82. A cosa mi ha portato perseguire un matrimonio perfetto?
Nel 2012, io e mia moglie abbiamo accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Spesso ci riunivamo e leggevamo insieme le parole di Dio e ogni giorno era felice e appagante. Due anni dopo, sono stato scelto come leader della chiesa. Poiché ero occupato con i miei doveri e trascorrevo meno tempo a casa, mia moglie era in qualche modo scontenta e ha detto che non mi prendevo cura della famiglia e che non mi importava di lei. Nonostante sapessi che è perfettamente naturale e giustificato fare il dovere di un essere creato, sentivo anche che le parole di mia moglie erano sensate e che avrei dovuto adempiere le mie responsabilità di marito e prendermi cura di lei e di mia figlia, in modo che avessimo un matrimonio felice e una famiglia perfetta. Così, quando ero a casa, mi impegnavo molto in questo senso. A volte non riuscivo a prendermi cura di mia moglie perché ero molto occupato con i miei doveri, ma poi facevo del mio meglio per rimediare. Spesso le cucinavo del buon cibo, perché temevo che il suo malcontento avrebbe influito sul nostro rapporto. In seguito, sono diventato predicatore e avevo ancora meno tempo da trascorrere a casa con lei. A volte, restavo fuori per diversi giorni di seguito perché i miei doveri erano impegnativi e lei si lamentava di me. Anche se non ritardavo i miei doveri per questo motivo, in cuor mio mi sentivo sempre in colpa nei confronti di mia moglie. Così, prima di andarmene, le preparavo i pasti in anticipo e, quando tornavo a casa, facevo del mio meglio per soddisfare qualsiasi sua richiesta oppure la portavo fuori. Pensavo che in questo modo sarei stato un buon marito e che il nostro matrimonio sarebbe stato felice.
In seguito, mia moglie si è concentrata completamente sul perseguimento del denaro e dei piaceri fisici e passava le giornate mangiando, bevendo e divertendosi con le amiche. Non solo trascurava la famiglia, ma andava spesso nei bar. Vedendola diventare sempre più depravata, ho iniziato a preoccuparmi: “Passa così tanto tempo con quelle persone. E se non riuscisse a resistere alla tentazione e mi tradisse? La famiglia che ho costruito con tanta fatica non andrebbe in frantumi?” Spesso parlavo con lei cuore a cuore e le leggevo le parole di Dio, sperando che si tenesse lontana da quei luoghi problematici. Lei a parole si diceva d’accordo, ma poi non cambiava affatto. A poco a poco, abbiamo avuto sempre meno cose di cui parlare e lei quando tornava a casa mi ignorava. Spesso mi preoccupavo: “Mia moglie mi avrà già tradito?” In particolare, quando ogni giorno tornavo a casa e la trovavo vuota, avvertivo sempre un senso di solitudine nel cuore. Pensavo che il legame tra me e mia moglie, costruito in tanti anni, stesse per spezzarsi, e avevo il cuore pieno di dolore e sofferenza. Proprio quando ero profondamente intrappolato nel dolore, incapace di uscirne, un giorno dell’agosto del 2020, ho ricevuto una lettera dal leader con scritto che il mio collaboratore, fratello Wang Qiang, era stato arrestato, che la polizia stava controllando i filmati di sorveglianza e che dovevo andarmene di casa e nascondermi immediatamente. Di fronte a quella notizia improvvisa, all’inizio non sapevo cosa fare. Ho pensato che, se me ne fossi andato, non sarei più stato in grado di prendermi cura di mia moglie e di mia figlia e la famiglia sarebbe andata in pezzi. Questo mi ha colmato di dolore. Tuttavia, se non me ne fossi andato, avrei rischiato di essere arrestato e torturato. Alla fine, ho deciso di andarmene di casa. Due mesi dopo, i miei familiari mi hanno mandato una lettera in cui mi dicevano che alcuni giorni prima sette agenti di polizia avevano fatto irruzione in casa per arrestarmi e che, non trovandomi, avevano arrestato la sorella maggiore di mia moglie. Considerando la mia sicurezza, dovevo spostarmi altrove per nascondermi e svolgere i miei doveri.
Un giorno, nel luglio del 2023, ho ricevuto una lettera da casa in cui mia moglie mi diceva che, dato che ero via da tre anni, aveva intenzione di chiedere il divorzio e di sposare un altro uomo. Nonostante avessi pensato molte volte che mia moglie non mi avrebbe più aspettato, trovandomi di fatto ad affrontare quella situazione, non avevo comunque molto coraggio. Mi sono detto: “Quando il nostro matrimonio finirà, la famiglia che ho costruito con tanta fatica in tutti questi anni non andrà persa? Io e mia moglie siamo sposati da undici anni e abbiamo una splendida figlia. Abbiamo trascorso insieme tanti momenti felici e gioiosi ma, se divorziassimo, come farei ad andare avanti da solo?” Di notte, a letto, non sono riuscito a dormire e, al pensiero che mia figlia avrebbe sofferto in futuro, il mio cuore si è colmato di dolore e di angoscia e mi è venuto in mente di tornare a casa per salvare il mio matrimonio. Ma la polizia mi dava la caccia, negli ultimi due anni era venuta più volte a sorvegliare la mia casa e inoltre teneva sotto controllo il telefono di mia moglie. Se fossi tornato a casa in modo avventato, non solo sarei stato catturato, ma avrei anche causato problemi alla chiesa. Inoltre, stavo facendo il mio dovere, quindi, se me ne fossi semplicemente andato, avrei abbandonato i miei doveri e tradito Dio. Sulla base della ragione, sapevo di non poter tornare a casa, ma non farlo avrebbe significato la fine del mio matrimonio. Nel mio dolore, ho scritto una lettera a mia moglie chiedendole di restare, sperando che potesse capire le mie difficoltà. Anche dopo aver scritto la lettera, sapevo che forse le mie parole accorate non avrebbero avuto alcun effetto su di lei. Provavo molto dolore nel cuore, così mi sono presentato davanti a Dio per pregare.
In seguito, ho letto le Sue parole: “Non devi mai dimenticare che sei un essere creato, che è stato Dio a guidarti nella vita fino a questo momento, a donarti il matrimonio e una famiglia, e a conferirti le responsabilità che dovresti adempiere all’interno della struttura del matrimonio, e che non sei stato tu a scegliere il matrimonio, che né il matrimonio ti è arrivato dal nulla né tu puoi mantenere la tua felicità coniugale contando solo sulle tue capacità e forze. Mi sono spiegato chiaramente al riguardo? (Sì.) Hai capito cosa sei tenuto a fare? Ora il percorso ti è chiaro? (Sì.) Se non vi sono conflitti né contrasti tra le responsabilità e gli obblighi che dovresti adempiere nel matrimonio e i tuoi doveri e la tua missione come essere creato, allora, in tali circostanze, dovresti adempiere alle tue responsabilità all’interno della struttura del matrimonio in qualsiasi modo ciò vada fatto, e dovresti farlo bene, assumerti le responsabilità che ti spettano e non cercare di sottrarti a esse. Devi assumerti la responsabilità del tuo coniuge e della sua vita, dei suoi sentimenti e di tutto ciò che lo riguarda. Quando invece le responsabilità e gli obblighi che ti assumi all’interno della struttura del matrimonio entrano in conflitto con la tua missione e con il tuo dovere di essere creato, allora non devi abbandonare il tuo dovere o la tua missione, bensì le tue responsabilità all’interno della struttura del matrimonio. Questo è ciò che Dio Si aspetta da te, è l’incarico che ti ha affidato e, naturalmente, è ciò che Egli richiede a qualsiasi uomo e a qualsiasi donna. Solo quando sarai capace di questo starai perseguendo la verità e seguendo Dio. Se non ne sei in grado e non riesci a praticare in questo modo, allora sei un credente solamente a parole, non segui Dio con un cuore sincero e non sei qualcuno che persegue la verità. […] Alcuni pensano: ‘Oh, come farà il mio coniuge a vivere senza di me? Il nostro matrimonio non crollerà se io non sarò lì? Il nostro matrimonio finirà? Cosa farò in futuro?’ Dovresti forse pensare al futuro? A cosa dovresti pensare principalmente? Se vuoi essere qualcuno che persegue la verità, allora il tuo pensiero principale dovrebbe essere come abbandonare ciò che Dio ti chiede di abbandonare e come realizzare ciò che Egli ti chiede di realizzare. Se in futuro non ti sarai ancora sposato e sarai ancora senza un coniuge, nei giorni a venire potrai comunque arrivare alla vecchiaia e vivere bene lo stesso. Se invece rinunci a questa opportunità, ciò equivale a rinunciare al tuo dovere e alla missione che Dio ti ha affidato. In tal caso, agli occhi di Dio non sei una persona che persegue la verità, che vuole veramente Dio o che persegue la salvezza. Se desideri attivamente abbandonare l’opportunità e il diritto di ottenere la salvezza e la tua missione e scegli invece di sposarti, di rimanere con tuo marito o tua moglie, di restare con il tuo coniuge e di soddisfarlo, e di mantenere il tuo matrimonio intatto, allora alla fine guadagnerai alcune cose ma ne perderai altre. Capisci cosa perderai, vero?” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (10)”). “Dio ti ha donato una vita stabile e un partner soltanto perché tu possa vivere meglio e avere qualcuno che si prende cura di te e che ti sta accanto, non perché tu possa dimenticare Dio e le Sue parole o abbandonare l’obbligo di svolgere il tuo dovere e il tuo obiettivo di vita di perseguire la salvezza una volta che hai un coniuge, e quindi vivere in funzione del tuo partner. Se davvero ti comporti in questo modo, se davvero vivi così, allora spero che cambierai rotta il prima possibile. A prescindere da quanto sia importante per te una persona o dalla rilevanza che essa ha rispetto alla tua vita, al tuo modo di vivere o al tuo percorso di vita, non è lei la tua destinazione, perché si tratta solo di un essere umano corrotto. Dio ha stabilito per te il tuo attuale coniuge, con il quale puoi dunque vivere. Se Dio cambiasse idea e stabilisse per te un’altra persona potresti vivere altrettanto bene, quindi il tuo attuale coniuge non è il tuo unico e solo né la tua destinazione. Solo Dio è Colui al quale è affidata la tua destinazione e solo Dio è Colui al quale è affidata la destinazione dell’umanità. Puoi sopravvivere e vivere lo stesso se lasci i tuoi genitori, e naturalmente puoi vivere altrettanto bene se lasci il tuo partner. Né i tuoi genitori né il tuo partner sono la tua destinazione. Solo perché hai un partner, qualcuno a cui affidare il tuo spirito, la tua anima e la tua carne, non dimenticare le cose più importanti della vita. Se dimenticherai Dio, ciò che Egli ti ha affidato, il dovere che un essere creato dovrebbe svolgere e qual è la tua identità, allora avrai perso la coscienza e la ragione” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (11)”). Dalle parole di Dio, ho capito che il matrimonio, la famiglia e i figli sono tutti doni di Dio e che Egli li ha dati alle persone perché non si sentano sole e affinché i mariti e le mogli possano prendersi cura gli uni delle altre e accompagnarsi a vicenda per vivere meglio, ma non perché le persone trattino il coniuge come la destinazione della loro vita o affinché tenere in piedi una famiglia o un matrimonio sia il loro obiettivo di vita. Questi sono idee e punti di vista sbagliati. Ma io non capivo la verità e pensavo che mia moglie fosse la mia destinazione e che la felicità coniugale fosse il mio obiettivo di vita. Poiché da bambino mi è mancato l’amore dei miei genitori e il calore di una famiglia, quando sono cresciuto, ho desiderato il calore e la felicità familiari. Dopo essermi sposato, ho sperimentato l’amore di mia moglie nei miei confronti e la felicità e la gioia che mia figlia mi ha dato, convincendomi ancora di più che avere una famiglia perfetta sia una cosa meravigliosa. Così, quando ho saputo che mia moglie voleva chiedere il divorzio, il mio cuore è andato in frantumi e ho sentito che non potevo continuare a vivere senza il mio matrimonio e la mia famiglia. Ho addirittura pensato di abbandonare i miei doveri per salvare il mio matrimonio. Solo allora mi sono reso conto che il matrimonio aveva per me un’importanza maggiore di Dio. La verità era che Dio mi aveva dato un matrimonio e una famiglia e io avevo la responsabilità della mia famiglia, ma l’intenzione di Dio non era che abbandonassi i miei doveri una volta sposato. In qualsiasi momento, dovrei perseguire la verità e fare il mio dovere di essere creato: questo è ciò che devo fare ed ha la massima importanza. Ho pensato a quanti missionari occidentali, per propagare il Vangelo del Signore, hanno abbandonato attivamente i loro matrimoni, i loro lavori e le loro vite confortevoli e hanno viaggiato per migliaia di chilometri fino in Cina per predicare il Vangelo, e al fatto che, grazie a loro, il Vangelo del Signore Gesù si è diffuso in Cina. Io, invece, che cosa avevo fatto per Dio? Quando mia moglie ha detto di voler divorziare, il mio primo pensiero è stato che, dopo il divorzio, senza una famiglia, mia figlia avrebbe sofferto, io non avrei più goduto del calore e della felicità portati dalla famiglia e in futuro avrei dovuto vivere da solo. Il mio cuore si è riempito di dolore e tristezza e ho pensato di abbandonare i miei doveri per tornare a casa e salvare il mio matrimonio. Mi sono reso conto che stavo tenendo conto solo dei miei interessi e che non avevo alcuna considerazione per l’intenzione di Dio. Rispetto a quei missionari occidentali, ero totalmente privo di coscienza ed egoista e non ero degno di tutti gli anni di guida e fornitura che avevo ricevuto da Dio. A questo pensiero, ho provato dei sensi di colpa e ho sentito che non avrei dovuto preoccuparmi o crucciarmi per il fatto di vivere da solo in futuro. La cosa più importante a quel punto era come compiere i miei doveri. Mi sono quindi concentrato su di essi.
A metà agosto del 2023, mia suocera mi ha inviato una lettera in cui diceva che mio cognato, chiedendo a qualcuno dell’ufficio giudiziario, non aveva trovato alcuna informazione sul fatto che fossi ricercato e che, fintanto che avessi lasciato la zona, non avrei corso troppi pericoli, e mi chiedeva se fossi disposto ad andare a casa sua. In quel momento, lei si trovava in un’altra provincia e anche mia moglie era lì. Mi sono detto: “Visto che non sono ricercato dalla polizia e che non avrò problemi purché mi trasferisca in un altro posto, posso tornare da mia moglie e mia figlia? In questo modo, la famiglia non si dividerà e mia figlia potrà godere del calore familiare”. Mi sono di colpo ricordato che avevo pregato Dio per attenermi ai miei doveri. Tuttavia, per quella svolta negli eventi, volevo rinunciare ai miei doveri e tornare a casa per salvare il mio matrimonio. Fare questo sarebbe stato ingannare Dio. Allo stesso tempo, in cuor mio ho compreso che dietro la lettera ricevuta quel giorno da mia suocera si celava la buona intenzione di Dio e che si trattava per me di un test per vedere cosa avrei scelto. Dovevo scegliere di soddisfare Dio e dare priorità ai miei doveri, non potevo diventare lo zimbello di Satana. Così, ho pregato Dio: “Dio, in questa situazione mi sento debole e voglio tornare a casa per salvare il mio matrimonio, ma so che non posso abbandonare i miei doveri e tanto meno tradire Te. Dio, Ti prego, guidami a rimanere saldo nella mia testimonianza”.
In seguito, ho letto un passo delle Sue parole: “L’umanità vive in un mondo materiale. Forse segui Dio, ma non vedi né capisci mai come Egli provveda a te, ti ami e Si preoccupi per te. Dunque cosa comprendi? Vedi i tuoi consanguinei che ti amano o stravedono per te. Vedi le cose che danno beneficio alla tua carne, tieni alle persone e alle cose che ami. Questo è il cosiddetto altruismo degli uomini. Tali persone ‘altruiste’, tuttavia, non si interessano mai al Dio che dà loro la vita. Al contrario dell’altruismo di Dio, quello dell’uomo diventa egoista e spregevole. L’altruismo in cui crede l’uomo è vuoto e irrealistico, artefatto, incompatibile con Dio e a Lui estraneo. L’altruismo dell’uomo è rivolto all’uomo stesso, mentre quello di Dio è una vera rivelazione della Sua essenza. È proprio grazie all’altruismo di Dio che l’uomo riceve un costante sostentamento da parte Sua. Forse non siete troppo colpiti dall’argomento di cui parlo oggi e vi limitate ad annuire in segno di approvazione ma, quando tenterai di capire il cuore di Dio nel tuo cuore, scoprirai involontariamente questo: tra tutte le persone, le questioni e le cose che riesci a percepire in questo mondo, soltanto l’altruismo di Dio è reale e concreto, perché solo il Suo amore per te è incondizionato e irreprensibile. Tranne quello di Dio, il cosiddetto altruismo di chiunque altro è simulato, superficiale, falso; ha uno scopo, determinate intenzioni, implica un compromesso e non sopporta di essere messo alla prova. Potreste persino dire che è turpe e disprezzabile. Siete d’accordo col definirlo così?” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso I”). Ogni frase della parola di Dio mi ha trafitto il cuore, soprattutto queste Sue parole: “L’umanità vive in un mondo materiale. Forse segui Dio, ma non vedi né capisci mai come Egli provveda a te, ti ami e Si preoccupi per te. Dunque cosa comprendi? Vedi i tuoi consanguinei che ti amano […] tieni alle persone e alle cose che ami”. Ciò che Dio dice è la verità. Da quando ero braccato dalle forze di polizia del PCC, i fratelli e le sorelle mi hanno ospitato e, anche a rischio di mettersi in pericolo, hanno disposto il mio trasferimento altrove in auto. Tutto questo era l’amore di Dio. Soprattutto quando me ne ero appena andato di casa, pensavo spesso a mia moglie e a mia figlia e avevo il cuore pieno di dolore e debolezza. Sono state le parole di Dio a irrigarmi e illuminarmi senza sosta, permettendomi di capire la verità e di avere la fede per andare avanti. Negli ultimi anni, mentre assolvevo il mio dovere, Dio aveva inoltre disposto per me vari eventi, persone e cose, permettendomi di sperimentare le Sue parole e di compensare le mie manchevolezze. Avevo ricevuto così tanto da Lui. Tuttavia, quando in quella lettera dei miei familiari avevo letto che non ero ricercato e che non sarebbe stato così pericoloso per me spostarmi altrove, la prima cosa a cui avevo pensato erano state mia moglie e mia figlia e mi ero detto che, a patto che fossi tornato da mia moglie, avrei potuto salvare il nostro matrimonio. Così, non avevo potuto fare a meno di nutrire entusiasmo e avevo desiderato di tornare subito dalla mia famiglia. Questo dimostrava che amavo mia moglie e mia figlia e che non c’era posto per Dio nel mio cuore. Pensando a quanto fosse grande l’amore di Dio nei miei confronti e al fatto che non Gli avessi dato quasi nulla in cambio, ho provato nel cuore un profondo senso di colpa e di rimorso. Il mio sentimento di debito mi ha fatto piangere in modo incontrollato e mi odiavo per essere così egoista e privo di umanità. L’amore di Dio per l’umanità è sincero, disinteressato, santo, privo di impurità e non chiede nulla in cambio. Invece l’amore umano è del tutto transazionale, impuro e pieno di falsi sentimenti; potremmo descriverlo come egoistico. Proprio come quando volevo tornare a casa per salvare il mio matrimonio: dietro vi si celavano intenzioni personali. Temevo che, dopo la fine del mio matrimonio, avrei vissuto una vita solitaria e non avrei più goduto del calore e della gioia che la famiglia mi dava. Per questo continuavo a voler tornare a casa e salvare il mio matrimonio. Anche la volontà di mia moglie di divorziare si basava sulle sue preoccupazioni per il futuro. Quando ero a casa, lei diceva spesso: “Se non fosse per il fatto che ti prendi cura di me e mi tratti bene, ti avrei lasciato già da molto tempo”. Questa era diventata una realtà. Poiché non potevo essere sempre al suo fianco, alla fine mi stava lasciando. L’amore di mia moglie per me non era mai stato reale. Era subordinato a delle condizioni. Allo stesso tempo, ho anche pensato: “Mia moglie non persegue la verità e si concentra invece sulle tendenze mondane e sulla ricchezza. Spesso parla in modo negativo davanti a me, mi frena e pretende da me piaceri materiali. In realtà, è una miscredente. Persegue la ricchezza e il piacere e percorre il cammino mondano. Io, invece, voglio seguire Dio e percorrere il cammino del perseguimento della verità. Siamo destinati all’incompatibilità e, se ci costringiamo a stare insieme, non solo non avremo alcuna felicità, ma questo mi porterà anche una sofferenza infinita”. Avevo ancora vividi nella memoria i litigi e i conflitti avuti con mia moglie prima di andarmene. Se avessi scelto di tornare a casa, il nostro matrimonio si sarebbe potuto salvare, ma mi sarei ritrovato esattamente come tre anni prima, intrappolato nei sentimenti della carne e senza la mente per perseguire la verità o svolgere i miei doveri, tanto meno per essere salvato. Inoltre, mi preoccupavo sempre di come mia figlia sarebbe stata ferita dal divorzio o del fatto che in futuro avrebbe sofferto ancora più avversità. Ma in realtà non spettava a me decidere queste cose, perché i genitori possono soltanto offrire ai figli aiuto e cure dal punto di vista fisico e materiale, ma la vita dei figli, le sofferenze che sopporteranno e le benedizioni che riceveranno sono già state prestabilite e disposte da Dio. Prima mi preoccupavo sempre del fatto che dopo il nostro divorzio mia figlia avrebbe sofferto e questo era un segno della mia mancanza di fede nella sovranità di Dio. Ero quindi disposto a mettere mia figlia nelle mani di Dio. In seguito, ho saputo da mia suocera che mia figlia stava bene e che aveva imparato più di una dozzina di inni e sapeva danzare in lode a Dio. Mi sono reso conto che le mie preoccupazioni erano inutili. Ho pregato Dio, giurando che non mi sarei lasciato vincolare dal mio matrimonio e che avrei perseguito bene la verità e svolto bene i miei doveri. Nell’ottobre del 2023, ho saputo che mia moglie era stata definita una miscredente e allontanata dalla chiesa, ma io mi sentivo alquanto in pace e ho ringraziato Dio per avermi protetto dall’abbandonare il mio dovere per lei.
In seguito, non ho potuto fare a meno di riflettere: “Perché ho sempre trattato un matrimonio e una famiglia felici come il mio perseguimento di vita e ho fatto del mio meglio per tenerli in piedi? Qual è la causa alla radice di questo problema?” Dopo aver letto un passo delle parole di Dio, ho acquisito una certa comprensione. Dio Onnipotente dice: “Deleterie influenze che migliaia di anni di ‘nobile spirito di nazionalismo’ hanno lasciato profondamente impresse nel cuore dell’uomo, a cui si aggiunge il pensiero feudale dal quale le persone sono legate e incatenate, senza un minimo di libertà, senza alcuna volontà di ambire o di perseverare né alcun desiderio di progredire, rimanendo invece in posizione negativa e regressiva, radicate in una mentalità da schiavi, e via dicendo; questi fattori oggettivi hanno trasmesso un aspetto indelebilmente turpe e vile alle prospettive ideologiche, agli ideali, alla moralità e all’indole umana. Sembra quasi che gli esseri umani vivano in un mondo tenebroso di terrorismo che nessuno di loro cerca di trascendere, e che non vi sia alcuno tra loro che prenda in considerazione l’eventualità di progredire verso un mondo ideale; piuttosto, si accontentano della propria sorte nella vita, di trascorrere i propri giorni a generare e crescere figli, a sforzarsi, sudare e svolgere le proprie faccende sognando una famiglia agiata e felice, circondati dall’affetto coniugale e filiale, nonché una vecchiaia all’insegna della gioia mentre la loro esistenza volge serenamente al crepuscolo… Per decine, migliaia e decine di migliaia di anni fino a oggi, gli uomini hanno sperperato il proprio tempo in questo modo e nessuno di essi ha costruito una vita perfetta, tutti quanti tesi solo a massacrarsi a vicenda in questo mondo tenebroso, a fare a gara per accaparrarsi fama e fortuna e a tramare l’uno contro l’altro. Chi ha mai cercato le intenzioni di Dio? Qualcuno ha mai considerato l’opera di Dio? Ogni aspetto dell’umanità in cui l’influenza delle tenebre ha avuto modo di insediarsi è divenuto ormai da tempo parte integrante della natura umana, ed è perciò molto difficile eseguire l’opera di Dio; inoltre, le persone hanno ancor meno cuore di prestare attenzione a quanto Dio ha affidato loro oggigiorno” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Lavoro e ingresso (3)”). Dalle parole di Dio, ho capito che ero stato influenzato dal veleno della cultura tradizionale instillato da Satana, così idee come l’amore tra marito e moglie, un matrimonio felice, una famiglia armoniosa e avere figli erano diventate gli obiettivi che perseguivo, senza sapere perché le persone vivano né come vivere in un modo che abbia significato e valore. Mi sono ricordato dell’infanzia: poiché i miei genitori non mi avevano offerto un ambiente familiare caloroso, ero profondamente infelice e consideravo l’unione della famiglia come il simbolo della felicità. Una volta sposato, ho goduto delle cure e della considerazione di mia moglie, nonché della felicità datami dalla famiglia e da mia figlia, perciò volevo dedicare tutta la mia vita a preservare la felicità del mio matrimonio. Dopo aver iniziato a credere in Dio, ho svolto il mio dovere lontano da casa, ma il mio cuore era lì e pensavo di farvi presto ritorno per ricongiungermi a mia moglie e mia figlia, limitandomi a sbrigarmela nel mio dovere. A volte, nell’assolverlo ero così impegnato che trascuravo mia moglie e poi, quando tornavo a casa, cercavo di rimediare, e qualsiasi cosa lei volesse mangiare o comprare o dovunque volesse andare, anche se le sue richieste erano irragionevoli, facevo del mio meglio per soddisfarle. Tentavo di accontentarla in tutti i modi possibili. Anche se a volte soffrivo, temevo che non soddisfarla avrebbe influito sul nostro matrimonio. In seguito, quando sono diventato predicatore, i miei impegni sono aumentati, mia moglie non era più contenta di me e spesso litigavamo. Ho cercato di trovare un modo per confortarla prima di tornare ai miei doveri, pensando che fintanto che fossi riuscito a tenere in piedi il nostro matrimonio, anche se avessi dovuto sopportare qualche avversità, ne sarebbe valsa la pena. In seguito, a causa degli arresti della polizia, non sono potuto tornare a casa per tre anni e mia moglie voleva chiedere il divorzio, e io temevo che, se avessimo divorziato, la famiglia che avevo costruito con tanta fatica sarebbe andata persa, quindi volevo tornare a casa per salvare il mio matrimonio. Addirittura, in un paio di occasioni, ho quasi abbandonato i miei doveri e tradito Dio. Ripensandoci, ero davvero in pericolo. Ora riuscivo finalmente a vedere con chiarezza che le idee e l’immagine di un matrimonio felice e di una famiglia armoniosa mi avevano vincolato, facendomi considerare il matrimonio e la famiglia più importanti dei doveri di un essere creato, cosa che mi aveva portato a non accedere a molta verità realtà nei miei sette o otto anni di fede in Dio e a sprecare molto tempo. In passato, per quanto fossi occupato con i miei doveri o per quanto rimanessi sveglio fino a tardi per assolverli, sbrigavo tutte le faccende domestiche e cercavo in tutti i modi di compiacere mia moglie, tentando così di salvare il mio matrimonio, ma alla fine lei mi ha comunque lasciato. La sua amorevolezza nei miei confronti era interamente dovuta a come mi ero impegnato e al prezzo che avevo pagato per lei e anche al fatto che ero arrivato a degradare la mia integrità e la mia dignità per compiacerla. Ma ora che lei non poteva godere dell’amorevolezza che le avevo dimostrato, non vedeva l’ora di divorziare per poter trovare qualcun altro. Il nostro matrimonio era assolutamente transazionale. Quando c’era qualcosa da guadagnare, tra noi c’erano stati amore e dolcezza ma, quando non c’era più nulla di valore da sfruttare, sono stato messo da parte. Dov’era la felicità in tutto questo? Ripensando a queste cose, mi sono reso conto che tutto il mio duro lavoro e i sacrifici fatti negli anni non potevano darmi vero amore o vera felicità; anzi, ho ricevuto in cambio nient’altro che dolore e un cuore spezzato. Solo allora mi sono reso conto che l’idea dell’amore tra marito e moglie e di un matrimonio felice è semplicemente un veleno addolcito che Satana usa per fuorviare le persone: nient’altro che menzogna e inganno. Il mio perseguire la felicità coniugale nel corso degli anni aveva un costo troppo alto e non ne valeva affatto la pena! Credevo in Dio ma non perseguivo la verità, cercando invece solamente la felicità coniugale. In questo modo, stavo cadendo nei tranelli di Satana. Investivo tutto il mio tempo e le mie energie nel tentativo di compiacere mia moglie e di preservare il nostro matrimonio, cosa che mi ha impedito di guadagnare la verità che avrei dovuto guadagnare e di compiere i doveri che avrei dovuto compiere. Questo non solo ha ritardato la crescita della mia vita, ma ha anche deluso le aspettative di Dio. Sono stato davvero sciocco!
In seguito, ho letto le parole di Dio e ho cominciato a comprendere ciò che le persone dovrebbero perseguire nella vita. Dio Onnipotente dice: “Sei un essere creato, pertanto dovresti naturalmente adorare Dio e perseguire una vita ricca di significato. Se non adori Dio e vivi nella lurida carne, allora non sei forse solo una bestia dalle sembianze umane? Poiché sei un essere umano, dovresti spenderti per Dio e patire tutte le sofferenze! Dovresti accettare di buon grado e con sicurezza la poca sofferenza a cui sei sottoposto oggi e vivere una vita pregna di significato, come Giobbe e Pietro” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Pratica (2)”). “L’uomo deve perseguire di vivere una vita significativa e non dovrebbe essere soddisfatto delle proprie circostanze attuali. Per vivere l’immagine di Pietro, egli deve possedere la conoscenza e le esperienze di Pietro. L’uomo deve perseguire cose che sono più elevate e più profonde. Egli deve perseguire un più profondo, più puro amore per Dio e una vita che abbia valore e significato. Solo questa è la vita; solo allora l’uomo sarà uguale a Pietro. Devi concentrarti sull’accedere in modo proattivo dal lato positivo e non devi permetterti passivamente di tirarti indietro in nome di un agio temporaneo, ignorando più profonde, più dettagliate e più concrete verità. Devi possedere amore concreto e devi trovare il modo di liberarti da questa vita depravata, spensierata, che non è affatto diversa da quella di un animale. Devi vivere una vita di significato, una vita di valore, e non devi prenderti gioco di te stesso o trattare la tua vita come un giocattolo con cui trastullarti. Per tutti coloro che sono determinati ad amare Dio, non ci sono verità inottenibili e non c’è giustizia per la quale non possano rimanere saldi. Come dovresti vivere la tua vita? Come dovresti amare Dio e utilizzare questo amore per soddisfare le Sue intenzioni? Non c’è questione più grande nella tua vita. Soprattutto, devi avere tali aspirazioni e perseveranza, e non dovresti essere come chi è debole, senza spina dorsale. Devi imparare come sperimentare una vita di significato e sperimentare verità significative, e non dovresti trattare te stesso con tale superficialità. Senza che tu te ne renda conto, la tua vita passerà; dopo questa, avrai un’altra opportunità di amare Dio? Può l’uomo amare Dio dopo essere morto? Devi avere le stesse aspirazioni e la stessa coscienza di Pietro; la tua vita deve essere significativa e non devi prenderti gioco di te stesso. Come essere umano e come persona che persegue Dio, devi essere in grado di valutare con attenzione come tratti la tua vita, come dovresti offrire te stesso a Dio, come dovresti avere una fede più significativa in Dio e come, dal momento che ami Dio, dovresti amarLo in un modo che sia più puro, più bello e più buono” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). Le parole di Dio sono molto chiare. Come credenti, dovremmo cercare di amare e di adorare Dio. Solo vivere come Giobbe e Pietro ha significato. Ho pensato al fatto che Pietro, in gioventù, perseguì Dio con tutto il cuore, ma i suoi genitori speravano che eccellesse e diventasse un funzionario. Tuttavia, Pietro non fece delle aspettative dei suoi genitori il proprio obiettivo né si preoccupò del fatto che le sue scelte potessero influire sul suo rapporto con loro. Si dedicò invece a cercare di amare e di conoscere Dio e alla fine fu crocifisso a testa in giù per Lui, diventando un modello di amore per Dio. Poi c’è Giobbe. Nelle prove, egli perse tutto il suo bestiame, le greggi e i figli, il suo corpo si ricoprì di piaghe e sua moglie gli disse: “Maledici Dio e muori!” Quando Giobbe sentì sua moglie dire questo, mantenne comunque la sua fede in Dio e rimproverò la moglie, chiamandola donna sciocca. Rimase saldo nella sua testimonianza a Dio e svergognò Satana. Dalle esperienze di Giobbe e di Pietro, ho capito che solo cercando di conoscere e di amare Dio, facendo bene i nostri doveri e rimanendo saldi nella nostra testimonianza possiamo ricevere l’approvazione di Dio. Questo è l’unico modo per condurre una vita di massimo significato. Allora ho acquietato il mio cuore e mi sono dedicato ai miei doveri e, allo stesso tempo, ho praticato la scrittura di articoli di testimonianza esperienziale. In seguito, ho saputo che da uno dei miei articoli esperienziali era stato tratto un video. Poter usare la mia esperienza per testimoniare Dio mi ha profondamente commosso e ho sentito sempre di più che solo perseguire la verità e testimoniare Dio sono le cose più significative e che solo questo può portare vera felicità e vera gioia. Ho ringraziato Dio dal profondo del cuore!
Nel febbraio del 2024, ho ricevuto una lettera dai miei genitori in cui mi dicevano che mia moglie aveva avviato le pratiche di divorzio in tribunale. Alla notizia, ero piuttosto tranquillo e il fatto che mia moglie volesse divorziare non mi ha né angosciato né intristito. Al contrario, ho sentito che era per me una forma di liberazione. Ora posso lasciarmi questi fardelli alle spalle e seguire Dio con tutto il cuore. Questa è la salvezza di Dio per me e ringrazio Dio Onnipotente dal profondo del cuore!