91. Non mi crogiolo più nel fraintendimento a causa della mia trasgressione

di Su Tian, Cina

Nel 2011, ho accettato Dio Onnipotente insieme a mia madre. Poiché a quel tempo andavo ancora a scuola, partecipavo alle riunioni solo la domenica. Nel 2016, terminate le scuole superiori, sono venuto a svolgere i miei doveri nella chiesa.

Nell’agosto del 2018, avevo ventidue anni. Poiché il Partito Comunista Cinese aveva sempre perseguitato e arrestato i cristiani, avevo progettato di recarmi in un paese libero e democratico per credere in Dio. Tuttavia, inaspettatamente, sono stato arrestato all’aeroporto. La polizia, per costringermi a svendere informazioni sulla chiesa, mi faceva restare alzato con i piedi uniti dalle sei del mattino fino a mezzanotte, ogni giorno, per sei o sette giorni di fila. Restavo in piedi così a lungo che avevo le vertigini, le gambe mi dolevano e mi si intorpidivano e il respiro diventava accelerato. Inoltre, la polizia mi minacciava dicendo: “Se non parli, ti appenderemo e ti faremo assaggiare le ‘fiamme gemelle di ghiaccio e fuoco’. Per prima cosa, ti bruceremo con un macchinario ad alta temperatura e poi ti riempiremo lo stomaco di acqua, ripetendo questo processo più e più volte. Ma a quel punto non sarai più in grado di parlare, anche se volessi”. Pensando ai fratelli e alle sorelle che erano stati torturati dalla polizia, ho provato un’ondata di paura nel cuore: “Se mi torturano, riuscirò a sopportarlo?” In cuor mio pregavo in silenzio Dio, chiedendoGli di darmi forza e fede. Vedendo che non dicevo niente, la polizia mi ha premuto la testa verso il basso e mi ha avvicinato un mozzicone di sigaretta acceso alle narici. Il fumo denso e il calore mi penetravano nel naso, asfissiandomi e rendendomi difficile respirare. Mi sembrava di soffocare. Gli agenti mi hanno anche bruciato la pelle sotto le narici e ho provato un dolore lancinante. Poi mi hanno tirato su il braccio, hanno acceso un accendino e me lo hanno bruciato con la fiamma. Istintivamente ho cercato di ritirare la mano, ma la polizia me la teneva stretta, impedendomi di muovermi. Gli agenti mi ustionavano le braccia per decine di secondi e sembrava che qualcuno mi stesse strappando la pelle. Il dolore era insopportabile e, in seguito a queste ustioni, mi sono rimaste delle piaghe grandi come uova. La polizia lanciava anche sorrisi e sguardi malvagi e io mi sentivo pieno di rabbia, risentimento e paura. Quei diavoli erano capaci di tutto e non sapevo come mi avrebbero torturato in seguito. Mi sentivo molto debole e volevo andarmene da quel posto infernale il prima possibile, ma sapevo nel profondo del mio cuore che non potevo essere un giuda e tradire i fratelli e le sorelle per trascinare la mia miserabile esistenza. Così, in cuor mio ho pregato Dio, giurando che, anche se fossi morto, non avrei tradito gli interessi della Sua casa e ho promesso che non sarei mai diventato un giuda. Pochi giorni dopo, gli agenti di polizia hanno portato la mia famiglia per farmi firmare le “Tre Dichiarazioni”, dicendo che, se l’avessi fatto, mi avrebbero lasciato andare. Mio padre, fuorviato dal gran dragone rosso, ha detto che, se non avessi firmato, mi avrebbe rinnegato come figlio. Sapevo che si trattava di un trucco di Satana e mi sono rifiutato di firmare. Quindi la polizia mi ha minacciato dicendo: “Stasera ti daremo un’ultima possibilità ma, se domani non avrai ancora firmato, ti porteremo da qualche parte e ci occuperemo di te come si deve!” Sentire questo mi ha spaventato: “Sono capaci di tutto e, in particolare, verso coloro che credono in Dio Onnipotente, sono ancora più spietati. Se continuo a rifiutarmi di firmare, chissà come mi tortureranno”. Mi terrorizzava il pensiero di soffrire a tal punto da preferire la morte: “E se non riuscissi a sopportare le torture, diventassi un giuda e tradissi Dio? Allora offenderei la Sua indole e non avrei mai più la possibilità di essere salvato. Se scelgo di essere saggio e firmare le ‘Tre Dichiarazioni’, ma il mio cuore non tradisce Dio, Lui mi darà un’altra possibilità?” Alla fine, non sono riuscito a superare la mia debolezza interiore e ho firmato le “Tre Dichiarazioni”.

Dopo di ciò, la polizia mi ha rilasciato. Tornato a casa, mi sentivo a disagio. Sebbene pensassi di aver agito per saggezza, avevo comunque firmato le “Tre Dichiarazioni” e, agli occhi di Dio, questo era un segno di tradimento. Egli mi avrebbe salvato comunque? In seguito, mio padre voleva portarmi a lavorare e aveva anche chiamato parenti e amici vicini per convincermi. Ho pensato: “Non posso andarmene. Se me ne vado, i fratelli e le sorelle non riusciranno a trovarmi. Allora non avrò mai più la possibilità di tornare alla casa di Dio”. Mi sentivo come un uccello smarrito che aspettava tutto solo una risposta sconosciuta. Un paio di settimane dopo, i fratelli e le sorelle mi hanno trovato e hanno condiviso con me sullo svolgimento dei miei doveri. Vedendo che avevo ancora la possibilità di tornare alla casa di Dio e di svolgere i miei doveri, ero così commosso che ho quasi pianto e ho rapidamente annuito in segno di assenso. Da allora in poi, qualunque fosse il compito che la chiesa mi assegnava, facevo del mio meglio per adempierlo. Tuttavia, ogni tanto sentivo i fratelli e le sorelle discutere la questione della firma delle “Tre Dichiarazioni”. Dicevano: “Non possiamo assolutamente firmare le ‘Tre Dichiarazioni’. Firmarle è un tradimento nei confronti di Dio e ci dipinge con il marchio della bestia”. Ogni volta che sentivo queste parole, mi si stringeva il cuore, soprattutto quando ho letto queste Sue parole: “Non avrò più alcuna misericordia per coloro che non Mi hanno mostrato la minima lealtà durante il tempo della tribolazione, poiché la Mia misericordia giunge solo fino a un certo punto. Inoltre, non provo alcuna simpatia per chi un tempo Mi ha tradito, e meno ancora Mi piace associarMi a coloro che vendono gli interessi dei loro amici. Questa è la Mia indole, indipendentemente da chi sia la persona. Devo dirvi questo: chiunque Mi spezzi il cuore non riceverà da Me clemenza una seconda volta, e chiunque Mi sia stato fedele rimarrà per sempre nel Mio cuore(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Prepara sufficienti buone azioni per la tua destinazione”). Ho visto che l’indole di Dio è giusta, maestosa e non tollera offesa e che Dio non mostrerà più misericordia a chi Lo tradisce e ferisce il Suo cuore. Ho pensato al fatto che avevo firmato le “Tre Dichiarazioni” e Lo avevo tradito: “Sono già stato eliminato da Dio? Ciò significa che, anche se credessi fino alla fine, non potrei mai essere salvato da Lui?” In particolare, nei video di testimonianze esperienziali prodotti dalla casa di Dio, avevo visto fratelli e sorelle che, dopo essere stati arrestati, erano rimasti saldi nella loro testimonianza di fronte a ogni tipo di tortura, rifiutandosi categoricamente di firmare le “Tre Dichiarazioni”. Io, invece, lo avevo fatto per evitare di essere seviziato. Non solo non ero riuscito a rendere testimonianza a Dio, ma avevo lasciato dietro di me un segno di vergogna, permettendo a Satana di prendersi gioco di me. Sentivo che Dio doveva essere davvero deluso da me. Più ci pensavo, più diventavo negativo e il mio cuore soffriva come se fossi stato trafitto da un coltello. Non potevo fare a meno di pensare: “Vorrei non aver firmato le ‘Tre Dichiarazioni’. Ma quel che è fatto è fatto. Non si può piangere sul latte versato”. In seguito, la casa di Dio ha cominciato a indagare su coloro che avevano firmato le “Tre Dichiarazioni” e ho iniziato a preoccuparmi di essere il prossimo a essere allontanato. Anche se alla fine ciò non è accaduto, ho continuato a vivere nella negatività. Molte volte, quando vedevo i fratelli e le sorelle con cui collaboravo parlare tra loro in merito alla scrittura di articoli di testimonianza esperienziale o all’ingresso nella vita, sentivo di essere diverso, che loro erano tutti fratelli e sorelle e che tutti avevano la possibilità di perseguire la verità ed essere salvati. Ma io non ero come loro. Avevo tradito Dio e Lui doveva essere totalmente disgustato da me. Sentivo che persone come me non avevano il diritto di perseguire la verità e che, anche se avessi creduto fino alla fine, sarebbe stato tutto inutile, avrei potuto essere nient’altro che un operaio e la salvezza non avrebbe avuto nulla a che fare con me. Vivevo in uno stato negativo e, ogni giorno, svolgevo i miei doveri in modo meccanico, con il cuore pieno di un dolore indescrivibile. A quel tempo, ascoltavo spesso un inno delle parole di Dio: “Se sei un servitore”. Egli ci chiede: “Se sei davvero un servitore, sai servirMi lealmente, senza elementi di superficialità o di negatività? Se scopri che non ti ho mai apprezzato, riuscirai ancora a restare e servirMi per tutta la vita?(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Un problema gravissimo: il tradimento (2)”). Ogni volta che ascoltavo questa canzone, mi commuovevo profondamente. Sono un essere creato e credere in Dio e fare i miei doveri è perfettamente naturale e giustificato; anche se Dio non mi volesse, continuerei a credere in Lui fino alla fine. Se avessi avuto un altro giorno per svolgere i miei doveri, avrei fatto del mio meglio per adempierli!

Un giorno, mi sono imbattuto in un passo delle parole di Dio che trattava perfettamente il mio stato. Dio Onnipotente dice: “Vi è anche un’altra causa per cui gli individui sprofondano nell’emozione dello sconforto: alcune cose particolari accadono loro prima di crescere o dopo essere diventati adulti, ossia commettono alcune trasgressioni o compiono azioni idiote, sciocche e ignoranti. A causa di queste trasgressioni, di queste azioni idiote e ignoranti, sprofondano nello sconforto. Questo tipo di sconforto è una condanna di sé stessi, nonché una sorta di classificazione del genere di persona che si è. […] Alcuni a volte riescono ad abbandonare e lasciarsi alle spalle le loro emozioni di sconforto. Prendono la loro sincerità e tutta l’energia che riescono a trovare e le applicano nell’assolvimento del loro dovere, dei loro obblighi e delle loro responsabilità; sono inoltre capaci di mettere tutto il cuore e tutta la mente nel perseguire la verità e nel riflettere sulle parole di Dio, e dedicano impegno alle parole di Dio. Tuttavia, nel momento in cui si presenta una situazione o una circostanza particolare, l’emozione dello sconforto torna a impossessarsi di loro e li fa sentire di nuovo colpevoli nel profondo del cuore. Pensano: ‘Tu hai fatto quella cosa in passato, eri quel tipo di persona. Puoi ottenere la salvezza? Ha senso praticare la verità? Cosa pensa Dio dell’azione che hai compiuto? Ti perdonerà per quello che hai fatto? Pagare ora questo prezzo può compensare la trasgressione che hai commesso?’ Spesso si rimproverano e si sentono in colpa nel profondo, non fanno che dubitare, si tormentano continuamente con mille domande. Non riescono mai a lasciarsi alle spalle o a scacciare queste emozioni di sconforto e provano un senso di disagio perenne per l’azione vergognosa che hanno compiuto. Così, nonostante credano in Dio da tanti anni, è come se non avessero mai ascoltato e capito nulla di ciò che Egli ha detto. È come se non sapessero se l’ottenimento della salvezza li riguarda oppure no, se potranno essere assolti e redenti, o se dispongono dei requisiti per ricevere il giudizio e il castigo di Dio e la Sua salvezza. Non sanno nulla di tutto ciò. Poiché non ricevono alcuna risposta e non ottengono alcun verdetto preciso, si sentono sempre sconfortati nel profondo. Nel loro intimo, ripensano di continuo a ciò che hanno fatto, lo ripercorrono nella loro mente più e più volte, ricordando come tutto è cominciato e come si è concluso e rivivendolo dall’inizio alla fine. Indipendentemente dal modo in cui lo ricordano, si sentono sempre peccatori, e quindi nel corso degli anni provano un costante sconforto per la faccenda. Anche quando svolgono il loro dovere, anche quando sono responsabili di un certo lavoro, sentono di non avere alcuna speranza di essere salvati. Per questo motivo non affrontano mai apertamente la questione del perseguimento della verità e non la considerano come qualcosa di estremamente corretto e importante. Credono che l’errore che hanno commesso o le azioni che hanno compiuto in passato siano mal visti dalla maggior parte delle persone, o pensano di poter essere condannati e disprezzati dagli altri, o addirittura condannati da Dio. Non importa a che punto sia l’opera di Dio o quanti discorsi Egli abbia pronunciato: costoro non affrontano mai correttamente la questione del perseguimento della verità. Perché? Non hanno il coraggio di lasciarsi alle spalle lo sconforto. Questa è la conclusione finale che simili individui traggono dall’aver vissuto una simile esperienza e, poiché non traggono la conclusione corretta, non sono in grado di liberarsi del loro sconforto(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (2)”). Dio aveva descritto esattamente il mio stato. Da quando avevo firmato le “Tre Dichiarazioni”, la questione era stata come una spina nel cuore e spesso mi sentivo affranto e angosciato per questo. Più di una volta, mi sono chiesto: “Poiché ho firmato le ‘Tre Dichiarazioni’ e sono stato contrassegnato con il marchio della bestia, Dio salverà comunque uno come me? Egli vuole persone che possano portare testimonianza a Lui, ma io non solo non l’ho fatto, ho addirittura firmato le ‘Tre Dichiarazioni’ e L’ho tradito, diventando così un marchio di vergogna. Dio mi ha già eliminato?” Ogni volta che avevo questi pensieri, il mio cuore sembrava fosse stato lacerato da un coltello. Non sapevo nemmeno più cosa dire nelle mie preghiere. Sebbene la chiesa mi avesse comunque dato l’opportunità di svolgere i miei doveri e io ne fossi molto grato e volessi compierli al meglio delle mie possibilità, la mia inquietudine non se ne andava. Ogni volta che sentivo fratelli e sorelle discutere di coloro che avevano firmato le “Tre Dichiarazioni”, avvertivo un dolore sordo nel cuore. Quando vedevo le esperienze di fratelli e sorelle che erano rimasti saldi nella loro testimonianza dopo essere stati arrestati, in cuor mio soffrivo e mi struggevo ancora di più. Pensavo che queste persone venivano approvate da Dio, invece io avevo firmato le “Tre Dichiarazioni” e Lo avevo tradito, rendendomi indegno della Sua salvezza. Poiché non potevo scrollarmi di dosso l’ombra di quel mio gesto, spesso vivevo in uno stato negativo e non riuscivo a trovare alcun entusiasmo per perseguire la verità o avere accesso alla vita. Mi sentivo come un guscio di persona senz’anima che si limitava a portare a termine i propri compiti ogni giorno. Sembrava che solamente facendo le cose bene avrei potuto fare ammenda per le mie trasgressioni e solo allora il mio cuore avrebbe trovato un po’ di conforto. Riflettendo sulle parole di Dio, mi sono reso conto che Lui non mi aveva tolto l’opportunità di perseguire la verità. Mi aveva perfino permesso di formarmi per svolgere il dovere di leader. Se Dio mi avesse eliminato, in che modo avrei ancora avuto la possibilità di fare il mio dovere? Tanto meno avrei potuto, in quel caso, godere dell’irrigazione e della fornitura delle Sue parole. Ma continuavo a fraintendere Dio e a sprecare tantissimo tempo vivendo nella negatività! Se avessi continuato a essere così negativo, non sarebbe stato Dio a eliminarmi, piuttosto lo avrei fatto da solo. Dovevo riflettere attentamente su di me e cercare la verità per uscire da quello stato negativo.

In seguito, ho visto un brano delle parole di Dio che mi ha aiutato a trovare la radice del problema. Dio Onnipotente dice: “Le persone hanno fede in Dio allo scopo di ottenere benedizioni, ricompense e corone. Questo non si trova forse nel cuore di tutti? Sì, è un dato di fatto. Anche se le persone non ne parlano spesso, e addirittura nascondono la loro mira e il loro desiderio di ottenere benedizioni, questa mira e questo desiderio sono sempre stati incrollabili nel profondo dei loro cuori. Non importa quanta teoria spirituale capiscano, quanta conoscenza esperienziale abbiano, quali doveri siano in grado di svolgere, quanta sofferenza sopportino o quale prezzo paghino: non rinunciano mai alla mira a ottenere benedizioni nascosta nel profondo del loro cuore, e si adoperano sempre silenziosamente al suo servizio. Non è forse questa la cosa sepolta più profondamente nei loro cuori? Senza questa mira a ricevere benedizioni, come vi sentireste? Con quale atteggiamento svolgereste il vostro dovere e seguireste Dio? Cosa succederebbe alle persone se si liberassero di questa mira a ricevere benedizioni nascosta nei loro cuori? È possibile che molti diventerebbero negativi, mentre alcuni perderebbero la motivazione a svolgere i loro doveri. Perderebbero interesse nella loro fede in Dio, come se la loro anima fosse svanita. Darebbero l’impressione che il loro cuore fosse stato strappato via. Ecco perché dico che la motivazione a ottenere benedizioni è qualcosa di profondamente nascosto nel cuore delle persone. Forse, mentre svolgono il loro dovere o vivono la vita della chiesa, si sentono capaci di abbandonare le loro famiglie e di spendersi volentieri per Dio, ritengono di conoscere la propria mira a ricevere benedizioni, e di averla messa da parte e non esserne più dominate né limitate. In tal caso, sarebbero convinte di non nutrire più la mira a ottenere benedizioni, ma Dio crede il contrario. La gente vede le cose solo superficialmente. Quando non sono messe alla prova, le persone si sentono bene con sé stesse. Fintanto che non lasciano la chiesa, non rinnegano il nome di Dio e persistono nello spendersi per Lui, credono di essere cambiate. Sentono di non essere più spinte dall’entusiasmo personale o da impulsi effimeri nell’assolvimento del loro dovere. Al contrario, credono di saper perseguire la verità, e si ritengono capaci di ricercare e praticare continuamente la verità nello svolgimento del loro dovere, così che la loro indole corrotta venga purificata e loro ottengano un qualche autentico cambiamento. Tuttavia, quando accadono cose che sono direttamente collegate alla loro destinazione e al loro esito, in che modo si comportano? La verità viene rivelata nella sua interezza(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Sei indicatori di crescita nella vita”). Dio ha smascherato il mio vero stato. La negatività che provavo era controllata dalle mie intenzioni di ottenere benedizioni. Dopo aver iniziato a credere in Dio, ero entusiasta di spendermi per Lui. Ero giunto alla Sua casa subito dopo il diploma per svolgere i miei doveri a tempo pieno, pensando che, se avessi continuato a perseguire in quel modo, sarei sicuramente entrato nel Regno e avrei goduto delle benedizioni del Regno dei Cieli. Quando ero stato arrestato e avevo firmato le “Tre Dichiarazioni” per paura della tortura, avevo creduto di non avere più speranza di ricevere benedizioni e tutti i miei dubbi e le mie incomprensioni su Dio erano venuti a galla. Mi chiedevo: “Dopo aver firmato le ‘Tre Dichiarazioni’, Dio potrà ancora perdonarmi? Se Dio non mi salva, ho ancora speranza di benedizioni? Se non c’è speranza di benedizioni, allora che senso ha credere fino alla fine?” Dentro di me ero diventato davvero negativo. Soprattutto in seguito, quando i leader avevano esaminato la questione della mia firma delle “Tre Dichiarazioni”, avevo cominciato ad avere il sospetto che mi avrebbero potuto allontanare in qualsiasi momento e, anche se ero ancora in grado di godere della fornitura della parola di Dio e di svolgere i miei doveri, credevo di non poter sfuggire al destino di essere eliminato. Pensavo di non avere alcuna speranza di ricevere benedizioni e il mio cuore sembrava schiacciato da un pesante macigno. Mi sentivo come se avessi perso la mia anima, spesso ero avvolto nella negatività e nel dolore e non riuscivo a radunare l’energia per svolgere i miei doveri o perseguire la verità. Ho visto che il mio desiderio di benedizioni era troppo forte. In tutti questi anni, il mio spendersi e i miei sacrifici non erano stati fatti per soddisfare Dio, ma per cercare di contrattare con Lui. Quando c’era qualcosa da guadagnare, ero davvero motivato nei miei doveri; quando, invece, non riuscivo a ricevere benedizioni, diventavo eccessivamente negativo. Qual era la differenza tra il mio perseguimento e quello dei miscredenti? A pensarci bene, sono solo un essere creato, inferiore persino alla polvere, ma sono in grado di venire nella casa di Dio, svolgere i miei doveri e godere di tutte le verità che Egli esprime. Ho ricevuto così tanto da Lui eppure non ero affatto grato per tutto ciò che mi aveva dato. Gli avevo persino chiesto spudoratamente le benedizioni del Regno dei Cieli e, se non potevo riceverle, diventavo così negativo da non riuscire a rialzarmi. Ero davvero privo di umanità! Rendendomi conto di ciò, mi sono sentito profondamente dispiaciuto, così ho pregato Dio, disposto ad abbandonare le mie intenzioni di ottenere benedizioni e a pentirmi.

Successivamente, ho letto altri due brani delle parole di Dio e ho acquisito una comprensione più chiara della Sua intenzione. Dio Onnipotente dice: “Molti hanno trasgredito e si sono macchiati in diversi modi. Per esempio, alcuni si sono opposti a Dio e hanno detto cose blasfeme; alcuni hanno rifiutato l’incarico ricevuto da Dio e non hanno svolto il loro dovere, e sono stati sdegnati da Dio; alcuni hanno tradito Dio quando si sono trovati di fronte alle tentazioni; altri hanno tradito Dio firmando le ‘Tre Dichiarazioni’ quando erano in arresto; alcuni hanno rubato le offerte; altri le hanno sperperate; alcuni hanno disturbato spesso la vita della chiesa e recato danno al popolo eletto di Dio; alcuni hanno formato cosche e trattato gli altri con asprezza, portando il caos nella chiesa; alcuni hanno spesso diffuso nozioni e morte, danneggiando fratelli e sorelle; altri si sono abbandonati alla fornicazione e alla promiscuità, esercitando una pessima influenza. Basti dire che ognuno ha le sue trasgressioni e le sue macchie. Eppure alcuni sono in grado di accettare la verità e pentirsi, mentre altri non ci riescono e morirebbero prima di pentirsi. Quindi le persone andrebbero trattate secondo la loro natura essenza e il loro comportamento costante. Coloro che sanno pentirsi sono quelli che credono veramente in Dio; quanto ai veri impenitenti, coloro che andrebbero allontanati ed espulsi saranno allontanati ed espulsi. […] Il modo in cui Dio gestisce ogni persona si basa sulle situazioni effettive delle circostanze e del retroscena di quella persona in quel momento, così come sulle sue azioni e sul suo comportamento, e sulla sua natura essenza. Dio non farà mai torto a nessuno. Questa è un aspetto della Sua giustizia. Ad esempio, Eva fu tentata dal serpente a mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, ma Jahvè non la rimproverò dicendo: ‘Ti avevo detto di non mangiarlo, allora perché lo hai fatto comunque? Avresti dovuto avere del discernimento; avresti dovuto sapere che il serpente ha parlato soltanto per sedurti’. Jahvè non rimproverò Eva in questo modo. Poiché gli esseri umani sono creature di Dio, Egli sa quali sono i loro istinti e di cosa tali istinti sono capaci, fino a che punto le persone riescono a controllarsi e fin dove riescono a spingersi. Dio sa tutto questo con assoluta chiarezza. Il modo in cui Dio gestisce una persona non è semplice come si immagina. Quando l’atteggiamento di Dio verso una persona è di odio o disgusto, oppure quando si tratta di cosa questa persona dica in un dato contesto, Dio comprende bene lo stato di tale persona. Questo perché Dio sottopone a scrutinio il cuore e l’essenza dell’uomo. Le persone pensano sempre: ‘Dio ha soltanto la Sua divinità. Egli è giusto e non tollera offesa da parte dell’uomo. Non considera le difficoltà dell’uomo, né Si mette nei suoi panni. Se una persona dovesse resisterGli, Lui la punirà’. Le cose non stanno affatto così. Se è questo il modo in cui qualcuno intende la Sua giustizia, la Sua opera e il Suo modo di trattare le persone, allora si sta sbagliando di grosso. Nel determinare l’esito di ogni persona, Dio non Si basa sulle nozioni e sulle fantasie dell’uomo, ma sulla Propria indole giusta. Egli ripagherà ogni persona a seconda di come questa abbia agito. Dio è giusto e, prima o poi, Si assicurerà che tutte le persone vengano totalmente convinte(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). “Nella Bibbia c’è una storia sul ritorno del figliol prodigo: perché il Signore Gesù usò quella parabola? Lo scopo era quello di far capire alle persone che l’intenzione di Dio di salvare l’umanità è sincera e che Egli concede loro l’opportunità di pentirsi e di cambiare. Nel farlo, Dio comprende l’uomo, conoscendo bene le sue debolezze e il suo grado di corruzione. Sa che le persone inciamperanno e falliranno. Proprio come un bambino che sta imparando a camminare, non importa quanto sia forte fisicamente, ci saranno sempre momenti in cui cadrà e inciamperà, e altri in cui urterà contro qualcosa e incespicherà. Dio comprende ogni persona nello stesso modo in cui una madre comprende il proprio figlio. Egli capisce le difficoltà, le debolezze e i bisogni di ognuno. Anzi, ancora meglio: capisce quali difficoltà, debolezze e fallimenti le persone dovranno affrontare nel processo d’ingresso nel cambiamento della propria indole. Queste sono le cose che Dio capisce meglio. Ciò significa che Egli sottopone a scrutinio le profondità del cuore delle persone. Indipendentemente da quanto tu sia debole, fin tanto che non rinneghi il nome di Dio o non abbandoni Lui e questa via, avrai sempre la possibilità di cambiare indole e, di conseguenza, hai speranza di sopravvivere e di essere salvato da Dio(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Il cammino di pratica verso il cambiamento della propria indole”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho acquisito una certa comprensione della Sua indole giusta. Dio non giudica se una persona può essere salvata in base al suo comportamento temporaneo, né condanna o elimina una persona in base a una trasgressione causata da un singolo evento. Dio conosce la nostra statura e comprende veramente le nostre debolezze. Egli valuta una persona principalmente in base al suo comportamento costante e alla sua capacità di accettare la verità. Se il suo comportamento è stato complessivamente buono e se, dopo aver commesso una trasgressione, riesce ad accettare la verità e a pentirsi davvero, Dio avrà misericordia e mostrerà tolleranza verso di lei. Proprio come Davide, che era pieno di rimorso dopo aver preso la moglie di Uria e in seguito non ha mai più commesso adulterio. Quando era vecchio, gli hanno portato una giovane per scaldarlo, ma nemmeno allora ha toccato un’altra donna. Nonostante la trasgressione, Davide si è pentito sinceramente e Dio ha continuato ad approvarlo. Alcuni fratelli e sorelle sono stati espulsi per aver percorso il cammino di un anticristo e per aver seriamente disturbato il lavoro della chiesa, ma, in seguito, si sono pentiti veramente e sono stati riammessi nella casa di Dio; hanno perfino scritto articoli di testimonianze esperienziali e reso testimonianza della Sua opera di salvezza. Grazie a loro, ho capito che l’atteggiamento di Dio verso coloro che si pentono veramente e accettano la verità è quello della salvezza. Al contrario, per coloro che si comportano costantemente male, che non accettano la verità e non si sono pentiti sinceramente l’atteggiamento di Dio è quello di condannarli ed eliminarli. Ad esempio, alcune persone che hanno firmato le “Tre Dichiarazioni” in seguito non hanno mostrato alcuna comprensione o pentimento per il loro tradimento verso Dio: hanno perfino svenduto la chiesa insieme ai fratelli e alle sorelle. Dio non dà a queste persone ulteriori possibilità poiché provano avversione per la verità e non hanno coscienza né ragione. Ho pensato al fatto che in un momento di debolezza avevo firmato le “Tre Dichiarazioni”, ma in seguito avevo provato rimorso e avevo rimproverato me stesso, desiderando di pentirmi e cambiare. La chiesa aveva valutato che il mio comportamento generale era stato buono e che, inoltre, non svolgevo il mio dovere da tanto, la mia esperienza era superficiale, la mia statura era piccola e, dopo aver firmato le “Tre Dichiarazioni”, mi ero pentito veramente, così mi aveva dato un’altra possibilità. Questa era la misericordia di Dio. Tuttavia, non capivo la Sua indole e continuavo a fraintenderLo, pensando di stare semplicemente offrendo manodopera e che, al termine, sarei stato eliminato. Avevo negato completamente la giustizia di Dio e avevo anche negato le Sue intenzioni di salvare quanto più possibile l’umanità. Mi sono reso conto che, nella mia fede, non conoscevo affatto Dio. Ero davvero cieco! Avevo immaginato che Egli fosse come gli esseri umani corrotti. Non era forse questa una blasfemia contro di Lui? Se avessi continuato così, non avrei mai ricevuto il Suo perdono. Dovevo seguire l’esempio di Davide, affrontare le mie trasgressioni con calma, pentirmi veramente e, a prescindere dal fatto che Dio finisse per salvarmi o eliminarmi, dovevo sottomettermi e accettarlo, senza preoccuparmi delle mie prospettive e dei miei cammini futuri.

In seguito, mi sono chiesto: “Qual è stata la causa originaria del mio fallimento nel firmare le ‘Tre Dichiarazioni’ dopo l’arresto?” Ho letto le parole di Dio: “Speri che la tua fede in Dio non comporti sfide o tribolazioni, né la benché minima avversità. Persegui costantemente le cose immeritevoli e non attribuisci alcun valore alla vita, anteponendo invece i tuoi pensieri smodati alla verità. Sei talmente indegno! Vivi come un maiale; che differenza c’è tra te e i maiali e i cani? Quelli che non perseguono la verità e invece amano la carne non sono tutti delle bestie? I morti senza spirito non sono tutti dei cadaveri ambulanti? Quante parole sono state pronunciate tra di voi? È forse stata poca l’opera compiuta tra di voi? A quante cose ho provveduto fra di voi? Allora perché non ne hai guadagnato nulla? Di che cosa ti lamenti? Non è forse che non hai guadagnato nulla perché sei troppo innamorato della carne? E non è che i tuoi pensieri sono troppo smodati? Non è perché sei troppo stupido? Se sei incapace di guadagnare queste benedizioni, puoi forse incolpare Dio per non averti salvato? […] Ti dono la vita umana vera, ma tu non la persegui. Non sei forse uguale a un maiale o a un cane? I maiali non perseguono la vita dell’uomo né di essere purificati, e non capiscono che cosa sia la vita. Ogni giorno, dopo aver mangiato a sazietà, si mettono semplicemente a dormire. Io ti ho dato la vera via, ma tu non l’hai guadagnata: sei a mani vuote. Sei disposto a continuare a condurre questa vita, la vita di un maiale? Quale significato ha che persone simili vivano? La tua vita è spregevole e ignobile, vivi in mezzo a sudiciume e dissolutezza e non persegui alcun obiettivo; la tua vita non è forse la più ignobile di tutte? Hai l’impudenza di guardare Dio in faccia? Se continui a fare esperienza in questo modo, non è che non otterrai nulla? Ti è stata data la vera via, ma che alla fine tu la possa guadagnare o meno dipende dal tuo perseguimento personale(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). “Oggi tutti nel mondo sono sottoposti a prove; persino Dio sta soffrendo, quindi è opportuno che voi non soffriate? […] Alcuni affrontano il dolore della famiglia, altri quello del matrimonio e altri ancora patiscono le persecuzioni, senza avere nemmeno un posto in cui vivere. Ovunque si rechino, si trovano sempre in casa di qualcun altro, e il loro cuore è addolorato. Il dolore che state sperimentando in questo momento non è forse il dolore che ha sofferto Dio? Voi state soffrendo con Dio ed Egli accompagna gli uomini nella sofferenza. Tutti voi oggi prendete parte alla tribolazione e al Regno di Cristo e a ciò che Egli sopporta, e alla fine otterrete la gloria! Questa sofferenza è ricca di significato. Non è forse così? Tu non puoi non avere questa volontà. Devi capire il significato della tua sofferenza attuale e il motivo per cui soffri così tanto. Devi ricercare la verità e raggiungere la comprensione dell’intenzione di Dio: allora avrai la volontà di soffrire(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come conoscere la natura umana”). Dalle parole di Dio, ho capito che la causa originaria per cui avevo firmato le “Tre Dichiarazioni” era che avevo troppo a cuore la mia carne. Avevo seguito la legge satanica di sopravvivenza “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino” e avevo messo gli interessi della mia carne al di sopra di tutto il resto. Nella fede in Dio, desideravo che non ci fossero affatto avversità o dolore, che la mia carne non soffrisse e, ancora di più, che non ci fosse bisogno di sperimentare alcuna prova o tribolazione. Così, quando il gran dragone rosso aveva minacciato di torturarmi, non avevo pensato a come rimanere saldo nella mia testimonianza, bensì alla mia paura della tortura e della sofferenza. Temevo di non riuscire a sopportare la tortura e di diventare un giuda, così avevo ritenuto che sarebbe stato meglio firmare le “Tre Dichiarazioni”. Sembrava che i miei pensieri fossero piuttosto positivi, ma in realtà pensavo solo a preservare me stesso e non volevo che la mia carne soffrisse nemmeno un po’. Ero ben consapevole che firmare le “Tre Dichiarazioni” era un tradimento nei confronti di Dio, eppure continuavo a trascinare la mia miserabile esistenza scendendo a compromessi e cedendo al diavolo. Le mie azioni non erano diverse da quelle di un giuda. Quando l’opera di Dio sarà completata, se continuo ad attribuire troppo valore alla mia carne e non riesco a rendere vera testimonianza, non solo non sarò salvato da Dio, ma, volta dopo volta, mi opporrò a Lui e Lo tradirò per soddisfare la mia carne e, alla fine, sicuramente soffrirei la perdizione e perirei con Satana! Dalle parole di Dio, ho anche capito che, per essere salvati nella fede, bisogna sopportare molte sofferenze. Solo attraverso situazioni dolorose possiamo avere vera fede in Dio. Proprio come Pietro ha seguito il Signore Gesù: nel corso della sua vita ha sperimentato centinaia di prove e raffinamenti e cercato, in questi ultimi, di amare Dio; alla fine, ha raggiunto il massimo amore per Lui e la sottomissione fino alla morte, ed è stato crocifisso a testa in giù per Lui, diventando la prima persona nel corso dei secoli a essere perfezionata da Dio. Anche Giobbe ha affrontato delle prove. Ha perso la sua immensa ricchezza e i suoi figli in un istante, il suo corpo si è coperto di pustole, eppure è stato in grado di sottomettersi alla sovranità e alle disposizioni di Dio e di rimanere saldo nella sua testimonianza per Lui, terrorizzando Satana e diventando un uomo veramente libero. In confronto a loro, io non sono niente. Ero terrorizzato e sono sceso a compromessi con Satana anche senza affrontare gravi torture. Ero come un fiore in una serra che non riesce a sopportare un po’ di vento o di pioggia. Ero davvero fragile! Dovevo perseguire la verità e non soddisfare più la carne; ho giurato che, se un giorno fossi stato arrestato di nuovo, anche se la vita fosse diventata peggiore della morte, sarei rimasto saldo nella mia testimonianza.

Alla fine di luglio del 2024, subito dopo il mio arrivo alla chiesa di Dongyang, la chiesa vicina è stata oggetto di un’ampia retata di arresti e i leader ci hanno esortati ad aiutare a trasferire rapidamente i libri delle parole di Dio. Appena abbiamo cambiato alcuni nascondigli dei libri, abbiamo iniziato a sospettare che l’autista fosse seguito. Inoltre, anche il fratello con cui collaboravo era esposto a potenziali rischi in quella circostanza poiché era entrato in contatto con l’autista. Quando mi sono trovato di fronte a quella situazione, ho avuto molta paura. Ho pensato al fatto che in passato ero stato seguito dalla polizia per molto tempo, ero stato quasi arrestato, un giuda mi aveva tradito e, per la polizia, ero un obiettivo chiave da arrestare. A questo punto, io ero appena riuscito a nascondermi, invece la sicurezza del mio collaboratore era a rischio. Credevo che, se fossimo stati presi di mira, non sarei riuscito a scappare e che, se la polizia mi avesse preso, sicuramente non mi avrebbe lasciato andare. Tuttavia, quando ho pensato alla trasgressione che avevo commesso l’ultima volta che ero stato arrestato e avevo firmato le “Tre Dichiarazioni”, ho provato un sentimento intenso nel cuore: “Se davvero venissi catturato, giuro di non rinnegare mai Dio e che Gli renderò sicuramente testimonianza!” A questi pensieri, il mio cuore non era più limitato dalla situazione. Inoltre, la decisione di essere arrestato o meno era nelle mani di Dio e io dovevo sottomettermi alle Sue orchestrazioni e disposizioni. Era necessario adottare le misure opportune per i libri, vari compiti dovevano essere implementati con urgenza e dovevo proteggere gli interessi della casa di Dio. Così, mentre comunicavo con il mio collaboratore per indagare, esaminare e discutere il trasferimento dei libri, ho scritto una lettera alla chiesa per seguire l’avanzamento del trasferimento dei libri. Praticando in questo modo, in cuor mio mi sono sentito molto più a mio agio. La trasformazione e i guadagni che ho ottenuto sono inscindibili dalla guida delle parole di Dio. Ringrazio sinceramente Dio!

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