95. Lezioni che ho imparato dall’arresto di mio figlio

di Wu Fan, Cina

Un giorno, nel dicembre del 2013, una sorella mi ha chiamato per dirmi che mio figlio era stato portato via dalla polizia. Quando ho sentito la notizia, sono rimasto di stucco, pensando: “Mio figlio crede in Dio da poco tempo e gli mancano le basi. Ha appena lasciato il lavoro e ha iniziato a svolgere il proprio dovere, come può già essere stato arrestato?” Ho ripensato a quando in passato sono stato arrestato. La polizia ha usato tutti i modi possibili per torturarmi e costringermi a parlare dei leader e del denaro della chiesa, al punto che avrei preferito morire. Ognuno di quei poliziotti è crudele e spietato; sono dei diavoli! Provano un odio profondo per coloro che credono in Dio; possono picchiarci a morte e restare impuniti. Ero preoccupato e pensavo: “Mio figilo è ancora giovane e non ha mai provato questo tipo di sofferenza! Se non riesce a sopportare la tortura e diventa un Giuda, perderà del tutto la possibilità di essere salvato!” Questo pensiero mi preoccupava da morire. Nei giorni successivi, non riuscivo a mangiare e non dormivo bene. Era come se avessi un coltello conficcato nel cuore; il mio unico desiderio era poter soffrire al posto di mio figlio. Pregavo Dio costantemente, chiedendoGli di prendersi cura di lui e proteggerlo. Inoltre, nel mio cuore provavo risentimento, e pensavo: “Mio figlio se n’è andato di casa per svolgere il proprio dovere pur credendo in Dio da poco tempo; perché Egli non si è preso cura di lui e non l’ha protetto? Se la polizia gli fa seriamente del male, come se la caverà in futuro? E se lo picchiano a morte, non potrò mai più rivederlo”. Più ci pensavo, più mi sentivo sconvolto, e il mio cuore sprofondava nelle tenebre. Non riuscivo a calmarmi quando mi nutrivo della parola di Dio, e dentro di me, addirittura incolpavo i leader e i lavoratori per non aver dato a qualcuno il compito di mantenere un ambiente sicuro e aver causato l’arresto di mio figlio. A quel tempo, ero un diacono del Vangelo ed ero piuttosto impegnato, ma non avevo lo spazio mentale per rimanere concentrato sul lavoro; tutto ciò a cui pensavo era mio figlio.

Tra il dolore e l’impotenza, pregavo Dio continuamente, chiedendoGli di prendersi cura di mio figlio e di proteggerlo, affinché non diventasse un Giuda e non tradisse i fratelli e le sorelle. Dopo aver pregato, ho pensato alle parole di Dio: “Ogni cosa che ti capita, buona o cattiva che sia, dovrebbe recarti beneficio, e non renderti negativo. Di qualunque cosa si tratti, dovresti riuscire a considerarla stando dalla parte di Dio, e non analizzarla o studiarla dal punto di vista dell’uomo (questa sarebbe una deviazione nella tua esperienza)(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Promesse a coloro che sono perfezionati”). Le cose che ci accadono ogni giorno, buone o cattive che siano, sono tutte stabilite da Dio e tutte racchiudono le Sue intenzioni. Nel caso dell’arresto di mio figlio, guardavo la cosa dalla prospettiva della carne, per cui volevo solo che lui non soffrisse. Di conseguenza, pensavo che il suo arresto fosse una cosa negativa e ho persino incolpato Dio per non averlo protetto. Ho pensato all’esperienza di Giobbe: quando perse le sue ricchezze e i suoi beni, e i suoi figli andarono in rovina, la moglie lo derideva e voleva che abbandonasse Dio, ma egli la sgridò dicendo: “Tu parli da donna insensata! Abbiamo accettato il bene dalla mano di Dio, e rifiuteremmo di accettare il male?” (Giobbe 2:10). Giobbe aveva un cuore che teme Dio; sia che ricevesse del bene o delle avversità, egli da Dio poteva sempre accettarlo, senza lamentarsi o peccare con le sue labbra, e senza offenderLo, era in grado di sottomettersi a Lui ed esaltare il Suo santo nome. Al contrario, quando ho saputo che mio figlio era stato arrestato e la sua vita era in pericolo, ho iniziato a sporgere reclami e addirittura ho lasciato che questo influenzasse i miei doveri. Il mio nome non poteva nemmeno essere accostato a quello di Giobbe; ero così umiliato! Ho pregato Dio: “Dio! Mio figlio è stato arrestato mentre svolgeva il proprio dovere e in questo momento non so come sta. Ho paura che diventerà un Giuda e che in futuro verrà punito. Dio! Il mio cuore sta soffrendo e quando svolgo il mio dovere il mio stato è disturbato. Ti prego, guidami a riflettere e comprendere il mio problema”. Dopo aver pregato, ho letto le parole di Dio: “Io non concedo alle persone la possibilità di esprimere i loro sentimenti, perché Io sono privo di sentimenti della carne, e ho sviluppato sommo odio nei confronti dei sentimenti delle persone. È a causa dei sentimenti fra le persone che Io sono stato messo da parte e sono diventato un ‘altro’ ai loro occhi; è a causa dei sentimenti fra le persone che sono stato dimenticato; è a causa dei suoi sentimenti che l’uomo coglie l’occasione di sollevare la propria ‘coscienza’; è a causa dei suoi sentimenti che l’uomo prova sempre avversione per il Mio castigo; è a causa dei suoi sentimenti che l’uomo Mi chiama ingiusto e iniquo e dice che sono incurante dei suoi sentimenti nella Mia gestione delle cose. Ho anche dei parenti sulla terra? Chi ha mai, come Me, operato giorno e notte senza darsi pensiero del cibo o del sonno, per il bene del Mio intero piano di gestione? Come potrebbe l’uomo essere paragonabile a Dio? Come potrebbe l’uomo essere compatibile con Dio?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 28”). “Tutta l’umanità vive in base ai sentimenti, e così Dio non ne evita nemmeno uno e svela i segreti nascosti nei cuori dell’intera umanità. Perché è così difficile per le persone separarsi dai loro sentimenti? Farlo va forse oltre i criteri della coscienza? La coscienza può compiere la volontà di Dio? I sentimenti possono aiutare le persone a superare le avversità? Agli occhi di Dio, i sentimenti sono Suoi nemici: non è stato forse affermato chiaramente nelle parole di Dio?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Interpretazione dei misteri delle ‘Parole di Dio all’intero universo’, Cap. 28”). Dalle parole di Dio, ho visto che Lui detesta quando gli uomini vivono secondo i propri sentimenti. Quando agiscono in base ai propri sentimenti, le persone pensano solamente ai legami familiari e agli interessi della carne, senza cercare minimamente la verità o le intenzioni di Dio; resistono a Dio in ogni cosa che fanno. Io ero esattamente così. Quando ho scoperto che mio figlio era stato arrestato, il mio primo pensiero è stato che sicuramente la polizia l’avrebbe picchiato e l’avrebbe costretto a parlare dei leader e dei lavoratori della chiesa. Ho pensato che se mio figlio non avesse resistito alle torture e fosse diventato un Giuda, avrebbe perso la sua possibilità di raggiungere la salvezza, e non solo non avrebbe potuto ricevere benedizioni in futuro, ma sarebbe anche stato punito all’inferno. Dato che mio figlio era ancora giovane, mi chiedevo anche come sarebbe sopravvissuto in futuro se le percosse lo avessero reso disabile. E se lo avessero picchiato a morte, avrei perso mio figlio per sempre. Pensando a queste gravi conseguenze, nel mio cuore sono sorte delle lamentele nei confronti di Dio, l’ho incolpato per non esserSi preso cura di mio figlio e non averlo protetto, adirittura discutendo e protestando con Lui. Dov’era finita la mia ragione? Dov’era la mia umanità? Vedendo che coloro che vivevano in base ai propri sentimenti potevano resistere a Dio in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, ho capito perché Dio ci aveva esposto che “i sentimenti sono Suoi nemici”.

Durante la mia ricerca, ho letto altre parole di Dio: “Il cammino lungo il quale Dio ci guida non è dritto, ma è una strada tortuosa e piena di buche; inoltre, Dio dice che più il cammino è impervio e più rivela i nostri cuori amorevoli. Eppure, nessuno di noi può aprire un simile cammino. Nella Mia esperienza, ho percorso molti cammini impervi e pericolosi e ho sopportato grandi sofferenze; a volte ero così prostrato dal dolore che avrei volute gridare, ma ho percorso questa via sino a oggi. Credo che questo sia il cammino indicato da Dio, perciò sopporto lo strazio di tutta la sofferenza e vado avanti. Perché questo è ciò che Dio ha disposto, quindi chi può evitarlo? Io non chiedo di ricevere benedizioni; chiedo solo di essere in grado di seguire il cammino che devo percorrere secondo le intenzioni di Dio. Non cerco di imitare gli altri, seguendo il loro cammino; cerco soltanto di adempiere la Mia devozione per percorrere sino alla fine il cammino a Me assegnato. Non chiedo l’aiuto degli altri; a essere sincero, non posso nemmeno aiutare qualcun altro. Sembra che Io sia estremamente sensibile riguardo a tale aspetto. Non so cosa pensino le altre persone. Questo perché ho sempre creduto che quanto un individuo debba soffrire e quanto debba percorrere il suo cammino sia stabilito da Dio, e che nessuno possa davvero aiutare qualcun altro(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il cammino… (6)”). Dalle parole di Dio, ho compreso che tutte le sofferenze che una persona deve sopportare e tutte le circostanze che sperimenta nel corso della vita sono state ordinate da Dio molto tempo fa. Avrei dovuto consegnare mio figlio a Dio e sottomettermi alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni. Questo era il ragionamento che avrei dovuto fare e la pratica che avrei dovuto avere. Mio figlio credeva in Dio da non molto tempo, e non discerneva quando si parlava dell’essenza del gran dragone rosso di odiare Dio e la verità. Il fatto che fosse stato arrestato e che avrebbe dovuto soffrire, aveva dentro di sé la benevolenza di Dio, e soprattutto, portava con sé degli insegnamenti che mio figlio avrebbe dovuto imparare. Ho pensato a quanti fratelli e sorelle erano stati arrestati e perseguitati dal gran dragone rosso, e tutti avevano sofferto molto, ma queste esperienze avevano dato loro una vera fede in Dio. In mezzo a dolore e avversità, erano disposti a marcire per sempre in prigione piuttosto che tradire Dio, trionfando sulla loro carne e su Satana, e infine dando una bellissima ed eclatante testimonianza a Dio. Ho anche pensato all’esperienza di quando io stesso sono stato arrestato. Anche se a quel tempo la mia carne aveva sofferto un po’, e sebbene fossi timido e debole mentre sperimentavo torture e tormenti, quando pregavo Dio ed ero guidato dalle Sue parole, anche la mia fede in Lui era cresciuta. Attraverso questa esperienza, non solo ho imparato a discernere l’essenza malvagia del gran dragone rosso di resistere a Dio, ma ho anche raggiunto una certa comprensione dell’onnipotenza e della sovranità di Dio. Con questa comprensione, ero disposto a consegnare mio figlio a Dio, lasciando che Egli orchestrasse e organizzasse tutto.

Un mese dopo, mio figlio è tornato, il suo viso era pallido ed era giù di morale. La sua statura era bassa e non osava ammettere che credeva in Dio Onnipotente, così alla fine lo lasciarono andare. Dopo aver sperimentato questo fallimento, mio figlio ha imparato delle lezioni ed è diventato capace di discernere il gran dragone rosso. Ha anche visto che la sua statura era piccola e la sua fede in Dio non era affatto genuina. Sei mesi dopo, ha ripreso i suoi doveri.

Un giorno, nell’ottobre del 2023, ho ricevuto una lettera dalla chiesa con scritto che mio figlio era stato arrestato di nuovo. Nella chiesa di mio figlio erano state arrestate più di 30 persone, tra loro c’erano leader e lavoratori. Ho pensato che mio figlio aveva già dei precedenti, e che se la polizia avesse scoperto che svolgeva l’incarico di leader, sicuramente lo avrebbe costretto a parlare dei soldi della chiesa, nonché dei leader e dei lavoratori, e gli avrebbe fatto firmare un documento in cui rinunciava alla sua fede. Quello era il momento in cui Dio stava rivelando le persone e le classificava secondo la loro natura; se mio figlio fosse stato indottrinato dal Partito Comunista, o se non fosse stato in grado di resistere alle torture e avesse rinunciato alla sua fede e tradito Dio, si sarebbe aperto le porte dell’inferno e avrebbe perso la sua possibilità di essere salvato. Mentre pensavo queste cose, mi è sembrato di avere un groppo alla bocca dello stomaco, e mi sono preoccupato pensando alle prospettive future e al fato di mio figlio, e non ero in condizione di svolgere il mio dovere. Nel mio cuore, pregavo per lui continuamente, chiedendo a Dio di mostrare pietà e di proteggerlo affinché potesse superare sano e salvo questo periodo difficile. Alcuni fratelli e sorelle avevano notato che ero triste e tutto il giorno sospiravo per la disperazione, e hanno condiviso con me sulle intenzioni di Dio, trovando anche molte delle Sue parole per aiutarmi. Ho realizzato che ancora una volta ero stato vincolato dai miei sentimenti, e così ho pregato Dio: “Dio! Mio figlio è stato portato via ancora una volta dalla polizia. Non riesco a smettere di pensarci e ho paura per la sua vita; ti prego di guidarmi nella ricerca della verità e nel non essere vincolato in questa faccenda”.

Più tardi, mi sono ricordato della condivisione di Dio sull’abbandonare le proprie aspettative nei confronti dei figli; ho trovato queste parole e le ho lette. Dio Onnipotente dice: “Alla luce della comprensione di quale atteggiamento i genitori dovrebbero avere nei confronti dei figli adulti, i genitori dovrebbero anche abbandonare le loro aspettative nei confronti dei figli adulti? Alcuni genitori ignoranti non riescono a comprendere la vita né il destino, non riconoscono la sovranità di Dio e tendono ad agire da ignoranti quando si tratta dei figli. Per esempio, una volta diventati indipendenti, i figli possono trovarsi ad affrontare situazioni particolari, avversità o incidenti gravi: alcuni si ammalano, altri vengono coinvolti in cause legali, altri divorziano, altri vengono ingannati e truffati, altri ancora vengono rapiti, feriti, gravemente picchiati o rischiano di morire. C’è anche chi cade nella dipendenza dalla droga e così via. Cosa devono fare i genitori in queste situazioni particolari e serie? Qual è la reazione tipica della maggior parte dei genitori? Fanno quello che dovrebbero fare in quanto esseri creati in possesso dell’identità di genitori? Molto raramente, quando apprendono una notizia del genere, i genitori reagiscono come se fosse capitata a un estraneo. Per la maggior parte, restano svegli tutta la notte fino a quando non vengono loro i capelli grigi, passano innumerevoli notti insonni, durante il giorno non hanno appetito, si arrovellano il cervello a rimuginare e alcuni addirittura piangono amaramente, fino a farsi arrossare gli occhi e a finire le lacrime. Pregano Dio con fervore affinché tenga conto della loro fede e protegga i loro figli, li favorisca e li benedica, sia misericordioso e risparmi le loro vite. In quanto genitori che si trovano in una situazione del genere, le loro debolezze umane, le loro vulnerabilità e i sentimenti che provano per i figli vengono tutti smascherati. Cos’altro viene rivelato? La loro ribellione a Dio. Implorano Dio e Lo pregano, supplicandoLo di proteggere i loro figli dalle calamità. Anche se si verifica una catastrofe, pregano che i loro figli non muoiano, che possano sfuggire al pericolo, che non vengano danneggiati da persone malevole, che le loro malattie non si aggravino e anzi migliorino, e così via. Per cosa pregano veramente? (Dio, con queste preghiere costoro fanno a Dio delle richieste, implicando in sottofondo delle rimostranze.) Da un punto di vista sono estremamente insoddisfatti della difficile situazione dei figli e si lamentano del fatto che Dio non avrebbe dovuto permettere che accadessero ai loro figli cose simili. La loro insoddisfazione si mescola alle lamentele e chiedono a Dio di cambiare idea, di non comportarSi così, di liberare i loro figli dai pericoli, di tenerli al sicuro, di guarirli dalle malattie, di aiutarli a evitare cause legali, di scongiurare le calamità quando si presentano e così via; in breve, Gli chiedono di far andare tutto bene. Pregando in questo modo, da un lato si lamentano con Dio, dall’altro Gli fanno delle richieste. Questa non è forse una manifestazione di ribellione? (Sì.) Implicitamente, stanno dicendo che ciò che Dio fa non è giusto né buono, che Egli non dovrebbe agire così. Poiché si tratta dei loro figli e loro sono credenti, costoro pensano che Dio non dovrebbe permettere che ai loro figli accadano cose simili. I loro figli sono diversi dagli altri, dovrebbero ricevere benedizioni preferenziali da Dio. A motivo della loro fede in Dio, Egli dovrebbe benedire i loro figli, e se non lo fa si angosciano, piangono, sollevano un polverone e non vogliono più seguire Dio. Se muore loro un figlio, sentono che nemmeno loro possono continuare a vivere. Non è questa la loro attitudine mentale? (Sì.) Non si tratta forse di una forma di protesta contro Dio? (Sì, è vero.) È una protesta contro Dio. […] Quando Dio orchestra o governa il destino di qualcun altro ti va bene, purché non abbia nulla a che fare con te. E invece ritieni che non dovrebbe essere in grado di governare il destino dei tuoi figli? Agli occhi di Dio, tutta l’umanità ricade sotto la Sua sovranità e nessuno può sfuggire alla sovranità e alle disposizioni stabilite dalla mano di Dio. Perché i tuoi figli dovrebbero fare eccezione? La sovranità di Dio è decretata e pianificata da Lui. È appropriato da parte tua volerla cambiare? (No.) Non è appropriato. Pertanto, le persone non devono fare cose sciocche o irragionevoli. Qualsiasi cosa Dio faccia si basa su cause ed effetti di vite precedenti: cosa ha a che fare con te? Se ti opponi alla sovranità di Dio, stai cercando la morte. Se non vuoi che i tuoi figli sperimentino queste cose, ciò deriva dall’affetto, non dalla giustizia, dalla misericordia o dall’amorevolezza; è solo dovuto al tuo affetto. […] Il rapporto che esiste veramente tra individui non è basato su legami di carne e sangue; è invece un rapporto tra due esseri viventi creati da Dio. Questo tipo di rapporto non comporta legami di carne e sangue; intercorre semplicemente tra due esseri viventi indipendenti. Se consideri la cosa da questo punto di vista allora, in quanto genitore, quando i tuoi figli hanno la sfortuna di ammalarsi o la loro vita è in pericolo, dovresti affrontare tali situazioni in modo corretto. Non dovresti, a causa delle disgrazie che capitano ai tuoi figli o della loro morte, rinunciare al tempo che ti rimane, al cammino che sei tenuto a intraprendere o alle responsabilità e agli obblighi che ti spetta assolvere: dovresti affrontare la questione in modo corretto. Se nutri i pensieri e i punti di vista giusti e sai capire a fondo queste cose, allora sarai in grado di superare rapidamente la disperazione, il dolore e la nostalgia(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (19)”). Leggendo le parole di Dio, ho compreso che in origine le persone sono esseri viventi indipendenti che non hanno relazioni tra loro. Solo una volta che l’anima si reincarna ed entra in questo mondo materiale, le persone hanno delle famiglie, diventano marito e moglie, padre e figlio, madre e figlia, e altre relazioni di questo tipo. Ma quando si tratta dell’essenza di una persona, in origine non ci sono relazioni tra gli uni e gli altri. Tuttavia, le persone non riescono a vedere con chiarezza questo tipo di questioni e mettono al primo posto i legami familiari della carne e le relazioni di sangue. Quando i loro figli devono affrontare disgrazie e malattie, o quando la loro vita è in pericolo, i genitori vivono in base ai propri sentimenti e provano così tanto dolore da voler addirittura morire. In realtà, il cammino intrapreso dalle persone e il tipo di sofferenza che devono sopportare nel corso della vita sono stati ordinati da Dio molto tempo fa e non spetta ai genitori giudicarli. Ad esempio, prendete i miei vicini. Questa coppia di sposi ha vissuto tutta la vita in maniera frugale, spendendo per la figlia tutti i soldi che avevano guadagnato. L’hanno mandata in una scuola di alto livello e le hanno dato la migliore istruzione, sperando che in futuro trovasse un lavoro stabile e una sicurezza economica. Tuttavia, lei non ha seguito il cammino corretto e sin da giovane ha iniziato ad assumere droghe. Alla fine, è stata arrestata per spaccio ed è stata condannata a 13 anni di carcere. I suoi genitori sono praticamente impazziti. Ho pensato anche a una giovane sorella i cui genitori avevano lavorato lontano da casa per molti anni e l’avevano affidata alle cure dello zio. I genitori non si erano mai interessati ai suoi studi, ma alla fine lei è entrata all’università e ha seguito la zia e lo zio nel credere in Dio. Ora questa sorella svolge il suo dovere e segue il giusto cammino di vita. Il cammino degli uomini non è affatto legato a come i genitori si prendono cura di loro e li educano, e non è qualcosa che i genitori possono cambiare. Tuttavia, non riuscivo a vedere con chiarezza queste cose, e mi preoccupavo continuamente delle prospettive future e del fato di mio figlio, e non ero in grado di svolgere normalmente il mio dovere; anche il mio nutrirmi della parola di Dio era disturbato. Non desideravo altro che soffrire al posto di mio figlio, e addirittura chiedevo a Dio di proteggerlo dalla crudeltà di quei diavoli e di assicurarSi che superasse sano e salvo quel momento difficile. Avevo anche solo un briciolo di ragione? Riflettendoci meglio, quando mio figlio è stato arrestato per la prima volta, la sua statura era bassa e non osava ammettere che credeva in Dio; non aveva testimonianza. 10 anni dopo, è stato arrestato di nuovo, e certamente è stato Dio a permetterlo. Egli stava dando a mio figlio la possibilità di pentirsi, lo stava testando. Se mio figlio poteva trionfare sui vincoli dell’influenza delle tenebre del gran dragone rosso, rischiando la vita per rimanere saldo nella propria testimonianza a Dio, allora questa volta l’essere arrestato avrebbe avuto per lui un significato molto profondo e sarebbe stato un modo per essere perfezionato. Tuttavia, io avevo agito sulla base dei miei sentimenti e non avevo cercato le intenzioni di Dio, pensando che un ambiente confortevole dove la sua carne non avrebbe sofferto gli avrebbe portato dei benefici. Il mio modo di vedere le cose non corrispondeva affatto alle intenzioni di Dio; era privo di senso! Il fatto che questa volta mio figlio potesse rimanere saldo della sua testimonianza dipendeva dalla sua essenza, da ciò che lui perseguiva abitualmente, dal cammino che percorreva. Non dovevo essere troppo preoccupato per le prospettive future e per il fato di mio figlio, arrivando addirittura a incolpare Dio e a lamentarmi con i fratelli e le sorelle. Una volta compreso questo, ho sentito il mio cuore più leggero.

Durante la mia ricerca, ho letto altre parole di Dio: “Oltre alla nascita e all’educazione dei figli, la responsabilità dei genitori nella vita dei figli consiste semplicemente nell’offrire loro un ambiente tradizionale in cui crescere, poiché solo la predestinazione del Creatore influisce sul destino di una persona. Nessuno può controllare il tipo di futuro che un individuo avrà; esso è prestabilito con largo anticipo e neppure i genitori possono cambiarlo. Per quanto concerne il destino, tutti gli uomini sono indipendenti e tutti hanno il proprio. Così i genitori non possono allontanare il destino di una persona nella vita o esercitare il minimo influsso sul ruolo che essa svolge nell’esistenza. Si potrebbe dire che la famiglia in cui si è destinati a nascere e l’ambiente in cui si cresce non sono altro che i presupposti per la realizzazione della propria missione nella vita. Non determinano in alcun modo le sorti di una persona nella vita o il tipo di destino in cui essa compie la propria missione. Perciò i genitori non possono aiutare il figlio a realizzare la sua missione nella vita, e allo stesso modo i parenti non possono aiutarlo ad assumere il suo ruolo nell’esistenza. Il modo in cui una persona compie la sua missione e il tipo di ambiente di vita in cui svolge il suo ruolo sono interamente determinati dal suo destino nell’esistenza. In altre parole, nessun’altra condizione oggettiva può influenzare la missione di una persona, che è prestabilita dal Creatore. Tutti gli uomini maturano nello specifico ambiente in cui crescono; poi gradualmente, passo dopo passo, si avviano lungo la propria strada nella vita e compiono i destini pianificati per loro dal Creatore. In modo naturale e involontario, entrano nel vasto oceano dell’umanità e occupano il loro posto nell’esistenza, dove cominciano a adempiere le loro responsabilità di esseri creati, nell’interesse della predestinazione del Creatore, della Sua sovranità(La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico III”). Dio ha parlato con grande chiarezza delle responsabilità dei genitori verso i propri figli. Come genitore, la mia responsabilità è quella di educare mio figlio fino all’età adulta, assicurandomi che cresca in modo sano, portandolo dinanzi a Dio, dicendogli che la sua vita viene da Dio, facendo sì che creda in Dio e intraprenda il giusto cammino. Queste sono le mie responsabilità e i miei obblighi come genitore. Ma che mio figlio rimanga o meno saldo nella propria testimonianza dopo essere stato arrestato, o che il suo esito e la sua destinazione futura siano quelli di ottenere benidizioni o di essere punito, non sono cose che io posso cambiare. In quanto essere creato, devo accettare e sottomettermi alla sovranità e alle disposizioni di Dio con ragionevolezza. Solo questo è in linea con le intenzioni di Dio. Una volta compreso questo, il mio cuore si è completamente liberato. Sia che mio figlio fosse rimasto saldo o meno nella propria testimonianza, o che in futuro avesse ricevuto benedizioni o avversità, io ero disposto ad accettarlo e sottomettermi.

Ora, quando penso a mio figlio, anche se ancora mi preoccupo un po’, questo non influenza il mio stato e posso svolgere normalmente il mio dovere. Ringrazio Dio con tutto il cuore!

Pagina precedente:  94. Cosa ho guadagnato svolgendo un lavoro reale

Pagina successiva:  97. Non sono più preoccupata per il lavoro di mio figlio

Contenuti correlati

Impostazioni

  • Testo
  • Temi

Colori omogenei

Temi

Carattere

Dimensioni carattere

Interlinea

Interlinea

Larghezza pagina

Indice

Cerca

  • Cerca in questo testo
  • Cerca in questo libro

Connect with us on Messenger