho capito che credere in Dio non significa solo godere di grazia e benedizioni da parte Sua, ma anche accettare le prove e le avversità che provengono da Lui. Il fatto che riceviamo benedizioni o disgrazie dipende interamente da Lui e dovremmo accettare e sottometterci senza porGli richieste. Ho inoltre capito che, quando mi sono ammalato, sono stato capace di lamentarmi perché non capivo l’indole giusta di Dio. Ho letto che le Sue parole dicono: “La giustizia non è affatto equità o ragionevolezza; non è egualitarismo, né è questione di assegnarti ciò che meriti a seconda di quanto lavoro hai portato a termine o di pagarti per il lavoro che hai svolto, né di darti il dovuto in base all’impegno che ci hai messo. Questa non è giustizia, è semplicemente essere equi e ragionevoli. Pochissime persone sono capaci di conoscere l’indole giusta di Dio. Supponiamo che Dio avesse eliminato Giobbe dopo che questi Lo ebbe testimoniato: sarebbe stato giusto? In effetti, sì. Perché questo si definisce giustizia? Le persone come valutano la giustizia? Se una cosa è in linea con le nozioni umane, è allora molto facile dire che Dio è giusto; se però si vede che quella cosa non è in linea con le proprie nozioni, se è qualcosa che si è incapaci di comprendere, sarà allora difficile dire che Dio è giusto. Se Dio all’epoca avesse distrutto Giobbe, nessuno avrebbe detto che Dio fosse giusto. In realtà, però, che gli esseri umani siano stati corrotti o no, e che siano stati profondamente corrotti o no, Dio deve forse giustificarSi quando li distrugge? Deve forse spiegare agli esseri umani su che base agisce? Deve forse dire loro le regole che ha stabilito? Non vi è necessità. Agli occhi di Dio, chi è corrotto, e chi è incline a opporsi a Dio, non ha alcun valore; comunque Dio lo tratti, è il modo appropriato, e sono tutte Sue disposizioni. Se tu fossi sgradito agli occhi di Dio ed Egli dicesse che dopo la tua testimonianza non Gli servi più e pertanto ti distruggesse, sarebbe anche questa la Sua giustizia? Sì. Tu forse non sei in grado di riconoscerlo adesso dai fatti, ma devi capirlo in dottrina. Che ne direste: la distruzione di Satana da parte di Dio è espressione della Sua giustizia? (Sì.) E se invece Dio consentisse a Satana di rimanere? Non osate dirlo, vero? L’essenza di Dio è giustizia. Anche se non è facile comprendere ciò che Egli fa, tutto ciò che fa è giusto; semplicemente gli esseri umani non lo capiscono. Quando Dio consegnò Pietro a Satana, come rispose Pietro? ‘L’umanità è incapace di conoscere a fondo ciò che Tu fai, ma tutto ciò che fai racchiude la Tua buona volontà; vi è giustizia in tutto. Come posso non lodare totalmente la Tua saggezza e le Tue opere?’” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che il mio punto di vista era distorto. In cuor mio, pensavo che la giustizia implicasse equità e ragionevolezza, che fosse egualitarismo e che la quantità di lavoro che avevo svolto dovesse corrispondere alla retribuzione ricevuta. Nel corso dei miei anni di fede, avevo fatto molte rinunce e abbandonato sia la famiglia che la carriera, quindi ritenevo che Dio dovesse benedirmi e mantenermi libero da malattie e disastri, che tutto sarebbe andato bene e che alla fine sarei potuto entrare nel Regno. Sentivo che ciò era equo e ragionevole e che quella sarebbe stata la giustizia di Dio. Quando ho visto altri fratelli e sorelle vivere in pace e senza problemi, mentre io soffrivo di una malattia così grave, mi sono lamentato del fatto che Dio fosse ingiusto. Usavo il punto di vista umano corrotto e la logica del commercio e delle transazioni per valutare la giustizia di Dio. Questo punto di vista era distorto e non in linea con la verità. Dio è il Creatore e tutto ciò che ho viene da Lui, quindi non avrei dovuto porGli quelle richieste irrazionali. Ero troppo privo di ragione! Comunque Dio tratti le persone, che mandi loro benedizioni o disgrazie, tutto contiene le Sue buone intenzioni. Le persone dovrebbero accettare e sottomettersi e non porre richieste a Dio. Questa è la coscienza e la ragione che dovrebbero possedere. Quando ho capito questo, il mio cuore è diventato molto più luminoso. Dopo di che, ho iniziato a rettificare il mio stato nutrendomi delle parole di Dio ogni giorno. Qualche tempo dopo, la mia malattia è migliorata in modo significativo e la chiesa ha disposto che tornassi a svolgere il mio dovere. Mi sentivo sia felice che riconoscente e ringraziavo Dio senza sosta. Ero intenzionato a far tesoro del mio dovere e a smettere di svolgerlo o di spendermi per ottenere benedizioni come avevo fatto in passato. Desideravo solo compiere il mio dovere di essere creato per soddisfare Dio.
Sei mesi dopo, ho avuto una recidiva della malattia e il dolore lombare è tornato peggiore di prima. Dovevo appoggiarmi a un bastone per andare in bagno e ogni passo era estenuante. La terapia non stava avendo alcun effetto. Il mio medico ha sospirato disperato e ha detto che era una patologia difficile da curare. A queste sue parole, ho provato nel cuore un profondo dolore. Mi sono detto: “La mia malattia è davvero incurabile? Finirò paralizzato? Se le cose continuano così, alla fine non diventerò inutile?” Poi ho pensato: “Non ho ritardato i miei doveri nonostante la malattia e ho dato tutto me stesso. Le mie condizioni avrebbero dovuto migliorare, quindi perché invece sono peggiorate? Dio mi eliminerà?” Più ci pensavo, più diventavo negativo, e dentro di me ho iniziato a chiedere a Dio di guarirmi dalla malattia. Ero interamente concentrato sulle mie speranze di miglioramento e cambiavo ogni giorno stato d’animo insieme al progredire della malattia. Se le mie condizioni miglioravano anche solo leggermente, ero felice, se invece le vedevo peggiorare, il mio cuore sprofondava. Un giorno, all’improvviso, ho pensato a una frase delle parole di Dio: “Di tutto ciò che avviene nell’universo, non vi è nulla su cui Io non abbia l’ultima parola. C’è niente che non sia nelle Mie mani?” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 1”). Le parole di Dio mi hanno chiarito le cose. Tutto nell’universo è sotto il controllo di Dio, incluso lo stato della mia malattia. Non avrei dovuto chiedere a Dio di guarirmi. Era irragionevole. Avrei dovuto sottomettermi.
In seguito, ho letto queste Sue parole: “Per tutti, l’affinamento è straziante e molto difficile da accettare, ma è durante questo processo che Dio rende palese la Sua giusta indole nei riguardi dell’uomo, rende pubblici i Suoi requisiti per l’uomo, fornisce più rivelazioni e più potatura concreta. Attraverso il confronto tra i fatti e la verità, l’uomo guadagna una maggiore conoscenza di sé stesso e della verità, e una maggiore comprensione delle intenzioni di Dio, e ciò gli consente di nutrire per Dio un amore più vero e più puro. Questi sono gli obiettivi di Dio nell’eseguire l’opera di affinamento. Tutta l’opera che Dio compie nell’uomo ha i propri scopi e il proprio senso; Dio non compie opere senza senso, né compie opere prive di beneficio per l’uomo. L’affinamento non significa che l’uomo venga allontanato dal cospetto di Dio, né che egli venga distrutto nell’inferno, bensì significa cambiare, durante l’affinamento, l’indole dell’uomo, le sue motivazioni, i suoi vecchi punti di vista, il suo amore per Dio e la sua intera vita. Per l’uomo, l’affinamento è una prova concreta e una forma di addestramento concreto. Solo durante l’affinamento l’amore dell’uomo può svolgere la sua funzione intrinseca” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Solo tramite l’esperienza dell’affinamento l’uomo può possedere il vero amore”). Dopo che ho letto le parole di Dio, il mio cuore si è di colpo illuminato. Ebbene, non mi ero ammalato perché Dio volesse eliminarmi, ma perché il mio desiderio di benedizioni era troppo grande e la cosa andava risolta attraverso una situazione di quel tipo. Questo era l’amore di Dio per me. Sebbene avessi una certa comprensione delle mie intenzioni e opinioni riguardo al guadagnare benedizioni, esse non erano state completamente eliminate e, quando la malattia si è ripresentata, ho ricominciato a lamentarmi e a fraintendere Dio. Ho visto che le mie intenzioni di guadagnare benedizioni erano profondamente radicate e che avevo bisogno di subire più dolore e più prove per essere purificato. L’indole di Dio è giusta e santa, quindi come poteva Egli permettere a una persona laida e corrotta, che addirittura si lamentava e Gli si opponeva, di entrare nel Suo Regno? Avevo trascorso i miei anni di fede con la sola idea di perseguire le benedizioni, concentrandomi soltanto sul sacrificarmi e spendermi esteriormente, ma non sul perseguire la verità. La mia indole non era cambiata affatto e tuttavia volevo lo stesso entrare nel Regno e ricevere le benedizioni di Dio. Non era forse solo un pio desiderio? Se avessi continuato a perseguire in quel modo, non solo non sarei stato salvato da Dio, ma Egli mi avrebbe anche punito. A quel punto mi sono reso conto che, sebbene esteriormente quella malattia sembrasse una cosa brutta, in realtà Dio stava purificando la mia corruzione e salvandomi, e dietro vi si celava la Sua scrupolosa intenzione. Rendermene conto mi ha profondamente commosso e colmato di rimorso e mi sono sentito del tutto indegno di tale salvezza da parte di Dio. Non avevo capito il Suo cuore, e Lo avevo frainteso e mi ero lamentato di Lui ripetutamente. Ero veramente privo di coscienza e ragione!
Poi, ho letto altre Sue parole: “Qual è lo standard in base al quale le azioni e il comportamento di una persona vengono giudicati buoni o cattivi? È il fatto che una persona, in come pensa, in ciò che rivela e in come agisce, possieda oppure no la testimonianza di mettere in pratica la verità e di vivere la verità realtà. Se non hai questa realtà o non la vivi, sei senza dubbio un malfattore. In che modo Dio considera i malfattori? Per Dio, i tuoi pensieri e i tuoi atti esteriori non Gli rendono testimonianza né umiliano e sconfiggono Satana; anzi, gettano vergogna su Dio e sono cosparsi di segni del disonore che Gli hai recato. Non stai testimoniando Dio, non ti spendi per Lui né adempi alle tue responsabilità e ai tuoi obblighi verso di Lui; invece, agisci nel tuo interesse. Cosa significa ‘nel tuo interesse’? Se vogliamo essere precisi, significa nell’interesse di Satana. Pertanto, alla fine, Dio dirà: ‘Allontanatevi da Me, malfattori!’ Agli occhi di Dio le tue non saranno considerate buone azioni, ma cattive azioni. Non solo non otterranno l’approvazione di Dio, ma verranno anche condannate. Cosa si spera di ottenere con una simile fede in Dio? In definitiva, una fede di questo tipo non risulterebbe infruttuosa?” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). Dalle parole di Dio, ho capito cosa sono le vere buone azioni. Se una persona adempie il dovere di un essere creato di amare e soddisfare Dio, senza intenzioni e scopi personali, e non agisce per i propri interessi o desideri egoistici, allora tale pratica è approvata da Dio e si tratta di un’azione davvero buona. In passato pensavo che, fintanto che fossi capace di fare sacrifici, di spendermi, di fare di più nel mio dovere e di soffrire di più, questo avrebbe contato come preparare buone azioni e avrei avuto la sicurezza di avere in futuro una buona destinazione. Ora, in base alle parole di Dio, mi ero reso conto che le mie opinioni sul valutare le buone azioni erano sbagliate. Fare il proprio dovere e preparare buone azioni è conforme alle intenzioni di Dio ma, se qualcuno ha intenzioni adulterate e vuole usare Dio per raggiungere i propri obiettivi, questa è un’azione malvagia e, anche se costui paga un prezzo elevato, Dio non approverà e lo considererà invece un malfattore. Se costui non si pente e continua a perseguire questa via, verrà di sicuro eliminato da Dio, poiché Dio ha detto: “Devi sapere che tipo di persone desidero; alle persone che sono impure non è permesso entrare nel Regno, a insudiciare il suolo santo. Anche se forse hai svolto molto lavoro e lavorato per molti anni, alla fine sei ancora deplorevolmente lurido, pertanto sarà intollerabile per la legge del Cielo che tu voglia entrare nel Mio Regno! Dalla creazione del mondo fino a oggi non ho mai offerto facile accesso al Mio Regno a chi cerca di ingraziarsi il Mio favore. È una regola celeste e nessuno può infrangerla!” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Il successo o il fallimento dipendono dalla strada che l’uomo percorre”). Per via dello smascheramento delle parole di Dio, la mia prospettiva sbagliata sulle cose è in qualche modo cambiata. Ho pregato Dio, dicendo che desideravo da quel momento in poi fare il mio dovere con le giuste intenzioni, che non avrei più cercato di contrattare con Lui e, che ricevessi benedizioni o disgrazie, sarei stato disposto a compiere il dovere di un essere creato per ripagare il Suo amore.
In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio: “In quanto esseri creati, le persone dovrebbero svolgere il loro dovere, e solo allora possono ricevere l’approvazione del Creatore. Gli esseri creati vivono sotto il dominio del Creatore e accettano tutto ciò che è fornito da Dio e tutto ciò che proviene da Lui, pertanto dovrebbero assolvere le loro responsabilità e i loro obblighi. Questo è perfettamente naturale e giustificato ed è stato decretato da Dio. Da ciò si può vedere che, per le persone, svolgere il dovere di un essere creato è più giusto, bello e nobile di qualsiasi altra cosa si faccia vivendo sulla terra; niente tra gli esseri umani è più significativo o degno e niente apporta maggiore significato e valore alla vita di una persona creata che svolgere il dovere di un essere creato. Sulla terra, solo il gruppo di persone che svolge veramente e sinceramente il dovere di un essere creato è quello che si sottomette al Creatore. Questo gruppo non segue le tendenze mondane; si sottomette alla direzione e alla guida di Dio, ascolta solo le parole del Creatore, accetta le verità espresse dal Creatore e vive secondo le parole del Creatore. Questa è la testimonianza più autentica, la più clamorosa, ed è la migliore testimonianza di fede in Dio. Per un essere creato, saper adempiere il dovere di un essere creato e soddisfare il Creatore è la cosa più bella tra gli uomini e la si dovrebbe raccontare a tutti perché possano lodarla. Gli esseri creati dovrebbero accettare in maniera incondizionata tutto ciò che il Creatore affida loro; per l’umanità è una questione sia di felicità che di privilegio, e per tutti coloro che sanno adempiere il loro dovere di esseri creati nulla è più bello o degno di essere ricordato: è qualcosa di positivo. E quanto a come il Creatore tratti coloro che sanno adempiere il loro dovere di esseri creati e che cosa prometta loro, è una questione che riguarda il Creatore; non è affare dell’umanità creata. Per dirla in modo un po’ più chiaro e semplice, deciderà Dio, e le persone non hanno alcun diritto di interferire. Tu otterrai ciò che Dio ti darà, e se non ti darà niente non potrai dire niente. Quando un essere creato accetta l’incarico da parte di Dio e collabora col Creatore per compiere il proprio dovere e fare ciò che può, non è una transazione o uno scambio; le persone non dovrebbero cercare di scambiare espressioni di atteggiamenti o azioni e comportamenti per ottenere promesse o benedizioni da Dio” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte settima”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che, poiché Egli ha creato l’uomo e gli ha donato il respiro della vita e ora mi aveva dato l’opportunità di assolvere il dovere di un essere creato, quella era già una Sua grazia e un’eccezionale elevazione e non avrei dovuto porGli richieste. Sono un essere creato e dovrei adempiere il mio dovere in ogni momento, incondizionatamente e senza cercare di contrattare o porre richieste. Questa è la ragionevolezza che dovrei possedere. Inoltre, l’intenzione di Dio non è che facciamo sacrifici e ci spendiamo esteriormente per ottenere la Sua grazia e le Sue benedizioni, ma che guadagniamo la verità attraverso lo svolgimento dei nostri doveri, al fine di eliminare le nostre corruzioni, le nostre impurità e la nostra indole satanica e di essere infine purificati e ottenere la salvezza. Questo è ciò che Dio spera di vedere, nonché l’obiettivo che dovrei perseguire nel mio dovere. Dopo aver compreso l’intenzione di Dio, mi sono sentito molto più a mio agio e, sebbene la mia malattia non fosse migliorata, non mi sentivo più così limitato. In seguito, ho riflettuto su me stesso durante la terapia medica e ho deciso che, a prescindere dal fatto che la mia malattia fosse migliorata o no e da quale sarebbe stato l’esito finale, avrei affidato tutto a Dio e non avrei più avanzato richieste. Dopo un po’ di tempo, le mie condizioni hanno iniziato a migliorare e sono riuscito a camminare normalmente. Di lì a breve, sono stato di nuovo in grado di svolgere il mio dovere nella chiesa.
Attraverso questa esperienza, sono arrivato a rendermi conto che per la mia vita è necessario un doloroso affinamento e che senza di esso starei ancora vivendo secondo le mie nozioni e fantasie e credendo in Dio e svolgendo i miei doveri con l’intenzione di guadagnare benedizioni. Se nel mio perseguimento avessi continuato in quel modo, alla fine Dio mi avrebbe rivelato ed eliminato. Gli rendo grazie per aver disposto delle situazioni reali al fine di rivelarmi, cambiarmi e purificarmi. È stata la Sua salvezza per me!