59. Ho lasciato andare il mio sentirmi in debito nei confronti dei miei figli

di Yi Shan, Cina

Nel 2003, ho accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Ero particolarmente emozionata all’idea di poter accogliere il ritorno del Signore Gesù e volevo subito dare questa splendida notizia ai miei fratelli e alle mie sorelle nel Signore, in modo che potessero tutti venire dinanzi a Dio. Perciò, mi sono rapidamente unita al gruppo del Vangelo.

Nel marzo del 2004, per esigenze del lavoro sono andata in altre zone a predicare il Vangelo. In quel periodo, ero piena di determinazione e volevo andare a predicare il Vangelo il prima possibile, così da poter aiutare più persone ad ascoltare la voce di Dio e accettare la grazia della Sua salvezza degli ultimi giorni. Ma poi ho pensato: “Se io me ne vado, chi si prenderà cura dei miei due figli? Mia figlia ha tredici anni e mio figlio dodici. Li ho sempre allevati personalmente. Mio marito è impegnato tutto il giorno con il lavoro e non si è mai interessato molto ai bambini. Se io vado via per svolgere il mio dovere, chi si assicurerà che ricevano tre pasti completi al giorno? Se non c’è nessuno a occuparsi di loro e succede qualcosa, mio marito e mia suocera non diranno che non ho adempiuto alle mie responsabilità di madre? Anche i miei parenti e i vicini direbbero che non sono una buona madre”. Quando ho pensato così, ho avvertito uno spiacevole sentimento nel cuore, come se fosse schiacciato da un enorme masso. Sono giunta davanti a Dio per pregare: “Caro Dio, voglio andare a predicare il Vangelo, ma non posso abbandonare i miei figli. Ho paura che nessuno se ne prenderà cura quando io non ci sarò. In che modo dovrei praticare? Possa Tu illuminarmi e guidarmi”. Dopo aver pregato, ho ricordato le parole di Dio: “Chi tra voi sa davvero spendersi totalmente e sacrificare ogni cosa per Me? Siete tutti degli indecisi, continuate a pensarci e ripensarci, concentrandovi sulla casa, sul mondo esterno, sul cibo e sui vestiti. Benché tu sia dinanzi a Me, impegnato a fare delle cose per Me, in cuor tuo pensi ancora a tua moglie, ai tuoi figli e ai tuoi genitori, che sono a casa. Costoro sono forse una tua proprietà? Perché non li metti nelle Mie mani? Non hai abbastanza fede in Me? Oppure temi che Io dia disposizioni inopportune per te? Perché ti preoccupi costantemente dei tuoi consanguinei e ti preoccupi per i tuoi cari? Occupo un certo spazio nel tuo cuore? Parli ancora di lasciare che Io abbia il dominio dentro di te e che occupi tutto il tuo essere: sono tutte bugie ingannevoli! Quanti di voi sono totalmente dediti alla chiesa? Chi tra voi non pensa a sé stesso, ma agisce per il Regno di oggi? Rifletteteci molto attentamente(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 59”). Dalle parole di Dio ho capito che Egli è il Creatore e regna sovrano e domina sul destino di tutte le persone, perciò non erano nelle Sue mani anche i miei due figli? Egli aveva già disposto ciò che sarebbe accaduto loro in futuro. Non avevo motivo di preoccuparmi. Dovevo avere fede in Dio e affidarGli i miei figli. Così, dopo averli sistemati, sono andata a svolgere il mio dovere con tranquillità.

Nell’inverno del 2004, faceva molto freddo. Avevo sentito dire ad alcuni fratelli e sorelle che intendevano comprare vestiti pesanti per i loro figli e ho cominciato a preoccuparmi per i miei. “Fa freddo, hanno vestiti che li tengano caldi? E se prendessero un malanno?” Così ho preso delle disposizioni riguardo al mio lavoro e me ne sono andata a casa. Quando sono arrivata, ho visto che i miei figli avevano imparato a cucinare e a lavarsi i vestiti da soli, e godevano entrambi di ottima salute. Ho pensato a quello che aveva detto Dio: “Perché non li metti nelle Mie mani? Non hai abbastanza fede in Me? Oppure temi che Io dia disposizioni inopportune per te? Perché ti preoccupi costantemente dei tuoi consanguinei e ti preoccupi per i tuoi cari?(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 59”). In passato avevo avuto troppo poca fede, ma ora che vedevo i miei figli stare bene potevo lasciarli e andare a svolgere i miei doveri con la serenità nel cuore. In seguito, quando ho rivisto i miei figli, li ho trovati cresciuti. Non solo aiutavano il padre a vendere la merce nel negozio, ma avevano anche imparato a comprare scorte di magazzino. Tutti quelli che li circondavano li elogiavano per la loro capacità e la loro competenza. Ero molto felice e grata a Dio. Dopodiché, ho predicato il Vangelo ai miei figli e loro lo hanno accettato e hanno letto le parole di Dio a casa.

Alla fine del 2012, sono stata arrestata mentre predicavo il Vangelo lontano da casa. Per una settimana, la polizia mi ha torturata per farmi vendere il leader della chiesa e durante tutto quel tempo mi ha rivolto minacce e intimidazioni, dicendo che ero una criminale politica perché credevo in Dio e che le persone come me sarebbero state condannate al carcere per un periodo dai tre ai sette anni. Al pensiero di una condanna tanto lunga, non facevo altro che piangere incessantemente. Pensavo: “I miei figli si preoccuperanno per me, se vengono a sapere che sono stata arrestata? Se la polizia scopre che anche loro credono in Dio, li arresterà? Non mi sono presa buona cura di loro in questi anni. Se ora li metto anche nei guai…” Più ci pensavo e più mi sentivo triste. Alcuni giorni dopo, inaspettatamente, la polizia mi ha condotta fino all’ingresso del centro di detenzione. Lì ho visto mia figlia e sono venuta a sapere che lei e suo fratello avevano cercato delle persone e avevano sfruttato alcuni contatti, mettendosi in un sacco di guai e spendendo 70-80mila yuan per farmi rilasciare su cauzione in attesa del processo, così avrei potuto scontare fuori la mia pena di 18 mesi. Arrivata a casa, mio marito ha detto: “I ragazzi si sono dati parecchio da fare per tirarti fuori da lì. Chiedevano notizie in giro quotidianamente e il loro cuore non era più rivolto agli affari. Erano preoccupati e spaventati tutto il giorno, temevano che venissi picchiata a morte dalla polizia. Nostro figlio diceva che ti avrebbe fatta uscire anche a costo di vendere tutto ciò che aveva”. Quando ho sentito mio marito dire così, ho pianto senza sosta. A ripensarci, me n’ero andata di casa per svolgere il mio dovere quando i miei figli erano adolescenti. Non mi ero presa buona cura di loro nel corso degli anni e adesso avevano perfino pagato una cifra tanto elevata per me. Sentivo davvero di averli abbandonati e volevo restare a casa e occuparmi di loro d’ora in avanti, assistendoli nella cura dei loro stessi figli e lavorando un po’ per ripagare il mio debito con loro. Non mi aspettavo che, dopo soli dieci giorni dal mio rilascio, un gruppo di 5-6 poliziotti facesse improvvisamente irruzione in casa mia e mi arrestasse, portandomi di nuovo in un centro di detenzione. Per sei giorni mi hanno torturata e interrogata, ma poi mi hanno rilasciata senza che io avessi detto nulla. Per evitare un altro arresto, non ho avuto altra scelta che lasciare la mia casa e andarmene altrove per svolgere i miei doveri.

Una volta, ho scritto a mia figlia per chiederle della situazione a casa. Lei mi ha detto che, da quando me n’ero andata, la polizia si era presentata più volte da loro per constringerli a rivelare dove mi trovassi. Il governo aveva interrotto l’attività lavorativa di mio figlio e anche mia figlia aveva smesso di frequentare le riunioni e svolgere i doveri perché, per via del mio arresto, la sua sicurezza era a rischio. Con il passare del tempo, mia figlia era diventata debole e mio figlio non voleva più andare alle riunioni. Dopo aver letto la lettera, mi sono sentita molto angosciata e ho pensato: “Se i miei due figli non credono in Dio, non saranno impossibilitati ad avere un buon esito in futuro? Se fossi a casa e condividessi con loro sulle parole di Dio, non sarebbero ancora in grado di credere in Dio e di svolgere i loro doveri correttamente? Trascorro i miei giorni in altre zone a predicare il Vangelo agli altri, ma adesso i miei stessi figli sono deboli e io non li ho aiutati né sostenuti in modo corretto. Non sono affatto una buona madre”. In quel periodo, il mio stato era pessimo e non mettevo il cuore nello svolgimento del mio dovere. I nuovi arrivati non venivano irrigati prontamente, il che portava alcuni di loro a diventare negativi. Sapevo che sarebbe stato pericoloso se non avessi cambiato il mio stato, così ho pregato Dio affinché potesse guidarmi a capire me stessa e a comprendere la Sua intenzione. Mi è venuto in mente un brano delle parole di Dio e l’ho cercato per leggerlo. Dio Onnipotente dice: “Le persone che vivono in questa società reale sono state profondamente corrotte da Satana. Che siano istruite o meno, molti aspetti della cultura tradizionale sono radicati nei loro pensieri e nelle loro opinioni. In particolare, ci si aspetta che le donne si occupino del marito e di crescere i figli, che siano buone mogli e madri amorevoli, che consacrino tutta la loro vita ai mariti e ai figli e che vivano per loro, assicurando alla famiglia tre pasti al giorno e facendo bene il bucato, le pulizie e tutti gli altri lavori domestici. Questo è lo standard a cui attenersi per essere brave mogli e madri affettuose. Inoltre, tutte le donne ritengono che questa sia la condotta da adottare e che, se così non fanno, allora non sono donne perbene e hanno violato la coscienza e gli standard della moralità. La violazione di questi standard morali peserà molto sulla coscienza di alcune di loro; sentiranno di aver deluso mariti e figli e di non essere donne perbene. Ma quando avrai acquisito la fede in Dio, letto molte delle Sue parole, compreso alcune verità e capito fino in fondo determinate questioni, penserai: ‘Sono un essere creato, dovrei svolgere il mio dovere in quanto tale e spendermi per Dio’. A quel punto, vi è un conflitto tra l’essere una buona moglie e una madre amorevole e lo svolgimento del proprio dovere di essere creato? Se vuoi essere una buona moglie e una madre amorevole, allora non puoi svolgere il tuo dovere a tempo pieno, ma se vuoi svolgere il tuo dovere a tempo pieno, allora non puoi essere una buona moglie e una madre amorevole. Che fare a questo punto? Se scegli di svolgere bene il tuo dovere e di essere responsabile dell’opera della chiesa e leale a Dio, allora devi rinunciare a essere una buona moglie e una madre amorevole. A questo punto, cosa penseresti? Che genere di discordanza ti sorgerebbe nella mente? Sentiresti di aver deluso i tuoi figli, tuo marito? Da dove viene questo senso di colpa e di disagio? Quando non adempi bene al dovere di essere creato, senti di aver deluso Dio? Non provi alcun senso di colpa o di rimorso perché il tuo cuore e la tua mente mancano del benché minimo accenno di verità. Allora, che cosa capisci? La cultura tradizionale e come essere una buona moglie e una madre amorevole. Perciò nella tua mente sorgerà la nozione secondo cui ‘se non sono una buona moglie e una madre amorevole, allora non sono una donna buona o rispettabile’. Da allora in poi sarai legata e incatenata da questa nozione e questo genere di nozioni ti manterranno in quello stato anche dopo che avrai acquisito la fede in Dio e svolto il tuo dovere. Quando vi è un conflitto tra lo svolgimento del proprio dovere e l’essere una buona moglie e una madre amorevole, anche se scegli a malincuore di assolvere il tuo dovere magari perché possiedi un po’ di lealtà nei confronti di Dio, in cuor tuo permarrà un sentimento di disagio e di rimorso. Pertanto, quando avrai un po’ di tempo libero durante lo svolgimento del tuo dovere, cercherai opportunità per prenderti cura dei tuoi figli e di tuo marito, volendo farti perdonare ancora di più, e penserai che non importa se dovrai soffrire ancora, pur di sentirti serena. Questo non è forse dovuto all’influenza delle idee e delle teorie della cultura tradizionale su come essere una buona moglie e una madre amorevole? Ora hai il piede in due scarpe: vuoi fare bene il tuo dovere, ma vuoi anche essere una buona moglie e una madre amorevole. Davanti a Dio, però, abbiamo solo una responsabilità, un obbligo e una missione: svolgere bene il dovere di essere creato. Hai compiuto bene questo dovere? Perché sei andata di nuovo fuori strada? Davvero non c’è alcun senso di colpa o di disapprovazione nel tuo cuore? Quando svolgi il tuo dovere, potresti sbagliare strada perché la verità non ha ancora posto le sue fondamenta nel tuo cuore e non regna ancora su di esso. Sebbene ora tu sia in grado di svolgere il tuo dovere, in realtà sei ancora molto lontana dagli standard della verità e dei requisiti di Dio. […] Credere in Lui è un’opportunità che Dio ci ha dato; è ordinata da Lui ed è la Sua grazia. Non hai pertanto alcun bisogno di adempiere a obblighi o responsabilità nei confronti di chiunque altro; dovresti solamente svolgere il tuo dovere di essere creato nei confronti di Dio. Questo è ciò che si deve fare al di sopra di tutto il resto, la cosa principale su cui si deve incentrare la propria vita. Se non compi bene il tuo dovere, non sei un essere creato qualificato(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto riconoscendo le proprie idee sbagliate ci si può realmente trasformare”). Dallo smascheramento delle parole di Dio, ho capito che ero stata vincolata dalle strette catene della cultura tradizionale. Avevo creduto che una buona madre dovesse vivere per i propri figli, assicurarsi che facessero tre pasti al giorno e occuparsi di ogni aspetto della loro vita, oltre che delle faccende domestiche. Soltanto così poteva essere una brava moglie e una madre amorevole. Se non ci riusciva, non era una brava donna: violava la coscienza e gli standard di moralità. Negli anni, io avevo sempre ritenuto che essere una brava moglie e una madre amorevole fosse il requisito per essere una brava donna. A prescindere da quanto soffrissi per i miei figli, credevo che fosse perfettamente naturale ed ero del tutto intenzionata a sgobbare per loro per tutta la vita. Pensavo che solo agendo così avrei potuto adempiere le mie responsabilità di madre. In particolare, dopo essere stata arrestata dal Partito comunista, i miei due figli avevano speso molti soldi per me, la loro attività lavorativa era stata ostacolata ed erano anche preoccupati e impauriti. Io mi sentivo ancora più in debito nei loro confronti. Pensavo di non essermi presa buona cura di loro e di averli fatti soffrire tanto a causa mia, così volevo lavorare di più per loro e aiutarli a occuparsi dei loro figli facendo del mio meglio per farmi perdonare. Quando ho sentito che mia figlia non poteva frequentare le riunioni né svolgere i suoi doveri per via del mio arresto, che mio figlio aveva perso il lavoro e che anche sua moglie lo stava ostacolando e perseguitando, facendogli perdere il coraggio di credere in Dio, ho pensato di aver fallito nelle mie responsabilità perché non avevo più letto loro le parole di Dio. Per questo motivo, vivevo rimproverandomi e non mettevo il cuore nello svolgimento del mio dovere. I nuovi arrivati, della cui irrigazione ero responsabile, non riuscivano a partecipare alle riunioni regolarmente per colpa della negatività e della debolezza, ma io non mi affrettavo a cercare le parole di Dio pertinenti per risolvere i loro problemi. Anzi, la mia mente pensava solo a come tornare a casa per badare ai miei figli. Dal momento che la mia sicurezza era a rischio, non potevo andarmene a casa e mi sentivo costantemente in debito con i miei figli, mentre il mio cuore era pieno di dolore e tormento. Avevo ritenuto che essere una buona moglie e una madre amorevole fosse più importante che ottenere la verità, svolgere il mio dovere ed essere salvata. Pur essendomi lasciata la famiglia e il lavoro alle spalle per svolgere il mio dovere in tutti quegli anni, i miei pensieri e i miei punti di vista non erano cambiati neanche un po’. Non pensavo a come adempiere bene davanti a Dio il dovere di un essere creato, bensì perseguivo l’essere una brava moglie e una madre amorevole. Avevo quasi mandato in rovina il mio dovere e la mia possibilità di essere salvata. Quant’ero stata cieca e ignorante! Ripensandoci, avevo parlato spesso ai miei figli del credere in Dio e li avevo condotti al Suo cospetto, dunque avevo adempiuto le mie responsabilità e non dovevo loro nulla. Le sofferenze che avevano patito erano state causate in realtà dal Partito comunista. Io avrei potuto tornarmene a casa e prendermi cura di loro, se non fosse stato per la persecuzione e gli arresti dei credenti in Dio da parte del Partito comunista. Avrei dovuto odiare il Partito perché aveva provocato sofferenza a me e ai miei figli. Tuttavia, davo tutta la colpa a me stessa e insistevo nel pensare che i miei figli soffrissero così perché non mi ero presa buona cura di loro come madre. Ero davvero stupida e incapace di capire a fondo le cose! Quando l’ho capito, il mio stato è un po’ cambiato. Sono riuscita a dedicare il mio cuore al dovere e anche i nuovi arrivati che erano deboli e negativi sono riusciti a riunirsi normalmente.

Nel 2023, sono stata tradita da un giuda e la polizia continuava a cercare di arrestarmi. Nel gennaio 2024, gli agenti hanno convocato mia figlia e le hanno chiesto di andare alla stazione di polizia. Lei ha pensato che io fossi stata arrestata un’altra volta e, in preda al panico, si è affrettata ad andarci. Inaspettatamente, la polizia l’ha costretta a firmare le “Tre Dichiarazioni” per negare e tradire Dio, e inoltre le hanno rivolto minacce e intimidizioni. Lei non ha capito fino in fondo la strategia di Satana e ha firmato. Quando sono venuta a saperlo, ho avvertito una gran tristezza nel cuore. Ho pensato: “Mia figlia è giudiziosa e obbediente e non mi ha mai impedito di credere in Dio. Quando sono stata arrestata dalla polizia, lei non ha potuto andare alle riunioni né svolgere il suo dovere perché rischiava l’arresto. Dopodiché, è stata limitata da suo marito e suo suocero, perciò in questi anni non ha perseguito correttamente la verità e ha vissuto perseguendo il denaro. Di conseguenza, non si è nutrita delle parole di Dio in maniera corretta né ha svolto il suo dovere. La chiesa l’aveva già allontanata in quanto miscredente. Ora lei ha firmato le ‘Tre Dichiarazioni’, il che significa che ha perso del tutto ogni possibilità di essere salvata”. Pensando a questo, non ho potuto controllare le lacrime che sono scese a fiumi. Se avessi potuto andare a casa regolarmente per vedere i miei figli e condividere più spesso con loro sulle parole di Dio, allora forse mia figlia avrebbe compreso più verità e non avrebbe firmato le “Tre Dichiarazioni”. Più ci pensavo e più condannavo me stessa. In quel periodo, non mi sentivo di fare nulla e non mettevo il cuore nello svolgimento dei miei doveri. Mi sono resa conto che il mio stato era pessimo, perciò sono venuta davanti a Dio per pregare, affinché Egli potesse guidarmi a comprendere la Sua intenzione.

Dopo aver pregato, ho letto le Sue parole: “Di chiunque si tratti, se è un determinato tipo di persona, percorrerà un determinato cammino. Non è forse certo? (Sì.) Il cammino che un individuo intraprende determina ciò che egli è. Il cammino che egli intraprende e il tipo di persona che diventa dipendono da lui. Sono cose predestinate, innate, e hanno a che fare con la natura della persona. A cosa serve quindi l’educazione dei genitori? Può forse governare la natura di una persona? (No.) L’educazione dei genitori non può governare la natura umana e non può risolvere il problema del cammino che una persona intraprende. Qual è l’unica educazione che i genitori possono fornire? Alcuni semplici comportamenti nella vita quotidiana dei figli, alcuni pensieri e regole di comportamento piuttosto superficiali: queste sono cose che hanno qualcosa a che fare con i genitori. Prima che i figli raggiungano l’età adulta, i genitori dovrebbero adempiere alla propria responsabilità, che è quella di educare i figli a seguire la retta via, a studiare duramente e a impegnarsi per essere in grado di elevarsi al di sopra degli altri una volta cresciuti, senza compiere cattive azioni né diventare cattive persone. I genitori dovrebbero inoltre regolare il comportamento dei figli, insegnare loro a essere educati e a salutare gli anziani ogni volta che li incontrano, e insegnare loro altre cose relative al comportamento: questa è la responsabilità che i genitori dovrebbero assolvere. Prendersi cura della vita dei figli ed educarli con alcune regole fondamentali di comportamento: ecco cosa l’influenza dei genitori coinvolge. Per quanto riguarda la personalità del figlio, non è qualcosa che i genitori possono insegnare. Alcuni genitori sono lenti e fanno tutto con calma, mentre i loro figli hanno scarsa pazienza e non riescono a stare fermi neanche per poco. A 14 o 15 anni si emancipano per guadagnarsi da vivere, decidono tutto da soli, non hanno bisogno dei genitori e sono molto indipendenti. Questo viene insegnato loro dai genitori? No. Pertanto, la personalità, l’indole e persino l’essenza di un individuo, così come il cammino che sceglierà in futuro, non hanno assolutamente nulla a che fare con i suoi genitori. […] Il cammino che una persona intraprende nella vita non è determinato dai suoi genitori, bensì prestabilito da Dio. Si dice: ‘Il fato dell’uomo è determinato dal Cielo’, e questo detto è condensato dall’esperienza umana. Prima che un individuo raggiunga l’età adulta, non puoi dire quale strada intraprenderà. Una volta diventato adulto, quando avrà dei pensieri e saprà riflettere sui problemi, sceglierà cosa fare là fuori nella comunità più ampia. Alcuni dicono di voler diventare alti funzionari, altri di voler diventare avvocati, altri ancora di voler diventare scrittori. Ognuno ha le proprie scelte e le proprie idee. Nessuno dice: ‘Aspetterò che i miei genitori mi istruiscano. Diventerò qualsiasi cosa i miei genitori mi istruiscano a diventare’. Nessuno è così sciocco. Una volta che le persone raggiungono l’età adulta, le loro idee cominciano a smuoversi e maturano gradualmente, e così il cammino e gli obiettivi che hanno davanti si fanno sempre più chiari. A quel punto, a poco a poco, diventa evidente e manifesto il tipo di persona che sono e il gruppo di cui fanno parte. Da quel momento in poi, la personalità di ogni individuo si definisce gradualmente con chiarezza, così come la sua indole, nonché il cammino che sta perseguendo, la sua direzione di vita e il gruppo a cui appartiene. Su cosa si basa tutto questo? In ultima analisi, è ciò che Dio ha prestabilito: non ha nulla a che vedere con i genitori di una persona(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte prima”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che non sono i genitori a poter decidere o cambiare il cammino che i figli intraprendono. Ciò è determinato dalla loro natura essenza e non ha nulla a che fare con l’educazione impartita dai genitori. Pensavo a come mia figlia non avesse perseguito la verità prima di firmare le “Tre Dichiarazioni”, a come non fosse andata alle riunioni né avesse letto le parole di Dio non appena la sua attività lavorativa era aumentata, e a come non fosse intenzionata a svolgere il suo dovere. Era concentrata sul perseguimento del denaro e delle malvagie tendenze mondane. Il leader aveva condiviso con lei molte volte, ma lei non si è pentita, perciò la chiesa l’ha allontanata in quanto miscredente sulla base del suo comportamento costante. Ora che aveva firmato le “Tre Dichiarazioni”, aveva rivelato appieno che la sua essenza era quella di una miscredente. Il fatto che non avesse perseguito la verità né percorso il giusto cammino era determinato dalla sua stessa natura essenza e non era correlato a me in quanto sua madre. Che i miei figli siano finiti in questo stato è dovuto al fatto che per natura essi non amavano la verità né l’hanno perseguita. Non è colpa di nessun altro e non è vero che, se io avessi letto loro più parole di Dio, loro avrebbero perseguito la verità in modo serio e avrebbero percorso il giusto cammino. Per loro stessa natura, provavano avversione per la verità e non l’hanno perseguita, perciò anche se avessi condiviso con loro tutti i giorni non sarei stata in grado di cambiare la loro essenza né il cammino che stavano percorrendo. Quando ho guardato i miei figli in base alle parole di Dio, il mio cuore si è sentito molto più liberato, non mi sono più sentita in debito con loro né sono stata più disturbata nello svolgimento del mio dovere. Grazie a Dio!

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