52. Quali guadagni ho tratto dall’essere destituita

di Zhang Liang, Cina

Nel 2016, sono stata eletta leader della chiesa. Io e sorella Zhang Jing collaboravamo come responsabili del lavoro della chiesa. All’epoca credevo in Dio da appena poco più di due anni. Zhang Jing era una leader da molto tempo e aveva una vasta esperienza lavorativa. Inoltre, nelle riunioni condivideva in modo molto chiaro. Qualunque difficoltà i fratelli e le sorelle avessero, era in grado di trovare rapidamente le parole di Dio pertinenti per condividere e aiutarli. Tutti la ammiravano molto. Nutrivo profonda invidia nei suoi confronti e speravo un giorno di poter essere come lei e di ottenere l’ammirazione e l’approvazione di tutti. Dopo un periodo di duro lavoro, se durante le riunioni scoprivo che qualcuno si trovava in un qualche tipo di stato, anche io sapevo trovare molto rapidamente alcune parole di Dio e condividere incorporando le mie esperienze personali o qualche esempio. I miei fratelli e sorelle ascoltavano e prendevano appunti con attenzione. Ero molto felice di vederlo e sentivo che mi approvavano davvero. Di conseguenza, condividevo con un’energia ancora maggiore.

Una volta, diversi fratelli e sorelle di una chiesa hanno segnalato congiuntamente un falso leader. In quel momento non sapevo come gestire la cosa, così ho pregato Dio con serietà e poi ho cercato la condivisione con i miei fratelli e sorelle. Alla fine il falso leader è stato destituito e il lavoro della chiesa è tornato alla normalità. Dopo quell’episodio, ho cominciato ad ammirare me stessa: “Ho risolto un problema così complicato in pochi giorni. Devo mostrare ai miei fratelli e sorelle come si fa. Nonostante la mia giovane età e il poco tempo da cui credo in Dio, so comunque gestire problemi complicati”. Nelle riunioni, parlavo molto animatamente di come avevo gestito la lettera di segnalazione, ma tralasciavo i dettagli del fatto che in quel momento stavo vivendo nelle difficoltà, non riuscivo a discernere le cose ed ero negativa. Sottolineavo soprattutto quanto fosse stato complesso l’accaduto, quanto fosse cattiva l’umanità di quel falso leader e come avessi cercato la verità, rimanendo ferma e senza paura per risolvere il problema. All’epoca, tutti mi ascoltavano con grande attenzione. Vedere gli sguardi d’invidia nei loro occhi mi faceva sentire bene nel cuore. Mi sono convinta ancora di più di possedere capacità lavorative. Un’altra volta, una sorella si sentiva limitata nell’assolvimento del suo dovere perché i suoi familiari non credenti la ostacolavano. Ho raccontato di come ero stata perseguitata da mio marito per la mia fede in Dio e di come alla fine avevo abbandonato la mia famiglia per dedicare tutto il mio tempo al mio dovere. Ho parlato in modo molto dettagliato di quanto avevo sofferto, di come mi ero decisa e di come avevo abbandonato la mia famiglia. Dopo avermi ascoltato, la sorella mi ha ammirata molto. Ha detto: “Sei stata capace di rimanere salda anche se tuo marito ti perseguitava così terribilmente. Hai davvero sofferto molto. Possiedi veramente grande determinazione!” Altri fratelli e sorelle hanno detto: “Tu sai davvero come sperimentare le cose. Persegui la verità più di noi. Perché noi non siamo in grado di praticare la verità?” Ho risposto: “Siamo tutti corrotti allo stesso modo. Fintanto che siamo disposti a praticare la verità, Dio ci guiderà”. Tuttavia, nel mio cuore, continuavo ad ammirarmi molto. Sentivo di star perseguendo la verità e di avere una statura maggiore rispetto ai miei fratelli e sorelle. Altrimenti, come avrei potuto abbandonare la mia famiglia per assolvere il mio dovere? E perché tutti mi avrebbero eletta leader? In realtà, nello sperimentare la persecuzione di mio marito, avevo provato molta negatività e debolezza. Per un certo periodo avevo persino abbandonato il mio dovere. Ma su tutto questo mi limitavo a glissare o semplicemente non ne parlavo. Credevo questo: “Se dico ogni cosa, tutti penseranno che sia priva di statura e non migliore di loro. Se accade, chi mi ammirerà ancora in futuro? Inoltre, se parlo di più di pratiche positive, ciò incoraggerà i miei fratelli e sorelle. Non c’è niente di male in questo”. Perciò non ci ho più pensato. In generale, condividendo nelle riunioni, consapevolmente parlavo di più della mia comprensione positiva, ma non menzionavo la mia indole corrotta, le mie brutte idee e i miei brutti pensieri. In alternativa, mi limitavo a parlare in modo semplice delle forme di corruzione generale, di superficie, che tutti rivelano. Avevo paura che, se avessero saputo, gli altri non mi avrebbero più ammirata. Inoltre, sia consapevolmente che inconsapevolmente, parlavo di quanto fosse impegnativo il mio lavoro, di quante cose avessi da fare e di come lavorassi sempre fino a tarda sera. I miei fratelli e sorelle credevano dunque che fossi capace di sopportare la sofferenza e di pagare un prezzo e che mi assumessi un fardello nell’assolvimento del mio dovere. Dicevano anche che ero in grado di condividere sulla verità per risolvere i problemi e che ero una persona che perseguiva la verità. Tutti mi ammiravano e facevano affidamento su di me. In seguito ho scoperto che, ogni volta che mi riunivo con i miei collaboratori, tutti si limitavano a riversare ogni problema che avevano nel lavoro in un singolo sfogo e poi non dicevano molto. Per tutta la durata della riunione, ero io l’unica persona a discutere le cose. Sentivo che c’era qualcosa di sbagliato: le riunioni non erano forse diventate uno spazio in cui potevo parlare solo io? Quando gli altri avevano delle difficoltà, non cercavano la verità, aspettando invece che fossi io a risolvergliele. Non li stavo forse portando al mio cospetto? Ho detto loro che dovevano pregare di più Dio, cercare e condividere di più e non affidarsi solo alle persone. Tuttavia, dopo hanno comunque continuato a fare lo stesso.

In seguito, sono stata destituita perché durante le riunioni e le condivisioni blateravo continuamente parole e dottrine al fine di mettermi in mostra, non sapevo risolvere i problemi e il mio lavoro non stava ottenendo risultati. All’epoca non ci ho dato troppo peso. Pensavo che, se ero stata destituita perché non ero in grado di svolgere un lavoro reale, allora le cose stavano così e basta: doveva accadere. In ogni caso, avevo dato il massimo e non avevo battuto la fiacca né ero stata scaltra. Tuttavia, non mi aspettavo che, dopo la mia destituzione, alcuni fratelli e sorelle non l’avrebbero accettata e avrebbero messo in discussione la decisione dei leader. I leader mi hanno chiesto di riflettere a fondo sui miei problemi. In quel momento mi sono spaventata. Ho pensato: “Sono stata destituita per il modo in cui ho svolto il mio lavoro e ora i miei fratelli e sorelle mi difendono da quella che considerano un’ingiustizia e mi proteggono. Non li ho forse portati al mio cospetto? Questo è percorrere il cammino di un anticristo!” Più ci pensavo, più la paura cresceva. Non sono riuscita a trattenere le lacrime e ho pregato seriamente Dio: “Amato Dio, ho abbandonato la mia famiglia e il mio lavoro e volevo assolvere bene il mio dovere. Non mi sarei mai aspettata che non solo non avrei fatto bene il mio dovere, ma che avrei anche portato le persone al mio cospetto. Sono davvero troppo ribelle! Amato Dio, Ti chiedo di guidarmi a capire i miei problemi così che possa pentirmi e cambiare”.

Poi ho cominciato a riflettere su me stessa. Nella mia ricerca, ho letto queste parole di Dio: “Esaltare e testimoniare sé stessi, mettersi in mostra, provare a indurre le persone ad avere un’alta opinione di loro e adorarli: gli esseri umani corrotti sono capaci di queste cose. È così che le persone reagiscono istintivamente quando sono dominate dalla loro natura satanica, e questa è una caratteristica comune a tutta l’umanità corrotta. Di solito, come fanno le persone a esaltare e testimoniare sé stesse? Come raggiungono l’obiettivo di far sì che si abbia di loro un’alta opinione e che le si adori? Dichiarano quanto lavoro abbiano svolto, quanto abbiano sofferto, quanto si siano spese e quale sia il prezzo che hanno pagato. Per esaltarsi parlano del loro capitale, che dà loro un posto più alto, saldo e sicuro nella mente degli uomini, affinché più persone le apprezzino, ne abbiano un’elevata considerazione, le stimino e addirittura le adorino, le ammirino e le seguano. Per raggiungere questo obiettivo, le persone fanno molte cose che all’apparenza testimoniano Dio, ma sostanzialmente esaltano e testimoniano sé stesse. È ragionevole agire in questo modo? Sono al di là dell’ambito della razionalità e non hanno vergogna, ovvero testimoniano spudoratamente ciò che hanno fatto per Dio e quanto abbiano sofferto per Lui. Ostentano persino le loro doti, i loro talenti, la loro esperienza, le loro competenze speciali, le loro abili tecniche per i rapporti mondani, i mezzi che usano per giocare con gli altri, e così via. Il loro metodo di esaltare e testimoniare sé stesse consiste nel mettersi in mostra e nello sminuire gli altri. Tendono anche a camuffare e imbellettare sé stesse, nascondendo debolezze, difetti e mancanze alle persone, affinché gli altri vedano soltanto la loro genialità. Non osano neppure dire agli altri quando si sentono negative; non hanno il coraggio di aprirsi e di condividere con loro e, quando commettono un errore, fanno il possibile per nasconderlo e insabbiarlo. Non menzionano mai i danni che hanno causato al lavoro della chiesa mentre svolgevano il loro dovere. Quando hanno dato un contributo secondario o ottenuto un piccolo successo, tuttavia, si affrettano a ostentarlo. Non vedono l’ora di far sapere a tutto il mondo quanto siano capaci, quanto sia alta la loro levatura, quanto siano eccezionali e quanto siano migliori delle persone comuni. Questo non è forse un modo per esaltare e testimoniare sé stessi? Esaltare e testimoniare sé stessa è forse qualcosa che farebbe una persona dotata di coscienza e ragionevolezza? No. Dunque, quando le persone fanno questo, quale indole si rivela di solito? L’arroganza. Questa è una delle principali, seguita dalla propensione all’inganno, che implica di fare tutto il possibile per indurre gli altri a tenere questi individui in grande stima. Le loro parole sono totalmente inconfutabili e contengono chiaramente motivazioni e macchinazioni, si stanno mettendo in mostra, eppure vogliono nascondere questo fatto. Il risultato di ciò che dicono è che gli uomini sono indotti a credere che siano migliori degli altri, che nessuno li uguagli, che tutti gli altri siano a loro inferiori. E questo risultato non si raggiunge forse con mezzi subdoli? Quale indole si cela dietro simili mezzi? E ci sono elementi di malvagità? (Sì, ci sono.) Questo è un tipo di indole malvagia(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 4: Esaltano e testimoniano sé stessi”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho riflettuto sul fatto che, a seguito della mia destituzione, il motivo principale per cui i miei fratelli e sorelle non l’avevano accettata era che spesso avevo esaltato me stessa e mi ero messa in mostra e che non mi aprivo sulle mie mancanze e corruzioni, cosa che portava tutti a vedere solo il mio lato buono. Avevano lottato a mio favore contro quella che ritenevano un’ingiustizia solo perché li avevo fuorviati. Ho pensato a come avevo gestito quella lettera di segnalazione. All’inizio anch’io ero confusa e non sapevo cosa fare. In seguito, avevo risolto il problema solo pregando seriamente Dio e cercando, discutendo e lavorando insieme ai miei fratelli e sorelle. Tuttavia, davanti a loro, parlavo molto di come avessi cercato, di come avessi acquisito discernimento del falso leader sulla base delle verità principi e di come alla fine avessi gestito e risolto il problema. Tutto ciò che evidenziavo riguardava ciò che avevo fatto io, in modo che tutti mi guardassero con occhi nuovi. Inoltre, per mettermi in mostra, coglievo regolarmente l’occasione di parlare di come avessi sperimentato la persecuzione da parte della mia famiglia. Raccontavo in modo molto dettagliato di come fossi stata perseguitata e di quanto avessi sofferto, glissando invece sulle mie debolezze. Non dicevo nemmeno una parola su come avessi abbandonato il mio dovere e tradito Dio, così da indurre tutti a pensare che possedessi statura e sapessi come sperimentare le cose. E spesso mettevo in mostra come soffrissi e pagassi un prezzo nell’assolvimento del mio dovere e consapevolmente parlavo di più della via positiva di pratica e di ingresso. Tenevo nascoste la mia negatività e le mie difficoltà così da indurre gli altri a pensare erroneamente che perseguissi la verità più di loro e che possedessi la realtà. Usavo quelle illusioni per imbrogliare e ingannare fratelli e sorelle. Ero assolutamente malvagia e vile! I miei fratelli e sorelle guardavano a me e mi ammiravano perché li imbrogliavo. Quando la chiesa mi ha destituita in conformità ai principi perché non ero in grado di svolgere un lavoro reale, si sono persino fatti avanti per proteggermi. Quelle erano tutte conseguenze del fatto che esaltavo me stessa e mi mettevo in mostra. Stavo forse assolvendo il mio dovere? Mi opponevo a Dio e facevo del male ai miei fratelli e sorelle in modo sfacciato! Ho pensato al fatto che non avevo per nulla fatto del bene ai miei fratelli e sorelle quando ero leader, anzi li avevo fuorviati e danneggiati, e ho provato una grande infelicità nel cuore.

In quel periodo, ho pregato seriamente Dio ogni giorno, chiedendoGli aiuto per risolvere i miei problemi. Un giorno ho letto queste Sue parole: “Ci sono persone che idolatrano Paolo in modo particolare. Amano uscire, tenere discorsi e lavorare, amano partecipare alle riunioni e predicare, amano essere ascoltate e adorate dalla gente, e che tutti ruotino intorno a loro. Amano avere un posto nel cuore degli altri e gradiscono quando gli altri apprezzano l’immagine da loro presentata. Analizziamo la loro natura alla luce di questi comportamenti: qual è la loro natura? Se si comportano realmente in questo modo, allora ciò è sufficiente a dimostrare che sono arroganti e presuntuose. Non venerano affatto Dio; ricercano un prestigio più elevato e desiderano esercitare autorità sugli altri, dominarli e detenere una posizione nei loro cuori. Questa è la classica immagine di Satana. Gli aspetti della loro natura che emergono sono l’arroganza e la presunzione, una riluttanza a venerare Dio e un desiderio di essere venerate dagli altri. Simili comportamenti possono offrire una visione molto chiara della loro natura(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come conoscere la natura umana”). “Se, nel tuo cuore, comprendi veramente la verità, allora saprai come metterla in pratica e sottometterti a Dio, e intraprenderai naturalmente il cammino del perseguimento della verità. Se il cammino che percorri è quello giusto e in linea con le intenzioni di Dio, allora l’opera dello Spirito Santo non ti abbandonerà, e così ci saranno sempre meno possibilità che tu tradisca Dio. Senza la verità, è facile commettere il male, e lo commetterai tuo malgrado. Per esempio, se possiedi un’indole arrogante e presuntuosa, allora sentirti dire di non opporti a Dio non fa alcuna differenza, non puoi evitarlo, è al di là del tuo controllo. Non lo faresti intenzionalmente, ma saresti dominato dalla tua natura arrogante e presuntuosa. La tua arroganza e la tua presunzione ti porterebbero a disprezzare Dio e a considerarLo privo di qualsiasi importanza; ti indurrebbero a esaltare te stesso, a metterti costantemente in mostra; ti porterebbero a disprezzare gli altri, non lascerebbero spazio per nessuno nel tuo cuore se non per te stesso; ti priverebbero del posto per Dio nel tuo cuore, e alla fine ti farebbero sedere al Suo posto e pretendere che la gente si sottometta a te e venerare come verità i tuoi pensieri, le tue idee e le tue nozioni. Quanto male commettono le persone sotto il dominio della loro natura arrogante e presuntuosa!(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo perseguendo la verità si può conseguire un cambiamento di indole”). Riflettendo sulle parole di Dio, mi sono resa conto che volevo sempre che le persone ruotassero attorno a me perché la mia natura era troppo arrogante. Non capivo la mia identità né il mio prestigio e non ero disposta a essere una persona comune che assolvesse fermamente il proprio dovere. Invece, ovunque andavo, volevo che gli altri mi ammirassero e adorassero. Al fine di raggiungere questo obiettivo, durante le riunioni blateravo continuamente parole e dottrine per mettermi in mostra, così da indurre gli altri a pensare che possedessi la verità realtà. Inoltre, mettevo costantemente in mostra la mia capacità di risolvere i problemi, di sopportare le sofferenze e di spendermi. Tenevo consapevolmente nascoste le corruzioni che rivelavo, la mia negatività e la mia debolezza. Presentavo alle persone l’illusione di essere molto determinata e di perseguire diligentemente la verità, al fine di conquistarmi in modo fraudolento l’ammirazione dei miei fratelli e sorelle. Questo li ha portati a pensare che possedessi la verità realtà e fossi in grado di risolvere i problemi. Quando si presentava un problema, non pregavano Dio e non cercavano la verità, affidandosi invece a me perché lo risolvessi. Quando sono stata destituita, hanno persino lottato contro quella che ritenevano un’ingiustizia. Pensandoci su, ero una leader della chiesa. Cose come la gestione delle lettere di segnalazione e la risoluzione dei problemi facevano parte del mio lavoro principale. Inoltre, ero stata in grado di gestire bene quella questione perché avevo avuto la guida di Dio e le condivisioni e l’aiuto dei miei fratelli e sorelle. Solo così era stato possibile raggiungere quei risultati. Non avrei potuto ottenere nulla contando su me stessa. Semplicemente non avevo alcun capitale degno di essere esibito. Inoltre, avevo in effetti sofferto un po’ nello sperimentare la persecuzione da parte della mia famiglia ma, se una persona crede in Dio e Lo segue nel Paese in cui detiene il potere il PCC, deve subire queste avversità. Lo scopo di questo è che io possa essere salvata. Inoltre, ero stata spesso debole e negativa e una volta avevo persino abbandonato i miei doveri e tradito Dio. Se non fosse stato per la guida delle Sue parole, da sola non sarei stata in grado di rimanere salda. Tuttavia, non ho esaltato Dio e non Gli ho reso testimonianza. Ho invece esaltato me stessa. Ero persino felice e godevo del fatto che tutti mi ammirassero. Ero del tutto priva di vergogna! Ho visto che non avevo posto per Dio nel mio cuore, né un briciolo di cuore che Lo temesse. Ero palesemente una persona corrotta, senza alcuna verità realtà, eppure cercavo lo stesso di trovare modi nascosti per esaltare me stessa e mettermi in mostra, con l’intento di occupare un posto nel cuore dei miei fratelli e sorelle. Ero davvero troppo arrogante e priva di ragione! Poi ho pensato a Paolo e a come fosse estremamente arrogante e presuntuoso. Voleva sempre che le persone lo ammirassero e lo adorassero. Non appena svolgeva un po’ di lavoro, faceva sfoggio di quanto avesse sofferto e di quanto fosse leale, ma non rendeva mai testimonianza alle parole del Signore Gesù. Alla fine arrivò persino a dire: “Per me il vivere è cristo”. Una cosa estremamente arrogante e blasfema. Paolo offese l’indole di Dio e ricevette da Lui la giusta punizione. Attraverso lo smascheramento delle parole di Dio, ho finalmente visto che il mio comportamento nel modo in cui facevo le cose e l’indole che rivelavo erano identici a quelli di Paolo. Stavo percorrendo il cammino di un anticristo, opponendomi a Dio. Questo era stato condannato da Dio. Ho provato terrore nel cuore. Non mi sarei aspettata che, dopo aver creduto in Dio per svariati anni, mi sarei ritrovata a essere una persona che Gli si opponeva. Egli mi avrebbe lo stesso salvata? Avrebbe usato la mia destituzione per rivelarmi ed eliminarmi? Più ci pensavo, più la mia angoscia cresceva. Così ho pregato Dio, chiedendoGli di illuminarmi affinché capissi la Sua intenzione.

In seguito, ho letto due passi delle Sue parole: “Gli uomini sono particolarmente sensibili al proprio esito e alla propria destinazione, nonché alle modifiche al proprio dovere e alla possibilità di essere sostituiti nel suo svolgimento. Alcuni saltano spesso a una conclusione errata riguardo a questo genere di cose, pensando che non appena vengono sostituiti nel loro dovere e non hanno più alcun prestigio, oppure non appena Dio dice che non li apprezza o non li vuole più, allora per loro sia finita. È questa la conclusione a cui giungono. Pensano: ‘È inutile credere in Dio, Egli non mi vuole e il mio esito è già stabilito, dunque che senso ha vivere ancora?’ Altri, sentendo simili pensieri, li trovano ragionevoli e dignitosi, ma che tipo di ragionamento è questo, in realtà? È ribellione contro Dio, abbandono alla disperazione. Perché costoro si abbandonano alla disperazione? Il motivo è che non comprendono le intenzioni di Dio, non riescono a vedere chiaramente come Egli salva le persone e non hanno una vera fede in Lui(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo eliminando le proprie nozioni si può intraprendere il giusto cammino della fede in Dio (1)”). “Ti basta ascoltare una sola dichiarazione di condanna da parte di Dio e pensi che le persone, essendo state condannate da Dio, siano state da Lui abbandonate e non verranno più salvate, e per questa ragione diventi negativo e ti abbandoni alla disperazione. Questo è interpretare male Dio. In realtà, Dio non ha abbandonato le persone. Sono loro ad avere frainteso Dio e abbandonato se stesse. Nulla è più critico di quando le persone abbandonano se stesse, come avverato nelle parole dell’Antico Testamento: ‘Gli stolti muoiono per mancanza di senno’ (Proverbi 10:21). Nessun comportamento è più stupido dell’abbandonarsi alla disperazione. A volte leggi delle parole di Dio che sembrano delineare le persone; in realtà non stanno delineando nessuno, ma sono l’espressione delle intenzioni e delle opinioni di Dio. Sono parole di verità e principio, non stanno delineando nessuno. Le parole pronunciate da Dio in momenti di rabbia o di collera rappresentano anch’esse l’indole di Dio; tali parole sono la verità e, per di più, appartengono al principio. Le persone devono capire questo. Lo scopo di Dio nel dire questo è permettere alle persone di comprendere la verità e i principi; non è assolutamente delimitare qualcuno. Questo non ha nulla a che vedere con la destinazione e la ricompensa finali delle persone, né tantomeno queste parole sono la punizione definitiva delle persone. Sono semplicemente parole dette per giudicare e potare le persone, sono il risultato della rabbia verso le persone che non sono all’altezza delle aspettative di Dio, vengono pronunciate per svegliare le persone, per spronarle, e sono parole provenienti dal cuore di Dio. Eppure alcuni cadono e abbandonano Dio per via di una singola affermazione di giudizio da parte Sua. Gli individui di questo tipo non sanno cosa sia buono per loro, sono impermeabili alla ragionevolezza, non accettano affatto la verità(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo eliminando le proprie nozioni si può intraprendere il giusto cammino della fede in Dio (1)”). Dalle Sue parole, ho capito l’intenzione scrupolosa di Dio. Quando ci capita di fallire ed essere rivelati, ciò non significa che saremo eliminati. Se sappiamo cercare la verità nel bel mezzo del fallimento, trarne un insegnamento e pentirci veramente, questa per noi è la salvezza. Ho pensato a come nell’assolvimento del mio dovere esaltassi sempre me stessa e mi mettessi in mostra. Per tutto il tempo avevo percorso il cammino di un anticristo senza rendermene conto. Quando quella volta sono stata destituita, ho solo pensato che, poiché non ero capace di svolgere un lavoro reale, mi sarebbe stato assegnato un dovere differente e sarebbe andata bene così. Non ho affatto riflettuto su me stessa. Solo quando i leader mi hanno richiamata a riflettere su me stessa e attraverso lo smascheramento delle parole di Dio ho capito che da lungo tempo percorrevo il cammino sbagliato e che stavo compiendo il male e opponendomi a Dio. Ero davvero troppo insensibile! Quella destituzione era per me un’enorme protezione. Stavo compiendo il male ed essere rimossa mi ha fermata. Altrimenti, alla fine sarei stata punita e sarei stata ancora inconsapevole di ciò che stava accadendo. Ho visto che fallire ed essere rivelati non significa essere eliminati; si trattava invece di farmi comprendere me stessa e raggiungere il pentimento e il cambiamento. Ho sperimentato l’intenzione scrupolosa di Dio e ne ero davvero commossa. Avevo fatto tante cose in opposizione a Lui, ma Egli non aveva comunque abbandonato la mia salvezza. Quello era davvero il Suo amore! Ho smesso di fraintenderLo ed ero intenzionata a pentirmi davanti a Lui.

In seguito, ho letto altre Sue parole: “Quando rendete testimonianza a Dio, dovreste soprattutto parlare di come Egli giudica e castiga le persone, e di quali prove usa per affinarle e cambiarne l’indole. Dovreste parlare anche di quanta corruzione è stata rivelata nella vostra esperienza, di quanto avete sofferto, di quante cose avete fatto per opporvi a Dio e di come Egli vi ha infine conquistati. Parlate di quanta vera conoscenza avete dell’opera di Dio e di come dovete rendere testimonianza per Lui e ripagarLo del Suo amore. Dovete parlare questo tipo di linguaggio in modo più pratico, esprimendovi contemporaneamente in maniera semplice. Non parlate di teorie vuote. Parlate in modo più concreto; parlate con il cuore. È così che dovreste sperimentare le cose. Non armatevi di teorie vuote, apparentemente profonde, solo per mettervi in mostra; questo comportamento vi fa apparire molto arroganti e irragionevoli. Dovreste parlare maggiormente delle cose reali tratte dalle vostre esperienze effettive, e parlare di più dal cuore; questa è la cosa che reca maggiore beneficio agli altri ed è quanto di più adeguato possano vedere(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo perseguendo la verità si può conseguire un cambiamento di indole”). “Allora, quale modo di agire non rientra nell’esaltare e testimoniare sé stessi? Se ti metti in mostra e testimoni te stesso relativamente ad una certa questione, otterrai il risultato di far sì che alcune persone abbiano un’alta considerazione di te e ti adorino. Ma se ti metti a nudo e condividi ciò che sai di te riguardo alla stessa questione, allora la natura di ciò che stai facendo è diversa. Non è forse vero? Mettersi a nudo per parlare della propria conoscenza di sé è qualcosa che l’umanità normale dovrebbe essere in grado di fare. È una cosa positiva. Se veramente conosci te stesso e parli del tuo stato in modo accurato, genuino e preciso; se parli di una conoscenza che è completamente basata sulle parole di Dio; se coloro che ti ascoltano vengono edificati e ne traggono beneficio; se testimoni l’opera di Dio e Lo glorifichi, questo vuol dire testimoniare Dio. […] La chiave per discernere se qualcuno sta esaltando e testimoniando sé stesso è guardare alle sue intenzioni. Se queste sono di mostrare a tutti come la tua corruzione è stata rivelata e come sei cambiato, permettendo agli altri di trarre beneficio da tutto ciò, allora le tue parole sono sincere e vere, e sono in linea con i fatti. Tali intenzioni sono corrette, e tu non ti stai mettendo in mostra né stai testimoniando te stesso. Se la tua intenzione è quella di mostrare a tutti che hai avuto delle vere esperienze, che sei cambiato, e che possiedi la verità realtà, affinché gli altri abbiano considerazione di te e ti adorino, allora queste intenzioni sono sbagliate. Questo vuol dire pavoneggiarsi e testimoniare sé stessi. Se la testimonianza esperienziale di cui parli è falsa, adulterata, e finalizzata a ingannare gli altri, a impedir loro di vedere il tuo vero stato, e a impedire che le tue intenzioni, la tua corruzione, la tua debolezza, o la tua negatività vengano mostrate agli altri, allora tali parole sono ingannevoli e fuorvianti. Questa testimonianza è falsa, e questo vuol dire ingannare Dio e disonorarLo, ed è ciò che Egli odia di più. Ci sono differenze evidenti tra questi stati, e le si può discernere tutte sulla base delle intenzioni(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 4: Esaltano e testimoniano sé stessi”). Nelle parole di Dio, ho trovato un cammino di pratica. Quando svolgo il mio dovere, devo avere l’intenzione corretta e consapevolmente esaltare Dio, testimoniarLo e onorarLo come grande nel mio cuore. Quando parlo della mia esperienza, devo avere un cuore che Lo teme. Che si tratti della mia negatività e debolezza o della rivelazione della mia corruzione, devo sempre aprirmi e metterle a nudo perché i miei fratelli e sorelle possano acquisire discernimento di questo tipo di indole corrotta, sappiano come comprenderla ed eliminarla e traggano edificazione e beneficio dalla mia esperienza. Inoltre, attraverso il mio aprirmi e mettermi a nudo, potranno vedere chiaramente la mia autentica statura, la verità della mia corruzione e il fatto che possiedo molta della corruzione rivelata dagli altri, che alcune delle mie forme di indole corrotta potrebbero essere persino più gravi di quelle di altre persone e che non sono assolutamente degna di essere ammirata e adorata dagli altri. Praticare in questo modo significa anche proteggere me stessa.

Quando l’ho capito, ho pensato a come i leader avessero detto che tutti mancavano di discernimento nei miei confronti e mi avessero chiesto di riflettere su me stessa. Volevo dunque aprirmi durante le riunioni su come avessi riflettuto su me stessa e mi fossi conosciuta in quel periodo e mettere a nudo la corruzione che avevo rivelato. In questo modo, tutti sarebbero stati in grado di discernermi. Tuttavia, quando è arrivato il momento di parlare davvero, ero un po’ combattuta nel cuore: “Se tutti i miei fratelli e sorelle vengono a conoscenza delle cose che ho rivelato e dei miei comportamenti, cosa penseranno di me? Diranno che sono sempre stata un’ipocrita? Mi respingeranno?” Allora mi sono sentita un po’ restia ad aprirmi e a condividere. In quel momento, mi sono ricordata della condivisione di Dio sul pentimento degli abitanti di Ninive. Dio dice: “‘Convertirsi dalla via malvagia’ significa che le persone in questione non commetteranno mai più azioni simili. In altri termini, non si comporteranno mai più in modo malvagio; il metodo, la fonte, il motivo, l’intento e il principio delle loro azioni sono cambiati; non ricorreranno mai più a quei metodi e principi per portare gioia e felicità ai loro cuori. Il termine ‘abbandonare’ in ‘abbandonare la violenza delle loro mani’ significa rinunciare o rifiutare, rompere completamente col passato e non tornare più indietro. Quando la popolazione di Ninive abbandonò la violenza delle proprie mani, ciò dimostrò e rappresentò il loro vero pentimento. Dio osserva l’esteriorità delle persone ma anche il loro cuore. Quando Dio vide chiaramente il vero pentimento nei cuori dei Niniviti, e osservò che avevano rinunciato alle loro vie malvagie e abbandonato la violenza delle loro mani, cambiò idea(La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico II”). I Niniviti si pentirono davanti a Dio coprendosi di sacchi e cenere. Abbandonarono le loro vie malevole del passato e smisero di compiere azioni malvagie. Alla fine, si guadagnarono la misericordia di Dio. Io, al contrario, parlavo solo della mia intenzione di pentirmi. Tuttavia, quando ho davvero dovuto affrontare un ambiente, volevo soltanto proteggere di nuovo la faccia. Non era autentico pentimento! Dovevo abbandonare la reputazione e aprirmi sulla verità della mia corruzione con i miei fratelli e sorelle. Dovevo permettere a tutti di vedere chiaramente la mia vera statura, così che smettessero di ammirarmi e adorarmi e capissero la giustizia di Dio dal mio fallimento, traendone un monito. Resamene conto, mi sono aperta e ho condiviso su ciò che avevo rivelato e su come mi ero comportata da quando ero diventata una leader: avevo esaltato me stessa e mi ero messa in mostra. Finito di condividere, ho provato un’estrema liberazione nel cuore.

Qualche giorno dopo, i leader superiori mi hanno assegnato un dovere. L’emozione è stata tale che ho pianto. Non mi sarei mai aspettata che, una volta che mi fossi davvero pentita davanti a Dio, avrei visto il Suo volto sorridente. Egli non mi aveva abbandonata, né mi aveva trattata in base alle mie trasgressioni. Ero estremamente commossa. In segreto, ho deciso: “In futuro, nell’assolvimento del mio dovere, devo avere un cuore che teme Dio, esaltarLo consapevolmente, renderGli testimonianza, fare del mio meglio per perseguire la verità, svolgere i miei doveri in modo concreto e smettere di far sfoggio di me stessa”. In seguito, nell’assolvimento dei miei doveri, mi sono frenata molto di più. Ogni volta che volevo mettermi in mostra, pregavo consapevolmente Dio, accettavo il Suo scrutinio, mi ribellavo alle mie intenzioni sbagliate e non agivo più seguendo la mia indole corrotta. Praticare in questo modo mi ha colmato il cuore di serenità.

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