26. Risolvere la mia oppressione mi ha dato sollievo

di Shen An, Cina

Nell’agosto del 2022, ero responsabile del lavoro della chiesa insieme a due sorelle. In quel periodo, il carico di lavoro non era pesante e, quando incontravamo problemi o difficoltà, condividevamo e discutevamo insieme e riuscivamo a risolvere queste cose rapidamente. Oltre a svolgere i miei doveri, potevo anche guardare film e video prodotti dalla casa di Dio. Mi piaceva abbastanza quello stato lavorativo. Non c’era troppa pressione e sentivo che svolgere il mio dovere in questo modo fosse piuttosto buono. A dicembre, sono stata eletta predicatrice. Dopo aver assunto questo incarico, ogni giorno non solo dovevo seguire e implementare tutti gli aspetti del lavoro, ma anche rispondere alle lettere dei fratelli e delle sorelle che facevano domande e, quando sorgevano problemi o deviazioni, dovevo risolverli prontamente tramite la condivisione. Ogni giorno era molto impegnativo. Ho pensato tra me e me: “Ho ancora molte manchevolezze e carenze, inoltre mi manca molta verità realtà. Quanto impegno e quanta attenzione ci vorranno per compiere questo dovere? Così non mi rimarrà più tempo per riposarmi e rilassarmi?” Pensare a queste cose mi faceva sentire oppressa e non volevo nemmeno più svolgere questo dovere. Ma poi ho pensato che ogni aspetto del lavoro aveva bisogno di persone. Credevo in Dio da anni e, se avessi evitato i miei doveri solo perché vedevo che erano impegnativi e comportavano avversità e fatica, la mia coscienza non sarebbe stata in pace. Così mi sono sottomessa e ho seguito e implementato proattivamente tutti gli aspetti del lavoro.

Nel giugno del 2023, la chiesa di Xincheng, di cui ero responsabile, ha subito numerosi arresti da parte del PCC e tutti gli irrigatori e gli addetti al lavoro basato sui testi sono stati arrestati. Ero impegnata a gestire le conseguenze, riselezionando i leader della chiesa e scegliendo il personale per i vari compiti. Dovevo anche indagare sugli stati e le difficoltà dei fratelli e delle sorelle. Quando i fratelli e le sorelle incontravano problemi o difficoltà nei loro doveri, dovevo anche risolverli cercando le verità principi e condividendo. C’erano molti compiti dettagliati ogni giorno ed ero costantemente preoccupata e sfinita, restando alzata fino a tardi per risolvere i problemi. Ho pensato tra me e me: “Ogni giorno sono così impegnata: quando finirà mai?” Provavo una profonda oppressione e sentivo che questo dovere non era affatto facile. In seguito, attraverso la preghiera e la cooperazione effettiva, abbiamo rieletto i leader e i diaconi della chiesa, così il lavoro della chiesa è tornato gradualmente alla normalità. A dicembre, la chiesa di Xincheng ha subito un’altra ondata di arresti su vasta scala. A causa del tradimento di un giuda, i libri delle parole di Dio conservati nella chiesa dovevano essere trasferiti urgentemente. Mi sono subito occupata delle conseguenze e ho disposto e portato a termine il trasferimento dei libri. Appena la questione dei libri è stata risolta, ho pensato che, dopo tutta la preoccupazione e la fatica di questo periodo, il mio cuore inquieto potesse finalmente rilassarsi un po’. Ma non mi aspettavo che il giorno dopo avrei ricevuto una lettera urgente dalla chiesa di Muguang. Diceva che anche quella chiesa era stata colpita da arresti da parte del PCC e che molti libri dovevano essere trasferiti. Vedendo questa situazione, sapevo che il carico di lavoro sarebbe stato pesante. Non solo dovevo trovare un luogo sicuro dove custodirli, ma anche dare disposizioni dettagliate per la distribuzione. Ogni passo doveva essere considerato attentamente per evitare incidenti. Il solo pensiero di dovermi preoccupare e sfinire di nuovo mi faceva sentire un po’ giù e speravo solo che le cose si calmassero presto così da poter avere un po’ di sollievo. A causa degli arresti da parte del PCC, molti nuovi arrivati alla chiesa di Muguang non si riunivano regolarmente e avevano bisogno di essere irrigati e sostenuti tempestivamente. I leader superiori stavano seguendo attentamente questo lavoro e mi hanno anche esortata a fare un piano. Mi sentivo molto oppositiva e ho pensato: “La situazione qui è grave e i libri devono essere trasferiti urgentemente, eppure i leader non allentano affatto il loro monitoraggio. Pensano che io possa fare tutto contemporaneamente? La pressione di questo lavoro è eccessiva!” Ho pensato a come in precedenza, quando ero leader della chiesa, il carico di lavoro non fosse così pesante. Il lavoro era condiviso tra noi tre leader e non sentivo molta pressione. Dopo aver finito il lavoro, avevo ancora tempo per riposarmi e rilassarmi. Da quando sono diventata predicatrice, ogni giorno ho affrontato un lavoro senza fine. Così provavo una forte opposizione e non volevo continuare a svolgere questo dovere. In quei pochi giorni, sebbene seguissi vari aspetti del lavoro, ero molto passiva. Ho seguito in modo superficiale i nuovi arrivati che avevano bisogno di essere irrigati e sostenuti. Mi sono resa conto che questo mio stato non era giusto, che i libri delle parole di Dio erano in pericolo e che gestire le conseguenze era una questione importante. Sapevo che non avrei dovuto oppormi a questo dovere né ribellarmi a Dio in questo modo, quindi ho pregato esprimendo la mia volontà di affidarmi a Dio per fare bene in questa fase di lavoro sulle conseguenze. Dopo più di venti giorni di collaborazione, tutti i libri sono stati trasferiti in sicurezza.

In seguito, ho riflettuto su me stessa. Perché ogni volta che mi trovavo in una situazione che richiedeva sofferenza emergevano queste emozioni di oppressione? Non avevo mai risolto questo problema, così ho pregato e cercato. Un giorno, in un video di testimonianza esperienziale che ho guardato, era citato un passo delle parole di Dio che si adattava perfettamente al mio stato. Dio Onnipotente dice: “Alcuni dicono: ‘Tutti affermano che i credenti sono liberi e affrancati, che vivono una vita particolarmente felice, pacifica e gioiosa. Perché io non posso vivere felice e sereno come gli altri? Perché non provo gioia? Perché mi sento così oppresso ed esausto? Come mai gli altri vivono una vita molto felice? Perché la mia è così miserabile?’ DiteMi: qual è la causa di tutto ciò? Cosa li ha portati a questa oppressione? (Il loro corpo fisico non è stato soddisfatto e la loro carne ha sofferto.) Ce li hanno portati la sofferenza fisica e la sensazione che fosse stato fatto un torto al loro corpo? Se in cuor loro sono disposti a soffrire per perseguire la verità e compiere bene il loro dovere, non sembrerà loro che la loro sofferenza fisica non sia più così grave? Se trovano conforto, pace e gioia nel cuore, continueranno a provare oppressione? (No.) Pertanto, dire che l’oppressione è causata dalla sofferenza fisica non è corretto. Se l’oppressione emerge a causa di un’eccessiva sofferenza fisica, considerando che anche tutti voi adesso state soffrendo un po’ nel fare il vostro dovere, vi sentite forse oppressi perché non potete fare quello che volete? Cadete in preda a emozioni di oppressione perché non potete fare ciò che volete? (No.) Siete impegnati nel vostro lavoro quotidiano? (In una certa misura.) Siete tutti piuttosto occupati, lavorate dall’alba al tramonto. A parte dormire e mangiare, passate quasi tutto il giorno davanti al computer, affaticando gli occhi e la mente e stancando il corpo, ma vi sentite forse oppressi? Questa stanchezza provoca in voi oppressione? (No.) Cosa causa oppressione nelle persone? Certamente non la stanchezza fisica, quindi che cosa? Se gli individui perseguono costantemente la felicità e il benessere della carne e non vogliono soffrire, allora anche patire un minimo di sofferenza fisica e di stanchezza in più o soffrire un po’ più degli altri li farebbe sentire oppressi. Questa è una delle cause dell’oppressione. Se gli uomini non considerano una piccola sofferenza fisica come un grave problema e non cercano il benessere fisico, perseguendo invece la verità e cercando di adempiere bene ai loro doveri per soddisfare Dio, spesso non avvertono la sofferenza fisica. Anche se a volte si sentono un po’ occupati, stanchi o esausti, dopo aver dormito un po’ ed essersi svegliati ristorati, riprendono a lavorare. Si concentrano allora sui loro doveri e sul loro lavoro; non considerano un po’ di stanchezza fisica come un grande problema. Al contrario, quando nei pensieri delle persone emergono dei problemi ed esse perseguono costantemente il benessere fisico, ogni volta che il loro corpo subisce una minima offesa o non trova appagamento, emergono in loro determinate emozioni negative. Dunque, perché individui di questo tipo, che vogliono sempre fare a modo loro, assecondare la propria carne e godersi la vita, si trovano spesso intrappolati in questa emozione negativa dell’oppressione ogni volta che non trovano soddisfazione? (Perché perseguono le comodità e il benessere fisico.) Questo è vero per alcune persone(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (5)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che sentirsi oppressi quando la pressione di svolgere un dovere aumenta deriva in realtà da un problema nel proprio modo di pensare: la causa sta nell’avere una prospettiva sbagliata dietro al proprio perseguimento. Ero esattamente nello stato smascherato da Dio e ciò che perseguivo era la comodità e il godimento della carne. Volevo sempre fare il mio dovere facilmente e senza stancare troppo la mia carne, quindi, quando il lavoro era stressante e impegnativo e non potevo fare le cose come volevo, mi crogiolavo nelle emozioni di oppressione. Dopo essere diventata predicatrice, il mio carico di lavoro è aumentato, dovevo rispondere alle lettere e risolvere i problemi che si presentavano nel lavoro ogni giorno: non c’era più tempo per il relax o lo svago. Così mi sentivo oppressa e volevo persino smettere di svolgere questo dovere. Quando la chiesa di Xincheng è stata colpita da una grande ondata di arresti, la maggior parte delle persone che svolgevano i doveri è stata arrestata e bisognava gestire le conseguenze. Bisognava rieleggere i leader della chiesa e scegliere persone per fare ogni tipo di dovere. Poiché c’era così tanto lavoro e la mia carne non poteva stare tranquilla, mi sentivo offesa e svolgevo il mio dovere in modo superficiale. Qualche mese dopo, a causa del tradimento di un giuda, i libri delle parole di Dio della chiesa di Xincheng dovevano essere trasferiti. Avevo pensato di potermi rilassare un po’ dopo aver terminato quel compito, ma poi anche la chiesa di Muguang ha subito un’ondata di arresti. Vedendo quanto lavoro di gestione delle conseguenze doveva essere fatto e come avrei dovuto soffrire e impegnarmi di nuovo, ho iniziato a lamentarmi interiormente, chiedendomi quando le cose si sarebbero calmate così da potermi finalmente rilassare un po’. Quando i leader superiori mi hanno ricordato di fare un piano per l’irrigazione dei nuovi arrivati, mi sono sentita oppositiva e offesa. Ho persino avuto il pensiero di non voler più fare questo dovere. Nel mio dovere, ho sempre cercato una via d’uscita per la comodità della carne e, quando questa non trovava soddisfazione, volevo solo scappare. Ciò che ho rivelato era tutta ribellione. Di fronte alle situazioni e a pressioni lavorative, mi crogiolavo nelle emozioni dell’oppressione e tutto questo era causato dal mio costante perseguimento della comodità della carne. Dio dice: “Se gli uomini non considerano una piccola sofferenza fisica come un grave problema e non cercano il benessere fisico, perseguendo invece la verità e cercando di adempiere bene ai loro doveri per soddisfare Dio, spesso non avvertono la sofferenza fisica”. Coloro che perseguono la verità penseranno a come fare il loro dovere in un modo che soddisfa Dio e, anche se la loro carne soffre, non sentono che questo sia doloroso. Questo perché hanno un cuore che mostra considerazione per le intenzioni di Dio. Ma quando ho visto le chiese subire ripetutamente arresti da parte del PCC, non ho pensato a come salvaguardare gli interessi della chiesa o a come nutrire e sostenere bene i nuovi arrivati. Invece, ho considerato la mia carne e, ogni volta che soffrivo un po’ o mi stancavo leggermente, mi lamentavo e protestavo per le avversità. Mi sentivo offesa, oppositiva e piena di lamentele, volevo persino scappare. Ero veramente ribelle!

Poi ho letto un altro passo delle parole di Dio: “Nella società, chi sono coloro che non si occupano del proprio lavoro? Sono i fannulloni, gli sciocchi, i nullafacenti, i teppisti, i mascalzoni e i perdigiorno, questa sorta di gente. Non vogliono apprendere abilità o capacità, né intraprendere una carriera seria o trovare un lavoro che permetta loro di arrivare a fine mese; vogliono solo oziare e cavarsela alla meno peggio. Sono i fannulloni e i perdigiorno della società. Si infiltrano nella chiesa e vogliono comunque raccogliere senza seminare, godersi la vita e guadagnare benedizioni. Sono degli opportunisti. Questi opportunisti non sono mai disposti a svolgere i loro doveri. Se le cose non vanno come vorrebbero, anche solo leggermente, si sentono oppressi. Desiderano sempre vivere liberamente; non intendono svolgere alcun tipo di lavoro, eppure vogliono del buon cibo e bei vestiti, mangiare tutto ciò che desiderano e dormire quando vogliono. Non vogliono sopportare la benché minima avversità e desiderano semplicemente una vita di godimento. Trovano persino estenuante vivere; sono schiavi delle emozioni negative. Si sentono spesso stanchi e confusi perché non possono fare a modo loro. Non vogliono occuparsi del lavoro che spetta loro né gestire le faccende che spettano loro; non vogliono dedicarsi a un singolo lavoro ed eseguirlo con costanza dall’inizio alla fine, trattandolo come il lavoro che sono tenuti a svolgere e come il proprio dovere, come un obbligo e una responsabilità, e non vogliono eseguirlo bene e produrre dei risultati, raggiungendo la migliore efficienza possibile; non hanno mai pensato in questo modo. Vogliono solo agire in modo superficiale e usare il loro dovere come mezzo per guadagnarsi da vivere. Quando affrontano una piccola regolamentazione o pressione, o quando viene chiesto loro di assumersi delle responsabilità o si fanno rispettare loro degli standard leggermente più elevati, si sentono a disagio e oppressi: questa emozione negativa emerge dentro di loro. Sentono che vivere nell’ambiente della vita della chiesa è angosciante e oppressivo. Una ragione fondamentale per questo è che persone come queste non accettano la verità, vogliono solo fare come pare a loro, non hanno una normale umanità e la loro ragione è compromessa. Passano tutto il giorno a indulgere in fantasie, vivendo in un sogno, tra le nuvole, immaginando sempre le cose più stravaganti. Per questo è molto difficile eliminare il loro senso di oppressione. Non sono interessate alla verità, sono dei miscredenti. L’unica cosa che possiamo fare è chiedere loro di lasciare la casa di Dio, di tornare nel mondo e di trovare il loro posto di agio e comodità(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (5)”). Mentre ponderavo le parole di Dio, mi sentivo trafitta e angosciata. Coloro che perseguono sempre la comodità nei loro doveri e che cadono nelle emozioni negative dell’oppressione solo per un po’ di sofferenza sono, agli occhi di Dio, persone che non si occupano bene del lavoro che gli spetta. Sono opportunisti che si sono infiltrati nella casa di Dio. Egli mi ha esaltata per svolgere il dovere di predicatrice: questa è stata la Sua grazia e avrei dovuto adempiere la mia responsabilità e gestire bene il lavoro della chiesa. Tuttavia, quando il carico di lavoro è aumentato e ho avuto meno occasioni di godere delle comodità, ho sentito che questo dovere era troppo duro e oppressivo e ne volevo uno più facile. Quando le chiese hanno subito arresti da parte del PCC, bisognava gestire le conseguenze e c’erano sempre più cose faticose di cui preoccuparsi, mi sentivo oppressa e addolorata. Specialmente quando i leader superiori seguivano da vicino il mio lavoro, non pensavo a come svolgere bene il lavoro di irrigazione dei nuovi arrivati in questa situazione difficile, ma invece provavo fastidio interiormente. Ho persino desiderato ardentemente la vita facile e comoda che avevo prima come leader della chiesa e sono diventata negativa e passiva nel mio dovere. Ho pensato a quei fannulloni e perdigiorno della società. Non pensano mai a cose giuste, ma vivono di espedienti per mangiare e bere e sprecano le loro giornate. Persone del genere vivono senza carattere, dignità o alcun obiettivo nella vita e sono le persone più infime. Nel mio dovere, ho sempre perseguito la comodità della carne, non ho fatto alcuno sforzo per migliorare e non mi sono occupata del lavoro che mi spettava. Provavo persino opposizione quando i leader superiori seguivano il mio lavoro. Non ho riflettuto su me stessa nemmeno quando ho ritardato l’irrigazione e il sostegno dei nuovi arrivati e ho continuato a vivere nelle emozioni dell’oppressione, desiderando fuggire dal mio dovere. Non ero forse uguale a quei fannulloni e perdigiorno? Non avevo assolutamente alcun senso di responsabilità nel mio dovere. Ripensandoci, anche se fare il dovere di predicatrice era un po’ duro e faticoso, incontravo molte persone, eventi e cose ogni giorno, il che mi dava molte occasioni per formarmi. Attraverso la condivisione per risolvere vari problemi e la ricerca dei principi pertinenti, potevo compensare ciò che mi mancava, permettendomi di capire e afferrare gradualmente in una certa misura i vari principi del lavoro, migliorare le mie capacità lavorative e imparare a stabilire le priorità e a gestire situazioni particolari. Tutto questo è la grazia di Dio e nulla di ciò si potrebbe ottenere in un ambiente confortevole. Ma non ne ho fatto tesoro. Continuavo a lamentarmi che essere responsabile di più lavoro significava doversi preoccupare di più e sentivo che questo era troppo impegnativo e stancante, che non potevo fare come volevo. Così, mi crogiolavo in emozioni negative e mi sentivo oppressa. In questo momento cruciale, quando la chiesa subiva arresti e persecuzioni e i suoi interessi venivano danneggiati, non ho mostrato alcuna considerazione per le intenzioni di Dio e ho pensato solo alla comodità della mia carne. Ero assolutamente egoista e priva di umanità! Dio dice: “Non sono interessate alla verità, sono dei miscredenti. L’unica cosa che possiamo fare è chiedere loro di lasciare la casa di Dio, di tornare nel mondo e di trovare il loro posto di agio e comodità”. Quando ho visto che Dio definisce tali persone come miscredenti, ho provato paura e ho sentito che, se avessi continuato così, prima o poi sarei stata eliminata da Lui. Così ho pregato: “Dio, sono stata così priva di umanità e non mi sono occupata del lavoro che mi spetta nel mio dovere. Non voglio andare avanti così. Ti prego, guidami a essere una persona che si occupa del lavoro che le spetta e che compie il suo dovere”.

Dopodiché, ho letto un altro passo delle parole di Dio: “Finché le persone non hanno sperimentato l’opera di Dio e compreso la verità, è la natura di Satana che prende il sopravvento e domina dentro di loro. Quali elementi specifici fanno parte di quella natura? Ad esempio, perché sei egoista? Perché proteggi la tua posizione? Perché hai sentimenti così forti? Perché trai piacere da cose inique? Perché ti piacciono quei mali? Su cosa si basa il tuo debole per simili cose? Da dove vengono tali cose? Perché sei così felice di accettarle? Ormai siete arrivati tutti a comprendere che la ragione principale dietro a tutte queste cose è che il veleno di Satana è nell’uomo. Dunque cos’è il veleno di Satana? Come lo si può esprimere? Per esempio, se chiedi ‘Come si dovrebbe vivere? Per cosa si dovrebbe vivere?’, le persone risponderanno: ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’. Questa singola frase esprime la radice vera e propria del problema. La filosofia e la logica di Satana sono diventate la vita delle persone. Qualsiasi cosa perseguano, lo fanno per sé stesse, e dunque vivono solo per sé stesse. ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ – questa è la filosofia di vita dell’uomo, e rappresenta anche la natura umana. Queste parole sono già diventate la natura dell’umanità corrotta e sono il vero ritratto della natura satanica dell’umanità corrotta. Questa natura satanica è già diventata la base dell’esistenza dell’umanità corrotta. Per diverse migliaia di anni, l’umanità corrotta ha vissuto in base a questo veleno di Satana, fino ai giorni nostri(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come percorrere il cammino di Pietro”). “Oggi, non credi alle parole che dico e non presti alcuna attenzione a esse; quando arriverà il giorno di diffondere questa opera e la vedrai nella sua totalità, proverai rimorso, e in quel momento resterai interdetto. Ci sono le benedizioni, eppure non sai goderne, e c’è la verità, ma tu non la persegui. Non stai forse attirando problemi su di te? Oggi, anche se la fase successiva dell’opera di Dio deve ancora iniziare, non c’è niente di ulteriore in merito alle richieste a te fatte e a ciò che ti viene chiesto di vivere. Ci sono così tanta opera e così tante verità; non sono forse degne di essere conosciute da te? Il castigo e il giudizio di Dio non sono in grado di risvegliare il tuo spirito? Il castigo e il giudizio di Dio non sono capaci di farti odiare te stesso? Sei contento di vivere sotto l’influenza di Satana, in pace e gioia e con un po’ di conforto della carne? Non sei la più infima di tutte le persone? Nessuno è più stolto di coloro che pur avendo visto la salvezza non perseguono di guadagnarla; sono persone che indulgono nella carne e godono di Satana. Speri che la tua fede in Dio non comporti sfide o tribolazioni, né la benché minima avversità. Persegui costantemente le cose immeritevoli e non attribuisci alcun valore alla vita, anteponendo invece i tuoi pensieri smodati alla verità. Sei talmente indegno!(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). Mentre ponderavo le parole di Dio, mi sono resa conto che vivevo secondo veleni satanici come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino” e “La vita è breve, quindi goditela finché puoi”. Pensavo che la comodità della carne fosse una benedizione e che soffrire nella carne significasse maltrattare me stessa. Credevo che cercare di vivere una vita migliore fosse nella natura umana. Sotto il controllo di detti come “Trattati bene, perché la vita è breve” vivevo interamente per la comodità della carne. Ai tempi delle scuole medie, mentre gli altri studenti si impegnavano per entrare nella classe migliore, sentivo che studiare sodo significava fare le ore piccole e che sarebbe stato troppo faticoso, quindi mi accontentavo a patto che i miei voti nella classe normale fossero nella media e non i peggiori. Dopo essermi sposata, non eravamo benestanti; pensavo che avrei avviato una piccola attività e guadagnato quello che potevo e che avrei semplicemente vissuto come mi pareva, liberamente e comodamente. Dopo aver iniziato a credere in Dio, sapevo che fare il proprio dovere e perseguire la verità è il giusto cammino nella vita e che, per ottenere la verità, bisogna soffrire e pagare un prezzo. Ma quando il mio dovere ha richiesto che mi assumessi più fardelli e ho pensato al fatto che svolgere bene il lavoro avrebbe significato più sofferenza e niente più agio e comodità, mi sono sentita oppressa e sconfortata. Specialmente quando il carico di lavoro aumentava, volevo scappare ed ero riluttante a impegnarmi di più mentalmente e a soffrire per gestire le conseguenze. Il PCC dava freneticamente la caccia al popolo eletto di Dio e i nuovi arrivati, timidi e deboli, avevano urgente bisogno di essere nutriti e sostenuti. Il fatto che i leader superiori seguissero attentamente questo lavoro significava essere responsabili delle vite dei nuovi arrivati, ma quando dovevo soffrire e pagare un prezzo, opponevo resistenza interiormente e non prendevo sul serio il lavoro di irrigazione. Di conseguenza, i nuovi arrivati non ricevevano un’irrigazione tempestiva e le loro vite subivano delle perdite. Questo è un momento critico per la diffusione del Vangelo e i fratelli e le sorelle si stanno impegnando al massimo per fare i loro doveri. Alcuni di loro, in ambienti devastati dalla guerra, rischiano la vita per perseverare nella predicazione del Vangelo. Non importa quanto sia difficile o faticoso, o quanta pressione affrontino, non si tirano mai indietro né si arrendono. Invece, fanno tutto il possibile per predicare il Vangelo a più persone. Questo è ciò che significa tenere conto delle intenzioni di Dio e avere umanità. Come predicatrice, di fronte a situazioni pericolose, proteggere i libri delle parole di Dio e irrigare e sostenere i nuovi arrivati sono tutti miei legittimi doveri. Ma io bramavo la comodità e, una volta che il carico di lavoro è aumentato, mi sono sentita oppressa. Continuavo a cercare occasioni per rilassare la mia carne e non pensavo al lavoro della chiesa né ad adempiere le mie responsabilità. Ero veramente egoista, priva di umanità e vivevo in un modo infimo, senza valore e senza significato. È stato solo a questo punto che ho visto quanto siano dannosi i veleni satanici e che vivere secondo queste cose porta solo a essere eliminati da Dio.

Ho pensato a un passo delle Sue parole e l’ho cercato per leggerlo. Dio Onnipotente dice: “Tutti quelli che credono veramente in Dio sono individui che si occupano del lavoro che spetta loro, disposti a svolgere i propri doveri, capaci di assumersi una parte del lavoro e di svolgerla bene in base alla propria levatura e alle regole della casa di Dio. Naturalmente, all’inizio, quando svolgi il tuo lavoro, potresti non avere un’idea chiara di cosa fare o non riuscire ad afferrare i principi, e questo può sembrare un po’ faticoso. Tuttavia, se hai la determinazione di fare la tua parte, sei disposto a cercare le verità principi e riesci a collaborare in armonia con gli altri, allora lo svolgimento del tuo dovere produrrà naturalmente dei risultati e, allo stesso tempo, metterai facilmente in pratica la verità, ti libererai della tua indole corrotta e il tuo svolgimento del dovere sarà all’altezza degli standard. Quindi, devi pagare un piccolo prezzo. Quando senti il desiderio di agire di testa tua, devi pregare Dio, supplicandoLo di disciplinarti, e devi ribellarti alla carne e frenarti, facendo diminuire gradualmente i tuoi desideri egoistici. Devi chiedere aiuto a Dio nelle questioni cruciali, nei momenti cruciali e nei compiti cruciali. Se sei determinato, dovresti chiederGli di castigarti e disciplinarti, e di illuminarti affinché tu possa comprendere la verità e ottenere così dei risultati migliori. Se la tua determinazione è autentica e ti presenti davanti a Dio per pregare e supplicare, Egli ti illuminerà. Trasformerà il tuo stato e i tuoi pensieri. Se lo Spirito Santo svolge una minima opera, muovendoti e illuminandoti un po’, il tuo cuore cambierà e il tuo stato subirà una trasformazione. Quando questa trasformazione del tuo stato avverrà, le tue emozioni di oppressione saranno alquanto alleviate e sarai diverso da prima. Sentirai che vivere in questo modo non è faticoso. Proverai piacere nel fare il tuo dovere nella casa di Dio. Percepirai che solo essere in grado di sopportare le avversità, pagare un prezzo, seguire le regole e agire in base ai principi nello svolgimento del tuo dovere è il tipo di vita che una persona normale dovrebbe condurre. Sentirai che quando vivi in linea con la verità e svolgi bene il tuo dovere, il tuo cuore è saldo e sereno e che solo vivere in questo modo è significativo(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (5)”). Dalle parole di Dio, ho visto che coloro che credono veramente in Lui si occupano del lavoro corretto e sono responsabili nel loro dovere. Indipendentemente dalle difficoltà o dalla pressione che affrontano nel loro dovere, possono accettare e sottomettersi e non cercano di fuggire. Sono in grado di assumersi le responsabilità e gli obblighi di un adulto e, di fronte alle difficoltà, pregano e si affidano a Dio, cercando i principi e i cammini di pratica. Grazie al loro perseguimento e al prezzo che pagano, possono ottenere l’opera dello Spirito Santo e la guida di Dio, trovare principi di pratica accurati da seguire nel loro agire e raggiungere risultati nei loro doveri. In questo modo, si sentono rilassati e liberati. Dopo aver capito queste cose, sono diventata disposta a praticare lungo questo cammino in futuro. Quando ho incontrato di nuovo situazioni che richiedevano la sofferenza della mia carne, mi sono ribellata consapevolmente a essa, ho cercato la verità e non ho più cercato di fuggire. Quando i leader superiori seguivano e supervisionavano il lavoro, potevo trattare la cosa in modo appropriato, senza più opporre resistenza o provare avversione e, in caso di difficoltà, cercavo aiuto dai leader superiori. Praticando in questo modo, mi sono sentita molto più liberata.

In seguito, il PCC non aveva ancora allentato i suoi arresti e la sua persecuzione della chiesa e il lavoro del Vangelo, il lavoro di irrigazione e la rielezione dei leader e dei diaconi erano tutti ostacolati a causa delle limitazioni di questa situazione. Affrontavo e risolvevo questi problemi ogni giorno e anche i leader superiori seguivano e supervisionavano continuamente i progressi di questi compiti, quindi mi sentivo molto irritabile. Ho pensato: “Quando finirà mai tutto questo lavoro? Se solo potessi prendermi una pausa uno di questi giorni”. Quando ho rivelato questi pensieri, mi sono resa conto che il mio stato non era giusto, così ho pregato immediatamente, chiedendo a Dio di guidarmi nel ribellarmi ai miei pensieri e nel praticare le Sue parole. Ho letto le parole di Dio: “Se sei determinato, se riesci a considerare come scopi e obiettivi del tuo perseguimento le responsabilità e gli obblighi che le persone dovrebbero assumersi, ciò che gli individui dotati di normale umanità devono conseguire e le cose che gli adulti devono realizzare, e se sai assumerti le tue responsabilità, allora, a prescindere da quale prezzo pagherai e da quanto dolore sopporterai, non ti lamenterai; e fintanto che riconoscerai che si tratta dei requisiti e delle intenzioni di Dio sarai in grado di sopportare qualsiasi sofferenza e di compiere bene il tuo dovere. Arrivato a questo punto, il tuo stato d’animo sarà diverso; in cuor tuo, percepirai pace e stabilità e proverai piacere(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (5)”). Dalle parole di Dio, sono arrivata a capire che, per sfuggire alle emozioni dell’oppressione, dovevo cambiare il modo in cui vivevo e non perseguire la comodità e il godimento della carne. Invece, dovevo fare bene il mio dovere e assumermi le responsabilità di un’adulta. Nelle difficoltà, dovrei pregare e affidarmi a Dio e cercare le verità principi. Potevo anche cercare aiuto dai leader superiori o condividere e discutere le questioni con i collaboratori. Mentre ponderavo queste cose, il mio cuore si è improvvisamente illuminato e ho capito come avrei dovuto praticare. All’inizio di novembre, una chiesa vicina ha subito un’altra ondata di arresti da parte del PCC e i leader del distretto e molti fratelli e sorelle sono stati arrestati. Per un momento, è sembrato che nuvole scure di tempesta si stessero addensando sulla città. I leader superiori hanno scritto e mi hanno chiesto di occuparmi del lavoro sulle conseguenze, nonché di dare le giuste disposizioni per i libri delle parole di Dio. Sebbene ci fossero molte difficoltà, non mi sentivo più turbata o addolorata da esse, invece sentivo che questa era la mia responsabilità e che dovevo impegnarmi al massimo per collaborare e proteggere i fratelli e le sorelle e i libri delle parole di Dio. Sono state le parole di Dio a guidarmi fuori dalle mie emozioni di oppressione, permettendomi di capire le responsabilità che dovrei assumermi nel mio comportamento. Ho acquisito un obiettivo e una direzione nel mio dovere. Grazie a Dio!

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