81. Non c’è distinzione di prestigio o rango nei doveri

di Lei Bing, Cina

Nel 2023, i leader hanno disposto che predicassi il Vangelo perché la mia levatura era scarsa e mi ero dimostrato incapace di svolgere doveri basati sui testi. In quel momento, ho sentito di aver perso la faccia. Ho pensato: “I miei fratelli e le mie sorelle sanno tutti che sono stato destituito a causa della mia scarsa levatura. Cosa penseranno di me?” Mi sentivo malissimo. Un giorno, tornando dalla predicazione del Vangelo, ho ricevuto una lettera dai leader. Dicevano che erano a corto di personale e volevano che tornassi nel luogo in cui avevo originariamente svolto il mio dovere. Sono stato molto felice di leggere questo e ho pensato: “Ora posso di nuovo svolgere doveri basati sui testi!” Ma, quando ho continuato a leggere, mi sono immediatamente scoraggiato. In realtà i leader volevano che andassi lì a svolgere il dovere di ospitare. Ero completamente deluso. Ho pensato: “È finita. Questo dovere viene sempre svolto da fratelli e sorelle più anziani. Come sono potuto cadere così in basso da cucinare per gli altri? È così degradante e imbarazzante! Inoltre, in passato, svolgevo doveri basati sui testi, ma ora, in un batter d’occhio, mi ritrovo a ospitare. Come potrò guardare negli occhi i fratelli con cui collaboravo prima? Sono stato un leader e ho svolto doveri basati sui testi, e i fratelli e le sorelle nella mia città natale mi considerano tutti una persona di talento. Cosa penseranno di me se scopriranno che ora cucino e ospito lontano da casa? Perderò completamente la faccia!” Quando ho pensato così, mi sono sentito molto oppositivo e non volevo accettare questo dovere. Tuttavia, ho accettato con riluttanza perché temevo che i leader dicessero che non ero obbediente.

Quando sono arrivato alla casa ospitante, mi è stato un po’ difficile guardare negli occhi i fratelli che avevo conosciuto in passato: mi sentivo inferiore. Per evitare l’imbarazzo, cercavo di stare il più possibile da solo nella mia stanza e di ridurre al minimo i contatti con loro. Quando li vedevo andare a svolgere i loro doveri dopo aver mangiato, mentre io ero impegnato a lavare i piatti, pulire i tavoli e spazzare il pavimento, iniziavo a sentirmi frustrato nel lavoro. Mi sentivo come un domestico. A volte, gettavo via la scopa e non pulivo per un paio di giorni, altre volte i fratelli mi aiutavano con le pulizie. Un fratello, che aveva problemi di salute, mi ricordava molto spesso di non preparare cibo troppo piccante perché lui non poteva mangiarlo. Tuttavia, io non riuscivo ad accettarlo correttamente e credevo che mi stessero trattando come un servo, quindi mi accigliavo. Quando cucinavo, non mettevo nemmeno un peperoncino e, per sfogare la mia insoddisfazione, preferivo lasciare che i peperoncini andassero a male piuttosto che mangiarli. Vedendo il mio atteggiamento, i fratelli e le sorelle hanno smesso di parlarne. Dopo di che, ho provato biasimo per me stesso; sapevo che non avrei dovuto farlo, ma semplicemente non riuscivo a controllarmi. Sono diventato sempre più irresponsabile nei miei doveri, preparando troppo cibo oppure troppo poco. Non chiedevo se i fratelli avessero mangiato abbastanza e avevo costantemente voglia di sottrarmi a questo dovere. Tuttavia, temevo che i fratelli e le sorelle dicessero che non mi stavo sottomettendo all’ambiente disposto da Dio e quindi non osavo parlarne. Però, ogni volta che mi trovavo di fronte a pentole e padelle, a lavare e sciacquare, mi si stringeva il cuore. Pensavo: “Questo dovere viene sempre svolto da fratelli e sorelle più anziani. Se i fratelli e le sorelle che mi conoscono scoprissero che sono uno che cucina, chi mi stimerebbe ancora?” Questi pensieri hanno suscitato una frustrazione repressa, facendomi sentire veramente a disagio. Mi sono reso conto che il mio stato non era corretto e ho pregato Dio nel mio cuore: “Dio, so che la Tua intenzione è in questo ambiente in cui mi sono imbattuto. Ti prego, guidami affinché io mi sottometta!”

In seguito, ho riflettuto su me stesso: “Perché non voglio mai svolgere il dovere di ospitare?” Un giorno, durante le mie devozioni spirituali, ho letto un passo delle parole di Dio che era molto pertinente al mio stato. Dio dice: “Gli anticristi hanno a cuore la propria reputazione e il proprio prestigio in modo maggiore rispetto alle persone comuni, e ciò è qualcosa di intrinseco alla loro indole essenza; non è un interesse temporaneo né l’effetto transitorio dell’ambiente circostante. È qualcosa all’interno della loro vita, delle loro ossa, e dunque è la loro essenza. Vale a dire, in tutto ciò che gli anticristi fanno, la loro prima considerazione va alla propria reputazione e al proprio prestigio, nient’altro. Per loro, la reputazione e il prestigio sono la vita, nonché l’obiettivo dell’intera esistenza. In tutto ciò che fanno, la priorità è: ‘Cosa ne sarà del mio prestigio? E della mia reputazione? Fare questa cosa mi darà una buona reputazione? Eleverà il mio prestigio nella mente delle persone?’ Questa è la prima cosa a cui pensano, il che dimostra ampiamente che hanno l’indole e l’essenza degli anticristi; ecco perché considerano le cose in questo modo. Si può dire che, per gli anticristi, la reputazione e il prestigio non sono un requisito aggiuntivo, né tantomeno cose esterne a loro a cui potrebbero rinunciare. Fanno parte della loro natura, sono nelle loro ossa, nel loro sangue, sono innati in loro. Gli anticristi non sono indifferenti al possesso della reputazione e del prestigio; non è questo il loro atteggiamento. Allora qual è? La reputazione e il prestigio sono intimamente legati alla loro vita di tutti i giorni, alla loro condizione quotidiana, a ciò che perseguono ogni giorno. […] Si può dire che, in cuor loro, il perseguimento della verità nella loro fede in Dio sia il perseguimento della reputazione e del prestigio e che il perseguimento della reputazione e del prestigio è anche il perseguimento della verità; ottenere reputazione e prestigio equivale a ottenere la verità e la vita. Se sentono di non possedere fama, guadagno o prestigio, se sentono che nessuno guarda a loro, o li stima, o li segue, allora ne sono molto delusi, ritengono che credere in Dio non abbia senso, nessun valore, e si dicono: ‘Una simile fede in dio non è un fallimento? Non sono forse senza speranza?’ Spesso calcolano queste cose nei loro cuori. Calcolano come poter ritagliarsi un posto nella casa di Dio, su come poter acquisire un’elevata reputazione all’interno della chiesa, come potersi fare ascoltare dagli altri quando parlano e sostenere quando agiscono, come poter portare le persone a seguirli dovunque essi siano e come poter avere una voce influente nella chiesa e possedere fama, guadagno e prestigio: si concentrano davvero su queste cose in cuor loro. È questo che simili persone perseguono(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte terza”). Dio smaschera che gli anticristi considerano il prestigio e la reputazione come la loro stessa linfa vitale. Indipendentemente dai doveri che svolgono, gli anticristi non tengono mai conto degli interessi della casa di Dio. Invece, tengono conto solo della possibilità di ottenere fama e ammirazione altrui e, quando non riescono a ottenere reputazione e prestigio, è come se venissero derubati della loro stessa vita. Questo è determinato dall’essenza degli anticristi. Il mio comportamento era uguale a quello degli anticristi smascherati da Dio. Credevo che essere un leader o svolgere doveri che avessero una componente tecnica, o che fossero rispettabili e di spicco, avrebbe fatto sì che le persone mi ammirassero, e solo allora la vita sarebbe stata preziosa o significativa. Al contrario, credevo che svolgere il dovere di ospitare fosse inferiore e che nessuno mi avrebbe stimato. Quando sono stato destituito dallo svolgere doveri basati sui testi, mi è sembrato come se mi avessero portato via la vita. Temevo che i fratelli e le sorelle mi avrebbero disprezzato se avessero saputo che ero stato riassegnato a causa della mia scarsa levatura. Soprattutto quando mi è stato chiesto di svolgere il dovere di ospitare, mi sono sentito completamente paralizzato. Ho pensato al fatto che, quando in precedenza ero stato un leader nella chiesa, mi ero spesso riunito, avevo condiviso con i fratelli e le sorelle e avevo attuato il lavoro: ai loro occhi ero stato una persona di talento. Ma adesso ero diventato un cuoco e mi sentivo come se avessi completamente perso la faccia. Ogni volta che pensavo a questo, mi sentivo soffocato, amareggiato e infelice, e non riuscivo a sottomettermi. C’era un fratello che non poteva mangiare cibo troppo piccante per motivi di salute e in molte occasioni mi ricordava di usare meno peperoncino. Era una richiesta ragionevole, qualcosa di cui avrei dovuto tener conto, essendo io una persona che svolgeva il dovere di ospitare; avrei dovuto accettarla. Ma non ho mostrato considerazione per lui e ho persino creduto che mi stesse disprezzando, così mi ci sono scontrato e ho addirittura portato rabbia nel mio dovere. Ero stato così consumato dal prestigio e dalla reputazione che avevo persino perso l’umanità normale. Non pensavo a svolgere bene il mio dovere di ospitare i fratelli e le sorelle. Avevo la testa piena di pensieri sulla mia reputazione e sul mio prestigio e volevo costantemente sottrarmi al dovere. Ero veramente privo di coscienza e umanità. Ho pregato Dio nel mio cuore, disposto a pentirmi e a trattare correttamente i miei doveri.

Un giorno, ho letto un passo delle parole di Dio: “Nelle questioni in cui le persone non riescono a stare al posto giusto e a realizzare ciò che dovrebbero, cioè quando non riescono a svolgere il proprio dovere, questo diventa un nodo dentro di loro. È un problema eccessivamente concreto, e va risolto. Come risolverlo, dunque? Che tipo di atteggiamento dovrebbero avere le persone? Prima di tutto il resto, devono essere disposte a compiere una svolta. E come andrebbe messa in pratica questa disponibilità a compiere una svolta? Per esempio, un individuo è un leader per un paio d’anni ma, poiché è di bassa levatura, non svolge bene il suo lavoro, non riesce a capire a fondo una qualsiasi situazione, non sa usare la verità per risolvere i problemi e non è in grado di portare a termine alcun lavoro reale; pertanto viene destituito. Se, dopo la destituzione, è in grado di sottomettersi, se continua a svolgere il suo dovere ed è disposto a compiere una svolta, che cosa dovrebbe fare? Anzitutto dovrebbe comprendere quanto segue: ‘Dio aveva ragione a fare ciò che ha fatto. La mia levatura è molto scarsa, e per moltissimo tempo non ho svolto alcun lavoro reale e invece ho soltanto ritardato il lavoro della chiesa e l’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle. Sono fortunato che la casa di Dio non mi espella del tutto. Sono davvero stato molto spudorato, aggrappandomi alla mia posizione per tutto questo tempo e credendo addirittura di aver svolto un magnifico lavoro. Quanto sono stato irragionevole!’ Essere in grado di provare odio di sé e senso di rimorso: è o non è un’espressione della disponibilità a compiere una svolta? Se costui è in grado di parlare così, significa che ha questa disponibilità. Se in cuor suo afferma: ‘Per molto tempo, nella mia posizione di leader, ho sempre aspirato ai vantaggi del prestigio; predicavo sempre la dottrina e mi munivo di quest’ultima, senza ambire all’ingresso nella vita. Solo ora che sono stato sostituito mi rendo conto di quanto sono inadeguato e manchevole. Dio ha fatto la cosa giusta, e io devo sottomettermi. In passato avevo prestigio, e i fratelli e le sorelle mi trattavano bene; mi circondavano ovunque andassi. Ora nessuno mi presta attenzione, e vengo abbandonato; è ciò che mi spetta, è la punizione che merito. Inoltre come potrebbe un essere creato avere un qualsiasi prestigio davanti a Dio? Per quanto elevato sia il prestigio di qualcuno, non è l’esito né la destinazione; Dio mi affida un incarico non perché io faccia il prepotente o goda del mio prestigio, bensì perché possa svolgere il mio dovere, e dovrei fare tutto il possibile. Dovrei avere un atteggiamento di sottomissione verso la sovranità di Dio e le disposizioni della Sua casa. Anche se la sottomissione può essere difficile, devo sottomettermi: Dio ha ragione a fare ciò che fa e, anche ipotizzando che avessi migliaia o decine di migliaia di scuse, nessuna di loro sarebbe la verità. La verità è sottomettersi a Dio!’, queste sono espressioni esatte della disponibilità a compiere una svolta. E se qualcuno le possedesse tutte, Dio come potrebbe valutare una simile persona? Direbbe che è un individuo dotato di coscienza e ragionevolezza. È una valutazione elevata? Non eccessivamente; il solo possesso della coscienza e della ragionevolezza non soddisfa i criteri per essere perfezionati da Dio ma, per quanto riguarda questo tipo di persona, è già un discreto risultato. Essere capaci di sottomettersi è inestimabile. In seguito, il modo in cui l’individuo cerca di far cambiare idea a Dio su di sé dipende da quale strada sceglie(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo eliminando le proprie nozioni si può intraprendere il giusto cammino della fede in Dio (3)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho provato vergogna e mi sono sentito in colpa. Quando qualcuno viene riassegnato nei suoi doveri o destituito, se ha coscienza e ragione è in grado di riflettere sulle proprie mancanze e di comprenderle, oltre che di avere un atteggiamento di sottomissione a Dio. Costui accetta senza cercare di giustificarsi né di mercanteggiare sulle condizioni, e desidera cambiare rotta. Ho pensato a come avessi una scarsa levatura e non fossi all’altezza di svolgere doveri basati sui testi. Dopo mesi passati a svolgere il mio dovere, non avevo ottenuto alcun risultato e il fatto che i leader avessero cambiato i miei doveri era in completa conformità con la verità principio. Inoltre, se avessi continuato a svolgere quel dovere, avrei ritardato il lavoro e il mio stato ne avrebbe risentito a causa della mia levatura insufficiente, facendomi sentire negativo. Questa disposizione era vantaggiosa sia per il lavoro della chiesa che per me stesso. Tuttavia, non sapevo ringraziare Dio e sono persino diventato negativo e mi sono lamentato, credendo che svolgere il dovere di ospitare fosse assolutamente degradante per me, come se stessi subendo un’enorme umiliazione. Ogni giorno, svolgevo il mio dovere controvoglia. La mia levatura era scarsa, ma la casa di Dio non mi aveva eliminato, anzi mi aveva dato un’altra possibilità di svolgere il mio dovere. Questa era la grazia di Dio e io avrei dovuto ringraziarLo, accettare la cosa e sottomettermi incondizionatamente. Invece, non sapendo cosa fosse bene per me, ero negativo, battevo la fiacca e mi sentivo indignato e non disposto ad accettare. Ero davvero del tutto privo di coscienza e ragione!

Dopo di che, ho riflettuto su me stesso: “Perché sono sempre limitato dal prestigio e dall’orgoglio nel mio dovere?” Ho letto un passo delle parole di Dio e ho trovato la causa profonda del mio problema. Dio dice: “Volete sempre dispiegare le ali e spiccare il volo, desiderate sempre volare da soli, essere un’aquila piuttosto che un uccellino? Che indole è questa? È questo il principio della condotta? La vostra condotta dovrebbe essere basata sulle parole di Dio; solo le parole di Dio sono la verità. Voi siete stati corrotti troppo profondamente da Satana e considerate sempre la cultura tradizionale, le parole di Satana, come verità, come oggetto del vostro perseguimento, il che vi rende facile prendere la strada sbagliata, camminare sulla strada della resistenza a Dio. I pensieri e i punti di vista dell’umanità corrotta e le cose a cui aspira sono contrari ai desideri di Dio, alla verità e alle leggi della sovranità di Dio su ogni cosa, alla Sua orchestrazione di tutto e al Suo controllo sul destino dell’umanità. Perciò, non importa quanto appropriato e ragionevole sia questo tipo di perseguimento in base ai pensieri e alle nozioni umane, dal punto di vista di Dio non sono cose positive e non sono in linea con le Sue intenzioni. Poiché tu vai contro il fatto che Dio regna sovrano sul destino dell’umanità, e poiché tu vuoi andare da solo, prendendo il tuo destino nelle tue mani, sbatti sempre contro i muri, così forte da farti scorrere il sangue dalla testa, e non c’è mai niente che funzioni per te. Perché non funziona niente per te? Perché le leggi stabilite da Dio sono inalterabili da qualsiasi essere creato. L’autorità e il potere di Dio sono al di sopra di tutto, inviolabili da qualsiasi essere creato. Le persone pensano troppo alle loro capacità. Cos’è che fa sempre desiderare alle persone di essere libere dalla sovranità di Dio, e desiderare sempre di afferrare il proprio destino e pianificare il proprio futuro, e desiderare di controllare le proprie prospettive, la propria direzione e i propri obiettivi di vita? Da dove viene questo punto di partenza? (Un’indole satanica corrotta.) Che cosa allora provoca negli uomini un’indole satanica corrotta? (L’opposizione a Dio.) Che cosa ottiene chi si oppone a Dio? (Dolore.) Dolore? No, distruzione! Il dolore non ne costituisce neppure la metà. Ciò che vedi proprio di fronte a te è dolore, negatività e debolezza, ed è opposizione e lamentele: che esito avranno queste cose? L’annientamento! Non è una questione da poco e non è un gioco(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo accettando la verità si può eliminare un’indole corrotta”). Dalle parole di Dio ho compreso che ero stato principalmente vincolato da veleni satanici come “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli” e “Mentre l’uomo si affanna verso l’alto, l’acqua scorre verso il basso” e che vivevo costantemente per la fama e il guadagno. Quando ero giovane, avevo un forte desiderio di reputazione e prestigio. Ho abbandonato la scuola durante l’adolescenza. All’epoca, vedevo molte persone che lavoravano come muratori e mi dicevo: “Anche se dovessi morire di povertà, non farò mai il muratore!” Pensavo così perché credevo che fosse un lavoro svolto da persone prive di competenze e di prospettive. Invidiavo molto quelli che facevano grandi affari, vestivano in modo rispettabile ed erano ammirati e invidiati ovunque andassero. In seguito, ho iniziato a imparare come fare affari e tutti gli abitanti del villaggio mi elogiavano, dicendo: “Questo ragazzo ha fegato. Avrà sicuramente un futuro brillante”. Ero molto felice di sentirlo. Da quel momento in poi, in tutto ciò che facevo, dovevo considerare se fosse rispettabile o meno e se avrebbe fatto sì che le persone mi stimassero. Dopo aver iniziato a credere in Dio, ho continuato a vivere secondo questi veleni satanici. Pensavo che non avesse valore se qualcuno credeva in Dio ed era un credente ordinario che svolgeva un dovere che comportava fatica, così ho cercato di diventare un leader o di svolgere un dovere che avesse una componente tecnica, che fosse importante e che avrebbe fatto sì che le persone mi invidiassero e mi ammirassero. Pensavo che solo queste cose fossero preziose e significative. Pertanto, nello svolgere il mio dovere, ero molto attivo e riuscivo a rinunciare alle cose e ad abbandonarle. Ho ripensato a quando ero stato un leader in precedenza e a come i fratelli e le sorelle mi ammirassero ovunque andassi. In particolare, quando mi chiedevano di riunirmi e condividere più spesso con loro, ero così felice che non sapevo cosa dire. Era lo stesso quando svolgevo il mio dovere di predicatore. Ogni volta che andavo in una chiesa, i fratelli e le sorelle erano felicissimi di vedermi, inoltre sentivo di essere molto stimato ed ero parecchio motivato a svolgere il mio dovere. Anche se correvo avanti e indietro tra diverse chiese, non mi sentivo stanco. Tuttavia, quando mi è stato chiesto di svolgere il dovere di ospitare, sono avvizzito proprio come una foglia secca. Sentivo che svolgere questo dovere era inferiore, così in cuor mio provavo opposizione e mi lamentavo, ero negativo e battevo la fiacca nello svolgimento del dovere. Quando cucinavo, preparavo troppo cibo e c’erano avanzi, oppure ne preparavo troppo poco e non bastava per tutti. A volte, vedendo degli avanzi, li usavo per mettere insieme un pasto in modo superficiale, non curandomi se i miei fratelli avessero mangiato abbastanza oppure no. Quando cucinavo, non tenevo conto della salute di quel mio fratello e, quando lui mi dava qualche sollecito in più, mi infastidivo. Quando ero di cattivo umore, non facevo nemmeno le pulizie. Vivendo secondo questi veleni satanici, sono diventato sempre più privo di ragione e di umanità normale. Se non mi fossi pentito, non solo i fratelli e le sorelle avrebbero sviluppato un’avversione nei miei confronti, ma anche Dio sarebbe stato scontento e, col tempo, lo Spirito Santo mi avrebbe abbandonato. Quando l’ho compreso, ho provato un po’ di paura, così ho pregato Dio affinché Egli potesse condurmi a sottomettermi alle Sue orchestrazioni e alle Sue disposizioni e a compiere bene il mio dovere.

In seguito, ho letto altri due passi delle parole di Dio. Solo allora ho compreso come trattare i miei doveri. Dio dice: “Nella casa di Dio, ogni volta che viene disposto per te qualcosa da fare, che sia un lavoro difficile o faticoso, che ti piaccia o no, è un tuo dovere. Se riesci a considerarlo come un incarico e una responsabilità che Dio ti ha affidato, allora sei rilevante per la Sua opera di salvezza dell’uomo. E se ciò che fai e il dovere che svolgi sono rilevanti per l’opera di Dio di salvezza dell’uomo, e se accetti con serietà e sincerità l’incarico che Dio ti ha affidato, in che modo Egli ti considererà? Ti considererà come un membro della Sua famiglia. Questa è una benedizione o una maledizione? (Una benedizione.) È una grande benedizione(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Qual è l’adeguato assolvimento del proprio dovere?”). “Qual è la vostra funzione di esseri creati? Questo è relativo al dovere e alla pratica di una persona. Sei un essere creato, e se Dio ti ha dato il dono del canto, e la casa di Dio dispone che tu canti, allora devi cantare bene. Se hai il dono di predicare il Vangelo, e la casa di Dio dispone che tu predichi il Vangelo, allora dovresti farlo bene. Quando i prescelti di Dio ti nominano leader, devi assumere l’incarico di leadership, e condurli a nutrirsi delle parole di Dio, a condividere sulla verità e ad accedere alla realtà. Così facendo, avrai svolto bene il tuo dovere. L’incarico che Dio affida all’uomo è estremamente importante e significativo! Allora, in che modo dovresti assumere questo incarico e adempiere alla tua funzione? Questa è una delle questioni maggiori che devi affrontare, ed è necessario che tu compia una scelta. Si può affermare che questo è un momento cruciale che determina se sei in grado di guadagnare la verità ed essere perfezionato da Dio(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo comprendendo la verità si possono conoscere le azioni di Dio”). Dalle parole di Dio ho compreso che nei doveri della Sua casa non c’è distinzione tra grande e piccolo, alto e basso o nobile e ignobile. Tutti i tipi di dovere scaturiscono dall’opera di Dio per salvare l’umanità. Indipendentemente dal dovere che si svolge o dal fatto che si possa o meno mettersi in mostra, se si è in grado di accettare sinceramente il proprio dovere, di trattarlo seriamente, di svolgere il proprio ruolo secondo i requisiti di Dio e di svolgere bene il proprio dovere con i piedi per terra, allora Dio sarà soddisfatto. Tuttavia, io consideravo l’essere un leader, o lo svolgere doveri basati sui testi o con una componente tecnica, come doveri di alto livello. Credevo che le persone che svolgevano questo tipo di dovere sarebbero state oggetto della salvezza di Dio, mentre coloro che ospitavano e svolgevano commissioni non facevano altro che adoperarsi e rendere servizio. Avevo diviso i doveri della casa di Dio in alti e bassi, nobili e ignobili e in vari gradi. Questo punto di vista era veramente assurdo e in completa violazione della verità. Ho pensato a come non avessi le capacità o la levatura per svolgere doveri basati sui testi. Se mi fossi costretto a svolgere quel dovere per salvare la faccia, allora non solo non avrei ottenuto alcun risultato, ma sarei anche stato incline a diventare negativo, il che non avrebbe portato alcun vantaggio alla mia vita e avrebbe anche ostacolato il lavoro della chiesa. La chiesa aveva disposto che io svolgessi il dovere di ospitare. Questo è un dovere di cui sono capace. È il dovere che dovrei svolgere e la responsabilità che dovrei adempiere, dovrei accettarlo e sottomettermi. Solo allora avrei la coscienza e la ragione che dovrei possedere.

In seguito, mi sono anche reso conto di avere un punto di vista fallace, credendo che chi svolgeva un dovere importante avrebbe avuto un prestigio elevato, mentre chi ne svolgeva uno poco appariscente avrebbe avuto un prestigio basso. Un giorno, ho letto un passo delle parole di Dio che ha capovolto il mio punto di vista fallace. Dio dice: “Se una persona ha uno status sociale molto basso, viene da una famiglia molto povera e ha un basso livello di istruzione, ma crede in Dio con i piedi per terra e ama la verità e le cose positive, agli occhi di Dio avrà un valore alto o basso, sarà nobile o infima? Avrà valore. Guardando la cosa da questa prospettiva, da cosa dipende il valore di una persona, se alto o basso, se nobile o modesto? Dipende da come Dio ti vede. Se Dio ti vede come una persona che persegue la verità, allora hai valore e sei prezioso: sei come un vaso di valore. Se invece Dio vede che non persegui la verità e non ti spendi sinceramente per Lui, allora non hai valore e non sei prezioso, sei un vaso ignobile. Non importa quanto tu sia istruito o quanto sia alto il tuo status nella società, se non persegui o non comprendi la verità, allora il tuo valore non potrà mai essere alto; anche se molte persone ti sostengono, ti esaltano e ti adorano, sei comunque un indegno miserabile. […] Con questa consapevolezza, qual è la base per definire il valore di una persona come nobile o infimo? (È il suo atteggiamento verso Dio, la verità e le cose positive.) Proprio così. Prima di tutto, bisogna capire qual è l’atteggiamento di Dio. Capire l’atteggiamento di Dio e comprendere i principi e gli standard con cui Egli emette verdetti sulle persone, e poi valutare queste ultime in base ai principi e agli standard con cui Dio tratta gli individui: è soltanto questo il modo più accurato, appropriato e giusto(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 7: Sono malvagi, insidiosi e propensi all’inganno (Parte prima)”). Dalle parole di Dio ho compreso che se una persona è nobile nella casa di Dio non dipende dal fatto che abbia o meno prestigio e nemmeno dal fatto che qualcuno la ammiri o la adori, ma piuttosto dipende dal fatto che ami la verità e che la persegua. Se una persona non persegue o non ama la verità, allora per quanto elevato sia il suo prestigio e per quante persone le si radunino intorno e la adorino, non solo tutto ciò non ha valore, ma essa verrà anche rivelata ed eliminata per aver goduto dei vantaggi del prestigio. Anche se una persona non ha prestigio e nessuno la stima, se però ama la verità, ha un cuore che teme Dio ed è capace di credere in Lui e di svolgere il proprio dovere con i piedi per terra, allora è preziosa agli occhi di Dio. In passato, avevo sempre pensato che il dovere di ospitare e quello degli affari generali fossero lavori che comportavano l’adoperarsi, che avessero scarso prestigio e non fossero stimati da nessuno e che, per quanto bene si svolgessero questi doveri, sarebbe stato inutile. Pertanto, avevo paura di svolgere questo tipo di dovere e perseguivo solo l’essere un leader o lo svolgere un dovere con una componente tecnica. Ora mi rendevo conto di quanto fosse assurdo il mio punto di vista! Ho pensato a Paolo, che perseguì unicamente l’obiettivo di essere al di sopra di tutti gli altri apostoli. Viaggiò per gran parte dell’Europa allo scopo di predicare il Vangelo e scrisse anche molte lettere, guadagnandosi l’ammirazione e l’adorazione di tutti. Tuttavia, non ottenne la verità e la vita ed ebbe un’indole corrotta profondamente radicata. Alla fine, disse persino una cosa presuntuosa e blasfema come “Per me il vivere è Cristo”, diventando un anticristo e venendo punito da Dio. Non stavo forse percorrendo la strada di Paolo? Se non avessi cambiato rotta, alla fine il mio esito sarebbe stato lo stesso di Paolo. Dovevo pentirmi e cambiare rotta rapidamente. Dopo di che, sono stato in grado di trattare con attenzione il dovere di ospitare e ogni giorno ho ponderato come svolgere bene questo dovere e ospitare correttamente i miei fratelli e le mie sorelle. Non mi sentivo più inferiore.

Ripensandoci, durante il periodo in cui ho svolto il dovere di ospitare, ho imparato a vivere un’umanità normale, a sottomettermi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio e ho compreso la mia indole corrotta. Tutte queste sono lezioni che non avrei mai potuto imparare senza svolgere il dovere di ospitare. Ringrazio Dio dal profondo del mio cuore!

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