63. Come ho eliminato la mia abitudine di mentire

di Xiao Cong, Cina

Nel dicembre del 2023, svolgevo il mio dovere di irrigatore ed ero responsabile del lavoro di irrigazione in diverse chiese. In quel periodo, ero molto proattivo nel mio dovere e avevo una conoscenza di base della situazione dei nuovi arrivati. Nel giro di tre mesi, il numero di nuovi arrivati nella chiesa di Jianglin era aumentato gradualmente e il supervisore ha disposto che supervisionassi il lavoro di irrigazione in quella chiesa. Poiché era piuttosto lontana dalle altre di cui ero responsabile e la situazione generale non era buona, il supervisore mi ha ricordato che, se non fossi riuscito a incontrare i nuovi arrivati in tempo utile, avrei dovuto scrivere più lettere agli irrigatori per farmi un’idea relativa alla situazione dei nuovi arrivati. In quel momento, ho accettato senza esitazione.

Una settimana dopo, il supervisore mi ha scritto per avere informazioni sugli stati e sulle difficoltà recenti dei nuovi arrivati e sui doveri che erano adatti a svolgere. Vedendo queste domande, ho pensato: “Ho appena assunto la responsabilità dell’irrigazione nella chiesa di Jianglin e mi sono fatto solo un’idea generale della situazione dei nuovi arrivati, ho pochi dettagli. Ho promesso al supervisore che mi sarei concentrato sul capire come se la stessero cavando, ma fino ad ora non li ho davvero seguiti come si deve. Se rispondo onestamente, cosa penserà il supervisore di me? Riterrà che sono superficiale e che non sto svolgendo un lavoro reale? Crederà che, anche se sono irrigatore da un po’, ancora non so nemmeno come seguire il lavoro e che la mia levatura è scarsa? Alla fine, mi guarderà dall’alto in basso?” Questo pensiero mi faceva passare la voglia di rispondergli. Ma non potevo nemmeno astenermi dal farlo. Mi ero davvero messo in un vicolo cieco. Se avessi parlato, sarei stato spacciato; se avessi taciuto, anche. In quel momento, mi è venuta un’idea: “Se adesso scrivo agli irrigatori della chiesa di Jianglin e mi faccio un’idea più chiara prima di rispondere al supervisore, allora lui non penserà che ho scarse capacità lavorative, che sono superficiale e che non svolgo un lavoro reale”. Così, ho scritto rapidamente agli irrigatori di quella chiesa. Dopo aver finito la lettera, però, mi sentivo ancora inquieto. Mi sono detto: “Se sono lenti nel replicare e io non rispondo al supervisore in maniera tempestiva perché sto ancora aspettando, lui avrà una brutta impressione di me? In tal caso, ciò potrebbe smascherare che non ho seguito il lavoro come si deve. Così non solo non riuscirei a mantenere il mio orgoglio e il mio prestigio, ma mi ritroverei di nuovo di fronte a un dilemma e, se il supervisore poi mi chiedesse il motivo di tale ritardo, non avrei una buona spiegazione da dare. Devo rispondere prima a lui. Ma cosa posso dire per fargli pensare che ci sono motivi validi per il mio ritardo nella risposta? Il supervisore ha fatto tante domande: se affermassi che ho già seguito tutte queste faccende, non sarebbe realistico, quindi dirò semplicemente che ho trascurato un problema soltanto, che sto scrivendo una lettera per approfondirlo e che gli darò un riscontro completo dopo aver ricevuto risposta dagli irrigatori. In questo modo, non avrà nulla da ridire. In fondo, nessuno riflette in modo esaustivo su ogni singolo problema: è normale che ne sfuggano uno o due”. Pertanto, ho scritto questo al supervisore. Dopo un paio di giorni, gli irrigatori della chiesa di Jianglin mi hanno risposto in maniera dettagliata sulla situazione dei nuovi arrivati e io ho riferito tutto, punto per punto, al supervisore. Lui non ha replicato, perciò mi sono detto, sollevato: “Meno male che non ho riferito la situazione in modo sincero; altrimenti, il supervisore avrebbe sicuramente pensato che sono limitato nel mio modo di pensare, avrebbe messo in dubbio le mie capacità lavorative, o avrebbe ritenuto che sono superficiale e che non sto svolgendo un lavoro reale. Se fosse successo, non sarei riuscito a mantenere la buona immagine che ho ai suoi occhi”.

Un giorno, durante una riunione, ho letto nelle parole più recenti di Dio che coloro che appartengono alla categoria dei diavoli sono bugiardi abituali. Questo mi ha ricordato della mia risposta alla lettera del supervisore. Evidentemente non avevo seguito la situazione dei nuovi arrivati, ma avevo affermato di aver trascurato solo un aspetto. Anche il mio comportamento era una menzogna e un inganno e volevo aprirmi e parlare del mio stato di propensione all’inganno. Ma poi ci ho ripensato: “Prima mi sono dato un gran da fare per mentire. Non l’ho fatto proprio per mantenere la mia buona immagine agli occhi del supervisore? Se mi aprissi adesso, tutti i miei ‘sforzi’ precedenti non sarebbero forse stati vani? Oltre a perdere la faccia e il prestigio, il supervisore penserebbe anche che sono davvero una persona propensa al complotto e all’inganno. Meglio lasciar perdere. Se non dico niente, nessuno lo saprà”. Così non mi sono aperto. Dopo la riunione, ho pensato alle parole di Dio: Egli ha detto che coloro che mentono abitualmente attribuiscono un grande valore ai propri interessi e che, quando sono in gioco l’orgoglio e il prestigio, sono disposti a tutto pur di mentire e ingannare. Non ero forse proprio così? Avevo mentito sul fatto di aver seguito il mio lavoro solo per mantenere il mio orgoglio e il mio prestigio. Non è forse lo stesso comportamento di un diavolo? Quando me ne sono reso conto, ho provato disagio e paura estremi. Così mi sono aperto con il supervisore, raccontandogli tutto.

In seguito, ho cercato le parole di Dio pertinenti al mio stato per accedere alla verità. Ho letto le Sue parole: “Le intenzioni di coloro che sono propensi all’inganno sono molto più complicate di quelle di chi è onesto. Le loro considerazioni sono troppo sfaccettate: essi devono considerare la loro fama, la loro reputazione, il loro profitto e il loro prestigio, e proteggere i loro interessi; tutto questo evitando che gli altri si accorgano di eventuali pecche o che scoprano il loro gioco, e quindi devono scervellarsi per inventare bugie. Inoltre, le persone propense all’inganno hanno desideri smodati ed eccessivi e molte pretese. Devono escogitare dei modi per raggiungere i loro obiettivi, quindi continuare a mentire e a imbrogliare, e più bugie dicono e più ne devono coprire. Ecco perché la vita di una persona propensa all’inganno è molto più faticosa e dolorosa di quella di una persona onesta. Alcuni sono relativamente onesti. Se riescono a perseguire la verità, a riflettere su sé stessi indipendentemente dalle bugie che hanno detto, a riconoscere l’inganno che hanno messo in atto, qualunque esso sia, valutandolo alla luce delle parole di Dio per analizzarlo e comprenderlo, per poi cambiarlo, allora saranno in grado di liberarsi di gran parte della loro menzogna e del loro inganno in pochi anni. Saranno diventati persone fondamentalmente oneste. Vivere in questo modo non solo li libera da molti dolori e fatiche, ma porta anche loro pace e felicità. In molte questioni, saranno liberi dai vincoli della fama, del profitto, del prestigio, della vanità e dell’orgoglio, e vivranno naturalmente una vita di libertà e affrancamento. Le persone propense all’inganno, invece, celano sempre dei secondi fini dietro i loro discorsi e le loro azioni. Inventano ogni sorta di menzogna per fuorviare e ingannare gli altri e, non appena vengono smascherate, pensano a come coprire le proprie bugie. Tormentate in questo e in quel modo, anche loro percepiscono la propria vita come estenuante. È già abbastanza faticoso per loro dire tante bugie in ogni situazione che affrontano, ma ancora più faticoso è doverle poi coprire. Tutto ciò che dicono è volto a raggiungere un obiettivo, quindi investono molta energia mentale in ogni parola che pronunciano. E quando hanno finito di parlare temono che tu le abbia viste per ciò che sono davvero, quindi devono anche scervellarsi per nascondere le loro bugie, spiegandoti ostinatamente le cose, cercando di convincerti che non stanno mentendo né ingannandoti, che sono brave persone. Le persone propense all’inganno sono inclini a queste cose(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “La pratica fondamentale per essere una persona onesta”). Dalle parole di Dio ho capito che le persone con un’indole propensa all’inganno considerano i problemi in modo estremamente complicato. Cercano di proteggere l’orgoglio e il prestigio, mentre si assicurano che gli altri non vedano nessuno dei loro difetti. Se qualcosa minaccia il loro orgoglio e il loro prestigio, si ingegnano in tutti i modi per mentire e coprire le proprie bugie. Quando il supervisore mi aveva scritto per informarsi sulla situazione dei nuovi arrivati, dovevo solo rispondere fornendo informazioni su quali aspetti avessi seguito e quali no. Era una questione molto semplice. Io, invece, l’avevo resa eccessivamente complicata. Mi ero preoccupato che, rispondendo onestamente, avrei smascherato le carenze nel mio dovere e che il supervisore avrebbe potuto dubitare delle mie capacità lavorative e guardarmi dall’alto in basso. Pertanto, avevo pensato di chiarire prima la situazione dei nuovi arrivati e poi rispondere. In questo modo, potevo coprire il fatto di non aver seguito il lavoro in maniera adeguata. Però mi ero anche preoccupato che, se avessi aspettato di avere un’idea chiara della situazione prima di rispondere, il supervisore avrebbe pensato che la stessi tirando per le lunghe nel rispondere e, in quel caso, ciò avrebbe potuto smascherare che non seguivo adeguatamente i nuovi arrivati e la mia immagine di persona diligente e responsabile ne avrebbe risentito. Così avevo mentito al supervisore, dicendo che c’era solo una questione che non avevo ancora seguito. Allo stesso tempo, avevo scritto subito agli irrigatori per ottenere informazioni sui nuovi arrivati e poi avevo riferito al supervisore le informazioni raccolte, dando l’impressione di svolgere davvero un lavoro reale. Ero veramente arrivato a fare di tutto pur di proteggere il mio orgoglio e il mio prestigio, ricorrendo a stratagemmi e complotti. Ero completamente propenso all’inganno! In realtà, Dio sottopone a scrutinio le profondità del cuore umano. Sapeva tutto quello che facevo. Potevo ingannare le persone, ma non Lui, perché Egli vede ogni cosa. Se non mi fossi pentito e non fossi cambiato immediatamente, sarei stato sicuramente eliminato da Lui. Dovevo urgentemente perseguire la verità e cambiare la mia indole propensa all’inganno.

In seguito, ho guardato un video di testimonianza esperienziale intitolato “Ho sperimentato la gioia di essere onesta”. Conteneva un passo delle parole di Dio che mi ha fornito una certa comprensione del cammino che stavo percorrendo. Dio Onnipotente dice: “Se siete leader o lavoratori, temete che la casa di Dio chieda informazioni sul vostro lavoro e lo supervisioni? Avete paura che la casa di Dio scopra difetti e deviazioni nel vostro lavoro e vi poti? Avete paura che, dopo aver conosciuto la vostra reale levatura e statura, il Supremo vi veda sotto una luce diversa e non vi consideri per una promozione? Se hai questi timori, ciò dimostra che le tue motivazioni non sono nell’interesse del lavoro della chiesa, che stai lavorando per la reputazione e il prestigio, e ciò dimostra che hai l’indole di un anticristo. Se hai l’indole di un anticristo, rischi di percorrere il cammino degli anticristi e di commettere tutto il male operato dagli anticristi. Se, nel tuo cuore, non hai alcun timore che la casa di Dio supervisioni il tuo lavoro e sei in grado di fornire risposte reali a ciò che il Supremo chiede e domanda, senza nascondere nulla, e dici tutto quel che sai, allora, indipendentemente dal fatto che quanto affermi sia giusto o sbagliato e a prescindere dalla corruzione che hai rivelato, persino se hai rivelato l’indole di un anticristo, non sarai assolutamente definito un anticristo. La chiave è se sei in grado di conoscere la tua indole di anticristo e di ricercare la verità al fine di risolvere tale problema. Se sei una persona che accetta la verità, la tua indole di anticristo può essere eliminata. Se sai bene di avere l’indole di un anticristo eppure non ricerchi la verità per eliminarla, se tenti addirittura di nascondere o di mentire riguardo a problemi che si verificano e ti sottrai alla responsabilità, e se non accetti la verità quando vieni sottoposto a potatura, allora questo è un problema grave, e tu non sei affatto diverso da un anticristo. Sapendo che hai l’indole di un anticristo, perché non osi affrontare la questione? Perché non la tratti con franchezza e dici: ‘Se il Supremo si informa sul mio lavoro, dirò tutto quello che so, e anche se le cose cattive che ho fatto vengono alla luce, e il Supremo non si serve più di me una volta che ne sia a conoscenza e io perdo il mio prestigio, dirò comunque chiaramente quello che ho da dire’? Il tuo timore della supervisione e delle verifiche sul tuo lavoro da parte della casa di Dio dimostra che hai a cuore il tuo prestigio più della verità. Questa non è forse l’indole di un anticristo? Tenere al prestigio più di ogni altra cosa è l’indole di un anticristo(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte seconda)”). Dalle parole di Dio ho compreso che non osare riferire le cose onestamente quando i leader e i lavoratori chiedono informazioni sul lavoro e lo supervisionano e perfino coprire la verità per amore di reputazione e prestigio significa avere l’indole degli anticristi e percorrere il loro cammino. Paragonando questo al mio stato, quando il supervisore mi aveva chiesto informazioni sui nuovi arrivati di cui ero responsabile, c’erano molte questioni di cui non avevo una chiara comprensione, ma avevo paura che, se avessi riferito onestamente e il supervisore avesse visto che non avevo seguito bene le cose, allora avrebbe pensato che fossi superficiale o addirittura messo in dubbio le mie capacità lavorative e questo avrebbe influenzato la mia reputazione e il mio prestigio. Di conseguenza, avevo mentito ed ero ricorso all’inganno. Non era forse questa la stessa indole di un anticristo? In realtà, il supervisore si informava sul lavoro per ricordarmi di verificare che il lavoro di irrigazione fosse stato seguito e attuato correttamente, di modo che, in caso contrario, io potessi intervenire tempestivamente, evitando così ritardi nell’avanzamento del lavoro di irrigazione dovuti a una svista momentanea. Questo serviva come promemoria e come aiuto. Inoltre, il supervisore si informava sulla situazione dei nuovi arrivati così che, se c’erano delle deviazioni nel lavoro di irrigazione, fosse possibile condividere prontamente in merito e risolverle. In questo modo, il supervisore tutelava gli interessi della chiesa. Avrei dovuto riferire onestamente, dicendo tutto ciò che sapevo e, per gli aspetti che non avevo seguito correttamente, sarebbe bastato semplicemente affrettarsi ad attuarli e a seguirli. Ma io amavo così tanto la mia reputazione e il mio prestigio e, nel momento in cui il supervisore intendeva controllare il mio lavoro, non avevo osato ammettere di non averlo svolto bene. Invece, gli avevo mentito e lo avevo ingannato. Il rischio era che le deviazioni non venissero corrette in tempo, ritardando così l’accesso alla vita dei nuovi arrivati. Avevo davvero messo la reputazione e il prestigio sopra ogni altra cosa. Nel mio dovere, cercavo sempre di proteggere la mia reputazione e il mio prestigio, complottando e manovrando. In che modo avevo sincerità o lealtà?

Un giorno, ho letto un passo delle parole di Dio: “Il fatto che Dio chieda alle persone di essere oneste dimostra che davvero detesta e trova sgradito chi è propenso all’inganno. Il fatto che a Dio non piacciano le persone propense all’inganno significa che Egli non ama il loro modo di fare le cose, la loro indole, i loro intenti e i loro metodi ingannevoli; a Dio non piace nessuna di queste cose. Se le persone propense all’inganno sono in grado di accettare la verità, ammettono la loro indole propensa all’inganno e sono disposte ad accogliere la salvezza di Dio, allora anche loro hanno una speranza di essere salvate, poiché Dio tratta tutti equamente, e lo stesso fa la verità. E quindi, se vogliamo diventare persone che sono gradite a Dio, la prima cosa che dobbiamo fare è cambiare i nostri principi di comportamento. Non possiamo più vivere secondo filosofie sataniche, non possiamo più cavarcela con la menzogna e l’inganno. Dobbiamo liberarci di tutte le bugie e diventare persone oneste. E allora la prospettiva che Dio ha di noi cambierà. In passato, le persone facevano sempre affidamento sulle menzogne, sulla finzione e sull’inganno nel vivere tra gli altri, e prendevano le filosofie sataniche come base della loro esistenza, come loro vita e come fondamento nella loro condotta. Tutto ciò era detestato da Dio. Tra i non credenti, se parli francamente, dici la verità e sei una persona onesta, sarai calunniato, giudicato e rifiutato. Per questo segui le tendenze mondane e vivi secondo filosofie sataniche; diventi sempre più abile a mentire e sempre più propenso all’inganno. Impari anche a servirti di mezzi subdoli per raggiungere i tuoi obiettivi e proteggere te stesso. Hai un successo sempre maggiore nel mondo di Satana, con il risultato di precipitare sempre più a fondo nel peccato, fino al punto di non riuscire più a liberarti. Funziona esattamente all’opposto nella casa di Dio. Più menti e ricorri a inganni, più il popolo eletto di Dio sarà disgustato da te e ti abbandonerà. Se rifiuti di pentirti e continui ad aggrapparti a filosofie e logiche sataniche, e ti servi di tranelli e trame elaborate per simulare e camuffarti, allora con tutta probabilità verrai rivelato ed eliminato. Questo perché Dio aborrisce le persone propense all’inganno. Solo le persone oneste possono prosperare nella casa di Dio, e quelle propense all’inganno saranno alla fine abbandonate ed eliminate. Tutto questo è prestabilito da Dio. Solo le persone oneste possono avere un posto nel Regno dei Cieli. Se non cerchi di essere una persona onesta, se non fai esperienza e non pratichi verso il perseguimento della verità, se non esponi le tue abiezioni e se non ti metti a nudo, allora non sarai mai in grado di ricevere l’opera dello Spirito Santo e di ottenere l’approvazione di Dio(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “La pratica fondamentale per essere una persona onesta”). Dalle parole di Dio, ho capito che a Lui piacciono le persone oneste e detesta quelle propense all’inganno, perché queste ultime mentono e imbrogliano sempre, qualunque sia la situazione in cui si trovano, e prendono le filosofie sataniche come fondamento della loro sopravvivenza, senza praticare affatto la verità. Riflettendo sulla radice della mia propensione all’inganno, ho visto che vivevo secondo i detti “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, “Le persone hanno bisogno dell’orgoglio proprio come un albero della corteccia” e “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli”. Vivevo secondo questi veleni satanici, attribuendo grande importanza al mio orgoglio, al mio prestigio e ai miei interessi personali. Qualunque cosa incontrassi, nel momento in cui c’erano in ballo il mio orgoglio e il mio prestigio, mi scervellavo e facevo tutto il possibile per coprire la verità. Dopo averlo fatto, pensavo addirittura che quello fosse il comportamento delle persone intelligenti e che solo gli sciocchi e gli stupidi dicessero la verità. Ricordo che, quando ero a scuola, una volta mi ero confuso con i compiti e ne avevo lasciato una parte incompiuta. Temevo di rovinare la mia immagine di bravo studente agli occhi dell’insegnante, perciò avevo mentito dicendo di aver lasciato i compiti a casa e che sarei tornato a prenderli a mezzogiorno. Poi avevo finito in fretta il compito e l’avevo consegnato quel pomeriggio. Ora che avevo trovato Dio, vivevo ancora secondo le opinioni e le idee sataniche. Per mantenere la mia immagine agli occhi del supervisore e nascondere i miei problemi e le mie manchevolezze, ricorrevo a trucchi e inganni per coprire la verità. Anche quando poi avevo capito che dovevo essere una persona onesta e condividere apertamente, temevo che, se mi fossi aperto, tutti i miei sforzi precedenti sarebbero stati vani e che il supervisore mi avrebbe considerato un individuo calcolatore e propenso all’inganno. Di conseguenza, non volevo parlare onestamente. A Dio piacciono le persone oneste, perché esse hanno il coraggio di assumersi la responsabilità quando sorgono problemi e di affrontare le proprie manchevolezze quando vengono rivelate e, dopo di ciò, sono in grado di cercare la verità e risolvere queste cose. Più tali persone svolgono i loro doveri, più afferrano i principi e migliori sono i loro risultati. Io, invece, non mostravo nessuno di questi comportamenti. Cercavo sempre di mascherare e coprire i miei difetti e tentavo persino di ingannare i fratelli e le sorelle. In che modo avevo una qualche sembianza di una persona onesta? Quello che vivevo era una sembianza satanica corrotta e propensa all’inganno. Se fossi rimasto impenitente, sarei sicuramente stato sdegnato da Dio e avrei perso la possibilità di salvezza.

In seguito, ho letto due passi delle Sue parole e ho trovato un cammino di pratica. Dio Onnipotente dice: “Le persone pensano che se non avessero i loro interessi, se li perdessero, non sarebbero in grado di sopravvivere. È come se la loro sopravvivenza fosse inscindibile da essi, quindi la maggior parte di loro è cieca a tutto tranne che ai propri interessi. Mettono i loro interessi al di sopra di qualsiasi altra cosa, vivono per i propri interessi, e fare in modo che vi rinuncino è come chiedere loro di rinunciare alla propria vita. Cosa fare, dunque, in queste circostanze? Le persone devono accettare la verità. Solo quando capiscono la verità possono capire a fondo l’essenza dei loro interessi personali; solo allora possono iniziare a rinunciarvi e a ribellarsi a essi e a saper sopportare il dolore di lasciar andare ciò che amano così tanto. E, quando sarai in grado di fare questo e rinuncerai ai tuoi interessi, ti sentirai più a tuo agio e più in pace nel cuore, e così facendo avrai sconfitto la carne(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Conoscere la propria indole è il fondamento per trasformarla”). “Per essere una persona onesta, devi innanzitutto mettere a nudo il tuo cuore in modo che tutti lo vedano, osservino ciò che pensi e guardino il tuo vero volto. Non devi provare a simulare o a mascherarti. Soltanto allora gli altri si fideranno di te e ti considereranno onesto. Questa è la pratica più fondamentale che ci sia, nonché un presupposto per essere una persona onesta. […] Se desideri essere una persona onesta, allora, a prescindere dal fatto che ti trovi al cospetto di Dio o degli altri, dovresti essere in grado di fornire un resoconto puro e aperto del tuo stato interiore e delle parole che hai nel cuore. È un risultato facile da ottenere? Richiede un periodo di addestramento, oltre a pregare spesso Dio e affidarsi a Lui. Devi addestrarti a dar voce a ciò che hai nel cuore con semplicità e onestà in tutte le questioni. Con questo tipo di addestramento, puoi fare progressi(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “La pratica fondamentale per essere una persona onesta”). Le parole di Dio hanno chiarito il cammino di pratica. Per risolvere uno stato propenso all’inganno, bisogna rinunciare agli interessi personali, non tenere conto dell’orgoglio o del prestigio personali e aprirsi a Dio in ogni cosa. Nei miei doveri, dovrei riferire tempestivamente qualsiasi problema o manchevolezza personale, senza tenere conto del mio orgoglio o del mio prestigio, e dovrei dare priorità agli interessi della casa di Dio. Anche se, dicendo la verità, i fratelli e le sorelle vedessero i problemi e le manchevolezze nei miei doveri e, di conseguenza, mi disprezzassero, devo comunque affrontare la cosa nel modo giusto. Solo praticando l’essere aperti e parlando dal cuore posso diventare una persona onesta. Così mi sono deciso: in futuro, di fronte a ulteriori difficoltà e problemi nei miei doveri, a prescindere da come i fratelli e le sorelle mi avrebbero giudicato, avrei dovuto aprirmi con loro e mettere a nudo i miei pensieri e le mie azioni e diventare una persona onesta agli occhi di Dio.

Durante una riunione, un nuovo arrivato di cui ero responsabile, Xiao Ya, mi ha fatto una domanda sulla predicazione del Vangelo e in quel momento ho condiviso brevemente con alcune parole, ma poi ho scoperto che la mia comprensione era deviata e che non poteva affatto risolvere il suo problema. Più tardi, il supervisore mi ha chiesto della mia riunione con Xiao Ya e mi sono detto: “Se trascrivo in modo sincero la mia condivisione con Xiao Ya, il supervisore penserà sicuramente che, come irrigatore, non riesco nemmeno a condividere su una questione così piccola in modo chiaro e che non so svolgere un lavoro reale. Forse è meglio sorvolare e non scrivere cosa è realmente successo”. Mentre ci riflettevo, sentivo che era sbagliato. Non era forse un comportamento propenso all’inganno? Magari gli altri non sapevano cosa avessi fatto, ma Dio stava sottoponendo a scrutinio il mio cuore. Egli ama le persone oneste e io dovrei essere una persona onesta e dire la verità. Alla fine, ho scritto in modo sincero. E, quando l’ho fatto, ho finalmente provato grande sollievo nel cuore, come se qualcuno lo avesse liberato da un enorme peso. In seguito, ho condiviso con Xiao Ya in tempo utile e ho corretto le mie deviazioni. Successivamente, mentre interagivo con i fratelli e le sorelle nella vita quotidiana e svolgevo i miei doveri, ho praticato l’essere una persona onesta e anche se a volte, quando erano in gioco i miei interessi, ero tentato di agire in modo propenso all’inganno, sotto la guida delle parole di Dio, ho scelto di dire loro la verità. Ogni volta che sono stato onesto nel riportare ai fratelli e alle sorelle con cui collaboravo o al supervisore, non sono mai stato criticato per non essere stato bravo. Al contrario, sono stato richiamato e aiutato, e ho ricevuto condivisione sulle verità principi. Nel mio cuore mi sentivo sereno e liberato e non ero più così esausto come prima. Sono state le parole di Dio ad aiutarmi a riconoscere la mia indole propensa all’inganno e a capire che praticare secondo le Sue parole e avere il coraggio di dire la verità e aprirsi non è una cosa vergognosa. Anzi, più mi apro, più mi sento saldo e affrancato. Ringrazio Dio per avermi permesso di ottenere tutto ciò!

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