92. La gentilezza dei genitori è un debito che non può mai essere ripagato?

di Miaoxiao, Cina

Sono cresciuta in una povera famiglia contadina. I miei genitori mi hanno adottata quando avevano quasi quarant’anni. Sin da quando sono stata abbastanza grande per capire, li ho visti lavorare duramente per guadagnare soldi e mantenere la famiglia. Tutto l’anno, mio padre si alzava prima dell’alba e lavorava all’aperto nelle calde giornate di giugno per guadagnare i soldi necessari a sostenere i miei studi. Mia madre faceva lo stesso. Quando era malata, non poteva sopportare di spendere soldi per le cure mediche; ogni giorno andava al canale a tagliare il fieno per allevare i conigli, guadagnando soldi per la mia retta. Ero profondamente angosciata per la situazione dei miei genitori, così avevo deciso che, quando sarei cresciuta, sarei stata devota nei loro confronti. Quando sono cresciuta, spesso mi dicevo di evitare la situazione in cui “il figlio vuole prendersi cura dei genitori, ma loro non ci sono più”. Mi dicevo che dovevo essere riconoscente nei loro confronti e che assolutamente non avrei dovuto avere rimpianti quando si trattava di essere devota nei loro confronti. In seguito, ho rinunciato alla persona che amavo e ho scelto il mio attuale marito che, in linea con i desideri dei miei genitori, si è trasferito con la mia famiglia.

Nel 2011, mio padre è venuto a mancare all’improvviso. Se n’è andato prima che avessi la possibilità di mostrargli il mio rispetto in quanto figlia. Ho pensato: “Non importa quanto sia dura o difficile, sarò devota verso mia madre nel modo corretto. Non posso avere rimpianti”. Spesso compravo integratori alimentari e cose per lei. Nel 2012, mia madre mi ha predicato il Vangelo di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Sei mesi dopo, andavo spesso alle riunioni e svolgevo il mio dovere. Mio marito la criticava implicitamente ed esplicitamente per avermi predicato il Vangelo e addirittura la scherniva e la metteva in ridicolo davanti a me. Ero così arrabbiata da arrivare al punto di rimproverarlo. Ogni volta che questo accadeva, vedevo mia madre nascondersi nel dolore e nell’impotenza. In seguito, la persecuzione di mio marito nei miei confronti si è intensificata e sono persino stata picchiata e rimproverata. Anche mia madre sopportava con me il dolore e gli abusi verbali e sentivo di essere molto in debito con lei. Alla fine del 2015, sono stata eletta predicatrice. Una volta, ero così impegnata con i miei doveri che non sono tornata a casa per circa una settimana. Mio marito si è coalizzato con dei parenti per creare problemi a mia madre e ha anche minacciato di denunciare i leader e i lavoratori della chiesa. Sono stata costretta a smettere di svolgere il mio dovere e tornare a casa per salvaguardare l’ambiente. Una volta tornata, mio marito ha smesso di lavorare ed è rimasto a casa per controllarmi. Ero profondamente contraria a tutto ciò, ma non avevo il coraggio di discutere con lui di fronte a mia madre. Potevo solo sopportare la cosa sentendomi addolorata e oppressa. Ho pensato a come mio marito avesse costantemente umiliato e deriso mia madre da quando avevo iniziato a credere in Dio. Mi sentivo così angosciata: era come se il mio cuore fosse schiacciato. Non solo avevo la sensazione che non le stessi permettendo di godersi la vecchiaia, ma anche che le stessi causando molto risentimento e dolore. Di conseguenza, non ero più determinata a uscire e svolgere il mio dovere. Mia madre ha condiviso con me, dicendo che avrei dovuto affidarmi a Dio per sperimentare questo ambiente, ma io temevo che, se fossi uscita di nuovo per svolgere il mio dovere, sarei stata ancora perseguitata da mio marito, e non sapevo quanti altri dispiaceri avrei dovuto farle sopportare. Così sono rimasta a casa e il mio stato è peggiorato sempre di più. Successivamente, i miei fratelli e sorelle hanno chiesto a mio figlio piccolo di passarmi un messaggio, ricordandomi di pregare Dio e di affidarmi di più a Lui in questo tipo di ambiente. Ho pianto e pregato Dio. Le Sue parole mi hanno illuminata e guidata, e ho riacquistato la mia determinazione. Successivamente, Dio mi ha aperto una via. Mio marito ha ricevuto una notifica dalla sua agenzia di reclutamento affinché tornasse al lavoro e io ho potuto nuovamente partecipare alle riunioni. In poco tempo, ho ripreso a svolgere il dovere di leader e, ogni volta che avevo del tempo libero, condividevo con mia madre sulle parole di Dio e acquisivo fede in Lui.

Nel 2016, la sorella con cui collaboravo è stata arrestata. Eravamo anche vicine di casa, pertanto c’erano dei rischi pure per la mia sicurezza. Dovevo andarmene di casa e nascondermi. Ho parlato con mio marito del fatto di andarmene, ma, incredibilmente, solo pochi giorni dopo che avevo lasciato casa, è andato alla stazione di polizia e mi ha denunciata perché credevo in Dio e me n’ero andata. La polizia ha iniziato a indagare su di me, così ho avuto ancora meno possibilità di tornare a casa. Ho pensato a come in futuro non sarei potuta tornare a casa e non avrei potuto vedere mia madre: come potevo prendermi cura di lei ed essere una figlia devota? Mio padre era venuto a mancare e mio marito ci perseguitava in quel modo. Dopo essermene andata, non avevo idea di quali abusi avrebbe fatto subire a mia madre. Io sono la sua unica parente. Se non rimanessi con lei, si sentirebbe così infelice e lo troverebbe insopportabile. Tuttavia, se una volta tornata a casa dovessi essere arrestata, riuscirei a rimanere salda? Il mio cuore era straziato dal dolore e dal tormento, così ho pregato Dio, supplicandoLo di guidarmi mentre sperimentavo questo ambiente. Un giorno, ho pensato alle Sue parole: “Dove andrà una persona, cosa farà, chi o cosa incontrerà, cosa dirà e cosa gli accadrà ogni giorno: gli individui possono prevedere anche solo una di tutte queste cose? Si può dire che non solo non possono prevedere tutti questi avvenimenti, ma ancora meno possono controllare come queste cose si sviluppano. Nella vita quotidiana delle persone, questi eventi imprevedibili accadono continuamente, sono avvenimenti comuni. Il verificarsi di queste ‘banali faccende della vita quotidiana’ e i mezzi e gli schemi con cui si sviluppano sono per l’umanità un costante promemoria del fatto che nulla accade per caso e che il processo di sviluppo e l’inevitabilità di ogni evento non possono essere variati dalla volontà umana. Il verificarsi di ogni evento trasmette un monito del Creatore all’umanità, oltre a inviare il messaggio che gli esseri umani non possono controllare il proprio destino. Allo stesso tempo, è anche una confutazione dell’ambizione e del desiderio dell’umanità di sperare inutilmente di prendere in mano il proprio destino. Questa confutazione è come un potente schiaffo in faccia che colpisce l’umanità ancora e ancora, costringendo le persone a riflettere su chi esattamente abbia la sovranità sul loro destino e lo controlli. E, mentre le loro ambizioni e i loro desideri vengono costantemente infranti e mandati in frantumi, le persone non possono fare a meno di conformarsi inconsciamente alle disposizioni del destino e di accettare la realtà, la volontà del cielo e la sovranità del Creatore. Dal ripetitivo verificarsi delle ‘banali faccende della vita quotidiana’ ai destini dell’intera vita di tutti gli esseri umani, non c’è nulla che non riveli la sovranità e le disposizioni del Creatore; non c’è nulla che non trasmetta il messaggio che ‘l’autorità del Creatore non può essere superata’, che non convogli l’immutabile verità che ‘l’autorità del Creatore è suprema’(La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico III”). Riflettendo sulle parole di Dio, mi sono resa conto che Egli regna sovrano su tutto ciò che accade ogni giorno. Le persone non possono prevedere o controllare queste cose da sole. Dovrei sottomettermi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio. Ho pensato a come la sorella con cui collaboravo fosse stata arrestata, a come mio marito mi avesse denunciata alla stazione di polizia e a come fossi ricercata dalla polizia e non potessi tornare a casa. Questa serie di eventi non era qualcosa che avrei potuto prevedere: ogni cosa era stata permessa da Dio. Dovevo accettare questo ambiente reale. Ho ripensato al periodo in cui avevo iniziato a credere in Dio, mi sentivo così triste nel vedere che mia madre veniva perseguitata e umiliata da mio marito e non volevo uscire per svolgere il mio dovere per paura che sarebbe stata perseguitata. Temevo anche che, dopo la mia partenza, non ci sarebbe stato nessuno a prendersi cura di lei in vecchiaia. A questo pensiero, ho capito di essere stata costantemente intrappolata dagli affetti familiari e di non essere in grado di perseguire appropriatamente la verità o di fare bene il mio dovere. Attraverso questo ambiente che si abbatteva su di me, facendo sì che non potessi tornare a casa, l’intenzione di Dio era che dedicassi il cuore al mio dovere, cosa che avrebbe portato benefici alla mia crescita personale. Per di più, ero una leader della chiesa. Se non me ne fossi andata da casa, allora la polizia avrebbe usato mia madre per minacciarmi subito dopo avermi arrestata. Sarei riuscita a rimanere salda? Se non riuscissi a resistere alla tortura, mi trasformassi in un giuda e tradissi Dio, allora verrei completamente eliminata da Lui. Dopo averci pensato molto, ho deciso di svolgere il mio dovere lontano da casa. Quando lo ero, ogni volta che pioveva, pensavo: “Nel nostro giardino il terreno è scivoloso. E se mia madre cadesse e non ci fosse nessuno ad aiutarla?” Durante la stagione della raccolta del grano, mi preoccupavo: “Come farà mia madre a occuparsi del raccolto da sola? Non so se mio marito la aiuterà”. Durante il capodanno cinese, stringevo il cibo preparato dalla famiglia ospitante con le lacrime agli occhi. “Ho la possibilità di fare un buon pasto lontano da casa, ma non so se mia madre si sta trovando bene. Mio marito la sgriderà e la maltratterà? Durante le feste, le altre famiglie si riuniscono, mentre io ho lasciato mia madre a casa da sola. Deve sentirsi sola e sconsolata, e dovrà sopportare lo scherno dei nostri parenti e amici. Sono così in debito con lei!” Più ci pensavo, più mi sentivo angosciata e perdevo ogni motivazione a svolgere il mio dovere. Ho pianto e pregato Dio, implorandoLo di guidarmi fuori da questo stato negativo.

Un giorno, durante le devozioni spirituali, ho letto le Sue parole: “Non importa cosa tu faccia, cosa pensi o cosa progetti: quelle non sono cose importanti. Ciò che conta è se sei in grado di capire e credere veramente che tutti gli esseri creati sono nelle mani di Dio. Alcuni genitori hanno la fortuna e il destino di poter godere della felicità domestica e di una famiglia numerosa e prospera. Questa è la sovranità di Dio e una benedizione che Egli concede loro. Altri genitori non hanno questo destino; Dio non lo ha disposto per loro. Non hanno la benedizione di godere di una famiglia felice o della presenza dei figli al loro fianco. Questa è l’orchestrazione di Dio e non può essere forzata. A prescindere da tutto, in definitiva, quando si tratta di pietà filiale, bisogna avere come minimo un atteggiamento mentale di sottomissione. Se l’ambiente lo permette e hai i mezzi per farlo, allora puoi mostrare pietà filiale ai tuoi genitori. Se l’ambiente non lo permette e non ne hai i mezzi, allora non cercare di forzarla: come si chiama questa? (Sottomissione.) Si chiama sottomissione. Come nasce questa sottomissione? Su cosa si basa? Si basa sul fatto che tutte queste cose sono disposte e governate da Dio. Per quanto lo possano desiderare, le persone non possono scegliere, né hanno il diritto di farlo, e dovrebbero sottomettersi. Quando percepisci che bisognerebbe sottomettersi e che tutto è orchestrato da Dio, in cuor tuo non ti senti più tranquillo? (Sì.) A quel punto la tua coscienza si sentirà ancora rimproverata? Non si sentirà più costantemente rimproverata e l’idea di non aver mostrato devozione verso i tuoi genitori non ti dominerà più. Ogni tanto potresti ancora pensarci, poiché si tratta di pensieri o istinti normali nell’umanità, che nessuno può evitare(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Cos’è la verità realtà?”). Dopo aver riflettuto sulle parole di Dio, ho compreso che Egli ha disposto un destino differente per ognuno di noi e che le persone non hanno il potere di cambiare nulla. Se Egli ha ordinato che mia madre non debba godere della benedizione di avere i figli accanto a lei, allora, per quanto io possa provarci, non c’è nulla che posso cambiare. Ho pensato a come io e mia madre fossimo state insieme fin dall’infanzia, senza mai separarci una volta. In seguito, a causa della mia fede in Dio, ero stata ricercata dalla polizia e avevo dovuto lasciare casa. Tutto ciò era stato disposto e preordinato da Dio. Quando mia madre viene perseguitata a casa da mio marito, è qualcosa che deve sperimentare. Tuttavia, io non comprendevo la sovranità di Dio e mi preoccupavo continuamente che lei si sentisse sola e soffrisse. Il mio stato nello svolgere il mio dovere ne aveva risentito ed ero caduta nel dolore e nell’oscurità. Ora mi sono resa conto che, poiché al momento non ho la possibilità di essere devota verso mia madre, devo sottomettermi e accettare questo ambiente. Lei crede in Dio. Anche se siamo lontane, può comunque contare su di Lui ed Egli in futuro ci guiderà mentre percorriamo i nostri cammini. Ho creduto al fatto che ogni cosa è nelle Sue mani. A questo pensiero, ho pregato Dio in silenzio, con la volontà di sottomettermi. Ho affidato a Lui mia madre affinché potesse guidarla mentre sperimenta la persecuzione per mano della nostra famiglia. In seguito, mi è capitato di leggere l’articolo di una testimonianza esperienziale scritto da mia madre. Ho letto che, quando non ero accanto a lei e si sentiva debole, pregava Dio, e che i fratelli e le sorelle andavano a casa nostra per condividere sulle parole di Dio e aiutarla. Dopo aver compreso l’intenzione di Dio, lentamente era uscita dalla sua negatività e dalla sua debolezza. Ero veramente grata a Dio.

Nel 2022, è scoppiata nuovamente la pandemia. Quando ho visto che molte persone anziane morivano a causa dei contagi, ho iniziato nuovamente a preoccuparmi: “Se mia madre viene contagiata, chi si prenderà cura di lei? Riuscirà a cavarsela? Se fossi al suo fianco a portarle acqua e medicine e a condividere sulle parole di Dio per incoraggiarla, nel suo cuore non soffrirebbe così tanto”. Come avrei voluto tornare a casa e vedere mia madre! Volevo davvero raccontarle le mie esperienze degli ultimi anni e quanto mi fosse mancata. Poco dopo, mi sono ammalata e, mentre ero a letto, sentivo ancora di più la sua mancanza. Temevo che, se fosse morta, non l’avrei più rivista e in cuor mio ho bisticciato con Dio: “Caro Dio, perché gli altri possono riunirsi con la propria famiglia mentre io devo restare separata da mia madre? Sai bene che la mia storia è diversa dalla loro. Sono l’unica figlia della famiglia, ma adesso non posso prendermi cura di lei fino alla sua morte. Se morisse da sola, avrei un’accusa che pende sulla mia coscienza e sentirei di essere troppo ingrata e senza cuore. So che pensare in questo modo è sbagliato, ma non so come sperimentare questa situazione. Ti prego di guidarmi”. Ho pensato a come ogni volta fossero sempre state le parole di Dio a illuminarmi e condurmi fuori dalla mia negatività e debolezza, e a come anche mia madre a casa avesse sperimentato la Sua guida e la Sua protezione. Entrambe avevamo goduto del Suo amore. Egli ci aveva concesso così tanti doni, ma io non sapevo come ripagarLo e al contrario mi lamentavo di Lui. Ero davvero priva di coscienza! Ho pregato Dio, disposta a ricercare seriamente la verità per risolvere i miei problemi.

Un giorno, ho ascoltato una lettura delle Sue parole: “Per quanto riguarda le persone, non importa se i tuoi genitori si sono occupati di te scrupolosamente o se si sono presi molta cura di te: in ogni caso stavano solo adempiendo alla loro responsabilità e ai loro obblighi. Indipendentemente dal motivo per cui ti hanno allevato, era una loro responsabilità: poiché ti hanno messo al mondo, devono assumersi le responsabilità nei tuoi confronti. Alla luce di questo, tutto ciò che i tuoi genitori hanno fatto per te può forse considerarsi amorevolezza? La risposta è no, giusto? (Giusto.) Se l’adempiere alle responsabilità nei tuoi confronti da parte dei tuoi genitori non conta come amorevolezza, l’assumersi delle responsabilità nei confronti di un fiore o di una pianta, annaffiandoli e concimandoli, vale come amorevolezza? (No.) Questo è ancora più distante dall’amorevolezza. I fiori e le piante crescono meglio all’esterno: se sono piantati nel terreno, esposti al vento, al sole e all’acqua piovana, prosperano. Quando sono piantati in un vaso dentro casa, non crescono altrettanto bene che all’esterno; tuttavia, ovunque si trovino, vivono, non è così? Qualunque sia il luogo in cui si trovano, è stato stabilito da Dio. Tu sei una persona vivente e Dio Si assume la responsabilità di ogni vita, mettendola in condizione di sopravvivere e di seguire la legge a cui tutti gli esseri creati si attengono. Ma tu, in quanto persona, vivi nell’ambiente in cui i tuoi genitori ti allevano, quindi dovresti crescere e condurre la tua esistenza in quell’ambiente. Il fatto che tu viva in quell’ambiente è dovuto, su larga scala, a quanto stabilito da Dio; su scala minore, è dovuto al fatto che i tuoi genitori ti allevano, giusto? In ogni caso, allevandoti, i tuoi genitori stanno adempiendo a una responsabilità e a un obbligo. Condurti all’età adulta è un loro obbligo e una loro responsabilità, e non può definirsi amorevolezza. Se non può definirsi amorevolezza, allora non è qualcosa di cui ti spetta godere? (Sì.) È una sorta di diritto di cui dovresti godere. Dovresti essere allevato dai tuoi genitori perché, prima di raggiungere l’età adulta, il ruolo che svolgi è quello di un figlio che viene educato. Pertanto, i tuoi genitori stanno solo adempiendo a una sorta di responsabilità nei tuoi confronti, e tu la stai semplicemente ricevendo, ma ciò che stai ricevendo da loro non sono certo grazia e amorevolezza. Per qualsiasi creatura vivente, mettere al mondo dei figli e prendersi cura di loro, riprodursi e allevare la generazione successiva è una sorta di responsabilità. Per esempio, gli uccelli, le mucche, le pecore e persino le tigri devono prendersi cura della prole dopo averla messa al mondo. Non esistono esseri viventi che non allevino la propria prole. Potranno esserci delle eccezioni, ma non sono molte. È un fenomeno naturale nell’esistenza delle creature viventi, un loro istinto, e non può essere attribuito all’amorevolezza. Stanno solo rispettando una legge che il Creatore ha stabilito per gli animali e per l’umanità. Pertanto, il fatto che i tuoi genitori ti abbiano allevato non può essere classificato come amorevolezza. Alla luce di ciò, si può affermare che i tuoi genitori non sono tuoi creditori. Stanno adempiendo alle loro responsabilità nei tuoi confronti. A prescindere da quanto impegno e da quanto denaro investano per te, non dovrebbero chiederti di ricompensarli, poiché questa è la loro responsabilità di genitori. Dal momento che si tratta di una responsabilità e di un obbligo, dovrebbe essere gratuito e non prevedere nulla in cambio. Allevandoti, i tuoi genitori stavano semplicemente adempiendo alle loro responsabilità e ai loro obblighi, e questo non dovrebbe essere retribuito né costituire una transazione. Quindi non devi approcciarti ai tuoi genitori né gestire il tuo rapporto con loro sulla base dell’idea di ricompensarli. È disumano trattare e ripagare i tuoi genitori e gestire il rapporto che hai con loro sulla base di quest’idea. Allo stesso tempo, sarai incline a essere limitato e vincolato dai tuoi sentimenti carnali e avrai difficoltà a districartene, al punto che potresti persino smarrirti. I tuoi genitori non sono tuoi creditori, quindi non hai l’obbligo di realizzare tutte le loro aspettative. Non hai l’obbligo di soddisfarle. In altre parole, loro possono avere le loro aspettative, mentre tu hai le tue scelte, così come il percorso di vita e il destino che Dio ha stabilito per te, e che non hanno nulla a che fare con i tuoi genitori. […] Se le circostanze ti permettono di adempiere a una piccola parte della tua responsabilità nei loro confronti, fallo. Se il tuo ambiente e le tue circostanze oggettive non ti permettono di adempiere ai tuoi obblighi nei loro confronti, allora non dovresti dartene troppo pensiero né sentirti in debito verso di loro, poiché i tuoi genitori non sono tuoi creditori. Non importa se mostri pietà filiale verso di loro o se adempi alle tue responsabilità nei loro confronti: stai semplicemente assumendo la prospettiva di figlio e adempiendo a una piccola parte della tua responsabilità verso coloro che ti hanno messo al mondo e allevato. Ma di certo non puoi farlo nella prospettiva di ricompensarli, né nella prospettiva per cui ‘I tuoi genitori sono i tuoi benefattori e devi ricompensarli e ripagare la loro amorevolezza’(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (17)”). Dopo aver ascoltato le parole di Dio, improvvisamente ho capito di aver considerato il fatto di essere stata cresciuta dai miei genitori come un debito di gentilezza. Sentivo che prima o poi avrei dovuto ripagarli, ma semplicemente questo punto di vista non è affatto conforme alla verità. In realtà, crescere i propri figli è obbligo e responsabilità dei genitori. Non è affatto una gentilezza. Proprio come gli animali crescono i propri cuccioli, si tratta di un istinto naturale e di un’inevitabile legge dell’esistenza. Quando Dio ha creato l’uomo, ha disposto un ambiente familiare adatto alla sua sopravvivenza. Prendiamo me come esempio. La mia madre biologica è morta quando ero appena nata, poi sono stata affidata ai miei genitori adottivi. In apparenza, era come se fossero stati loro a crescermi e a prendersi cura di me, ma in realtà la mia vita proviene da Dio. Il motivo per cui ero sopravvissuta in tutti questi anni era che Lui vegliava su di me e mi proteggeva. Mi ricordo che da bambina la mia gamba era rimasta incastrata in una ventola per pulire il grano, ma non ero diventata invalida. Prima del test di ammissione alla scuola superiore, ero andata in bicicletta a vedere l’aula dell’esame ed ero rimasta intrappolata tra due macchine che mi avevano quasi investita. Quella volta, mia madre non era con me, ma non mi era successo niente. Ho pensato di nuovo alla mia madre biologica. Mi aveva fatto venire al mondo e poi era morta, e il fatto che i miei genitori adottivi fossero riusciti a crescermi era dovuto alla preordinazione e all’orchestrazione di Dio. Quando i genitori crescono i propri figli, stanno solo adempiendo le proprie responsabilità, non stanno facendo loro una gentilezza, e non ce n’è alcuna che i figli debbano ripagare. Poiché non comprendevo la verità a tale proposito ed ero sempre stata influenzata da idee fallaci instillate in me da Satana, come “L’amore dei genitori è profondo come il mare” e “Un figlio non devoto è peggio di una bestia”, quando svolgevo il mio dovere lontano da casa il mio stato era costantemente disturbato. Sin dalla nascita, avevo sempre goduto della cura di Dio, della Sua protezione e di tutto ciò che Egli ha fornito. Adesso ho ancora la possibilità di ricevere la grazia di Dio, di svolgere il mio dovere e di godere dell’opportunità unica di essere salvata da Lui. Tuttavia, non capivo che dovevo svolgere bene il mio dovere per ripagare il Suo amore, ma al contrario pensavo solamente a ripagare i miei genitori per la loro gentilezza nell’avermi cresciuta. Anche quando si trattava di scegliere il mio dovere, avevo sempre valutato la cosa in base al fatto che potessi o meno essere devota verso mia madre. Ero così confusa! Avevo accettato i punti di vista tradizionali instillati in me da Satana e volevo scioccamente ripagare quella “gentilezza”. Che totale idiozia! Una volta compreso ciò, mi sono sentita molto più liberata. Mentre gradualmente rinunciavo a preoccuparmi per mia madre, ho ricevuto una lettera da mia figlia. Diceva che aveva iniziato a svolgere un dovere nella chiesa, che era in salute e che partecipava regolarmente alle riunioni e a casa leggeva le parole di Dio. In quel momento, mi sono sentita così commossa e allo stesso tempo in colpa da non riuscire a descrivere la sensazione. In cuor mio, ho detto a Dio: “Caro Dio, Ti ringrazio! Ho capito che ogni cosa che hai disposto per me è buona e non sono affatto degna di ricevere da Te un amore e una misericordia così grandi. Odio me stessa per non avere abbastanza fede in Te. Caro Dio, il mio debito più grande è con te, non con i miei parenti. Da adesso in poi, sicuramente sistemerò il cuore in modo corretto per svolgere il mio dovere e non Ti farò più stare in ansia o preoccupare per me”.

In seguito, ho letto altre parole di Dio e il mio stato di sentirmi in debito con mia madre si è completamente risolto. Dio dice: “Alcuni abbandonano le loro famiglie perché credono in Dio e svolgono i loro doveri. Diventano noti per questo motivo e il governo perquisisce spesso la loro casa, tormenta i loro genitori e li minaccia persino di consegnarli alla polizia. Tutti i vicini parlano di loro dicendo: ‘Questa persona non ha coscienza. Non si prende cura dei genitori anziani. Non solo manca di devozione, ma causa anche tanti problemi ai suoi genitori. È un figlio non devoto!’ Queste parole sono in linea con la verità? (No.) Ma non sono tutte considerate giuste agli occhi dei non credenti? Tra i non credenti, si ritiene che questo sia il modo più legittimo e ragionevole di vedere la cosa e che sia in linea con l’etica umana, e in conformità con gli standard di condotta umana. Non importa quanto contenuto sia incluso in questi standard, per esempio come mostrare rispetto filiale ai genitori, come prendersi cura di loro nella vecchiaia e organizzare il loro funerale, o quanto ripagarli, e a prescindere dal fatto che questi standard siano o meno in accordo con la verità: agli occhi dei non credenti sono cose positive, sono energia positiva, sono giusti e sono ritenuti irreprensibili all’interno di ogni gruppo di persone. Tra i non credenti, questi sono gli standard in base ai quali si è tenuti a vivere, e tu devi fare queste cose affinché, in cuor loro, ti considerino una persona sufficientemente buona. Prima di credere in Dio e di comprendere la verità, non credevi forse fermamente anche tu che una simile condotta indicasse una brava persona? (Sì.) Inoltre, anche tu usavi questi parametri per valutarti e frenarti e ti imponevi di essere questo tipo di persona. […] Tuttavia, dopo aver ascoltato le parole di Dio e i Suoi sermoni, il tuo punto di vista ha iniziato a cambiare e hai capito che devi rinunciare a tutto per assolvere il tuo dovere di essere creato e che Dio richiede alle persone di comportarsi in questo modo. Prima di acquisire la certezza che svolgere il tuo dovere di essere creato fosse la verità, ritenevi di dover essere devoto ai tuoi genitori, ma sentivi anche di dover svolgere il tuo dovere di essere creato e ti sentivi combattuto. Attraverso l’irrigazione e la pastura continua da parte delle parole di Dio, sei arrivato gradualmente a comprendere la verità ed è stato allora che ti sei reso conto che svolgere il tuo dovere di essere creato è qualcosa di perfettamente naturale e giustificato. Fino a oggi, molti sono stati in grado di accettare la verità e di abbandonare completamente gli standard di condotta derivanti dalle nozioni e dalle fantasie tradizionali dell’uomo. Quando abbandoni del tutto queste cose, non sei più frenato dalle parole di giudizio e di condanna dei non credenti quando segui Dio e svolgi il tuo dovere di essere creato, e puoi liberartene facilmente(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Cos’è la verità realtà?”). “In questo preciso momento, poiché Dio sta operando ed esprimendo la verità per comunicare alle persone la verità di tutti questi fatti e metterle in condizione di comprendere la verità, dopo che avrai compreso la verità, queste idee e questi punti di vista fallaci non saranno più un fardello per te e smetteranno di guidarti nella gestione del rapporto che hai con i tuoi genitori. A quel punto la tua vita diventerà più rilassata. Vivere una vita rilassata non significa che non saprai quali sono le tue responsabilità e i tuoi obblighi, questo continuerai a saperlo: riguarda solamente la prospettiva e i metodi con cui scegli di approcciarli. Una via è quella dei sentimenti e dell’approcciare queste cose sulla base dell’emotività e con i metodi, le idee e i punti di vista verso cui Satana guida l’uomo. L’altra via è quella di approcciarle sulla base delle parole che Dio ha insegnato all’uomo. […] Se ti attieni a una verità principio, a un’idea o a un punto di vista corretti e che provengono da Dio, la tua vita diventerà molto rilassata. Né l’opinione pubblica, né la voce della tua coscienza, né il fardello dei tuoi sentimenti ostacoleranno più il modo in cui gestisci il rapporto che hai con i tuoi genitori; anzi, queste cose ti metteranno in condizione di approcciarlo in modo corretto e ragionevole. Se agirai in base alle verità principi che Dio ha fornito all’uomo, anche se gli altri ti criticheranno alle spalle, ciò non ti scalfirà minimamente e proverai comunque pace e tranquillità nel profondo del cuore. Quanto meno, non ti rimprovererai più di essere un ingrato menefreghista e smetterai di provare rimorsi di coscienza nel tuo intimo. Questo perché saprai di aver compiuto tutte le tue azioni secondo i metodi che Dio ti ha insegnato e di star prestando ascolto e star sottomettendoti alle parole di Dio e seguendo la Sua via. Ascoltare le parole di Dio e seguire la Sua via è il senso di coscienza che le persone dovrebbero possedere più di ogni altra cosa. Sarai una vera persona solo quando saprai fare queste cose. Se non sei arrivato a questo punto, allora sei un ingrato menefreghista(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (17)”). Avevo sempre pensato di essere in debito con lei perché la mia prospettiva sulle cose non era cambiata. Quando non credevo in Dio, avevo accettato idee tradizionali di Satana come “La devozione filiale è una virtù da considerare superiore a ogni altra” e “Un figlio non devoto è peggio di una bestia”. Credevo che, essendo una persona che vive nel mondo, mostrare come prima cosa devozione verso i miei genitori avrebbe dovuto essere il più importante principio della mia condotta personale e che, se non fossi riuscita a farlo, non sarei stata degna di essere considerata un essere umano. Per questo motivo, avevo scelto di sposare un uomo che sarebbe venuto a vivere con la mia famiglia e insieme a me si sarebbe preso cura dei miei genitori. Dopo aver iniziato a credere in Dio, vivevo ancora secondo questi punti di vista. Quando vedevo che mia madre veniva perseguitata da mio marito, sentivo che, in quanto figlia, non le avevo permesso di godersi la felicità insieme a me, ma al contrario di averla fatta soffrire a causa mia. Sentivo di averla delusa. In seguito, poiché mio marito mi perseguitava e creava problemi, sono rimasta a casa per salvaguardare l’ambiente. Quando ho visto che mia madre soffriva molto a causa mia, mi sono sentita ancora più in colpa e non volevo più svolgere i miei doveri. Queste idee tradizionali erano come corde invisibili che mi tenevano stretta, facendomi scendere sempre più a compromessi rispetto al mio dovere. Erano diventate uno scoglio nel mio perseguimento di una crescita personale. In particolare, quando la pandemia si diffondeva, temevo che mia madre venisse contagiata e di non riuscire a essere al suo capezzale, pertanto mi sentivo in debito nei suoi confronti. In cuor mio, mi lamentavo addirittura di Dio per non avermi dato un’opportunità di essere riconoscente verso di lei. Solo adesso vedevo chiaramente che le cose instillate in me da Satana come “La devozione filiale è una virtù da considerare superiore a ogni altra” e “Un figlio non devoto è peggio di una bestia” non solo mi avevano portata a perdere il cuore nel perseguimento della verità sebbene la conoscessi, ma mi avevano anche fatto ribellare a Dio e opporGli resistenza. Satana è davvero completamente malvagio, spregevole e sinistro, e ciò mi aveva veramente danneggiata. In realtà, i veri colpevoli che mi avevano impedito di accompagnare mia madre sul cammino della fede in Dio erano il Partito Comunista Cinese e Satana il diavolo! Noi credenti in Dio ce ne andiamo di casa per svolgere i doveri non perché non vogliamo le nostre famiglie o perché siamo crudeli, ma perché quel partito malvagio non ci consente di seguire il vero Dio e di percorrere il giusto cammino. Diffonde voci infondate per screditare la chiesa, facendo sì che i membri non credenti della famiglia ci perseguitino e ci ostacolino. Tuttavia, io ero confusa, non avevo discernimento e non riuscivo a comprendere l’essenza malvagia di Satana; mi ero persino lamentata che le disposizioni di Dio non fossero appropriate. Non riuscivo proprio a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato! Non potevo più essere costretta e fuorviata da queste idee tradizionali e dovevo trattare mia madre secondo le parole di Dio. Io e mia madre siamo entrambe degli esseri creati e possiamo entrambe credere in Lui e seguirLo, nonché vivere per svolgere bene i doveri di un essere creato. Questa è già un’enorme esaltazione e grazia che Egli ci ha concesso. Anche se forse in questa vita non avremo la possibilità di rincontrarci, voglio solo sottomettermi all’orchestrazione e alle disposizioni di Dio e come prima cosa soddisfarLo e svolgere bene il mio dovere. Una volta compreso tutto ciò, ho completamente abbandonato le mie preoccupazioni e la mia riconoscenza verso mia madre. A volte, quando penso a lei, penso alle parole di Dio: “Quanto un individuo debba soffrire e quanto debba percorrere il suo cammino è stabilito da Dio, e nessuno può davvero aiutare qualcun altro(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Il cammino… (6)”). In seguito, prego Dio in silenzio, Gli affido mia madre e calmo il mio cuore per svolgere il mio dovere.

Attraverso questa esperienza, è stato lo smascheramento da parte delle parole di Dio che mi ha permesso di vedere chiaramente la schiavitù e i danni che avevo subito a causa della cultura tradizionale, che mi ha aiutata ad abbandonare gradualmente le preoccupazioni e la riconoscenza verso mia madre, e che ha portato liberazione nel mio cuore. Grazie a Dio!

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