37. Come ho superato le mie emozioni di oppressione

di Hua Shuang, Cina

Nel dicembre del 2023, sono stata eletta leader del distretto. Ogni giorno c’erano molti compiti da seguire e implementare. All’inizio, il mio atteggiamento era piuttosto positivo. Sapevo di avere molte mancanze, quindi mi concentravo sulla lettura delle lettere con le indicazioni dei leader superiori per trovare i cammini da percorrere. Discutevo anche le questioni e comunicavo con i miei collaboratori e, gradualmente, ho imparato a seguire il lavoro. Dopo qualche giorno, i miei collaboratori hanno detto che alla fine del mese bisognava scrivere un rapporto sul lavoro. È stato subito evidente che c’erano molti elementi da segnalare, come l’avanzamento dei singoli compiti e la presenza in essi di eventuali problemi o deviazioni, nonché le manchevolezze e le difficoltà nei doveri dei fratelli e delle sorelle e la situazione dei loro stati. Avevamo bisogno di indagare e fare chiarezza su tutti questi problemi e su altro ancora. Dovevamo anche scrivere i piani di lavoro e le soluzioni. All’improvviso, ho iniziato a sentirmi davvero irascibile e ho pensato: “Devono essere inseriti così tanti dettagli nel rapporto di lavoro; quanto impegno e capacità mentale ci vorranno per farlo?” Più leggevo, più mi sentivo sopraffatta. In particolare, quando ho visto compiti che non conoscevo e i principi e le capacità professionali correlati che avrei dovuto studiare e con cui avrei dovuto familiarizzare, dedicandovi tempo e fatica, ho pensato tra me e me: “Ho appena iniziato questo dovere, quindi se non riesco a completare il rapporto di lavoro di questo mese, posso comunque contare sui miei collaboratori. Ma il mese prossimo non dovrò occuparmi di tutto da sola? Ciò richiederebbe moltissimo impegno e sarebbe una vera seccatura!” Pensare al lavoro arretrato degli ultimi giorni mi aveva fatto girare la testa e volevo davvero scappare da quel dovere. Sapevo che questi pensieri non erano conformi alle intenzioni di Dio, così L’ho pregato cercando di capire come procedere. Tuttavia, a volte, quando sentivo le mie sorelle discutere dei problemi del lavoro, indossavo intenzionalmente le cuffie per ascoltare gli inni e non partecipavo alle loro discussioni. In questo modo, non avrei dovuto pensare a come risolvere i problemi, né preoccuparmi o esaurirmi.

Addentrandomi nel lavoro, mi sono resa conto che ogni compito era associato a molti dettagli e che tutti richiedevano un’attenta riflessione per determinare le soluzioni e ottenere buoni risultati. Questo carico di lavoro era molto più grande rispetto al mio dovere precedente che prevedeva un solo compito, quindi mi sono sentita molto oppositiva e ho pensato: “Perché mai dovrei esaurirmi e preoccuparmi così tanto? Era molto meglio svolgere un dovere che prevedeva un singolo compito. Allora non dovevo affrontare così tanta pressione ogni giorno!” Quanto più bramavo la comodità fisica, tanto più mi sembrava estenuante essere una leader. Mi sentivo molto oppressa e turbata, e spesso ero di cattivo umore. Quando i miei collaboratori discutevano di lavoro con me, davo solo risposte brevi e superficiali, poi nascondevo semplicemente la testa nei miei compiti. Mi sono resa conto che il mio stato non era corretto, così ho pregato Dio: “Oh Dio, mi lamento sempre di quanto sia gravoso questo dovere. Cerco la comodità della mia carne e non riesco a svolgere con piacere il mio dovere. Non voglio rimanere in questo stato. Ti prego, guidami a comprendere la mia indole corrotta”. In seguito, ho letto un passo delle parole di Dio e ho acquisito una certa comprensione del mio stato. Dio Onnipotente dice: “Alcuni dicono: ‘Tutti affermano che i credenti sono liberi e affrancati, che vivono una vita particolarmente felice, pacifica e gioiosa. Perché io non posso vivere felice e sereno come gli altri? Perché non provo gioia? Perché mi sento così oppresso ed esausto? Come mai gli altri vivono una vita molto felice? Perché la mia è così miserabile?’ DiteMi: qual è la causa di tutto ciò? Cosa li ha portati a questa oppressione? (Il loro corpo fisico non è stato soddisfatto e la loro carne ha sofferto.) Quando qualcuno soffre nel corpo e sente di essere stato offeso, se riesce ad accettarlo nel cuore e nella mente, non gli sembrerà allora che la sua sofferenza fisica non sia più così grave? Se trova conforto, pace e gioia nel cuore e nella mente, continuerà a provare oppressione? (No.) Pertanto, dire che l’oppressione è causata dalla sofferenza fisica non è corretto. Se l’oppressione emerge a causa di un’eccessiva sofferenza fisica, ebbene, voi non state soffrendo? Vi sentite forse oppressi perché non potete fare quello che volete? Cadete in preda a emozioni di oppressione perché non potete fare ciò che volete? (No.) Siete impegnati nel vostro lavoro quotidiano? (In una certa misura.) Siete tutti piuttosto occupati, lavorate dall’alba al tramonto. A parte dormire e mangiare, passate quasi tutto il giorno davanti al computer, affaticando gli occhi e la mente e stancando il corpo, ma vi sentite forse oppressi? Questa stanchezza provoca in voi oppressione? (No.) Cosa causa oppressione nelle persone? Certamente non la stanchezza fisica, quindi che cosa? Se gli individui cercano costantemente il benessere e la felicità della carne, se perseguono costantemente la felicità e il benessere della carne e non vogliono soffrire, allora anche patire una minima sofferenza fisica, soffrire un po’ più degli altri o sentirsi un po’ più sovraccarichi di lavoro del solito li farebbe sentire oppressi. Questa è una delle cause dell’oppressione. Se gli uomini non considerano una piccola sofferenza fisica come un grave problema e non cercano il benessere fisico, perseguendo invece la verità e cercando di adempiere bene ai loro doveri per soddisfare Dio, spesso non avvertono la sofferenza fisica. Anche se a volte si sentono un po’ occupati, stanchi o esausti, dopo essere andati a dormire si svegliano ristorati e riprendono a lavorare. Si concentrano allora sui loro doveri e sul loro lavoro; non considerano un po’ di stanchezza fisica come un grande problema. Al contrario, quando nei pensieri delle persone emergono dei problemi ed esse perseguono costantemente il benessere fisico, ogni volta che il loro corpo subisce una minima offesa o non trova appagamento, emergono in loro determinate emozioni negative. Dunque, perché individui di questo tipo, che vogliono sempre fare a modo loro, assecondare la propria carne e godersi la vita, si trovano spesso intrappolati in questa emozione negativa dell’oppressione ogni volta che non trovano soddisfazione? (Perché perseguono le comodità e il benessere fisico.) Questo è vero per alcune persone(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (5)”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono resa conto che stavo perseguendo la comodità della carne e che provavo un’insoddisfazione fisica, quindi vivevo secondo emozioni negative di oppressione e sconforto e mi sentivo sempre angosciata e irritabile nei miei doveri. In precedenza, quando svolgevo un dovere che prevedeva un singolo compito, il carico di lavoro non era troppo pesante e poi ero brava, quindi mi sentivo nel mio elemento. Il mio corpo non provava stanchezza, né il mio cuore era gravato da un fardello. Ora, come leader, dovevo supervisionare molto lavoro e avevo più cose di cui preoccuparmi: c’erano altri problemi che dovevo considerare e risolvere. Molti dei compiti non mi erano familiari e non sapevo come risolvere questi problemi, quindi dovevo imparare da zero. Questo mi aveva fatta sentire oppressa, irritabile e desiderosa di fuggire da questa situazione. In realtà, se avessi dato priorità al mio dovere invece di perseguire la comodità e l’agio del corpo, allora, anche se avessi provato stanchezza, sarei riuscita a farcela. Mi sono resa conto che il mio ragionamento aveva preso una direzione sbagliata.

In seguito, ho cercato e ho letto le parole di Dio che smascherano il motivo per cui le persone si sentono oppresse. Dio Onnipotente dice: “Alcuni non hanno semplicemente alcuna intenzione di svolgere i loro doveri e di condividere sulla verità. Non si sono adattati alla vita della chiesa, non riescono a farlo e si sentono sempre estremamente infelici e inermi. Ebbene, Io direi a queste persone: dovresti andartene quanto prima. Torna nel mondo secolare a cercare i tuoi obiettivi e la tua direzione e vivi la vita che dovresti vivere. La casa di Dio non obbliga mai nessuno. […] costoro si sentono sempre oppressi. In parole povere, il loro desiderio è quello di assecondare la loro carne e di soddisfare i loro desideri. Sono troppo egoisti, vogliono fare tutto secondo i propri capricci e a proprio piacimento, ignorando le regole e non gestendo le questioni secondo i principi, comportandosi invece solamente in base ai sentimenti, alle preferenze e ai desideri personali e agendo in base ai propri interessi. Simili persone sono prive di normale umanità e non eseguono il lavoro che spetta loro. Coloro che non si dedicano al proprio lavoro si sentono oppressi in tutto ciò che fanno, ovunque vadano. Si sentirebbero oppressi anche se vivessero da soli. Volendo essere teneri, si può dire che non sono individui promettenti e che non si occupano del lavoro che spetta loro. Per essere più precisi, possiedono un’umanità anormale e sono un po’ sempliciotti. Come sono coloro che si occupano del proprio lavoro? Sono persone che considerano in modo semplice i bisogni primari come il cibo, i vestiti, l’alloggio e gli spostamenti. A loro basta che queste cose raggiungano uno standard normale. Hanno più a cuore il loro percorso di vita, la loro missione in quanto esseri umani, la loro visione della vita e i loro valori. Cosa pensano tutto il tempo le persone non promettenti? Riflettono sempre su come battere la fiacca, su come giocare d’astuzia per sfuggire alle responsabilità, su come mangiare bene e divertirsi, su come vivere nell’agio e nella comodità del corpo, senza considerare le questioni importanti. Pertanto, si sentono oppresse nell’ambiente e nel contesto dello svolgimento dei loro doveri nella casa di Dio. La casa di Dio richiede agli individui di acquisire alcune conoscenze comuni e professionali inerenti ai loro doveri in modo da poterli svolgere meglio. La casa di Dio richiede alle persone di nutrirsi spesso delle parole di Dio, in modo da comprendere meglio la verità, entrare nella verità realtà e conoscere i principi per ogni azione. Tutte queste cose in merito a cui la casa di Dio condivide e parla riguardano argomenti, questioni concrete, e così via, che rientrano nell’ambito della vita delle persone e dell’assolvimento dei loro doveri, e hanno lo scopo di aiutare le persone a eseguire il lavoro che spetta loro e a percorrere la retta via. Simili individui, che non si occupano del proprio lavoro e che fanno quello che vogliono, non desiderano fare queste cose appropriate. L’obiettivo finale che desiderano raggiungere facendo tutto ciò che vogliono sono le comodità, i piaceri e gli agi del corpo, non essere limitati né offesi in alcun modo, poter mangiare a sazietà tutto ciò che desiderano e agire a proprio piacimento. È a causa della qualità della loro umanità e dei loro perseguimenti interiori che si sentono spesso oppressi. Per quanto si possa condividere con loro sulla verità, non cambieranno, e il loro senso di oppressione non verrà eliminato. È semplicemente così che sono fatti: individui che non si occupano del lavoro che spetta loro(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (5)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho infine capito che coloro che cercano sempre la comodità e di soddisfare i propri desideri della carne, non si occupano correttamente del loro lavoro e sono poco promettenti. Queste persone vogliono solo vivere secondo i propri desideri, ma quando si tratta di fare il lavoro che spetta loro, sono sfuggenti e pigre, e si sentono oppresse e infelici quando devono preoccuparsi o gravare la propria carne. Tali persone sono prive di coscienza e ragione. Ho valutato il mio recente stato alla luce di questo. Quando avevo visto che ogni giorno dovevo pensare ai problemi e alle difficoltà in vari compiti e risolverli, e che ciò richiedeva un notevole sforzo mentale, avevo iniziato a desiderare un dovere più facile e semplice, in modo che il mio corpo potesse sentirsi maggiormente a suo agio. Quando sentivo i miei collaboratori discutere di lavoro, indossavo intenzionalmente le cuffie per ascoltare gli inni ed evitavo di unirmi alla discussione. Quando le mie sorelle mi contattavano per discutere di questioni lavorative, non volevo interagire e le evitavo ogni volta che potevo; se proprio non era possibile, davo solo risposte brevi e superficiali, causando errori nell’implementazione dei compiti e rendendo necessarie delle revisioni. Queste erano le conseguenze dell’indulgere nella mia carne. Ho pensato alle persone che svolgono il lavoro che spetta loro. Quando i doveri richiedono loro di preoccuparsi o di sopportare un fardello, oppure di apprendere e dotarsi di conoscenze e capacità professionali, investono volentieri il loro tempo e le loro energie e cercano di adempiere i loro doveri per soddisfare Dio. Io, d’altro canto, avevo perseguito continuamente la comodità e l’agio e, quando i doveri avevano richiesto che mi preoccupassi o sopportassi un fardello, avevo provato opposizione e li avevo evitati. Dio mi aveva mostrato la grazia dandomi l’opportunità di essere una leader, e questo era stato vantaggioso per la mia crescita nella vita, poiché essere una leader richiede che una persona si impegni in vari compiti e si doti di tutti i tipi di principi e che, quando si trova ad affrontare delle difficoltà, sia spinta a ricercare le verità principi, a pregare di più e ad affidarsi maggiormente a Dio. Allo stesso tempo, implica l’apprendimento di capacità e conoscenze professionali pertinenti, nonché l’ampliamento della propria comprensione ed esperienza, consentendo di formarsi sotto vari aspetti e di crescere più rapidamente. Se una persona può crescere e farsi carico di un compito nella casa di Dio, allora è una persona utile. Invece, io continuavo a indulgere nelle comodità della carne, desiderando di stare fisicamente a mio agio senza essere disposta a impegnarmi né a pensare a nulla. Non ero forse una completa buona a nulla? Non c’è da stupirsi che Dio dica che queste persone sono “poco promettenti”, “anormali nella loro umanità” e “sciocche”. Rendendomi conto di ciò, ho capito quanto fosse pietoso il modo in cui stavo vivendo, così ho pregato Dio e ho preso una decisione: “Oh Dio, sono disposta a ribellarmi alla mia carne e a concentrarmi sui doveri che mi spettano. Nei miei doveri, cercherò le verità principi e apprenderò capacità e conoscenze professionali per compensare le mie varie carenze e mi sforzerò di essere una persona utile nella Tua casa!” In seguito, il mio atteggiamento è un po’ cambiato. Anche il mio stato nello svolgimento dei doveri è migliorato notevolmente e non mi sono più sentita oppressa o irritabile come prima. Anche se avevo molto lavoro da svolgere ogni giorno, facevo del mio meglio e, quando c’era qualcosa che non sapevo fare, mi dotavo delle verità principi pertinenti, delle capacità e delle conoscenze professionali. Quando notavo dei problemi nel lavoro, li sollevavo e discutevo le soluzioni con i miei collaboratori.

Pensavo che le mie emozioni di oppressione fossero state eliminate. Questo fino a un giorno, un mese dopo, quando i leader superiori hanno inviato una lettera che affermava che una sorella del nostro distretto era stata presa di mira dalla polizia. La polizia ne aveva espressamente chiesto l’arresto e noi dovevamo avvisarla rapidamente e dirle di nascondersi. Poi abbiamo ricevuto un’altra lettera, che affermava che le chiese vicine erano state oggetto di arresti coordinati da parte del PCC. Ciò aveva coinvolto molti fratelli e sorelle della zona che supervisionavo. Dopo aver sentito queste due notizie, ho avuto la sensazione che delle nuvole nere si fossero improvvisamente abbattute sulla mia testa e, ancora una volta, sono sprofondata in uno stato di oppressione e tristezza. Questi arresti hanno creato ostacoli significativi a vari aspetti del lavoro della chiesa e molte persone hanno corso rischi per la loro sicurezza e non hanno potuto svolgere normalmente i propri doveri. Sapevo che per svolgere bene il lavoro della chiesa avrei dovuto investire ancora più impegno e fatica. Quando pensavo a queste difficoltà, sentivo un’immensa pressione e, soprattutto quando vedevo il flusso apparentemente infinito di problemi lavorativi che non riuscivano mai a essere completamente risolti, mi sentivo paralizzata e non avevo alcuna motivazione per fare nulla, ma non avevo altra scelta che continuare impotente il mio lavoro. Una volta, una collaboratrice mi ha ricordato che c’era una lettera a cui non avevo risposto e non ho potuto fare a meno di scattarle contro: “Non ho avuto tempo di rispondere!” Dopo aver parlato così, mi sono resa conto che stavo riversando le mie frustrazioni sul mio dovere e che questo era totalmente privo di ragione. Con riluttanza, ho tirato fuori la lettera e ho risposto. In seguito, ci sono state altre occasioni in cui sono stata irritabile a causa di tutto il lavoro che si accumulava e ho parlato duramente alle mie sorelle. Nella mia autoriflessione, ho capito che stavo di nuovo vivendo emozioni negative di oppressione a causa delle preoccupazioni e del dolore nella mia carne.

Ho letto due brani delle parole di Dio: “Per molti anni, i pensieri sui quali gli uomini hanno fatto affidamento per la loro sopravvivenza ne hanno corroso i cuori al punto da farli diventare infidi, codardi e spregevoli. Non solo mancano di forza di volontà e di determinazione, ma sono anche diventati avidi e arroganti e fanno di testa loro. Manca in loro anche solo la minima determinazione che vada al di là del loro io e, ancor più, non hanno un briciolo di coraggio per liberarsi dalle limitazioni di questi oscuri influssi. I pensieri e la vita degli uomini sono talmente corrotti che i loro punti di vista sulla fede in Dio sono rimasti insopportabilmente brutti, e persino quando parlano dei loro punti di vista sulla fede in Dio, ascoltarli è insopportabile. Gli uomini sono tutti codardi, incompetenti, spregevoli e fragili. Non provano disgusto per le forze delle tenebre e non provano amore per la luce e la verità, ma al contrario fanno di tutto per espellerle(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Perché non vuoi essere un complemento?”). “Sei contento di vivere sotto l’influenza di Satana, in pace e gioia e con un po’ di conforto della carne? Non sei la più infima di tutte le persone? Nessuno è più stolto di coloro che pur avendo visto la salvezza non perseguono di guadagnarla; sono persone che indulgono nella carne e godono di Satana. Speri che la tua fede in Dio non comporti sfide o tribolazioni, né la benché minima avversità. Persegui costantemente le cose immeritevoli e non attribuisci alcun valore alla vita, anteponendo invece i tuoi pensieri smodati alla verità. Sei talmente indegno! Vivi come un maiale; che differenza c’è tra te e i maiali e i cani? Quelli che non perseguono la verità e invece amano la carne non sono tutti delle bestie? I morti senza spirito non sono tutti dei cadaveri ambulanti? […] Ti dono la vita umana vera, ma tu non la persegui. Non sei forse uguale a un maiale o a un cane? I maiali non perseguono la vita dell’uomo né di essere purificati, e non capiscono che cosa sia la vita. Ogni giorno, dopo aver mangiato a sazietà, si mettono semplicemente a dormire. Io ti ho dato la vera via, ma tu non l’hai guadagnata: sei a mani vuote. Sei disposto a continuare a condurre questa vita, la vita di un maiale? Quale significato ha che persone simili vivano? La tua vita è spregevole e ignobile, vivi in mezzo a sudiciume e dissolutezza e non persegui alcun obiettivo; la tua vita non è forse la più ignobile di tutte? Hai l’impudenza di guardare Dio in faccia? Se continui a fare esperienza in questo modo, non è che non otterrai nulla? Ti è stata data la vera via, ma che alla fine tu la possa guadagnare o meno dipende dal tuo perseguimento personale(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho riflettuto sul motivo per cui mi concentravo così tanto sulla comodità e sull’agio del corpo, e ho capito che ero stata influenzata e avvelenata dalle leggi di sopravvivenza di Satana come “Goditi la vita finché sei vivo” e “Oggi bevi il vino di oggi; di domani, preoccupatene domani”. Trattavo queste idee come parole di saggezza. Insieme alla mia natura pigra, fin dall’infanzia avevo avuto paura delle avversità e della fatica. Avevo fatto di una vita comoda e tranquilla il mio obiettivo e non ero disposta a lavorare o a vivere in un modo che mi avrebbe stancata troppo. Avevo evitato di mettermi troppa pressione addosso e mi sentivo soddisfatta fintanto che potevo vivere senza preoccupazioni: il mio obiettivo quotidiano era diventato quello di fare il pieno di cibo, bevande e sonno. Questo atteggiamento si era riflesso anche nei miei doveri. Questa volta, con vari aspetti del lavoro della chiesa ostacolati a causa degli arresti da parte del PCC e con la mia necessità di investire più tempo e sforzi per adempiere il mio dovere, non potevo fare a meno di lamentarmi e protestare a causa delle difficoltà. Ho iniziato a rimpiangere i giorni in cui mi occupavo solamente di un dovere che prevedeva un singolo compito e ho capito che la mia fede in Dio si basava sul desiderio di dare poco ma ricevere grandi benedizioni. Quando nel mio dovere c’erano molti problemi e difficoltà che mi richiedevano di riflettere sulla loro condivisione e risoluzione e dovevo sopportare preoccupazioni e avversità fisiche, mi ero sentita oppositiva e mi ero arrabbiata, arrivando persino a sfogare le mie frustrazioni sui collaboratori. Ero davvero priva di umanità! È perfettamente giusto e corretto per me, un essere creato, fare il mio dovere, ed è anche un modo per preparare delle buone azioni per me stessa. Svolgendo il mio dovere e perseguendo la verità, posso liberarmi della mia indole corrotta e raggiungere la salvezza. Eppure sentivo che essere una leader interferiva con la comodità della mia carne, quindi agivo in modo irrazionale e provocatorio. Ero davvero priva di ragione! Avevo cercato costantemente di soddisfare la mia carne, avevo ripetutamente provato opposizione verso il mio dovere, lo avevo gestito in modo superficiale, avevo intralciato e disturbato il lavoro della chiesa e avevo trasgredito più volte.

Successivamente, ho letto altre parole di Dio: “Ogni adulto deve assumersi le responsabilità che competono agli adulti, indipendentemente dalla pressione che affronta, come le avversità, le malattie e anche le varie difficoltà: sono cose che tutti dovrebbero sperimentare e sopportare. Fanno parte della vita di una persona normale. Se non riesci a sopportare la pressione o a tollerare la sofferenza, significa che sei troppo fragile e inutile. Chiunque viva deve sopportare questa sofferenza, nessuno può evitarla. Sia nella società che nella casa di Dio, è la stessa cosa per tutti. Questa è la responsabilità che dovresti assumerti, il pesante fardello di cui un adulto dovrebbe farsi carico e ciò che dovrebbe sostenere, e non dovresti sottrarti. […] Da un lato, devi imparare a farti carico delle responsabilità e degli obblighi che gli adulti dovrebbero avere e assumersi. Dall’altro, dovresti imparare a coesistere in armonia con gli altri, nel tuo ambiente di vita e di lavoro, con normale umanità. Non fare semplicemente come ti pare e piace. Qual è lo scopo della convivenza armoniosa? È quello di eseguire meglio il lavoro e di adempiere meglio agli obblighi e alle responsabilità che in quanto adulto dovresti completare e assolvere, di ridurre al minimo le perdite causate dai problemi che affronti nel tuo lavoro e di ottimizzare al massimo i tuoi risultati e la tua efficienza. Questo è ciò che dovresti conseguire. Se possiedi una normale umanità, dovresti raggiungere questo obiettivo nel lavorare con gli altri. Per quanto riguarda la pressione sul lavoro, che provenga dal Supremo o dalla casa di Dio, oppure che si tratti di pressione esercitata su di te da parte di fratelli e sorelle, è qualcosa che dovresti sopportare. Non puoi dire: ‘È una pressione eccessiva, non lo farò. Sono solo in cerca di svago, agio, felicità e comodità nell’assolvere il mio dovere e lavorare nella casa di Dio’. Non funzionerà; questo non è un pensiero che un adulto normale dovrebbe avere, né la casa di Dio è un luogo in cui tu possa abbandonarti alle comodità. Ognuno si assume una certa dose di pressione e di rischio nella sua vita e nel suo lavoro. In qualsiasi lavoro, specialmente nell’assolvimento del tuo dovere all’interno della casa di Dio, dovresti sforzarti di ottenere risultati ottimali. A un livello superiore, questo è ciò che Dio insegna e richiede. A un livello inferiore, è l’atteggiamento, il punto di vista, lo standard e il principio che ogni persona dovrebbe adottare nel suo comportamento e nel suo modo di agire(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (5)”). Dio dice che una persona adulta deve assumersi le responsabilità e gli obblighi di un adulto e che, sia che si tratti di difficoltà nella vita o nel proprio dovere, la pressione è una cosa che un adulto dovrebbe affrontare e sopportare, non qualcosa da evitare o schivare. Nella casa di Dio, coloro che svolgono il proprio dovere con sincerità hanno un cuore pronto a soddisfare Dio quando si trovano ad affrontare pressioni lavorative o difficoltà che richiedono alla loro carne di soffrire. Possono pregare Dio, cercare la verità e ribellarsi alla loro carne; sono seri e pragmatici nel loro dovere e si sforzano di ottenere i migliori risultati. Queste persone hanno un senso di responsabilità e sono in linea con le intenzioni di Dio. Invece io avevo vissuto con pensieri pigri, privi di ambizione e degenerati. Non ero stata in grado di sopportare alcuna avversità ed ero sulla buona strada per non combinare niente. Per dirla senza mezzi termini, ero inutile e non ero nemmeno degna di essere considerata una persona. In realtà, la sofferenza della carne e il sopportare una certa pressione sono una cosa positiva, poiché possono spingermi a impegnarmi di più nel riflettere sulla verità, favorendo la mia crescita nella vita. Sebbene abbia molte manchevolezze e non riesca ancora a risolvere alcuni problemi complessi, non devo evitare queste cose ma devo essere una persona responsabile, pregare di più e affidarmi maggiormente a Dio, cercare la verità insieme ai miei collaboratori per risolvere i problemi e fare tutto il possibile. Comprendendo i requisiti e le aspettative di Dio per gli adulti, il mio atteggiamento è cambiato un po’ e ho sperato di diventare un adulto responsabile. Successivamente, quando i leader superiori hanno inviato le lettere per seguire i vari compiti, non mi sono più sentita oppositiva o irascibile, ho potuto riconoscere che queste cose erano una mia responsabilità e sono stata disposta a fare del mio meglio per adempiere il mio lavoro principale.

Dopo un po’ di tempo, il lavoro è diventato più intenso e, quando i leader superiori lo hanno seguito da vicino, ho percepito ancora la pressione, ma ho anche capito che la supervisione dei leader era finalizzata a sostenermi nel fare bene il mio dovere, e che questa supervisione era in grado di avvisarmi e ricordarmi di impegnarmi di più nel mio dovere, impedendomi di indulgere nella comodità della carne e di battere la fiacca nel mio dovere e spingendomi a migliorarne l’efficienza. Ho anche partecipato al lavoro supervisionato dai miei collaboratori e abbiamo condiviso insieme sulle soluzioni e le abbiamo ricercate. A volte, quando vedevo problemi accumulati che necessitavano di una condivisione dettagliata per essere risolti, rivelavo ancora emozioni di oppressione e irritabilità, ma riuscivo a ribellarmi immediatamente al mio stato sbagliato; mi rimproveravo e dicevo: “Sono una persona adulta e devo avere il senso di responsabilità e la perseveranza di una persona adulta, sopportare la pressione e andare avanti”. Pregavo anche Dio, chiedendoGli di tenere il mio cuore concentrato sul mio dovere e sul fare bene il mio lavoro. Poi, in base ai principi, assegnavo le priorità ai problemi e li risolvevo uno alla volta. Per le questioni che non avevo mai incontrato prima, studiavo i materiali professionali pertinenti, mi dotavo delle verità principi e pregavo riflettendo su quali fossero esattamente le cause profonde dei problemi. In questo modo, i problemi sono stati gradualmente risolti. Quando vedevo che gli stati dei miei fratelli e delle sorelle non erano buoni e stavano influenzando i loro doveri, cercavo subito le parole di Dio per condividere con loro sulle soluzioni. Sebbene ciò richiedesse un po’ più di sforzo e sofferenza, mi sentivo molto soddisfatta. Poiché comunicavo spesso con i fratelli e le sorelle sui vari problemi lavorativi e riflettevo sulle verità e sui principi correlati, il mio stato ha continuato a migliorare e io sono diventata più perspicace dal punto di vista spirituale. Inoltre, vedevo i problemi in modo più accurato di prima e, gradualmente, ho afferrato alcuni principi e cammini. Ho sperimentato in prima persona la verità di ciò che Dio dice: “Se sei determinato, se riesci a considerare come scopi e obiettivi del tuo perseguimento le responsabilità e gli obblighi che le persone dovrebbero assumersi, ciò che gli individui dotati di normale umanità devono conseguire e le cose che gli adulti devono realizzare, e se sai assumerti le tue responsabilità, allora, a prescindere da quale prezzo pagherai e da quanto dolore sopporterai, non ti lamenterai; e fintanto che riconoscerai che si tratta dei requisiti e delle intenzioni di Dio sarai in grado di sopportare qualsiasi sofferenza e di compiere bene il tuo dovere. Arrivato a questo punto, quale sarebbe il tuo stato d’animo? Sarebbe diverso; percepiresti pace e stabilità nel cuore e proveresti piacere. Vedi, è solo cercando di vivere l’umanità normale e perseguendo le responsabilità, gli obblighi e la missione che le persone dotate di un’umanità normale dovrebbero assumersi e assolvere che si percepiscono pace e gioia nel cuore e si prova piacere. A quel punto gli individui non hanno ancora raggiunto la fase in cui gestiscono le faccende secondo i principi e ottengono la verità, ma hanno ormai subìto un cambiamento(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (5)”). Quando ho messo il cuore nel risolvere i problemi nel mio dovere, apprendendo in modo mirato dove ero carente e facendo del mio meglio per adempiere le mie responsabilità, il mio cuore non ha più provato dolore, anzi si è sentito più sereno. Ora percepisco sempre meno spesso emozioni di oppressione e, anche quando ogni tanto affiorano, non mi toccano più. Senza nemmeno rendermene conto, ho iniziato a concentrarmi sulle cose giuste e ho acquisito un senso del fardello nei confronti dei miei doveri. Tutti questi cambiamenti in me sono avvenuti a seguito delle parole di Dio. Grazie a Dio!

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