16. Ora sono capace di concentrarmi sul mio dovere

di Breanna, Italia

21 febbraio 2024, soleggiato

Oggi il supervisore del lavoro basato sui testi mi ha improvvisamente mandato un messaggio: “Perché in questi giorni non trovi un po’ di tempo per scrivere una sceneggiatura? Poi potremo vedere se sei in grado di formarti per il dovere di scrittura di sceneggiature”. Leggerlo mi ha suscitato un’emozione senza limiti. Scrivere è il mio hobby. Se avessi potuto svolgere doveri di scrittura di sceneggiature nella chiesa, avrei realizzato il mio sogno di essere un’autrice. Inoltre, tutti gli sceneggiatori sono persone dotate di profondità e idee, capaci di conquistarsi la stima dei fratelli e delle sorelle. Ora che ho l’opportunità di svolgere il lavoro di sceneggiatrice, devo farne tesoro e tenermela stretta.

24 febbraio 2024, nuvoloso

Fuori c’erano nebbia e foschia. Me ne stavo con una guancia appoggiata su una mano, mentre con l’altra mano muovevo di continuo il mouse, fissando intensamente lo schermo del computer. Tuttavia, i miei pensieri erano lontani migliaia di chilometri. Il giorno prima avevo consegnato la mia sceneggiatura di prova al supervisore e non sapevo quando sarebbe arrivata la risposta. All’improvviso ho sentito una notifica. Era un messaggio vocale inviato dal supervisore: “Ho letto la tua sceneggiatura di prova. Ci sono ancora parecchie carenze. Per ora, magari, potresti iniziare col formarti nel vagliare gli articoli”. Non era il risultato che volevo. Secondo le mie nozioni, sono convinta che il compito di vagliare gli articoli non abbia alcun contenuto tecnico e che svolgendo tale compito, anziché sceneggiare, io sia meno in grado di mostrare il mio talento e di essere apprezzata dagli altri. Ma, a prescindere da tutto, si trattava pur sempre di un dovere basato sui testi. In conflitto e combattuta, l’ho accettato.

6 marzo 2024, soleggiato

Di fronte a molti articoli accumulati, nonostante li stia leggendo, non faccio che rimuginare sulle parole del supervisore. Ha in mente di farmi scrivere un giorno delle sceneggiature? Ha forse pensato che, poiché non ho svolto doveri basati sui testi per molto tempo, mi avrebbe chiesto prima di vagliare gli articoli in modo che potessi sfruttare l’occasione per munirmi della verità? Poi mi sono ricordata dei bei tempi, quando scrivevo sceneggiature. Anche se fare quel dovere era faticoso, ogni giorno era molto appagante. Con la guida del leader, avevo fatto rapidi progressi nelle mie capacità professionali e spesso comunicavo e discutevo in merito ai problemi con il leader e i registi. Tutti mi stimavano molto. Ora, invece, posso svolgere solo l’arido lavoro di vaglio degli articoli che nessuno nota. Quando i fratelli e le sorelle che conosco mi chiedono che dovere sto facendo, non so nemmeno come parlargliene. Sento che, sebbene stia svolgendo un dovere basato sui testi, il lavoro che sto eseguendo è solo quello di dare una sistematina: non mi sembra affatto che sia degno di nota. Non so quando avrò la possibilità di scrivere sceneggiature. Più ci pensavo, più mi sentivo negativa, e non riuscivo più a leggere gli articoli che avevo sotto mano. Allora ho cercato delle parole di Dio da leggere. Dio dice: “Per tutti coloro che svolgono un dovere, indipendentemente da quanto profonda o superficiale sia la loro comprensione della verità, il modo più semplice di praticare l’accesso alla verità realtà è pensare agli interessi della casa di Dio in ogni cosa e abbandonare i propri desideri egoistici, gli intenti personali, le proprie motivazioni, l’orgoglio e il prestigio. Mettere gli interessi della casa di Dio al primo posto è il minimo che si dovrebbe fare. Se un individuo che svolge un dovere non sa fare neppure questo, allora come si può affermare che lo sta svolgendo? Quello non è svolgere il proprio dovere. Per prima cosa dovresti pensare agli interessi della casa di Dio, tenere in considerazione le Sue intenzioni e il lavoro della chiesa. Metti queste cose di fronte a tutto; soltanto in seguito puoi pensare alla stabilità del tuo prestigio o a come gli altri ti considerano. Non trovi che sia un po’ più facile dividere tutto in due passaggi e accettare qualche compromesso? Praticando così per un po’, arriverai a sentire che soddisfare Dio non è poi così difficile. Inoltre, dovresti essere in grado di ottemperare alle tue responsabilità, adempiere ai tuoi obblighi, assolvere il tuo dovere e mettere da parte i tuoi desideri egoistici, i tuoi intenti e le tue motivazioni; dovresti mostrare considerazione per le intenzioni di Dio e porre al primo posto gli interessi della Sua casa, il lavoro della chiesa e il dovere che devi assolvere. Dopo aver sperimentato ciò per qualche tempo, capirai che questo è un buon modo di comportarsi. È vivere in maniera retta e onesta e non essere una persona abietta e vile; è vivere giustamente e onorevolmente anziché essere spregevole, abietto e un buono a nulla. Ti renderai conto che è così che una persona dovrebbe agire e che quella è l’immagine che dovrebbe vivere. Il desiderio di soddisfare i tuoi interessi si affievolirà a poco a poco(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). Leggere queste parole di Dio mi ha riempito di biasimo verso me stessa. Mi sono presentata davanti a Dio in lacrime per pregare: “Amato Dio, sono troppo priva di coscienza e assolutamente egoista e spregevole. Il fatto che la chiesa mi abbia dato la possibilità di svolgere dei doveri basati sui testi è stato un’esaltazione da parte Tua, ma io sono rimasta insaziabile e ho pensato costantemente alla mia immagine e al mio prestigio. Esteriormente, voglio migliorare le mie capacità professionali e ottenere una formazione migliore, ma le intenzioni che si celano dietro a questo riguardano tutte la mia reputazione e il mio prestigio. Tutto ciò di cui tengo conto è se il mio dovere sia importante o meno, se mi dia la possibilità di salire alla ribalta o no, e se possa usarlo per conquistarmi la stima degli altri. Quando i miei desideri non sono stati soddisfatti, mi sono sentita oppositiva e sono diventata negativa, ed ero persino riluttante a fare questo dovere. Mi rendo conto di essere del tutto egoista e spregevole! È da tempo che non svolgo doveri basati sui testi e non ho padronanza di molti principi. Non ho nemmeno una chiara comprensione della verità. Se mi avessero effettivamente chiesto di andare a scrivere sceneggiature, non sarei stata all’altezza del compito. La disposizione che prima mi formassi vagliando gli articoli era appropriata, ma io mi sono comunque sentita oppositiva verso di essa. Sono stata del tutto priva di ragionevolezza! Amato Dio, sono stata troppo ribelle. Non voglio più tener conto dei miei interessi. Sono disposta a sottomettermi alle disposizioni della chiesa e a fare bene il mio dovere attuale”. Dopo aver pregato, mi sono sentita molto più rilassata e il mio cuore non era più disturbato o limitato dalla questione. Quando poi sono venuta a leggere gli articoli, sono riuscita a calmare il mio cuore.

19 marzo 2024, nuvoloso

È quasi un mese che svolgo doveri basati sui testi e sono stata capace di individuare alcuni problemi negli articoli che ho letto. Alcuni di quelli che ho vagliato e selezionato sono diventati dei video. Sono molto felice e ho fiducia di poter svolgere bene questo dovere. Ricordo che un paio di giorni fa il supervisore mi ha detto: “Ora, la chiesa è a corto di sceneggiatori. Se sei interessata, puoi praticare la scrittura di sceneggiature”. Queste parole mi hanno molto colpita. A quanto pare, ho ancora speranza di scrivere sceneggiature. Anche se ho una levatura nella media, fintanto che mi munirò di molta verità, gradualmente migliorerò. Per questo motivo, non vedo l’ora di partecipare a ogni sessione di studio di gruppo. In questo modo, potrò imparare più principi e migliorare le mie capacità professionali. Dopo molto tempo potrei addirittura essere promossa a scrivere sceneggiature. Oggi è stata una giornata di studio di gruppo. Come al solito, mi sono alzata presto, ma prima che iniziasse la sessione di studio il supervisore mi ha detto: “Se vuoi, puoi partecipare, a seconda dei tuoi impegni; ma va bene anche se non partecipi”. Improvvisamente mi sono sentita un po’ a disagio. Perché non mi aveva chiesto di studiare? Non mi aveva parlato di formazione nella scrittura di sceneggiature? Sembrava che il supervisore non avesse intenzione di coltivarmi, dopotutto. Trascorso un po’ di tempo, altre due sorelle che scrivevano sceneggiature hanno sollevato una questione. Il supervisore ha detto: “Oggi non siamo tutti presenti. Studiamola domani”. Mi sono costretta a rimanere calma e ho risposto: “Va bene”. Una volta offline, sono rimasta a lungo stordita. Mi sentivo come se il mio sogno di poter scrivere sceneggiature fosse stato completamente infranto. Il supervisore pensava forse che non fossi degna di essere coltivata e che la mia levatura non fosse all’altezza della scrittura di sceneggiature? Perché non aveva affatto importanza che partecipassi o meno alla sessione di studio di gruppo? Oggi il mio umore è sotto terra. Non riesco a trovare energia in nulla di ciò che faccio e la mia efficienza nell’assolvimento del mio dovere è stata estremamente scarsa. Di solito riesco a leggere una decina di articoli in un giorno, ma oggi ne ho letta solo una manciata. Inoltre i miei pensieri erano molto confusi e non volevo sforzarmi di riflettere sui problemi che non riuscivo a capire a fondo. Volevo solo piangere. Le lacrime scendevano incontrollate. Nel mio cuore, ho detto a Dio: “Amato Dio, voglio formarmi nella scrittura di sceneggiature e dare il mio piccolo contributo. A prescindere da quanto debba soffrire, va comunque bene. Perché non vengo mai promossa? Amato Dio. Non capisco la Tua intenzione…”

20 marzo 2024, soleggiato

Il concerto dell’alba fuori dalla finestra mi ha destata dai miei sogni. Come al solito, ho acceso il telefono e ho letto le parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Quali sono i vostri principi di comportamento? Dovete comportarvi secondo la vostra collocazione, trovare il posto giusto per voi e svolgere bene il dovere che vi spetta; solo chi si comporta così è ragionevole. Per fare un esempio, alcuni sono esperti in determinate competenze professionali e hanno una comprensione dei principi, e allora dovrebbero assumersi la responsabilità e compiere le verifiche finali in tale area; altri sanno offrire idee e intuizioni, ispirando gli altri e aiutandoli a svolgere al meglio i loro doveri, e allora dovrebbero fornire idee. Se sai trovare il posto giusto per te e collabori in armonia con fratelli e sorelle, compirai il tuo dovere; è questo che significa comportarti secondo la tua collocazione. All’inizio potresti solo essere in grado di fornire alcune idee, ma se provi a offrire qualcos’altro, però provando e riprovando vedi di non esserne ancora capace; e se poi, quando altri forniscono queste cose, ti senti a disagio e non vuoi ascoltare, hai il cuore addolorato e vincolato, e ti lamenti di Dio e dici che Lui è ingiusto, allora questa è ambizione. Quale indole genera ambizione in una persona? Un’indole arrogante. Stati del genere possono certo sorgere in voi in qualsiasi momento e se non ricercate la verità per risolverli, non avete accesso alla vita e non sapete cambiare a questo proposito, allora il livello di qualificazione e di purezza con cui assolvete il vostro dovere sarà basso, e anche i risultati non saranno molto buoni. Ciò significa che non svolgete in modo soddisfacente il vostro dovere e che Dio non ha ottenuto gloria da voi. Dio ha dato a ciascuno punti di forza e doni diversi. Alcuni hanno punti di forza in due o tre settori, altri in un settore solo, altri ancora non ne hanno affatto; se saprete affrontare correttamente tali questioni, allora avete ragionevolezza. Una persona che ha ragionevolezza saprà trovare il suo posto, comportarsi secondo la sua posizione e svolgere bene il suo dovere. Una persona che non riesce mai a trovare il suo posto è una persona che ha sempre ambizione. Nel proprio cuore persegue costantemente il prestigio e i vantaggi. Non è mai soddisfatta di ciò che ha. Per ottenere maggiore guadagno, cerca di prendere il più possibile; spera sempre di soddisfare i propri desideri smodati. È convinta che, se possiede doni ed è di buona levatura, allora dovrebbe godere di una maggiore grazia da parte di Dio e che non sia un errore avere desideri smodati. Una persona di questo genere possiede forse ragionevolezza? Non è spudorato avere sempre desideri smodati? Chi possiede coscienza e ragionevolezza riesce ad avvertire questa spudoratezza. Chi comprende la verità non commetterà simili sciocchezze. Se tu speri di svolgere bene e lealmente il tuo dovere per ripagare l’amore di Dio, il tuo non è un desiderio smodato. Questo è in linea con la coscienza e la ragionevolezza della normale umanità, e rende felice Dio. Se davvero desideri svolgere bene il tuo dovere, devi prima trovare il giusto posto per te e poi fare ciò che puoi con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le tue forze, dando del tuo meglio. Questo è all’altezza degli standard, e un tale svolgimento del dovere ha una certa dose di purezza. Ecco che cosa dovrebbe fare una vera creatura di Dio(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “I principi che devono guidare il proprio comportamento”). Mentre leggevo le parole di Dio, sentivo che Egli era al mio fianco e mi tranquillizzava. Mi si è scaldato il cuore. Dio ci comunica i principi per la nostra condotta: trovare il nostro posto, comportarci in base alla nostra posizione e sfruttare appieno i talenti che abbiamo. Alcune persone che possiedono buone capacità professionali e hanno afferrato in modo solido i principi dovrebbero assicurarsi di gestire bene i controlli finali; coloro che non sono in grado di effettuare i controlli finali possono fornire idee o suggerimenti e lavorare con i fratelli e le sorelle per portare a termine i loro doveri insieme. In questo modo, Dio sarà soddisfatto. Ho riflettuto su me stessa. La chiesa ha disposto che vagliassi gli articoli. Ciò è dovuto, da un lato, alle esigenze del lavoro, mentre dall’altro si basa sulla mia levatura e sulla mia statura. Ma io non ho mai smesso di nutrire ambizioni sfrenate. Sebbene sia palese che la mia levatura non è all’altezza della scrittura di sceneggiature, mi sono comunque lamentata di Dio perché non mi ha dato questa opportunità. Sono stata davvero arrogante! Volevo costantemente mettermi in mostra ed essere una donna in possesso di talento letterario, stimata dagli altri. Non appena questo desiderio non ha potuto essere soddisfatto e non ho avuto un palco su cui esibire il mio talento, sono diventata negativa e ho battuto la fiacca. Non avevo nemmeno voglia di leggere gli articoli e non volevo impegnarmi a riflettere sui problemi che non riuscivo a capire a fondo. Questo ha ostacolato il progresso del vaglio degli articoli. Ho capito che avevo portato la mia sfrenata ambizione nell’assolvimento del mio dovere. Non ero soddisfatta del mio posto: mi sembrava che l’erba del vicino fosse più verde e non riuscivo neppure a mettere il cuore nel mio lavoro principale. Volevo costantemente svolgere un dovere che era al di là delle mie capacità. Se sarò sempre così priva di concretezza, non riuscirò nemmeno a fare bene il dovere di vaglio degli articoli, figuriamoci scrivere sceneggiature. Mi sono resa conto che il mio stato è troppo pericoloso. Se non lo elimino in fretta, verrò rivelata ed eliminata da un momento all’altro!

24 marzo 2024, nuvoloso

So che la reputazione e il prestigio sono la mia debolezza fatale, ma non ho mai lavorato sodo per risolvere questo problema. Questa volta, ho cercato le parole di Dio che smascherano come gli anticristi perseguano la reputazione e il prestigio. Ho letto queste Sue parole: “Gli anticristi hanno a cuore la propria reputazione e il proprio prestigio in modo maggiore rispetto alle persone comuni, e ciò è qualcosa di intrinseco alla loro indole essenza; non è un interesse temporaneo né l’effetto transitorio dell’ambiente circostante. È qualcosa all’interno della loro vita, delle loro ossa, e dunque è la loro essenza. Vale a dire, in tutto ciò che gli anticristi fanno, la loro prima considerazione va alla propria reputazione e al proprio prestigio, nient’altro. Per loro, la reputazione e il prestigio sono la vita, nonché l’obiettivo dell’intera esistenza. In tutto ciò che fanno, la priorità è: ‘Cosa ne sarà del mio prestigio? E della mia reputazione? Fare questa cosa mi darà una buona reputazione? Eleverà il mio prestigio nella mente delle persone?’ Questa è la prima cosa a cui pensano, il che dimostra ampiamente che hanno l’indole e l’essenza degli anticristi; ecco perché considerano le cose in questo modo. Si può dire che, per gli anticristi, la reputazione e il prestigio non sono un requisito aggiuntivo, né tantomeno cose esterne a loro a cui potrebbero rinunciare. Fanno parte della loro natura, sono nelle loro ossa, nel loro sangue, sono innati in loro. Gli anticristi non sono indifferenti al possesso della reputazione e del prestigio; non è questo il loro atteggiamento. Allora qual è? La reputazione e il prestigio sono intimamente legati alla loro vita di tutti i giorni, alla loro condizione quotidiana, a ciò che perseguono ogni giorno. E così, per gli anticristi, la reputazione e il prestigio sono la vita. A prescindere dal modo e dall’ambiente in cui vivono, dal lavoro che fanno, da cosa perseguano, da quali siano i loro fini o la direzione della loro vita, tutto ruota attorno all’avere una buona reputazione e un elevato prestigio. E questo obiettivo non cambia; non riescono mai a mettere da parte tali cose. È questo il vero volto degli anticristi, è questa la loro essenza. Potresti metterli in una foresta primordiale nascosta tra le montagne, e non rinuncerebbero ugualmente al loro perseguimento di reputazione e prestigio. Puoi metterli in un qualsiasi gruppo di persone, e le uniche cose a cui riescono a pensare sono ugualmente la reputazione e il prestigio. Sebbene anche gli anticristi credano in Dio, considerano il perseguimento di reputazione e prestigio equivalente alla fede in Dio e vi danno lo stesso peso. In altre parole, mentre percorrono la via della fede in Lui, perseguono anche la reputazione e il prestigio. Si può dire che, in cuor loro, gli anticristi credono che il perseguimento della verità nella loro fede in Dio coincida con il perseguimento della reputazione e del prestigio; che il perseguimento della reputazione e del prestigio sia anche il perseguimento della verità, e che ottenere reputazione e prestigio equivalga a ottenere la verità e la vita. Se sentono di non possedere reputazione, guadagni o prestigio, se sentono che nessuno li ammira, o li stima, o li segue, allora ne sono molto delusi, ritengono che credere in Dio non abbia senso, nessun valore, e si dicono: ‘Una simile fede in dio non è un fallimento? Non è forse vana?’ Spesso ponderano queste cose nei loro cuori, riflettono su come poter ritagliarsi un posto nella casa di Dio, su come poter acquisire un’elevata reputazione all’interno della chiesa, in modo che gli altri li ascoltino quando parlano, li sostengano quando agiscono e li seguano ovunque essi vadano; in modo da avere l’ultima parola nella chiesa e godere di fama, guadagno e prestigio: si concentrano davvero su queste cose in cuor loro. È questo che simili persone perseguono. Perché pensano sempre a cose di questo tipo? Dopo aver letto le parole di Dio, dopo aver ascoltato i sermoni, davvero non capiscono tutto ciò, davvero non sono in grado di discernerlo? Le parole di Dio e la verità non sono realmente in grado di cambiare le loro nozioni, idee e opinioni? No, nella maniera più assoluta. Il problema risiede in loro, tutto dipende dal fatto che non amano la verità, dal fatto che, nei loro cuori, provano avversione per la verità, e di conseguenza sono assolutamente refrattari alla verità, cosa che è determinata dalla loro natura essenza(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte terza”). Dio ha detto che, nel caso degli anticristi, avere a cuore la reputazione e il prestigio è ciò che hanno nelle ossa e nel sangue. In tutto ciò che fanno, le prime cose di cui hanno considerazione sono la propria reputazione e il proprio prestigio e come agire in modo che le persone li seguano e li stimino. Appena non riescono a ottenere reputazione e prestigio, è come se fosse stata rubata loro la vita stessa e sentono che vivere non ha più significato. Il mio perseguimento era lo stesso di un anticristo. Ho ripensato a una poetessa che adoravo quando andavo a scuola. Ho pensato che nell’antichità non c’erano molte poetesse di talento e credevo che più una cosa fosse rara, più venisse ammirata. Anche io volevo realizzare qualcosa in futuro. Non volevo essere un personaggio minore e anonimo. Trattavo come assiomi di saggezza le leggi di sopravvivenza instillate in me da Satana, come “Gli uomini dovrebbero sempre sforzarsi di essere migliori dei loro contemporanei” e “Mentre l’uomo si affanna verso l’alto, l’acqua scorre verso il basso”. Quando andavo a scuola, ho studiato duramente per poter entrare nel comitato di classe. Dopo le lezioni, quando gli altri erano andati a casa, io rimanevo in classe per sorvegliare alcuni miei compagni mentre facevano i compiti. Alla fine, sono stata apprezzata dall’insegnante. In realtà, i miei voti non erano i migliori della classe, ma per distinguermi dai miei compagni mi mettevo continuamente in mostra davanti all’insegnante, invece di continuare a studiare diligentemente e a imparare le varie materie. Alla fine, anche se sono entrata nel comitato di classe, si è trattato solo di un titolo vuoto. Tuttavia, non mi sono mai stancata di godere dell’aura che il prestigio mi procurava. Dopo aver iniziato a credere in Dio, pur rendendomi conto che perseguire la reputazione e il prestigio era sbagliato e che Dio non guarda quanto sia alto o basso il prestigio di una persona, ma solo se essa persegua o meno la verità, nel mio cuore non riuscivo comunque a liberarmi della mia sete di reputazione e di prestigio e mi importava molto che il mio dovere fosse apprezzato e stimato dagli altri. Se si trattava di un dovere poco rimarchevole, provavo grande angoscia e non ero in grado di interessarmi a nulla di ciò che facevo. Proprio come il modo in cui Dio mi aveva già esaltata a svolgere quei doveri basati sui testi, eppure io sentivo che il vaglio degli articoli non aveva lo stesso valore della scrittura delle sceneggiature, e quindi nel mio cuore guardavo quel dovere con disprezzo e avevo il costante desiderio di andare a scrivere sceneggiature. Da un’osservazione casuale fatta dal supervisore, ho percepito che non sembrava avere alcuna intenzione di coltivarmi e sono sprofondata in un’angoscia estrema. Non avevo più energia per fare nulla. Anche la mia efficienza nel vagliare gli articoli è diminuita, con ripercussioni sull’avanzamento della presentazione degli stessi. Ho capito che ero stata troppo vincolata dai pensieri e dalle opinioni di Satana. In realtà, per vagliare gli articoli dobbiamo comprendere alcune verità e afferrare alcuni principi. Altrimenti, non saremmo in grado di valutare quali articoli siano validi ed edificanti. Se fossi stata capace di calmare il mio cuore e di riflettere seriamente sulle verità che ogni articolo toccava, dopo un po’ di tempo avrei guadagnato molto. Tuttavia, non mi sono resa conto di cosa fosse bene per me. Non ho cercato le verità principi a cui avrei dovuto accedere in quel dovere al fine di sforzarmi di progredire. Invece, ho frainteso Dio e mi sono lamentata del fatto che Egli non mi avesse dato l’opportunità di formarmi. Ero troppo refrattaria alla ragione! Senza concentrarmi sul perseguimento della verità, anche se mi fosse stato concesso di scrivere sceneggiature e il mio orgoglio fosse stato appagato, non sarei stata in grado di scriverne di buone perché non possedevo alcuna verità realtà.

Attraverso la riflessione, mi sono resa conto che in effetti volevo scrivere sceneggiature solo per raggiungere le mie aspirazioni e i miei obiettivi personali. Avevo trattato il mio dovere come un trampolino di lancio per raggiungere le mie aspirazioni. Ho letto le parole di Dio: “Nel mondo secolare, è considerato corretto perseguire la realizzazione delle proprie aspirazioni. Indipendentemente dalle aspirazioni che persegui, vanno tutte bene purché non infrangano la legge e non oltrepassino i limiti morali. Nessuno mette in discussione nulla, e non si viene coinvolti in questioni di giusto o sbagliato. Tu persegui ciò che personalmente preferisci e se lo ottieni, se raggiungi i tuoi obiettivi, allora hai successo; se invece non ci riesci, se fallisci, è affar tuo. Quando però entri nella casa di Dio, che è un luogo speciale, qualunque siano le aspirazioni e i desideri che porti con te, dovresti abbandonarli. Perché? Il corso d’azione e il percorso che prende il perseguimento di aspirazioni e desideri, a prescindere da ciò che persegui nello specifico, ossia parliamo solo del perseguimento stesso, ruotano intorno all’egoismo, all’interesse personale, al prestigio e alla reputazione. Sono queste le cose attorno alle quali ruotano. In altre parole, quando gli individui perseguono la realizzazione delle loro aspirazioni, gli unici a trarne vantaggio sono loro stessi. È giusto che una persona persegua la realizzazione delle proprie aspirazioni per il prestigio, la reputazione, la vanità e gli interessi fisici? (No.) I metodi e gli approcci adottati per realizzare aspirazioni, pensieri e desideri personali e privati sono tutti egoistici e finalizzati al guadagno personale. Se li valutiamo in base al metro della verità, non sono né giusti né legittimi. Le persone dovrebbero abbandonarli, non è un forse certo? (Sì.) […] La chiesa, la casa di Dio, è un luogo in cui si compie la volontà di Dio, si proclama la Sua parola, Gli si rende testimonianza e in cui i Suoi prescelti ricevono la purificazione e la salvezza. È un luogo di questo tipo. In un posto come questo, esiste un compito o un progetto, qualunque esso sia, che si allinei con la realizzazione di aspirazioni e desideri personali? Non esiste alcun lavoro o progetto al servizio dello scopo di soddisfare aspirazioni e desideri personali, né alcun aspetto di essi esiste al fine della realizzazione di aspirazioni e desideri personali. Quindi, le aspirazioni e i desideri personali dovrebbero esistere nella casa di Dio? (No.) Non dovrebbero, poiché le aspirazioni e i desideri personali sono in contrasto con ogni opera che Dio desidera compiere nella chiesa. Le aspirazioni e i desideri personali contraddicono qualsiasi lavoro venga svolto nella chiesa. Contraddicono la verità, deviano dalla volontà di Dio, dalla proclamazione delle Sue parole, dal renderGli testimonianza e dall’opera di purificazione e di salvezza destinata al Suo popolo eletto. Quali che siano le aspirazioni di un individuo, se si tratta di aspirazioni e desideri personali, gli impediranno di seguire la volontà di Dio e influenzeranno o ostacoleranno la proclamazione delle Sue parole e il renderGli testimonianza. Naturalmente, se si tratta di aspirazioni e desideri personali, non possono permettere alle persone di ricevere la purificazione e la salvezza. Non è solo una questione di contraddizione tra le due parti: esse sono fondamentalmente in contrasto l’una con l’altra. Perseguendo le tue aspirazioni e i tuoi desideri personali, ostacoli la realizzazione della volontà di Dio, il lavoro di proclamazione delle Sue parole e di renderGli testimonianza, nonché la salvezza delle persone e, naturalmente, la tua. In breve, qualunque siano le aspirazioni degli individui, essi non sono volti a seguire la volontà di Dio e non possono raggiungere il risultato effettivo della sottomissione assoluta a Dio. Quando le persone perseguono le loro aspirazioni e i loro desideri, il loro scopo ultimo non è quello di comprendere la verità, né di capire come comportarsi, come soddisfare le intenzioni di Dio e come svolgere bene i loro doveri e adempiere al loro ruolo di esseri creati. Non è acquisire reale timore e sottomissione nei confronti di Dio. Al contrario, più si realizzano le proprie aspirazioni e i propri desideri personali, più ci si allontana da Dio e ci si avvicina a Satana. Analogamente, più si perseguono e si realizzano le proprie aspirazioni, più il proprio cuore si ribella a Dio e più ci si allontana da Dio, e alla fine, quando si riesce a portare a compimento le proprie aspirazioni come si vuole e a realizzare e soddisfare i propri desideri personali, si disprezza sempre di più Dio, la Sua sovranità e tutto ciò che Lo riguarda. Si può persino percorrere la strada che conduce a rinnegarLo, avversarLo e opporGlisi. Questo è l’esito finale(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (7)”). Le parole di Dio mi hanno fatto comprendere il perseguimento sbagliato nascosto nel mio cuore. Avevo trattato la casa di Dio e la chiesa come luoghi per realizzare le mie aspirazioni personali e trattavo i vari doveri nella chiesa come se fossero diverse professioni nel mondo. Mi piaceva il lavoro basato sui testi e sentivo di poter manifestare il mio valore svolgendolo. Ritenevo inoltre che le persone che scrivevano letteratura avessero maggiore profondità e più idee e che la gente le apprezzasse e prestasse loro attenzione. Il mio punto di partenza, la sorgente nell’assolvimento del mio dovere, erano sbagliati: lo facevo per distinguermi dalla massa e non per perseguire o acquisire la verità. Pur assolvendo il mio dovere di vagliare gli articoli, raramente ho cercato i principi o mi sono munita della verità svolgendolo, per migliorare la mia efficienza nella lettura degli articoli e la mia capacità di giudicare i problemi. Mi sono invece limitata ad aspettare di essere promossa. Quando il supervisore mi ha detto che quello che stavamo studiando non aveva alcuna relazione con il mio dovere attuale, ho pensato che non avesse alcuna intenzione di coltivarmi, così ho sfogato l’insoddisfazione che avevo nel cuore con la negatività e battendo la fiacca. Non sono stata forse del tutto irragionevole? Ho capito che è egoistico perseguire le proprie aspirazioni: ciò non può avere alcun effetto nel far progredire il nostro dovere e addirittura ostacolerà il lavoro della chiesa. In realtà, possiedo una levatura nella media e conoscenze linguistiche piuttosto carenti. Cosa più importante, non comprendo appieno molte verità e semplicemente non sono all’altezza del lavoro di scrivere sceneggiature. La disposizione che vagliassi gli articoli era appropriata. La chiesa mi ha permesso di formarmi nei doveri basati sui testi. Tuttavia, io non sono stata soddisfatta della mia posizione e ho addirittura frainteso Dio. Sono stata assolutamente priva di ragione! Proprio come dice Dio: “Quali che siano le aspirazioni di un individuo, se si tratta di aspirazioni e desideri personali, gli impediranno di seguire la volontà di Dio e influenzeranno o ostacoleranno la proclamazione delle Sue parole e il renderGli testimonianza. Naturalmente, se si tratta di aspirazioni e desideri personali, non possono permettere alle persone di ricevere la purificazione e la salvezza”. Ora il mio cuore è molto più luminoso e capisco perché Dio chiede alle persone di abbandonare le loro aspirazioni. In realtà, la chiesa è un luogo in cui si compie la volontà di Dio, in cui le persone possono perseguire la verità, essere purificate e ottenere la salvezza. Invece il cammino che percorrevo io era contrario all’intenzione di Dio. Durante quel periodo, ho riflettuto ogni giorno su come realizzare le mie aspirazioni e sono diventata molto suscettibile. Anche una parola casuale detta da un’altra persona poteva influenzare il mio stato mentre facevo il mio dovere e per tutto il tempo avevo il cuore e la mente inquieti. Anche se non osavo mai esprimere alcuna lamentela su Dio, in cuor mio discutevo con Lui e il mio rapporto con Lui era estremamente distante. Si trattava in realtà di una sorta di opposizione silenziosa. Stavo opponendo resistenza a Dio e ribellandomi a Lui! Perseguivo costantemente la realizzazione delle mie aspirazioni. Questa è la prospettiva di un non credente. Se avessi continuato su quel cammino, non solo la mia indole non sarebbe mai potuta cambiare, ma avrei arrecato intralcio e disturbo al lavoro della chiesa. Perciò quello che stavo facendo non era preparare buone azioni, bensì accumulare azioni malvagie. Quando me ne sono resa conto, dal profondo del cuore volevo abbandonare i miei desideri smodati e sforzarmi di fare bene il mio dovere attuale e soddisfare Dio.

2 aprile 2024, soleggiato

Oggi, in un passo delle parole di Dio, ho trovato un cammino per abbandonare la reputazione e il prestigio. Ho letto le Sue parole: “Quali sono dunque i doveri e le responsabilità di un essere creato? La parola di Dio descrive chiaramente i doveri, gli obblighi e le responsabilità degli esseri creati, non è così? Da oggi in poi sei un vero membro della casa di Dio, ossia riconosci te stesso come uno degli esseri creati di Dio. Di conseguenza, a partire da oggi dovresti riformulare i tuoi progetti di vita. Non dovresti più perseguire le aspirazioni, i desideri e gli obiettivi di vita che ti eri prefissato in precedenza; dovresti invece abbandonarli, e cambiare la tua identità e la tua prospettiva così da pianificare gli obiettivi e la direzione di vita che un essere creato dovrebbe avere. In primo luogo, i tuoi obiettivi e la tua direzione non dovrebbero essere quelli di diventare un leader, di primeggiare o eccellere in qualsiasi settore, o di diventare una figura rinomata che svolge un certo compito o padroneggia una particolare abilità. Il tuo obiettivo dovrebbe essere quello di accettare il tuo dovere da Dio, ossia di sapere quale lavoro dovresti svolgere ora, in questo preciso momento, e di capire quale dovere devi svolgere. Devi informarti su cosa Dio richiede da te e su quale compito ti è stato assegnato nella Sua casa. Dovresti comprendere e avere chiari i principi che andrebbero capiti, padroneggiati e seguiti riguardo a quel dovere. Se non riesci a memorizzarli, puoi scriverli su carta o annotarli sul computer. Prenditi del tempo per rivederli e rifletterci su. In quanto uno degli esseri creati, dovresti avere come principale obiettivo di vita quello di adempiere bene al tuo dovere di essere creato e diventare un essere creato all’altezza dei requisiti. Questo è l’obiettivo di vita fondamentale che dovresti avere. Il secondo, più specifico, è come adempiere bene al tuo dovere di essere creato ed esserlo all’altezza dei requisiti. Naturalmente, dovresti abbandonare qualsiasi obiettivo o direzione inerenti alla reputazione, al prestigio, alla vanità, al futuro e così via(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (7)”). Le parole di Dio mi hanno illuminato il cuore. Sono un essere creato e dovrei compiere i miei doveri in conformità al mio posto. Dovrei abbandonare le mie aspirazioni e i miei desideri e sottomettermi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio. Non importa se il dovere che la chiesa dispone per me oggi mi piaccia o meno o se io lo ritenga importante o banale: fintanto che proviene da Dio, dovrei accettarlo in perfetta ottemperanza. Ora sono responsabile del vaglio degli articoli, quindi dovrei selezionare in linea con i principi gli articoli buoni e dedicare impegno ai problemi che non riesco a capire a fondo per ottenere buoni risultati in questo compito.

3 aprile 2024, soleggiato

Recentemente, si è unita al nostro gruppo una nuova sorella. Si sta formando nella scrittura di sceneggiature. Ho di nuovo provato turbamento nel cuore. Il supervisore non aveva detto che non c’era carenza di sceneggiatori? Perché ne ha trovata una nuova invece di promuovere me? Sono davvero così scarsa? Mi sono resa conto che ero ancora una volta influenzata dalla reputazione e dal prestigio e ho subito pregato nel mio cuore. A prescindere da chi venisse promosso, quello che dovevo fare adesso era attenermi al mio dovere e non farmi disturbare dalla cosa. In seguito, ho dedicato tempo e impegno alla ricerca dei principi su come selezionare buoni articoli e su come valutare se la comprensione in essi contenuta fosse concreta. Ho discusso con le mie sorelle su tutto ciò che non riuscivo a capire a fondo e ho svolto il mio dovere con un atteggiamento positivo. Ho smesso di perseguire il prestigio. Gradualmente, il mio cuore si è calmato molto e sono riuscita a mettere più pensiero nel mio dovere e anche a percepire la guida di Dio mentre lo assolvevo. Grazie a Dio!

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