15. Dopo essere stata denunciata dai miei compagni di corso per aver predicato il Vangelo
Ho iniziato a frequentare le riunioni con i miei nonni quando ero alle elementari, ma quando sono passata alle medie i miei studi si sono intensificati, così non potevo partecipare alle riunioni o leggere le parole di Dio e il mio cuore si è allontanato da Lui sempre di più. Solo nel novembre 2011 ho finalmente ripreso la mia vita della chiesa e mi sono unita ai miei fratelli e sorelle nel nutrirmi delle parole di Dio e cantare inni in lode a Lui. Questo mi ha fatto sentire davvero appagata. Nel dicembre 2012, mentre ero all’università, il PCC utilizzava i media tradizionali e le piattaforme online per inventare e diffondere varie voci infondate, condannando e screditando la Chiesa di Dio Onnipotente. Le mie compagne di stanza hanno visto quella propaganda negativa e hanno riferito della mia fede al nostro insegnante. L’insegnante ha poi informato i miei genitori, che così hanno scoperto la mia fede.
La sera del 20 dicembre 2012, avevo appena finito i miei doveri e sono tornata al campus. Poco dopo essere arrivata al dormitorio, due insegnanti sono venuti a farmi delle domande. Mi hanno chiesto dove fossi stata e cosa avessi fatto negli ultimi giorni, e anche se stessi predicando il Vangelo nel campus. Poi mia madre e mio zio sono venuti al mio dormitorio e mi hanno rimproverata, dicendo che mi avrebbero riportata a casa. Mia cugina era stata confinata in casa per mesi da mio zio per via della sua fede in Dio, e temevo che i miei genitori avrebbero fatto lo stesso con me. Così continuavo a pregare Dio nel mio cuore, chiedendoGli di aprirmi una via d’uscita. Ho detto a mia madre: “Voglio rimanere al campus, non tornare a casa”. Vedendo la mia determinazione, lei mi ha permesso di rimanere. Tuttavia, alle mie spalle, ha detto agli insegnanti di tenermi sotto controllo. Il giorno dopo, gli insegnanti e il direttore del dipartimento mi hanno parlato uno dopo l’altro. Mi hanno detto che la scuola ora gestiva con severità le questioni legate alle credenze religiose e che dovevo rimanere nel dormitorio per qualche giorno e non andare da nessuna parte. Addirittura le guardie di sicurezza del campus avevano la mia foto e mi avrebbero denunciata se mi avessero vista uscire dal cancello del campus. Semplicemente perchè credevo in Dio, i miei insegnanti e i miei compagni di corso hanno iniziato a vedermi in modo strano e a trattarmi come una stramba. Mi sentivo profondamente umiliata e trovavo molto difficile sopportare tutto questo. Credevo semplicemente in Dio e non stavo facendo nulla di male: perché mi trattavano come se invece lo stessi facendo? Ho persino pensato: “Se non predicassi il Vangelo, i miei insegnanti e i miei compagni di corso smetterebbero di fraintendermi e di guardarmi in modo strano?” Mi sentivo molto debole, così ho chiamato mia sorella maggiore in un’altra università per sfogarmi. Mia sorella mi ha detto che anche le sue compagne di stanza l’avevano denunciata e che il suo insegnante l’aveva persino sgridata davanti a tutta la classe. Dopo averla ascoltata, ho capito che molti fratelli e sorelle venivano perseguitati a causa delle voci infondate del PCC e della diffamazione ai danni della Chiesa di Dio Onnipotente. Pensando a come il governo del PCC stesse diffondendo voci infondate, condannando e screditando la Chiesa di Dio Onnipotente, mi sono resa conto che il loro bersaglio diretto era Dio e che Dio sopportava immense e innumerevoli umiliazioni e sofferenze. In quella situazione, io pensavo solo alla mia sofferenza, ma non consideravo cosa provasse Dio nel cuore di fronte a quelle calunnie e a quegli attacchi. Ho pensato alle parole dell’inno delle parole di Dio “Dio soffre tormenti estremi per la salvezza dell’uomo”: “Questa volta, Dio Si è fatto carne per svolgere la Sua opera incompiuta, per giudicare questa età e porvi fine, per salvare l’uomo dal mare della sofferenza, conquistarlo completamente e trasformare la sua indole di vita. Per liberare l’umanità dalla sofferenza e dalle forze oscure che sono nere come la notte, e per il bene dell’opera svolta per l’umanità, Dio ha trascorso molte notti insonni. È sceso dal più alto al più basso dei luoghi per vivere in questo inferno umano. Oh! Egli vive con l’uomo tra i confini della terra, non Si lamenta mai della miseria del mondo umano e non chiede mai troppo all’uomo; anzi, Lui sopporta grandi vergogne per compiere la Sua opera. Affinché tutta l’umanità possa presto trovare riposo, Egli ha sopportato umiliazioni e ingiustizie per venire sulla terra, ed è entrato personalmente nella tana della tigre per salvare l’umanità” (La Parola appa re nella carne). Dio è santo ed è venuto dal cielo sulla terra per salvare l’umanità, eppure è stato frainteso e trattato come un nemico ed è stato rifiutato e condannato dall’umanità corrotta. Nonostante abbia subito umiliazioni e dolori immensi, ha continuato a parlare e a operare per salvarci. Ma io non capivo l’intenzione di Dio. Mi lamentavo e diventavo negativa alla minima sofferenza. Per un po’ di emarginazione e sguardi strani da parte di compagni di corso e insegnanti, mi sentivo offesa e addolorata e addirittura rimpiangevo di aver predicato il Vangelo. La mia statura era davvero scarsa! A questo pensiero, non mi sembrava più che la mia sofferenza fosse così grande, e sentivo che la persecuzione che stavo affrontando era la sofferenza che dovevo sopportare perché credevo in Dio.
In seguito, gli insegnanti hanno incaricato le mie compagne di stanza di controllarmi e osservare cosa facessi, così non mi restava altra scelta che nascondermi sotto le coperte e usare il mio lettore MP4 per leggere le parole di Dio e ascoltare gli inni. In quei giorni, anche i miei insegnanti mi parlavano per vedere se stessi predicando il Vangelo. Alcuni compagni di corso che in passato erano miei amici hanno cominciato a prendere le distanze. Alcuni mi rimproveravano, dicendo che non avrei dovuto credere in Dio, altri mi deridevano. Inoltre i miei parenti mi telefonavano per cercare di convincermi a non credere in Dio. Due miei cugini mi hanno persino inviato voci infondate e commenti diabolici che calunniavano e condannavano la Chiesa di Dio Onnipotente. All’epoca, ogni volta che sentivo squillare il telefono mi saltava il cuore in gola, poiché temevo fosse un familiare che mi chiamava per rimproverarmi. In quel breve periodo, ogni giorno sembrava durare un anno e mi sentivo isolata e impotente. Mi mancavano molto i miei fratelli e sorelle e volevo condividere con loro la mia sofferenza. Ma a causa della sorveglianza da parte dei miei insegnanti e dei compagni di corso non potevo andare alle riunioni. Mi sentivo molto debole interiormente e non sapevo come sperimentare quella situazione. All’epoca ero molto preoccupata: i miei genitori si erano sempre opposti con forza alla fede mia e della mia sorella maggiore, e non ero sicura di cosa mi avrebbero fatto questa volta. Mi avrebbero trattata come mio zio trattava mia cugina e mi avrebbero rinchiusa in casa? Di fronte a tutte quelle critiche e persecuzioni, sarei stata in grado di rimanere salda? In passato i miei avevano detto che, se avessero scoperto che credevo in Dio, mi avrebbero rinnegata. Fino a quel momento, mio padre non mi aveva ancora chiamata. Significava forse che non mi voleva più? Di fronte a tutte queste incertezze, mi sentivo totalmente impotente. Potevo solo affidare le mie difficoltà a Dio e guardare a Lui, chiedendoGli di guidarmi. Nella mia confusione e impotenza, mi sono imbattuta in un passo delle parole di Dio: “Per tutti coloro che sono determinati ad amare Dio, non ci sono verità inottenibili e non c’è giustizia per la quale non possano rimanere saldi” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). Le parole di Dio mi hanno dato fede. Credendo in Dio, stavo percorrendo il giusto cammino nella vita; quindi, anche se tutti mi fraintendevano, mi deridevano e mi rifiutavano, fintanto che fossi rimasta salda nella mia fede, quelle difficoltà non mi avrebbero sopraffatta. Temevo sempre di essere rifiutata e rimproverata dalla mia famiglia, avevo anche paura dello scherno e degli sguardi strani dei compagni di corso e degli insegnanti, e mi sentivo sempre incapace di andare avanti. Questo perché ero troppo vigliacca e non avevo la determinazione a soffrire. Ho ricordato il titolo di un capitolo delle parole di Dio che avevo letto qualche giorno prima: “Sfuggi all’influenza delle tenebre e sarai guadagnato da Dio”. Dio aveva disposto quella situazione nella speranza che fossi in grado di liberarmi dall’influenza oscura di Satana. Per tutto quel tempo, poiché i miei genitori si opponevano alla mia fede in Dio, ero stata pesantemente limitata da loro e, fintanto che erano intorno a me, non osavo nutrirmi delle parole di Dio né uscire per andare alle riunioni o assolvere i miei doveri. Non potevo continuare a cedere alla loro coercizione. Soltanto liberandomi da quell’influenza oscura e sfuggendo ai loro vincoli avrei potuto credere in Dio e svolgere i miei doveri. Così ho pregato Dio: “Dio, voglio davvero liberarmi dall’influenza oscura della mia famiglia, ma mi manca il coraggio. Ti prego, dammi fede e forza, affinché io possa liberarmi dall’influenza di Satana e svolgere bene i doveri di un essere creato”. Grazie alla preghiera, ho acquisito un po’ di fede, e ho anche percepito che Dio era sempre con me. Nel mio dolore e nella mia impotenza, erano le parole di Dio a confortarmi, a incoraggiarmi e a darmi fede. Ho deciso: “Comunque mi trattino la mia famiglia e i miei insegnanti, persevererò nella mia fede e nei miei doveri”. Così ho chiamato mia sorella e abbiamo deciso di dedicarci ai nostri doveri a tempo pieno. Ho anche pregato Dio, chiedendoGli di aprirmi una via per liberarmi dalla sorveglianza dei miei insegnanti e dei miei compagni di corso.
In quel periodo ho pensato all’inno delle parole di Dio “Dovresti cercare di essere perfezionato da Dio in tutte le cose”: “Se volete essere perfezionati da Dio, dovete imparare come fare esperienza in tutte le cose e riuscire a ottenere l’illuminazione in ogni cosa che vi capita: buona o cattiva che sia, dovrebbe recarti beneficio e non renderti negativo. Di qualunque cosa si tratti, dovresti riuscire a considerarla stando dalla parte di Dio, e non analizzarla o studiarla dal punto di vista dell’uomo. Se questo è il modo di affrontare l’esperienza, allora il tuo cuore sarà colmo dei fardelli della tua vita; vivrai costantemente alla luce del volto di Dio e non devierai facilmente nella tua pratica. Persone siffatte hanno un brillante futuro che le aspetta” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Promesse a coloro che sono perfezionati”). Riflettendo sulle parole di Dio, sono arrivata a capire un po’ di più la Sua intenzione. Durante quel periodo, a causa della mia fede in Dio, ho affrontato l’emarginazione e lo scherno da parte dei miei compagni di corso e, anche se sembrava una cosa negativa, in realtà era di beneficio per la mia crescita nella vita. Non avrei dovuto analizzare la faccenda da una prospettiva di vantaggio personale, bensì accettarla da Dio e cercare la Sua intenzione. Il PCC diffondeva online voci infondate, calunniando e condannando Dio, e, anche se sembrava una cosa negativa, Dio stava in realtà usando il gran dragone rosso perché rendesse servizio per i Suoi scopi, e così, attraverso la sua propaganda negativa, più persone sono giunte a conoscere il nome di Dio Onnipotente. Questa era davvero l’onnipotenza e la saggezza di Dio. Sono stata denunciata dalle mie compagne di stanza e tutti hanno scoperto la mia fede in Dio. Sono stata derisa e rimproverata dalla mia famiglia, dagli insegnanti e dai compagni di corso e, anche se ho sofferto un po’ fisicamente, quella situazione mi ha spinta a liberarmi dall’influenza delle tenebre e a scegliere il giusto cammino nella vita. È stato un bene per me. Grazie alla guida delle parole di Dio, il mio stato è gradualmente migliorato, e sono stata in grado di affrontare la situazione in modo corretto. Ogni volta che avevo tempo, riflettevo sulle parole di Dio, e quell’isolamento non mi sembrava così doloroso. Al contrario, poiché mi ero avvicinata a Dio, il mio cuore era molto più appagato di prima.
In seguito, Dio mi ha aperto una via d’uscita. Le mie compagne di stanza hanno smesso di sorvegliarmi, così ho colto l’occasione per uscire e partecipare a una riunione. Quando ho rivisto i miei fratelli e sorelle, ho provato un senso di calore travolgente e una gioia indescrivibile mi ha riempito il cuore. Sebbene fossi in grado di partecipare alle riunioni, la mia famiglia non credente si opponeva ancora alla mia fede e i miei insegnanti mi controllavano di tanto in tanto, addirittura chiamandomi per sapere dove fossi. A volte, quando uscivo per partecipare alle riunioni, il mio cuore veniva disturbato, e in quell’ambiente non potevo liberamente credere in Dio o fare i miei doveri. Continuavo a pregare Dio, chiedendoGli di guidarmi e di darmi la determinazione a fare le scelte giuste. Un giorno ho sentito un inno delle Sue parole:
La gente dovrebbe cercare di vivere una vita di piena di significato
1 L’uomo deve perseguire di vivere una vita significativa e non dovrebbe essere soddisfatto delle proprie circostanze attuali. Per vivere l’immagine di Pietro, egli deve possedere la conoscenza e le esperienze di Pietro. L’uomo deve perseguire cose che sono più elevate e più profonde. Egli deve perseguire un più profondo, più puro amore per Dio e una vita che abbia valore e significato. Solo questa è la vita; solo allora l’uomo sarà uguale a Pietro. Devi concentrarti sull’accedere in modo proattivo dal lato positivo e non devi permetterti passivamente di tirarti indietro in nome di un agio temporaneo, ignorando più profonde, più dettagliate e più concrete verità. Devi possedere amore concreto e devi trovare il modo di liberarti da questa vita depravata, spensierata, che non è affatto diversa da quella di un animale. Devi vivere una vita di significato, una vita di valore, e non devi prenderti gioco di te stesso o trattare la tua vita come un giocattolo con cui trastullarti.
2 Per tutti coloro che sono determinati ad amare Dio, non ci sono verità inottenibili e non c’è giustizia per la quale non possano rimanere saldi. Come dovresti vivere la tua vita? Come dovresti amare Dio e utilizzare questo amore per soddisfare le Sue intenzioni? Non c’è questione più grande nella tua vita. Soprattutto, devi avere tali aspirazioni e perseveranza, e non dovresti essere come chi è debole, senza spina dorsale. Devi imparare come sperimentare una vita di significato e sperimentare verità significative, e non dovresti trattare te stesso con tale superficialità. Senza che tu te ne renda conto, la tua vita passerà; dopo questa, avrai un’altra opportunità di amare Dio? Può l’uomo amare Dio dopo essere morto? Devi avere le stesse aspirazioni e la stessa coscienza di Pietro; la tua vita deve essere significativa e non devi prenderti gioco di te stesso. Come persona che persegue Dio, devi essere in grado di valutare con attenzione come tratti la tua vita, come dovresti offrire te stesso a Dio, come dovresti avere una fede più significativa in Dio e come, dal momento che ami Dio, dovresti amarLo in un modo che sia più puro, più bello e più buono.
La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”
Dopo aver ascoltato questo inno, ho capito l’intenzione di Dio. Dovevo accedere e perseguire da una prospettiva positiva e non accontentarmi semplicemente di non tirarmi indietro e di non essere negativa. Dovevo perseguire attivamente la verità e cercare come vivere una vita significativa. Soprattutto quando ho letto le parole di Dio: “Devi possedere amore concreto e devi trovare il modo di liberarti da questa vita depravata, spensierata, che non è affatto diversa da quella di un animale. Devi vivere una vita di significato, una vita di valore, e non devi prenderti gioco di te stesso o trattare la tua vita come un giocattolo con cui trastullarti”, ho percepito che quello era ciò che Dio ci istruiva a fare e che ci richiedeva, e che era ciò che dovevo perseguire. La mia vita era di fatto molto degenerata. All’università, i professori non ci insegnavano a stabilire degli obiettivi di vita corretti, ma a goderci la vita universitaria. Alcuni insegnanti dicevano addirittura che se non avevi saltato le lezioni, avuto una relazione o fatto pazzie all’università, allora non avevi vissuto affatto. Era questa l’atmosfera in tutto il campus: tutti pensavano a bere, mangiare e divertirsi ed erano in competizione tra loro. Pochi si concentravano davvero sullo studio. Non si parlava di come studiare o padroneggiare un’abilità, ma di mangiare, bere, divertirsi, di leccare i piedi agli insegnanti e di come gestire le relazioni personali. Sembrava che vivessimo una vita libera e semplice, ma dentro di noi ci sentivamo vuoti e confusi, senza un’idea di quale potesse essere il senso della vita, e non sapevamo cosa esattamente dovessimo perseguire nella vita. Anche se sapevo che perseguire quelle cose non aveva un reale significato, la mia statura era scarsa, e in quell’ambiente non potevo comunque fare a meno di seguire quello stile di vita, e trovavo difficile calmarmi e perseguire la verità. Mi accontentavo di andare occasionalmente alle riunioni e di mantenere un buon rapporto con i miei genitori, senza pensare a come adempiere il dovere di un essere creato. Non ero semplicemente negativa e non mi tiravo indietro per godere di una comodità temporanea? Prima non capivo la verità e non sapevo cosa avesse veramente valore perseguire. Mi limitavo a vivere in linea con i desideri dei miei insegnanti e dei miei genitori, pensando che se fossi entrata all’università avrei trovato una direzione e un obiettivo nella vita. Ma in realtà l’università non mi ha dato un cammino di vita luminoso, bensì una vita di ancora maggiore depravazione e confusione. Che senso aveva continuare a rimanere lì? Ho pensato a quando recentemente ero andata a predicare il Vangelo con i miei fratelli e sorelle. Anche se a volte eravamo stati insultati e derisi, avevo provato appagamento e gioia nel cuore e percepito che assolvere il dovere di un essere creato e fare cose giuste era ciò che dava significato alla vita. Questa gioia e questa pace nel cuore non possono essere sostituite da nulla. Prima non credevo in Dio in modo adeguato e perdevo tanto tempo perché perseguivo la conoscenza. Se avessi continuato a farmi limitare dai miei genitori e avessi proseguito con quella vita universitaria degenerata, non sarebbe stato del tutto sciocco da parte mia? Resamene conto, ho deciso di abbandonare gli studi e di fare il mio dovere.
La sera del 1° gennaio 2013, io e mia sorella siamo tornate a casa. Mio padre ci ha detto: “Oggi vi ho fatte venire qui per mettere tutto in chiaro. Dovete riflettere bene e decidere se volete continuare a credere in Dio. Se volete farlo, allora non preoccupatevi più di continuare gli studi, e per me potete considerarvi entrambe morte! Se decidete di abbandonare la vostra fede, allora tagliate i ponti con i credenti in Dio e continuate i vostri studi”. Ha aggiunto: “Il governo si oppone alla fede in Dio e noi viviamo sotto il potere del PCC. Pensate davvero di potervi opporre a loro?” Non appena io e mia sorella abbiamo testimoniato loro l’opera di Dio, mio padre e mio zio si sono infuriati, negando e bestemmiando Dio, e ci hanno rimproverate e biasimate. Vederli così mi ha davvero spaventata e continuavo a pregare Dio nel mio cuore, chiedendoGli di darmi la fede e la forza per affrontare quella situazione. Hanno continuato ad attaccarci fino alle due o alle tre del mattino. Mia madre continuava a torchiarci per sapere se volessimo ancora credere in Dio. Io volevo davvero rimanere in silenzio e semplicemente uscirne, ma ho pensato al fatto che, per paura di essere rifiutata dalla mia famiglia, non avevo osato ammettere di credere in Dio e non Lo avevo testimoniato. Non potevo farlo di nuovo. Non solo la mia famiglia attendeva la mia risposta, ma anche Dio stava aspettando che dichiarassi la mia posizione, e anche Satana osservava cos’avrei scelto. Comunque i miei genitori mi trattassero, dovevo rimanere salda nella mia testimonianza. Così ho detto con fermezza: “Continuerò a credere in Dio!” Mio padre ha detto con rabbia: “Visto che continuerete a credere in Dio, dovreste lasciare questa casa. D’ora in poi, per me siete morte!” Poi ci ha cacciate fuori dalla sua stanza. Il mio cuore soffriva tantissimo. Volevo semplicemente credere in Dio e non ho mai detto di non volere i miei genitori, ma perché loro non riuscivano ad ascoltare il mio cuore? Perché mi costringevano a scegliere? Tornata nella mia stanza, non riuscivo a calmare le emozioni. Ho pregato Dio: “Dio, comunque cercheranno di fermarmi, io Ti seguirò. Ti prego, dammi fede e forza e guidami sul cammino che ho davanti”.
Il mattino seguente, quando iniziava ad albeggiare, sono venuti a casa nostra mia zia e mio zio a dissuadere mia sorella e me dal credere in Dio. Mia zia ha detto che mio padre aveva sofferto molto nel crescerci, e ha persino pianto, pregandomi di smettere di credere in Dio. Ero molto debole e volevo davvero acconsentire solo per compiacerli, ma sapevo che così facendo non avrei reso testimonianza e che non potevo rinnegare Dio né tradirLo. Non potevo ferire il Suo cuore. Nei giorni successivi, hanno continuato ad accusare me e mia sorella di mancanza di coscienza. E mio padre continuava anche a insistere che dovevamo scegliere tra la nostra fede e la famiglia. Nel mio cuore sapevo che credere in Dio era il giusto cammino. Dio mi aveva guidata e accompagnata fin da quando ero piccola e la mia fede era ormai diventata parte della mia vita. Non potevo abbandonarLo. Ma, al pensiero di quanto duramente i miei genitori avessero lavorato per crescermi, provavo nel cuore la sensazione costante di essere in debito nei loro confronti e inoltre non volevo ferire i loro sentimenti. Non sapevo cosa fare, così ho continuato a pregare Dio, chiedendoGli di guidarmi. Ho pensato alle Sue parole: “Dio ha creato questo mondo e vi ha introdotto l’uomo, un essere vivente cui ha concesso la vita. Poi l’uomo è arrivato ad avere genitori e parenti, e non è più stato solo. Fin da quando ha posato gli occhi sul mondo materiale, è stato destinato a esistere all’interno dell’ordinamento di Dio. Il Suo alito di vita sostiene ogni singolo essere vivente per tutta la crescita, fino all’età adulta. Durante questo processo, nessuno si accorge che l’uomo cresce sotto la cura di Dio; anzi, si crede che cresca sotto la cura amorevole dei suoi genitori e che sia l’istinto vitale a dettarne la crescita. Questo, perché l’uomo non sa chi gli abbia concesso la vita o da dove essa sia venuta, né tantomeno come l’istinto della vita crei miracoli. Sa soltanto che il cibo è la base su cui la vita continua, che la perseveranza è la sorgente dell’esistenza della sua vita e che le convinzioni nella sua mente sono il capitale da cui dipende la sua sopravvivenza. Della grazia e della provvista di Dio, l’uomo è totalmente ignaro; in questa maniera, spreca la vita da Lui concessagli… Nemmeno uno di questi esseri umani di cui Dio Si prende cura giorno e notte si fa carico di adorarLo. Come da Lui pianificato, Dio continua soltanto a operare sull’uomo, verso il quale non ha alcuna aspettativa. Lo fa nella speranza che, un giorno, l’uomo si svegli dal suo sogno e improvvisamente comprenda il valore e il significato della vita, il prezzo che Dio ha pagato per tutto ciò che gli ha dato, e l’impaziente sollecitudine con cui attende che l’essere umano torni da Lui” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Dio è la sorgente della vita dell’uomo”). Dalle Sue parole, ho capito che la mia vita viene da Dio e che è stato Lui a darmi il respiro, permettendomi di sopravvivere in questo mondo. La mia famiglia e i miei genitori sono stati disposti da Dio. Anche se sembra che i miei genitori mi abbiano cresciuta fino all’età adulta, in realtà sono sopravvissuta fino a oggi perché Dio segretamente ha vegliato su di me e mi ha protetta. Dall’infanzia all’età adulta, i miei genitori hanno solo provveduto ai miei bisogni materiali e alle tasse scolastiche, ma raramente si sono presi cura di me o mi hanno insegnato come comportarmi. Solo leggendo le parole di Dio ho imparato a comportarmi come si deve. Quando ero piccola, io e mio cugino litigavamo per questioni banali, ed è stata mia nonna a usare le parole di Dio per insegnarmi a essere tollerante e paziente, a non essere meschina e a non cercare vendetta. A scuola, molti dei miei compagni di classe perseguivano tendenze malevole e hanno sviluppato dipendenza dai giochi online e avuto relazioni troppo presto. Io leggevo le parole di Dio e sapevo che Egli trovava quelle cose sgradite, quindi non le ho perseguite come hanno fatto loro. All’università, molti dei miei compagni di corso imbrogliavano agli esami, leccavano i piedi ai professori per il proprio futuro accademico e si sfruttavano a vicenda. Dalle parole di Dio, ho capito che Dio ci chiede di essere persone oneste e che non dovremmo impegnarci in inganni, gelosie o dispute, e quindi non li ho seguiti nel fare quelle cose. Inoltre, crescendo, ho affrontato molte situazioni spaventose e minacciose, e affidandomi alla preghiera e invocando Dio sono sempre riuscita a trovare fiducia e a smettere di avere paura. Sono state le parole di Dio a guidarmi e ad aiutarmi a capire alcune verità, e così non sono stata fuorviata né tentata da quelle tendenze malevole e non sono diventata malvagia né depravata. E sempre Dio ha costantemente vegliato su di me e mi ha protetta, permettendomi di crescere in pace e in salute. È stato Lui a prestabilire che i miei genitori mi mettessero al mondo. Anche il fatto che abbiano provveduto a me era sotto la sovranità di Dio e io dovevo ripagare l’amore di Dio. Dopo aver creduto in Dio per così tanti anni, non avevo fatto molto per Lui, e avevo solo goduto della Sua grazia e delle Sue benedizioni. Prima, poiché ero vincolata dai miei genitori, non facevo i miei doveri, ma non potevo continuare a essere ribelle in quel modo e non volevo più abbandonare i miei doveri per mantenere il rapporto con i miei genitori.
Ho letto altre parole di Dio: “Qual è il principio a cui le parole di Dio richiedono di attenersi nel trattare gli altri? Amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Dio odia: questo è il principio a cui ci si deve attenere. Dio ama coloro che perseguono la verità e che sono in grado di fare la Sua volontà; queste sono anche le persone che dovremmo amare. Coloro che non sono in grado di fare la volontà di Dio, che Lo odiano e si ribellano a Lui, simili persone sono detestate da Dio, e anche noi dovremmo detestarle. Questo è ciò che Dio chiede all’uomo. Se i tuoi genitori non credono in Dio, se sanno benissimo che la fede in Dio è il giusto cammino in grado di condurre alla salvezza eppure rimangono chiusi, allora non vi è alcun dubbio che siano persone che provano avversione e odio per la verità, e non vi è alcun dubbio che sono coloro che si oppongono a Dio e Lo odiano; e Dio naturalmente li odia e li aborrisce. Potresti aborrire genitori di questo tipo? Si oppongono a Dio e Lo insultano: in questo caso, sono sicuramente demoni e Satana. Anche tu sapresti odiarli e maledirli? Sono tutte domande reali. Se i tuoi genitori ti impediscono di credere in Dio, in che modo dovresti trattarli? Come richiesto da Dio, dovresti amare ciò che Dio ama, e odiare ciò che Dio odia” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto riconoscendo le proprie idee sbagliate ci si può realmente trasformare”). Quando ho visto che la parola di Dio dice: “Amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Dio odia”, ho acquisito una più chiara comprensione della scelta che dovevo compiere. I miei genitori non credevano in Dio e hanno persino tentato di perseguitarmi e di impedirmi di credere. Quando io e mia sorella abbiamo testimoniato Dio a loro, mio padre si è arrabbiato molto e ha maledetto Dio, bestemmiando. Hanno l’essenza di diavoli e appartengono a Satana. In passato pensavo che si opponessero alla mia fede solo perché erano stati fuorviati dalle voci infondate del PCC, ma anche altri hanno letto le voci infondate del PCC, eppure sono stati in grado di discernere il bene dal male e non hanno seguito ciecamente il PCC nel condannare Dio. Invece i miei genitori non hanno avuto discernimento, hanno creduto ciecamente al PCC e lo hanno seguito nella sua condanna. Inoltre, i miei nonni hanno predicato loro il Vangelo in passato, ma loro non l’hanno accettato, e in seguito, quando hanno visto che i miei nonni ci guidavano a credere in Dio, hanno nutrito odio verso di loro, arrivando ad attaccarli e insultarli. Li hanno persino minacciati, dicendo che se avessero continuato a credere in Dio, avrebbero smesso di ricevere denaro da loro. In quel periodo, i miei hanno anche minacciato costantemente mia sorella affinché non credessimo in Dio. Quella volta, quando hanno scoperto che credevamo in Dio, hanno cercato di costringerci ad abbandonare la nostra fede tagliando i ponti con noi. Ho capito che non si trattava del fatto che erano sciocchi e ignoranti o incapaci di discernimento, ma che la loro natura era di odio e di opposizione nei confronti di Dio. Quel giorno ho scelto di credere in Dio e di percorrere il giusto cammino, ma i miei genitori hanno continuato a perseguitarmi e a opporsi a me. Non ero sul loro stesso cammino e non potevo continuare a farmi limitare da loro. Quella notte mi sono rigirata nel letto senza riuscire a dormire e continuavo a pregare Dio, chiedendoGli di guidarmi e di darmi l’opportunità di fare il mio dovere.
La mattina dopo, mio padre mi ha accompagnata all’università. Dopo aver finito gli esami finali, ho consegnato il mio compito in anticipo, e mentre i miei compagni di corso non c’erano ho fatto le valigie e me ne sono andata a svolgere il mio dovere. A oggi sono quasi dieci anni che assolvo il mio dovere nella chiesa, e leggendo le parole di Dio e formandomi nel mio dovere ho imparato gradualmente a discernere tutti i tipi di persone, eventi e cose, e ho anche acquisito una certa comprensione della mia indole corrotta. Lentamente, ho iniziato a vivere un po’ di sembianza umana. Ogni volta che ricordo quell’esperienza, sono molto grata a Dio. Pur avendo creduto in Dio fin da piccola, ero troppo ignorante e codarda e, anche se conoscevo la vera via, non avevo il coraggio di seguirla. Ho ceduto alla coercizione dei miei genitori e non ho saputo adeguatamente perseguire la verità e fare il mio dovere. È Dio che mi ha sempre guidata, usando le Sue parole per condurmi sul giusto cammino della vita. Sono grata per l’amore e la salvezza di Dio.