58. Cosa si nasconde davvero dietro al sottrarsi alla supervisione?

di Lin Wei, Cina

Nel giugno del 2021 sono stata eletta predicatrice. All’inizio non conoscevo bene il mio lavoro, quindi ho imparato con umiltà dai miei collaboratori. Dopo un po’ di tempo, parte del lavoro nelle chiese di cui ero responsabile ha dato qualche risultato. Tuttavia, un’altra parte del lavoro non aveva fatto molti progressi. Durante una riunione, una leader superiore mi ha chiesto: “Che lavoro hai svolto in questo periodo? Come procedono i vari elementi del lavoro nella chiesa?” Ho pensato: “Da quando ho preso in mano il lavoro, non c’è stato alcun progresso nella coltivazione degli irrigatori. Non vi farò cenno per ora, per evitare che la leader dica che non sto lavorando bene e che mi guardi dall’alto in basso. Ma ci sono stati alcuni risultati nel lavoro del Vangelo e in quello di allontanamento dalla chiesa. Se parlo di questi, allora la leader avrà sicuramente una buona impressione di me e penserà che io sia capace di svolgere questo dovere”. Pertanto, ho parlato solo del lavoro che aveva ottenuto risultati. Non mi aspettavo che lei poi mi chiedesse dei progressi nella coltivazione degli irrigatori. Mi sono detta: “Se la leader scopre che non ho trovato candidati adatti alla coltivazione, dirà che non ho capacità lavorative?” Così ho risposto: “Al momento sono alla ricerca di persone”. A quel punto, la leader non mi ha chiesto ulteriori dettagli. Mi ha solo esortato a coltivare le persone il prima possibile. In cuor mio ero segretamente felice, convinta di averla in fin dei conti fatta franca. Inaspettatamente, la leader mi ha chiesto di nuovo: “Ci sono rischi per la sicurezza per quanto riguarda le case adibite alle riunioni?” Appena ho sentito questa cosa, mi sono innervosita. Alcune abitazioni presentavano in effetti dei rischi per la sicurezza ma, poiché non riuscivamo a trovarne di adatte, continuavamo ad accontentarci di quelle. Se avessi detto la verità, cosa avrebbe pensato di me la leader? Avrebbe detto che avevo deliberatamente violato i principi e non avevo tenuto conto della sicurezza? Mi avrebbe potata? In quel momento ero un po’ irritata dentro di me: “Perché continua a fare domande così dettagliate?” Allora ho mentito: “C’è una situazione del genere, ma abbiamo usato quella casa solo una volta. Al mio ritorno, cambierò le cose”. La leader sembrava aver letto nella mia mente. Mi ha potata, dicendo: “Sei ben consapevole che la casa adibita alle riunioni non è sicura, eppure continui a usarla. Se dovesse succedere qualcosa, le conseguenze sarebbero inimmaginabili! Sarai in grado di sopportarle? Inoltre, non sono ancora stati trovati irrigatori adatti alla coltivazione. Questo non sta forse ritardando il lavoro?” Sentendo le parole della leader, sono andata ancora di più nel panico: “La leader ha scoperto così tanti problemi in me la prima volta che mi ha incontrata. Come faccio a farmi vedere in giro? Dirà che non sono all’altezza del dovere?” Allo stesso tempo, dentro di me mi sono anche difesa: “Non è da molto tempo che sono responsabile del lavoro, quindi è comprensibile che una parte non sia stata fatta bene. L’altro mio lavoro non ha forse prodotto qualche risultato? Dovresti darmi un po’ di tempo, in modo che io possa fare le cose con calma”. Mi sono giustificata dicendo che avevo appena iniziato la formazione e che non avevo ancora capito alcuni principi. La leader ha ascoltato e poi ha condiviso con me su alcuni principi. La questione è stata chiusa.

Qualche giorno dopo, quella stessa leader superiore è venuta nella nostra chiesa per sbrigare alcune faccende. Di sfuggita, mi ha chiesto quanti leader e lavoratori nella mia area di competenza potessero essere promossi e coltivati e se ce ne fosse qualcuno da destituire o riassegnare. Ho pensato: “L’ultima volta che la leader si è informata sul lavoro, sono stati smascherati molti miei problemi e molte mie deviazioni. Perché me lo chiede di nuovo? Non sono in contatto frequente con alcuni leader e lavoratori e non sono molto sicura che possano essere promossi e coltivati. Per quanto riguarda i leader e i lavoratori che non ottengono buoni risultati nello svolgimento dei loro doveri, non so valutare in questo momento se debbano essere riassegnati. Cosa dovrei dire? Se dico che non lo so, allora la leader penserà che io non stia facendo un lavoro reale. Se dico che lo so, non sarò in grado di parlare chiaramente dei dettagli”. Pertanto, ho risposto in modo superficiale: “Non sono in grado di discernere questo, non saprei valutarlo correttamente”. La leader ha visto che non riusciva a ottenere una risposta alle domande e non ha chiesto altro. In seguito, mi sono resa conto che il mio atteggiamento era sbagliato e ho provato un po’ di biasimo per me stessa. La leader voleva solo capire i dettagli del lavoro della chiesa e non era vero che io non capissi nulla. Perché non riuscivo a parlare onestamente e basta?

Il giorno dopo, la leader è venuta da me per la condivisione e mi ha chiesto: “Perché non hai parlato sinceramente quando hai riferito in merito alla situazione del lavoro, e perché non vuoi che le persone supervisionino e controllino il lavoro di cui sei responsabile? Che indole è questa?” A sentire le sue parole, il cuore mi batteva forte nel petto. “Ora cosa penserà di me la leader? Non ho svolto un lavoro reale e non le ho permesso di supervisionare il lavoro. Questo è certamente un problema serio!” Perciò ho risposto con cautela: “Ho appena capito che sono stata piuttosto propensa all’inganno”. Lei ha replicato in modo solenne: “Hai davvero un’indole propensa all’inganno. Ma ti senti oppositiva nei confronti del lavoro di supervisione e non permetti alle persone di capire lo stato di avanzamento del lavoro. Questo ostacola l’attuazione del lavoro della chiesa. Ciò rivela l’indole di un anticristo. Devi riflettere a fondo su te stessa!” Quando ho sentito le parole della leader, ho provato un po’ di paura nel cuore. Non mi aspettavo che la natura del problema fosse così grave. Ho pregato Dio nel mio cuore e Gli ho chiesto di guidarmi a capire i miei problemi. In seguito, la leader mi ha indicato un passo delle parole di Dio, che mi ha dato una certa comprensione della mia indole corrotta. Dio Onnipotente dice: “Qualunque sia il lavoro in cui un anticristo è impegnato, egli teme che il Supremo venga a saperne di più e chieda informazioni. Se il Supremo chiede informazioni sullo stato dei lavori o del personale, l’anticristo si limiterà a rendere conto in modo superficiale di alcune banalità, di alcune cose che ritiene sia giusto che il Supremo sappia, per le quali non ci sarebbero conseguenze se le venisse a sapere. Se il Supremo insiste per chiedere informazioni sul resto, l’anticristo sarà convinto che si stia intromettendo nel suo dovere e nei suoi ‘affari interni’. Non gli dirà più niente, ma farà il finto tonto, ingannando e nascondendo le cose. […] quindi qual è il loro obiettivo nel lavorare? È garantirsi il proprio prestigio e il proprio sostentamento. Qualunque cosa cattiva facciano, non rivelano agli altri l’intenzione e il motivo delle loro azioni. Devono mantenerli strettamente riservati; per loro, sono informazioni top secret. Qual è l’argomento più delicato, per persone così? È quando chiedi loro: ‘Cosa hai fatto di recente? L’assolvimento del tuo dovere ha prodotto qualche risultato? Si sono verificati intralci o disturbi nell’area interessata dal tuo lavoro? Come li hai gestiti? Sei al punto in cui dovresti essere, con il tuo lavoro? Hai svolto il tuo dovere con lealtà? Le decisioni lavorative che hai preso hanno comportato perdite per gli interessi della casa di Dio? I leader che non sono all’altezza degli standard sono stati destituiti? Sono state promosse e coltivate persone di buona levatura che perseguono abbastanza bene la verità? Hai represso le persone che sono state insubordinate verso di te? Che conoscenza hai della tua indole corrotta? Che tipo di persona sei?’ Questi sono gli argomenti più delicati per loro. Sentirsi porre queste domande è ciò di cui hanno più paura, quindi, invece di aspettare che tu gliele ponga, si affretteranno a trovare un altro argomento con cui insabbiarle. Vorrebbero sviarti con ogni mezzo, impedendoti di sapere com’è effettivamente la situazione allo stato attuale. Ti tengono sempre all’oscuro, impedendoti costantemente di sapere fino a che punto sono effettivamente arrivati con il loro lavoro. Non c’è un briciolo di trasparenza in questo comportamento. Queste persone hanno una vera fede in Dio? Hanno timore di Dio? No. Non forniscono mai attivamente un resoconto sul lavoro, né segnalano in modo proattivo gli incidenti nel loro lavoro; non chiedono, non ricercano, né parlano mai apertamente a proposito delle sfide e della confusione che hanno incontrato nel loro lavoro, ma arrivano al punto di nascondere quelle cose, raggirando e ingannando gli altri. Non c’è alcuna trasparenza nel loro lavoro; solo quando il Supremo li spinge a fornire una relazione e un resoconto circostanziati, con riluttanza, diranno qualcosa. Preferirebbero morire, piuttosto che parlare di qualsiasi questione che coinvolga la loro reputazione e il loro prestigio: morirebbero prima di dire una sola parola al riguardo. Anzi, fingono di non aver capito. Questa non è forse l’indole di un anticristo?(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte seconda)”). Dalle parole di Dio, ho visto che gli anticristi hanno sempre paura che il Supremo si informi sul loro lavoro e che venga a conoscenza dello stato del loro lavoro. Temono da morire che le cose che non hanno fatto, o le loro mancanze e carenze, vengano smascherate. Per proteggere reputazione e prestigio, si impegnano al massimo in insabbiamenti e trucchi, in modo che gli altri non scoprano la verità. Ho ripensato a me stessa. Ero uguale a loro. Quando la leader aveva cercato di informarsi sul mio lavoro, per dimostrare che avevo capacità lavorative avevo preso l’iniziativa di parlarle del lavoro che aveva dato risultati. Tuttavia, avevo taciuto su quello che non ne aveva prodotti. Quando la leader mi aveva domandato dei progressi nella coltivazione degli irrigatori, anche se ero ben consapevole di essere in difficoltà e di non svolgere un lavoro reale, avevo paura che, se avessi detto la verità, lei mi avrebbe potata, così ero stata propensa all’inganno e avevo detto che il lavoro procedeva, facendole credere erroneamente che stavo svolgendo un lavoro reale. In questo modo, pensavo di poter proteggere la mia immagine nella sua mente. Quando la leader aveva chiesto se le case adibite alle riunioni fossero sicure, temevo che, se avesse conosciuto la situazione reale, mi avrebbe potata per aver agito senza principi e così avevo insabbiato i fatti e parlato in maniera ambigua, evitando di menzionare le aree importanti della questione per farle credere che solo in quell’occasione avessi mancato di agire secondo i principi. Avevo ingannato la leader e avevo cercato di farla franca. Quando lei mi aveva potata e smascherata, avevo capito che non potevo più nascondere la cosa. Temevo di perdere la faccia e così avevo trovato delle scuse, dicendo che non era da molto tempo che facevo quel dovere e che non capivo i principi. Inoltre, quando la leader superiore mi aveva chiesto informazioni sui leader e sui lavoratori nell’area di mia competenza, nonostante fossi ben consapevole di non capire alcune persone, ero stata superficiale, avevo detto che non ero in grado di discernerle e che non riuscivo a capirle a fondo. Ho visto che, per proteggere reputazione e prestigio, mi ero abbandonata a inganni e trucchi a ogni occasione per insabbiare le deviazioni e le imperfezioni nel lavoro. Ero davvero troppo sfuggente e propensa all’inganno! In realtà, è assolutamente appropriato che i leader chiedano informazioni sulla situazione del lavoro. È anche normale che ci siano deviazioni e problemi nel lavoro. Fin tanto che riesco a capire in quali aree che non sono riuscita ad agire e ribalto la situazione, non c’è problema. Tuttavia, non ero stata in grado di trattarle correttamente e non avevo pensato a come fare le cose a vantaggio del lavoro della chiesa. Invece, per proteggere reputazione e prestigio, mi ero apertamente abbandonata all’inganno e all’imbroglio. Avevo dedicato tutti i miei sforzi a insabbiare le deviazioni e i difetti nel lavoro. Avevo una paura mortale che venissero scoperti dalla leader. Di conseguenza, lei non era stata in grado di capire i problemi nel lavoro e non aveva potuto condividere su di essi e risolverli tempestivamente. Quello che stavo facendo era ostacolare il lavoro della chiesa. Mi stavo opponendo a Dio! Non avevo assolutamente un cuore che teme Dio. Ciò che avevo rivelato era l’indole di un anticristo.

In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio e ho acquisito una certa comprensione dei danni e delle conseguenze del perseguire reputazione e prestigio. Dio Onnipotente dice: “Se sei una persona che ama la verità, sopporterai diverse difficoltà per praticarla. Anche se ciò significa sacrificare la tua reputazione, il tuo prestigio e affrontare la derisione e l’umiliazione da parte degli altri, non ti importa: purché tu riesca a praticare la verità e a soddisfare Dio, ciò è sufficiente. Chi ama la verità sceglie di praticarla e di essere sincero. Questa è la retta via ed è benedetta da Dio. Se una persona non ama la verità, cosa sceglie? Sceglie di ricorrere alla menzogna per difendere la propria reputazione, il proprio prestigio, la propria dignità e la propria integrità. Preferisce essere ingannevole, nonché disprezzata e respinta da Dio. Persone di questo genere rifiutano la verità e rifiutano Dio. Privilegiano la reputazione e il prestigio; vogliono essere ingannevoli. Non gli importa se Dio è contento o se le salverà. Costoro possono ancora essere salvate da Dio? Certamente no, perché hanno scelto il cammino sbagliato. Possono solo vivere mentendo e imbrogliando; possono solo vivere una vita dolorosa in cui dicono menzogne, le nascondono e si scervellano per difendersi giorno dopo giorno. Se credi che le menzogne possano proteggere la reputazione, il prestigio, la vanità e l’orgoglio che desideri, ti sbagli di grosso. In realtà, mentendo non solo non riesci a preservare la tua vanità e il tuo orgoglio, la tua dignità e la tua integrità ma, cosa ancor più deplorevole, perdi l’opportunità di praticare la verità e di essere una persona sincera. Anche se in quel momento riesci a difendere la tua reputazione, il tuo prestigio, la tua vanità e il tuo orgoglio, hai sacrificato la verità e hai tradito Dio. Questo significa che hai del tutto perso la possibilità di essere salvato e perfezionato da Lui, e questa è la perdita più grande e un rimpianto eterno. Le persone ingannevoli non lo capiranno mai(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo una persona onesta può vivere una vera sembianza umana”). Dalle parole di Dio ho capito che Egli ama le persone oneste, ma odia e detesta quelle propense all’inganno. Se qualcuno usa costantemente bugie e imbrogli per proteggere la propria reputazione e il proprio prestigio, allora è una persona propensa all’inganno e non può essere salvata. Ripensandoci, la leader aveva domandato del lavoro e lo aveva seguito, in modo da poter comprendere lo stato della chiesa. Chiunque avesse avuto un minimo di ragione avrebbe dovuto rispondere sinceramente. Tuttavia, avevo una paura mortale che la leader scoprisse le deviazioni e i problemi nel mio lavoro e che questo influisse sulla buona impressione che lei aveva di me. Avevo riferito solo le buone notizie, senza menzionare alcun problema, e avevo parlato in maniera ambigua per insabbiare le cose. Per esempio, la questione della coltivazione delle persone. Sapevo bene di essere in difficoltà e di non averla attuata, eppure avevo mentito dicendo che stavo facendo progressi. C’era anche la faccenda della casa adibita alle riunioni. In più di un’occasione l’avevo utilizzata contravvenendo ai principi e si trattava di violazioni consapevoli e deliberate. Nonostante ciò, avevo usato sofismi con la leader, dicendo che non avevo capito i principi. Poiché non dicevo la verità, la leader non era riuscita a capire la situazione reale e non aveva avuto modo di risolvere tempestivamente i vari problemi e le deviazioni nel lavoro. Non appena i problemi si presentavano, ostacolavano il lavoro. Facendo così, mi opponevo a Dio. Mi facevo detestare da Lui. Mi ero affidata alle menzogne per proteggere reputazione e prestigio, insabbiando i fatti. Pensavo di poter proteggere reputazione e prestigio ingannando le persone. Tuttavia, i fatti dimostravano che ogni volta che mentivo e mettevo in atto dei trucchi, la leader mi capiva bene e a fondo. Non solo non ero riuscita a proteggere reputazione e prestigio, ma avevo finito per rendermi ancora più ridicola. Poiché mi ero cimentata in bugie e inganni, la mia coscienza era soggetta a biasimo. Ho pensato a quei falsi leader e anticristi che erano stati rivelati ed eliminati. Per proteggere reputazione e prestigio e per stabilire un’immagine di sé nel cuore delle persone, non accettano lo scrutinio di Dio quando svolgono il loro dovere né la supervisione dei fratelli e delle sorelle. Anche se fanno una totale confusione nel loro lavoro, comunque lo insabbiano in modo che nessun altro lo scopra. Di conseguenza, danneggiano gravemente il lavoro della chiesa e alla fine vengono destituiti ed eliminati. Il mio comportamento non era forse identico al loro? Per proteggere reputazione e prestigio, di volta in volta mi ero comportata in modo propenso all’inganno per coprire le deviazioni e i difetti nel mio lavoro. Avevo imbrogliato le persone e avevo cercato di ingannare Dio. Se non mi fossi pentita, allora sarei stata certamente sdegnata da Lui e avrei perso la mia possibilità di salvezza.

Durante la mia devozione spirituale, ho letto queste Sue parole: “La casa di Dio supervisiona, osserva e cerca di comprendere coloro che svolgono un dovere. Siete in grado di accettare questo principio della casa di Dio? (Sì.) È meraviglioso se riesci ad accettare che la casa di Dio ti supervisioni, ti osservi e cerchi di comprenderti. Ti aiuta a compiere bene il tuo dovere, a essere capace di svolgerlo all’altezza degli standard e in modo che soddisfi le intenzioni di Dio. Ti arreca dei vantaggi e ti aiuta, senza alcun aspetto negativo. Una volta compreso questo principio, non dovresti forse smettere di nutrire sentimenti di opposizione o circospezione nei confronti della supervisione dei leader, dei lavoratori e del popolo eletto di Dio? Anche se a volte qualcuno cerca di comprenderti, ti osserva e supervisiona il tuo lavoro, non è una cosa da prendere sul personale. Perché dico questo? Perché i compiti che ora sono tuoi, il dovere che svolgi e qualsiasi lavoro tu esegua non sono affari privati o lavoro personale di un solo individuo: riguardano il lavoro della casa di Dio e si riferiscono a una parte della Sua opera. Pertanto, quando qualcuno ti supervisiona o ti osserva per un po’ di tempo, oppure arriva a capirti a un livello profondo, cercando di comunicare a cuore aperto con te e di scoprire in quale stato tu ti sia trovato in questo periodo, e persino quando, certe volte, il suo atteggiamento è un tantino più duro e questa persona ti pota, ti disciplina e ti rimprovera un po’, questo è perché ha un atteggiamento coscienzioso e responsabile verso il lavoro della casa di Dio. Non dovresti avere pensieri o emozioni negativi verso questo fatto. Cosa significa saper accettare quando gli altri supervisionano, osservano e tentano di capirti? Che, in cuor tuo, accetti lo scrutinio di Dio. Se non accetti la supervisione, l’osservazione e i tentativi di capirti delle persone nei tuoi confronti, se opponi resistenza a tutto questo, sei forse in grado di accettare lo scrutinio di Dio? Quest’ultimo è più dettagliato, approfondito e accurato di quando le persone tentano di capirti; i Suoi requisiti sono più specifici, rigorosi e approfonditi. Se non sai accettare di essere supervisionato dal popolo eletto di Dio, le affermazioni secondo cui sai accettare lo scrutinio di Dio non sono forse parole vuote? Per essere in grado di accettare lo scrutinio e l’esame di Dio, devi prima accettare di essere supervisionato da parte della casa di Dio, dei leader e dei lavoratori, o dei fratelli e delle sorelle(La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (7)”). Dalle parole di Dio ho capito che tutti hanno un’indole corrotta e che spesso sono involontariamente superficiali nel fare i loro doveri. Di frequente fanno anche cose che violano i principi in base alle proprie idee, danneggiando il lavoro della chiesa. Prima di ottenere la verità, nessuno è affidabile. Pertanto, quando svolgiamo i nostri doveri, dobbiamo accettare la supervisione dei leader, dei fratelli e delle sorelle. Questo è vantaggioso sia per il lavoro della chiesa che per il nostro ingresso nella vita. È proprio come in questa occasione quando, grazie alla tempestività con cui la leader si era informata sul lavoro e lo aveva seguito, avevo finalmente scoperto che il mio lavoro nel coltivare le persone non era progredito e questo stava già ostacolando il lavoro. Solo quando la leader aveva seguito il lavoro e ne era venuta a conoscenza, avevo avvertito un senso di urgenza e avevo voluto metterlo in pratica in fretta e furia per non causare grossi danni al lavoro. Inoltre, avevo selezionato le case adibite alle riunioni senza alcun principio. Se non fosse stato per la leader che me lo aveva chiesto ripetutamente, avrei continuato a giustificare me stessa e ad agire in violazione dei principi. Una volta che gli arresti da parte del gran dragone rosso si fossero abbattuti su di noi e il lavoro della chiesa fosse stato danneggiato, sarebbe stato troppo tardi per i rimpianti. Inoltre, non capivo la situazione dei leader della chiesa. Alcuni avrebbero dovuto essere coltivati e invece non lo erano, mentre non mi era chiaro chi dovesse essere destituito. Ero in una confusione totale. Anche se era così, cercavo comunque di insabbiare le cose. Se la leader non avesse chiesto informazioni sul lavoro, non mi sarei mai accorta che c’erano così tante deviazioni e così tanti difetti nello svolgimento dei miei doveri e non mi sarei agitata né mi sarei fatta coraggio per cambiare le cose. Per quanto mi riguarda, è molto probabile che sarei stata riassegnata o destituita perché non stavo facendo un buon lavoro. Ho visto che, se la leader superiore non avesse seguito prontamente il lavoro e non avesse scoperto la situazione, semplicemente non sarei stata in grado di compiere il mio dovere in conformità con i principi. Avrei solo potuto compiere il male e oppormi a Dio affidandomi alla mia indole corrotta. Soltanto ora ho capito che, quando la leader supervisiona e controlla il mio lavoro, non mi sta guardando dall’alto in basso né mi sta mettendo in imbarazzo di proposito. Al contrario, sta adempiendo le proprie responsabilità nei confronti del suo lavoro. Mi aiuta a fare bene il mio dovere e protegge gli interessi della chiesa. È una cosa positiva. Tuttavia, mi opponevo a ciò e avevo cercato di sottrarmene. Così facendo, provavo avversione per la verità. Stavo combattendo contro Dio! Non potevo continuare a tenere conto della mia faccia e del mio prestigio e a sfuggire al lavoro di supervisione della leader. Dovevo trattare correttamente le deviazioni e i difetti nel mio lavoro. In seguito, ho cambiato la casa adibita alle riunioni che presentava un rischio per la sicurezza e ho segnalato alla leader le circostanze e le difficoltà reali nel coltivare gli irrigatori. La leader ha fatto notare che non stavo vagliando le persone secondo i principi e che i miei requisiti per le persone erano troppo alti. Inoltre, ha condiviso con me sui principi e ha vagliato le persone insieme a me. Alla fine, abbiamo selezionato quelle che erano in grado di essere coltivate.

Successivamente, ho letto altre parole di Dio: “Devi cercare la verità per risolvere qualsiasi problema che si presenti, qualunque esso sia, e non camuffarti in nessun modo e non indossare una maschera con gli altri. Le tue mancanze, le tue carenze, i tuoi difetti, la tua indole corrotta: sii completamente aperto su tutto questo e condividilo con gli altri. Non tenertelo dentro. Imparare ad aprirti è il primo passo per avere accesso alla vita, ed è il primo ostacolo, il più difficile da superare. Una volta che l’avrai superato, entrare nella verità sarà facile. Cosa significa compiere questo passo? Significa che stai aprendo il tuo cuore e mostrando tutto ciò che hai, che sia buono o cattivo, positivo o negativo; che ti stai mettendo a nudo per gli altri e perché Dio lo veda; che non stai nascondendo nulla a Dio, che non Gli celi nulla, che non metti su alcuna maschera, senza propensione all’inganno né trucchi, e sei parimenti aperto e onesto con le altre persone. In questo modo vivi nella luce, e non solo Dio ti sottoporrà a scrutinio, ma gli altri potranno vedere che agisci secondo principio e con una certa trasparenza. Non hai bisogno di proteggere con ogni mezzo la tua reputazione, la tua immagine e il tuo prestigio, né hai bisogno di coprire o camuffare i tuoi errori. Non serve che ti impegni in questi sforzi inutili. Se riesci ad abbandonare queste cose, sarai molto rilassato e vivrai senza vincoli né dolore, interamente nella luce(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). “Non agire sempre per il tuo tornaconto e non considerare costantemente i tuoi interessi personali; non preoccuparti degli interessi degli uomini e non pensare affatto al tuo orgoglio, alla tua reputazione e al tuo prestigio. Devi prima considerare gli interessi della casa di Dio e farne la tua priorità. Devi tenere in considerazione le intenzioni di Dio e cominciare col riflettere se ci siano state o meno impurità nello svolgimento del tuo dovere, se tu sia stato leale, se tu abbia adempiuto le tue responsabilità e abbia dato tutto te stesso e, allo stesso modo, se tu abbia o meno riflettuto con tutto il cuore sul tuo dovere e sul lavoro della chiesa. Devi considerare queste cose. Se ci pensi spesso e le comprendi, ti sarà più facile svolgere bene il tuo dovere(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). Le parole di Dio hanno evidenziato il cammino di pratica per fare bene il nostro dovere. Dobbiamo accettare il Suo scrutinio e non usare mezzi subdoli o trucchi per amore della reputazione e del prestigio. Dobbiamo mettere al primo posto gli interessi della chiesa e aprirci e cercare prontamente in merito alle cose che non capiamo o non riusciamo a fare. Non dobbiamo dissimulare o indossare una maschera nel discutere del lavoro che non è stato fatto bene e dobbiamo agire nella maniera più vantaggiosa per il lavoro. In questo modo, la nostra condotta non è faticosa e possiamo ottenere l’approvazione di Dio nello svolgimento dei nostri doveri.

In seguito, indipendentemente dal fatto che i leader venissero a chiedermi informazioni sul lavoro o che mi inviassero una lettera per seguirlo, mi ribellavo sempre consapevolmente alla mia indole corrotta e adottavo l’atteggiamento corretto. Una volta, i leader superiori ci hanno mandato una lettera in cui ci chiedevano di fare un resoconto su diversi elementi del lavoro e, se qualcuno di essi non avesse dato buoni risultati, avremmo dovuto fornire una motivazione. Ho pensato: “Nelle ultime due settimane sono stata impegnata nell’attuazione del lavoro di allontanamento. Non ho avuto modo di seguire il resto del lavoro. In una delle chiese mancano i leader e non ci sono ancora state le elezioni. Non ho nemmeno seguito il lavoro di irrigazione né quello del Vangelo. Non so molto di ciò che succede in queste aree del lavoro. Come posso presentare un resoconto quando tanti compiti non sono stati svolti? Se i leader lo scoprono, diranno che non sto facendo un lavoro reale e che non sono capace di svolgere questo lavoro? Perché non mi limito a segnalare i lavori che al momento non sono stati svolti e invece lo faccio solo dopo averli portati a termine?” Poi ho cambiato idea e mi sono detta: “È sbagliato! Non sto forse cercando di nascondere i fatti, di essere propensa all’inganno e di giocare d’astuzia?” In quel momento mi sono resa conto che il mio stato non era corretto. Ho subito pregato Dio. Mi sono ricordata di queste Sue parole: “Coloro che sono in grado di mettere in pratica la verità riescono ad accettare lo scrutinio di Dio nelle cose che fanno. Quando accetterai lo scrutinio di Dio, il tuo cuore sarà sulla strada giusta(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). È vero. Dio richiede che dobbiamo fare tutto davanti a Lui e accettare il Suo scrutinio. Non posso più fare le cose davanti alle persone, essere propensa all’inganno e ricorrere a trucchi per venire lodata da loro. Questo porta Dio a detestarmi. Indipendentemente da cosa pensano gli altri di me, devo praticare l’essere una persona onesta secondo le Sue parole. Le cose devono essere chiare e perfettamente conformi ai fatti. Solo questo è conforme all’intenzione di Dio. Poi L’ho pregato: “Caro Dio, non ho svolto bene una parte del lavoro e voglio insabbiare questa cosa evitando di segnalarla. Guidami a rinunciare alla reputazione e al prestigio, a praticare la verità per essere una persona onesta e a riportare sinceramente la situazione ai leader”. Dopo aver pregato, ho messo per iscritto e in maniera sincera lo stato di tutti gli elementi del lavoro della chiesa e ho passato lo scritto ai leader. Dopo di che, ho riassunto rapidamente i miei problemi e le mie deviazioni e ho continuato a seguire e gestire questi compiti. Alla fine, ho completato l’attuazione di tutto il lavoro che non era stato finito. Praticando in questo modo, mi sono sentita molto a mio agio nel cuore. In seguito, una parte del lavoro nelle chiese di cui ero responsabile non era stata attuata in modo tempestivo. I leader hanno seguito e supervisionato il lavoro in maniera continuativa. Grazie a ciò, hanno potuto sollecitarmi a fare il lavoro prontamente e a risolvere le cose. Quando ho trovato problemi che non riuscivo a risolvere, ho prontamente riportato anch’essi ai leader e loro mi hanno indicato un cammino di pratica. Mi hanno dato molta guida e tanto aiuto nel mio lavoro. Ora, accetto dal profondo del cuore che i leader supervisionino e seguano il mio lavoro.

Attraverso questa rivelazione, ho finalmente visto che nella mia natura non amavo la verità. Per amore della reputazione e del prestigio, ero persino capace di mentire, ingannare, insabbiare i difetti nel lavoro e sfuggire alla supervisione dei leader. Stavo percorrendo il cammino degli anticristi! Allo stesso tempo, ho anche capito che, se svolgo il mio dovere senza la supervisione dei leader e dei lavoratori, allora non sarò semplicemente in grado di fare bene il lavoro. Il lavoro di supervisione di leader e lavoratori è stato davvero vantaggioso per me!

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