24. Riflessioni sull’indulgere nelle comodità
Nell’agosto del 2022, ero responsabile del lavoro di irrigazione dei nuovi arrivati nella chiesa. Mi sentivo molto grata a Dio per essere in grado di svolgere un dovere così importante e in segreto avevo deciso che sicuramente l’avrei fatto bene. Poiché non ero mai stata responsabile del lavoro di irrigazione e non afferravo i principi, studiavo con dedizione e mi impegnavo per prendere familiarità con i principi rilevanti. Se i nuovi arrivati avevano degli stati o dei problemi, mi affrettavo a condividere su di essi e a risolverli assieme alla sorella con cui lavoravo. Sebbene ogni giorno fosse impegnativo, in cuor mio sentivo molta energia e risolvevo alcuni problemi. Dopo qualche tempo, ho scoperto che questo lavoro comprendeva molti dettagli. Non solo dovevo risolvere tempestivamente i vari problemi e difficoltà dei nuovi arrivati, ma dovevo anche controllare e seguire il lavoro degli irrigatori e risolvere le loro difficoltà, scoprire persone di talento, coltivare gli irrigatori e così via. Ho iniziato ad avere la sensazione che fare bene questo lavoro fosse semplicemente troppo difficile. Richiedeva grande riflessione e il pagamento di un prezzo elevato. Era così stancante! Pertanto, speravo continuamente di incontrare meno problemi in modo tale che il lavoro potesse essere più rilassato. In seguito, mi sono trovata ancora più sotto pressione poiché il numero dei nuovi arrivati che avevano bisogno di irrigazione continuava ad aumentare. Mi sono detta: “Irrigare bene tutti i nuovi arrivati e prendersi cura di ogni cosa in modo adeguato richiederà molto tempo e impegno. È troppo stancante!” Così, ho cominciato a riunirmi solamente con gli irrigatori. Ho lasciato loro la responsabilità di tutti i nuovi arrivati che avevano una grande quantità di nozioni e non me ne sono preoccupata troppo. Alcune volte, chiedevo informazioni sul lavoro degli irrigatori, ma stavo solamente cercando di sbrigarmela. Dopo qualche tempo, il lavoro di irrigazione ha iniziato costantemente a presentare problemi. Alcuni nuovi arrivati erano negativi e deboli e non partecipavano regolarmente alle riunioni, mentre altri venivano fuorviati dalle dicerie infondate e dalle fallacie dei pastori religiosi. Altri ancora venivano ostacolati e perseguitati dalle loro famiglie e per questo non si riunivano regolarmente e così via. Anche gli irrigatori stavano incontrando delle difficoltà ed erano piuttosto negativi. I leader hanno mandato una lettera chiedendomi di scoprirne subito il motivo e di invertire le deviazioni. Mi hanno anche ricordato che avrei dovuto essere io a irrigare personalmente quei nuovi arrivati che avevano delle nozioni ma possedevano una buona levatura. Dovevo partecipare effettivamente alla risoluzione dei problemi dei nuovi arrivati e aiutarli a mettere radici sulla vera via. Leggendo queste parole dei leader, in cuor mio mi sono sentita turbata. Sentivo che tutto ciò era dovuto al fatto che non svolgevo un lavoro reale. In seguito, mi sono affrettata a condividere sui problemi dei nuovi arrivati e a risolverli, ma i risultati non sono stati molto buoni. Ho iniziato a sentire che questo lavoro era semplicemente troppo difficile e che sarebbe stato bello cambiare il mio dovere con qualcosa di più facile. Una volta, gli irrigatori hanno evidenziato alcuni problemi e difficoltà nel lavoro. Volevo trovare alcuni principi e poi discutere con loro su come risolvere quei problemi, ma poi ho pensato: “Trovare i principi richiede troppo tempo e troppa fatica. La sorella con cui collaboro possiede una buona levatura e sa come condividere bene e risolvere i problemi. Lascerò che sia lei ad andare e risolverli”. Così non ho ricercato i principi che avrei dovuto ricercare e non ho condiviso su ciò su cui avrei dovuto condividere. Mi sono limitata ad aspettare che la mia sorella risolvesse le cose. In seguito, quando accadeva qualcosa, usavo come scusa la mia scarsa levatura e scaricavo tutto il lavoro più problematico e difficile sulla mia collaboratrice, come se tutto ciò fosse perfettamente ragionevole e naturale. Portavo un fardello sempre minore nello svolgere il mio dovere. Ogni giorno svolgevo solo i compiti più agevoli, lavorando in modo meccanico. In quel periodo, in cuor mio sentivo una costante mancanza di pace e tranquillità. Poiché i risultati continuavano a diminuire, spesso i leader seguivano il lavoro per capire cosa stesse succedendo. Mi sentivo oppressa e agitata, come se ci fossero troppi problemi e difficoltà da risolvere. Sentivo di essere troppo sotto pressione e che c’erano troppe cose di cui preoccuparsi. Spesso mi sentivo angosciata e mi lamentavo: “Non è da molto tempo che faccio questo dovere. Perché i leader non mi comprendono? Perché stanno seguendo il lavoro così da vicino?” Speravo davvero che non ci sarebbero più stati altri problemi sul lavoro.
Un giorno, ho preso il COVID. All’improvviso mi è salita la febbre e avevo dolori in tutto il corpo. Non avevo un briciolo di energia. Non riuscivo a mandar giù il cibo né a dormire la notte. In cuor mio, pregavo Dio continuamente: “Caro Dio, questa malattia e questo dolore si sono abbattuti su di me secondo la Tua intenzione. Ma al momento non so ancora quale lezione dovrei imparare. Ti prego di guidarmi a comprendere i miei problemi”. Dopo aver pregato, ho riflettuto sul mio stato e sulla mia condizione nello svolgere il mio dovere durante quel periodo. Ho pensato a come svolgere il mio dovere fosse qualcosa di significativo, allora perché spesso mi sentivo oppressa e angosciata? Come avevo fatto a ridurmi in quella condizione mentre svolgevo il mio dovere? In seguito, ho letto le parole di Dio: “Se gli individui cercano costantemente il benessere e la felicità della carne, se perseguono costantemente la felicità e il benessere della carne e non vogliono soffrire, allora anche patire una minima sofferenza fisica, soffrire un po’ più degli altri o sentirsi un po’ più sovraccarichi di lavoro del solito li farebbe sentire oppressi. Questa è una delle cause dell’oppressione. Se gli uomini non considerano una piccola sofferenza fisica come un grave problema e non cercano il benessere fisico, perseguendo invece la verità e cercando di adempiere bene ai loro doveri per soddisfare Dio, spesso non avvertono la sofferenza fisica. Anche se a volte si sentono un po’ occupati, stanchi o esausti, dopo essere andati a dormire si svegliano ristorati e riprendono a lavorare. Si concentrano allora sui loro doveri e sul loro lavoro; non considerano un po’ di stanchezza fisica come un grande problema. Al contrario, quando nei pensieri delle persone emergono dei problemi ed esse perseguono costantemente il benessere fisico, ogni volta che il loro corpo subisce una minima offesa o non trova appagamento, emergono in loro determinate emozioni negative. Dunque, perché individui di questo tipo, che vogliono sempre fare a modo loro, assecondare la propria carne e godersi la vita, si trovano spesso intrappolati in questa emozione negativa dell’oppressione ogni volta che non trovano soddisfazione? (Perché perseguono le comodità e il benessere fisico.) Questo è vero per alcune persone” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (5)”). Dopo aver riflettuto sulle parole di Dio, ho capito che il motivo per cui avevo vissuto nell’oppressione e nell’angoscia non era il fatto che questo lavoro fosse difficile. Il motivo principale era che avevo un problema con i miei pensieri e punti di vista. Ciò che stavo perseguendo non era ottenere la verità e nemmeno adempiere il dovere di un essere creato. Al contrario, stavo perseguendo le comodità fisiche. Pensavo solamente a come avrei potuto preoccuparmi meno e rendermi le cose più facili. Quando il carico di lavoro era pesante e dovevo prestare più attenzione, sopportare maggiori avversità e pagare un prezzo maggiore, brontolavo e mi sentivo oppositiva. Quando avevo incontrato molti problemi e difficoltà nel lavoro, li avevo considerati troppo fastidiosi e mi ero lamentata di quanto le cose fossero difficili per me, oppure li avevo scaricati su altri fratelli e sorelle affinché li gestissero e li risolvessero. Avevo addirittura desiderato cambiare il mio dovere con qualcosa di più facile così da sfuggire a questo ambiente. Ero perfettamenmte consapevole del fatto che, quando i leader seguono il lavoro, stanno adempiendo le proprie responsabilità, ma quando avevano iniziato a starmi col fiato sul collo, andando a toccare gli interessi della mia carne, avevo creduto che mi stessero trattando male e sovraccaricando di lavoro, e avevo brontolato e mi ero lamentata per vari motivi. La realtà era che mi ero lamentanta perché l’ambiente disposto da Dio non era buono. Questo voleva dire essere insoddisfatti di Dio e sentirsi oppositivi nei Suoi confronti. Questo voleva dire opporsi a Lui! Ero stata davvero troppo ribelle ed ero completamente priva di un cuore che teme Dio.
In seguito, ho continuato a ricercare la verità e a riflettere su me stessa. Ho letto le parole di Dio: “Le persone si lamentano di continuo delle difficoltà mentre svolgono il loro dovere, non vogliono minimamente impegnarsi e, non appena hanno un po’ di tempo libero, si riposano, chiacchierano e si concedono piaceri e svaghi. E quando il lavoro riprende, rompendo il ritmo e la routine della loro vita, ne sono infelici e scontente. Brontolano e si lamentano, e diventano superficiali nell’assolvimento del loro dovere. Questo è bramare le comodità della carne, vero? […] Per quanto impegno sia richiesto nel lavoro della chiesa o nei loro doveri, non permettono mai che la routine e la condizione normale della loro vita vengano intralciate. Non trascurano mai i piccoli dettagli della vita della carne e li controllano perfettamente, con severità e serietà estreme. Quando invece si occupano del lavoro della casa di Dio, per quanto importante sia la questione e anche se potrebbe coinvolgere la sicurezza dei fratelli e delle sorelle, la gestiscono con negligenza. Non si preoccupano nemmeno delle cose che riguardano l’incarico ricevuto da Dio o il dovere che devono svolgere. Non si assumono alcuna responsabilità. Questo è indulgere nelle comodità della carne, non è vero? Le persone che indulgono nelle comodità della carne sono adatte a svolgere un dovere? Non appena qualcuno menziona l’assolvimento del dovere o parla di pagare un prezzo e di sopportare le avversità, costoro non fanno che scuotere la testa. Manifestano infiniti problemi, sono pieni di lamentele e colmi di negatività. Queste persone sono inutili, non hanno i requisiti per assolvere il loro dovere e dovrebbero essere eliminate” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (2)”). Dopo aver letto le parole di Dio, finalmente ho capito che questo problema di indulgere nelle comodità ed essere irresponsabile nello svolgere il proprio dovere è di natura estremamente grave. Coloro che indulgono nelle comodità svolgono il proprio dovere in modo subdolo e viscido, scegliendo le cose facili e temendo quelle difficili, e non vogliono sopportare le avversità o pagare un prezzo. Ogni volta che incontrano delle difficoltà, scappano e cercano vari pretesti e scuse per scaricare sugli altri lavori che comportano grandi difficoltà o numerosi problemi. Persone di questo tipo sono inaffidabili e inadatte a portare avanti il lavoro. Io ero stata esattamente quel tipo di persona. Sapevo benissimo di essere responsabile del lavoro di irrigazione e di dover irrigare i nuovi arrivati e risolvere tempestivamente le loro nozioni e i loro problemi affinché potessero mettere al più presto le radici sulla vera via. Questa era la principale missione del mio dovere, nonché la responsabilità cui avrei dovuto adempiere. Tuttavia, mi ero lamentata del fatto che i nuovi arrivati avessero molti problemi e che risolverli fosse troppo seccante e faticoso. Così avevo trovato delle scuse per scaricare sugli irrigatori i nuovi arrivati che avevano nozioni e difficoltà e per evitarmi qualsiasi preoccupazione, proprio come un manager che non si interessa del lavoro. Questo aveva fatto sì che i problemi dei nuovi arrivati non potessero essere risolti tempestivamente, ostacolando i progressi del lavoro di irrigazione. Quando gli irrigatori avevano incontrato difficoltà e problemi nel proprio lavoro, ero spudoratamente preoccupata della carne e non ero stata disposta a risolverli. Tuttavia, ero stata estremamente astuta, inventandomi una scusa dicendo che avevo una levatura scarsa, così da poter essere legittimata a scaricare tutte le difficoltà e i problemi sulla mia sorella collaboratrice. Poiché mi ero preoccupata della carne, mi ero lasciata andare alle comodità e non avevo svolto un lavoro reale, i risultati del lavoro di irrigazione non erano stati buoni. Nonostante ciò, non avevo riflettuto su me stessa e quando i leader avevano seguito il lavoro e avevano scoperto cosa stava succedendo, mi ero persino sentita oppositiva e avevo provato risentimento verso di loro. Ero stata troppo insensibile alla ragione! Con questo tipo di stato e di comportamento, come potevo essere degna del ruolo di supervisore? Non avevo svolto il mio dovere: avevo commesso il male! In cuor mio, mi sentivo turbata e rammaricata, e credevo che l’aver contratto questa malattia fosse stato permesso da Dio. Ho pregato Dio affinché potesse guidarmi a continuare a riflettere sui miei problemi e a conoscerli.
Poco tempo dopo, ero a una riunione e mi sono aperta di fronte a tutti per parlare del mio stato. Il leader mi ha letto un passo delle parole di Dio che mi ha dato una qualche comprensione della mia indole corrotta. Dio Onnipotente dice: “I falsi leader non svolgono un lavoro reale, ma sanno come agire da funzionari. Qual è la prima cosa che fanno, una volta diventati leader? È riscuotere il favore delle persone. Si comportano secondo l’approccio ‘i nuovi funzionari non vedono l’ora di farsi notare’: per prima cosa compiono alcune azioni per ingraziarsi le persone e gestiscono alcune cose che migliorino quotidianamente il benessere di ciascuno. Prima di tutto cercano di fare buona impressione su di loro, di mostrare a tutti che sono in sintonia con la massa, in modo che tutti li lodino e dicano: ‘Questo leader si comporta nei nostri confronti come un genitore!’ Poi assumono ufficialmente il comando. Sentono che ora hanno il sostegno popolare e che la loro posizione è sicura; quindi iniziano a godere dei vantaggi del prestigio, come se fossero loro dovuti. I loro motti sono: ‘La vita è tutta incentrata sul mangiare e vestirsi bene’, ‘La vita è breve, quindi goditela finché puoi’ e ‘Oggi bevi il vino di oggi; di domani, preoccupatene domani’. Godono di ogni giorno così come viene, si divertono mentre possono e non pensano al futuro, né tanto meno hanno considerazione delle responsabilità che un leader dovrebbe assumersi e dei doveri che dovrebbe svolgere. Predicano alcune parole e dottrine e svolgono alcuni compiti per amore di apparenza come una questione di routine per salvare le apparenze, ma non svolgono alcun lavoro reale. Non stanno portando alla luce i problemi reali della chiesa per risolverli definitivamente, quindi che senso ha che svolgano compiti così superficiali? Non è forse ingannevole? Si possono affidare compiti così importanti a dei falsi leader di questo tipo? Sono in linea con i principi e le condizioni della casa di Dio per la selezione di leader e lavoratori? (No.) Queste persone non hanno alcuna coscienza né ragione, sono prive di qualsiasi senso di responsabilità, eppure desiderano lo stesso assumere una posizione ufficiale, essere un leader nella chiesa: perché sono così spudorate? Alcune persone che hanno senso di responsabilità, se possiedono scarsa levatura, non possono essere leader, per non parlare di persone inutili che non hanno alcun senso di responsabilità; costoro sono ancora meno qualificati per il ruolo di leader. Quanto sono pigri questi falsi leader golosi e indolenti? Anche se rilevano un problema e sono consapevoli che si tratta di un problema, non lo prendono sul serio e lo ignorano. Costoro sono così irresponsabili! Per quanto siano buoni parlatori e sembrino avere un po’ di levatura, non sanno risolvere vari problemi nel lavoro della chiesa, portando così il lavoro a rallentare fino a fermarsi; i problemi continuano ad accumularsi, ma questi leader non se ne preoccupano e insistono nello svolgere alcuni compiti superficiali come se fosse una questione di routine. E qual è il risultato finale? Non gettano forse il lavoro della chiesa nello scompiglio, nel caos? Non creano forse disordine e mancanza di unità all’interno della chiesa? Questo è l’esito inevitabile” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (8)”). Mi sono sentita come se Dio fosse faccia a faccia con me mentre mi smascherava. Ero quel tipo di persona pigra che Lui aveva smascherato. Per il piacere di indulgere nelle comodità, non avevo risolto i problemi che avevo notato e non avevo fatto alcun lavoro reale. Ripensando a quel periodo, sapevo tutto delle nozioni e dei problemi dei nuovi arrivati e potevo vedere le difficoltà e gli stati degli irrigatori. Tuttavia, non avevo pensato a come ricercare la verità per risolvere al più presto quei problemi. Avevo solo cercato di risparmiarmi la fatica seguendo solamente le procedure e cercando di sbrigarmela, condividendo solo brevemente. Avevo sentenziato qualche dottrina per ingannare gli altri e avevo lasciato tutto com’era. Alcune volte, avevo persino scaricato i problemi sulla mia collaboratrice o sugli irrigatori affinché fossero loro a risolverli. Mi ero limitata a scegliere i compiti più facili e a scartare quelli più faticosi, preoccupandomi della carne in ogni situazione. Sapevo bene che irrigare i nuovi arrivati era molto importante, poiché influenzava la loro capacità di rimanere saldi sulla vera via. Tuttavia, non avevo voluto pagare un prezzo e non avevo risolto i problemi che avevo individuato. Avevo anche sfuggito i problemi e mi ero sottratta alle mie responsabilità e, sebbene potessi vedere chiaramente che il lavoro stava subendo delle perdite, non me ne ero interessata affatto. Ero stata davvero priva di coscienza e troppo irresponsabile! Nonostante ciò, non avevo riflettuto su me stessa e avevo creduto che, essendo stata responsabile di questo lavoro solo da poco tempo, i leader avrebbero dovuto comprendere le mie difficoltà e non pretendere troppo da me. Ero stata davvero completamente priva di ragione! Vivevo affidandomi a filosofie sataniche come “Oggi bevi il vino di oggi; di domani, preoccupatene domani” e “Vivere la vita col pilota automatico”. Quando svolgevo il mio dovere, non mi occupavo del lavoro in modo corretto. Facevo solo cose irrilevanti e poco importanti e cercavo di cavarmela alla meno peggio. In apparenza, sembrava che ogni giorno fossi impegnata, ma nei fatti non svolgevo alcun lavoro reale e non adempivo quelle che erano le mie responsabilità. Che differenza c’era tra il mio comportamento e quello di una persona spregevole o di un perdigiorno che non si occupa del proprio lavoro? In passato, guardavo le persone di questo tipo dall’alto in basso e non avrei mai pensato di appartenere alla loro stessa categoria. Ero disgustata da me stessa! Una persona come me, che mancava di integrità ed era completamente inaffidabile, non era affatto degna di svolgere i doveri. Stavo percorrendo il cammino dei falsi leader e dei falsi lavoratori. Adesso che ero stata colpita dalla malattia, sebbene lo volessi, non avevo più energie per svolgere i miei doveri. Ero estremamente pentita di aver perso tempo quando la mia salute era buona. Se questa malattia non poteva essere curata e fossi morta, in questa vita mi sarei lasciata alle spalle un eterno rimpianto. Più ci pensavo, più ero scioccata. Avevo continuamente la sensazione di essere stata abbandonata da Dio e ho capito che, se avessi continuato a non perseguire la verità o a non fare bene il mio dovere, sarei davvero stata eliminata.
Un giorno, durante le devozioni spirituali, ho letto altre delle Sue parole: “Ci sono persone che non sono affatto disposte a soffrire nei loro doveri, che non fanno che lamentarsi ogni volta che affrontano un problema e si rifiutano di pagare un prezzo. Che tipo di atteggiamento è questo? Un atteggiamento superficiale. Se svolgi il tuo dovere in modo superficiale, e lo approcci con un atteggiamento irriverente, quale sarà il risultato? Svolgerai il tuo dovere in maniera scadente, anche se saresti in grado di svolgerlo bene – non avrai fatto le cose come si deve, e Dio sarà molto insoddisfatto dell’atteggiamento che hai nei confronti del dovere. Se avessi saputo pregare Dio, ricercare la verità e metterci tutto il tuo cuore e la tua mente, se fossi stato capace di collaborare in questo modo, allora Dio avrebbe preparato per te tutto in anticipo, così che, quando ti fossi occupato delle faccende, ogni cosa sarebbe andata al suo posto, e avresti ottenuto dei buoni risultati. Non ti sarebbe servito impiegare una gran quantità di energia; quando ti fossi impegnato al massimo nel collaborare, Dio avrebbe già disposto tutto per te. Se sei viscido e batti la fiacca, se non ti occupi del tuo dovere in modo appropriato, e vai sempre fuori strada, allora Dio non compirà la Sua opera su di te; perderai l’occasione, e Dio dirà: ‘Non vai bene; non posso servirMi di te. Fatti da parte. Ti piace essere scaltro e battere la fiacca, vero? Ti piace essere pigro, prendertela comoda, non è così? Bene, allora prenditela comoda per l’eternità!’ Dio offrirà questa grazia e questa occasione a qualcun altro. Che dite: è una perdita o un guadagno? (Una perdita.) È una perdita enorme!” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). “Il modo in cui tratti gli incarichi affidati da Dio è davvero importante, è una questione molto seria! Se non sei in grado di portare a termine ciò che Dio affida alle persone, allora non sei degno di vivere alla Sua presenza e meriti di essere punito. È perfettamente naturale e giustificato che gli uomini dovrebbero portare a termine qualsivoglia incarico Dio affidi loro. Questa è la loro responsabilità più elevata, non meno importante della loro stessa vita. Se non prendi sul serio gli incarichi affidati da Dio, allora Lo tradisci nel modo più grave. Facendo ciò, sei più deprecabile di Giuda e meriti di essere maledetto” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come conoscere la natura umana”). Grazie alle parole di Dio, ho sentito la Sua giustizia e la Sua indole che non tollera offesa. Ho compreso che il nostro dovere è un incarico da parte di Dio e una responsabilità che abbiamo l’obbligo morale di non rifiutare. Trattare il dovere in modo irriverente e irresponsabile vuol dire tradire Dio. È una grave trasgressione. Una persona di questo tipo dovrebbe essere maledetta. Coloro che non tengono conto degli interessi personali della carne e trattano il proprio dovere in modo serio e responsabile possono ottenere l’opera e la guida di Dio. Attraverso il processo di svolgere il proprio dovere, gradualmente comprendono e ottengono la verità e arrivano a fare le cose con principio. Tuttavia, io non amavo la verità. Mi piacevano solo le comodità. Non facevo cose che erano chiaramente parte delle mie responsabilità di base e anche se di tanto in tanto facevo qualcosa, cercavo solamente di sbrigarmela in maniera superficiale. Mi limitavo a fare un po’ di lavoro per mettermi in mostra, ingannare Dio e prendermi gioco dei miei fratelli e sorelle. Ero davvero troppo propensa all’inganno! Dio sottopone a scrutinio le persone nel profondo del loro cuore. Egli sottopone a scrutinio ogni mia azione, ogni mio pensiero e ogni mia idea. Una persona come me, che indulge nelle comodità ed è egoista e propensa all’inganno, è completamente inaffidabile ed è detestata e odiata da Dio. Tuttavia, io continuavo a non riflettere su me stessa. I leader mi avevano avvisata, ma io continuavo a mostrare considerazione per la carne, risultando così incapace di ottenere l’opera dello Spirito Santo nei miei doveri e non riuscendo a capire a fondo i problemi. Questo aveva anche fatto sì che le difficoltà dei nuovi arrivati non potessero essere risolte in modo tempestivo. Avevo commesso delle trasgressioni nei miei doveri. Il fatto che ora fossi stata colpita da questa malattia era il castigo di Dio che si abbatteva su di me. Era anche una rivelazione dell’indole giusta di Dio nei miei confronti. Se avessi continuato a non pentirmi, allora, anche se la chiesa non mi avesse epurata, Egli avrebbe sottoposto ogni cosa a scrutinio e lo Spirito Santo non avrebbe operato su di me. Prima o poi sarei stata eliminata. Come dice la Bibbia: “La prosperità degli stolti li fa perire” (Proverbi 1:32). Anche Dio Onnipotente dice: “Quello di cui oggi godi avidamente è proprio ciò che rovinerà il tuo futuro” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “L’opera di diffusione del Vangelo è anche l’opera di salvezza dell’uomo”). Una volta compreso ciò, ero piena di rimpianti e ho profondamente odiato me stessa. Ho pregato Dio: “Caro Dio, sono troppo egoista e propensa all’inganno. Nello svolgere i miei doveri, sono superficiale e mostro considerazione per la carne. Questo ha condizionato il lavoro della chiesa. Caro Dio, sono disposta a pentirmi. Possa Tu guidarmi a ribaltare questo stato”.
In seguito, ho letto le Sue parole: “In cosa risiede il valore della vita di un individuo? Solo nel mero abbandonarsi ai piaceri della carne, come mangiare, bere e divertirsi? (No.) E in cosa risiede allora? Condividete pure i vostri pensieri. (Adempiere al dovere di un essere creato: è questo il minimo che una persona dovrebbe realizzare nella sua vita.) Corretto. […] Da un certo punto di vista, si tratta di compiere bene il dovere di un essere creato. Da un altro, si tratta di fare al meglio tutto ciò che è nelle tue possibilità e capacità, raggiungendo almeno un punto in cui non hai rimorsi di coscienza, in cui puoi essere in pace con la tua coscienza e risultare accettabile agli occhi degli altri. Facendo un ulteriore passo avanti, per tutta la tua vita, indipendentemente dalla famiglia in cui sei nato, dal tipo di istruzione che hai ricevuto o dalla tua levatura, devi possedere una certa comprensione dei principi che le persone dovrebbero capire nella vita. Per esempio, che tipo di cammino si dovrebbe percorrere, in che modo si dovrebbe vivere e come si vive una vita significativa; dovresti come minimo esplorare un po’ il vero valore della vita. Questa vita non può essere vissuta invano, né si può venire su questa terra invano. Inoltre, durante la tua vita, devi compiere la tua missione; questa è la cosa più importante. Non parleremo di portare a termine una missione, un dovere o una responsabilità grandiosi, ma dovresti almeno realizzare qualcosa. Per esempio, all’interno della chiesa alcuni mettono tutto il loro impegno nel lavoro di diffusione del Vangelo, dedicandovi un’intera vita di energie, pagando un prezzo elevato e conquistando molte persone. Per questo motivo, sentono che la loro vita non è stata vissuta invano, ritengono di avere un valore e si sentono confortati. Quando affrontano la malattia o la morte, quando tirano le somme della loro vita e ripensano a tutto ciò che hanno fatto e al cammino che hanno percorso, provano conforto nel cuore. Non sperimentano alcun senso di colpa o rimpianto. Alcuni non risparmiano sforzi nell’adempiere al ruolo di leader della chiesa o di responsabili di un certo aspetto del lavoro. Mettono a frutto il loro massimo potenziale, dando tutta la loro forza, spendendo tutta la loro energia e pagando il prezzo per il lavoro che svolgono. Fornendo irrigazione, adempiendo al ruolo di leader e dando aiuto e sostegno, aiutano molte persone in preda a debolezze e negatività ad acquisire forza e a rimanere salde, a non tirarsi indietro, e a tornare invece alla presenza di Dio e persino a renderGli finalmente testimonianza. Inoltre, durante il periodo in cui svolgono il ruolo di leader, portano a termine molti compiti significativi, espellendo non pochi malevoli, proteggendo molti prescelti di Dio e recuperando alcune perdite significative. Conseguono tutti questi risultati durante il periodo in cui ricoprono il ruolo di leader. Guardando indietro al cammino percorso, ricordando il lavoro svolto e il prezzo pagato nel corso degli anni, non provano alcun rimpianto o senso di colpa. Non sentono alcun rimorso per aver fatto queste cose, credono di aver vissuto una vita di valore e hanno serenità e conforto nel cuore. Che cosa meravigliosa! Non è forse questo il frutto che hanno guadagnato? (Sì.) Questo senso di fermezza e di benessere e quest’assenza di rimpianti sono il risultato e il raccolto dell’aver perseguito le cose positive e la verità. Non poniamo alle persone standard elevati. Consideriamo una situazione in cui un individuo si trova di fronte a un compito che dovrebbe svolgere o che è intenzionato a eseguire nella sua vita. Dopo aver trovato il suo posto, egli rimane saldamente nella sua posizione, la mantiene, si spende molto mettendoci tutto il suo sangue e la sua energia, e realizza e porta a termine il lavoro che gli spetta compiere. Quando alla fine si presenta davanti a Dio per rendere conto, si sente relativamente soddisfatto, senza alcun senso di colpa o rimpianto nel cuore. Si sente confortato e sente di aver guadagnato qualcosa, di aver vissuto una vita di valore” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (6)”). Grazie alle Sue parole, ho compreso che Dio aveva stabilito che io dovessi vivere negli ultimi giorni, accettare la Sua opera e svolgere dei doveri nella chiesa. Egli non voleva che mostrassi considerazione per la carne, indulgessi nelle comodità e sprecassi la mia vita facendomi vedere impegnata senza ottenere nulla. La Sua intenzione per me era che percorressi il giusto cammino di vita, che ricercassi di più la verità nello svolgere il mio dovere e che risolvessi i problemi e le difficoltà dei miei fratelli e sorelle in conformità con le Sue parole, affinché potessi fare le cose secondo i principi e svolgere il mio dovere in un modo che fosse all’altezza degli standard. Solo una vita vissuta così ha valore. Ho pensato a come avessi svolto il mio dovere in modo subdolo e viscido. Sebbene la carne fosse a proprio agio, le profondità del mio cuore erano angosciate e nell’oscurità, e semplicemente non avevo alcuna pace o felicità. Per godere di comodità e di un divertimento passeggeri, non solo avevo ostacolato il mio accesso alla vita, ma mi ero lasciata alle spalle così tanti rimpianti nel mio dovere. Ero stata davvero troppo ostinata e idiota! Ho pregato Dio e ho deciso che, pur non avendo recuperato appieno dalla malattia, ero disposta a cambiare il mio stato sbagliato e a ribellarmi alla carne per risolvere alla svelta le nozioni e gli stati dei nuovi arrivati, per fare bene il mio lavoro e adempiere le mie responsabilità e i miei doveri.
In seguito, avrei ricercato la verità con la mia collaboratrice per risolvere i problemi che si presentavano sul lavoro. Avrei anche guidato costantemente gli irrigatori a ricercare insieme i principi e periodicamente avrei riassunto le deviazioni e i problemi nel lavoro e cercato un cammino per risolverli. Un giorno, sorella Zhen Xin ha detto che uno dei nuovi arrivati che lei stava irrigando aveva sollevato diversi problemi. Non sapeva come risolverli e voleva che condividessi su di essi. C’erano alcuni problemi sui quali non sapevo come condividere o che non sapevo risolvere all’istante. Ho iniziato a pensare: “Ci vorrà molta riflessione e ricerca per trovare una risposta chiara a questi problemi. La cosa richiederà molto tempo. Che seccatura! Potrei lasciar correre e fare in modo che a occuparsene sia la mia collaboratrice”. A questo pensiero, mi sono resa conto che ancora una volta stavo mostrando considerazione per la carne. Mi sono affrettata a pregare Dio: “Caro Dio, ho capito che ancora una volta sto bramando le comodità e ho la tentazione di essere subdola e viscida. Sono disposta a ribellarmi alla carne e a dedicare tutte le mie forze a risolvere questi problemi. Ti prego di guidarmi!” In seguito, ho letto le Sue parole: “Quando qualcuno ama davvero la verità riesce ad avere un cuore con un tremendo desiderio verso Dio, un cuore sincero e lo stimolo a praticare la verità e a sottomettersi a Dio. Possedendo una vera forza è in grado di pagare il prezzo, di dedicare la sua energia e il suo tempo, di abbandonare i suoi vantaggi personali, e di lasciar andare tutti i legami della carne, sgomberando la via per fare spazio alla pratica delle parole di Dio, alla pratica della verità e all’ingresso nella realtà della parola di Dio. Se, al fine di entrare nella realtà della parola di Dio, riesci a lasciar andare le tue nozioni, a lasciar andare gli interessi della tua stessa carne, la tua reputazione, il tuo prestigio, la tua fama e i piaceri della carne, se riesci a lasciar andare tutte queste cose, allora entrerai sempre più nella verità realtà. Qualunque difficoltà o guaio tu abbia, non si tratterà più di problemi (sarà facile risolverli), ed entrerai facilmente nella realtà delle parole di Dio. Per entrare nella verità realtà, un cuore sincero e un cuore con un tremendo desiderio verso Dio sono le due condizioni indispensabili. Se hai solo un cuore sincero ma sei sempre codardo, se ti manca un tremendo desiderio verso Dio e ti tiri indietro quando ti imbatti nelle difficoltà, non è abbastanza. Se hai solo un tremendo desiderio verso Dio nel cuore, sei un po’ impulsivo e hai solo questo anelito ma ti manca un cuore sincero quando ti accade qualcosa, ti tiri indietro e scegli i tuoi interessi, anche questo non è abbastanza. Ti servono sia un cuore sincero, sia un cuore con un tremendo desiderio verso Dio. Il livello di sincerità del tuo cuore e la forza del tuo tremendo desiderio verso Dio determinano la potenza del tuo stimolo a mettere in pratica la verità. Se non hai un cuore sincero e il tuo cuore non ha un tremendo desiderio verso Dio, non sarai in grado di comprendere le Sue parole e non avrai lo stimolo a mettere in pratica la verità. In questa condizione, non potrai entrare nella verità realtà e sarà difficile per te ottenere la salvezza” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Fare tesoro delle parole di Dio è il fondamento della fede in Dio”). Le parole di Dio sono state di grande ispirazione. Nello svolgere il mio dovere, scappavo costantemente dalle difficoltà e indietreggiavo di fronte alle cose impegnative. La questione principale era che non trattavo il mio dovere con un cuore sincero e che non ero disposta a soffrire o a pagare un prezzo al fine di praticare la verità. A questo pensiero, mi sono resa conto che, quando non riuscivo a risolvere i problemi dei nuovi arrivati, questo voleva dire che non comprendevo quell’aspetto della verità. In quel momento, avrei dovuto ricercare la verità e munirmi di essa. Questo tipo di ambiente poteva spingermi ad avvicinarmi a Dio e ad affidarmi a Lui e, a maggior ragione, era un’occasione per acquisire la verità. Avrei dovuto apprezzare queste opportunità, ribellarmi alla mia carne e affidarmi a Dio per cercare la verità e risolvere quei problemi, pagando il prezzo che dovevo pagare. Solo in questo modo avrei potuto ottenere l’illuminazione e la guida di Dio e arrivare gradualmente a comprendere e acquisire la verità. Se indulgevo costantemente nelle comodità, scappavo dalle difficoltà e indietreggiavo quando le cose si facevano difficili, non avrei mai potuto accedere alla verità realtà e non avrei avuto alcun modo per ottenere la verità. Alla fine, sarei stata io a essere danneggiata. Una volta compreso ciò, ho pregato Dio e ho cercato alcune Sue parole relative ai problemi dei nuovi arrivati. In seguito, io e Zhen Xin abbiamo tenuto una riunione affinché essi si nutrissero delle parole di Dio. Attraverso la condivisione, abbiamo risolto i loro problemi. Dopo aver compreso la verità, i nuovi arrivati possedevano un cammino di pratica e avevano risolto le loro difficoltà e i loro problemi. Ho ringraziato Dio dal profondo del cuore! Ricercando davvero la verità per risolvere i problemi, sono anche riuscita a capire a fondo alcune questioni e ho compreso delle verità che in precedenza non avevo capito. Svolgendo il mio dovere in questo modo, il mio cuore si è sentito tranquillo e in pace.
Dopo questa esperienza, ho visto che tutte le varie difficoltà e problemi che incontravo nello svolgere il mio dovere erano stati permessi da Dio e che Egli mi stava intenzionalmente rendendo le cose difficili. La Sua intenzione era usare queste difficoltà e problemi per spingermi a ricercare le verità principi e per usare queste varie difficoltà per rivelare la mia corruzione e le mie mancanze, affinché ricercassi la verità per eliminare la mia indole corrotta. Altrimenti, avrei sempre vissuto affidandomi a essa, indulgendo nelle comodità e svolgendo il mio dovere in modo subdolo e viscido. Questo non solo avrebbe ritardato il lavoro della chiesa, ma alla fine mi avrebbe portata alla rovina. È stato grazie alle parole di Dio che una persona sciocca e ostinata come me si è risvegliata. Sia reso grazie a Dio per la Sua salvezza!