25. Non rimpiango di aver lasciato il mio impiego sicuro
Provengo da un contesto agricolo e il sostentamento di tutta la mia famiglia dipendeva dall’agricoltura. Mio marito e io trascorrevamo ogni giorno con le facce volte al giallo del loess e la schiena al cielo, lavorando duramente tutto l’anno e con poche ricompense. Dovevamo fare lavori saltuari per sostenere le normali spese della nostra famiglia. Eravamo estremamente indigenti. In seguito, un parente, tramite suoi contatti, mi ha fatto lavorare temporaneamente in una vicina distilleria statale. Gli operai fissi della fabbrica svolgevano i lavori leggeri, mentre noi lavoratori temporanei facevamo per lo più il lavoro sporco e faticoso. Tuttavia, il nostro salario era la metà di quello degli operai fissi. Nella bassa stagione di produzione, noi lavoratori temporanei venivamo addirittura licenziati, e io dovevo trovare altri impieghi. Poiché non ero qualificata, la maggior parte dei lavori che trovavo comportava un lavoro fisico e non era costante. Un giorno potevo avere del lavoro da fare, ma magari il giorno dopo no e dovevo starmene senza fare nulla. Ero davvero malmessa. Spesso pensavo tra me e me: “Sarebbe bello avere un lavoro stabile. Non dovrei preoccuparmi di trovare lavoro, potrei guadagnare di più e godermi una vita più prospera”. Non molto tempo dopo, la distilleria ha progettato un’espansione. Alcuni terreni del nostro villaggio sono stati espropriati senza alcun indennizzo. Tuttavia, purché fosse composta da almeno dieci persone, a ciascuna famiglia veniva assegnato un posto di lavoro fisso nella distilleria. Nella nostra famiglia c’erano più di una dozzina di persone, e io sono stata l’unica a ottenere un lavoro alla distilleria. I vicini erano tutti molto invidiosi e io mi sentivo davvero fortunata: “Sono diventata una dipendente fissa di un’impresa statale a questa giovane età. È un impiego invidiabile e sicuro. Posso essere pagata con puntualità e non solo ho il sostentamento garantito, ma avrò anche una pensione da vecchia e benefici come l’assicurazione pensionistica e quella medica. Devo lavorare sodo e mantenere questo impiego conquistato con fatica”. Lavoravo molto duramente. Non ero mai elusiva e non battevo mai la fiacca. Non molto tempo dopo, sono stata scelta come caposquadra, con una retribuzione leggermente superiore rispetto agli altri dipendenti. Avevo ancora più a cuore il mio impiego sicuro. Soprattutto in alta stagione, quando la distilleria andava a pieno ritmo, spesso lavoravo più di dieci ore al giorno. Ero così stanca che mi facevano male l’addome e la schiena. Ero debole per lo sfinimento. Tuttavia, non appena pensavo al salario, che era ben superiore al normale, e ai vantaggi, come il bonus di fine anno, sentivo che la fatica valeva la pena. Ho lavorato per un decennio in questo modo.
Nell’autunno del 2005, mia cognata mi ha predicato il Vangelo di Dio degli ultimi giorni. Nutrendomi delle parole di Dio, ho appurato che le persone sono state create da Dio, che Egli regna sovrano sul destino di tutta l’umanità e che l’umanità intera dovrebbe credere in Lui e adorarLo. In seguito, mi riunivo spesso con i fratelli e le sorelle per nutrirmi delle parole di Dio e cantare inni in Sua lode. Mi piaceva e il mio cuore si sentiva libero. Poco dopo, sono stata in grado di svolgere dei doveri. Ero responsabile delle riunioni di tre gruppi. In quel periodo era bassa stagione per le vendite della distilleria e lavoravo solo mezza giornata. Potevo anche prendere un giorno libero la domenica. Il lavoro non mi impediva di andare alle riunioni o di fare il mio dovere.
Quando è arrivato l’autunno del 2006, la distilleria andava a ritmi estremi. Dovevo lavorare almeno dieci ore al giorno. Nelle riunioni, il direttore diceva spesso: “Questa è la stagione di massima produzione. Come caposquadra, devi pensare a come completare la tua quota di produzione entro i tempi stabiliti. In questo periodo non puoi prendere ferie, arrivare in ritardo o uscire prima! Se non lavorate sodo, perderete il posto!” A quelle parole, mi sentivo vincolata nel cuore. Avevo paura di essere licenziata se qualcosa nel lavoro non fosse stato fatto bene. Anche se volevo andare alle riunioni e fare il mio dovere, non riuscivo proprio a trovare il tempo. Ero estremamente combattuta: “Sono così occupata che non riesco nemmeno partecipare alle riunioni. È così che dovrebbe comportarsi un credente in Dio? Se prendo spesso dei permessi per partecipare alle riunioni, il mio lavoro subirà dei ritardi e sarò licenziata. Se perdo questo impiego sicuro, come potrò garantirmi il sostentamento in futuro? Non va bene. Non devo perdere questo lavoro, a qualsiasi costo. Penserò alle riunioni dopo che sarà passata l’alta stagione”. In seguito, mi sono dedicata con il cuore e la mente al mio lavoro. Lavoravo dalle 7 del mattino a mezzanotte ogni singolo giorno. A volte facevo anche gli straordinari fino all’una o alle due del mattino. Ero così stanca da essere debole per lo sfinimento. Quando tornavo a casa, mi addormentavo non appena la testa toccava il cuscino. Non riuscivo nemmeno a pregare o a fare devozioni spirituali. Ogni giorno la mia testa era piena di pensieri su come raggiungere la mia quota di produzione entro il tempo stabilito. Lavoravo come una macchina, senza fermarmi. A poco a poco, il mio cuore si è allontanato sempre di più da Dio.
In quel periodo mi sono capitate alcune cose spiacevoli. Poiché non mi piaceva adulare e non offrivo cene al direttore, mi venivano assegnati solo lavori sporchi e faticosi. Quando i membri della mia squadra vedevano che le altre squadre svolgevano un lavoro più facile, spesso si lamentavano con me: “Guarda gli altri capisquadra. Sanno cosa dire per far felice il direttore e ottengono incarichi facili. Tu sei troppo rigida, non fai regali al direttore e non coltivi il tuo rapporto con lui; non cerchi di renderlo felice. Dobbiamo fare tutto questo lavoro sporco e faticoso perché siamo nella tua squadra”. A volte addirittura scioperavano deliberatamente per procrastinare il lavoro, il cui avanzamento era quindi molto lento. Quando il direttore vedeva questa situazione, mi rimproverava perché guidavo una squadra che procrastinava il lavoro. Ero molto angosciata. Già ero sfinita a causa del pesante carico di lavoro quotidiano; ora che in più i dipendenti e il direttore si lamentavano con me, il tormento mi rendeva esausta sia fisicamente che mentalmente. La vita mi pareva semplicemente troppo faticosa. A volte ero addirittura così arrabbiata da non voler più fare quel lavoro, ma non avevo altra scelta che affrontarlo per via della sicurezza che offriva. Sentendomi impotente, dovevo solamente andare avanti.
In un batter d’occhio, l’alta stagione è passata e il lavoro alla distilleria è diminuito. All’inizio volevo riposare un po’, ma ho finito per ammalarmi. Avevo una febbricola che non accennava a diminuire, ero priva di energia in tutto il corpo e né le medicine né le iniezioni producevano alcun effetto. Riuscivo a rimettermi soltanto a casa. Ogni volta che tornavo a casa dall’ospedale, vedevo la folla di persone per strada passare in un flusso costante e invidiavo gli altri per la loro buona salute. Anche se mi davo da fare e mi affannavo, guadagnando un po’ di soldi, senza buona salute, a cosa serviva? Improvvisamente mi sono resa conto che, per quanto guadagnassi, non era importante quanto godere di buona salute. Ho ripensato al passato, quando andavo alle riunioni e facevo il mio dovere con i miei fratelli e sorelle. Allora mi sentivo molto a mio agio nel cuore. Poi ho guardato al mio attuale stato di malattia, alla mia incapacità di svolgere qualsiasi lavoro, e mi sono sentita sconsolata e impotente. Nel mio momento di sconforto, sorella Jiang Yu è venuta a casa mia per sostenermi e mi ha chiesto di partecipare alle riunioni. Vergognandomi, le ho detto: “Da quanto tempo non vengo a una riunione? Posso ancora partecipare?” Jiang Yu ha detto che potevo e ha disposto che diversi fratelli e sorelle si riunissero a casa mia. Ho accettato con piacere. Il giorno della riunione, mi sono inginocchiata e ho pregato Dio. In quel momento mi sentivo come una bambina cattiva e disobbediente: mi ero smarrita lontano da casa e soffrivo amaramente ma, proprio quando ero confusa e smarrita, ero tornata nell’abbraccio dei miei genitori. Sentimenti di gioia, vergogna e debito si intrecciavano insieme e non sapevo come esprimerli. Ho pianto lacrime di dolore e ho pregato Dio: “Amato Dio, Ti sono stata troppo distante e mi sono ribellata troppo a Te. Non so come esprimere il debito che ho con Te. In tutto questo tempo, l’unica cosa a cui ho pensato è stato il lavoro. Ho messo completamente da parte le riunioni e il nutrirmi delle Tue parole e ho sempre lavorato come una macchina tutto il giorno, sfinita nel corpo e nella mente e sopportando sofferenze indicibili. Solo ora che sono malata ho capito che vivere lontano dalla Tua cura e dalla Tua protezione è vivere come un cadavere ambulante; è una vita di vuoto e di dolore. Ma Tu non hai ricordato le mie trasgressioni e hai persino usato quella sorella per aiutarmi e sostenermi. Ti rendo grazie per la tolleranza e la misericordia che mi hai mostrato! Sono intenzionata a tornare a Te, a riunirmi con i miei fratelli e sorelle per nutrirmi delle Tue parole e a fare il mio dovere al meglio delle mie possibilità”. Ho visto che tra i miei fratelli e sorelle non esistevano barriere né conflitti e tantomeno le feroci rivalità che c’erano alla distilleria. Ho percepito che si trattava proprio di due mondi diversi e il mio cuore era in pace e a suo agio. Un mese dopo, la mia malattia si è risolta quasi senza che me ne accorgessi. In cuor mio, ero estremamente grata a Dio.
In seguito, Jiang Yu è venuta a trovarmi a casa mia. Quando le ho raccontato la mia esperienza, mi ha cantato un inno delle parole di Dio: “Il destino dell’uomo è controllato dalle mani di Dio” “Il destino dell’uomo è nelle mani di Dio. Tu non sei in grado di controllarti: sebbene l’uomo si affanni e si dia da fare sempre per sé stesso, egli rimane incapace di controllarsi. Se potessi conoscere le tue prospettive e controllare il tuo destino, saresti ancora un essere creato? In breve, a prescindere da come Dio operi, la Sua opera è per il bene dell’uomo. Considera, per esempio, il cielo e la terra e tutte le cose che Dio ha creato per servire l’uomo: la luna, il sole e le stelle che ha fatto per l’uomo; gli animali e le piante, la primavera, l’estate, l’autunno e l’inverno e così via, sono tutte fatte per l’esistenza dell’uomo. Dunque, a prescindere da come Dio castighi e giudichi l’uomo, tutto è per la sua salvezza. Sebbene Egli spogli l’uomo delle sue speranze della carne, ciò è per la sua purificazione, e la sua purificazione è per la sua sopravvivenza. La destinazione dell’uomo è nelle mani del Creatore, quindi come potrebbe l’uomo controllare se stesso?” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Ristabilire la vita normale dell’uomo e condurlo a una destinazione meravigliosa”). Jiang Yu mi ha raccontato la sua esperienza di come, in precedenza, si fosse data estremamente da fare per guadagnare denaro nel mondo e poi fosse arrivata nella casa di Dio dopo aver sbattuto contro un muro. Ha anche detto: “Noi esseri umani siamo esseri creati e semplicemente non abbiamo controllo sul nostro destino. Anche se ci diamo da fare e ci affanniamo contando sulle nostre forze, il risultato non sarà necessariamente quello che desideriamo. Ora, Dio Si è fatto carne ed è venuto nel mondo umano al fine di operare per la salvezza delle persone. Inoltre, Satana si serve dei vantaggi del denaro e dei piaceri della carne per conquistare e fuorviare le persone, facendo sì che il loro cuore sia occupato dalla carne e dal denaro; alla fine cadranno nella trappola di Satana. Dobbiamo munirci di una maggiore quantità di verità: solo allora riusciremo a capire a fondo le macchinazioni di Satana”. Sentire Jiang Yu condividere in questo modo mi ha molto commossa. Avevo sempre voluto affidarmi al mio duro lavoro per svolgere bene il mio impiego, conquistare la fiducia del direttore e mantenere il mio lavoro sicuro, in modo da avere in futuro la garanzia del sostentamento. Per questo motivo, non partecipavo alle riunioni né facevo il mio dovere; mi seppellivo costantemente nel duro lavoro e il mio cuore era completamente occupato dal denaro. Di conseguenza non solo non mi sono conquistata l’apprezzamento del direttore, ma ho anche sopportato il tormento della malattia. Quella traversia mi ha sfinita nel corpo e nella mente e mi ha portato a sofferenze indicibili. Solo allora ho capito che, comunque pianificassi, calcolassi o lavorassi sodo, non ero in grado di cambiare il mio destino. Vivevo affidandomi alle regole sataniche del “Costruisciti una vita felice con le tue mani” e “Meglio un lavoro sicuro che uno redditizio”. Volevo ottenere la vita che desideravo attraverso i miei sforzi, ma alla fine mi sono scontrata con dei muri e mi sono rirovata frustrata a ogni occasione. In definitiva, è stato un fallimento. Proprio come dice Dio: “Sebbene l’uomo si affanni e si dia da fare sempre per sé stesso, egli rimane incapace di controllarsi”. Ero davvero troppo cieca e ignorante, troppo inconsapevole delle mie capacità! Il mio cuore intorpidito è stato risvegliato da quanto smascherato dalle parole di Dio e finalmente mi sono resa conto che la malattia e il dolore che mi avevano colpita in quel periodo erano un castigo e una disciplina per mano di Dio. Ancor di più, si trattava della mia salvezza da parte Sua. Altrimenti sarei stata ancora vincolata dal denaro e sarei caduta nella trappola di Satana, senza potermi liberare.
Nell’aprile 2007, sono stata eletta leader della chiesa. All’epoca era ancora bassa stagione. Il lavoro era relativamente facile e tranquillo e quindi non mi impediva di andare alle riunioni o di fare il mio dovere. In seguito, è accaduto qualcosa che ha avuto un forte impatto su di me. Poiché il lavoro in distilleria ci richiedeva di stare a lungo piegati, di spostare oggetti pesanti e di entrare in contatto con l’acqua fredda, alcuni dipendenti anziani sono stati colpiti da malattie professionali. La maggior parte di loro aveva un’ernia del disco lombare, reumatismi, spondilosi cervicale e così via. Alcuni erano affetti da patologie così gravi da essere rimasti paralizzati a letto, incapaci di badare a sé stessi. Una volta, eravamo intenti nella preparazione del materiale di produzione, quando ho visto un dipendente sdraiato sul pavimento con il colorito cinereo e uno sguardo sconsolato e impotente. I miei colleghi mi hanno detto che stava avendo un attacco di spondilosi cervicale. Aveva le vertigini, vomitava ed era sull’orlo dello svenimento. In passato aveva lavorato con grande vigore. Non avrei mai pensato che un attacco di spondilosi cervicale potesse abbattere una persona in qualsiasi momento. Questo mi ha fatto capire che, per quanto una persona sia forte, non ha la capacità di resistere di fronte alla malattia. Le persone sono davvero insignificanti e fragili! Ho pensato che, sebbene quei dipendenti anziani avessero guadagnato un po’ di soldi, vi avevano dedicato metà della vita. Per quanto buoni potessero essere i vantaggi o la retribuzione, costoro non sarebbero mai stati in grado di recuperare la loro salute, e ancor meno di liberarsi dal dolore causato dalla malattia. Anche se avessero avuto tutto il denaro del mondo, a cosa sarebbe servito? La loro vita non sarebbe stata comunque nient’altro che dolore e vuoto? Io avevo sia le vertebre cervicali che quelle lombari in cattivo stato e anche i reumatismi. Se avessi continuato così, un giorno mi sarei ritrovata paralizzata a letto? Quei dipendenti anziani avevano lavorato duramente per la maggior parte della loro vita per guadagnare denaro. Non avevano goduto di una bella vita e si erano ritrovati a soffrire un dolore insopportabile per il tormento della malattia. Anche questo mi ha fatto da monito. Se le persone non adorano Dio e non hanno la Sua protezione, potrebbero essere danneggiate da Satana in qualsiasi momento: aggrapparsi a un impiego sicuro non può dare la felicità. Ho iniziato a vacillare: “Voglio davvero continuare a fare questo lavoro?”
Non molto tempo dopo, sono stata eletta predicatrice. I leader mi hanno chiesto se fossi disposta a svolgere quel dovere. Ho pensato che come predicatrice sarei stata ancora più impegnata e avrei avuto a malapena il tempo di andare al lavoro. Avrei dovuto lasciare il mio impiego? Se lo avessi fatto, avrei dovuto vivere una vita dura, ma andare alla distilleria avrebbe ostacolato il lavoro della chiesa. Ho pensato che ero già in debito perché in passato avevo abbandonato il mio dovere a causa dell’impegno del lavoro. Se avessi di nuovo rifiutato il mio dovere, non sarebbe stato troppo ribelle? Combattuta, ho pregato Dio più volte per cercare il modo più appropriato di praticare. Poi ho letto le Sue parole: “Questo è il tempo in cui il Mio Spirito compie una grande opera, e in questo tempo Io avvio la Mia opera fra le nazioni dei Gentili. Inoltre, è il tempo in cui classifico tutti gli esseri creati, per inserirli nelle loro rispettive categorie, in modo che la Mia opera possa procedere più velocemente e più efficacemente. Per cui vi chiedo ancora che offriate tutto il vostro essere per la Mia intera opera e che, inoltre, vediate chiaramente e constatiate tutta l’opera che ho fatto in voi e che mettiate tutta la vostra forza nella Mia opera in modo che possa diventare più efficace. Questo è ciò che devi comprendere. Smettila di lottare con gli altri, di cercare vie d’uscita o di cercare piaceri della carne, tutte cose che ritarderebbero la Mia opera e il tuo meraviglioso futuro. Tutto ciò, invece di proteggerti, ti porterebbe alla distruzione. Non sarebbe sciocco da parte tua? Quello di cui oggi godi avidamente è proprio ciò che rovinerà il tuo futuro, mentre il dolore che soffri oggi è proprio ciò che ti protegge. Devi essere chiaramente consapevole di queste cose, in modo da evitare di cadere preda di tentazioni da cui avrai difficoltà a liberarti e di entrare in una fitta nebbia, incapace di trovare il sole. Quando la fitta nebbia si dissiperà, ti ritroverai nel bel mezzo del giudizio del gran giorno” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “L’opera di diffusione del Vangelo è anche l’opera di salvezza dell’uomo”). Le parole di Dio mi hanno fatto capire che ci troviamo in un momento cruciale per la diffusione del Vangelo del Regno. Se penso solo a mantenere il mio impiego sicuro e a perseguire una vita di prosperità e abbondanza, alla fine cadrò nella carne e sarò divorata da Satana, perdendo la possibilità di essere salvata da Dio. Ho riflettuto su come in passato, pur credendo in Dio e frequentando le riunioni, non mi fossi concentrata sul perseguimento della verità né sull’adempimento delle responsabilità di un essere creato facendo bene il mio dovere. Pensavo solo a perseguire una bella vita di prosperità e abbondanza. Credevo che, avendo quell’impiego sicuro, non avrei dovuto preoccuparmi delle spese di vita quotidiane e avrei avuto una garanzia per la mia vecchiaia. Perciò ho dedicato tutti i miei sforzi e il mio tempo al lavoro, dandomi da fare e sgobbando dall’alba al tramonto, con il terrore di non completare la mia quota di vendite in tempo e di perdere il mio impiego sicuro. Ogni volta che c’era un conflitto tra il lavoro e l’assolvimento del mio dovere, non prestavo alcuna attenzione al lavoro della chiesa. Ho abbandonato le riunioni e il mio dovere e ho dedicato tutto il mio tempo e i miei sforzi a mantenere il mio impiego sicuro. Di conseguenza, ciò non solo non mi ha portato agio e serenità, ma mi ha fatto soffrire il tormento della malattia, sfinendomi nel corpo e nella mente e allontanandomi sempre di più da Dio. Ho pensato alla grazia donatami di Dio della possibilità di formarmi come predicatrice per la crescita della mia vita; eppure io, non sapendo cosa fosse bene per me, avevo rifiutato il mio dovere perché volevo ancora saziarmi dei piaceri della carne. Ero assolutamente priva di coscienza e di ragione! Ho pensato ai miei colleghi non credenti della distilleria. Non avevano ricevuto l’irrigazione e la provvista delle parole di Dio, e lavoravano e faticavano costantemente. Di conseguenza, non solo non erano riusciti a ottenere la vita che volevano, ma alcuni di loro erano addirittura rimasti paralizzati a letto, tormentati dall’agonia delle malattie che affliggevano i loro corpi. Quegli insegnamenti tratti dalle disgrazie passate degli altri erano moniti e promemoria per me! Se avessi continuato a persistere nella mia ostinata ignoranza, tenendo la mano sull’aratro e intanto guardando indietro, avrei perso un’opportunità irripetibile: Dio che salva le persone negli ultimi giorni. Quando fossero giunte le grandi catastrofi, sarei caduta nelle tenebre con i miscredenti, tra pianto e stridore di denti. Durante quel periodo, quando incontravo difficoltà nell’assolvimento del mio dovere, pregavo per cercare la verità, e ho fatto qualche progresso nella vita e sono arrivata a comprendere alcune verità. Erano guadagni che non avevo mai ottenuto prima. A questo pensiero, ho accettato il dovere di predicatrice.
Diventare predicatrice mi ha resa sempre più impegnata. Dopo un po’ di tempo, è arrivata di nuovo l’alta stagione. Gli orari delle riunioni erano spesso in conflitto con il lavoro e diventava sempre più difficile per me chiedere un permesso. Una volta, il direttore mi ha detto scontento: “Se hai intenzione di chiedere permessi ogni singolo giorno, licenziati e basta!” A queste sue parole, mi sono sentita vincolata nel cuore e ho cominciato a vacillare: “Se voglio fare bene il mio dovere, devo licenziarmi. Ma sono ancora un po’ riluttante a perdere questo impiego sicuro. Sono diventata una dipendente fissa di questa azienda statale solo attraverso grandi difficoltà. Se presento le dimissioni ora, la mia famiglia non sarà mai d’accordo a prescindere. Tra un paio d’anni mio figlio dovrà comprare una casa e sposarsi: ci sono molte spese in arrivo! Se davvero mi licenzio, d’ora in poi dovrò vivere nella povertà. Da vecchia, dovrò faticare persino per il mio sostentamento di base”. Mentre vacillavo, ho pregato più volte Dio in ricerca. Ho pensato a ciò che disse il Signore Gesù: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro?” (Matteo 6:26). Ho pensato anche alle parole di Dio: “Dedica i tuoi pensieri al lavoro della chiesa. Metti da parte le prospettive della tua stessa carne, sii determinato riguardo alle questioni familiari, dedicati con tutto te stesso all’opera di Dio, e metti l’opera di Dio al primo posto e la tua stessa vita al secondo. Questo è ciò che fa onore a un santo” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “I dieci decreti amministrativi cui gli eletti di Dio devono obbedire nell’Età del Regno”). Dio ha dato agli uccelli dell’aria i mezzi per sopravvivere. Loro non devono andare da una parte all’altra tutto il giorno solo per esistere: possono sopravvivere senza lavorare duramente tutto l’anno. Poi ho pensato a me: la quantità di denaro che mio figlio spenderà per sposarsi e se dovrò faticare per ottenere cibo e vestiti in vecchiaia rientrano nella sovranità di Dio. A cosa serve pensare così tanto al futuro? Ho ricordato che, quando Mosè condusse gli israeliti fuori dall’Egitto, essi non avevano nulla da mangiare quando arrivarono nel deserto. Dio donò loro la manna e le quaglie perché potessero mangiare a sazietà. Alcuni, temendo di patire la fame in futuro, conservarono di nascosto un po’ di manna per mangiarla in seguito, ma il giorno dopo era marcita. Invece, coloro che obbedivano innocentemente alle parole di Dio e Lo seguivano ovunque Egli li conducesse finirono per essere da Lui condotti nella terra promessa di Canaan. Ora, a me non mancavano i beni di prima necessità: mi sarei dovuta accontentare di avere cibo e vestiti. E invece temevo costantemente di non avere un modo per garantirmi il sostentamento in futuro; avevo troppa poca fede in Dio. Ora Dio è desideroso di salvare le persone e la diffusione del Vangelo è una questione di massima priorità. Non solo dobbiamo portare davanti a Dio un maggior numero di persone che stanno ancora lottando aspramente nelle tenebre, ma inoltre i nuovi arrivati hanno bisogno di essere irrigati tempestivamente, affinché possano mettere radici solide sulla vera via. Dovrei mettere il mio dovere al primo posto e dedicarvi tutto il mio cuore. Solo questo è in linea con l’intenzione di Dio. Per questo motivo ho pregato seriamente Dio in merito alla questione delle mie dimissioni. Ho pensato che, se avessi dato le dimissioni di mia iniziativa, i miei familiari non sarebbero stati d’accordo, si sarebbero opposti con forza e mi avrebbero impedito di fare il mio dovere. Ma si dava il caso che le vertebre lombari mi facessero male, così l’ho usata come ragione per chiedere un congedo per malattia a lungo termine. Dopodiché, non sono più andata al lavoro e ho potuto dedicare tutto il tempo al mio dovere.
In seguito, ho letto le parole di Dio: “In quanto persone normali che perseguono l’amore per Dio, l’accesso al Regno per diventare parte del popolo di Dio è il vostro vero futuro, e una vita di valore e di significato massimi; nessuno è più benedetto di voi. Perché dico questo? Perché coloro che non credono in Dio vivono per la carne e vivono per Satana, ma oggi voi vivete per Dio e vivete per seguire la volontà di Dio. Ecco perché dico che la vostra vita ha il significato massimo. Solo questo gruppo di persone, che sono state selezionate da Dio, sono in grado di vivere una vita dal significato massimo: nessun altro in terra è in grado di vivere una vita di tale valore e significato” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Conoscere la più recente opera di Dio e seguire le Sue orme”). Oggi Dio mi ha donato la grazia di portarmi davanti a Lui. Ho la fortuna di aver ascoltato i discorsi e le parole del Creatore, compreso alcune verità, capito a fondo alcune cose e acquisito un certo discernimento dei danni e delle conseguenze del perseguire il denaro, di essermi lasciata alle spalle i giorni di vuoto e dolore e di affanno per il denaro, e di aver compiuto il dovere di un essere creato e aver intrapreso il giusto cammino nella vita. Tutto questo è la salvezza di Dio per me. Anche se godo di meno piaceri materiali, il mio cuore è a suo agio, limpido e illuminato. Attraverso la predicazione del Vangelo, ho sperimentato che portare più credenti in Dio davanti a Lui perché ottengano la Sua salvezza è la cosa più preziosa e significativa che ci sia.
In seguito, ho posto il mio sostentamento futuro nelle mani di Dio e ho smesso di pianificare e calcolare. Il mio cuore non era più limitato da queste cose e sono riuscita ad acquietarlo e a fare il mio dovere. Durante questo periodo, leggendo le parole di Dio, ho compreso molte verità e ho capito la mia natura satanica, e la mia indole corrotta ha iniziato gradualmente a cambiare. Questo mi ha dato più fede nel seguire Dio. Quello che non mi aspettavo è che nel 2015, quasi dieci anni dopo che avevo lasciato la distilleria, l’azienda ha pagato sussidi ai vecchi dipendenti per un totale di 60.000 yuan. Altri dipendenti avevano speso molti soldi in omaggi e divertimenti e si erano dati molto da fare per ottenere questo, mentre io l’ho ricevuto senza spendere un centesimo. Ciò mi ha fatto vedere ancora più chiaramente che Dio regna sovrano su tutto questo e che non si tratta di qualcosa che le persone possono pianificare. Grazie a Dio!