43. Le conseguenze dell’indulgere nell’agio nel proprio dovere
Nell’agosto 2022, ero responsabile del lavoro di irrigazione nella chiesa. Irrigavo e sostenevo attivamente i nuovi arrivati e, dopo un periodo di tempo, ho ottenuto alcuni risultati nello svolgimento del mio dovere. In seguito, sono stata eletta leader di distretto. In quel momento, dentro di me mi sono sentita un po’ oppositiva: “Come leader, devi saper afferrare tutti gli aspetti del lavoro della chiesa. Incontri molti problemi e subisci parecchio stress. Devi sopportare molta sofferenza e pagare un prezzo elevato. Mi sento già abbastanza impegnata a essere responsabile solo di un lavoro: l’irrigazione. Se fossi una leader, non sarei ancora più impegnata e ancora più stanca?” Volevo eluderlo, e così ho detto alla leadership superiore: “Non sono adatta a essere leader. Non possiedo la verità realtà, sono arrogante e presuntuosa, e svolgo costantemente il mio dovere facendo affidamento sulle mie idee. E se mi capitasse di fare qualcosa che intralcia e disturba il lavoro della chiesa, danneggiando il lavoro? È meglio che lo faccia qualcun altro”. Ma, nel mio cuore, ho provato un certo biasimo per me stessa. Sentivo che rifiutare il dovere non era in accordo con le intenzioni di Dio. Così ho pregato Dio e Gli ho chiesto di proteggere il mio cuore affinché potessi sottomettermi.
Dopo aver pregato, ho letto le Sue parole: “Alcuni non sono disposti a collaborare con altri nel servire Dio, nemmeno dopo essere stati chiamati a farlo; costoro sono persone pigre che desiderano solo starsene piacevolmente comode. Più ti viene chiesto di collaborare con altri al servizio di Dio, più esperienza otterrai e, poiché avrai più fardelli ed esperienza, otterrai più opportunità di essere perfezionato. Pertanto, riuscendo a servire Dio con sincerità, potrai tenere conto del fardello di Dio e, di conseguenza, avrai maggiori opportunità di essere perfezionato da Lui. È proprio tale gruppo di persone che al momento viene perfezionato. Più sarai toccato dallo Spirito Santo e più dedicherai tempo a tenere conto del fardello di Dio, più verrai perfezionato e guadagnato da Dio, finché, in ultimo, diventerai qualcuno che Egli usa. Attualmente, vi sono alcuni che non portano alcun fardello per la chiesa; sono persone svogliate e approssimative che si preoccupano solo della propria carne. Sono persone estremamente egoiste e persino cieche. Non avrai alcun fardello se non riuscirai a vedere tale questione in modo chiaro. Più terrai conto delle intenzioni di Dio, più pesante sarà il fardello che Dio ti affiderà. Gli egoisti non sono disposti a sopportare cose simili, non sono disposti a pagare questo prezzo e, di conseguenza, perderanno l’opportunità di essere perfezionati da Dio. Questo non è forse farsi del male da soli? Se sei una persona che tiene conto delle intenzioni di Dio, svilupperai un vero senso del fardello per la chiesa. In realtà, invece di considerarlo un fardello che porti per la chiesa, sarebbe meglio considerarlo un fardello che porti per la tua stessa vita, poiché il fine del senso del fardello che sviluppi verso la chiesa è essere perfezionato da Dio attraverso tali esperienze” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Avere riguardo per le intenzioni di Dio al fine di ottenere la perfezione”). “Quando qualcuno viene promosso e coltivato per diventare un leader, viene messo in condizione di imparare a discernere gli stati delle diverse persone, di formarsi nel ricercare la verità per risolvere le difficoltà delle diverse persone, nel sostenere i diversi tipi di persone e provvedere a loro, e nel condurre le persone dentro la verità realtà. Allo stesso tempo, deve anche formarsi nel risolvere i vari problemi e le varie difficoltà che affronta nel lavoro e imparare a distinguere e ad affrontare i vari tipi di anticristi, malevoli e miscredenti e a svolgere il lavoro di purificazione della chiesa. In questo modo, rispetto agli altri, può sperimentare più persone, eventi e cose e più ambienti disposti da Dio, nutrirsi sempre più delle Sue parole ed entrare in un numero sempre maggiore di verità realtà. Questa è per lui un’opportunità di formazione, non è vero? Più opportunità di formazione hanno le persone, più le loro esperienze abbondano, più ampia è la loro conoscenza e più rapidamente crescono. Se invece gli individui non svolgono il lavoro di leader, incontreranno e sperimenteranno solo la loro vita e le loro esperienze personali, e riconosceranno solo la loro indole corrotta e i loro vari stati personali, tutte cose che riguardano soltanto loro stessi. Una volta diventati leader, incontrano più persone, eventi e ambienti, il che li sprona a presentarsi spesso davanti a Dio per ricercare le verità principi. Per loro, questi eventi, queste persone e queste cose costituiscono impercettibilmente un fardello, e naturalmente creano anche condizioni molto favorevoli per il loro ingresso nella verità realtà, il che è una cosa buona” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (5)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che svolgere i doveri di un leader era una buona opportunità per me di equipaggiarmi con la verità e praticare il fare le cose secondo i principi. Ma non amavo la verità. Trovavo varie ragioni e scuse per eludere il dovere. Volevo solo svolgere un dovere facile che non implicasse sofferenza o pagamento di un prezzo. Non portavo affatto alcun fardello per la mia vita. Ero troppo sciocca, troppo cieca! Quando sei leader, entri in contatto con tante persone e incontri molti problemi e difficoltà. Tuttavia, cercando costantemente la verità, scoprirai come discernere ogni tipo di persona e come condividere e risolvere le difficoltà e i problemi che i fratelli e le sorelle affrontano nei doveri e nell’accesso alla vita. Con tanta esperienza di questo tipo, capirai e otterrai molto, e il tuo progresso nella vita sarà veloce. Quando ho capito questo, ero disposta a sottomettermi e a fare tutto il possibile per adempiere al mio dovere.
All’inizio, non capivo molto dei vari aspetti del lavoro della chiesa. Attraverso la condivisione e l’aiuto della sorella con cui collaboravo, ho compreso la situazione della chiesa e ho afferrato alcuni principi dello svolgimento del dovere. Ho visto che c’erano parecchi problemi che necessitavano di essere gestiti nei vari elementi del lavoro, ed ero in grado di affrontarli in modo corretto e di risolvere i problemi seriamente. Tuttavia, quando il lavoro si è fatto intenso, ho visto molti problemi su cui dovevo condividere e che dovevo risolvere. A volte dovevo stare sveglia fino a tardi e mi sentivo molto stanca e un po’ irritabile. In seguito, abbiamo diviso l’ambito delle nostre rispettive responsabilità. Io ero responsabile principalmente del lavoro di irrigazione e del lavoro basato sui testi. Dentro di me, ero un po’ infelice: “Essere responsabile del lavoro di irrigazione significa che devo trovare le parole di Dio per condividere e invertire i problemi e le deviazioni presenti negli irrigatori quando svolgono i loro doveri. Devo anche comprendere gli stati e le difficoltà dei nuovi arrivati in ogni momento. È già molto faticoso così: non lo sarà ancora di più avendo anche il lavoro basato sui testi? Ce la farò?” La sorella con cui collaboravo ha visto i miei dubbi e ha condiviso con me. “Ci siamo divise i compiti, ma lavoriamo ancora insieme come una squadra. Se incontri difficoltà, le affronteremo e le risolveremo insieme.” Solo allora mi sono sottomessa a malincuore. In seguito, nello svolgere il mio dovere, cercavo qualche lavoro facile e familiare da fare. Non prestavo attenzione al lavoro che non rientrava nelle mie competenze. Quando rispondevo alle lettere della leadership superiore, scrivevo solo cose semplici e passavo le lettere che richiedevano molta riflessione e impegno mentale alla sorella con cui collaboravo perché rispondesse lei. A volte, provavo un certo biasimo per me stessa. Mi sentivo troppo pigra e mostravo considerazione per la carne. Questo pensiero, però, mi ha sfiorato la mente solo per un attimo e in seguito non l’ho ritenuto importante.
In quel momento, nel lavoro basato sui testi c’erano problemi che richiedevano condivisione e che occorreva risolvere. Tuttavia, sentivo che questi problemi richiedevano che io cercassi e ponderassi: era troppo problematico. Ho pensato che avrei aspettato un po’ e un giorno li avrei risolti insieme alla sorella con cui collaboravo, così non avrei dovuto spendere energie. Ma lei era costantemente impegnata con altro lavoro. In questo modo, ho continuato a rimandare i problemi nel lavoro basato sui testi per quasi un mese, senza risolverli. In seguito, sono emersi problemi anche nel lavoro di irrigazione, di cui ero responsabile. Alcuni nuovi arrivati erano negativi e deboli, e non andavano alle riunioni perché non venivano irrigati e sostenuti in tempo. Ho pensato che dovevo scrivere rapidamente una lettera per condividere con gli irrigatori sui problemi in questo ambito, ma poi ho pensato che scrivere una lettera fosse troppo disturbo e, comunque, non ero in grado di condividere in modo penetrante: meglio aspettare fino alla riunione e condividere faccia a faccia. Così non ho scritto una lettera per risolvere questi problemi tempestivamente. Mi consolavo pensando: “Sono responsabile di molto lavoro, quindi è perdonabile che non riesca a occuparmi di tutto. Se i risultati non sono buoni, allora è perché gli irrigatori non stanno svolgendo lavoro concreto”. In questo modo, trovavo costantemente varie scuse per mostrare considerazione per la carne. In cuor mio, mi rendevo conto che si trattava di pigrizia e di considerazione per la carne, ma non riflettevo seriamente su me stessa e mi limitavo a proseguire in questo modo disorientato e confuso. È andata avanti così finché, un giorno, sono andata in bicicletta a trovare una sorella. Mentre attraversavo un incrocio, ho urtato un’altra donna in bicicletta. Lei se l’è cavata, ma io sono caduta a terra. L’anca destra mi faceva molto male e mi sono slogata il piede destro. Mi sono sforzata di continuare a pedalare, sentendomi assolutamente infelice nel cuore. Ho pensato che, se avessi pedalato un po’ più piano, non avrei avuto quell’incidente. In quel momento, mi sono resa conto all’improvviso che l’incidente non era una coincidenza. C’erano lezioni che dovevo imparare. Solo allora sono venuta davanti a Dio per pregare e cercare.
In seguito, ho letto le Sue parole: “Bramare le comodità della carne è un problema serio. Quali sono, secondo voi, alcune manifestazioni del bramare le comodità della carne? Quali esempi potete fornire da ciò che avete visto nelle vostre esperienze personali? Godere dei vantaggi del prestigio conta? (Sì.) Altro? (Preferire i compiti facili a quelli difficili quando si svolgono i propri doveri, e voler sempre scegliere i lavori leggeri.) Quando svolgono un dovere, le persone scelgono sempre i lavori leggeri, non stancanti e che non implichino sfidare gli elementi all’aperto. Questo è scegliere gli incarichi facili ed evitare quelli difficili, ed è una manifestazione di brama per le comodità della carne. Altro? (Lamentarsi di continuo quando il loro dovere è un po’ impegnativo, un po’ faticoso, quando comporta pagare un prezzo.) (Preoccuparsi del cibo e dei vestiti e dei piaceri della carne.) Queste sono tutte manifestazioni di brama per le comodità della carne. Quando una persona di questo tipo vede che un compito è troppo faticoso o rischioso, lo scarica su qualcun altro; dal canto suo, si limita a svolgere il lavoro piacevole e accampa scuse, dicendo di possedere scarsa levatura, di non avere le capacità lavorative e di non potersi assumere il compito, mentre in realtà la ragione è che brama le comodità della carne. Non vuole soffrire, indipendentemente dal lavoro che svolge o dal dovere che assolve. Se le si dice che una volta finito il lavoro ci sarà per lei del maiale brasato da mangiare, lo svolge in modo molto rapido ed efficiente e non c’è bisogno di spronarla, esortarla o sorvegliarla; se invece non ci sarà per lei del maiale brasato da mangiare e se deve fare gli straordinari per il suo dovere, procrastina e trova ogni sorta di ragioni e scuse per rimandarlo, e dopo averlo fatto per un po’ dice: ‘Mi sento stordito, ho la gamba intorpidita, sono esausto! Mi fa male ogni parte del corpo, posso riposare un po’?’ Qual è il problema qui? Costui brama le comodità della carne. Capita inoltre che le persone si lamentino di continuo delle difficoltà mentre svolgono il loro dovere, che non vogliano minimamente impegnarsi e che, non appena hanno un po’ di tempo libero, si riposino, chiacchierino e si concedano piaceri e svaghi. E quando il lavoro riprende, rompendo il ritmo e la routine della loro vita, ne sono infelici e scontente. Brontolano e si lamentano, e diventano superficiali nell’assolvimento del loro dovere. […] Per quanto impegno sia richiesto nel lavoro della chiesa o nei loro doveri, non permettono mai che la routine e la condizione normale della loro vita vengano intralciate. Non trascurano mai i piccoli dettagli della vita della carne e li controllano perfettamente, con severità e serietà estreme. Quando invece si occupano del lavoro della casa di Dio, per quanto importante sia la questione e anche se potrebbe coinvolgere la sicurezza dei fratelli e delle sorelle, la gestiscono con negligenza. Non si preoccupano nemmeno delle cose che riguardano l’incarico ricevuto da Dio o il dovere che devono svolgere. Non si assumono alcuna responsabilità. Questo è indulgere nelle comodità della carne, non è vero? Le persone che indulgono nelle comodità della carne sono adatte a svolgere un dovere? Non appena qualcuno menziona l’assolvimento del dovere o parla di pagare un prezzo e di sopportare le avversità, costoro non fanno che scuotere la testa. Manifestano infiniti problemi, sono pieni di lamentele e colmi di negatività. Queste persone sono inutili, non hanno i requisiti per assolvere il loro dovere e dovrebbero essere eliminate” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (2)”). Lo smascheramento nelle parole di Dio mi ha fatto provare così tanto dolore che era come avere il cuore trafitto. Ciò di cui Dio parlava era esattamente il mio stato. Nello svolgere il mio dovere, sceglievo i lavori facili e scansavo i difficili. Sceglievo solo quelli agevoli e non faticosi da fare. Passavo alla mia collaboratrice qualsiasi lavoro implicasse soffrire o pagare un prezzo, perché lo facesse lei. Quando sono stata eletta leader per la prima volta, ho continuamente trovato ragioni e scuse per scansare il dovere. Ho detto che ero di scarsa levatura e non avevo capacità lavorativa, e non sarei stata in grado di fare bene questo dovere. In realtà, si trattava di pigrizia e di paura della sofferenza della carne. Quando rispondevo alle lettere, ero pigra e non volevo soffrire, così sceglievo solo i problemi semplici a cui rispondere, mentre passavo a quella mia sorella tutti i problemi che richiedevano riflessione e considerazione, perché rispondesse lei. Originariamente, ero responsabile del lavoro basato sui testi e avrei dovuto farmi carico della responsabilità di risolvere i problemi e le difficoltà dei miei fratelli e sorelle. Ma non volevo soffrire né pagare un prezzo e non pensavo a come risolvere questi problemi. Preferivo aspettare che altre persone li risolvessero mentre io stavo in ozio e approfittavo del loro duro lavoro. Facevo costantemente affidamento sulla mia collaboratrice. Di conseguenza, il lavoro basato sui testi ne è stato influenzato. Inoltre, indulgevo nell’agio. Quando ho scoperto problemi nel lavoro di irrigazione, non ho condiviso per risolverli tempestivamente, il che ha comportato il danneggiamento della vita dei nuovi arrivati. Tuttavia, non capivo me stessa e mi consolavo scaricando la responsabilità sugli irrigatori. Ero veramente troppo propensa all’inganno! Dio mi aveva concesso la grazia facendomi svolgere un dovere così importante, ma io a ogni passo mostravo considerazione per la carne ed ero accondiscendente con me stessa, ritardando il lavoro della chiesa. Ero così detestabile per Dio! Ho pensato a come, appena accettato questo dovere, avessi pregato davanti a Dio dicendo che volevo svolgerlo bene e soddisfare Lui. Ma, non appena arrivava il momento che la carne soffrisse, cercavo di scappare per soddisfarla. Qual era la ragione di questo?
In seguito, ho letto due passi delle parole di Dio e ho trovato la causa profonda del problema. Dio Onnipotente dice: “Finché le persone non hanno sperimentato l’opera di Dio e compreso la verità, è la natura di Satana che prende il sopravvento e domina dentro di loro. Quali elementi specifici fanno parte di quella natura? Ad esempio, perché sei egoista? Perché proteggi la tua posizione? Perché hai sentimenti così forti? Perché trai piacere da cose inique? Perché ti piacciono quei mali? Su cosa si basa il tuo debole per simili cose? Da dove vengono tali cose? Perché sei così felice di accettarle? Ormai siete arrivati tutti a comprendere che la ragione principale dietro a tutte queste cose è che il veleno di Satana è nell’uomo. Dunque cos’è il veleno di Satana? Come lo si può esprimere? Per esempio, se chiedi ‘Come si dovrebbe vivere? Per cosa si dovrebbe vivere?’, le persone risponderanno: ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’. Questa singola frase esprime la radice vera e propria del problema. La filosofia e la logica di Satana sono diventate la vita delle persone. Qualsiasi cosa perseguano, lo fanno per se stesse, e dunque vivono solo per se stesse. ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ – questa è la filosofia di vita dell’uomo, e rappresenta anche la natura umana” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come percorrere il cammino di Pietro”). “I falsi leader non svolgono un lavoro reale, ma sanno come agire da funzionari. Qual è la prima cosa che fanno, una volta diventati leader? È riscuotere il favore delle persone. Si comportano secondo l’approccio ‘i nuovi funzionari non vedono l’ora di farsi notare’: per prima cosa compiono alcune azioni per ingraziarsi le persone e gestiscono alcune cose che migliorino quotidianamente il benessere di ciascuno. Prima di tutto cercano di fare buona impressione su di loro, di mostrare a tutti che sono in sintonia con la massa, in modo che tutti li lodino e dicano: ‘Questo leader si comporta nei nostri confronti come un genitore!’ Poi assumono ufficialmente il comando. Sentono che ora hanno il sostegno popolare e che la loro posizione è sicura; quindi iniziano a godere dei vantaggi del prestigio, come se fossero loro dovuti. I loro motti sono: ‘La vita è tutta incentrata sul mangiare e vestirsi bene’, ‘La vita è breve, quindi goditela finché puoi’ e ‘Oggi bevi il vino di oggi; di domani, preoccupatene domani’. Godono di ogni giorno così come viene, si divertono mentre possono e non pensano al futuro, né tanto meno hanno considerazione delle responsabilità che un leader dovrebbe assumersi e dei doveri che dovrebbe svolgere. Predicano alcune parole e dottrine e svolgono alcuni compiti per amore di apparenza come una questione di routine, ma non svolgono alcun lavoro reale. Non stanno portando alla luce i problemi reali della chiesa per risolverli definitivamente, quindi che senso ha che svolgano compiti così superficiali? Non è forse ingannevole? Si possono affidare compiti così importanti a dei falsi leader di questo tipo? Sono in linea con i principi e le condizioni della casa di Dio per la selezione di leader e lavoratori? (No.) Queste persone non hanno alcuna coscienza né ragione, sono prive di qualsiasi senso di responsabilità, eppure desiderano lo stesso assumere una posizione ufficiale, essere un leader nella chiesa: perché sono così spudorate? Alcune persone che hanno senso di responsabilità, se possiedono scarsa levatura, non possono essere leader, per non parlare di persone inutili che non hanno alcun senso di responsabilità; costoro sono ancora meno qualificati per il ruolo di leader” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (8)”). Le parole di Dio mi hanno fatto comprendere la causa profonda della mia indulgenza negli agi carnali. La ragione principale era che i veleni di Satana erano profondamente impiantati nel mio cuore ed erano diventati la mia natura. Ero stata erosa da veleni come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, “La vita consiste tutta nel mangiare bene e vestirsi elegantemente”, e “La vita è breve, quindi goditela finché puoi”. In qualunque cosa facessi, consideravo prima se la mia carne avrebbe sofferto. Tutto ciò che consideravo erano i miei interessi. Ad ogni passo, agivo per il mio tornaconto e per avvantaggiare me stessa. In passato, quando ero a scuola e incontravo una domanda difficile, non volevo impegnarmi per risolverla. Pensavo che richiedesse troppo sforzo mentale: sarebbe stato troppo estenuante. Dopo il matrimonio, pensavo anch’io a come mangiare bene, vestirmi bene e godermi la vita. Credevo che nella vita le persone dovessero concentrarsi sul godimento e che questo fosse il modo di trattare bene sé stessi, e se non ti trattavi bene, eri un idiota. Quando ho iniziato a credere in Dio, vivevo ancora per soddisfare la carne. Quando svolgevo i miei doveri, ero scaltra, infida e superficiale. Non avevo il minimo senso di responsabilità verso il mio dovere, e non volevo soffrire affatto né pagare il minimo prezzo. Non appena incontravo una difficoltà, mi ritiravo, e anche quando era qualcosa che avrei dovuto fare, la scansavo se possibile. Ho visto che vivevo facendo affidamento su questi veleni satanici. Ero estremamente egoista e spregevole. Mettevo il profitto al primo posto e non avevo umanità. Il lavoro di irrigazione è cruciale per il progresso vitale di ogni nuovo arrivato. Ero ben consapevole che se i nuovi arrivati erano negativi e non andavano alle riunioni, dovevo condividere rapidamente sulla verità per risolvere questo, ma poiché ero pigra e timorosa della sofferenza della carne, ho ritardato e non ho risolto i problemi. Ero una falsa leader. Semplicemente non ero degna di svolgere i doveri di un leader!
In seguito, ho letto altre parole di Dio: “In cosa i falsi leader mostrano principalmente la loro falsità? L’aspetto più evidente è che non svolgono lavoro reale; si limitano a svolgere alcuni compiti in modo da dare una buona immagine e poi considerano la cosa conclusa, iniziando quindi a godere dei vantaggi del loro prestigio. A prescindere da quanto lavoro di questo tipo facciano, significa forse che stanno svolgendo lavoro reale? La maggior parte dei falsi leader comprende la verità in modo impuro, capendo soltanto alcune parole e dottrine, il che rende molto difficile svolgere bene un lavoro reale. Una parte dei falsi leader non è nemmeno in grado di risolvere le questioni relative alle faccende generali; è chiaro che possiedono scarsa levatura e sono privi di comprensione spirituale. Non c’è assolutamente alcun valore nel coltivarli. Alcuni falsi leader posseggono un po’ di levatura, ma non svolgono un lavoro reale e indulgono nelle comodità della carne. Le persone che indulgono nelle comodità della carne non sono molto diverse dai maiali. I maiali passano le loro giornate a dormire e a mangiare. Non fanno nulla. Tuttavia, dopo un anno di duro lavoro perché siano ben nutriti, quando l’intera famiglia ne mangia la carne alla fine dell’anno, si può dire che abbiano reso un servizio. Se un falso leader viene mantenuto come un maiale, a mangiare e bere gratuitamente tre volte al giorno, a crescere grasso e forte, ma non svolge alcun lavoro reale ed è un inconcludente, mantenerlo non è stato forse inutile? È servito a qualcosa? Costui può solo prestare servizio facendo da contrasto e andrebbe eliminato. È veramente meglio tenere un maiale che un falso leader. I falsi leader possono anche avere il titolo di ‘leader’, possono occupare questa posizione, e mangiare bene tre volte al giorno e godere di molta grazia da parte di Dio, e alla fine dell’anno ritrovarsi rosei e in carne per tutto il cibo mangiato: ma che dire del lavoro? Guarda tutto quello che hai realizzato nel tuo lavoro in quest’anno: hai ottenuto dei risultati in qualche ambito lavorativo quest’anno? Che lavoro reale hai svolto? La casa di Dio non ti chiede di svolgere ogni lavoro alla perfezione, ma devi assolvere bene i lavori chiave: il lavoro del Vangelo, ad esempio, o la produzione cinematografica, il lavoro basato sui testi, e così via. Tutti questi lavori devono essere produttivi. In circostanze normali, la maggior parte del lavoro dovrebbe produrre risultati e raggiungere traguardi dopo un periodo che va dai tre ai cinque mesi; se dopo un anno non è stato raggiunto alcun traguardo, allora è un problema serio. Nell’ambito delle tue responsabilità, qual è stato il lavoro più fruttuoso? Per quale hai pagato il prezzo più elevato e sofferto di più durante l’anno? Presenta questo traguardo e rifletti sul fatto che tu abbia o meno raggiunto qualche traguardo di valore in quest’anno in cui hai goduto della grazia di Dio; dovresti avere una chiara percezione di questo nel cuore. Cosa mai stavi facendo per tutto questo tempo mentre mangiavi il cibo della casa di Dio e godevi della grazia di Dio? Hai raggiunto qualcosa? Se non hai raggiunto nulla, allora te la stai solo cavando alla bell’e meglio; sei un vero e proprio falso leader. Tali leader andrebbero destituiti ed eliminati? (Sì.)” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (4)”). Ho visto come Dio ha detto: “Le persone che indulgono nelle comodità della carne non sono molto diverse dai maiali”. “Cosa mai stavi facendo per tutto questo tempo mentre mangiavi il cibo della casa di Dio e godevi della grazia di Dio?” “Tali leader andrebbero destituiti ed eliminati?” Queste parole mi hanno trafitto il cuore. Agli occhi di Dio, coloro che indulgono negli agi carnali senza fare un lavoro concreto sono falsi leader. Svolgono il loro dovere senza assolutamente alcun effetto e sono indegni di rimanere nella casa di Dio. Ho pensato: cosa ho fatto esattamente nello svolgere il mio dovere? Quali risultati ho ottenuto? Che io sia stata in grado di svolgere i doveri di un leader è stata la grazia di Dio. Dio sperava che facessi un lavoro concreto e adempissi alle responsabilità e agli obblighi che un essere creato dovrebbe adempiere. Ma come ho trattato il mio dovere? Mostravo costantemente considerazione per la carne e non mostravo alcun senso di responsabilità verso il mio dovere. Di fronte ai problemi nel mio dovere, non ho condiviso e non li ho risolti. Aspettavo che la sorella con cui collaboravo facesse qualsiasi lavoro che richiedesse prendersi disturbo o pagare un prezzo. Occupavo la posizione di leader, ma non facevo un lavoro concreto. Ero scaltra e infida, e non mi assumevo alcuna responsabilità né sopportavo alcuna sofferenza. Pensavo costantemente a vivere nell’agio. Non ero forse uguale a un maiale? Qual è il significato di vivere così? Se avessi continuato in questo modo, sarei stata certamente abbandonata ed eliminata da Dio! Pensando a questo, mi sono veramente odiata. Sono venuta davanti a Dio e ho pregato Dio: “Mio Dio, nel Tuo smascheramento ho visto che sono così egoista e spregevole. Tutto ciò che ho fatto è così detestabile e disgustoso per Te. Mio Dio, sono disposta a pentirmi e a cambiare il mio atteggiamento verso lo svolgimento del mio dovere. Adempirò al mio dovere e alle mie responsabilità, e non vivrò più per la carne”. In seguito, sono andata alle riunioni di gruppo per capire cosa stesse succedendo con i lavoratori dei testi. Ho condiviso sui loro stati e sulle difficoltà nei loro doveri per aiutarli. Ho anche tenuto riunioni per gli irrigatori, e, insieme a tutti, ho cercato le ragioni per cui il lavoro di irrigazione non produceva risultati, invertendo prontamente le deviazioni. Attraverso la cooperazione concreta, il lavoro di irrigazione ha mostrato un miglioramento, alcuni nuovi arrivati hanno persino predicato attivamente il Vangelo. Ho sperimentato che tutto questo era la guida di Dio.
Nel dicembre 2023, la mia collaboratrice veniva seguita e monitorata dalla polizia, quindi è stata temporaneamente impossibilitata a svolgere i suoi doveri. In quel momento, tutto il lavoro si è accumulato solo su di me: il lavoro del Vangelo, il lavoro di irrigazione, il lavoro di epurazione e il lavoro basato sui testi. Di fronte a tutto questo lavoro da gestire, mi sono sentita sotto così tanta pressione che riuscivo a malapena a respirare. Ho pensato tra me: “Tutto questo lavoro, e devo farlo da sola. Come posso farcela? Quanta sofferenza dovrò sopportare e quale prezzo elevato dovrò pagare? Anche se lavorassi giorno e notte, non riuscirei a finirlo. Se continua così, finirò per crollare per la stanchezza!” Mi sono sentita repressa e infelice nel cuore. In questo momento, mi sono resa conto che il mio stato era errato. Avevo ancora paura che la carne soffrisse e pensavo di indulgere nell’agio. Così ho pregato frettolosamente Dio, e ho chiesto a Dio di proteggere il mio cuore affinché potessi prima calmarmi e sottomettermi a questo ambiente. In seguito, ho letto le parole di Dio: “Ciò che le persone dovrebbero fare è dare il massimo per realizzare ciò che spetta loro. Fintanto che acquisisci consapevolezza, percepisci nel cuore, vedi nelle parole di Dio, ricevi dei promemoria da chi hai intorno o ti viene dato un qualsiasi segnale o presagio da Dio che ti fornisca informazioni sul fatto che questo è qualcosa che dovresti fare, che è un incarico che ti affida Dio, allora dovresti adempiere alla tua responsabilità e non startene seduto con le mani in mano o in disparte a guardare. Non sei un robot; hai una mente e dei pensieri. Quando succede qualcosa, sai assolutamente cosa dovresti fare e possiedi sicuramente sensazioni e consapevolezza. Applica quindi queste sensazioni e questa consapevolezza alle situazioni effettive, vivile e trasformale in azioni, e in questo modo avrai adempiuto alla tua responsabilità. Per le cose di cui riesci ad avere consapevolezza, dovresti praticare in base alle verità principi che comprendi. In questo modo, stai facendo del tuo meglio e sforzandoti al massimo per assolvere il tuo dovere” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (21)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho avuto un po’ di fede. Dio aveva permesso che questo ambiente mi capitasse perché imparassi a ribellarmi alla carne, sperimentare le parole di Dio, e credere che Dio Stesso stava compiendo la Sua opera. Dovevo solo fare le cose che capivo ed ero in grado di fare al meglio delle mie capacità: era sufficiente. Quando ho pensato in questo modo, non mi sono sentita più così infelice e repressa. Successivamente, ho gestito e risolto prima i problemi importanti e cruciali. Un predicatore ha inviato una lettera per dire che avrei dovuto prima eleggere leader e diaconi per i posti vacanti in ciascuna delle chiese. Poi tutti avrebbero potuto condividere il fardello del lavoro e sarebbe stato più facile. Attraverso la coordinazione delle forze di tutti per lavorare insieme in un solo accordo, i leader e i diaconi sono stati eletti e il lavoro non ne è stato influenzato troppo.
Dopo aver sperimentato questo smascheramento, ho compreso la mia natura satanica egoista e spregevole, e il mio atteggiamento verso lo svolgimento del mio dovere ha subito alcune trasformazioni. Grazie a Dio!