84. Dopo essere diventata una ricercata perché credevo in Dio
Nel luglio del 2023, ho iniziato a svolgere i doveri di leader nella chiesa. Ad agosto, avevo organizzato un incontro con un fratello, ma la sera prima della riunione è stato arrestato. Quando l’ho saputo, in cuor mio ero un po’ nervosa: “Se il fratello fosse venuto alla riunione e la polizia lo avesse seguito, allora anch’io sarei stata arrestata. C’è mancato poco!” Ho iniziato a pensare: “Al giorno d’oggi, la polizia arresta i credenti in Dio come se non ci fosse un domani. Se continuo a organizzare incontri con le persone per condividere sul lavoro, potrei essere arrestata da un momento all’altro. D’ora in poi, seguirò il lavoro della chiesa inviando lettere da casa. In questo modo, correrò meno rischi di essere arrestata”. Perciò, ho annullato gli incontri con i miei fratelli e sorelle. In seguito, sono stata venduta da un giuda, così la polizia è entrata in possesso dei miei dati personali e ha scoperto che ero una leader. Subito dopo, ho ricevuto una lettera dalla mia famiglia in cui si diceva che alcuni poliziotti erano venuti a casa tenendo in mano una mia foto, con l’intento di arrestarmi. Mio padre ha detto loro che non ero in casa e la polizia ha risposto: “Chiedi a tua figlia di tornare e di costituirsi alla stazione di polizia. Se non torna, emetteremo un mandato di cattura nei suoi confronti!” Dopo aver letto quella lettera, ho sentito un peso enorme nel cuore: “La polizia sa che sono una leader ed è venuta a cercarmi a casa con una mia foto. Emetterà persino un mandato di cattura nei miei confronti! Se venissi arrestata dalla polizia, di sicuro mi torturerebbero per costringermi a confessare e a vendere i fondi della chiesa e i miei fratelli e sorelle. Qualora non dicessi niente, allora anche se non fossi picchiata a morte, lo farebbero fino a rendermi invalida! La mia salute è molto cagionevole. Come farò a sopportare le torture del PCC? Se non riuscissi a rimanere salda nella mia testimonianza e a non diventare un giuda, non avrei un buon esito e, anche se credo in Dio, non verrei salvata”. Poi ho pensato all’immagine dei miei fratelli e sorelle che venivano torturati dopo l’arresto e mi sono spaventata molto: “Svolgere il dovere di leader è troppo pericoloso. Se fossi una credente qualunque, per il PCC il mio arresto non sarebbe un obiettivo primario e non dovrei correre il rischio di perdere la vita”. In quel periodo, spesso ero piena di preoccupazioni e ansia per questo problema. Avevo molta paura che un giorno sarei caduta nelle mani della polizia e non riuscivo a calmare il mio cuore per svolgere il mio dovere.
Una mattina di settembre, ho ricevuto la lettera di una sorella che mi aveva ospitata in passato. Diceva che, dopo che me ne ero andata, più di dieci poliziotti avevano circondato casa sua dopo le undici di sera. Non ha avuto il coraggio di aprire la porta, quindi la polizia aveva usato un sollevatore a forbice per entrare in casa sua direttamente da una finestra del primo piano. Avevano setacciato la casa per diverse ore, ma se n’erano andati senza trovare nulla. Quando ho letto quel messaggio, sono rimasta senza parole. Ero stata in quella casa solo un mese prima. Se non me ne fossi andata, sarei stata arrestata. Non appena ho immaginato una falange di poliziotti che veniva ad arrestarmi, mi sono spaventata e ho pensato che essere una leader fosse troppo rischioso. Non potevo fare a meno di lamentarmi: “Sarebbe meglio se non fossi una leader. Così non sarei ricercata dalla polizia. Se venissi arrestata, temo che non sopravviverei. Sono ancora così giovane e non ho ancora ottenuto la verità nella mia fede in Dio. Se venissi picchiata a morte dalla polizia, non perderei forse la mia possibilità di salvezza? Tutti questi anni in cui mi sono spesa per credere in Dio non sarebbero vani?” In quei giorni, vivevo nella preoccupazione e nella paura e volevo che qualcun altro si occupasse del mio dovere. Pensavo che in questo modo avrei evitato di essere ricercata e arrestata dal PCC. Tuttavia, membri della chiesa continuavano a essere arrestati, e anche molti leader e lavoratori. Se in quel momento mi fossi dimessa dal mio dovere, non solo il lavoro della chiesa ne avrebbe risentito, ma avrei anche commesso una trasgressione. Grazie alla mia coscienza, non mi sono dimessa, ma in cuor mio non riuscivo a trovare le energie. In quel periodo, la chiesa non aveva abbastanza leader e lavoratori e alcuni fratelli e sorelle vivevano nella negatività e nella debolezza perché temevano di essere arrestati. Le varie attività del lavoro erano state praticamente interrotte. Sebbene vedessi tutti questi problemi nella chiesa, non avevo la testa per risolverli. Piuttosto, ero sempre preoccupata e temevo che un giorno sarei caduta nelle mani della polizia e avrei patito un tormento infinito. Proprio quando mi sentivo pavida e impotente, ho pregato Dio: “Caro Dio, quando la polizia mi ha inserita nella lista dei ricercati e ha provato ad arrestarmi, non volevo più svolgere il dovere di leader. So che svolgere il mio dovere in questo modo non dimostra alcuna lealtà nei Tuoi confronti, ma ho anche paura di essere arrestata. Caro Dio, Ti prego di illuminarmi e guidarmi affinché io possa sottomettermi”.
Dopodiché, mi sono aperta con una sorella riguardo al mio stato. La sorella ha cercato per me due passi delle parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Quando non sono capaci di vedere con chiarezza, comprendere e accettare gli ambienti che Dio orchestra e la Sua sovranità, e di sottomettervisi, e quando affrontano varie difficoltà della loro vita quotidiana, o quando queste difficoltà superano ciò che una persona normale può sopportare, gli individui provano inconsciamente ogni tipo di preoccupazione e ansia, e persino angoscia. Non sanno cosa accadrà domani, o dopodomani, o come staranno le cose tra qualche anno, o cosa riserverà loro il futuro, e quindi si sentono angosciati, ansiosi e preoccupati per ogni sorta di cose. Qual è il contesto in cui le persone si sentono angosciate, ansiose e preoccupate per ogni genere di cose? È che non credono nella sovranità di Dio, ossia non sono in grado di crederci e di vederla con chiarezza. Non la capirebbero e non ci crederebbero neanche se la vedessero con i loro occhi. Non credono che Dio detenga la sovranità sul loro destino, non credono che la loro vita sia nelle Sue mani, e quindi nel loro cuore nascono prima la sfiducia e poi il biasimo verso la sovranità di Dio e le Sue disposizioni, e sono incapaci di sottomettersi” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). “Se le persone perseguono la verità, non si lasceranno trascinare da queste difficoltà e non sprofonderanno nelle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione. Al contrario, se non perseguono la verità, queste difficoltà saranno comunque presenti in loro, ma quale sarà l’esito? Vi resterai talmente invischiato da non poter sfuggire e, se non sarai in grado di risolverle, alla fine diventeranno emozioni negative abbarbicate nell’intimo del tuo cuore; influenzeranno la tua vita normale e il regolare svolgimento dei tuoi doveri, e ti faranno sentire oppresso e incapace di trovare una via d’uscita: questo è l’esito che avranno su di te” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho compreso che stavo vivendo nell’ansia e nella preoccupazione perché non comprendevo la Sua sovranità e non riuscivo a sottomettermi a essa. Quando ero stata inserita nella lista dei ricercati dalla polizia, vivevo nella pavidità e nella paura, temendo che, se fossi stata arrestata e picchiata a morte, avrei perso la mia possibilità di salvezza. Per preservare me stessa, avevo pensato di rinunciare al mio dovere di leader. Non ero disposta a sottomettermi alla sovranità di Dio e non cercavo la Sua intenzione, tantomeno riflettevo su me stessa e mi conoscevo per imparare delle lezioni. Mi sono resa conto che, se il mio stato non fosse cambiato, sarei stata davvero in pericolo. Dopo aver letto questi due passi delle parole di Dio, ho compreso la Sua intenzione. Dovevo cercare la verità per risolvere il mio stato e non potevo continuare a vivere nelle emozioni negative. Questo avrebbe influenzato il mio accesso alla vita e il mio dovere. Dopodiché, ho portato il mio stato dinanzi a Dio in preghiera, supplicandoLo di guidarmi mentre sperimentavo questo ambiente.
Dopo aver pregato, il mio cuore si è calmato e ho ripensato al mio stato durante questo periodo. Ho letto le parole di Dio: “Oltre a considerare la propria incolumità, a cosa pensano certi anticristi? Dicono: ‘In questo momento l’ambiente è sfavorevole, quindi facciamoci vedere meno in giro e predicano meno il Vangelo. In questo modo avremo minori probabilità di essere arrestati e il lavoro della chiesa non verrà distrutto. Se evitiamo la cattura, non diventeremo dei giuda e in futuro potremo rimanere, giusto?’ Non è vero che ci sono degli anticristi che si servono di simili pretesti per fuorviare i loro fratelli e sorelle? Alcuni anticristi hanno molta paura della morte e si trascinano in esistenze ignobili; amano inoltre la reputazione e il prestigio e sono intenzionati ad assumere ruoli di leadership. Sanno che ‘il lavoro di un leader non è facile da assumere: se il gran dragone rosso scopre che sono stato eletto leader, diventerò persona nota, potrei finire in una lista di ricercati e, non appena verrò arrestato, la mia vita sarà in pericolo’, ma per poter indulgere nei vantaggi del prestigio acquisito non tengono conto di questi pericoli. Quando prestano servizio come leader, si preoccupano solo di indulgere nel godimento della carne e non svolgono un lavoro reale. A parte un minimo di corrispondenza con le varie chiese, non si dedicano a nient’altro. Si nascondono in qualche luogo e non incontrano nessuno, tenendosi bene al riparo, e i fratelli e le sorelle non sanno chi sia il proprio leader; ecco quanto sono spaventati costoro. Quindi, non è corretto dire che sono dei leader solo a parole? (Sì.) Non svolgono alcun lavoro reale in quanto tali; si preoccupano solo di nascondersi. Quando gli altri chiedono loro: ‘Com’è essere un leader?’, essi rispondono: ‘Sono incredibilmente occupato e, per la mia incolumità, devo trasferirmi continuamente. Questo ambiente è così disagevole che non riesco a concentrarmi sul mio lavoro’. Hanno sempre la sensazione che molti occhi li stiano osservando e non sanno dove sia sicuro nascondersi. Oltre a indossare travestimenti, a nascondersi in luoghi diversi e a non rimanere nello stesso posto, ogni giorno non svolgono alcun lavoro reale. Esistono leader di questo tipo? (Sì.) Quali principi seguono? Dicono: ‘Un coniglio astuto ha tre tane. Per difendersi dall’attacco di un predatore, un coniglio deve preparare tre tane in cui nascondersi. È accettabile che una persona affronti un pericolo e debba scappare ma non abbia un posto dove nascondersi? Dobbiamo imparare dai conigli! Gli animali creati da dio hanno questa capacità di sopravvivenza e le persone dovrebbero imparare da loro’. Da quando hanno assunto un ruolo di leadership, si sono resi conto di questa dottrina e credono addirittura di aver compreso la verità. In realtà, sono terribilmente spaventati. Non appena sentono parlare di un leader che è stato denunciato alla polizia perché il luogo in cui viveva non era sicuro, o di uno che è stato preso di mira dalle spie del gran dragone rosso perché usciva troppo spesso per svolgere il proprio dovere e interagiva con troppe persone, e poi di come queste persone sono finite arrestate e messe in carcere, cadono immediatamente in preda al terrore. Pensano: ‘Oh no, sarò io il prossimo a essere arrestato? Devo imparare da questo. Non dovrei darmi troppo da fare. Se posso evitare di svolgere parte del lavoro della chiesa, lo eviterò. Se posso evitare di farmi vedere in giro, non mi farò vedere. Ridurrò al minimo il mio lavoro, eviterò di uscire e di interagire con chiunque e farò in modo che nessuno sappia che sono un leader. Di questi tempi, chi può permettersi di preoccuparsi degli altri? Il solo fatto di rimanere in vita è già una sfida!’ Da quando hanno assunto il ruolo di leader, a parte portare una borsa e nascondersi, non svolgono alcun lavoro. Vivono in preda alla tensione, nel costante timore di essere arrestati e messi in prigione. Supponiamo che sentano qualcuno dire: ‘Se ti prendono, ti uccideranno! Se tu non fossi un leader, se fossi solo un comune credente, magari potresti essere rilasciato dopo aver pagato una piccola ammenda, ma dal momento che sei un leader è difficile dirlo. È troppo pericoloso! Alcuni leader o lavoratori che sono stati arrestati si sono rifiutati di fornire informazioni e sono stati picchiati a morte dalla polizia’. Quando sentono che qualcuno è stato picchiato a morte, la loro paura si intensifica e diventano ancora più timorosi di lavorare. Ogni giorno pensano solo a come evitare di essere presi, di farsi vedere in giro, di essere controllati e di entrare in contatto con i loro fratelli e sorelle. Si arrovellano il cervello nel pensare a queste cose e si dimenticano completamente dei loro doveri. Costoro sono persone leali? Persone come queste sono in grado di gestire un qualsiasi lavoro? (No.) Gli individui di questo genere sono semplicemente dei pavidi e non possiamo definirli come anticristi solo in base a questa manifestazione, ma qual è la natura di questa manifestazione? L’essenza di questa manifestazione è che sono dei miscredenti. Non credono che Dio possa proteggere l’incolumità delle persone e certamente non credono che dedicarsi a spendersi per Dio significhi dedicarsi alla verità e che sia qualcosa che Dio approva. Nel loro cuore non temono Dio, hanno paura solo di Satana e dei partiti politici malvagi. Non credono nell’esistenza di Dio, non credono che tutto sia nelle Sue mani e certamente non credono che Egli approvi che una persona sacrifichi tutto per Lui, per seguire la Sua strada e per portare a termine l’incarico da Lui ricevuto. Non riescono a vedere nulla di tutto questo. In che cosa credono? Credono che se cadranno nelle mani del gran dragone rosso faranno una brutta fine, che potrebbero andare in prigione o addirittura rischiare di perdere la vita. Nel proprio cuore pensano solo alla propria incolumità, e non al lavoro della chiesa. Non sono forse dei miscredenti? (Sì.) Cosa dice la Bibbia? ‘Chi avrà perduto la sua vita per causa Mia, la troverà’ (Matteo 10:39). Costoro credono a queste parole? (No.) Se viene chiesto loro di correre un rischio mentre svolgono il loro dovere, desidereranno nascondersi e non farsi vedere da nessuno, vorranno essere invisibili. Ecco fino a che punto hanno paura. Non credono che Dio è il sostegno dell’uomo, che tutto è nelle Sue mani, che, se qualcosa va davvero storto o vengono realmente arrestati, ciò avviene con il permesso di Dio, e che le persone devono avere un cuore di sottomissione. Costoro non possiedono un cuore di questo tipo, una tale comprensione o una tale preparazione. Credono veramente in Dio? (No.) L’essenza di questa manifestazione non è forse quella di un miscredente? (Sì.) Ecco come stanno le cose. Le persone di questo tipo sono estremamente pavide, terribilmente timorose, e hanno paura della sofferenza fisica e che accada loro qualcosa di brutto. Si spaventano come uccelli impazziti e non riescono più a svolgere il loro lavoro” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte seconda”). Dio smaschera che, non appena si trovano di fronte un ambiente pericoloso nei propri doveri, gli anticristi tengono conto solo della propria sicurezza. Non sono leali nei confronti dei loro doveri e non mostrano considerazione per gli interessi della casa di Dio. Persone di questo tipo non hanno un posto per Dio nei loro cuori e non credono nella Sua sovranità. Sono dei miscredenti. Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono vergognata e rattristata. Non mi ero resa conto di essere egoista e spregevole proprio come un anticristo. Avevo organizzato un incontro con un fratello per una riunione e lui era stato arrestato il giorno prima. Ero riuscita a sfuggire all’arresto solo grazie alla protezione di Dio. Tuttavia, non L’avevo né ringraziato né avevo svolto bene il mio dovere, ma avevo solo pensato a come tenermi al sicuro, mettendo in secondo piano il lavoro della chiesa. Inoltre, quando avevo scoperto che la polizia era stata a casa mia per arrestarmi ed era sul punto di inserirmi nella lista dei ricercati, che la famiglia ospitante da cui ero stata in precedenza era stata perquisita e che il PCC si stava mobilitando in modo così importante per arrestarmi, mi ero spaventata. Per preservare me stessa, non avevo nemmeno il coraggio di svolgere il dovere di leader. Dal momento che la chiesa stava soffrendo a causa delle persecuzioni e degli arresti da parte del PCC, in qualità di leader, avrei dovuto proteggere gli interessi della chiesa e gestire al meglio la situazione del lavoro. Inoltre, i risultati delle varie attività della chiesa stavano peggiorando e i miei fratelli e sorelle vivevano nella negatività e nella pavidità, e necessitavano di condivisione sulla verità per essere aiutati e sostenuti. Fare tutto questo lavoro era necessario, ma, per evitare l’arresto, in ogni momento complottavo per la mia sicurezza e per cercare una via di fuga. Non avevo il cuore per svolgere il mio dovere e i problemi della chiesa non erano stati risolti prontamente. Come dice il proverbio: “I veri sentimenti si rivelano nelle avversità”. Io ero in grado di proteggere il mio dovere in tempi normali, quando i miei interessi personali non venivano toccati, ma adesso che un ambiente pericoloso si era abbattuto su di me, ero diventata come una tartaruga codarda che si ritira nel proprio guscio per proteggersi. Questa era la mia vera statura. Avevo creduto in Dio e avevo letto così tante delle Sue parole, ma in quel momento critico non avevo reso alcuna testimonianza di pratica della verità e non desideravo affatto proteggere gli interessi della chiesa. Ero solamente egoista e spregevole come un anticristo. Mi sentivo triste e in colpa, e odiavo me stessa per essere così egoista. Ero davvero indegna di svolgere un dovere importante come questo! In silenzio, ho pregato Dio: “Caro Dio, sono troppo egoista! Nel momento critico, non sono stata affatto leale. Caro Dio, Ti prego di illuminarmi e guidarmi a conoscere me stessa affinché io possa adempiere il mio dovere in questo ambiente”.
Mi sono ricordata delle Sue parole: “Tutti gli esseri umani corrotti vivono per sé stessi. Ognuno per sé e che gli altri si arrangino: questo è il riassunto della natura umana. Le persone credono in Dio per il proprio interesse; quando rinunciano alle cose e si spendono per Dio, lo fanno per essere benedette e, quando Gli sono leali, è ancora per essere ricompensate. Insomma, agiscono solo al fine di essere benedette e ricompensate ed entrare nel Regno dei Cieli. Nella società lavorano per il proprio vantaggio personale, mentre nella casa di Dio svolgono un dovere per essere benedette. È al fine di ottenere benedizioni che le persone rinunciano a tutto e riescono a sopportare molte sofferenze. Non vi è prova migliore della natura satanica dell’uomo. Coloro la cui indole si è trasformata sono diversi, sentono che il significato deriva dal vivere secondo la verità, che sottomettersi a Dio, temerLo e fuggire il male sono alla base dell’essere umani, che accettare l’incarico di Dio è una responsabilità perfettamente naturale e giustificata, che solo le persone che svolgono bene i propri doveri di un essere creato sono degne di essere chiamate umane, e che se loro non sono in grado di amare Dio e ripagare il Suo amore, allora non sono degni di essere chiamati umani. Sentono che vivere per se stessi è vuoto e privo di significato, che le persone dovrebbero vivere per soddisfare Dio, per compiere bene i propri doveri e vivere vite piene di significato, in modo che, anche quando arriverà l’ora della morte, esse si sentiranno appagate e non avranno il benché minimo rimorso, e sentiranno di non aver vissuto invano” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). “Le persone hanno fede in Dio allo scopo di ottenere benedizioni, ricompense e corone. Questo non si trova forse nel cuore di tutti? Sì, è un dato di fatto. Anche se le persone non ne parlano spesso, e addirittura nascondono la loro mira e il loro desiderio di ottenere benedizioni, questa mira e questo desiderio sono sempre stati incrollabili nel profondo dei loro cuori. Non importa quanta teoria spirituale capiscano, quanta conoscenza esperienziale abbiano, quali doveri siano in grado di svolgere, quanta sofferenza sopportino o quale prezzo paghino: non rinunciano mai alla mira a ottenere benedizioni nascosta nel profondo del loro cuore, e si adoperano sempre silenziosamente al suo servizio. Non è forse questa la cosa sepolta più profondamente nei loro cuori? Senza questa mira a ricevere benedizioni, come vi sentireste? Con quale atteggiamento svolgereste il vostro dovere e seguireste Dio? Cosa succederebbe alle persone se si liberassero di questa mira a ricevere benedizioni nascosta nei loro cuori? È possibile che molti diventerebbero negativi, mentre alcuni perderebbero la motivazione a svolgere i loro doveri. Perderebbero interesse nella loro fede in Dio, come se la loro anima fosse svanita. Darebbero l’impressione che il loro cuore fosse stato strappato via. Ecco perché dico che la motivazione a ottenere benedizioni è qualcosa di profondamente nascosto nel cuore delle persone” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Sei indicatori di crescita nella vita”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho visto che, quando le persone pensano soltanto ai propri interessi, vivono di veleni satanici e considerano “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino” come una regola di sopravvivenza. Fanno soltanto cose che giovano a loro stessi. Io ero esattamente quel tipo di persona. Quando avevo iniziato a svolgere il dovere di leader, nessun ambiente pericoloso si era abbattuto su di me. Sapevo che, svolgendo questo dovere, avrei compreso più verità e avrei potuto compiere molte buone azioni, così l’avevo accettato senza esitazione. Tuttavia, quando avevo visto che i miei fratelli e sorelle venivano arrestati e che la polizia mi inseguiva e mi aveva inserita nella lista dei ricercati, temevo che, se fossi stata arrestata e picchiata a morte, avrei perso la mia possibilità di salvezza. Così avevo iniziato a complottare a mio vantaggio e a tenere conto solo di me stessa, e avevo cominciato a sentire che svolgere il dovere di leader comportava molti rischi. Mi ero persino lamentata del fatto che la chiesa avesse disposto un dovere così importante per me e volevo lasciarmelo alle spalle. Tenevo conto della mia destinazione in ogni momento e non mostravo nessuna lealtà o sottomissione a Dio. Ero troppo egoista! Se non fossi stata rivelata, avrei continuato a credere che la mia capacità di rinunciare e spendermi nello svolgere il mio dovere fosse una dimostrazione di lealtà a Dio. Adesso mi ero finalmente resa conto che tutti i miei sforzi passati erano macchiati da intenzioni e impurità. Lo facevo per ottenere benedizioni; era un tentativo di scendere a patti con Dio. Egli detestava e odiava tutto ciò. In quel momento, ho compreso la Sua intenzione. Sperimentare questo ambiente in cui la polizia cercava di arrestarci non solo mi aveva aiutata a vedere chiaramente la malvagità del gran dragone rosso, ma mi aveva anche aiutata a riconoscere l’intenzione di ottenere benedizioni che per molti anni si era annidata nella mia fede in Dio. Ho ringraziato Dio dal profondo del cuore per aver disposto questo ambiente e ho sperimentato che questa era la salvezza di Dio per me.
Una notte, ho parlato con una sorella del mio stato durante quel periodo. Quando ho accennato alla paura di essere arrestata e morire, lei ha condiviso con me sul significato della morte. Mi sono ricordata di un passo delle parole di Dio e l’ho cercato per leggerlo. Dio Onnipotente dice: “Come morirono quei discepoli del Signore Gesù? Alcuni furono lapidati, trascinati da un cavallo, crocifissi a testa in giù, squartati dai cavalli: andarono incontro a ogni sorta di morte. Quale fu il motivo della loro morte? Vennero forse giustiziati legittimamente per i loro crimini? No. Diffondevano il Vangelo del Signore, ma la gente del mondo non lo accettò, anzi li condannò, li picchiò, li rimproverò e li mise addirittura a morte: così furono martirizzati. […] In realtà, questo fu il modo in cui morì e perì il loro corpo; questa fu la modalità di dipartita dal mondo umano, ma ciò non significava che il loro esito fosse lo stesso. A prescindere dalle modalità della morte e della dipartita e comunque siano avvenute, non era il modo in cui Dio definiva l’esito finale di queste vite, di questi esseri creati. È una cosa che devi capire chiaramente. Al contrario, utilizzarono proprio questa modalità per condannare questo mondo e testimoniare le azioni di Dio. Questi esseri creati utilizzarono la loro preziosissima vita: sfruttarono l’ultimo istante della loro vita per testimoniare le azioni di Dio, testimoniare la Sua grande potenza e dichiarare a Satana e al mondo che le azioni di Dio sono giuste, che il Signore Gesù è Dio, che Egli è il Signore e l’incarnazione di Dio. Fino all’ultimo istante della loro vita non rinnegarono mai il nome del Signore Gesù. Non fu forse un genere di giudizio su questo mondo? Sfruttarono la loro vita per proclamare al mondo, per confermare agli esseri umani che il Signore Gesù è il Signore, che il Signore Gesù è Cristo, che Egli è l’incarnazione di Dio, che l’opera di redenzione dell’intera umanità da Lui compiuta consente a questa umanità di continuare a vivere: questo dato di fatto è immutabile in eterno. In quale misura compirono il loro dovere coloro che subirono il martirio per aver diffuso il Vangelo del Signore Gesù? Nella misura estrema? E come si manifestò la misura estrema? (Diedero la vita.) Proprio così: pagarono il prezzo con la loro vita. Famiglia, ricchezza e beni materiali di questa vita sono tutte cose esteriori; l’unica cosa legata al sé è la vita stessa. Per ogni persona la vita è la cosa più degna di essere apprezzata, la più preziosa e, guarda caso, queste persone furono in grado di offrire il loro bene più prezioso, la vita, come conferma e testimonianza dell’amore di Dio per l’umanità. Fino al giorno in cui morirono, non rinnegarono il nome di Dio, né rinnegarono la Sua opera, e sfruttarono gli ultimi istanti di vita per testimoniare l’esistenza di questo dato di fatto: non è forse la testimonianza più alta? Questo è il modo migliore di assolvere il proprio dovere; questo è ciò che significa adempiere la propria responsabilità. Quando Satana le minacciò e le terrorizzò e quando alla fine fece persino pagare loro il prezzo con la vita, non abbandonarono la loro responsabilità. Questo è ciò che significa assolvere il proprio dovere nella misura estrema” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Diffondere il Vangelo è il dovere a cui sono moralmente obbligati tutti i fedeli”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho compreso che, se una persona rinuncia alla vita per rimanere salda nella propria testimonianza a Dio, anche se il suo corpo perisce, la sua anima continua a vivere. Se una persona viene perseguitata a morte per aver reso testimonianza a Dio, si tratta di una cosa preziosa e significativa che Egli approva. Tuttavia, io credevo che, se il PCC mi avesse perseguitata fino alla morte, non sarei stata in grado di ottenere la salvezza, così avevo vissuto nella pavidità e nella paura, senza avere il coraggio di offrire la mia vita per svolgere bene il mio dovere. In realtà, non avevo una sottomissione autentica, non rendevo alcuna testimonianza di pratica della verità e Dio non aveva ottenuto il mio vero cuore. Anche se il mio corpo avesse continuato a vivere, non mi sarei mai guadagnata l’approvazione di Dio. Ai Suoi occhi, sarei già morta e alla fine il mio spirito, la mia anima e il mio corpo verrebbero tutti distrutti. Inoltre, temevo che, se fossi morta, non sarei stata salvata da Dio. Questo perché non comprendevo la Sua indole giusta. Ho pensato ai discepoli che seguivano il Signore Gesù e furono perseguitati da regimi satanici quando predicavano il Vangelo. Alcuni vennero smembrati da cinque cavalli, altri lapidati a morte e alla fine Pietro fu crocifisso a testa in giù per Dio. Pagarono con le loro vite per rendere una clamorosa testimonianza a Dio. Sebbene in apparenza i loro corpi fossero morti, le loro anime erano tornate da Dio e avevano ottenuto la Sua approvazione. Questa è la cosa più preziosa e significativa che ci sia. Dopo aver capito fino in fondo il significato della morte, il mio cuore si è sentito più libero. Dio mi aveva dato la vita e io dovevo adempiere il mio dovere. Non potevo continuare a vivere così egoisticamente.
Un giorno, durante le mie devozioni spirituali, ho letto un passo delle parole di Dio: “Satana non ha mai osato trasgredire l’autorità di Dio e per giunta ha sempre ascoltato attentamente e obbedito agli ordini e ai comandi specifici di Dio, non osando mai sfidarli e, naturalmente, di modificare liberamente gli ordini di Dio. Questi sono i limiti che Dio ha stabilito per Satana, e quindi Satana non ha mai osato violarli. Non è forse questa la potenza dell’autorità di Dio? Non è forse questa una testimonianza dell’autorità di Dio? Satana ha una comprensione molto più chiara rispetto all’umanità di come comportarsi nei confronti di Dio e di come considerarLo, e così, nel regno spirituale, Satana vede molto chiaramente la posizione e l’autorità di Dio, e sperimenta profondamente la potenza della Sua autorità e i principi alla base dell’esercizio della Sua autorità. Non osa affatto ignorarli, né osa violarli in alcun modo, né fare qualcosa che trasgredisca la Sua autorità, e non osa sfidare in alcun modo la Sua ira. Pur essendo malvagio e arrogante per natura, Satana non ha mai osato oltrepassare i confini e i limiti stabiliti per lui da Dio. Da milioni di anni si attiene strettamente a questi limiti, si attiene a ogni comando e ordine impartitogli da Dio e non ha mai osato passare il segno. Pur essendo maligno, Satana è molto più saggio dell’umanità corrotta; conosce l’identità del Creatore e conosce i propri confini. Dagli atti ‘sottomessi’ di Satana si capisce che l’autorità e la potenza di Dio sono decreti celesti che lui non può trasgredire e che è proprio per via dell’unicità e dell’autorità di Dio che tutte le cose si trasformano e si propagano in maniera ordinata, che l’umanità può vivere e moltiplicarsi entro il percorso stabilito da Dio, senza che nessuna persona e nessun oggetto possano turbare questo ordine e nessuna persona e nessun oggetto possano modificare questa legge, poiché tutti provengono dalle mani del Creatore e dalla predestinazione e dall’autorità del Creatore” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico I”). Riflettendo sulle Sue parole, ho capito che, a prescindere da quanto Satana sia crudele, rimane sempre nelle mani di Dio. Senza il Suo permesso o un Suo ordine, non osa agire liberamente. Per esempio, il PCC arresta e perseguita continuamente coloro che credono in Dio e cerca di sradicare le chiese di Dio, ma, in realtà, anche il PCC è sotto il Suo controllo. Non importa quanto siano grandi le sue ambizioni e i suoi desideri, o quanto siano ingegnosi i suoi metodi per danneggiare le persone, il PCC non può fare nulla senza il permesso di Dio. Ho pensato a quanto, in quel periodo, il PCC fosse determinato ad arrestarmi, ma, ogni volta, non c’era riuscito per un soffio. Grazie alle meravigliose disposizioni di Dio, ero sempre sfuggita all’arresto. Adesso posso svolgere il mio dovere al sicuro grazie all’autorità e alla sovranità di Dio. Senza il Suo permesso, non importa quante volte il PCC provi ad arrestarmi, non cadrò mai nelle sue mani. Dio aveva ordinato che non venissi arrestata e il lavoro della chiesa aveva bisogno di me, pertanto dovevo dedicare il cuore al mio dovere. Dopo aver raggiunto queste comprensioni, le mie preoccupazioni e ansie si sono molto attenuate. Ero disposta a sottomettermi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio e ad affidarmi a Lui per svolgere bene il lavoro della chiesa. Ho ideato un nuovo piano per il lavoro di cui dovevo occuparmi. Ho pensato al fatto che molti leader e lavoratori erano stati arrestati e che a seguito di ciò c’erano molte cose da fare. Molti fratelli e sorelle vivevano nella negatività e nella debolezza e non sapevano come sperimentare questo ambiente. Necessitavano di leader e lavoratori che condividessero con loro e li sostenessero. Dovevo adempiere le mie responsabilità. In seguito, ho dedicato il cuore al mio dovere. Ho lavorato con i miei fratelli e sorelle e, dopo un periodo di duro lavoro, la chiesa ha eletto nuovi leader e lavoratori affinché l’implementazione delle varie attività del lavoro potesse proseguire. Anche gli stati dei miei fratelli e sorelle sono un po’ migliorati e il lavoro della chiesa ha iniziato lentamente a progredire.
Dopo aver sperimentato la rivelazione di questo ambiente, ho capito che la mia concezione di fede in Dio non era corretta: lo facevo per ottenere benedizioni, era un tentativo di scendere a patti con Dio e stavo percorrendo il cammino sbagliato. Al tempo stesso, ho anche visto chiaramente la natura malvagia del gran dragone rosso e sono arrivata al punto di odiarlo dal profondo del cuore. Inoltre, ho capito di non avere un’autentica fede in Dio. Di fronte alla minaccia di essere arrestata, avevo avuto paura. La mia statura era troppo scarsa. D’ora in poi, sono disposta ad affidarmi a Dio per svolgere bene il mio dovere. Non avrei potuto ottenere questi risultati in un ambiente confortevole. Ho sperimentato che in realtà la disposizione di questo ambiente era la salvezza di Dio per me e Lo ringrazio dal profondo del cuore!