81. Insegnamenti tratti dalla recidiva di una malattia renale

di Ye Fan, Cina

Nel 2000, quando avevo 24 anni, mi è stata diagnosticata una glomerulonefrite cronica, con grave ematuria e livelli pericolosamente alti di proteine nelle urine. Ero estremamente debole e mi sentivo ogni giorno più esausta. Non riuscivo nemmeno a tenere in mano una scopa per spazzare il pavimento e a volte avevo bisogno di mio marito per salire al piano di sopra. Il medico mi ha dato una terapia ormonale; dopo circa sette giorni di farmaci, mi sono caduti quasi tutti i capelli e avevo un gonfiore diffuso, ma le mie condizioni non sono migliorate. Il medico ha detto che l’unica soluzione era un trapianto di rene. Quando l’ho sentito, ho pensato: “Non è in pratica una condanna a morte? Un trapianto di rene costerebbe centinaia di migliaia di yuan e la mia famiglia non può permettersi una tale spesa!” Il pensiero di poter morire così giovane mi provocava un grande dolore e il mio desiderio di vivere non era esprimibile a parole. Tempo dopo, mia madre mi ha esortata a credere nel Signore e io ho pensato che, visto che ero così malata, tanto valeva provarci, così ho iniziato a pregare il Signore. Dopo una settimana sono andata a fare delle analisi e, con mia sorpresa, i risultati delle proteine sia del siero sanguigno che delle urine erano tornati normali. Non riuscivo a crederci e mi sono detta che forse c’era stato un errore nei risultati del test. Anche i medici da cui ero in cura l’hanno trovato portentoso e lo hanno definito un miracolo. In quel momento, ho pensato: “È stato Dio a guarire la mia malattia e a donarmi grazia e benedizioni, quindi d’ora in poi devo avere fede in Lui con tutto il cuore e credo che Egli mi benedirà ancora di più”. Il medico si è inoltre particolarmente raccomandato: “Tenga a bada la pressione sanguigna, perché la pressione alta potrebbe causare una recidiva della sua patologia renale”. In seguito, ho continuato a prendere farmaci per la pressione come trattamento ausiliario e la mia pressione sanguigna è rimasta normale. Ben presto l’ematuria è scomparsa e ho iniziato a sentire più forza in corpo.

Nel 2004, ho accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni e mi sono sentita ancora più felice. Pensavo di essere davvero fortunata e che Dio mi avesse dato una seconda vita e mi avesse concesso di vivere. Sentivo che mi aveva graziata permettendomi di ascoltare la Sua voce e di tornare davanti al Suo trono e che mi aveva grandemente benedetta. Per ripagare il Suo amore, svolgevo attivamente qualsiasi dovere la chiesa mi assegnasse e, anche se mio marito si opponeva alla mia fede, non me ne lasciavo limitare e continuavo a svolgere i miei doveri. Nel 2012, sono stata arrestata dalla polizia mentre predicavo il Vangelo; dopo il mio rilascio, mio marito si è opposto alla mia fede ancora di più, finché alla fine ha voluto divorziare. Dopodiché, mi sono dedicata ai miei doveri a tempo pieno.

Nel 2017, la mia pressione sanguigna ha iniziato a salire fino a 180 mmHg e i farmaci non sembravano aiutarmi. Arrivata al 2020, mi sentivo completamente sfinita, ansimavo anche solo per salire le scale e non riuscivo nemmeno a lavarmi i vestiti. Mi sono preoccupata: “È forse una recidiva della mia malattia renale? Cosa farò se si è ripresentata?” Ma poi ho pensato: “Dio mi ha già guarita da questa malattia così grave, e in questi ultimi anni ho abbandonato il lavoro e la famiglia e mi sono sottomessa a tutti i doveri assegnatimi dalla chiesa. Di certo, visto quanto mi sono sacrificata e spesa, Egli non permetterà che mi accada nulla”. In seguito, le mie condizioni sono peggiorate, così sono tornata a casa per consultare un medico. Sono andata in ospedale per un controllo ed è risultato che avevo la pressione alta, una grave anemia e valori glicemici aumentati. Anche l’esame delle urine ha dato esito positivo. Il medico mi ha detto che si trattava di una recidiva della mia malattia ai reni e che se fosse peggiorata avrebbe potuto portare all’insufficienza renale e alla morte. Non sapevo cosa pensare di fronte a quei risultati. Nei miei anni di fede, avevo rinunciato alla famiglia, alla carriera e ai piaceri fisici per fare il mio dovere e pensavo che facendo quei sacrifici avrei avuto la protezione di Dio. Non mi sarei mai aspettata che alla fine la mia vecchia malattia sarebbe tornata più grave che mai. Per un momento, ho cominciato a rimpiangere i sacrifici e gli sforzi che avevo fatto nel corso degli anni. Se non fossi andata via di casa per assolvere il mio dovere, non mi sarei trovata nella situazione di solitudine e di impotenza in cui ero ora. Soprattutto dopo aver sentito il dottor Zhang, da cui ero in cura, dire che la mia malattia avrebbe richiesto tre anni di terapie, ho sviluppato ancora più ansia e preoccupazione e ho pensato: “Questi tre anni di cure costeranno più di centomila yuan. Dove dovrei trovare tutti questi soldi?” Ho iniziato a pensare di lavorare per guadagnare il denaro necessario per le terapie. Ma, dopo un solo mese di lavoro, la polizia mi ha chiamata e mi ha chiesto dove fossi, dicendomi di tornare e di firmare le “Tre Dichiarazioni” per tradire Dio. Avevo paura che mi arrestassero di nuovo, così sono stata costretta a lasciare la zona. Mi sono detta: “La mia malattia richiede ancora terapie costanti; se lascio la zona, non potrò avere la medicina che il dottor Zhang ha preparato con la ricetta segreta della sua famiglia. In passato, solo i farmaci del dottor Zhang hanno avuto effetti sulla mia malattia. Dopo averli assunti per un mese, mi sono sentita piena di energia, mentre le altre medicine tradizionali cinesi non sembrano funzionare per me. Inoltre, poiché la polizia sta cercando di arrestarmi, non posso lavorare e guadagnare denaro e, senza soldi per le cure, è impossibile dire quanto potrò sopravvivere”. Sono quindi precipitata in uno stato di grande sconforto e, ogni volta che pensavo al fatto che non avevo più nulla, mi si colmava il cuore di dolore e non riuscivo a trovare le stesse energie di prima per i miei doveri.

Un giorno, ho pensato alle parole di Dio:

5. Se sei sempre stato molto leale e amorevole nei Miei confronti, eppure patisci il tormento della malattia, la difficoltà finanziaria e l’abbandono dei tuoi amici e parenti, o se subisci altre disgrazie nella vita, la tua lealtà e il tuo amore per Me persisteranno?

6. Se nulla di ciò che hai immaginato col cuore corrisponde a ciò che ho fatto, come dovresti percorrere il tuo cammino futuro?

La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Un problema gravissimo: il tradimento (2)”

Nelle Sue parole, era come se Dio mi ponesse domande dritto in faccia, facendomi riflettere su me stessa. Nel corso degli anni, avevo fatto sacrifici e mi ero spesa nel mio dovere, per cui mi consideravo una sincera credente in Dio e credevo di esserGli leale e sottomessa. Con la recidiva della mia malattia renale, una patologia incurabile e potenzialmente mortale, non avevo cercato l’intenzione di Dio in quella situazione, anzi L’avevo frainteso e mi ero lamentata di Lui. Avevo persino rimpianto di essermi spesa per Lui e avevo iniziato a svolgere il mio dovere in modo superficiale. Così facendo, non stavo forse tradendo Dio? Ho visto che, dopo tanti anni di fede, non Gli ero affatto leale. Mi sentivo davvero in colpa. Egli aveva disposto quelle circostanze non conformi alle mie nozioni per salvarmi, ma io non avevo capito la Sua intenzione scrupolosa ed ero invece diventata negativa e avevo battuto la fiacca nel mio lavoro. Ero veramente priva di umanità e di ragionevolezza! In seguito a ciò, mi sono sentita meno angosciata e ho riacquistato un po’ di motivazione per il mio dovere.

Qualche mese dopo, ero ancora debole e avevo le palpitazioni e il respiro corto. A volte, avevo persino bisogno di qualcuno che mi tirasse per salire le scale. In particolare, quando ero stanca, mi saliva la pressione e ripensavo a quando il medico aveva detto che questo avrebbe potuto portare a un’insufficienza renale e cominciavo a preoccuparmi: “E se morissi?” Nei miei anni di fede, avevo rinunciato alla famiglia e alla carriera. Quindi, se fossi morta, tutti quegli anni di sofferenza non sarebbero stati inutili? Allora, mi sono affidata alla medicina tradizionale cinese, trovando due bravi dottori nella zona, ho preso preparati a base di erbe e fatto addirittura l’agopuntura, ma nulla ha avuto effetto. Una volta, dopo aver salito delle scale, ero così esausta che sono crollata sul letto, boccheggiando. Ho pensato che, con il continuo peggioramento delle mie condizioni, chissà quando sarei potuta morire, e il mio cuore si è colmato di dolore. Non ho potuto fare a meno di pensare: “Dio! In tutti questi anni in cui Ti ho seguito, ho abbandonato la famiglia e la carriera, ho sofferto e mi sono spesa. Alla luce di tutto ciò, potresti guarire la mia malattia e farmi vivere ancora qualche anno?” Dopo, quando mi sono calmata per ponderare e riflettere sul mio stato, mi sono resa conto che porre quel tipo di richieste a Dio era irragionevole. Ho pensato a un passo delle Sue parole e l’ho cercato per leggerlo. Dio Onnipotente dice: “L’arroganza ha parecchie manifestazioni. Supponiamo, per esempio, che qualche credente in Dio richieda la Sua grazia: su quale base puoi richiederla? Tu sei una persona corrotta da Satana, un essere creato; il fatto che vivi e respiri è già la più grande delle grazie di Dio. Puoi godere di tutto ciò che Dio ha creato sulla terra. Egli ti ha già dato abbastanza, quindi perché dovresti pretendere di più da Lui? Il motivo è che le persone non sono mai soddisfatte del proprio destino. Si credono sempre migliori degli altri, pensano che dovrebbero avere di più, quindi lo chiedono sempre a Dio. Ciò è rappresentativo della loro indole arrogante. Anche se con le parole non lo dicono, quando gli esseri umani cominciano a credere in Dio, nel cuore forse pensano: ‘Voglio andare in paradiso, non all’inferno. Voglio ottenere benedizioni non solo per me ma anche per tutti i miei familiari. Voglio mangiare bene, portare begli abiti, godermi belle cose. Voglio una buona famiglia, un buon marito (o una buona moglie), buoni figli. Alla fine voglio essere un re’. Pensano solo ai propri bisogni e alle proprie richieste. Questa loro indole, queste cose che pensano nel cuore, questi desideri stravaganti sono tipici della natura arrogante dell’uomo. Che cosa Mi induce a dire così? Si tratta della posizione umana. L’uomo è un essere creato che proviene dalla polvere; Dio ha creato l’uomo col fango e gli ha insufflato l’alito di vita. Questa è la posizione umile dell’uomo, eppure gli esseri umani continuano a presentarsi dinanzi a Dio desiderando questo e quest’altro. La posizione dell’uomo è tanto ignobile che l’uomo non dovrebbe nemmeno aprire bocca per chiedere qualcosa a Dio. Allora che cosa dovrebbe fare? Dovrebbe lavorare sodo senza badare alle critiche degli altri, dare il proprio contributo e sottomettersi di buon grado. Non si tratta di abbracciare lietamente l’umiltà o non abbracciarla lietamente; questa è la posizione in cui sono nati gli esseri umani, che dovrebbero avere sottomissione e umiltà innate, poiché la loro posizione è umile, perciò non devono chiedere nulla a Dio, né avere nei Suoi confronti desideri stravaganti. Non si dovrebbero riscontrare cose del genere negli esseri umani. Ecco un semplice esempio. Una certa famiglia benestante aveva assunto un servitore. La posizione di questo servitore all’interno della famiglia benestante era particolarmente bassa, ma ugualmente costui ha detto al padrone di casa: ‘Voglio indossare il cappello di tuo figlio, mangiare il tuo riso, indossare i tuoi vestiti e dormire nel tuo letto. Qualunque cosa tu utilizzi, che sia oro o argento, io la voglio! La voglio perché do un grande contributo con il mio lavoro e vivo nella tua casa!’ Come dovrebbe trattarlo il padrone? Dovrebbe dirgli: ‘Dovresti sapere che cosa sei, qual è il tuo ruolo: sei un servitore. A mio figlio do quello che vuole, perché questo è il suo prestigio. Qual è il tuo? Qual è la tua identità? Non disponi dei requisiti per chiedere queste cose. Dovresti metterti a fare quel che devi, ad adempiere ai tuoi obblighi, secondo il tuo prestigio e la tua identità’. Una persona del genere ha un minimo di ragione? Parecchi uomini credono in Dio, ma non hanno molta ragione. Fin da quando iniziano a credere in Dio, nutrono secondi fini e, andando avanti nel tempo, fanno incessantemente richieste a Dio: ‘Devo avere l’opera dello Spirito Santo al mio seguito mentre diffondo il Vangelo! Devi anche perdonarmi e tollerarmi quando compio malefatte! Se lavoro molto, devi premiarmi!’ In poche parole, le persone vogliono sempre qualcosa da Dio, sono sempre avide(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Una natura arrogante è alla radice dell’opposizione dell’uomo a Dio”). Quando ho letto le parole di Dio, ho provato una profonda angoscia. Ero completamente priva di ragione, come il servo descritto nelle parole di Dio. Il padrone gli diede cibo, alloggio e anche una ricompensa, ma il servo non seppe mostrargli gratitudine. Riteneva, avendo svolto del lavoro per il padrone, di essersi guadagnato un merito, e così poneva al padrone delle richieste, volendo godere di tutto ciò che il padrone aveva. Ho visto che quel servo era veramente arrogante, privo di ragione e senza vergogna. Ho ripensato a quando la mia malattia non poteva essere curata ed ero sul punto di morire. In particolare, quando vedevo morire persone con la mia stessa patologia, il mio senso di disperazione peggiorava. Dopo che avevo iniziato a credere nel Signore, Egli mi aveva guarita e mi aveva permesso di vivere, e in seguito avevo avuto la fortuna di accettare l’opera di Dio degli ultimi giorni e di ricevere l’opportunità di acquisire la verità ed essere salvata da Dio. Tutto questo è un’eccezionale elevazione e grazia da parte di Dio. Avevo ricevuto abbastanza da Lui, ma non avevo saputo mostrare gratitudine. Pensavo, avendo svolto un po’ di dovere, di essermi guadagnata dei meriti, e così avevo avanzato pretese a Dio, chiedendoGli di evitare che mi ammalassi di nuovo. Quando la malattia si era ripresentata e avevo rischiato di morire, non mi ero sottomessa. Al contrario, avevo controbattuto e mi ero lamentata. Avevo chiesto spudoratamente a Dio di prolungarmi la vita e di farmi vivere ancora qualche anno. Che qualifiche avevo, come semplice essere creato, per porGli delle richieste? Dio è il Signore di tutta la creazione ed è Lui a decidere chi benedire e chi no. Eppure io avevo avuto il coraggio di controbattere e di porGli delle condizioni. Ero veramente arrogante e priva di ragione! Ho visto inoltre che ero assolutamente spregevole, avida e senza coscienza. Resami conto di tutto questo, ho provato dentro di me un profondo senso di colpa.

Un giorno, nel film “Salvezza”, ho letto un passo delle parole di Dio che mi ha fatto acquisire una qualche comprensione del mio stato. Dio Onnipotente dice: “In così tanti credono in Me solo perché li guarisca. In così tanti credono in Me solo perché usi il Mio potere per scacciare gli spiriti impuri dai loro corpi, e in così tanti credono in Me semplicemente per ricevere da Me pace e gioia. In così tanti credono in Me soltanto per pretendere da Me più ricchezze materiali. In così tanti credono in Me soltanto per trascorrere questa vita in pace e per essere sani e salvi nel mondo a venire. In così tanti credono in Me per evitare le sofferenze dell’inferno e per ricevere le benedizioni del cielo. In così tanti credono in Me solamente per un conforto temporaneo e non cercano di guadagnare alcunché nel mondo a venire. Quando concedo la Mia furia alle persone e prendo tutta la gioia e la pace che un tempo possedevano, loro sviluppano dubbi. Quando concedo alle persone le sofferenze dell’inferno e Mi riprendo le benedizioni del cielo, si infuriano. Quando le persone Mi chiedono di guarirle e Io non presto loro attenzione e le aborrisco, si allontanano da Me per cercare invece la via della medicina malvagia e della stregoneria. Quando tolgo loro tutto ciò che hanno preteso da Me, scompaiono tutte senza lasciare traccia. Perciò dico che le persone hanno fede in Me perché la mia grazia è troppo abbondante e perché ci sono fin troppi vantaggi da guadagnare(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Che cosa sai della fede?”). Quanto smascherato da Dio era esattamente il mio stato. All’inizio avevo visto che Dio poteva guarire la mia malattia. Avevo goduto della Sua grazia, quindi ero disposta a seguirLo appieno ed ero stata in grado di fare il mio dovere e di rinunciare alla famiglia e alla carriera. Avevo anche svolto qualsiasi dovere la chiesa mi avesse assegnato. Anche quando ero stata arrestata mentre predicavo il Vangelo, o respinta dalla mia famiglia, o quando avevo avuto disagi fisici, ero comunque stata capace di perseverare nel mio dovere, poiché pensavo che, se mi fossi spesa per Dio, Egli non avrebbe permesso che mi ammalassi. Ma quando la mia malattia renale si era ripresentata e si era aggravata, e non avevo soldi per le cure e avevo addirittura rischiato la morte, non ero più disposta a soffrire e a spendermi. Mi ero lamentata del fatto che Dio non mi proteggeva, avevo rimpianto di essermi spesa per Lui, avevo smesso di essere diligente nel mio dovere e tentato di usare tutti gli anni in cui mi ero impegnata e spesa come capitale per chiedere a Dio di farmi vivere ancora qualche anno. Mi sono resa conto che credevo in Lui solo per ricevere benedizioni e, quando non ne avevo ricevute, avevo sentito che la fede in Lui era stata per me una perdita e avevo smesso di credere sinceramente in Lui e di fare i miei doveri. Avevo persino preteso sfacciatamente benedizioni da Lui. La mia fede in Dio era forse diversa dal modo in cui i miscredenti cercano di mangiare pane a sazietà? Nella mia fede non cercavo la verità, ma piuttosto cercavo di contrattare con Dio per ottenere benedizioni. Così facendo, stavo tentando di usarLo e raggirarLo! Ho pensato a Paolo, che inizialmente credette nel Signore per ottenere benedizioni e, quando vide di aver in qualche modo sofferto e fatto dei sacrifici, pensò di avere diritto alle benedizioni e chiese apertamente a Dio una corona. Disse: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia” (2 Timoteo 4:7-8). Intendeva dire che, se Dio non gli avesse dato una corona e una ricompensa, avrebbe significato che era ingiusto. Alla fine, offese l’indole di Dio e Ne fu punito. Se avssi continuato in quel modo, senza cambiare, sarei finita come Paolo, punita e scagliata all’inferno.

Un giorno, ho sentito un inno delle parole di Dio, “La durata della vita dell’uomo è predeterminata da Dio”:

1  Molte persone si ammalano spesso e, per quanto preghino Dio, non riescono a guarire. Non importa quanto vogliano liberarsi della malattia, non ci riescono. A volte, si trovano addirittura ad affrontare malattie potenzialmente letali e sono costrette a prendere la situazione per le corna. In realtà, se si ha davvero fede in Dio nel cuore, bisogna innanzitutto capire che la durata della vita di una persona è nelle Sue mani. Il momento della nascita e quello della morte sono predestinati da Lui. Quando Dio manda alla gente una malattia, ciò nasconde una ragione, ha un significato. Ciò che sentono è un’infermità, ma in realtà ciò che hanno ricevuto è una grazia, non una malattia. Bisogna prima di tutto riconoscere questa realtà, averne certezza e prenderla sul serio.

2  Quando si soffre di una malattia, ci si può presentare spesso dinanzi a Dio, assicurarsi di fare ciò che si deve fare con prudenza e cautela, e trattare il proprio dovere con cura e diligenza maggiori rispetto agli altri. Per quanto riguarda gli esseri umani, si tratta di una protezione, non di catene. Questo è un approccio di tipo passivo. Inoltre, la durata della vita di ognuno è stata prestabilita da Dio. Una malattia può essere terminale da un punto di vista medico, ma dal punto di vista di Dio, se la tua vita deve proseguire e la tua ora non è ancora giunta, allora non potresti morire neanche se lo volessi.

3  Se hai ricevuto un incarico da Dio e la tua missione non è stata portata a termine, allora non morirai, nemmeno se contrai una malattia che dovrebbe essere fatale: Dio ancora non ti prenderà. Anche se non preghi e non cerchi la verità, e non ti occupi di curare la tua malattia, o addirittura le cure vengono rimandate, non morirai. Ciò vale in particolar modo per coloro che hanno ricevuto un incarico importante da Dio: se la loro missione deve ancora essere completata, qualunque malattia li colpisca, non moriranno subito; vivranno fino all’ultimo istante in cui la missione verrà ultimata.

…………

La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”

Dopo aver ascoltato questo inno, ho capito che la vita e la morte di una persona sono nelle mani di Dio. Ognuno ha una propria missione quando viene al mondo e il giorno in cui la vita di una persona finisce è legato alla sua missione. Quando la durata della vita di un individuo è terminata e la sua missione è compiuta, egli deve morire, anche se non è malato. Se una persona non ha compiuto la sua missione, allora, anche se ha una malattia mortale, non morirà. Ripensandoci, avevo poco più di vent’anni quando era insorta quella malattia difficile da curare. Non avevo soldi per le cure, ma Dio non mi aveva lasciata morire. Al contrario, mi aveva permesso di vivere bene fino a quel momento e io ho visto che la vita e la morte sono nelle Sue mani e predestinate da Lui. Queste cose non hanno nulla a che fare con la gravità della malattia di una persona. Quando la polizia mi aveva chiesto di firmare le “Tre Dichiarazioni”, per evitare di essere arrestata, ero stata costretta ad andarmene di casa. Non potevo più andare dal dottor Zhang per le medicine e non avevo soldi per le cure, quindi temevo che, senza farmaci, le mie condizioni sarebbero peggiorate e che avrei potuto morire. In realtà, anche se il dottor Zhang era altamente qualificato, non poteva salvare la vita di una persona. Ricordo che una delle altre pazienti aveva un gonfiore diffuso e non riusciva a urinare; nel mezzo della sua agonia, si era inginocchiata davanti al dottor Zhang, pregandolo di curare la sua malattia, ma lui non aveva potuto fare nulla. Io avevo la stessa malattia di quella donna e il dottor Zhang non poteva fare altro. Era stato Dio a guarirmi miracolosamente, avevo ricevuto una grazia così grande e avevo visto la Sua onnipotenza, eppure ancora non avevo fede in Lui. Continuavo a pensare che la mia vita e la mia morte fossero nelle mani di un medico. Ero davvero confusa, cieca e ignorante! Non potevo più ribellarmi, dovevo mettere la mia malattia nelle mani di Dio. Da quel momento in poi, che vivessi o morissi, sarei stata disposta a sottomettermi alle Sue orchestrazioni e disposizioni e, fintanto che avessi avuto un altro giorno di vita, avrei compiuto il mio dovere.

In seguito, ho letto le parole di Dio: “Quando un individuo si presenta davanti al Creatore, in quanto essere creato dovrebbe svolgere il proprio dovere. Questa è una cosa molto giusta da fare ed egli dovrebbe adempiere a questa responsabilità. A condizione che gli esseri creati assolvano i loro doveri, il Creatore ha svolto un’opera ancora più grande tra gli uomini e ha compiuto un ulteriore passo della Sua opera nelle persone. E di quale opera si tratta? Egli fornisce agli esseri umani la verità, permettendo loro di acquisirla da Dio mentre svolgono i loro doveri, e quindi di liberarsi della loro indole corrotta e di essere purificati. In tal modo, essi giungono a soddisfare le intenzioni di Dio e a intraprendere il giusto cammino nella vita e, infine, sono in grado di temere Dio e fuggire il male, di ottenere la completa salvezza e di non essere più soggetti alle afflizioni di Satana. Questo è l’effetto che Dio intende raggiungere in definitiva quando fa sì che l’umanità svolga i propri doveri. Perciò, mentre assolvi il tuo dovere, Dio non ti fa solamente vedere chiaramente una singola cosa e capire una piccola parte di verità, né Si limita a permetterti di godere della grazia e delle benedizioni che ricevi svolgendo il tuo dovere di essere creato. Piuttosto, Egli ti consente di essere purificato e salvato e, in definitiva, di giungere a vivere nella luce del volto del Creatore(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte settima”). Dopo aver letto questo passo delle parole di Dio, mi si è illuminato il cuore. Dio dà alle persone l’opportunità di fare il loro dovere per permettere loro di perseguire e acquisire la verità, di liberarsi della loro indole corrotta ed essere purificate, e di raggiungere un cambiamento d’indole e percorrere il cammino della salvezza. Io invece, in tutti i miei anni di fede, avevo svolto il mio dovere nella speranza che Egli mi proteggesse e mi benedicesse e avevo trattato il mio dovere come una merce di scambio per ottenere benedizioni. Ho capito che il mio punto di vista sulla fede era sbagliato. Fare il proprio dovere è perfettamente naturale e giustificato e non ha nulla a che vedere con l’ottenere benedizioni o subire disgrazie. Nel mio dovere, dovrei concentrarmi sul perseguire la verità e sul liberarmi della mia indole corrotta. Questo è il vero valore e significato della mia vita. Se perseguo solo le benedizioni e non cerco di cambiare la mia indole, neanche dopo una vita intera di fede acquisirò mai la verità, e alla fine non sarò salvata.

Un giorno, ho letto un passo delle parole di Dio: “Qualunque cosa Dio ti chieda, devi soltanto agire con tutte le tue forze, e spero che alla fine sarai in grado di adempiere la tua fedeltà di fronte a Dio in questi ultimi giorni. Finché puoi vedere il sorriso gratificato di Dio mentre siede sul Suo trono, anche se questo momento è l’ora stabilita della tua morte, dovresti riuscire a ridere e sorridere mentre chiudi gli occhi. Devi svolgere il tuo dovere finale per Dio durante il tuo periodo in terra. Nel passato, Pietro fu crocifisso a testa in giù per amore di Dio; ma tu dovresti soddisfare Dio in questi ultimi giorni, ed esaurire tutte le tue energie per Lui. Cosa può fare un essere creato per Dio? Pertanto dovresti consegnarti a Dio in anticipo, perché Egli possa orchestrarti come desidera. Purché Dio sia contento e soddisfatto, lasciaGli fare di te ciò che vuole. Che diritto hanno gli uomini di lamentarsi?(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Interpretazione dei misteri delle ‘Parole di Dio all’intero universo’, Cap. 41”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che qualunque malattia o dolore affronterò, anche se dovessi morire, fintanto che mi sottometto alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio e compio il dovere che mi spetta, questo verrà approvato da Dio. Ho pensato a come Dio testò Giobbe. Giobbe perse la sua immensa fortuna e i figli, e il corpo gli si ricoprì di pustole, ma egli fu in grado di sottomettersi a Dio senza lamentarsi e rimase saldo nel testimoniarLo. Pietro trascorse la vita cercando di sottomettersi a Dio e di amarLo, senza mai chiedere nulla per sé, e alla fine fu crocifisso a testa in giù per Dio. Raggiunse il punto di sottomettersi fino alla morte, svergognò completamente Satana e rese a Dio una testimonianza gloriosa. Le testimonianze di Giobbe e di Pietro mi hanno davvero ispirata. La mia malattia si era ripresentata e da un momento all’altro potevo andare incontro a un’insufficienza renale o addirittura alla morte ma, fintanto che potevo vivere e respirare, avrei dovuto fare il mio dovere. Da quel momento in poi, ho iniziato a desiderare di donare a Dio la vita che mi restava, di perseguire un cambiamento d’indole e di compiere il mio dovere e, se un giorno fossi morta, mi sarei comunque sottomessa alla sovranità e alle disposizioni di Dio.

Da allora ho svolto il mio dovere con tutto il cuore e di tanto in tanto ho fatto anche esercizi fisici adeguati, ed ecco che la mia salute è gradualmente migliorata. La mia glicemia e la mia pressione sanguigna sono tornate a livelli stabili e mi sono ritrovata ad avere energia per tutto ciò che facevo. Alla fine di maggio 2024, sono stata eletta leader distrettuale e, anche se il carico di lavoro era maggiore, ero in grado di sostenerlo. A volte, quando ero stanca per il lavoro, mi concedevo per un po’ un adeguato riposo e poi tornavo subito a compiere il mio dovere. Praticare in questo modo mi ha fatta sentire più vicina a Dio e compiere il mio dovere con diligenza mi ha dato serenità.

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