94. Cosa ho guadagnato svolgendo un lavoro reale
Nel novembre del 2021, sono stato eletto leader della chiesa. All’inizio, ho imparato attivamente dai miei collaboratori e ho partecipato a vari compiti; sebbene sia stato un po’ impegnativo e faticoso, mi sono sentito davvero appagato. Dopo un po’ di tempo, ho scoperto che dovevo vagliare, seguire e partecipare alla risoluzione dei problemi in vari aspetti del lavoro della chiesa e che questo richiedeva molto tempo e molta energia. Ho pensato: “Se partecipassi davvero a ogni compito, non sarei ancora più impegnato e stanco?” All’epoca, supervisionavo il lavoro del Vangelo, ma c’erano molte cose che non capivo quando ho iniziato e per fare bene il lavoro dovevo investire più tempo ed energia nell’apprendimento e nella ricerca. Ho pensato a Mo Li, che era già stata una leader e capiva meglio di me come implementare e seguire il lavoro del Vangelo. Ritenevo che sarebbe andato bene che supervisionasse lei il lavoro del Vangelo e che, con una persona dotata di esperienza a gestire il lavoro, le cose sarebbero state molto più facili per me. Dopo di che, ho lasciato che Mo Li supervisionasse il lavoro del Vangelo per un po’ e a ogni riunione mi limitavo a chiederle come procedesse. La ascoltavo dirmi che tutto il lavoro necessario era stato implementato, così non le chiedevo i dettagli e le dicevo semplicemente di seguire attentamente il lavoro. In quel periodo sapevo che, come leader, dovevo seguire i dettagli del lavoro, ma non volevo affaticarmi troppo. Pensavo che andasse bene che la responsabile fosse Mo Li, così mi informavo raramente sul lavoro del Vangelo. Qualche tempo dopo, i leader superiori hanno mandato una lettera in cui chiedevano a quali potenziali destinatari del Vangelo si potesse predicare e a quali no. Sono stato preso alla sprovvista, perché non avevo comprensione di quei dettagli specifici. Così ho chiesto a Mo Li, ma lei mi ha risposto che ne aveva solo una comprensione generale e che nemmeno lei conosceva i dettagli di ogni potenziale destinatario del Vangelo e non li aveva effettivamente seguiti. Questo mi ha fatto arrabbiare e ho pensato: “Sei tu che supervisioni il lavoro del Vangelo, eppure non sei arrivata a comprenderne i dettagli! Non stai svolgendo un lavoro effettivo!” In seguito, ho esaminato i dettagli e solo allora ho scoperto che il modo abituale di Mo Li di implementare le disposizioni del lavoro del Vangelo consisteva semplicemente nel leggerle con i fratelli e le sorelle: non stava attuando nessuna condivisione dettagliata o disposizione. Mi ha turbato sentire i fratelli e le sorelle riferire questo e ho pensato che Mo Li era stata davvero superficiale nei suoi doveri. In quel momento, mi sono inoltre reso conto che il problema principale riguardava me. Di solito mi limitavo a dare disposizioni per il lavoro durante le riunioni e, anche se dicevo a fratelli e sorelle di impegnarsi di più nei loro doveri e di affidarsi a Dio quando affrontavano delle difficoltà, in realtà stavo solo pronunciando dottrine e slogan e raramente mi informavo sui dettagli del lavoro, cosa che equivaleva a lavarmene le mani. Proprio come nel caso del lavoro del Vangelo: dopo aver assegnato i doveri a Mo Li, aspettavo che fosse lei a svolgere bene il lavoro, mentre io me ne restavo semplicemente seduto a raccogliere i frutti. Come avrei potuto svolgere bene i miei doveri in quel modo? I problemi nel lavoro erano stati tutti causati dal mio indulgere nelle comodità e dalla mia superficialità. Ricordo che in quel periodo c’erano due potenziali destinatari del Vangelo ma, poiché non li avevo esaminati né seguiti in tempo, avevo ritardato nel predicare loro il Vangelo. In seguito, il predicatore mi ha messo in guardia: “Sei leader da un mese; perché ancora non capisci questi compiti? Dovresti davvero riflettere su te stesso”.
Durante le mie devozioni spirituali, ho letto le parole di Dio: “La principale caratteristica del lavoro dei falsi capi è blaterare di dottrine e ripetere meccanicamente slogan. Dopo avere emanato i loro ordini, semplicemente si lavano le mani della faccenda. Non pongono domande sul successivo sviluppo del lavoro; non chiedono se siano emersi problemi, deviazioni o difficoltà. Considerano terminato il loro incarico non appena assegnano il lavoro ad altri. In realtà, come leader, dopo aver dato disposizioni per il lavoro, devi seguire l’andamento del lavoro. Anche se quell’ambito lavorativo non ti è familiare, persino se non ne sai nulla, puoi trovare il modo di fare il tuo lavoro. Puoi rivolgerti a qualcuno che lo afferri davvero, che conosca la professione in questione, così che faccia dei controlli e fornisca suggerimenti. Da quei suggerimenti potrai risalire ai principi appropriati e riuscirai così a seguire il lavoro. Che il tipo di professione in questione ti sia familiare o no, che tu la comprenda o meno, devi come minimo presiedere al lavoro, seguirlo, indagare e porre domande su come procede. Devi mantenere il controllo su queste cose: è la tua responsabilità, fa parte del tuo lavoro. Non seguire il lavoro, non fare niente altro una volta che sia stato assegnato, lavarsene le mani, è il modo in cui si comportano i falsi leader. Anche non seguire il lavoro o non fornire indicazioni al riguardo, non informarsi sui problemi che si presentano o non risolverli, e non afferrare i progressi o l’efficienza del lavoro sono manifestazioni dei falsi leader” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (4)”). “Poiché i falsi leader non vengono a conoscenza dell’avanzamento del lavoro, e poiché sono incapaci di individuare prontamente, e tanto meno di risolvere, i problemi che sorgono al suo interno, ciò porta spesso a ripetuti ritardi. In certi lavori, dato che le persone non hanno alcuna comprensione dei principi e non c’è nessuno adatto a essere responsabile di tale lavoro o a sovrintendere al suo svolgimento, coloro che lo compiono sono spesso in uno stato di negatività, passività e attesa, e questo influisce gravemente sull’avanzamento del lavoro. Se i leader avessero adempiuto alle proprie responsabilità, se avessero sovrinteso al lavoro, lo avessero spinto ad avanzare, supervisionato, e avessero trovato qualcuno competente in quel campo per guidare il lavoro, allora il lavoro sarebbe progredito più velocemente invece di subire ripetuti ritardi. Per i leader, dunque, è vitale comprendere e afferrare lo stato del lavoro. Naturalmente è anche assai necessario che i leader comprendano e afferrino come il lavoro stia procedendo, poiché l’avanzamento è in relazione con l’efficienza del lavoro e con i risultati che si dovrebbero ottenere. Se i leader e i collaboratori non sono a conoscenza di come procede il lavoro della chiesa e non seguono o supervisionano le cose, allora l’avanzamento del lavoro della chiesa è destinato a essere lento. Ciò è dovuto al fatto che la maggioranza delle persone che svolgono doveri sono davvero meschine, non hanno un senso del fardello e sono spesso negative, passive e superficiali. Se non c’è nessuno che abbia senso del fardello e capacità lavorative che si assuma responsabilità verso il lavoro in maniera concreta, informandosi puntualmente sul loro avanzamento, e guidando, supervisionando, disciplinando e potando il personale che fa i doveri, allora è ovvio che il livello di efficienza del lavoro sarà molto basso e i suoi risultati molto scadenti. Se i leader e i lavoratori non riescono nemmeno a vedere chiaramente questo aspetto, sono stolti e ciechi. Quindi, i leader e i lavoratori devono prontamente esaminare, seguire e afferrare l’avanzamento del lavoro, esaminare quali problemi presentano le persone che fanno dei doveri e che sia necessario risolvere, e capire quali problemi andrebbero risolti al fine di ottenere risultati migliori. Questi aspetti sono tutti estremamente importanti, e devono essere ben chiari a una persona che opera come leader. Per fare bene il proprio dovere non si deve essere come un falso leader, che svolge un po’ di lavoro superficiale e poi pensa di aver compiuto bene il suo dovere. I falsi leader sono incuranti e frettolosi nel loro lavoro, non hanno alcun senso di responsabilità, non risolvono i problemi quando si presentano e, qualunque lavoro svolgano, lo fanno in maniera sommaria e lo trattano con superficialità; semplicemente pronunciano parole altisonanti, declamano dottrine e discorsi vuoti e si limitano a sbrigarsela nel loro lavoro. In generale, tale condizione è il modo in cui lavorano i falsi leader. Sebbene, in confronto agli anticristi, i falsi leader non facciano nulla di manifestamente malvagio e non compiano deliberatamente il male, quando si considera l’efficienza del loro lavoro è corretto classificarli come superficiali, individui che non portano un fardello, irresponsabili e privi di lealtà verso il loro lavoro” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (4)”). Le parole di Dio indicano l’atteggiamento che i leader e i lavoratori dovrebbero avere nel loro lavoro, nella fattispecie seguire attivamente il progresso del lavoro, informarsene ed esaminarlo e risolvere i vari problemi e difficoltà, garantendo il buon andamento del lavoro. Queste sono le responsabilità dei leader e dei lavoratori. Anche se si è inesperti, si può chiedere a chi comprende le competenze professionali e così facendo trovare i principi di pratica, in modo da essere in grado di seguire il lavoro. Invece un falso leader non coglie le condizioni attuali o l’avanzamento del lavoro e non capisce i risultati che ogni compito dovrebbe raggiungere o come le persone stiano andando. Egli lavora in modo superficiale e approssimativo, limitandosi a sbrigarsela e non svolgendo un lavoro effettivo, motivo per cui il lavoro non progredisce. Dio smascherava esattamente il mio comportamento. Nel lavoro del Vangelo, ho usato la mia iniziale mancanza di comprensione come scusa e ho passato il lavoro a Mo Li perché lo supervisionasse lei. Pensavo che, essendo stata una leader e avendo familiarità con il lavoro del Vangelo, avrebbe dovuto essere in grado di farsene carico, ma poi non ho effettivamente seguito né mi sono informato su quanti potenziali destinatari del Vangelo ci fossero a cui predicare, né su quali problemi o difficoltà avessero i fratelli e le sorelle nei loro doveri. Ho addirittura pensato, dal momento che Mo Li aveva detto che tutto il lavoro era stato implementato e non aveva menzionato alcuna difficoltà, di non avere molto di cui preoccuparmi, e quindi non ho preso parte al lavoro del Vangelo. Come leader, mi spettava la responsabilità di seguire, controllare e supervisionare i progressi e lo stato di tutti gli elementi del lavoro e, anche se lasciavo che fosse Mo Li a supervisionare il lavoro del Vangelo, avrei comunque dovuto seguire, supervisionare ed esaminare i dettagli. Se il lavoro non dava risultati, dovevo trovare le cause e risolvere i problemi e le difficoltà in tempo. Invece, avevo scaricato il lavoro su altri e avevo iniziato ad assumere un atteggiamento di noncuranza, con la conseguenza che il lavoro del Vangelo aveva subito un ritardo. In apparenza, sembrava che stessi svolgendo i miei doveri senza causare alcun male né disturbo evidente ma, in quanto leader, stavo assecondando la carne e non stavo svolgendo un lavoro effettivo, cosa che ha portato il lavoro del Vangelo a non dare risultati. Ero un falso leader e non ero assolutamente degno di quel dovere. A questo pensiero, ho provato profondo rimorso. Non potevo più andare avanti così, dovevo cambiare rapidamente atteggiamento nei confronti dei miei doveri. In seguito, ho iniziato a seguire davvero il lavoro del Vangelo e, quando scoprivo in esso dei problemi, condividevo per risolverli. Il lavoro del Vangelo ha iniziato gradualmente a dare risultati. Dopo aver lavorato per qualche tempo pensavo di essere cambiato un po’ ma, con mia sorpresa, di lì a poco, sono stato rivelato di nuovo.
Qualche mese dopo, sono stato trasferito a fare il leader in un’altra chiesa, con la responsabilità principale di supervisionarne il lavoro di allontanamento. Ho visto che alcuni materiali per l’allontanamento dei miscredenti e dei malevoli erano incompleti e necessitavano di ulteriori prove fattuali, così ho condiviso con i fratelli e le sorelle che svolgevano il lavoro di allontanamento. Tuttavia, dato che avevano appena iniziato a formarsi, non afferravano i principi e non riuscivano a capire i punti chiave, perciò i materiali che avevano integrato erano incompleti e dovevano essere rimandati avanti e indietro per le revisioni. Una volta, ho visto che il materiale che avevano integrato era ancora privo di dettagli e mi sono detto: “Ho condiviso su questi principi svariate volte. Anche se a livello teorico li capiscono, quando nella pratica si trovano di fronte a situazioni diverse, non sanno cosa fare. A quanto pare, devo effettivamente guidarli nella preparazione di alcuni materiali affinché non si allunghino troppo con i tempi. In questo modo, i loro doveri verrebbero svolti in modo più efficiente”. Ma poi ci ho ripensato: “Aiutarli a mettere insieme i materiali per l’allontanamento mi porterebbe via molto tempo e molta energia. Sono già piuttosto impegnato con i miei doveri, quindi chissà quanto sarebbe faticoso… Inoltre, non sto trascurando questi compiti; loro hanno bisogno di formarsi e dovrebbe andare bene se mi limito a supervisionarli e controllarli. Solo così potranno fare qualche progresso”. Alla luce di ciò, ho soltanto fornito loro condivisioni e analisi, lasciando che integrassero da sé quei materiali. Ma c’erano ancora delle lacune nei materiali integrati e molti hanno dovuto essere rielaborati, cosa che ha ritardato seriamente i progressi. Tempo dopo, durante una riunione, i leader superiori sono venuti a conoscenza di come procedeva il lavoro di allontanamento e mi hanno fatto notare: “Sebbene tu abbia fornito ai fratelli e alle sorelle condivisioni e analisi su questi compiti, loro hanno dovuto integrare ognuno di questi materiali più volte, cosa che ha ritardato molto i progressi. A questo punto, devi unirti a loro nella raccolta e nell’organizzazione di questi materiali, formarli in modo fattuale e migliorare l’efficienza dei loro doveri. Anche questa è la responsabilità di un leader”. Il fatto che i leader abbiano evidenziato queste cose mi ha fatto sentire in qualche modo in colpa. Se avessi effettivamente partecipato a quel compito, il lavoro non sarebbe stato ritardato così a lungo.
Durante la riunione, abbiamo letto le parole di Dio: “C’è un altro tipo di falso leader, di cui abbiamo parlato spesso durante la condivisione sul tema ‘Responsabilità di leader e di lavoratori’. Questo tipo ha una qualche levatura, non è di scarsa intelligenza, ha modi e metodi nel suo lavoro, e piani per risolvere i problemi, e quando gli viene affidato un lavoro, riesce a eseguirlo quanto più vicino possibile ai criteri previsti. È in grado di scoprire qualsiasi problema si presenti nel lavoro e anche di risolverne alcuni; quando ascolta i problemi che alcune persone segnalano, oppure osserva il comportamento, le manifestazioni, i discorsi e le azioni di alcune persone, ha una reazione nel cuore e una personale opinione e un atteggiamento. Naturalmente, se queste persone perseguono la verità e hanno un senso del fardello, tutti questi problemi possono essere risolti. Tuttavia i problemi rimangono inaspettatamente irrisolti nel lavoro che è sotto la responsabilità del tipo di persona su cui oggi stiamo condividendo. Perché questo? Perché queste persone non svolgono un lavoro reale. Amano l’agio e odiano il lavoro duro, compiono sforzi solo in maniera superficiale, amano rimanere inattivi e godere dei vantaggi del prestigio, amano dare ordini alle persone e si limitano a muovere un po’ la bocca, a dare qualche suggerimento e poi considerano concluso il loro lavoro. Non prendono a cuore alcun lavoro reale della chiesa o il lavoro cruciale che Dio affida loro; non hanno questo senso del fardello e, anche se la casa di Dio sottolinea ripetutamente queste cose, ancora non le prendono a cuore. Per esempio, non vogliono intervenire o informarsi sul lavoro di produzione cinematografica o su quello basato sui testi della casa di Dio, né vogliono esaminare il modo in cui questi tipi di lavoro stiano procedendo e quali risultati ottengano. Si limitano a qualche indagine indiretta e, una volta saputo che le persone sono impegnate in questo lavoro e lo stanno svolgendo, non se ne preoccupano ulteriormente. Anche quando sanno benissimo che ci sono problemi nel lavoro, non vogliono comunque condividere su di essi e risolverli, né si informano o indagano sul modo in cui le persone stiano svolgendo i loro doveri. Perché non lo fanno? Pensano che se esaminassero queste cose, li attenderebbe una grande quantità di problemi da risolvere e questo sarebbe troppo preoccupante. La vita sarebbe troppo estenuante se dovessero sempre risolvere problemi! Se si preoccupano troppo, il cibo non avrà più un buon sapore per loro, non riusciranno a dormire bene, la loro carne si sentirà stanca e la vita diventerà miserabile. Ecco perché, quando vedono un problema, se possono lo eludono e lo ignorano. Qual è il problema con questo tipo di persone? (Sono troppo pigre.) DiteMi, chi ha il problema più grave: le persone pigre o le persone di scarsa levatura? (Le persone pigre.) Perché le persone pigre hanno un problema grave? (Le persone di scarsa levatura non possono essere leader o lavoratori, ma possono essere in qualche modo efficienti quando svolgono un dovere che sia compreso nelle loro capacità. Tuttavia, le persone pigre non possono fare niente; anche se hanno levatura, ciò non ha alcun effetto.) Le persone pigre non sono in grado di fare nulla. Riassumendo in due parole, sono gente inutile; hanno una disabilità di seconda classe. Per quanto buona sia la levatura delle persone pigre, non è altro che apparenza di facciata; anche se hanno buona levatura ciò non ha alcuna utilità. Sono troppo pigre, sanno cosa dovrebbero fare, ma non lo fanno, e anche se sono consapevoli che qualcosa costituisce un problema, non ricercano la verità per risolverlo, e pur sapendo quali avversità dovrebbero affrontare perché il lavoro sia efficace, non sono disposte a sopportare queste proficue avversità; quindi non sono in grado di acquisire alcuna verità né di svolgere un lavoro reale. Non vogliono sopportare le avversità che spettano alle persone; sanno solo indulgere in comodità, godere momenti di gioia e di svago, e di una vita libera e rilassata. Non sono forse inutili? Chi non sopporta le avversità non merita di vivere. Coloro che desiderano vivere sempre la vita da parassiti sono persone prive di coscienza e di ragione; sono bestie, e individui del genere sono inadatti persino a fornire manodopera. Non essendo in grado di sopportare le avversità, anche quando offrono manodopera non sono in grado di farlo bene e, se desiderano acquisire la verità, le loro speranze sono ancora più vane. Uno che non sa soffrire e non ama la verità è una persona inutile, non è nemmeno qualificato per fornire manodopera. È una bestia, senza un briciolo di umanità. Simili persone devono essere eliminate; solo questo concorda con le intenzioni di Dio” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (8)”). Dio smaschera che il motivo principale per cui i falsi leader non svolgono un lavoro effettivo è la pigrizia. Indulgono nelle comodità della carne, amano dare ordini agli altri e non vogliono risolvere i problemi nemmeno quando li vedono. Non hanno alcun senso del fardello o della responsabilità dei loro doveri e, per quanto sia buona la loro levatura, sono comunque inutili. Ho percepito che lo smascheramento da parte di Dio dei vari comportamenti dei falsi leader descriveva anche i miei. Negli ultimi tempi, nel mio dovere non avevo fatto altro che dare ordini alle persone. Ero tutto chiacchiere e chiedevo sempre e solo come andassero le cose a livello di base. Non cercavo risultati né risolvevo i problemi e, in essenza, non svolgevo un lavoro effettivo, limitandomi invece a godere dei vantaggi del mio prestigio. In particolare, ho visto che Dio dice che le persone pigre hanno problemi di carattere, che non sono disposte a soffrire e a pagare un prezzo nei loro doveri, che sono prive di coscienza e di ragione, che neppure la loro manodopera è all’altezza degli standard e che Dio le detesta veramente. Questo mi ha molto turbato. Non solo nel mio dovere non avevo messo il cuore e le forze e non avevo adempiuto le mie responsabilità, ma ero anche diventato una persona detestata da Dio. La possibilità di svolgere il dovere di un leader era già una grande elevazione da parte Sua e un’opportunità che Egli mi aveva dato perché mi formassi. Avrei dovuto fare del mio meglio per adempiere quel dovere, cosa che avrebbe anche giovato alla mia crescita nella vita. Mi era chiaro che i fratelli e le sorelle che stavano organizzando i materiali per l’allontanamento delle persone avevano appena iniziato a formarsi e che non avevano afferrato i principi; anche dopo ripetute integrazioni, i materiali erano ancora incompleti. Se fosse andata avanti così, questo avrebbe ritardato il lavoro. Avrei dovuto considerare maggiormente la questione e guidarli nel dettaglio. Dovevo unirmi personalmente a loro nella preparazione di alcuni materiali, in modo che potessero afferrare i principi il prima possibile. Ma sentivo che questo avrebbe richiesto molto tempo e molta energia, cosa che avrebbe comportato sofferenza e fatica per la carne, quindi non volevo risolvere effettivamente il problema. Mi sono persino giustificato dicendo che dovevano formarsi da soli per migliorare. Di conseguenza, svariati materiali non sono stati integrati per molto tempo. In realtà, quei problemi avrebbero potuto essere risolti se avessi avuto più considerazione e avessi pagato un prezzo, ma ero semplicemente troppo pigro e nei miei doveri pensavo solo alla mia carne. Avevo un atteggiamento superficiale e nessun senso del fardello o della responsabilità nei confronti del lavoro, con la conseguenza che il lavoro di allontanamento era stato ritardato. Se avessi continuato così, prima o poi sarei stato eliminato da Dio. Non potevo più andare avanti in quel modo. Avrei dovuto assumermi le mie responsabilità e svolgere bene i miei doveri in conformità alle richieste di Dio.
In seguito, ho letto altre Sue parole e ho acquisito alcuni cammini in merito a come i leader e i lavoratori svolgono un lavoro effettivo. Dio Onnipotente dice: “Quando si fornisce guida iniziale per un compito, oltre a offrire specifici piani di attuazione per situazioni particolari, leader e lavoratori con levatura media e capacità lavorativa relativamente scarsa dovrebbero ricevere guida più specifica e dettagliata. Anche se queste persone potrebbero comprendere i principi e gli specifici piani di attuazione per un compito in termini di dottrina, non sanno ancora come metterli in pratica quando si tratta dell’effettiva attuazione. Come si dovrebbero trattare quei pochi leader e lavoratori che hanno scarsa levatura e mancano di capacità lavorativa? […] Devi adempiere alle responsabilità che ti spettano; devi considerare le chiese in cui sono incaricati coloro che sono relativamente deboli e possiedono una capacità lavorativa relativamente scarsa. Leader e lavoratori devono prestare particolare attenzione e fornire guida speciale in tali questioni. A cosa si riferisce la guida speciale? Oltre a condividere sulla verità, devi anche fornire direttive e assistenza più specifiche e dettagliate, il che richiede un maggiore sforzo in termini di comunicazione. Se spieghi loro il lavoro e ancora non capiscono e non sanno come attuarlo o, anche se lo capiscono in termini di dottrina e sembrano sapere come attuarlo, ma sei ancora incerto e un po’ preoccupato di come andrà l’effettiva attuazione, cosa dovresti fare? Devi andare personalmente in profondità nella chiesa locale per guidarli e attuare il compito con loro. Spiegare loro i principi e provvedere a disposizioni specifiche circa i compiti che devono essere svolti in base ai requisiti delle disposizioni lavorative, come per esempio cosa fare prima e cosa fare dopo, e il modo in cui assegnare le persone in maniera adeguata; organizzare tutte queste cose in modo opportuno. Si tratta di guidarli in pratica nel loro lavoro, anziché limitarsi a gridare slogan o impartire ordini a caso, dar loro qualche lezione usando alcune dottrine e poi considerare il proprio lavoro concluso: questa non è una manifestazione di svolgimento di un lavoro specifico, inoltre gridare slogan e impartire ordini alle persone intorno non sono le responsabilità di leader e lavoratori. Una volta che i leader o i supervisori della chiesa locale sono in grado di farsi carico del lavoro, e il lavoro ha imboccato la strada giusta, e sostanzialmente non ci sono problemi importanti, solo allora il leader o il lavoratore può lasciare. Questo è il primo compito specifico menzionato nella nona responsabilità di leader e lavoratori per l’attuazione delle disposizioni lavorative: fornire guida. Ma esattamente come dovrebbe essere fornita la guida? I leader e i lavoratori dovrebbero innanzitutto esercitarsi a riflettere e condividere sulle disposizioni lavorative, imparando e comprendendo i vari requisiti specifici delle disposizioni lavorative e capendo e afferrando i principi di tali disposizioni. In seguito, dovrebbero condividere insieme ai leader e ai lavoratori a tutti i livelli su programmi specifici per l’attuazione delle disposizioni lavorative. Inoltre, dovrebbero fornire una specifica attuazione per situazioni particolari e infine assistenza e direttive più dettagliate e specifiche a leader e lavoratori relativamente deboli e di scarsa levatura. Se alcuni leader e lavoratori sono del tutto incapaci di attuare il compito, cosa si dovrebbe fare in tali situazioni? I leader e i lavoratori di livello superiore dovrebbero andare in profondità nella chiesa e partecipare personalmente al compito, risolvendo i problemi reali attraverso la condivisione della verità e facendo sì che imparino come svolgere il lavoro e come attuarlo secondo i principi” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (10)”). Dio indica il cammino di pratica in merito a come i leader e i lavoratori svolgono un lavoro effettivo. Ai fratelli e alle sorelle che non afferrano i principi e hanno scarse capacità lavorative, dovremmo fornire un aiuto e una guida più dettagliati e specifici. Questo è ciò che Dio richiede ai leader e ai lavoratori. A quei fratelli e sorelle che avevano appena iniziato a formarsi nel lavoro di allontanamento e che non erano arrivati ad afferrare i principi, avrei dovuto fornire una guida dettagliata e specifica e insegnare loro di persona all’interno di scenari di lavoro reali. Invece, avevo assecondato la mia carne e non avevo svolto nessuno dei lavori effettivi che andavano eseguiti, ritardando di conseguenza il lavoro. Si trattava di una grave negligenza nei confronti del mio dovere. Stavo supervisionando il lavoro di allontanamento della chiesa, quindi dovevo allontanare da essa i miscredenti, così come i malevoli e gli anticristi che ne intralciavano e disturbavano la vita, permettendo ai fratelli e alle sorelle di avere una buona vita della chiesa, migliori condivisioni sulla verità e una crescita nella vita. Invece, poiché non avevo svolto un lavoro effettivo, le persone che avrebbero dovuto essere allontanate dalla chiesa non erano state gestite in tempo e ciò aveva danneggiato il lavoro della chiesa. In questo modo, stavo essenzialmente compiendo il male. Da quel momento in poi, volevo fare bene il mio dovere in conformità alle richieste di Dio e fornire tempestivamente condivisioni e guida a fratelli e sorelle, in modo che potessero afferrare rapidamente i principi e adempiere i loro doveri.
Di lì a breve, i leader superiori hanno rimandato indietro alcuni materiali per l’allontanamento che dovevano essere urgentemente integrati con prove concrete. Ho pensato di assegnare il compito ai fratelli e alle sorelle, ma mi sono reso conto che non avevano ancora afferrato i principi e che far integrare quei materiali a loro avrebbe sicuramente ritardato i progressi. Così sono andato da loro e ho analizzato i principi e condiviso su di essi insieme a loro. In base alle questioni che i leader avevano fatto notare, prima ho fatto loro condividere i propri punti di vista e dopo ho attinto ai principi per condividere insieme sulle carenze, permettendo loro di afferrare alcuni principi. Ho scoperto che, quando volevo svolgere bene il mio dovere, non mi sentivo così stanco e inoltre i fratelli e le sorelle facevano progressi nel loro. Praticare in questo modo mi ha dato serenità. Analizzando i materiali con i fratelli e le sorelle, ho anche compreso meglio i principi per discernere le persone. Tutti questi risultati sono stati raggiunti attraverso un lavoro effettivo.
Grazie a questa esperienza, sono giunto a vedere che è davvero importante che i leader e i lavoratori svolgano un lavoro effettivo, poiché questo influisce direttamente sul progresso del lavoro della chiesa. Allo stesso tempo, mi sono anche reso conto che, quando le persone assolvono effettivamente i loro doveri in conformità alle richieste di Dio, sono in grado di raggiungere dei risultati. Grazie a Dio!