68. Non mi lamenterò più del mio fato

di Xiaoyun, Cina

Sono nata in una famiglia normale e, a differenza dei bambini nati con la camicia, il mio punto di partenza nella vita è stato più basso del loro. La cosa ancora più spiacevole è stata che i miei genitori hanno divorziato quando ero alle elementari, mio padre mi ha messa in una casa famiglia vicino alla mia scuola e, successivamente, mi sono trasferita da mia zia e mia nonna. Quando i bambini della mia età scoprivano il mio contesto familiare, si allontanavano da me e mi sentivo sempre inferiore agli altri. Di notte, piangevo spesso e pensavo che le cose erano ingiuste; mi chiedevo: “Perché mi è stato assegnato un fato così avverso?” Mi chiudevo in me stessa e non mi aprivo quasi con nessuno. In TV, vedevo donne forti, amministratrici delegate, circondate da fiori e sfarzo: le invidiavo e pensavo che avessero avuto davvero un buon fato. Ho riflettuto sul fatto che vivevo sotto il tetto di qualcun altro e che venivo guardata dall’alto in basso, quindi ho deciso tra me e me: “Quando sarò grande, farò qualcosa nella mia vita, proprio come le donne in televisione; farò in modo che coloro che mi guardano dall’alto in basso mi vedano sotto una nuova luce”.

Tuttavia, il divorzio dei miei genitori aveva lasciato un’ombra sulla mia infanzia e spesso provavo dolore e tristezza: ero diventata impacciata e solitaria. In seguito, ho seguito mia nonna nella fede nel Signore Gesù e, all’età di 16 anni, ho accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Ho imparato che la fonte della sofferenza umana è la corruzione di Satana e che l’opera di Dio in questa fase è quella di salvare le persone dal peccato e di condurle verso una meravigliosa destinazione. Ho pensato a quanto fosse rara l’opportunità della salvezza di Dio negli ultimi giorni e al fatto che la Sua opera stesse per terminare, così ho abbandonato gli studi e mi sono formata per svolgere i miei doveri nella chiesa. Nella chiesa vedevo che, ogni volta che i fratelli e le sorelle avevano dei problemi, chiedevano ai leader e loro poi condividevano sulle soluzioni. Tutti i fratelli e le sorelle sembravano tenerli in grande considerazione e li invidiavo, pensando: “Devo perseguire bene, così forse in futuro potrò diventare una leader o una lavoratrice, allora non sarò solo una semplice seguace, ma una figura di spicco”. Dopo di che, facevo del mio meglio per svolgere i doveri che la chiesa mi assegnava, a prescindere da quali fossero; i fratelli e le sorelle mi lodavano perché ero giovane e avevo una buona levatura e mi incoraggiavano a perseguire bene. Mi sentivo piuttosto soddisfatta e pensavo: “Sembra che io sia un candidato promettente per la coltivazione! Devo continuare a perseguire bene!” Per questo, svolgevo attivamente i miei doveri. Non mi sentivo stanca nemmeno quando dovevo recarmi lontano per irrigare i nuovi arrivati e, con la pioggia o con il sole, non tardavo in nessun caso i miei doveri. Speravo solo che i miei sforzi e sacrifici sarebbero stati notati dai fratelli e dalle sorelle e che, un giorno, sarei stata scelta come leader o lavoratrice. Tuttavia, ogni volta che c’erano le elezioni della chiesa, non venivo selezionata e, dopo tre anni, svolgevo ancora doveri basati sui testi. Non capivo e mi chiedevo: “Sono destinata solamente a svolgere doveri basati sui testi? È davvero questo il mio posto nella chiesa?”

Nel febbraio del 2019, supervisionavo il lavoro basato sui testi della chiesa; mi sentivo molto soddisfatta e pensavo che questo fosse un punto di svolta: “Forse è Dio che mi sta formando in anticipo. Sembra che io abbia ancora un futuro nella casa di Dio. Per essere leader, bisogna essere in grado di condividere sulla verità per risolvere i problemi, quindi anch’io devo praticare la condivisione sulle parole di Dio per risolvere i problemi dei fratelli e delle sorelle. Ho appena iniziato a supervisionare il lavoro basato sui testi e, dopo un po’ di formazione, forse potrò diventare una leader”. Una volta, durante una riunione, mi è capitato di sentire che un nuovo arrivato era stato scelto come leader; mi sono sentita amareggiata e ho pensato: “Questo nuovo arrivato, che crede solo da poco più di un anno, sta assumendo un ruolo così importante. Credo in Dio da diversi anni, allora perché non mi è mai capitata un’occasione così buona? Perché sono bloccata nello stesso posto? I doveri basati sui testi sono importanti, ma non sono visibili quanto quelli di un leader o di un lavoratore. C’è una grande differenza tra i due”. Non potevo fare a meno di piangere mentre spingevo la mia bicicletta. Successivamente, mi sono persa d’animo nello svolgimento dei miei doveri. Nel 2022, il personale incaricato dei testi è stato riassegnato, ma io ho continuato a svolgere gli stessi doveri. Mi sentivo davvero scoraggiata e pensavo: “Come mai, dopo tutti questi anni che credo in Dio, svolgo ancora i doveri basati sui testi? Sono adatta solo a questi? È possibile che non sia destinata a diventare una leader? Le parole di Dio non dicono forse che, qualunque dovere intraprendiamo e ogni volta che lo facciamo, è tutto conforme alla predestinazione e alla sovranità di Dio? Forse il mio destino è semplicemente quello di svolgere i doveri basati sui testi”. Ho pensato a un fratello che aveva qualche anno più di me. Poco dopo aver trovato Dio, era diventato un leader della chiesa e, in seguito, era stato scelto come predicatore. Sentivo che era nato per essere un leader; invece io, per quanto mi sforzassi, non avrei mai avuto la possibilità di diventare leader o lavoratrice, non avevo un futuro di crescita e la mia vita sarebbe stata semplicemente questa. Successivamente, ogni volta che il supervisore mi chiedeva di fare qualcosa, lo facevo ma non mi sforzavo più attivamente per fare meglio e, a volte, quando notavo dei problemi nei miei doveri, non mi sentivo motivata a risolverli. I risultati del mio lavoro stavano peggiorando sempre di più e il supervisore mi ha potata perché non facevo progressi nei miei doveri e perché avevo un atteggiamento passivo. Sapevo nel profondo che stavo svolgendo i doveri in modo passivo, ma non avevo una grande comprensione dei miei problemi.

In seguito, ho letto le parole di Dio che smascheravano il problema dello sconforto e, solo allora, ho cominciato a comprendere il mio stato. Dio Onnipotente dice: “Tu vedi qualcuno che quando fa le cose è sempre sconfortato e passivo, non riesce a trovare la minima energia, ha emozioni e un atteggiamento scarsamente positivi o ottimistici, e manifesta sempre un atteggiamento negativo, colpevolizzante verso gli altri e disperato. Gli dai dei consigli, ma lui non li ascolta mai e, pur ammettendo che il modo in cui glielo hai fatto notare è quello giusto e che il tuo ragionamento non fa una piega, quando agisce non riesce a trovare alcuna energia e continua a essere negativo e passivo. Nei casi più gravi, dai movimenti del corpo, dalla postura, dal modo di camminare, dal tono della voce e dalle parole che pronuncia, si può capire che questa persona prova emozioni di forte sconforto, che è priva di energia in tutto ciò che fa e che è come un frutto schiacciato, e chiunque passi molto tempo con lei ne risentirà. Di che cosa si tratta? I vari comportamenti, le espressioni facciali, il tono di voce e persino i pensieri e i punti di vista espressi dalle persone che vivono nello sconforto hanno qualità negative. Qual è dunque la ragione di questi fenomeni negativi? Dove risiede la radice? Naturalmente, la causa principale dell’insorgere dell’emozione negativa dello sconforto è diversa per ciascun individuo. Le emozioni di sconforto di un certo tipo di persona possono derivare dalla costante convinzione di avere un destino orribile. Questa non è forse una causa? (Sì.) […] Una volta iniziato a credere in Dio, si impegnano a svolgere bene il loro dovere all’interno della casa di Dio, acquisiscono la capacità di sopportare le avversità e di lavorare duramente, di sopportare più di chiunque altro in qualsiasi questione, e si sforzano di ottenere l’approvazione e la stima della maggior parte delle persone. Pensano di poter addirittura essere selezionati come leader della chiesa, responsabili o capigruppo, e in questo modo non onoreranno forse i loro antenati e la loro famiglia? Non avranno forse cambiato il proprio destino? Tuttavia, la realtà non corrisponde ai loro desideri e, demoralizzati, pensano: ‘Credo in Dio da anni e vado molto d’accordo con i miei fratelli e sorelle, ma come mai quando è il momento di scegliere un leader, un responsabile o un capogruppo non tocca mai a me? È forse perché ho un aspetto molto ordinario o perché non mi sono comportato abbastanza bene e nessuno mi ha notato? Ogni volta che si tiene una votazione posso avere una piccola speranza, e sarei felice anche di essere scelto come capogruppo. Sono davvero pieno di entusiasmo per ripagare Dio, ma finisco per essere deluso ogni volta che si tiene una votazione e vengo escluso da tutto. Qual è il punto? Possibile che io non sia davvero in grado di essere nulla più che una persona mediocre, ordinaria e anonima per tutta la vita? Se guardo indietro alla mia infanzia, alla mia giovinezza e alla mia età adulta, la strada che ho percorso è sempre stata così mediocre e non ho realizzato nulla che sia degno di nota. Non è che non abbia ambizioni o che la mia levatura sia troppo scarsa, che non mi sforzi abbastanza o che non riesca a sopportare le avversità. Ho cose che sono determinato a fare e obiettivi, e potrei persino definirmi ambizioso. Ma allora perché non riesco mai a distinguermi dalla massa? In ultima analisi, ho solo un destino avverso e sono nato per soffrire; questo è ciò che Dio ha disposto per me’. Più ci pensano su, più hanno l’impressione che il loro destino sia peggiore(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (2)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho finalmente capito che la passività e la negatività crescenti nei miei doveri erano dovute a prospettive fallaci sulle cose. Pensavo che non essere in grado di diventare una leader o una lavoratrice e distinguermi significasse avere un fato avverso e che solo diventare leader o lavoratrice mi avrebbe dato un futuro e avrebbe dimostrato che avevo un buon fato. Per essere scelta come leader o lavoratrice, avevo lavorato duramente per dotarmi delle parole di Dio e, ogni volta che notavo problemi negli stati dei fratelli e delle sorelle, cercavo proattivamente le parole di Dio per condividere e aiutare. Quando la mia condivisione raggiungeva dei risultati, pensavo di avere levatura e di poter risolvere problemi reali; credevo che un giorno, se tutti avessero visto le mie abilità, mi avrebbero forse scelta come leader. Invece, nonostante tutti i miei sforzi, rimanevo bloccata a svolgere i doveri basati sui testi. In particolare, quando vedevo fratelli e sorelle che credevano in Dio da meno tempo di me diventare già leader e lavoratori, pensavo che avessero un buon fato e che fossero nati per essere leader e lavoratori. Tuttavia, dopo diversi anni di doveri basati sui testi, mi sentivo come se fossi bloccata in quel posto, inosservata nella chiesa, semplicemente una persona comune. Quindi, davo la colpa di questo problema al mio fato avverso, pensando che Dio non mi favorisse e che il dovere che aveva predestinato e predisposto per me fosse misero, così mi sentivo sempre meno motivata nei miei doveri. Quando i risultati del mio lavoro erano scarsi, non riflettevo su me stessa e, quando scoprivo dei problemi, non volevo fare uno sforzo mentale per risolverli. Sapevo chiaramente che mi mancava l’esperienza concreta e che avevo bisogno di praticare di più e di dotarmi di maggiori verità, ma non ero disposta a impegnarmi e ho rinunciato a me stessa. Era come se fossi bloccata in una palude che mi consumava lentamente, incapace di scappare. L’impatto del mio sconforto era davvero enorme!

In seguito, ho visto lo smascheramento delle parole di Dio e ho cominciato a comprendere le mie prospettive fallaci. Dio Onnipotente dice: “Dio ha predestinato da molto tempo il destino degli uomini, che è immutabile. Il ‘destino favorevole’ e il ‘destino avverso’ variano da persona a persona e dipendono dall’ambiente, dalla percezione degli individui e da ciò che essi perseguono. Ecco perché il destino di una persona non è né favorevole né avverso. Tu potresti vivere una vita molto dura eppure pensare: ‘Non miro a una vita di alto livello. Mi basta avere cibo e vestiti a sufficienza. Tutti soffrono durante la loro vita. La gente appartenente al mondo secolare dice: “Senza pioggia non può formarsi l’arcobaleno”, quindi la sofferenza ha un valore. Non è così male, e non ho un destino avverso. Il Cielo mi ha sottoposto a sofferenze, prove e tribolazioni. Questo perché Egli ha un’alta considerazione di me. Questo è un destino favorevole!’ Alcuni pensano che la sofferenza sia una cosa negativa, che significhi avere un destino avverso e che solo una vita priva di sofferenze e condotta nell’agio e nel benessere equivalga a un destino favorevole. I non credenti la definiscono ‘una questione di opinioni’. In che modo coloro che credono in Dio considerano la questione del ‘destino’? Noi parliamo forse di ‘destino favorevole’ o ‘destino avverso’? (No.) Noi non diciamo cose del genere. Nel caso tu abbia un destino favorevole perché credi in Dio, se poi nella tua fede non segui la retta via, se vieni punito, rivelato ed eliminato, significa che hai un destino favorevole o avverso? Se non credi in Dio, non puoi certo essere rivelato o eliminato. I non credenti e i religiosi non parlano di rivelare o di discernere le persone, né di persone che vengono espulse o eliminate. Questo dovrebbe significare che gli individui hanno un destino favorevole quando sono in grado di credere in Dio, e che se invece alla fine vengono puniti significa dunque che ne hanno uno avverso? Un attimo il loro destino è favorevole, l’attimo dopo è avverso: quale delle due cose è vera? Non si può giudicare se qualcuno abbia un destino favorevole oppure no, le persone non possono giudicarlo. Tutto è fatto da Dio e ogni cosa che Egli dispone è buona. È solo che la traiettoria del destino di ogni individuo, o il suo ambiente, le persone, gli eventi e le cose che incontra e il percorso di vita che sperimenta durante la sua vita sono tutti diversi; queste cose differiscono da persona a persona. Sono diversi l’ambiente di vita e di crescita di ogni individuo, ed entrambi vengono predisposti da Dio. Ciascun individuo sperimenta cose diverse durante la sua vita. Non esiste un presunto destino favorevole o avverso: è Dio a disporre tutto, e tutto è fatto da Lui. Se consideriamo la questione da questo punto di vista, ogni cosa che Dio fa è buona e giusta; è solo che dal punto di vista delle preferenze, dei sentimenti e delle scelte delle persone, alcuni scelgono di vivere una vita confortevole, optando per la fama e il guadagno, per una buona reputazione, e per ottenere prosperità nel mondo e farsi strada. Credono che questo significhi avere un destino favorevole e che una vita di mediocrità e di insuccesso, condotta sempre ai margini della società, corrisponda a un destino avverso. Così appaiono le cose dal punto di vista dei non credenti e dei membri del mondo secolare che perseguono obiettivi mondani e mirano a vivere nel mondo, ed è così che nasce l’idea del destino favorevole o avverso. L’idea di un destino favorevole e di un destino avverso deriva solamente dalla comprensione limitata e dalla percezione superficiale che gli esseri umani hanno del destino, e dai giudizi che emettono in merito a quante sofferenze fisiche sopportano, a quanti piaceri provano, a quanta fama e quanto guadagno acquisiscono, e così via. In realtà, se consideriamo la questione dalla prospettiva delle disposizioni e della sovranità di Dio sul destino dell’uomo, non esistono interpretazioni come un destino favorevole o uno avverso. Non è esatto? (Sì.) Se consideri il destino dell’uomo dal punto di vista della sovranità di Dio, allora tutto ciò che Dio fa è buono ed è ciò di cui ogni individuo ha bisogno. Questo perché la causa e l’effetto giocano un ruolo nelle vite passate e presenti, sono predestinate da Dio, Egli detiene la sovranità su di esse, le pianifica e le organizza; l’uomo non ha voce in capitolo. Se guardiamo alla questione da questo punto di vista, le persone non dovrebbero giudicare il proprio destino come favorevole o avverso, giusto? Se gli individui emettono giudizi con leggerezza su questo argomento, non stanno forse commettendo un terribile errore? Non stanno forse commettendo l’errore di giudicare i piani, le disposizioni e la sovranità di Dio? (Sì.) E questo non è forse un errore grave? Non influenzerà il cammino che percorrono nella vita? (Sì.) Allora questo errore li condurrà alla distruzione(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (2)”). Dio smaschera che alcune persone pensano che essere in grado di distinguersi e raggiungere fama e guadagno significhi avere un buon fato, che vivere una vita di mediocrità e di insuccesso significhi avere un fato avverso e che soffrire voglia dire che una persona ha un cattivo destino. Credono che vivere una vita comoda, tranquilla e pacifica significhi avere un buon fato. Tutte queste idee sul fato buono o cattivo si basano sui perseguimenti e sui desideri soggettivi delle persone. Poiché la traiettoria di vita di ognuno è in linea con la sovranità e le disposizioni di Dio, Lui dispone le cose in base ai bisogni delle persone e tutto è utile per le loro vite: non esiste un fato buono o avverso. Dire di avere un fato avverso in base alle preferenze personali significa non sottomettersi alle situazioni che Dio ha predisposto e non credere nella Sua sovranità. In verità, tutto ciò che Dio dispone è positivo. Proprio come quando avevo vissuto una disgrazia familiare ed ero stata trascurata, snobbata e guardata dall’alto in basso nella mia giovinezza, se non avessi attraversato questi ostacoli e dolori, probabilmente non sarei mai giunta dinanzi a Dio. Poter avere l’opportunità di leggere le parole di Dio e di esercitarmi nei miei doveri è tutto amore e salvezza di Dio. Tuttavia, pensavo che diventare una persona rinomata, distinguermi ed essere ammirata dagli altri significasse avere un buon fato e che invece vivere una vita ordinaria e mediocre ed essere guardati dall’alto in basso significasse avere un fato avverso. Queste erano le prospettive di un miscredente. Dopo aver trovato Dio, quando ho visto leader e lavoratori rispettati e ammirati dai fratelli e dalle sorelle per la loro capacità di risolvere i problemi, pensavo che avrei avuto un futuro di crescita solo se fossi stata una leader o una lavoratrice e che queste figure avessero un fato migliore rispetto ai normali fratelli e sorelle. Poiché continuavo a svolgere solo doveri basati sui testi dopo tutti questi anni di fede in Dio, sentivo di non essere apprezzata e credevo che per me non ci fosse un futuro di crescita: avevo perso la motivazione per i miei doveri. Tuttavia, a pensarci bene, essere promossi a leader o a lavoratori è davvero indice di buon fato? In realtà, se una persona non persegue la verità e la sua indole corrotta non può essere purificata o cambiata, allora, anche se guadagnasse l’ammirazione e l’adorazione umana, non potrebbe essere salvata né perfezionata. Proprio come alcuni leader e lavoratori che non perseguono la verità e che usano i loro molti anni di esperienza lavorativa come capitale per limitare costantemente gli altri, lavorare a loro piacimento, ostacolare e disturbare il lavoro della chiesa: alla fine vengono rivelati e destituiti. Dall’altra parte, alcune persone non sono mai state leader, ma svolgono i doveri secondo ciò che compete loro. Si concentrano sul perseguimento della verità e sulla riflessione circa le loro intenzioni, le prospettive e l’indole corrotta, continuano a ricevere l’illuminazione e la guida di Dio, ottengono risultati nei loro doveri e crescono nelle loro vite. Qualunque sia il nostro dovere, la chiave è perseguire la verità. Non esiste un fato buono o avverso. Quando me ne sono resa conto, il mio cuore si è sentito un po’ più luminoso. Ho visto che mi ero concentrata troppo sulla fama, sul guadagno e sul prestigio, non ero stata disposta a fare il mio dovere in modo concreto come un essere creato e volevo sempre sfruttare l’occasione di svolgere il mio dovere come mezzo per perseguire la fama. Tuttavia, se i miei desideri fossero stati soddisfatti, il mio desiderio di fama, guadagno e prestigio si sarebbe solo fatto più intenso, sarei diventata ancora più arrogante e presuntuosa e avrei pensato di essere migliore di chiunque altro. Probabilmente non sarebbe stata una buona cosa per me. Ho veramente capito che tutto ciò che Dio dispone è positivo e dietro tutto questo ci sono le Sue scrupolose intenzioni.

In seguito, ho pensato di nuovo: “Quale atteggiamento dovrei avere nei confronti delle situazioni che Dio ha governato e disposto?” Ho letto un brano delle Sue parole: “Per quanto riguarda la loro percezione del destino, gli uomini possono avere sentimenti sia positivi che negativi, vi possono essere destini in cui tutto procede senza intralcio, altri che sono pieni di ostacoli, e destini difficili o infelici: non esistono destini favorevoli o avversi. Quale atteggiamento si dovrebbe avere nei confronti del destino? Dovresti rispettare le disposizioni del Creatore, ricercare attivamente e con fervore a che scopo e con quale significato Egli ha disposto tutte queste cose e raggiungere la comprensione della verità, mettere in gioco le tue più grandi funzioni in questa vita decretata da Dio per te, compiere i doveri, le responsabilità e gli obblighi di un essere creato e rendere la tua vita più significativa e di maggior valore, sino a che alla fine il Creatore sarà soddisfatto di te e ti commemorerà. Naturalmente, sarebbe ancora meglio raggiungere la salvezza attraverso la tua ricerca e il tuo impegno indefesso: questo sarebbe l’esito migliore. In ogni caso, per quanto riguarda il destino, l’atteggiamento più appropriato che l’umanità creata dovrebbe assumere non è quello di giudicarlo e definirlo in modo sconsiderato, né di approcciarlo con metodi estremi. Naturalmente, tanto meno si dovrebbe cercare di contrastare, di scegliere o di cambiare il proprio destino, e usare invece il cuore per sperimentarlo, ricercarlo, esplorarlo e seguirlo, per poi affrontarlo positivamente. Infine, nell’ambiente e nel cammino di vita che Dio ha stabilito per te, dovresti ricercare la via di condotta che Egli ti insegna e il cammino che ti chiede di percorrere, sperimentare in questo modo il destino che Egli ha predisposto per te, e alla fine sarai benedetto. Quando sperimenterai in questo modo il destino che il Creatore ha predisposto per te, non solo apprezzerai la sofferenza, la tristezza, le lacrime, il dolore, la frustrazione e il fallimento, ma, cosa più importante, sperimenterai gioia, pace e conforto, oltre alla luce e all’illuminazione conferite dalla verità che il Creatore ti dona. Inoltre, quando lungo il tuo cammino di vita ti smarrirai, quando ti troverai di fronte alla frustrazione e al fallimento e dovrai compiere una scelta, sperimenterai la guida del Creatore e alla fine acquisirai la comprensione, l’esperienza e l’apprezzamento di come vivere la vita più significativa di tutte. Allora nella tua vita non ti smarrirai più, non sarai più preda di un costante stato di ansia e, naturalmente, non ti lamenterai più di avere un destino avverso, e tanto meno sprofonderai in emozioni di sconforto ritenendo il tuo destino tale. Se hai questo atteggiamento e adotti questo metodo per affrontare il destino che il Creatore ha disposto per te, allora non solo la tua umanità diventerà più normale, non solo arriverai a possedere un’umanità normale e i pensieri, i punti di vista e i principi secondo cui valutare le cose che appartengono all’umanità normale, ma ancora di più arriverai naturalmente ad avere le opinioni e la comprensione sul significato della vita che i non credenti non avranno mai(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (2)”). Dopo aver letto le parole di Dio ho capito che, indipendentemente dal fatto che una persona ritenga che il proprio fato sia buono o avverso, dovrebbe sottomettersi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio, cercare qual è la Sua intenzione in una situazione e adempiere i propri doveri e responsabilità. Questo è ciò che è conforme all’intenzione di Dio. Così, ho riflettuto tra me e me: “Ho sempre svolto doveri basati sui testi: qual è l’intenzione di Dio in questo?” Ho pensato a come, quando accadevano certe cose, non sapevo come cercare la verità e raramente mi impegnavo a riflettere sulle parole di Dio. Grazie allo svolgimento dei doveri basati sui testi, sono riuscita a compensare queste carenze e ciò mi ha permesso di imparare a meditare diligentemente sulle parole di Dio e a riflettere sulla mia indole corrotta. È stato utile per il mio ingresso nella vita. Allo stesso tempo, questa situazione ha rivelato che davo troppo valore al prestigio e che, quando il mio desiderio di prestigio non era soddisfatto, volevo rinunciare. Mi sono resa conto che ciò che perseguivo nella mia fede era il prestigio, non la verità. Dopo aver incontrato ripetuti ostacoli, ho iniziato a prendere coscienza del cammino sbagliato di perseguimento del prestigio e sono riuscita ad abbandonare la mia ambizione di diventare una leader e a svolgere i miei doveri in modo serio e giusto. Ho riflettuto anche sul motivo per cui non ero stata scelta come leader: principalmente mi mancava il senso di responsabilità nei miei doveri e la mia capacità lavorativa era insufficiente, non avevo la levatura necessaria né soddisfacevo i criteri per essere una leader. Questo non aveva nulla a che vedere con il fatto che avessi un fato buono o avverso. Rendendomi conto di questo, sono diventata capace di trattare correttamente le mie manchevolezze e le mie insufficienze, di sottomettermi alle situazioni che Dio aveva orchestrato e di agire correttamente secondo i principi nei miei attuali doveri. In seguito, i fratelli e le sorelle mi hanno scelta per essere un diacono dell’irrigazione e, dopo una formazione durata solo poche settimane, a causa della carenza di personale addetto ai testi, i leader mi hanno nuovamente assegnata ai doveri basati sui testi. Questa volta non mi sono lamentata né mi sono sentita sconfortata. Invece, ho pensato al fatto che la chiesa mi aveva preparata a svolgere doveri basati sui testi per molti anni e che avevo alcuni punti di forza in quest’area. Rispetto all’essere un diacono, i doveri basati sui testi erano più adatti a me e mi sono sottomessa a questa situazione dal profondo del mio cuore, pensando: “In passato, quando ho svolto i doveri basati sui testi, ho lasciato qualche rimpianto dietro di me, ma questa volta devo farlo con tutto il cuore”. Dopo un po’, i miei doveri hanno dato dei risultati e ho provato una grande sensazione di sollievo.

Dopo aver vissuto tutta questa esperienza, ho capito che le situazioni che Dio predispone come parte della Sua sovranità sono sempre positive e corrispondono esattamente a ciò di cui la mia vita ha bisogno. Il fatto che io sia riuscita a ottenere questa comprensione e a invertire la rotta è stato il risultato delle parole di Dio. Grazie a Dio!

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