80. Dopo che mio marito si è ammalato
Nell’agosto del 2001, una sorella mi ha testimoniato che Dio Si era fatto carne una seconda volta per compiere la Sua opera di giudizio, purificando e trasformando l’indole corrotta dell’umanità e infine portando le persone nel meraviglioso Regno. Questa notizia mi ha molto emozionata. Dopo un periodo di indagine, ho accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Dopodiché, ho partecipato attivamente alle riunioni e ho svolto i miei doveri. In seguito, sono stata eletta leader della chiesa. A quel tempo, mio marito cercava spesso di impedirmi di credere in Dio e di fare il mio dovere, però questo non ha mai ostacolato i miei doveri. Mi davo da fare in chiesa tutto il giorno. Durante la giornata, mi recavo da ogni gruppo, condividendo con i fratelli e le sorelle per risolvere le difficoltà nel loro accesso alla vita. La sera, sostenevo e aiutavo i fratelli e le sorelle che erano negativi e deboli. Mio marito prima non guadagnava molto, ma in quel periodo aveva un buon reddito e, di lì a poco, la nostra famiglia ha accumulato qualche risparmio. Ero così felice. Pensavo: “Adesso ho la grazia e la benedizione di Dio nel fare il mio dovere e potrò anche entrare nel Regno in futuro. Devo svolgere bene il mio dovere d’ora in avanti e Dio non mi tratterà ingiustamente; benedirà la vita della mia famiglia rendendola sempre migliore”. Tuttavia, proprio mentre facevo progetti, è successo qualcosa di inaspettato.
Dopo un po’ di tempo, mio marito ha iniziato a lamentare dolori persistenti alla parte bassa della schiena, così è andato a fare una radiografia. Il medico ha detto: “Ha un’ernia del disco e speroni ossei sulla colonna vertebrale. Se peggiora, comprimerà i nervi e causerà la paralisi. Non dovrebbe più lavorare e bisognerà intervenire con urgenza”. La notizia mi ha scioccata. Mi sono detta: “Abbiamo molti debiti sulla casa appena costruita, e le porte e le finestre non sono ancora state installate. Nostra figlia è all’università e anche lei ha bisogno di denaro. Sono impegnatissima come leader della chiesa e non ho tempo per guadagnare soldi. Solo nostro figlio di 14 anni sta imparando a fare decorazioni, ma è giovane e ancora apprendista, quindi ha un misero stipendio mensile. Come faremo in futuro a coprire le spese di vita della famiglia?” Ero un po’ preoccupata. Tuttavia, quando pensavo a quanto fossi occupata a fare il mio dovere in chiesa tutto il giorno, credevo che Dio non avrebbe ignorato le difficoltà della mia famiglia e che la malattia di mio marito potesse guarire dopo un periodo di riposo. Questo pensiero alleviava molto le preoccupazioni che avevo nel cuore.
Più di un anno è passato in un batter d’occhio. Mio marito ha continuato la cura applicando cerotti medicati, ma la sua malattia non è migliorata e nemmeno i medici avevano metodi efficaci. Il mio cuore era colmo di ansia. Non potevo fare a meno di pensare: “Quando migliorerà la malattia di mio marito? Se non fossi così occupata con il mio dovere, potrei ricavare qualche soldo per sostenere la famiglia. Ma sono impegnata tutto il giorno con le faccende della chiesa e non ho tempo per guadagnare. Perché Dio non protegge la mia famiglia? Perché la malattia di mio marito non migliora? Con tutte queste difficoltà in casa che devo gestire, come posso dedicare completamente il cuore al mio dovere?” Più ci pensavo, più mi sentivo sconvolta. Avevo i nervi come fili scoperti e l’ansia mi tormentava. A volte, proprio non ce la facevo più e piangevo in segreto. Sapevo che non dovevo lamentarmi di Dio, ma non riuscivo proprio a controllare le emozioni e vivevo immersa nel dolore e nel tormento tutto il giorno. Vedevo che il marito della sorella con cui collaboravo era molto bravo a fare soldi e che lei conduceva una vita agiata e non era limitata dal denaro: in cuor mio, questa cosa mi disturbava. Mi dicevo: “Io sono più attiva di lei nel fare i miei doveri, allora perché la mia famiglia è in questo stato? Perché Dio grazia loro e non me? Forse mi disprezza? Non benedice la mia famiglia anche se pago un prezzo e mi spendo così tanto, quindi perché dovrei essere tanto attiva?” Ma poi ho riflettuto: “Dio mi sta forse mettendo alla prova? Se continuo a fare attivamente i miei doveri, forse Egli benedirà la mia famiglia quando vedrà la mia lealtà. Se svolgo il mio dovere in modo superficiale, cosa farò se Lui mi ignorerà in futuro?” Perciò, mi sono detta che non potevo essere superficiale e che dovevo fare bene il mio dovere. Ho continuato a essere occupata tutto il giorno con il mio dovere. Tuttavia, dopo un po’, le condizioni di mio marito non erano migliorate e i problemi della mia famiglia non si erano ancora risolti. Il mio cuore era ancora più confuso e angosciato e sentivo che non c’era davvero via d’uscita. Il mio cuore era colmo di amarezza. Durante una riunione, ho menzionato le difficoltà che avevo in casa. Con il volto angosciato, mi sono lamentata: “Sembra che stiate tutte in paradiso, mentre io mi sento tormentata così tanto da essere all’inferno”. Una sorella mi ha potata severamente dicendo: “Non ti stai forse lamentando che Dio non è giusto?” Le sue parole mi hanno scossa nel profondo del cuore. Non stavo forse di nuovo lamentandomi di Lui? Mi sono tornate in mente le Sue parole: “Ciascuna lamentela che esprimi lascia una macchia, e quello è un peccato che non si può lavare via!” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Nella fede in Dio, acquisire la verità è la cosa più cruciale”). Rendendomi conto della gravità del problema, ho subito chinato la testa e smesso di parlare. Quando sono tornata a casa, mi sono inginocchiata davanti a Dio e ho pregato singhiozzando: “Dio, so che non dovrei lamentarmi quando le difficoltà colpiscono la mia famiglia, ma non so quale sia la Tua intenzione né come sperimentare questa situazione. Dio, Ti prego di illuminarmi e guidarmi affinché possa conoscere la Tua opera e comprendere la Tua intenzione”.
Un giorno, ho ascoltato un inno contenente le parole di Dio, intitolato “Lo scopo dell’opera di affinamento di Dio”:
1 Per tutti, l’affinamento è straziante e molto difficile da accettare, ma è durante questo processo che Dio rende palese la Sua giusta indole nei riguardi dell’uomo, rende pubblici i Suoi requisiti per l’uomo, fornisce più rivelazioni e più potatura concreta. Attraverso il confronto tra i fatti e la verità, l’uomo guadagna una maggiore conoscenza di sé stesso e della verità, e una maggiore comprensione delle intenzioni di Dio, e ciò gli consente di nutrire per Dio un amore più vero e più puro. Questi sono gli obiettivi di Dio nell’eseguire l’opera di affinamento.
2 Tutta l’opera che Dio compie nell’uomo ha i propri scopi e il proprio senso; Dio non compie opere senza senso, né compie opere prive di beneficio per l’uomo. L’affinamento non significa che l’uomo venga allontanato dal cospetto di Dio, né che egli venga distrutto nell’inferno, bensì significa cambiare, durante l’affinamento, l’indole dell’uomo, le sue motivazioni, i suoi vecchi punti di vista, il suo amore per Dio e la sua intera vita. Per l’uomo, l’affinamento è una prova concreta e una forma di addestramento concreto. Solo durante l’affinamento l’amore dell’uomo può svolgere la sua funzione intrinseca.
La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Solo tramite l’esperienza dell’affinamento l’uomo può possedere il vero amore”
Mentre ascoltavo questo inno, il mio cuore si è improvvisamente illuminato e l’ho sentito più volte di seguito. In particolare, Dio ha detto: “Dio non compie opere senza senso, né compie opere prive di beneficio per l’uomo. L’affinamento non significa che l’uomo venga allontanato dal cospetto di Dio, né che egli venga distrutto nell’inferno, bensì significa cambiare, durante l’affinamento, l’indole dell’uomo, le sue motivazioni, i suoi vecchi punti di vista, il suo amore per Dio e la sua intera vita” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Solo tramite l’esperienza dell’affinamento l’uomo può possedere il vero amore”). Mentre riflettevo sulle parole di Dio, ho capito che, qualunque ambiente insoddisfacente Dio disponga per te, il Suo scopo non è eliminarti, ma purificare e trasformare la tua indole corrotta e aiutarti a comprendere la Sua indole e la Sua opera. Quando conosci Dio, puoi sottometterti alla Sua opera. Allora ho capito che la Sua intenzione dietro all’infortunio di mio marito era farmi cercare la verità e imparare lezioni in quell’ambiente, così che la mia indole corrotta potesse essere purificata e trasformata. Ho ripensato a quando avevo dapprima accettato la nuova opera di Dio. Sapevo che negli ultimi giorni Egli compie la Sua opera di giudizio e purificazione, eppure continuavo a perseguire di ottenere grazia e benedizioni come nell’Età della Grazia, volendo che Dio guarisse la malattia di mio marito. Quando ancora non era migliorato, mi ero lamentata di Dio e avevo vissuto nella negatività e nell’incomprensione. Ero stata io a procurarmi da sola tutta quella sofferenza. La causa era la mia mancanza di comprensione dell’opera di Dio e il fatto che stavo percorrendo il cammino sbagliato nella mia fede in Lui. Una volta compreso questo, il dolore nel mio cuore si è molto alleviato.
Successivamente, ho pensato al modo in cui Dio smaschera il fatto che le persone Lo trattino come una cornucopia, come un coltellino svizzero, e sono andata a cercare le Sue parole per leggerle. Dio dice: “Poiché le persone di oggi non possiedono la stessa umanità di Giobbe, qual è la loro natura essenza, e quale il loro atteggiamento nei confronti di Dio? Lo temono? Fuggono il male? Coloro che né temono Dio né fuggono il male possono essere descritti con tre sole parole: ‘nemici di Dio’. Spesso pronunciate queste tre parole, ma non avete mai compreso il loro vero significato. Le parole ‘nemici di Dio’ hanno una loro essenza: non significano che Dio vede l’uomo come nemico, ma che l’uomo vede Dio come nemico. Prima di tutto, quando le persone iniziano a credere in Dio, chi tra loro non ha i suoi scopi, le sue motivazioni e le sue ambizioni? Anche se alcune persone credono nell’esistenza di Dio, e l’hanno percepita, la loro fede in Dio contiene ancora quelle motivazioni, e il loro scopo ultimo nel credere in Dio è quello di ricevere le Sue benedizioni e le cose che essi desiderano. Nelle esperienze della vita, spesso pensano tra sé: ‘Per Dio ho rinunciato alla famiglia e alla carriera, e Lui che cosa mi ha dato? Devo anche calcolare il totale e confermare: ho forse ricevuto qualche benedizione di recente? In questo periodo ho dato tanto, ho corso a destra e a manca, e ho sofferto molto, ma in cambio Dio mi ha fatto qualche promessa? Ha forse ricordato le mie buone azioni? Che fine farò? Potrò ricevere le benedizioni di Dio?…’ Ogni persona costantemente, nel suo intimo, fa questi calcoli, e avanza a Dio richieste che recano le sue motivazioni, le sue ambizioni e una mentalità affaristica. Vale a dire, nel suo intimo l’uomo testa continuamente Dio, escogitando continuamente piani a proposito di Dio, e dibattendo costantemente con Lui il caso riguardante il proprio esito personale, e tentando di estorcere a Dio una dichiarazione, per vedere se Egli può concedergli ciò che desidera oppure no. Nello stesso tempo in cui persegue Dio, l’uomo non Lo tratta come Dio. L’uomo ha sempre tentato di concludere accordi con Lui, facendoGli richieste senza tregua, e anche sollecitandoLo a ogni passo, tentando di prendersi tutto il braccio dopo aver avuto la mano. Mentre sta cercando di concludere accordi con Dio, l’uomo dibatte con Lui, e c’è anche chi, nel momento in cui gli capitano delle prove o si trova in determinate situazioni, spesso diventa debole, negativo e fiacco nel suo lavoro, e pieno di lamentele riguardanti Dio. Dal primo momento in cui ha iniziato a credere in Dio, l’uomo Lo ha considerato un pozzo di San Patrizio, un ‘jolly’, e si è autoproclamato come il più grande creditore di Dio, come se tentare di ottenere benedizioni e promesse da Dio fosse un suo diritto e obbligo innato, mentre la responsabilità di Dio sarebbe quella di proteggere l’uomo, prenderSene cura e provvedere a lui. Ecco l’interpretazione di base del concetto ‘fede in Dio’ da parte di tutti coloro che credono in Lui, e tale è la loro più profonda comprensione di questo concetto” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II”). “Speri che la tua fede in Dio non comporti sfide o tribolazioni, né la benché minima avversità. Persegui costantemente le cose immeritevoli e non attribuisci alcun valore alla vita, anteponendo invece i tuoi pensieri smodati alla verità. Sei talmente indegno! Vivi come un maiale; che differenza c’è tra te e i maiali e i cani? Quelli che non perseguono la verità e invece amano la carne non sono tutti delle bestie? I morti senza spirito non sono tutti dei cadaveri ambulanti? Quante parole sono state pronunciate tra di voi? È forse stata poca l’opera compiuta tra di voi? A quante cose ho provveduto fra di voi? Allora perché non ne hai guadagnato nulla? Di che cosa ti lamenti? Non è forse che non hai guadagnato nulla perché sei troppo innamorato della carne? E non è che i tuoi pensieri sono troppo smodati? Non è perché sei troppo stupido?” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). Quando ho letto ciò che le parole di Dio hanno smascherato, mi sono sentita trafitta nel profondo. Ho capito che, nella mia fede in Lui e nello svolgimento del mio dovere, non Lo stavo affatto seguendo con sincerità. Avevo pensato che, credendo in Lui, non solo avrei potuto godere della Sua grazia e delle Sue benedizioni, ma anche che, come Lui promette alle persone, sarei stata salvata e sarei entrata nel Regno. Quindi confidavo che, se avessi svolto bene il mio dovere, Egli non mi avrebbe trattata ingiustamente e mi avrebbe elargito benedizioni e grazia in abbondanza, mi avrebbe protetta da disastri e sventure e avrebbe tenuto la mia famiglia al sicuro e in salute. Facevo il mio dovere con queste intenzioni sbagliate. Per cominciare, quando a mio marito era venuta un’ernia del disco e il medico aveva detto che, se fosse peggiorata, sarebbe rimasto paralizzato, avevo creduto che, se avessi svolto i miei doveri in maniera attiva, Egli non mi avrebbe trattata ingiustamente e che, nel giro di poco tempo, mio marito sarebbe guarito. Di conseguenza, il mio entusiasmo verso i miei doveri non si era affievolito. Tuttavia, quando mio marito ancora non era migliorato e la mia famiglia aveva iniziato ad affrontare difficoltà economiche, mentre i fratelli e le sorelle intorno a me godevano di una vita superiore e confortevole, mi ero sentita turbata e mi ero lamentata che Dio non mi benedicesse e non ero stata più così attiva nel fare il mio dovere come prima. Poi, però, avevo cominciato a preoccuparmi che Dio stesse mettendo alla prova la mia lealtà verso di Lui e che, se fossi stata superficiale verso il lavoro, non avrei ricevuto la Sua grazia e le Sue benedizioni, quindi dovevo semplicemente continuare a fare il mio dovere. Dopo un po’, le condizioni di mio marito non erano ancora migliorate e le difficoltà nella mia vita non si erano risolte. Nel mio cuore, mi ero lamentata ancora di più di Dio e avevo anche sfogato il mio malcontento verso di Lui davanti alle mie sorelle, lamentandomi che non fosse giusto con me. Tutta la bruttezza del mio tentativo di contrattare con Dio era stata completamente smascherata e io ero stata rivelata a pieno! Negli anni in cui mio marito era malato, non avevo cercato la verità né tratto insegnamenti. Invece, avevo vissuto costantemente nella negatività, lamentandomi di Dio e fraintendendoLo. Anche se facevo il mio dovere, stavo solo cercando di contrattare con Lui in cambio delle Sue benedizioni, trattandoLo come una cornucopia, come un coltellino svizzero. In passato, avevo pensato di essere abbastanza attiva nel fare i miei doveri. Non li avevo mai trascurati, indipendentemente dal fatto che mio marito mi chiedesse di andare a guadagnare soldi o che fosse malato, e avevo ottenuto qualche risultato nel mio lavoro. Di conseguenza, mi ero etichettata come una persona leale a Dio e che credeva veramente in Lui. Ero completamente priva di autoconsapevolezza! Coloro che sono leali a Dio sono quelli che fanno bene il loro dovere con tutto il cuore e la mente e che non si lamentano affatto, che Egli li benedica o meno. Prendiamo come esempio Giobbe. Che Dio gli desse o gli togliesse, Giobbe era in grado di sottomettersi a Lui e lodare sempre il Suo nome. Qualunque trattamento ricevesse, Giobbe non aveva pretese personali. Questo è ciò che significa veramente essere una persona leale a Dio. Io credevo in Lui e facevo il mio dovere solo per ottenere benefici da Lui. Non avevo alcuna lealtà o sincerità. Ero solo un’opportunista ipocrita. La mia fede in Lui e il mio seguirLo erano falsi e solo la mia richiesta di grazia e benedizioni era genuina. Davo valore a queste cose materiali più di tutto e chiedevo costantemente grazia e benedizioni a Dio. Non ero affatto una persona che credeva veramente in Lui e Lo stavo davvero portando a detestarmi e a ripugnarmi. Se Dio non mi avesse rivelata in questo modo, non avrei mai visto chiaramente il mio vero io.
Poi ho letto altre Sue parole: “Per molti anni, i pensieri sui quali gli uomini hanno fatto affidamento per la loro sopravvivenza ne hanno corroso i cuori al punto da farli diventare infidi, codardi e spregevoli. Non solo mancano di forza di volontà e di determinazione, ma sono anche diventati avidi e arroganti e fanno di testa loro. Manca in loro anche solo la minima determinazione che vada al di là del loro io e, ancor più, non hanno un briciolo di coraggio per liberarsi dalle limitazioni di questi oscuri influssi. I pensieri e la vita degli uomini sono talmente corrotti che i loro punti di vista sulla fede in Dio sono rimasti insopportabilmente brutti, e persino quando parlano dei loro punti di vista sulla fede in Dio, ascoltarli è insopportabile. Gli uomini sono tutti codardi, incompetenti, spregevoli e fragili. Non provano disgusto per le forze delle tenebre e non provano amore per la luce e la verità, ma al contrario fanno di tutto per espellerle” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Perché non vuoi essere un complemento?”). “Chi è nato in quella che è la più profondamente corrotta tra tutte le terre è ancor più ignorante riguardo alla natura di Dio o a cosa significhi credere in Lui. Più le persone sono corrotte, meno sanno dell’esistenza di Dio e più poveri sono la loro ragione e il loro discernimento. La fonte della resistenza e della ribellione dell’uomo verso Dio è la sua corruzione a opera di Satana. Essendo l’uomo stato corrotto da Satana, la sua coscienza si è intorpidita; l’uomo è immorale, i suoi pensieri depravati e i suoi schemi mentali sono arretrati. Prima che fosse corrotto da Satana, l’uomo si sottometteva naturalmente a Dio, e anche alle Sue parole dopo averle udite. Era dotato per natura di una ragione e di una coscienza sane, nonché di una normale umanità. A seguito della corruzione di Satana, la ragione, la coscienza e l’umanità originarie dell’uomo si sono intorpidite e sono state compromesse da Satana. Egli ha perciò perduto la sottomissione a Dio e l’amore per Lui. La ragione dell’uomo si è fatta aberrante, la sua indole è diventata come quella di un animale e la sua ribellione verso Dio sempre più frequente e grave. Ciononostante, l’uomo continua a non sapere e a non riconoscere ciò e non fa altro che opporsi e ribellarsi senza posa. L’indole dell’uomo si rivela nel modo in cui si esplicitano la sua ragione, la sua conoscenza e la sua coscienza, e, dato che la sua ragione e la sua conoscenza non sono sane e la sua coscienza si è estremamente intorpidita, perciò la sua indole è ribelle a Dio” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Avere un’indole immutata è essere ostili a Dio”). Mentre riflettevo sulle parole di Dio, ho capito che è Satana a corrompere e corrodere la mente delle persone. Tutti vivono secondo filosofie sataniche come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, “Il profitto prima di tutto” e “Non restare mai con un palmo di naso”, diventando egoisti e spregevoli e ignorando completamente la coscienza. In ogni cosa che fanno, pensano prima di tutto se è vantaggiosa per loro. Se lo è, la fanno; in caso contrario, non la fanno. Anch’io ero stata profondamente corrotta da simili pensieri e idee sataniche. Quando avevo visto che avevo la cura e la protezione di Dio poiché avevo fede in Lui e facevo il mio dovere e che la vita della mia famiglia sembrava migliorare, avevo creduto fossero benedizioni di Dio che avevo ottenuto perché ero stata leale nel fare il mio dovere ed ero convinta che, se avessi continuato a svolgere il mio dovere così attivamente, in futuro avrei potuto anche ricevere la salvezza ed entrare nel Regno. Quando mio marito si era ammalato e la mia famiglia era in difficoltà economiche, avevo frainteso Dio, mi ero lamentata di Lui e avevo voluto svolgere il mio dovere in modo superficiale. I fatti hanno mostrato che non avevo alcuna sincerità nel fare il mio dovere. Non facevo altro che cercare di ingannare Dio ed escogitare piani contro di Lui, cercando invano di ottenere benedizioni da Lui attraverso lo svolgimento del mio dovere. Dio Stesso Si è fatto carne e ha espresso la verità per salvarci. Ha dedicato a noi tutto il sangue del Suo cuore e non tiene mai conto dei Suoi interessi personali. La Sua essenza è fedele; è altruista, bella e buona. Al contrario, c’erano trattative, richieste e inganni nascosti nel poco dovere che facevo e semplicemente non trattavo affatto Dio come tale. Ero una persona egoista e spregevole che aveva perso tutta l’umanità e la ragione. Se Egli non avesse disposto questo ambiente, non avrei mai visto chiaramente ciò che ero per davvero. Solo allora ho capito che la malattia di mio marito e le difficoltà economiche della mia famiglia non erano Dio che intenzionalmente mi rendeva le cose difficili. Invece, l’intento era farmi vedere chiaramente la mia faccia egoista e spregevole, risvegliare il mio cuore e mostrarmi come comportarmi. Questa era la grande salvezza di Dio verso di me, che conteneva il Suo amore, ma io ero stata troppo cieca per capire la Sua intenzione e costantemente Lo fraintendevo e mi lamentavo di Lui. Quando ho capito ciò, ero colma di rimorso e mi sono odiata. Sono diventata disposta a sottomettermi a Dio e a sperimentare la Sua opera.
In seguito, ho letto altre Sue parole: “Giobbe non parlò di accordi con Dio, e non avanzò alcuna richiesta o pretesa nei Suoi confronti. Egli lodava il nome di Dio per la Sua grande potenza e autorità nel governo di tutte le cose, e questo non dipendeva dalle benedizioni che avrebbe potuto guadagnare o dalle disgrazie che avrebbero potuto colpirlo. Egli credeva che, a prescindere dal fatto che Dio benedica le persone o mandi loro disgrazie, il Suo potere e la Sua autorità non sarebbero cambiati, e quindi, a prescindere dalle circostanze di una persona, il Suo nome doveva essere lodato. Il fatto che l’uomo sia benedetto da Dio avviene a motivo della Sua sovranità, e quando all’uomo succedono disgrazie, è sempre a motivo della Sua sovranità. Il potere e l’autorità di Dio governano e dispongono tutte le cose dell’uomo; i capricci della sorte dell’uomo sono manifestazioni del potere e dell’autorità di Dio e, a prescindere dal punto di vista dal quale lo si osserva, il nome di Dio dovrebbe essere lodato. Ecco ciò che Giobbe sperimentò e giunse a conoscere negli anni della sua vita. Tutti i pensieri e le azioni di Giobbe raggiunsero le orecchie di Dio, arrivarono di fronte a Lui, e da Lui furono considerati importanti. Dio apprezzava questa conoscenza di Giobbe, e lo aveva molto a cuore perché aveva questo cuore che era sempre in attesa dei Suoi comandi e in ogni luogo, indipendentemente dal tempo o dal posto, accoglieva tutto ciò che gli capitava. Giobbe non avanzò alcuna richiesta a Dio. Ciò che chiedeva a sé stesso era di attendere, accettare, affrontare e sottomettersi a tutte le disposizioni che venivano da Dio; egli riteneva che questo fosse il suo dovere, ed era proprio ciò che Dio voleva” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II”). Quando Giobbe ha perso tutte le pecore, il bestiame e la sua ricchezza, nonostante la grande angoscia mentale, è stato razionale. Non ha tratto conclusioni affrettate quando non capiva l’intenzione di Dio e non ha mai pronunciato una parola di lamentela o ribellione contro di Lui. Sapeva che Egli è l’unico vero Dio, che ha creato ogni cosa e che è sovrano su tutto. Che Dio dia o tolga, il Suo nome deve sempre essere lodato ed esaltato. Giobbe è stato capace di accettare da Dio e sottomettersi a tutti gli ambienti che Egli aveva predisposto. Osservando il mio caso, invece, ho visto che, quando Egli mi concedeva grazie e benedizioni, lodavo il Suo nome con gioia; tuttavia, quando mio marito si era ammalato e la mia famiglia era in difficoltà economiche, non ero venuta davanti a Lui in preghiera per cercare e comprendere la Sua intenzione. Invece, volevo usare il fatto che svolgessi il mio dovere per cercare di guadagnare con l’inganno la Sua fiducia e far sì che aiutasse a risolvere le difficoltà della mia famiglia. Quando ciò che Dio faceva non era conforme ai miei desideri, mi lamentavo che non fosse giusto con me. La mia sottomissione era basata interamente sul poterne trarre un beneficio personale o meno. C’era una differenza abissale tra me e Giobbe. La mia umanità era troppo scarsa!
In seguito, ho letto altre parole di Dio: “Non vi è correlazione fra il dovere dell’uomo e l’eventualità che riceva benedizioni o che subisca una cattiva sorte. Il dovere è ciò che l’uomo dovrebbe compiere; è la sua vocazione mandata dal cielo e non dovrebbe dipendere da ricompense, condizioni o ragioni. Soltanto così egli starà facendo il suo dovere. Ricevere benedizioni si riferisce alle benedizioni di cui una persona gode quando viene perfezionata dopo aver sperimentato il giudizio. Subire una cattiva sorte fa riferimento alla punizione che una persona riceve quando la sua indole non cambia dopo aver attraversato giudizio e castigo, ossia quando non viene perfezionata. Ma a prescindere dal fatto che ricevano benedizioni o subiscano una cattiva sorte, gli esseri creati dovrebbero compiere il loro dovere, fare ciò che dovrebbero fare e ciò che sono in grado di fare; questo è il minimo che una persona, una persona che persegue Dio, dovrebbe fare. Tu non dovresti svolgere il tuo dovere solo per ricevere benedizioni, né rifiutarti di agire per timore di subire una cattiva sorte. Lasciate che vi dica questa cosa: svolgere il proprio dovere è ciò che l’uomo dovrebbe fare, e se non è in grado di farlo, questo dimostra la sua ribellione” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “La differenza tra il ministero di Dio incarnato e il dovere dell’uomo”). Dalle parole di Dio ho capito che la vita umana è donata da Lui e che tutto ciò di cui l’uomo gode è fornito da Lui. Le persone dovrebbero fare i loro doveri in modo incondizionato. Questo è perfettamente naturale e giustificato. Non dovrebbero porre condizioni o richieste, tanto meno svolgere i propri doveri solo per ricevere benedizioni e grazia. Questa è la cosa più irragionevole che possano fare. Proprio come i genitori soffrono grandi avversità per crescere i figli, questi ultimi dovrebbero sostenere i genitori. Questo è perfettamente naturale e giustificato. Non dovrebbero farlo solo perché ricevono un’eredità e allontanare i genitori se non ne ricevono alcuna. Persone simili sono figli ribelli; sono bestie. Non c’è umanità nell’agire in questo modo. Fare il mio dovere è la mia vocazione mandata dal cielo in quanto essere creato e dovrei farlo in una maniera priva di qualsiasi intenzione o scopo. Indipendentemente dal fatto che Dio mi benedica o no, dovrei adempiere incondizionatamente il mio dovere. Inoltre, mio marito aveva cercato di impedirmi di credere in Dio. Era stata colpa sua se la sua malattia non era guarita. Non meritava compassione. Era una persona che si opponeva a Dio, eppure io avevo chiesto a Dio di guarirlo e mi ero anche lamentata di Lui. Questo era totalmente irragionevole e aveva suscitato il Suo disgusto, portandoLo a detestarmi. Ora, a prescindere dal fatto che mio marito guarisse o meno, ero disposta a sottomettermi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio, a correggere il mio atteggiamento, a fare bene il mio dovere con tutto il cuore e la mente, ad affidare a Dio le difficoltà della mia famiglia e a sottomettermi alle Sue orchestrazioni e disposizioni. Una volta che ho capito questo, tutta l’amarezza è svanita e sapevo che, senza quell’ambiente, non sarei potuta cambiare. Era la ricchezza della vita, che mi era stata donata da Dio. Allora ho pensato a ciò che dice la Bibbia: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro?” (Matteo 6:26). Dio ha detto che gli uccelli del cielo non seminano né mietono, eppure Lui li nutre, per non parlare degli esseri umani. Egli non vuole che io prepari, pianifichi o tenga conto degli eventi futuri, ma che io permetta alla natura di fare il suo corso. Tentare di pensare così a lungo termine per conto mio era solo cercare guai; avrei dovuto accontentarmi di avere cibo e vestiti, e basta. Anche se la nostra famiglia aveva difficoltà economiche, potevamo comunque far quadrare i conti ed ero disposta a sottomettermi alla sovranità e alle disposizioni di Dio in quell’ambiente, senza più angoscia e ansia per il domani.
In seguito, lo zio di un amico di mio marito è venuto in vacanza. Ha insegnato a mio marito a usare cerotti medicati e metodi per trattare i dolori alla schiena e alle gambe, e lo ha anche curato gratuitamente. Dopo un po’, le sue condizioni sono molto migliorate e lui ha anche aperto un ambulatorio presso il mercato per curare i dolori alla schiena e alle gambe, guadagnando qualche soldo per integrare il reddito familiare. Dopo aver sperimentato tutto ciò, mio marito ha smesso di cercare così tanto di impedirmi di credere in Dio e io non sono più limitata come prima quando esco per fare il mio dovere. Successivamente, la sua malattia è ricomparsa più volte, ma non mi sono più lamentata di Dio per questo motivo. So che qualunque cosa Egli orchestri è buona e che dovrei sottomettermi a Lui e fare bene il mio dovere. Il fatto che sia riuscita a cambiare in questo modo è il risultato della guida delle Sue parole. Grazie a Dio!