36. Assolvere bene il dovere è la missione affidata da Dio
La mia famiglia non era particolarmente benestante. Quando ero molto piccola, mio padre lavorava lontano da casa per guadagnare i soldi necessari a mandare me e mio fratello minore a scuola. Viveva in modo frugale e non si riposava nemmeno quando era malato. Alla mia età giovane e ingenua, sentivo che mio padre soffriva molto per crescerci, così ho deciso che, da grande, gli sarei stata devota. Anche se ero giovane, aiutavo i miei genitori con le faccende domestiche il più possibile e facevo il bucato, cucinavo e mi prendevo cura di mio fratello; i nostri vicini mi lodavano e dicevano: “Che ragazza ragionevole e laboriosa!” Quando sono cresciuta, tenevo per me solo qualche spicciolo ogni mese, davo il resto dello stipendio ai miei genitori e spesso compravo loro anche vestiti, cibo e altri beni di prima necessità. A volte mio padre indossava i vestiti nuovi che gli avevo comprato e raccontava felicemente ai parenti e ai vicini: “Guardate cosa mi ha comprato mia figlia!” Vedere i miei genitori così contenti rendeva felice anche me.
Nel 2009 ho trovato Dio e alla fine ho assunto un dovere nella chiesa. A quel tempo, il luogo in cui svolgevo il mio dovere era vicino a casa, quindi potevo andare a trovarli spesso. Nel 2013, la polizia del Partito Comunista Cinese è venuta a conoscenza della mia fede e si è recata da me per arrestarmi, dopodiché non sono più potuta tornare a casa. Nel novembre del 2017, ho saputo che mio padre aveva avuto un incidente d’auto e si era fratturato il polso. Dopo aver sentito questo, non potevo semplicemente stare ferma e volevo tornare a casa a trovarlo. Avevo anche appreso che il conducente che lo aveva colpito aveva rifiutato di assumersi la responsabilità, e che si sarebbero dovuti rivolgere al tribunale. Ero molto preoccupata e pensavo: “Mio fratello non è a casa e mia madre deve prendersi cura di mio padre e deve gestire tutte queste cose. Ce la farà? Se fossi a casa, potrei aiutarla a occuparsi di mio padre, ma nonostante si sia verificato un grave incidente, non posso condividere il loro fardello”. Sentivo un grande senso di debito nei loro confronti e volevo davvero tornare a casa per prendermi cura di mio padre, ma avevo paura di essere arrestata, quindi non osavo tornare senza pensare alle conseguenze. Tuttavia, ho riflettuto: “Se non vado a trovare mio padre in ospedale, i parenti e gli amici non mi rimprovereranno forse per la mia mancanza di umanità e coscienza?” Ero molto turbata e tutto ciò che volevo era tornare a casa. Quindi, ho fatto gli straordinari per finire i miei compiti, e il 29 del dodicesimo mese lunare, ho corso il rischio e sono tornata a casa.
Quando sono arrivata, mio padre era già stato dimesso dall’ospedale e, quando ho visto che si stava riprendendo bene, mi sono finalmente rilassata. Mio padre era molto felice di vedermi ma, poco dopo, il suo viso si è incupito per la preoccupazione poiché, solo qualche ora prima, la polizia lo aveva chiamato e gli aveva chiesto di tornare nella nostra città natale per interrogarlo sulla mia fede. Di fronte alle molestie della polizia, la nostra famiglia si sentiva davvero oppressa e impotente. Quando mio padre se n’è andato, mia madre mi ha detto che la stazione di polizia aveva chiamato a casa diverse volte in un anno per chiedere dove mi trovassi, e che spesso i poliziotti andavano a casa dei miei nonni e li tormentavano. Mi ha anche raccontato che ogni Capodanno e durante le festività, la polizia chiedeva se sarei tornata a casa. Quando mia madre mi ha detto queste cose mi sono arrabbiata moltissimo. Non mi aspettavo che la polizia mi avesse cercata per tutti questi anni, da quando avevo lasciato casa, né che avrebbe addirittura molestato i miei genitori a Capodanno. Tuttavia, allo stesso tempo avevo paura che la polizia venisse ad arrestarmi a casa e, nei due giorni che ho trascorso lì, sono stata costantemente in agitazione. Volevo aspettare che mio padre tornasse per poterlo rivedere, ma il terzo giorno non era ancora tornato. Mi sentivo molto inquieta e pensavo che più a lungo restavo a casa, più grande sarebbe diventato il pericolo, così me ne sono andata di corsa. Una volta tornata nel luogo in cui svolgevo il mio dovere, ho continuato a pensare a quello che era successo a casa e non sono riuscita a calmarmi. Ho pensato: “I figli degli altri tornano a casa a trovare i loro genitori durante il Capodanno, portano dei prodotti nutrienti, chiacchierano con loro di questioni familiari e parlano a cuore aperto, invece io riesco a malapena ad andare a trovarli a casa e non posso passare molto tempo con loro. Oltretutto, la polizia continua a molestarli per colpa mia. Al suo ritorno, non saprò nemmeno come sarà stato trattato mio padre”. Provavo molta tristezza. Sebbene stessi facendo il mio dovere, ogni volta che pensavo ai miei genitori, mi sentivo turbata.
In seguito, ho letto un brano delle parole di Dio e il mio stato è un po’ migliorato. Dio Onnipotente dice: “Alcuni genitori hanno la fortuna e il destino di poter godere della felicità domestica e di una famiglia numerosa e prospera. Questa è la sovranità di Dio e una benedizione che Egli concede loro. Altri genitori non hanno questo destino; Dio non lo ha disposto per loro. Non hanno la benedizione di godere di una famiglia felice o della presenza dei figli al loro fianco. Questa è l’orchestrazione di Dio e non può essere forzata. A prescindere da tutto, in definitiva, quando si tratta di pietà filiale, bisogna avere come minimo un atteggiamento mentale di sottomissione. Se l’ambiente lo permette e hai i mezzi per farlo, allora puoi mostrare pietà filiale ai tuoi genitori. Se l’ambiente non lo permette e non ne hai i mezzi, allora non cercare di forzarla: come si chiama questa? (Sottomissione.) Si chiama sottomissione. Come nasce questa sottomissione? Su cosa si basa? Si basa sul fatto che tutte queste cose sono disposte e governate da Dio. Per quanto lo possano desiderare, le persone non possono scegliere, né hanno il diritto di farlo, e dovrebbero sottomettersi. Quando percepisci che bisognerebbe sottomettersi e che tutto è orchestrato da Dio, in cuor tuo non ti senti più tranquillo? (Sì.) A quel punto la tua coscienza si sentirà ancora rimproverata? Non si sentirà più costantemente rimproverata e l’idea di non aver mostrato devozione verso i tuoi genitori non ti dominerà più. Ogni tanto potresti ancora pensarci, poiché si tratta di pensieri o istinti normali nell’umanità, che nessuno può evitare” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Cos’è la verità realtà?”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che le benedizioni di cui godono i genitori dai loro figli in questa vita e la sofferenza che sopportano per loro, sono tutte ordinate da Dio. Alcuni genitori lasciano che i loro figli li accompagnino per tutta la vita e godono della felicità familiare, mentre altri non hanno una vita del genere. Tutte queste cose racchiudono la sovranità e le disposizioni di Dio. Quando mio padre aveva avuto l’incidente d’auto, inizialmente il conducente in errore aveva rifiutato di assumersi la responsabilità ma, inaspettatamente, un giornalista di passaggio aveva denunciato l’incidente stradale. In seguito, mia madre aveva incontrato un avvocato in ospedale che si era offerto volontario per aiutarli con la causa e la questione si era risolta senza problemi. Ciò mi aveva permesso di capire che quello che i genitori sperimentano nella loro vita, il numero di benedizioni di cui godono e la quantità di sofferenza che sopportano sono già stati predeterminati da Dio. Queste cose non hanno nulla a che fare con il fatto che i figli siano o meno al fianco dei genitori, e io dovrei vedere le cose in base alle parole di Dio, affidare i miei genitori nelle Sue mani, sottomettermi alla Sua sovranità e compiere il mio dovere. Questa è la scelta saggia. Ho anche pensato a come, oltre a fornire un po’ di conforto emotivo ai miei genitori durante questa visita, non c’era nient’altro che potessi fare per loro. Al contrario, se fossi stata arrestata a casa, non solo non sarei stata in grado di fare il mio dovere, ma ciò avrebbe anche provocato dei danni alla mia vita e assistere al mio arresto avrebbe reso i miei genitori ancora più angosciati e addolorati. In futuro, dovevo pregare e cercare maggiormente Dio quando accadevano le cose, senza agire più in base ai sentimenti.
Un giorno di agosto del 2023, ho ricevuto una lettera da mio fratello minore che diceva che mio padre aveva sviluppato una malattia coronarica due anni prima e che temeva costantemente che un giorno potesse morire all’improvviso senza più rivedermi. Ha anche detto che nostro padre era diventato depresso, poiché aveva sempre sospettato che fossi stata arrestata e torturata dalla polizia e spesso sognava che mi accadevano cose brutte. Spesso, piangendo, diceva alla famiglia che gli mancavo. Mentre leggevo la lettera, la mia mente si è svuotata. Non potevo credere che la persona descritta nella lettera fosse mio padre. Pensavo: “Mio padre è sempre stato sano. Come ha potuto improvvisamente sviluppare una malattia coronarica e la depressione? Ogni volta che mio padre mi nomina, piange e continua a dire quanto gli manco. La sua malattia è stata provocata dalle preoccupazioni che nutre nei miei confronti? La sua costante paura per me è stata la causa della sua depressione?” Il mio cuore era a pezzi e le lacrime mi riempivano gli occhi. Ho pensato a come i miei genitori mi avessero scrupolosamente cresciuta e a quanto fosse stato difficile per loro. Non solo io non me ne prendevo cura, ma avevo anche fatto sì che fossero tormentati dal PCC. Si preoccupavano per me e vivevano nella paura, inoltre mio padre aveva addirittura sviluppato la depressione. Parenti e amici mi avrebbero sicuramente rimproverata, definendomi ingrata e priva di coscienza. La mia coscienza si sentiva profondamente condannata. Pensavo inoltre che una grave malattia coronarica potesse essere pericolosa per la vita. Questa malattia non poteva proprio tollerare l’agitazione emotiva e, con mio padre che si preoccupava sempre per me e con il suo cattivo umore, la sua vita poteva essere in pericolo in qualsiasi momento! Se fosse rimasto così depresso, avrebbe perso la sua sanità mentale? Non ho osato pensarci ulteriormente. Le lacrime hanno cominciato a scorrere incontrollabilmente sul mio viso e ho provato un insopportabile senso di sofferenza. Ho anche pensato: “Se non fossi stata scelta come leader tanto tempo fa, non sarei dovuta uscire e riunirmi frequentemente, né sarei finita per essere sorvegliata e braccata dalla polizia. Se ciò non fosse accaduto, non avrei dovuto lasciare casa e, se i miei genitori si fossero ammalati, sarei potuta restare al loro fianco per prendermene cura, mio padre non avrebbe sofferto di depressione a causa delle preoccupazioni per me e non avrebbe sentito la mia mancanza”. Nei giorni successivi, mi sono crogiolata nel senso di colpa verso i miei genitori: il mio stato era terribile e non avevo il coraggio di fare il mio dovere. A volte, mi veniva in mente un pensiero: “Se tornassi a casa e facessi vedere a mio padre che sto bene, forse il suo umore migliorerebbe e si riprenderebbe più velocemente”. Pensare a queste cose mi ha gettata nella confusione. Nella mia sofferenza, mi sono presentata a Dio per pregare: “Dio, so che queste cose accadono con il Tuo permesso e che dovrei cercare la Tua intenzione, ma sono limitata dai sentimenti e mi preoccupo costantemente per i miei genitori. Sto soffrendo molto. Ti prego, guidami a cercare la verità e liberami dai vincoli dei sentimenti”.
In seguito, ho letto le parole di Dio: “Se non te ne fossi andato di casa per svolgere il tuo dovere altrove e fossi rimasto accanto ai tuoi genitori, avresti forse potuto evitare che si ammalassero? (No.) Hai potere decisionale sulla loro vita e sulla loro morte? Puoi decidere tu se sono ricchi o poveri? (No.) Qualunque malattia colpirà i tuoi genitori, non sarà per lo sfinimento di averti allevato o perché sentivano la tua mancanza; in particolare, non contrarranno nessuna malattia grave, pericolosa e potenzialmente mortale a causa tua. Quello riguarda il loro destino e non ha nulla a che fare con te. Per quanto devoto tu sia, il massimo che puoi ottenere è ridurre un po’ le loro sofferenze e i loro fardelli carnali, ma per quanto riguarda quando si ammalano, quale malattia contraggono, quando e dove muoiono, queste cose hanno forse una qualche relazione con te? No. Se sei devoto, se non sei un ingrato menefreghista e passi tutto il giorno in loro compagnia e a vegliare su di loro, forse che non si ammaleranno o non moriranno? Se devono ammalarsi, non accadrà comunque? Se devono morire, non moriranno comunque? Non è così che stanno le cose?” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (17)”). “Non fai che pensare che tutto ciò che i tuoi genitori hanno sopportato e affrontato ha a che fare con te, e che dovresti condividere questi loro fardelli; incolpi sempre te stesso, pensi sempre che queste cose siano correlate a te e vuoi sempre essere coinvolto. Questa idea è giusta? (No.) Perché? […] La nascita, l’invecchiamento, la malattia, la morte e l’affrontare varie questioni, grandi e piccole, sono eventi normalissimi della vita. Se sei adulto, dovresti avere un modo di pensare maturo e approcciare la questione in modo sereno e corretto: ‘I miei genitori sono malati. Alcuni dicono che è perché hanno sentito molto la mia mancanza, ma è mai possibile? Senza dubbio l’hanno sentita, come si potrebbe non avere nostalgia dei propri figli? Anche a me sono mancati loro, quindi perché non mi sono ammalato?’ Esiste qualcuno che si ammala perché gli mancano i figli? Non è così che stanno le cose. Allora, cosa sta accadendo quando i tuoi genitori affrontano questi eventi così importanti? Si può solo dire che Dio ha orchestrato tale situazione nella loro vita. È stata orchestrata dalla mano di Dio; non puoi concentrarti su ragioni e cause oggettive, i tuoi genitori erano destinati ad affrontare tale problema una volta raggiunta questa età, erano destinati a essere afflitti da questa malattia. Avrebbero forse potuto evitarla se tu fossi stato al loro fianco? Se Dio non avesse stabilito che si ammalassero come parte del loro destino, allora non sarebbe successo nulla, anche se tu non fossi stato con loro. Se invece fossero stati destinati ad affrontare questa grave disgrazia nella loro vita, cosa mai avresti potuto fare rimanendo al loro fianco? Non avrebbero comunque potuto evitarla, giusto? (Giusto.) Pensa a coloro che non credono in Dio: non passano forse tutto il tempo con le loro famiglie, anno dopo anno? Quando ai genitori di tali famiglie capita una grave disgrazia, hanno accanto i figli e tutti i parenti, non è così? Quando i genitori si ammalano o le loro condizioni si aggravano, accade forse perché i figli se ne sono andati? Non è così, è destino che accada. È solo che tu, in quanto figlio, per via del legame di sangue che ti lega ai tuoi genitori, sarai turbato nel sapere che sono malati, mentre gli altri non proveranno nulla. Questo è del tutto normale. Tuttavia, il fatto che i tuoi genitori affrontino questa grave disgrazia non significa che tu debba analizzarla e sviscerarla, o riflettere su come eliminarla o risolverla. I tuoi genitori sono adulti; hanno assistito più e più volte al verificarsi di situazioni simili nella società. Se Dio predispone un ambiente per liberarli della situazione, allora prima o poi essa svanirà del tutto. Se questo problema è un ostacolo per la loro vita e devono sperimentarlo, allora sarà Dio a stabilire per quanto tempo dovranno farlo. È qualcosa che devono sperimentare e che non possono evitare. Se desideri risolvere la questione da solo, analizzare e sviscerare l’origine, le cause e le conseguenze del problema, il tuo è un modo di pensare sciocco. Non serve a nulla, è inutile” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (17)”). Dio ha chiarito come trattare la questione dei genitori malati. Come si realizza il fato di una persona, se si ammalerà e a che età lo farà, che tipo di malattia contrarrà e se ne morirà, quanto durerà la sua vita e così via, è tutto stato predestinato da Dio. Nessuno può intervenire o cambiare queste cose. In superficie, sembrava che mio padre si fosse ammalato perché gli mancavo, ma in realtà Dio aveva predestinato che egli sperimentasse questo ostacolo in quella fase della sua vita. Era del tutto irrazionale da parte mia assumermi tutta la responsabilità della malattia di mio padre e non era in linea con i fatti. Ho pensato al fatto che i miei cugini vivevano con i loro genitori e se ne prendevano cura, ma qualche anno prima mia zia aveva sviluppato la pressione alta e l’asma e anche mio zio aveva contratto una grave malattia. Ciò dimostrava che anche se i figli restano accanto ai genitori, non cambia nulla. Inoltre, le persone sono solo carne e sangue e, poiché gli esseri umani mangiano i cereali della terra, prima o poi inevitabilmente si ammalano. Mio padre aveva più di sessant’anni e, a questa età, le sue funzioni fisiche si stavano deteriorando e il suo sistema immunitario si stava indebolendo, quindi era normale che sviluppasse malattie che colpiscono comunemente le persone di mezza età e gli anziani. Molte persone anziane soffrono di ipertensione, diabete e malattie cardiache. Quando ero a casa, vedevo mio padre fumare e bere molto e la sua routine quotidiana era irregolare. Ho provato vari modi per aiutarlo a smettere di fumare e bere, e lo incoraggiavo a mangiare cibi benefici per la sua salute, ma non ha mai ascoltato i miei consigli. Se non riuscivo nemmeno a cambiare le cattive abitudini di mio padre, come potevo aspettarmi di fare qualcosa per la sua malattia? Inoltre, vicino a me c’era una sorella i cui genitori avevano sviluppato diabete e pressione alta. Questa sorella era un medico e, quando i suoi genitori si sono ammalati, ha somministrato loro le migliori medicine, costosi integratori per la salute e non ha badato a spese per trovare loro la casa di cura migliore. Andava a trovare i suoi genitori quasi ogni giorno e si prendeva cura di tutti i loro bisogni, dal cibo alle loro routine quotidiane, ma sua madre ha dovuto comunque farsi amputare le gambe a causa delle complicazioni del diabete e suo padre ha sviluppato il morbo di Alzheimer. Conoscevo anche una sorella anziana che non aveva i figli vicini. Aveva quasi ottant’anni, ma godeva ancora di ottima salute e i controlli medici davano sempre risultati normali. Ho capito che quello che ognuno attraversa nella propria vita e la possibilità che sperimenti il tormento della malattia, dipende tutto dalla predestinazione di Dio e nessuno può cambiarlo. I genitori non godranno di più benedizioni o eviteranno le malattie solo perché i loro figli sono lì a prendersi cura di loro, né soffriranno maggiormente o si ammaleranno di più perché i loro figli non saranno lì a occuparsi di loro. Da questi fatti, ho capito che la vita di ognuno, dalla nascita, alla vecchiaia, alle malattie e alla morte, è predeterminata; per quanto riguarda la malattia di mio padre, anche se fossi rimasta al suo fianco, non avrei potuto cambiare nulla. Dopo aver capito queste cose, il mio cuore si è sentito molto più leggero.
Un giorno, ho guardato un video di testimonianza esperienziale che conteneva un passo delle parole di Dio che mi è stato molto utile. Dio Onnipotente dice: “C’è un detto nel mondo dei non credenti: ‘I corvi ripagano le loro madri nutrendole, mentre gli agnelli si inginocchiano per suggere il latte dalle loro’. E ce n’è anche un altro: ‘Un figlio non devoto è peggio di una bestia’. Che detti altisonanti! In realtà, i fenomeni di cui parla il primo, ossia che i corvi ripagano le loro madri nutrendole, mentre gli agnelli si inginocchiano per suggere il latte dalle loro, esistono davvero, sono dati di fatto. Ma si tratta semplicemente di fenomeni appartenenti al mondo animale. Sono soltanto una sorta di legge che Dio ha stabilito per le varie creature viventi e alla quale si attengono tutti i tipi di creature viventi, compresi gli esseri umani. Che tutti gli esseri viventi seguano tale legge è un’ulteriore dimostrazione del fatto che tutti sono stati creati da Dio. Non vi è essere vivente in grado di infrangere o di trascendere questa legge. Anche i carnivori relativamente feroci, come i leoni e le tigri, nutrono la prole e non la mordono prima che abbia raggiunto l’età adulta. È un istinto animale. A qualunque specie appartengano, che sia una feroce oppure una docile e mansueta, tutti gli animali possiedono questo istinto. Tutti i tipi di creature, compresi gli esseri umani, possono continuare a moltiplicarsi e a sopravvivere solo seguendo questo istinto e questa legge. Se non si attenessero a questa legge o fossero sprovvisti di tale legge e tale istinto, non potrebbero moltiplicarsi e sopravvivere. Non esisterebbero né la catena biologica né questo mondo. Non è forse vero? (Sì.) Il fatto che i corvi ripagano le loro madri nutrendole, mentre gli agnelli si inginocchiano per suggere il latte dalle loro, dimostra proprio che il mondo animale segue questo tipo di legge. Tutti gli esseri viventi hanno questo istinto. Dopo la nascita, la prole viene accudita e nutrita dalle femmine o dai maschi della specie fino all’età adulta. Tutti gli esseri viventi sono in grado di adempiere alle loro responsabilità e ai loro obblighi nei confronti della prole, e allevano coscienziosamente e diligentemente la generazione successiva. Ciò dovrebbe valere ancora di più per gli esseri umani. Gli esseri umani definiscono sé stessi come animali superiori: se non sono in grado di attenersi a questa legge e non possiedono questo istinto, allora gli esseri umani sono inferiori agli animali, non è così? Pertanto, a prescindere da quanto i tuoi genitori ti abbiano nutrito mentre ti allevavano e quanto abbiano adempiuto alle loro responsabilità nei tuoi confronti, stavano semplicemente facendo ciò che erano tenuti a fare nell’ambito delle capacità di esseri umani creati: era il loro istinto. […] Tutte le specie viventi e animali possiedono questi istinti e queste leggi e vi si attengono scrupolosamente, attuandoli alla perfezione. È qualcosa che nessuno può distruggere. Esistono anche animali particolari, come le tigri e i leoni. Raggiunta l’età adulta, questi animali abbandonano i genitori, e alcuni maschi diventano addirittura rivali, arrivando se necessario a mordersi, lottare e combattere. Questo è normale, è una legge. Non sono governati dai sentimenti e non vivono seguendo i sentimenti come le persone; non dicono: ‘Devo ripagare l’amorevolezza dei miei genitori, devo ricambiarli, devo obbedire loro. Se non mostro pietà filiale nei loro confronti, gli altri mi condanneranno, mi rimprovereranno e mi criticheranno alle spalle. Non potrei sopportarlo!’ Gli animali non dicono queste cose. Perché le persone le dicono? Perché nella società e all’interno dei gruppi di individui sono diffuse diverse idee e opinioni sbagliate. Dopo che le persone sono state influenzate, corrose e imputridite da queste cose, sviluppano diversi modi di interpretare e gestire il rapporto genitori-figli, e alla fine trattano i genitori come creditori, creditori che per tutta la vita non riusciranno mai a ripagare. Vi sono addirittura persone che, dopo la morte dei genitori, si sentono in colpa per una vita intera e si ritengono indegne dell’amorevolezza da loro ricevuta per via di una singola azione che esse hanno compiuto e per cui i genitori hanno dimostrato malcontento o disapprovazione. DimMi, non è eccessivo? Gli individui vivono secondo i loro sentimenti, quindi non possono che essere invasi e disturbati da varie idee da essi derivate” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (17)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho finalmente capito che l’idea che “I corvi ripagano le loro madri nutrendole, mentre gli agnelli si inginocchiano per suggere il latte dalle loro”, mostra l’istinto donato da Dio a tutte le creature. Diversi animali non hanno la capacità di sopravvivere in modo indipendente quando sono giovani e hanno bisogno delle cure dei genitori per sopravvivere. Questa è una legge di sopravvivenza che consente a tutte le creature di riprodursi e prosperare. Gli umani sono uguali: i genitori crescono i loro figli per istinto e, così facendo, stanno adempiendo la loro responsabilità e il loro obbligo di genitori, non stanno facendo un favore ai loro figli. Pensavo che i miei genitori mi avessero cresciuta con grande impegno e difficoltà e, in particolare, quando ho visto mio padre lavorare sodo per guadagnare soldi per sostenere la famiglia e farmi studiare, vivendo frugalmente e non riposandosi nemmeno quando era malato, ho trattato il prezzo che lui aveva pagato e la sofferenza che aveva sopportato per crescermi come un favore, e questo era rimasto impresso nel mio cuore. Pensavo che da grande sarei stata devota nei suoi confronti, altrimenti sarei stata totalmente priva di coscienza. Per giunta, sono stata influenzata da idee come “La devozione filiale è una virtù da considerare superiore a ogni altra” e “Un figlio non devoto è peggio di una bestia”, e consideravo la devozione verso i miei genitori come la cosa più importante. Quando ho sentito che mio padre aveva avuto un incidente d’auto, ho rischiato di farmi arrestare per andare a trovarlo. Quando ho saputo che mio padre aveva contratto una malattia coronarica e sviluppato la depressione, ho pensato che questa malattia fosse dovuta alle molestie del PCC che io gli avevo causato e alla sua paura e preoccupazione per me. Di conseguenza, mi sono sentita profondamente in colpa e mi sono persino pentita di aver inizialmente accettato un dovere di leadership. Sebbene grazie alla preghiera non avessi abbandonato il mio dovere e non fossi tornata a casa, i miei pensieri non erano affatto rivolti al mio dovere e avevo cominciato semplicemente a svolgerlo in modo meccanico. Ora ho capito che le idee tradizionali che Satana instilla nelle persone sono fuorvianti e corruttrici, e inducono le persone a vivere nei sentimenti, a tradire Dio e ad allontanarsi da Lui, perdendo in definitiva la possibilità di ottenere la Sua salvezza.
Successivamente, ho letto altre parole di Dio: “Dio ha stabilito che i tuoi genitori ti allevassero fino all’età adulta, non che passassi la vita a ripagarli. Hai responsabilità e obblighi da assolvere in questa vita, un cammino da percorrere e una vita tua. In questa vita, non dovresti investire tutte le tue energie per ripagare l’amorevolezza dei tuoi genitori. Essa è solamente qualcosa che ti accompagna nella vita e nel tuo percorso di vita. In termini di umanità e di relazioni affettive, è qualcosa di inevitabile. Ma per quanto riguarda il tipo di relazione che tu e i tuoi genitori siete destinati ad avere, il fatto che potrete o meno vivere insieme per il resto della vostra vita o se sarete separati e non legati dal destino, questo dipende dalle orchestrazioni e dalle disposizioni di Dio. Se Egli ha orchestrato e disposto che in questa vita tu ti trovi in un luogo diverso dai tuoi genitori, che sia molto lontano da loro e che non possa vivere spesso con loro, allora adempiere alle tue responsabilità nei loro confronti è per te solo una sorta di brama. Se Dio ha stabilito che in questa vita tu viva molto vicino ai tuoi genitori e possa stare accanto a loro, in quel caso adempiere in piccola parte alle tue responsabilità nei loro confronti e mostrare loro un po’ di pietà filiale sono cose che dovresti fare in questa vita, non c’è nulla da criticare al riguardo. Se invece ti trovi in un luogo diverso da loro e non disponi della possibilità o delle circostanze giuste per mostrare loro pietà filiale, allora non devi considerarla una cosa disonorevole. Non dovresti vergognarti di guardare in faccia i tuoi genitori perché non puoi mostrare loro pietà filiale, l’unica ragione per cui non lo fai è che le circostanze non te lo permettono. Come figlio, dovresti capire che i tuoi genitori non sono tuoi creditori. Ci sono molte cose che devi fare in questa vita e sono tutte cose che un essere creato è tenuto a fare, che ti sono state affidate dal Signore della creazione, e non hanno nulla a che fare con il ripagare l’amorevolezza dei tuoi genitori. Mostrare pietà filiale ai tuoi genitori, ripagarli, ricambiare la loro amorevolezza, queste cose non hanno nulla a che fare con la tua missione di vita. Si può anche dire che non è indispensabile mostrare pietà filiale ai propri genitori, ripagarli o adempiere ad alcuna responsabilità nei loro confronti. In parole povere, puoi farlo un po’ e adempiere a qualche responsabilità quando le circostanze te lo permettono; quando non lo permettono, non devi insistere nel volerlo fare. Se non puoi adempiere alla tua responsabilità di mostrare pietà filiale ai tuoi genitori, non è una cosa terribile, va semplicemente un po’ contro la tua coscienza, la morale umana e le nozioni umane. Ma almeno non è in contrasto con la verità e Dio non ti condannerà. Quando comprenderai la verità, la tua coscienza non ti rimorderà per questo” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (17)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che non avrei dovuto trattare la devozione filiale come la missione della mia vita. Nelle questioni riguardanti i miei genitori, dovrei sottomettermi alla sovranità e alle disposizioni di Dio e, se ho l’opportunità di stare con loro, dovrei fare del mio meglio per prendermene cura e adempiere le mie responsabilità di figlia. Tuttavia, se non ho questa opportunità, dovrei concentrarmi sullo svolgimento dei miei doveri con serenità. Il motivo per cui non potevo prendermi cura dei miei genitori non era perché non ero disposta ad adempiere le mie responsabilità di figlia, ma perché ero braccata dal PCC e non potevo tornare a casa: non c’era bisogno di sentirmi in colpa né condannata per questo. Dio ha predestinato la mia nascita negli ultimi giorni e mi ha portata davanti a Sé, e io ho goduto dell’irrigazione e della fornitura di così tante delle Sue parole. Ora è un momento critico per l’espansione del Vangelo del Regno e dovrei dedicare il mio cuore al lavoro del Vangelo, ad adempiere il mio dovere e a ripagare l’amore di Dio. Se cerco solamente di essere devota e abbandono la mia responsabilità e la missione di un essere creato, deluderei la fornitura, la cura e la protezione di Dio nei miei confronti: questo sarebbe davvero privo di coscienza e umanità. Leggendo le parole di Dio, sono giunta a comprendere la relazione tra genitori e figli. Non mi sentivo più limitata o vincolata dalle idee tradizionali di Satana, dentro di me mi sono sentita liberata e sono riuscita a concentrarmi sullo svolgimento del mio dovere con serenità. Ringrazio Dio dal profondo del mio cuore!