23. Una gentilezza ricevuta dovrebbe essere ricambiata con gratitudine?
Nel 2015, i leader avevano disposto che svolgessi dei doveri basati sui testi. In quel periodo, la capogruppo Cheng Nuo era stata potata dai leader per aver mostrato un atteggiamento scorretto nello svolgimento del proprio dovere. Lei credeva che i leader avessero disposto il mio arrivo poiché volevano che la sostituissi, così mi rendeva le cose difficili ogni volta che poteva. Spesso, durante le riunioni, mi interrogava su dei problemi relativi ai sermoni. Se non riuscivo a rispondere, mi derideva, dicendo: “Non possiedi una certa levatura? Altrimenti perché i leader avrebbero scelto te?” Mentre l’ascoltavo, sentivo che il mio cuore era molto limitato. Ogni riunione era un tormento. Poiché il mio stato era negativo, quando controllavo i sermoni non avevo idee e non riuscivo a munirmi dei principi. Sentivo che svolgere questo dovere era troppo difficile e di non essere all’altezza. Il mio cuore era angosciato e volevo solo tornare a casa. Proprio quando il mio stato aveva toccato il fondo, la sorella con cui collaboravo, Yang Guang, ha notato che il mio stato era pessimo e ha pazientemente condiviso con me e mi ha aiutata. Mi ha anche incoraggiata a non rinunciare all’opportunità di svolgere il mio dovere e ha detto che avrei potuto discutere e condividere con lei su qualunque cosa non avessi compreso e che avremmo potuto lavorare insieme. Yang Guang condivideva molto con me e il mio cuore era molto più chiaro e illuminato. Ero anche disposta a continuare a svolgere il mio dovere. Successivamente, ho dedicato tempo ed energie a munirmi dei principi e ho chiesto a Yang Guang di condividere con me su tutto ciò che non capivo. Pian piano, ho compreso come svolgere il mio dovere e le sono stata molto grata. In seguito, Cheng Nuo è stata destituita e i miei fratelli e sorelle hanno raccomandato me come capogruppo. Per paura di non essere all’altezza del compito, volevo rifiutare, ma Yang Guang mi ha incoraggiata ancora una volta, dicendo che io e gli altri membri del gruppo avremmo discusso tutti insieme di qualunque cosa non avessi saputo fare e che anche lei mi avrebbe aiutata. Perciò, ho accettato il dovere di capogruppo. Durante quel periodo, Yang Guang parlava spesso con me del cammino da seguire per svolgere il mio dovere e il lavoro procedeva piuttosto bene. Le ero estremamente grata e mi sentivo come se avessi bisogno di ricordare questo favore nel mio cuore. Se in futuro avesse avuto delle difficoltà, avrei fatto di tutto per aiutarla. Non potevo essere ingrata.
Dopo qualche tempo, Yang Guang è tornata a casa per una visita, ma suo figlio non voleva che continuasse a uscire per svolgere il proprio dovere. Aveva persino detto che, quando fosse invecchiata, non si sarebbe preso cura di lei, così Yang Guang si è sentita limitata. Viveva costantemente in uno stato negativo e non portava un fardello nello svolgere il proprio dovere. Ho condiviso con lei e l’ho aiutata diverse volte, ma non è riuscita minimamente a cambiare le cose. In seguito, è arrivata una lettera da parte dei leader con scritto che lo stato di Yang Guang stava già seriamente impedendo il lavoro e che, se non l’avesse cambiato al più presto, allora avrebbe dovuto essere destituita. Quando ho letto la lettera, mi sono sentita molto ansiosa. Ho pensato che Yang Guang mi aveva aiutata molto quando ero in difficoltà, pertanto in questa circostanza avrei dovuto darle una grande mano. Successivamente, ho trovato Yang Guang e ho condiviso con lei. Ha detto che il suo stato era leggermente migliorato e mi sono sentita un po’ sollevata. Un’altra volta, Yang Guang aveva con sé con dei sermoni che dovevano essere urgentemente esaminati, ma dopo più di due settimane non aveva ancora finito di farlo. Ho capito che il cuore e la mente di Yang Guang non erano concentrati sul suo dovere e che, se avesse continuato così, il lavoro avrebbe subito dei ritardi. Ho pensato di incaricare qualcun altro di farlo, ma poi mi sono anche detta: “Se Yang Guang riuscisse a esaminare i sermoni, questo verrebbe considerato come un risultato ottenuto nel suo dovere e non sarebbe riassegnata. È il momento di darle una mano”. Poi sono andata a condividere con Yang Guang e le ho chiesto di cambiare il suo atteggiamento verso il proprio dovere e di esaminare i sermoni con urgenza. Tuttavia, dopo pochi giorni, ancora non c’erano stati progressi. Le ho chiesto il motivo specifico, ma lei non mi ha risposto onestamente. Mi sono resa conto che non potevo continuare a farla lavorare ai sermoni e mi sono affrettata a incaricare qualcun altro. Quando ho visto che il lavoro era stato ritardato, ho sentito un profondo senso di colpa. Sapevo che Yang Guang avrebbe dovuto essere destituita a causa della sua incapacità di cambiare il proprio stato, ma poi ho pensato: “Già all’inizio il suo stato non è buono. Cosa accadrebbe se, una volta destituita, non riuscisse a sperimentare una via per uscirne?” Non riuscivo a sopportare l’idea di fare una cosa del genere. Mi sentivo un peso sul cuore. In quel periodo, il caso ha voluto che ci fosse bisogno di persone per un altro compito, così ho disposto che a svolgerlo fosse Yang Guang. Dopodiché, non ho più avuto notizie di lei.
Un anno dopo, sono stata eletta come leader della chiesa. Una volta, stavo leggendo un rapporto di lavoro e ho scoperto che Yang Guang era estremamente passiva nello svolgere il suo dovere, che tornava spesso a casa e che scaricava tutto il lavoro sulla sua collaboratrice. Inoltre, c’erano dei rischi per la sua sicurezza e non era sicuro che continuasse a fare avanti e indietro. Avevano condiviso con lei sulla questione, ma non l’aveva accettato. Non appena ho letto che il comportamento di Yang Guang era lo stesso che aveva avuto in passato e non era affatto cambiato, ho pensato di discutere con la mia sorella collaboratrice del fatto che dovesse essere riassegnata. Tuttavia, ho subito pensato che Yang Guang mi aveva aiutata molto nei miei momenti più bui, ma adesso avevo intenzione di destituirla non appena ero diventata leader. Se l’avesse scoperto, avrebbe detto che non avevo una coscienza, che ero un’ingrata? Se in futuro l’avessi incontrata, non sarei stata capace di affrontarla. Pertanto, non volevo più sollevare la questione con la sorella con cui collaboravo. Dopodiché, quando ho visto Yang Guang, ho condiviso con lei sulla natura e sulle conseguenze dello svolgere il proprio dovere in quel modo e l’ho avvertita che, se non avesse cambiato le cose, sarebbe stata destituita. Davanti a me, lei ha prontamente acconsentito. Tuttavia, non mi aspettavo che, meno di un mese dopo, la sorella con cui collaborava mi scrivesse una lettera per dirmi che Yang Guang era ancora incline a rinunciare al proprio dovere e che questo aveva seriamente ostacolato il lavoro. In cuor mio, mi sono sentita profondamente in colpa. Se l’avessi destituita subito, non avrebbe ritardato il lavoro di un altro mese. Mi sono resa conto che il comportamento di Yang Guang era costante e che non poteva essere cambiato solo aiutandola di tanto in tanto, così ho deciso di destituirla.
Dopodiché, ho riflettuto su me stessa. Perché non ero stata capace di gestire nessuna questione relativa a Yang Guang secondo i principi? Ho letto due passi delle parole di Dio: “Alcune persone sono estremamente sentimentali. Ogni giorno, in tutto quello che dicono e in ogni comportamento che assumono con gli altri, vivono secondo i loro sentimenti. Provano qualcosa per questa o quella persona e passano tutto il loro tempo a occuparsi di questioni di relazioni e sentimenti. Tutto quello che affrontano viene vissuto nella sfera dei sentimenti. Quando un suo parente non credente muore, una persona di questo tipo piange per tre giorni e non consente che il corpo venga sepolto. Prova ancora dei sentimenti per il defunto e i suoi sentimenti sono troppo intensi. Si potrebbe dire che i sentimenti sono la debolezza fatale di queste persone. Tutto ciò che fanno è vincolato dai loro sentimenti, sono incapaci di praticare la verità, o di agire secondo i principi, e sono spesso inclini a ribellarsi a Dio. I sentimenti sono la loro più grande debolezza, il loro difetto fatale, e sono interamente in grado di portarle alla rovina e distruggerle. Le persone eccessivamente sentimentali sono incapaci di mettere in pratica la verità o di sottomettersi a Dio. Si preoccupano della carne, sono sciocche e confuse. Tali persone possiedono una natura particolarmente sentimentale e vivono secondo i loro sentimenti” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come conoscere la natura umana”). “Cosa caratterizza i sentimenti? Certamente nulla di positivo. Si tratta di un’attenzione per le relazioni fisiche e il soddisfacimento delle predilezioni della carne. Fare favoritismi, giustificare i misfatti, viziare, coccolare e assecondare sono annoverati tra i sentimenti. Alcuni danno grande importanza ai sentimenti, reagiscono a qualsiasi cosa accada loro in base ai propri sentimenti; in cuor loro sanno benissimo che è sbagliato, eppure sono incapaci di essere obiettivi, tanto meno di agire secondo i principi. Quando le persone sono sempre vincolate dai sentimenti, sono in grado di mettere in pratica la verità? È estremamente difficile! L’incapacità che molti hanno di mettere in pratica la verità deriva dai sentimenti; essi considerano i sentimenti estremamente importanti, li mettono al primo posto. Queste sono forse persone che amano la verità? Certamente no. Che cosa sono i sentimenti, in sostanza? Sono un tipo di indole corrotta. Le manifestazioni dei sentimenti possono essere descritte con diverse parole: favoritismo, spregiudicata protezione degli altri, mantenimento di relazioni fisiche e parzialità; ecco cosa sono i sentimenti” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Cos’è la verità realtà?”). Dio smaschera che le persone molto sentimentali sono vincolate dai sentimenti in tutte le cose. Non sanno praticare la verità né fare le cose secondo i principi. Anche se nei loro cuori sono ben consapevoli che quello che stanno facendo è sbagliato, non riescono comunque a gestire il proprio lavoro con imparzialità. Io ero una persona molto sentimentale e avevo rivelato i miei sentimenti nelle mie interazioni con Yang Guang. Quando avevo appena iniziato a svolgere i doveri basati sui testi, vivevo spesso nella negatività e pensavo di abbandonare il mio dovere. Era stata Yang Guang, di volta in volta, ad aiutarmi pazientemente affinché avessi la fede per svolgere il mio dovere. Sentivo che era stata buona con me e che mi aveva mostrato gentilezza. Dopo essere diventata capogruppo, ho visto che Yang Guang viveva costantemente nell’affetto per la sua famiglia, ostacolando così il lavoro. Tuttavia, non l’avevo destituita, ma addirittura l’avevo protetta. Non avevo segnalato la sua reale situazione ai leader e le avevo dato una possibilità dopo l’altra affinché potesse continuare a svolgere i propri doveri. Di conseguenza, questo aveva ritardato il lavoro. Dopo essere diventata una leader della chiesa, avevo notato che Yang Guang non portava un fardello nel proprio dovere e che avrebbe dovuto essere destituita, ma poi mi sono ricordata della gentilezza che mi aveva mostrato. Quando ho ripensato all’aiuto che mi aveva dato, non potevo sopportare di destituirla e ho continuato a proteggerla basandomi sui sentimenti. Ho continuato a dare a Yang Guang una possibilità dopo l’altra, ma questo aveva portato intralcio e disturbo al lavoro. Mi sono resa conto che agire basandomi sui sentimenti poteva soltanto portarmi a oppormi a Dio e a tradirLo. Mi sono rimproverata pesantemente per il mio comportamento e ho odiato per me stessa per aver vissuto secondo i sentimenti della carne e per non aver protetto il lavoro della chiesa. Ho pregato Dio: “Caro Dio! Non voglio più agire basandomi sui sentimenti. Devo praticare in conformità con i principi e proteggere il lavoro della chiesa. Possa Tu guidarmi affinché io sia capace di praticare la verità”. Successivamente, ho parlato della questione con la mia sorella collaboratrice e ho destituito Yang Guang. Solo allora il mio cuore si è sentito sollevato.
Dopodiché, ho letto le parole di Dio che smascheravano l’idea tradizionale secondo cui “Una gentilezza ricevuta deve essere ricambiata con gratitudine” e ho ottenuto una qualche comprensione del mio stato. Dio dice: “L’idea che ‘una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine’ è uno dei classici criteri della cultura tradizionale cinese in base a cui giudicare se la condotta di qualcuno è morale o immorale. Quando si valuta se l’umanità di un individuo è buona o cattiva e quanto è morale la sua condotta, uno dei punti di riferimento è se costui ricambia i favori o l’aiuto che riceve, se è qualcuno che ripaga con gratitudine una gentilezza ricevuta oppure no. Nella cultura tradizionale cinese, così come nella cultura tradizionale dell’umanità, le persone considerano questa come un’importante misura della condotta morale. Se qualcuno non capisce che una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine ed è un ingrato, viene ritenuto privo di coscienza e indegno di essere frequentato, e andrebbe disprezzato, rifiutato con sdegno o allontanato da tutti. Per contro, se qualcuno invece capisce che una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine, se manifesta gratitudine e ripaga i favori e l’aiuto che riceve con ogni mezzo a sua disposizione, viene ritenuto un individuo dotato di coscienza e umanità. Se qualcuno riceve benefici o aiuto da un’altra persona ma non li ripaga, o se esprime solo un briciolo di gratitudine con niente di più che un semplice ‘grazie’, l’altra persona cosa penserà? Non potrebbe forse essere contrariata? Potrebbe pensare: ‘Quel tizio non merita di essere aiutato, non è una brava persona. Se la sua risposta a tutto l’aiuto che gli ho dato è questa, allora non ha coscienza né umanità e non vale la pena di frequentarlo’. Se si imbattesse di nuovo in un individuo del genere, questa persona lo aiuterebbe ancora? Come minimo, non avrebbe il desiderio di farlo. In circostanze simili, non vi chiedereste se è davvero necessario aiutarlo? La lezione appresa dalla vostra esperienza precedente sarebbe: ‘Non posso aiutare chiunque. Chi aiuto deve capire che una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine. Se costui è un ingrato che non ricambierà l’aiuto che gli darò, meglio non aiutarlo’. Non la pensereste così anche voi al riguardo? (Sì.)” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (7)”). “Prima di capire la verità, vivevi secondo la tua coscienza e, a prescindere da chi ti facesse una gentilezza o ti aiutasse, anche se si trattava di un individuo malevolo o di un malvivente, lo avresti sicuramente ripagato, e ti sentivi obbligato a farti sparare per i tuoi amici e persino a mettere a rischio la tua vita per loro. Gli uomini dovrebbero asservirsi ai loro benefattori per ripagarli, mentre le donne dovrebbero concedersi loro in spose e dar loro dei figli: questa è l’idea che la cultura tradizionale instilla nelle persone, imponendo loro di ripagare con gratitudine le gentilezze ricevute. Di conseguenza pensano: ‘Solo coloro che ripagano le gentilezze ricevute hanno una coscienza, e chi non lo fa è di certo privo di coscienza e disumano’. Questa idea è fortemente radicata nel cuore delle persone” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (7)”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono resa conto che, nel ripensare costantemente alla gentilezza che Yang Guang mi aveva mostrato e nel non averla destituita, ero stata vincolata dall’idea della cultura tradizionale secondo cui “Una gentilezza ricevuta deve essere ricambiata con gratitudine”. Quando ero molto giovane, mia nonna diceva spesso: “Nella tua condotta, hai bisogno di capire la gratitudine. Devi sapere che ‘Una gentilezza ricevuta deve essere ricambiata con gratitudine’. Se non sai che la gentilezza deve essere ripagata, diventerai una persona ingrata e nessuno vorrà mai frequentarti”. Mia madre si comportava allo stesso modo. Mi ricordo che, quando mio fratello minore era malato, avevamo speso tutti i nostri risparmi. Tutti i compaesani avevano raccolto dei fondi per aiutare la nostra famiglia. Mia madre si ricordava della gentilezza degli altri e ogni anno, al momento del raccolto autunnale, si affrettava a terminare il lavoro della nostra famiglia per andare ad aiutare gli altri con il loro. Tutti gli abitanti del paese dicevano che aveva una buona umanità e che valeva la pena frequentarla. In quel periodo, mia madre mi diceva spesso che gli altri paesani ci avevano aiutato quando eravamo in difficoltà, perciò dovevamo essere riconoscenti. Ogni volta che qualcuno era in difficoltà, dovevamo tendergli la mano e non potevamo mancare di coscienza. Pian piano, questo ha colorato il mio modo di pensare e anch’io sono arrivata a credere che solo coloro che comprendono che “Una gentilezza ricevuta deve essere ricambiata con gratitudine” sono brave persone e che, se qualcuno non riesce a comprendere l’importanza del ripagare la gentilezza, allora non ha coscienza e non vale la pena frequentarlo. Dopo che avevo iniziato a credere in Dio, ogni volta che ero in difficoltà o quando ero negativa e debole, Yang Guang mi aveva aiutata e sostenuta in numerose occasioni. Di conseguenza, credevo di dover ripagare la sua gentilezza e così, quando avrei dovuto destituirla, l’avevo protetta violando i principi. Le avevo dato una possibilità dopo l’altra e, conseguentemente, avevo ritardato il lavoro della chiesa. Avevo ripagato la sua gentilezza ma il lavoro della chiesa era stato disturbato. Vivevo secondo l’idea della cultura tradizionale per cui “Una gentilezza ricevuta deve essere ricambiata con gratitudine” e nel mio modo di comportarmi o di fare le cose non avevo applicato nemmeno il benché minimo principio. Ho capito che il punto di vista secondo cui “Una gentilezza ricevuta deve essere ricambiata con gratitudine” non era né una cosa positiva né conforme alla verità.
Ho letto un altro passo delle parole di Dio e ho ottenuto una visione più chiara della fallacia dell’idea secondo cui “Una gentilezza ricevuta deve essere ricambiata con gratitudine”. Dio dice: “Affermazioni riguardanti la condotta morale come ‘Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine’ non dicono alle persone con esattezza quali sono le loro responsabilità all’interno della società e dell’umanità. Sono invece modi di vincolare od obbligare le persone ad agire o a pensare in una determinata maniera, che lo vogliano o meno e indipendentemente dalle circostanze o dal contesto in cui ricevono dei gesti di gentilezza. Nell’antica Cina ci sono molti esempi come questo. Per esempio, un ragazzo affamato che mendicava venne accolto da una famiglia che lo nutrì, lo vestì, lo addestrò alle arti marziali e gli insegnò conoscenze di ogni tipo. La famiglia attese che fosse cresciuto, poi iniziò a usarlo come fonte di reddito, mandandolo a compiere il male, a uccidere, a fare cose che lui non voleva fare. Se si considera la sua storia alla luce di tutti i favori da lui ricevuti, è stato un bene che la famiglia lo abbia salvato. Se invece si considera ciò che fu costretto a fare in seguito, è davvero un bene, o piuttosto un male? (È un male.) Tuttavia, sotto i condizionamenti della cultura tradizionale, come per esempio ‘Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine’, la gente non sa fare questa distinzione. A prima vista, sembra che il ragazzo non avesse altra scelta che compiere azioni cattive, fare del male agli altri, diventare un assassino: la maggior parte delle persone non desidera fare cose del genere. Ma il fatto che compì queste cattive azioni e uccise per ordine del padrone non derivava, in fondo, da un desiderio di ripagarne la gentilezza? Le persone non possono fare a meno di essere influenzate e controllate da queste idee, in particolare a causa di condizionamenti della cultura tradizionale cinese come ‘Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine’. Anche il modo in cui agiscono e le intenzioni e le motivazioni dietro le loro azioni sono di certo indotti da queste idee. Quando il giovane si ritrovò in quella situazione, quale può essere stato il suo primo pensiero? ‘Questa famiglia mi ha salvato; loro sono stati buoni con me. Non posso essere un ingrato, devo ripagare la loro gentilezza. A loro devo la mia vita, dunque è a loro che devo dedicarla. Devo fare qualsiasi cosa mi chiedano, anche se significa compiere il male e uccidere. Non posso considerare se è giusto o sbagliato; devo semplicemente ripagare la loro gentilezza. Se non lo facessi, sarei ancora degno di essere definito umano?’ Di conseguenza, ogni volta che la famiglia gli ordinava di commettere un omicidio o una cattiva azione, lui eseguiva senza alcuna riserva o esitazione. Pertanto, la sua condotta, le sue azioni e la sua cieca obbedienza non erano forse dettate dall’idea e dalla visione secondo cui ‘Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine’? Il ragazzo non adempiva forse a questo criterio di condotta morale? (Sì.) Cosa deducete da questo esempio? Il detto ‘Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine’ è una cosa positiva o no? (Non lo è: non contiene alcun principio.) In realtà, chi ripaga una gentilezza ce l’ha un principio, e cioè che una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine. Se qualcuno ti fa una cortesia devi fargliene una in cambio, altrimenti non sei umano e non puoi dire niente se ti condannano a causa di questo. Il proverbio dice: ‘Una goccia d’acqua di gentilezza dovrebbe essere ripagata con una sorgente zampillante’, ma in questo caso il ragazzo non ricevette una gentilezza minima, bensì una che gli salvò la vita, motivo per cui a maggior ragione aveva motivo di ripagarla con la vita intera. Non sapeva quali fossero i limiti o i principi del ripagare una gentilezza. Credeva che la sua vita fosse un dono di quella famiglia e quindi, per ripagare, sentiva di doverla dedicare a loro, facendo qualsiasi cosa pretendessero da lui, compresi l’omicidio o altri atti malvagi. Questo modo di ripagare la gentilezza non ha principi né limiti. Il ragazzo si rese complice di malfattori e così facendo si rovinò. È stato giusto da parte sua ripagare la gentilezza in quel modo? Naturalmente no. È stato un comportamento sciocco” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (7)”). Attraverso le parole di Dio, ho visto che, una volta che Satana ha instillato nelle persone l’idea secondo cui “Una gentilezza ricevuta deve essere ricambiata con gratitudine”, queste ripagano tale gentilezza in modo indiscriminato, a dispetto di tutto e a prescindere da ciò che è giusto o sbagliato. Agiscono senza principi e senza il benché minimo accenno di coscienza. Io stavo vivendo secondo l’idea per cui “Una gentilezza ricevuta deve essere ricambiata con gratitudine”. Per ripagare Yang Guang dell’aiuto che mi aveva dato, non solo non l’avevo destituita, ma l’avevo persino aiutata e le avevo dato una possibilità dopo l’altra sebbene avessi la chiara consapevolezza che non fosse adatta a svolgere i doveri. Di conseguenza, il lavoro della chiesa era stato ritardato. Ero stata legata e vincolata dall’idea secondo cui “Una gentilezza ricevuta deve essere ricambiata con gratitudine” e non avevo la capacità di discernere il bene dal male. Avevo agito violando i principi e avevo ritardato il lavoro della chiesa. Ero così confusa! Se non fosse stato per lo smascheramento delle parole di Dio e se non fossi riuscita a discernere in conformità con le Sue parole, avrei continuato a credere di aver agito correttamente, inconsapevole di essere stata danneggiata dalla cultura tradizionale.
Nell’aprile del 2023, un giorno i leader mi hanno mandato una lettera chiedendomi di scrivere una valutazione su Yang Guang. Ho pensato alle parole della sorella con cui lei aveva collaborato di recente, ossia che, quando dei doveri erano stati disposti per lei, non li aveva accettati e aveva persino detto che chiederle di svolgere i doveri era come negarle la libertà. Fino a quel momento, Yang Guang non aveva svolto i propri doveri; per di più, in passato non si era comportata bene nel farlo. Sapevo che, se avessi scritto tutto questo, molto probabilmente Yang Guang sarebbe stata epurata. Se avesse scoperto che avevo fornito delle informazioni sul suo comportamento, avrebbe provato odio per me? Avrebbe pensato che fossi sprovvista di tatto? Ma se non l’avessi scritto, avrei perso una possibilità di praticare la verità. Questa è un’offesa a Dio. Quella notte mi sono rigirata continuamente nel letto, incapace di dormire. Mentre ricercavo e riflettevo, ho ripensato a un passo delle parole di Dio e l’ho cercato per leggerlo. Dio dice: “A volte Dio Si serve di Satana per aiutare le persone, ma in questi casi dobbiamo assolutamente fare in modo di ringraziare Dio e non ripagare la gentilezza a Satana: è una questione di principio. Quando la tentazione si presenta sotto forma di una persona malevola che ti fa una gentilezza, devi innanzitutto avere chiaro chi ti sta aiutando e fornendo assistenza, qual è la tua situazione e se ci sono altre strade che puoi percorrere. Devi gestire questi casi in modo flessibile. Se Dio vuole salvarti, a prescindere da quale persona utilizzi per farlo, dovresti innanzitutto ringraziarLo e accettare la cosa da Lui. Non dovresti indirizzare la tua gratitudine esclusivamente verso le persone, men che meno offrire la tua vita a qualcuno in segno di riconoscenza. Questo è un grave errore. È importantissimo che il tuo cuore sia grato a Dio e che tu accetti la cosa da Lui” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (7)”). Dopo aver letto le parole di Dio, il mio cuore si è sentito improvvisamente liberato. Ero sempre stata grata a Yang Guang e credevo che la ragione per cui all’epoca non avevo abbandonato il mio dovere fosse il fatto che lei mi aveva dato condivisione e aiuto. In cuor mio, non ero mai riuscita ad abbandonare quella gentilezza e volevo ripagarla. Sono stata davvero stolta e cieca! Dio regna sovrano su tutto e ordina quale dovere una persona può svolgere e quando svolgere un determinato dovere. Quando Yang Guang mi aveva aiutata, ciò era stato orchestrato e disposto da Dio. Non avrei dovuto attribuire a lei tutta la gentilezza. Era Dio che avrei dovuto ringraziare.
Ho letto altre delle Sue parole: “In realtà, a prescindere dal fatto che lo ripaghi o meno, resti comunque un essere umano e vivi ancora nella struttura della normale umanità: ripagarlo non cambierà nulla. La tua umanità non subirà alcun cambiamento e non dominerai la tua indole corrotta solo perché lo hai ripagato adeguatamente. Allo stesso modo, la tua indole corrotta non si aggraverà solo perché non lo hai ripagato adeguatamente. Il fatto che ripaghi e concedi gentilezze oppure no non ha assolutamente alcuna correlazione con la tua indole corrotta. Naturalmente, indipendentemente dal fatto che esista o meno una correlazione, per Me questa sorta di ‘gentilezza’ semplicemente non esiste, e spero che lo stesso sia vero per voi. E dunque come la dovresti considerare? Considerala semplicemente un obbligo, una responsabilità e qualcosa che chi possiede istinti umani dovrebbe fare. Dovresti trattarla come una tua responsabilità e un tuo obbligo in quanto essere umano, e adempierla al meglio delle tue capacità. Nient’altro” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (7)”). “Qual è il principio a cui le parole di Dio richiedono di attenersi nel trattare gli altri? Amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Dio odia: questo è il principio a cui ci si deve attenere. Dio ama coloro che perseguono la verità e che sono in grado di fare la Sua volontà; queste sono anche le persone che dovremmo amare. Coloro che non sono in grado di fare la volontà di Dio, che Lo odiano e si ribellano a Lui, simili persone sono detestate da Dio, e anche noi dovremmo detestarle. Questo è ciò che Dio chiede all’uomo” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto riconoscendo le proprie idee sbagliate ci si può realmente trasformare”). Dopo aver riflettuto sulle parole di Dio, ho compreso che con Lui non esiste una cosa come la “gentilezza”. Non dovreste ripagare la gentilezza di coloro che vi hanno aiutato senza curarvi di tutto il resto. Piuttosto, dovreste adempiere le vostre responsabilità al massimo delle vostre capacità, ma senza violare la verità principio. Se qualcosa viola la verità principio, dovreste rifiutarvi di farlo e praticare in conformità con le richieste di Dio. Per quanto riguarda coloro che perseguono la verità e sono disposti a svolgere il proprio dovere, anche se rivelano corruzione, dovreste provare a fare del vostro meglio per aiutarli con un cuore amorevole finché non saranno disposti a pentirsi e a cambiare. Non dovreste guardare se vi hanno aiutato o se vi hanno mostrato gentilezza. Per quanto riguarda coloro che non perseguono la verità, non sono disposti a svolgere il proprio dovere, non si pentono e non cambiano anche dopo ripetute condivisioni e addirittura continuano a fare il male, essi sono oggetto dell’odio di Dio. Anche noi dovremmo respingerli e provare odio per loro. Per quanto riguarda Yang Guang, l’avevo aiutata molto, ma semplicemente non voleva impegnarsi. Dopo diversi anni, non aveva mostrato il benché minimo cambiamento. Credeva in Dio da molto tempo ma non praticava la verità e non era disposta a svolgere il proprio dovere. Era uno dei miscredenti rivelati dall’opera di Dio. Dovevo praticare in conformità con i principi, amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Egli odia. Perciò, ho scritto la mia valutazione su Yang Guang. Dopo che la valutazione è stata approvata, il mio cuore si è sentito sollevato. Successivamente, Yang Guang è stata epurata.
Attraverso le mie esperienze di quel periodo, ho acquisito un qualche discernimento dell’idea tradizionale per cui “Una gentilezza ricevuta deve essere ricambiata con gratitudine” e ho sperimentato il modo in cui Dio analizza le fallacie della cultura tradizionale nella Sua salvezza dell’umanità. Se non avessi letto le parole di Dio, avrei continuato a vivere secondo l’idea tradizionale per cui “Una gentilezza ricevuta deve essere ricambiata con gratitudine” e chissà quante cose avrei fatto che violavano la verità e si opponevano a Lui. Il fatto che io sia riuscita a mettere in atto questo piccolo cambiamento è un risultato ottenuto grazie alle parole di Dio. Grazie a Dio!