23. Ora posso affrontare la morte con compostezza
Sono sempre stata di salute cagionevole. Dopo il matrimonio, mi sono data da fare per prendermi cura della famiglia e degli affari e non riuscivo a mangiare o a riposare agli orari giusti. Anni di corse e di sfinimento mi hanno causato un peggioramento della salute e ho sviluppato miocardite, gastrite antrale, colecistite e vertigini. Avevo anche degli speroni ossei e spesso mi faceva male la parte alta della schiena. Praticamente tutto il mio corpo era tormentato dalle malattie. La miocardite era particolarmente grave e bastava un po’ di lavoro per lasciarmi senza fiato e con difficoltà a respirare. In quegli anni sono stata tormentata dalla malattia e ho sofferto molto. La maggior parte del tempo potevo solo riposare a casa e mi sentivo completamente inutile. Ero davvero invidiosa quando vedevo per strada persone piene di energia e spesso mi chiedevo: “Quando potrò avere un corpo sano come loro?”
Nel 2004, ho accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Poco più di un anno dopo, le mie malattie erano sostanzialmente guarite ed ero veramente grata a Dio. In silenzio, ho preso una decisione: “Devo credere in Dio con tutto il cuore per ripagare il Suo amore!” In seguito, ogni volta che vedevo fratelli e sorelle in difficoltà, facevo del mio meglio per aiutarli e, qualunque dovere mi venisse assegnato, cercavo di fare il massimo. Nel 2009, la leader ha condiviso con me e mi ha chiesto di irrigare i nuovi arrivati. Ho pensato: “La nostra attività a casa dipende interamente da me e svolgere occasionalmente il mio dovere non mi impedisce di guadagnare. Tuttavia, se irrigassi i nuovi arrivati, ci vorrebbero più tempo ed energie e, se nessuno si occupasse dell’attività, non sarei forse costretta a chiudere?” Mi sentivo un po’ combattuta. Ma poi ho pensato a come Dio avesse guarito le mie malattie e a come mi avesse concesso una grazia così grande; sapevo di dover fare bene il mio dovere per ripagare il Suo amore. Sentivo che, se avessi rinunciato a fare soldi ora e mi fossi impegnata di più nel mio dovere, Dio mi avrebbe sicuramente protetta e mi avrebbe dato buona salute e, una volta conclusasi la Sua opera, forse mi avrebbe anche protetta dalla sofferenza delle catastrofi e mi avrebbe permesso di entrare nel Regno dei Cieli per godere di grandi benedizioni. Così ho accettato questo dovere e ho affidato l’attività a mio marito. A volte camminavo per decine di chilometri al giorno per predicare il Vangelo e quando tornavo a casa avevo le caviglie gonfie. Ma in cuor mio non mi sono mai lamentata. Quando pensavo che in futuro avrei ricevuto più grazia e benedizioni da Dio e sarei entrata nel Regno dei Cieli, diventavo ancora più motivata a fare il mio dovere.
Un giorno del 2017, mi è capitato di trovare un nodulo duro al seno. Dopo essere andata in ospedale, il medico ha detto: “È necessario effettuare una biopsia di questo tumore per determinare se è benigno o maligno. Se è maligno, dovrà essere operata”. Ho avuto un po’ di paura e ho pensato: “Se fosse maligno, non vorrebbe dire che sono condannata? Sarebbe una malattia incurabile!” Ma poi mi sono detta: “Sono un essere creato: che io viva o muoia è nelle mani di Dio. Se Dio vuole che io viva, non morirò neanche se ho il cancro”. A questo pensiero, la mia paura si è placata. Dopo i risultati della biopsia, il medico ha detto che mi era stato diagnosticato un cancro al seno e mi ha programmato un intervento chirurgico. L’intervento è stato completato con successo in meno di tre ore. Sapevo che questa era la protezione di Dio e Gli ero davvero grata. Ho pensato anche al fatto che, pur avendo questa grave malattia, non mi ero lamentata di Dio e che sicuramente Egli avrebbe rimosso il mio cancro. Dopo l’intervento, mi sono sottoposta a chemioterapia. Pensavo che dopo sarei stata dimessa, ma, con mia sorpresa, il medico ha detto che le mie condizioni erano piuttosto gravi e che le cellule tumorali si erano già diffuse ai linfonodi. Ha detto anche che la chemioterapia non era stata efficace e che avrei dovuto sottopormi a radioterapia. Sono rimasta completamente sbalordita. Avevo sentito da altre pazienti che la radioterapia era particolarmente dolorosa e che vomitavano tutto ciò che mangiavano e diventavano estremamente deboli. Alcune non riuscivano nemmeno a camminare e dovevano essere spinte in sedia a rotelle dai familiari. In alcuni casi, la radioterapia non era riuscita a tenere sotto controllo il cancro e alla fine le pazienti erano morte. Ho avuto molta paura e ho pensato: “La radioterapia è davvero dolorosa, sarò in grado di sopportarla? Se la radioterapia non riuscisse a tenere sotto controllo le cellule tumorali, morirei? Se morissi così, non perderei la possibilità di essere salvata? Allora tutti questi anni in cui ho fatto sacrifici e mi sono spesa non sarebbero stati vani? Perché Dio non mi protegge per tutti gli anni in cui ho sofferto e mi sono spesa? Diverse pazienti del reparto non credono nemmeno in Dio, ma dopo la chemioterapia il loro cancro è stato tenuto sotto controllo e sono state dimesse. Perché io, che credo in Dio, sto peggio dei non credenti? Che Dio mi abbia forse abbandonata?” A questo pensiero, ho pianto in modo incontrollabile come una bambina ed ero così angosciata da non riuscire a mangiare né a dormire. Leggevo le parole di Dio solo superficialmente e non riuscivo nemmeno a trovare parole per pregare. Il mio cuore era pieno di oscurità e di dolore. Nella disperazione, mi sono inginocchiata e ho pregato Dio: “Dio, il solo pensiero di sottopormi a radioterapia mi spaventa molto. Temo che, se morissi, perderei la possibilità di essere salvata. Dio, sono molto debole in questo momento. Ti prego, guidami a comprendere la Tua intenzione e dammi il coraggio di sperimentare questa situazione”. Dopo aver pregato, mi sono ricordata di un passo delle Sue parole: “È giusto che gli esseri umani seguano Dio, e più strada percorrono, più essa diventa luminosa. Dio non ti porterà su una cattiva strada e, anche se ti consegna a Satana, è responsabile fino alla fine. Devi avere questa fede, e questo è l’atteggiamento che gli esseri creati dovrebbero assumere verso di Lui” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come conoscere la sovranità di Dio”). Le parole di Dio mi hanno dato fede. Ho pensato a Giobbe. Sebbene Dio avesse permesso a Satana di tentare Giobbe, gli aveva comandato di non togliergli la vita. Quindi, anche se la carne di Giobbe soffrì molto, egli non perse la vita a causa del danno di Satana. Sebbene io avessi il cancro e un corpo molto debole, il fatto che fossi ancora viva e che l’intervento fosse andato bene non era forse dovuto alla protezione di Dio? Avrei dovuto avere fede in Dio.
In seguito, ho letto le Sue parole: “Più Dio raffina le persone, più il loro cuore è in grado di amarLo. Il tormento dei loro cuori va a beneficio della loro vita, sono maggiormente capaci di essere in pace di fronte a Dio, il loro rapporto con Lui è più stretto e riescono meglio a vedere il supremo amore di Dio e la Sua somma salvezza. Pietro ha sperimentato l’affinamento centinaia di volte e Giobbe ha sopportato diverse prove. Se desiderate essere resi perfetti da Dio, anche voi dovrete sottoporvi all’affinamento centinaia di volte, dovrete passare attraverso questo processo e basarvi su questa fase; solo allora potrete soddisfare le intenzioni di Dio ed essere resi perfetti da Lui. L’affinamento è il mezzo migliore tramite il quale Dio rende le persone perfette. Solo l’affinamento e le dure prove possono far sbocciare il vero amore verso Dio nel cuore dell’uomo. Senza sofferenza gli uomini sono privi del vero amore per Dio; se non vengono messi alla prova interiormente e non sono sottoposti a un vero affinamento, e allora il loro cuore continuerà sempre a galleggiare nel mondo esterno. Dopo essere stato affinato fino a un certo punto, riuscirai a vedere le tue debolezze e difficoltà, vedrai quanto sei carente e capirai che sei incapace di superare i molti problemi che incontri, e inoltre vedrai quanto ti sei ribellato. Solo durante le prove gli uomini possono veramente conoscere il loro stato effettivo; le prove sono ancora più in grado di perfezionarli” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Solo tramite l’esperienza dell’affinamento l’uomo può possedere il vero amore”). “Nella loro fede in Dio, quel che le persone cercano è ottenere benedizioni per il futuro: questo è il loro obiettivo nella loro fede. Tutti hanno questo intento e questa speranza, ma la corruzione nella loro natura deve essere risolta attraverso le prove e l’affinamento. Quali che siano gli aspetti in cui le persone non sono purificate e rivelano corruzione, questi sono gli aspetti nei quali devono essere affinate: questa è la disposizione di Dio. Dio predispone per te un ambiente, costringendoti a essere lì affinato in modo che tu possa conoscere la tua corruzione. In definitiva raggiungi un punto in cui vuoi abbandonare i tuoi progetti e i tuoi desideri e sottometterti alla sovranità e alla disposizione di Dio anche se significasse morire. Pertanto, se le persone non subiscono diversi anni di affinamento, se non sopportano una certa dose di sofferenza, non potranno liberarsi dai vincoli della corruzione della carne nei loro pensieri e nel loro cuore. Quali che siano gli aspetti in cui le persone sono ancora soggette ai vincoli della loro natura satanica, e quali che siano gli aspetti in cui hanno ancora i loro desideri e le loro esigenze, questi sono gli aspetti nei quali devono soffrire. Solo dalla sofferenza si possono trarre lezioni, il che significa essere in grado di acquisire la verità e capire le intenzioni di Dio. In realtà, molte verità vengono capite sperimentando sofferenza e prove. Nessuno può comprendere le intenzioni di Dio, riconoscere la Sua onnipotenza e la Sua sapienza o apprezzare l’indole giusta di Dio quando si trova in un ambiente facile e confortevole o quando le circostanze sono favorevoli. Sarebbe impossibile!” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito un po’ di più la Sua intenzione. Egli testa e raffina le persone per purificarle, costringendole a cercare la verità e a conoscere la propria corruzione, le proprie impurità e le proprie intenzioni. Questo permette loro di acquisire una vera comprensione di Dio e di sviluppare un amore genuino per Lui. Non mi sono ammalata di cancro perché Dio stava cercando di rivelarmi ed eliminarmi, ma perché avevo un’indole corrotta e delle impurità nella mia fede. Solo attraverso una situazione del genere queste cose potevano essere rivelate. In passato, ho rinunciato alla mia attività per credere in Dio e fare il mio dovere e, per quanto soffrissi nel mio dovere, non mi lamentavo. Ho sempre considerato questi sacrifici e questo spendermi come un capitale davanti a Dio e pensavo persino di essere una persona che si sottometteva a Lui e Lo amava. Ma ora che avevo il cancro e avevo bisogno della radioterapia, non avevo più alcuna fede in Dio e Lo fraintendevo, pensando che non mi volesse più. Ho persino usato i miei sforzi e il mio spendermi come capitale per cercare di discutere con Lui, lamentandomi che non mi proteggesse. Ho visto che ero veramente ribelle e piena di pretese e aspettative nei confronti di Dio. Se non avessi sperimentato questa malattia, non avrei mai conosciuto la mia indole corrotta né le mie intenzioni sbagliate nel credere in Lui. Se non fossi cambiata per niente entro la fine della Sua opera, avrei perso completamente la mia possibilità di salvezza. In questa malattia che affrontavo, Dio non stava cercando di eliminarmi, bensì di salvarmi! Tuttavia, non capivo la Sua intenzione e l’ho persino frainteso e mi sono lamentata di Lui. A questo pensiero, ho provato rimorso e vergogna profondi. Ho pregato Dio in silenzio nel mio cuore, disposta a pentirmi davanti a Lui e a cercare la verità per riflettere sulla mia indole corrotta.
Nella mia ricerca, ho letto le Sue parole: “Il rapporto dell’uomo con Dio non è che uno di mero interesse personale. È il rapporto tra chi riceve le benedizioni e chi le elargisce. Più semplicemente, è simile al rapporto tra un dipendente e un datore di lavoro. Il dipendente lavora sodo solamente per ricevere i compensi elargiti dal datore di lavoro. In un rapporto di questo genere, basato sugli interessi, non c’è affetto di affinità, solamente transazione; non c’è dare e ricevere amore, solamente carità e misericordia; non c’è comprensione, solamente indignazione repressa e impotente e inganno; non c’è confidenza, solamente un abisso invalicabile. Ora che le cose sono arrivate a questo punto, chi può invertire tale tendenza? E quante persone sono capaci di comprendere davvero quanto è diventato critico questo rapporto? Credo che quando le persone sono immerse nella gioia di essere benedette, nessuno possa immaginare quanto sia imbarazzante e insostenibile da guardare un tale rapporto con Dio” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Appendice 3: L’uomo può essere salvato solamente nell’ambito della gestione di Dio”). “Qual è il problema con le persone che avanzano sempre richieste a Dio? Qual è il problema con il fatto che hanno sempre delle nozioni riguardo a Dio? Cosa è racchiuso nella natura dell’uomo? Ho scoperto che, qualunque cosa accada loro, indipendentemente dalla situazione nella quale si trovano, le persone proteggono sempre i loro interessi e si preoccupano della loro carne, e cercano sempre ragioni o scuse che tornino a loro vantaggio. Non cercano né accettano minimamente la verità, e tutto ciò che fanno è giustificare la propria carne e pianificare nell’interesse delle loro prospettive. Tutte chiedono con insistenza la grazia di Dio, desiderose di guadagnarsi ogni vantaggio possibile. Per quale motivo le persone avanzano tante richieste a Dio? Ciò dimostra che le persone sono avide di natura e che, davanti a Dio, non possiedono alcuna ragionevolezza. In tutto ciò che fanno, che sia pregare, condividere o predicare, i loro perseguimenti, i loro pensieri e le loro aspirazioni sono tutte pretese nei confronti di Dio e tentativi di sollecitarLo, il tutto compiuto nella speranza di ottenere qualcosa da parte di Dio. Alcuni diranno: ‘Questa è la natura dell’uomo’. È corretto! Inoltre, il fatto che le persone richiedano a Dio troppo e abbiano desideri eccessivi dimostra che sono davvero prive di coscienza e di ragionevolezza. Non fanno che chiedere e sollecitare cose nel loro interesse o cercano di discutere e di accampare scuse per difendersi; tutto ciò, lo fanno per sé stesse. In molte situazioni si può vedere che quello che le persone fanno è completamente privo di ragionevolezza, prova chiara del fatto che la logica satanica ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ è già diventata la natura dell’uomo. Quale problema viene messo in luce dal fatto che le persone fanno troppe richieste a Dio? Il problema che le persone sono state corrotte da Satana fino a un certo livello e che, nella loro fede in Dio, essi non Lo trattano affatto come Dio” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Gli esseri umani chiedono troppo a Dio”). Dio smaschera che la natura dell’uomo è egoista e spregevole e che, qualunque cosa faccia, è tutto per il proprio tornaconto. Anche la fede in Dio porta con sé intenzioni personali e le persone sperano invano di ricevere una buona destinazione in cambio del loro soffrire e spendersi. Quello smascherato da Dio era esattamente il mio stato. Prima di iniziare a credere in Dio, ero tormentata dalle malattie e, dopo averLo trovato, le mie malattie sono tutte guarite. Così ho reso grazie e lode a Dio e ho deciso di ripagare il Suo amore e, qualunque dovere la chiesa disponesse per me, l’ho svolto attivamente. Ho persino messo da parte la mia attività e mi sono spesa per Dio a tempo pieno. Quando ho scoperto di avere il cancro, sebbene in apparenza sembrassi piuttosto sottomessa, in realtà stavo cercando di scambiare la “sottomissione” con la protezione di Dio, nella speranza che Egli guarisse la mia malattia. Quando ho visto i non credenti guarire dal cancro mentre io dovevo ancora sottopormi a radioterapia dopo la chemioterapia, non solo affrontando la sofferenza, ma anche correndo il pericolo di morire, la mia vera natura è stata smascherata. Ho cominciato a lamentarmi che Dio non mi proteggeva e Gli ho irragionevolmente chiesto di rimuovere la mia malattia. Ho capito che la mia fede era spinta dall’intenzione di ottenere benedizioni e che tutti gli anni in cui mi ero sforzata e spesa non erano per compiere il dovere di un essere creato, ma per cercare di scambiare la mia sofferenza e il mio spendermi con la grazia, le benedizioni e le ricompense celesti. Ero veramente egoista e spregevole. Paolo predicò il Vangelo in gran parte d’Europa e soffrì molto, ma lo fece per chiedere ricompense e una corona a Dio. Alla fine, pronunciò persino queste parole sfacciate: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia” (2 Timoteo 4:7-8). I miei sforzi e il mio spendermi, come nel caso di Paolo, erano pieni di intenzioni e non avevo alcuna sincerità o lealtà verso Dio. Lo trattavo come un’ultima risorsa, come un datore di lavoro che mi dava ricompense e salari. La mia sofferenza e il mio spendermi erano solo per ottenere benefici da Lui. Così facendo, cercavo di ingannarLo e sfruttarLo. Questo è veramente detestabile per Dio. Se non avessi cambiato le mie prospettive errate dietro il mio perseguimento e non avessi perseguito un cambiamento d’indole, allora, a prescindere da quanto attivamente facessi il mio dovere, alla fine non avrei comunque ottenuto la salvezza. Nel mio cuore, ho pregato Dio: “Dio, attraverso questa esperienza del cancro, ho visto che, sebbene abbia creduto in Te per molti anni, non ho avuto sincerità né lealtà nei Tuoi confronti. Anche nel mio dovere, ho solo cercato di pretendere grazia e benedizioni da Te. Ora vedo quanto sono egoista e spregevole. Dio, non desidero più ribellarmi a Te in questo modo. Qualunque situazione mi capiti, sono disposta a concentrarmi sulla ricerca della verità e a sottomettermi alle Tue orchestrazioni e disposizioni”.
Durante una delle mie devozioni spirituali, ho letto le Sue parole: “Non vi è correlazione fra il dovere dell’uomo e l’eventualità che riceva benedizioni o che subisca una cattiva sorte. Il dovere è ciò che l’uomo dovrebbe compiere; è la sua vocazione mandata dal cielo ed egli dovrebbe svolgerlo senza cercare ricompense e senza condizioni o ragioni. Soltanto questo si può definire come assolvimento del proprio dovere. Ricevere benedizioni si riferisce alle benedizioni di cui una persona gode quando viene perfezionata dopo aver sperimentato il giudizio. Subire una cattiva sorte fa riferimento alla punizione che una persona riceve quando la sua indole non cambia dopo aver attraversato giudizio e castigo, ossia quando non viene perfezionata. Ma a prescindere dal fatto che ricevano benedizioni o subiscano una cattiva sorte, gli esseri creati dovrebbero compiere il loro dovere, fare ciò che dovrebbero fare e ciò che sono in grado di fare; questo è il minimo che una persona, una persona che persegue Dio, dovrebbe fare. Tu non dovresti svolgere il tuo dovere solo per ricevere benedizioni, né rifiutarti di svolgerlo per timore di subire una cattiva sorte. Lasciate che vi dica questa cosa: svolgere il proprio dovere è ciò che l’uomo dovrebbe fare, e se non è in grado di farlo, questo dimostra la sua ribellione. È attraverso il processo di assolvimento del proprio dovere che l’uomo gradualmente si trasforma, ed è attraverso questo processo che dimostra la sua lealtà. Stando così le cose, più sei in grado di svolgere il tuo dovere, più verità riceverai e più la tua espressione diventerà reale. Coloro che nell’assolvere il proprio dovere si limitano a sbrigarsela e non ricercano la verità, alla fine saranno eliminati, poiché simili uomini non svolgono il loro dovere nella pratica della verità e non mettono in pratica la verità nello svolgimento del loro dovere. Sono coloro che resteranno immutati e subiranno una cattiva sorte. Non solo le loro espressioni sono impure, ma tutto ciò che esprimono è malevolo” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “La differenza tra il ministero di Dio incarnato e il dovere dell’uomo”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho acquisito una corretta comprensione del significato di svolgere il proprio dovere. Siamo esseri creati, quindi assolvere il nostro dovere è perfettamente naturale e giustificato. È ciò che dovremmo fare. Non dovremmo cercare di usarlo come merce di scambio per fare accordi con Dio. Il fatto di essere benedetti o soffrire una disgrazia non ha nulla a che vedere con lo svolgimento del nostro dovere: non è che il solo svolgere il nostro dovere ci garantisca alla fine benedizioni. Ciò che Dio guarda è se c’è stato un cambiamento nella nostra indole. Se ci sottoponiamo al giudizio e al castigo delle Sue parole e la nostra indole corrotta cambia, e se otteniamo una genuina sottomissione a Lui e siamo in grado compiere il dovere di un essere creato, solo allora potremo ottenere l’approvazione di Dio. Se la nostra indole corrotta non è stata purificata, allora, a prescindere da quanto ci affanniamo o ci spendiamo, non otterremo comunque benedizioni. Ho ripensato a quando questa malattia era una questione di vita o di morte. Consideravo le mie passate sofferenze e il mio spendermi come un capitale per pretendere che Dio mi proteggesse, pensando erroneamente che, poiché avevo pagato un prezzo, Egli dovesse concedermi la grazia. Avevo goduto di tante grazie e benedizioni da Dio, eppure non consideravo il mio dovere come una mia responsabilità. Chiedevo a Dio benedizioni e ricompense per aver fatto un piccolo sforzo o essermi spesa un poco. Ero veramente priva di coscienza e ragione! Dio mi ha tirata fuori dal vasto mare di persone e mi ha riportata nella Sua casa, permettendomi di svolgere un dovere. La Sua intenzione era che io cercassi la verità mentre facevo il mio dovere e che cambiassi la mia indole corrotta, affinché in questo potessi essere purificata e salvata. Avrei dovuto sottomettermi a Dio e cercare di soddisfarLo. A questo pensiero, in silenzio ho preso una decisione: “Se dopo la radioterapia il mio cancro non sarà guarito, anche se dovessi morire, resterò disposta a sottomettermi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio e non mi lamenterò più di Lui. Se il cancro potrà essere curato con la radioterapia, allora in seguito perseguirò la verità con ancora più fervore e compirò il mio dovere per ripagare l’amore di Dio”. Una volta comprese queste cose, ho smesso di pensare troppo e ho fatto in modo che mio marito mi portasse in ospedale per la radioterapia. In ospedale, il medico mi ha chiesto di alzare il braccio per creare uno stampo di posizionamento per la radioterapia. Ma il braccio mi faceva così male che non riuscivo nemmeno ad alzarlo all’altezza della spalla. La macchina non riusciva a inquadrare la zona colpita e non era possibile realizzare lo stampo. Il medico non ha avuto altra scelta che dirmi di andare a casa a fare esercizi per qualche giorno e di tornare quando fossi riuscita ad alzare il braccio. Una volta a casa, non ho osato perdere tempo e ho continuato a fare esercizi. Ma, dopo tre giorni, non riuscivo ancora ad alzare il braccio. Giacevo nel letto d’ospedale e pregavo Dio in silenzio: “Dio, che oggi io possa o meno sottopormi alla radioterapia senza problemi, sono disposta a sottomettermi alle Tue orchestrazioni e disposizioni!” Senza nemmeno rendermene conto, sono riuscita ad alzare il braccio e a poggiarlo dietro la testa. Quando il medico ce n’è accorto, mi ha fatto subito lo stampo. Durante la radioterapia, non ho sofferto troppo, né ho avuto molti effetti collaterali, e sapevo chiaramente che questa era la protezione di Dio per me. Ero veramente grata a Lui. Così, dopo diciassette sedute di radioterapia, la mia malattia è stata tenuta sotto controllo. Dopodiché, ho continuato ad assolvere i miei doveri insieme ai fratelli e alle sorelle.
Nel 2020, svolgevo il dovere di ospitare. Per esigenze di lavoro, ogni tanto dovevo uscire a sbrigare delle faccende e a volte, dopo aver finito le commissioni, tornavo a casa la sera sentendomi molto stanca. Mi sono ricordata che una compagna di degenza una volta aveva detto: “Dopo aver avuto il cancro, non bisogna assolutamente affaticarsi, altrimenti potrebbe facilmente ripresentarsi. Se il cancro si ripresentasse, potrebbe essere incurabile”. Anche il medico mi ha consigliato di riposare di più e di non affaticarmi troppo. In particolare, quando pensavo a tutti i casi di morte per recidiva di cui avevo sentito parlare durante il ricovero, provavo un po’ di paura. E se il cancro tornasse? Morirei? Ma, in quel periodo, il PCC stava arrestando freneticamente i fratelli e le sorelle e io dovevo salvaguardare l’ambiente e tenerli al sicuro, quindi semplicemente non avevo tempo di andare in ospedale per una visita di controllo. Sebbene in apparenza perseverassi nel mio dovere, spesso mi preoccupavo per la mia malattia e di tanto in tanto pensavo: “Anche se la mia salute è cagionevole, in tutti questi anni non ho mai smesso di svolgere il mio dovere. Sicuramente Dio farà in modo che il mio cancro non si ripresenti, giusto?” Mi sono resa conto che stavo di nuovo cercando di fare accordi con Dio, così L’ho subito pregato per ribellarmi a questa mia intenzione. In seguito, ho letto un passo delle Sue parole e ho capito un po’ di più la questione della vita e della morte. Dio dice: “Una persona che, nei suoi decenni di esperienza dell’esistenza umana, ha acquisito la conoscenza della sovranità del Creatore è un individuo che capisce correttamente il significato e il valore dell’esistenza. Un simile individuo possiede una profonda conoscenza dello scopo della vita, una vera esperienza e comprensione della sovranità del Creatore e, ancor di più, è in grado di sottomettersi alla Sua autorità. Una persona simile capisce il significato della creazione dell’umanità da parte del Creatore, capisce che l’uomo deve adorare il Creatore, che tutto ciò che egli possiede viene da Lui e a Lui tornerà un giorno non lontano da oggi. Una persona simile comprende che il Creatore predispone la nascita dell’uomo e ha la sovranità sulla sua morte, e che sia la vita sia la morte sono prestabilite dalla Sua autorità. Così, quando si afferrano davvero queste cose, naturalmente si è in grado di affrontare la morte con serenità, di accantonare tranquillamente tutte le cose esterne, di accettare felicemente tutto ciò che segue e di sottomettervisi, e di accogliere l’ultimo momento decisivo della vita così come disposto dal Creatore, anziché temerlo e lottare contro di esso ciecamente” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico III”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che la nascita, l’invecchiamento, la malattia e la morte sono tutti nelle mani di Dio e che il momento della morte di una persona è stato predestinato da Lui. Non è come dicono i non credenti, che il troppo lavoro provoca una recidiva del cancro che porta alla morte. Se Dio ha predestinato che io viva solo fino a una certa età, allora, anche se riposassi ogni giorno a letto senza affaticarmi, non potrei comunque sfuggire alla morte. Se smettessi di svolgere il mio dovere per paura che il mio cancro si ripresenti, allora questa sarebbe una vera ribellione contro Dio. Anche se alla fine il mio cancro non si ripresentasse, se non avessi compiuto il mio dovere, la mia vita sarebbe stata vuota e sarei detestata da Dio. Ho anche capito che vivere o morire dipende dalla sovranità e dalle disposizioni di Dio, e le mie preoccupazioni e i miei timori non possono cambiarlo. Ciò che devo fare è sottomettermi alle disposizioni di Dio e compiere il mio dovere. Allora, anche se un giorno dovessi lasciare questo mondo, la mia vita sarà valsa la pena. Una volta compreso ciò, non mi sono più preoccupata se il mio cancro si sarebbe ripresentato o se sarei morta.
In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio e il cammino di pratica è diventato ancora più chiaro. Dio Onnipotente dice: “Nella tua fede in Dio e nel tuo perseguimento della verità, se sei in grado di dire: ‘Qualunque malattia o evento sgradevole Dio permetta che mi colpisca (qualunque cosa Egli faccia), io devo sottomettermi e rimanere al mio posto di essere creato. Prima di ogni altra cosa devo mettere in pratica questo aspetto della verità (la sottomissione), devo attuarlo, e vivere la realtà della sottomissione a Dio. Inoltre non devo accantonare l’incarico che Dio mi ha affidato e il dovere che devo svolgere. Perfino al mio ultimo respiro devo attenermi saldamente al mio dovere’, non significa forse rendere testimonianza? Quando hai questa determinazione e questo stato, sei ancora in grado di lamentarti di Dio? No. In un momento come questo, penserai: ‘Dio mi dà questo respiro, ha provveduto a me e mi ha protetto per tutti questi anni, mi ha evitato tanta sofferenza, mi ha donato tanta grazia e tante verità. Ho compreso verità e misteri che altri non capivano da generazioni. Ho acquisito così tanto da Dio, perciò devo ripagarLo! In precedenza la mia statura era troppo scarsa, non capivo niente, tutto ciò che facevo feriva Dio. Forse non avrò più in futuro un’altra occasione per ripagare Dio. Per quanto tempo mi rimanga da vivere, devo dedicare quel poco di forze che ho e fare ciò che posso per Dio, affinché Egli veda che tutti questi anni in cui ha provveduto a me non sono stati vani, ma hanno dato frutti. Che io dia conforto a Dio e non Lo ferisca né Lo deluda più’. Com’è questo modo di pensare? Non pensare a come salvarti o fuggire, pensando: ‘Quando guarirò da questa malattia? Allora farò del mio meglio per svolgere il mio dovere ed essere leale. Come faccio a essere leale se sto male? Come faccio a svolgere il mio dovere di essere creato?’ Finché hai un ultimo respiro, non sei forse in grado di svolgere il tuo dovere? Finché hai un ultimo respiro, sei capace di non disonorare Dio? Finché hai un ultimo respiro e la tua mente è lucida, sei capace di non lamentarti di Dio? (Sì.) È facile dire di sì adesso, ma non sarà altrettanto facile quando succederà davvero. E così dovete perseguire la verità, impegnarvi a fondo in merito alla verità e pensare più spesso: ‘Come posso soddisfare le intenzioni di Dio? Come posso ripagare l’amore di Dio? Come posso svolgere il dovere di un essere creato?’ Che cos’è un essere creato? La responsabilità di un essere creato è forse solo di ascoltare le parole di Dio? No: è anche di vivere le Sue parole. Dio ti ha donato in tale misura la verità, la via e la vita, in modo che tu possa vivere queste cose e testimoniarLo. Questo è ciò che deve fare un essere creato ed è una tua responsabilità e un tuo obbligo” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo nella lettura frequente delle parole di Dio e nella riflessione sulla verità si trova un cammino da percorrere”). Ho capito che le richieste di Dio per noi sono molto semplici, ovvero vivere la realtà della sottomissione e che, indipendentemente dal fatto che affrontiamo malattie o altre avversità, dobbiamo compiere il nostro dovere. La mia vita è data da Dio e, in futuro, se la mia malattia dovesse ripresentarsi e dovessi morire, tutto è nelle Sue mani, ed ero disposta a sottomettermi alle Sue orchestrazioni e disposizioni. Mi sentivo solo un po’ stanca fisicamente, ma questo non significava che il mio cancro si fosse ripresentato, e non ero così esausta da non riuscire ad alzarmi dal letto. Soprattutto con gli arresti frenetici di fratelli e sorelle da parte del PCC, dovrei concentrare il mio cuore sul mio dovere e dovrei pregare Dio e affidarmi a Lui per proteggere i fratelli e le sorelle affinché possano svolgere in pace i loro doveri. Dopodiché, ho continuato ad assolvere il mio dovere come al solito. A volte riposavo di più quando il mio corpo si sentiva a disagio e, quando mi sentivo meglio, mi alzavo e leggevo le parole di Dio. Quando dovevo uscire a sbrigare delle faccende, mi comportavo come sempre, senza pensare troppo alla mia malattia. Un po’ di tempo dopo, sono andata in ospedale per una visita di controllo e il cancro non si era ripresentato. Ho continuato a svolgere il mio dovere in questo modo, andando in ospedale per visite di controllo a intervalli di qualche mese, e ora sono passati diversi anni e il mio cancro ancora non si è ripresentato. Sono veramente grata per la protezione e la guida di Dio.
Attraverso questa malattia, sono giunta a comprendere meglio l’intenzione di Dio di salvare l’umanità e ho visto che, qualunque situazione Egli predisponga, è sempre per purificare l’uomo e per rimuovere la sua indole corrotta e le impurità nella sua fede. Allo stesso tempo, ho anche capito che, finché una persona è viva, dovrebbe perseguire la verità, sottomettersi alla sovranità e alle disposizioni di Dio e compiere il proprio dovere. Questo è l’unico modo per vivere con significato e valore. D’ora in poi, perseguirò con fervore la verità, perseguirò un cambiamento d’indole e compirò il mio dovere per soddisfare Dio. Grazie a Dio!