44. Non cerco più di salvarmi la faccia

di Tracey, Birmania

Nel settembre del 2023, i miei fratelli e sorelle mi hanno eletta leader nella chiesa, principalmente responsabile del lavoro di irrigazione. A questa notizia, mi sono sentita molto sotto pressione. Ho pensato: “Il lavoro della chiesa coinvolge molti compiti. Ho appena iniziato a formarmi e non ho esperienza. Se vado a seguire il lavoro dei miei fratelli e sorelle e ci sono alcune cose che non riesco a gestire, cosa penseranno di me? Diranno che manco di ragione, che seguo il lavoro altrui senza sapere come farlo io stessa?” Poiché non volevo che scoprissero le mie carenze e mi guardassero dall’alto in basso, ho rifiutato il dovere di leader. Ho detto al supervisore: “È meglio che lavori sodo al mio dovere attuale”. Il supervisore mi ha incontrata e ha condiviso con me: “Le tue richieste verso te stessa sono troppo alte. Tutti hanno delle carenze ed è molto normale che ci siano alcune manchevolezze nel nostro lavoro. I requisiti di Dio nei nostri confronti non sono così alti. Ciò che Egli apprezza è l’atteggiamento verso il nostro dovere. Inoltre, guarda se mettiamo tutto l’impegno nel nostro lavoro”. Quando ho sentito le parole del supervisore, ho pensato che avesse ragione. Tutti hanno carenze e manchevolezze, ecco perché tutti abbiamo bisogno di formarci e studiare di più. Non avrei dovuto rifiutare questo dovere. In seguito, ho riflettuto su me stessa. Perché continuavo a cercare di rifiutare quando questo dovere mi chiamava?

Un giorno, durante le devozioni spirituali, ho letto un passo delle parole di Dio: “Se vuoi offrire tutta la tua lealtà in tutte le cose per soddisfare le intenzioni di Dio, non puoi farlo svolgendo solamente un dovere; devi accettare qualsiasi incarico Dio ti affidi. Che corrisponda o meno ai tuoi gusti o ai tuoi interessi, o sia qualcosa che non ti piace, che non hai mai fatto prima o che è difficile, dovresti comunque accettarlo e sottometterti. Non solo devi accettarlo, devi anche collaborare in modo proattivo e impararlo, mentre ne fai esperienza e ottieni l’ingresso. Anche se affronti avversità, sei stanco, vieni umiliato o ostracizzato, devi comunque offrire tutta la tua lealtà. Solo praticando in questo modo, sarai in grado di offrire tutta la tua lealtà in tutte le cose e soddisfare le intenzioni di Dio. Devi considerarlo come il tuo dovere da svolgere, non come una faccenda personale. In che modo dovresti intendere i doveri? Come un incarico che il Creatore, Dio, assegna a qualcuno; è così che nascono i doveri delle persone. L’incarico che Dio ti affida è il tuo dovere, ed è perfettamente naturale e giustificato che tu svolga il tuo dovere come Dio esige. Se ti è chiaro che questo dovere è un incarico da parte di Dio, che si tratta del Suo amore e della Sua benedizione che discendono su di te, allora sarai in grado di accettare il tuo dovere con un cuore che ama Dio, sarai in grado di avere considerazione per le Sue intenzioni mentre svolgi il tuo dovere, e saprai superare ogni difficoltà per soddisfarLo. Coloro che si spendono veramente per Dio non potrebbero mai rifiutare il Suo incarico; non potrebbero mai rifiutare alcun dovere. Qualunque sia il dovere che Dio ti affida, indipendentemente dalle difficoltà che comporta, non dovresti rifiutarlo, ma accettarlo. Questo è il cammino di pratica, ossia praticare la verità e offrire tutta la tua lealtà in tutte le cose al fine di soddisfare Dio. Qual è il fulcro della questione? È nelle parole ‘in tutte le cose’. ‘Tutte le cose’ non significa necessariamente le cose che ti piacciono o che sei bravo a fare, e tanto meno le cose che ti sono familiari. A volte ci saranno cose in cui non sei bravo, cose che dovrai imparare, cose difficili, o cose per cui dovrai soffrire. Tuttavia, indipendentemente da cosa si tratti, se ti è stato affidato da Dio, devi accettarlo da parte Sua; devi accettare e svolgere bene il tuo dovere, offrendogli tutta la tua lealtà e soddisfacendo le intenzioni di Dio. Questo è il cammino di pratica. Qualunque cosa accada, devi sempre cercare la verità e, una volta certo di quale tipo di pratica sia in linea con le intenzioni di Dio, devi praticare in questo modo. Soltanto se agisci in questo modo stai praticando la verità, e solo in questo modo puoi entrare nella verità realtà(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dalle parole di Dio, ho capito che, per soddisfare le Sue intenzioni, dobbiamo accettare qualsiasi dovere che viene da Lui. Il dovere per il quale siamo chiamati può essere uno che non abbiamo mai fatto prima, quindi dobbiamo dedicare tempo e sforzi per impararlo e la nostra carne deve soffrire di più. Oppure il nostro orgoglio può essere ferito a causa delle nostre carenze, ma nonostante tutto dobbiamo avere un cuore semplice e obbediente. Questo è l’atteggiamento verso il dovere che un essere creato dovrebbe avere. Ho guardato a me stessa per fare un confronto. Quando ho scoperto di essere stata eletta leader nella chiesa, sapevo che i leader devono seguire le varie attività del lavoro nella chiesa, ma ero carente sotto tutti gli aspetti, quindi mi preoccupavo che, se avessi incontrato dei problemi che non fossi riuscita a gestire mentre seguivo il lavoro e non avessi saputo indicare una soluzione ai miei fratelli e sorelle, tutti mi avrebbero sicuramente guardata dall’alto in basso e avrebbero detto che ero incompetente. Perciò, ho trovato scuse per dire che non sapevo come fare molti compiti e che non sarei stata all’altezza del lavoro. Quando questo dovere mi ha chiamata, non ho pensato a come mostrare considerazione per le intenzioni di Dio e farmi carico del mio dovere; invece, volevo declinarlo perché la gente non mi guardasse dall’alto in basso. Non ho protetto affatto il lavoro della chiesa. Ero particolarmente egoista e spregevole. Dio mi ha graziata permettendomi di svolgere il dovere di leader. Questa era una grande opportunità per ottenere la verità e avrei dovuto svolgere bene il mio dovere con un atteggiamento proattivo e positivo. Quando ho capito questo, sono stata disposta a invertire la mia mentalità errata. Sebbene avessi così tante carenze e manchevolezze, ero disposta a imparare dai miei fratelli e sorelle. Perciò, ho detto al supervisore che ero pronta a formarmi per essere una leader.

In seguito, ho letto le parole di Dio: “Il primo sono coloro che possono essere supervisori dei vari aspetti del lavoro. Il primo requisito per loro è che possiedano l’abilità e la levatura per comprendere la verità. Questo è il requisito minimo. Il secondo requisito è che si assumano un fardello: ciò è indispensabile(La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (5)”). “Qualcuno potrebbe chiedere: ‘Come mai i criteri che le persone di talento dovrebbero soddisfare per essere promosse e coltivate non includono la comprensione della verità, il possesso della verità realtà e la capacità di temere Dio e di fuggire il male? Come mai non includono la capacità di conoscere Dio e di sottomettersi a Lui, la lealtà a Dio e l’essere degli esseri creati all’altezza degli standard? Queste cose sono state lasciate da parte?’ DiteMi, se qualcuno comprende la verità ed è entrato nella verità realtà, è in grado di sottomettersi a Dio, Gli è leale, ha un cuore che Lo teme e inoltre Lo conosce, non Gli si oppone ed è un essere creato all’altezza degli standard, ha comunque bisogno di essere coltivato? Se ha veramente raggiunto tutto questo, il risultato della coltivazione non è già stato ottenuto? (Sì.) Pertanto, i requisiti per le persone di talento da promuovere e coltivare non includono questi criteri. Poiché i candidati vengono promossi e coltivati tra gli esseri umani che non comprendono la verità e che sono pieni di indole corrotta, non è possibile che questi candidati che vengono promossi e coltivati possiedano già la verità realtà, o che già si sottomettano pienamente a Dio, né tanto meno che Gli siano già assolutamente leali, e certamente essi sono ancor più lontani dal conoscere Dio e dall’avere un cuore che Lo teme. I criteri principali che tutti i tipi di individui di talento dovrebbero soddisfare per essere promossi e coltivati sono quelli che abbiamo appena citato, sono questi i più realistici e specifici(La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (5)”). “DiteMi, in che modo si può essere persone comuni e normali? In che modo si può, come dice Dio, assumere il posto che si confà a un essere creato, come si può non cercare di essere superuomini o personalità di spicco? Come si dovrebbe praticare per essere una persona comune e normale? Come si può fare? Chi vuole rispondere? (Innanzitutto dobbiamo ammettere di essere persone ordinarie, persone molto comuni. Ci sono tante cose che non capiamo, che non comprendiamo e che non riusciamo a vedere con chiarezza. Dobbiamo ammettere di essere corrotti e imperfetti. Dopodiché, dobbiamo avere un cuore sincero e presentarci più spesso al cospetto di Dio per ricercare.) In primo luogo non darti un titolo e non diventarne vincolato, dicendo: ‘Io sono il leader, io sono il capogruppo, io sono il supervisore, nessuno conosce quest’attività meglio di me, nessuno comprende le competenze meglio di me’. Non farti prendere dal titolo che ti sei assegnato da solo. Non appena lo farai, esso ti legherà mani e piedi e ciò che dirai e farai ne risentirà. Anche il tuo normale modo di pensare e di giudicare ne risentirà. Devi liberarti dai vincoli di tale prestigio. Per prima cosa, ridimensiona questa posizione e questo titolo ufficiale e mettiti al posto di una persona comune. Se lo fai, la tua mentalità si normalizzerà in una certa misura. Devi inoltre ammettere: ‘Non so come fare questo, e neanche capisco quello: dovrò condurre ricerche e studi’, oppure: ‘Non mi è mai capitato prima, quindi non so cosa fare’. Quando sarai in grado di dire ciò che pensi veramente e di parlare sinceramente sarai in possesso di normale ragionevolezza. Altre persone conosceranno il vero te e avranno quindi una visione normale di te e tu non dovrai fingere né ti sentirai sotto una forte pressione, e sarai pertanto in grado di comunicare normalmente con le persone. Vivere in questo modo è liberatorio e facile; chi trova la vita stremante ne è personalmente la causa. Non fingere e non simulare. Apriti prima di tutto in merito a ciò che pensi in cuor tuo, ai tuoi veri pensieri, in modo che tutti ne siano consapevoli e li comprendano. Di conseguenza le tue preoccupazioni, le barriere e i sospetti tra te e gli altri verranno meno. C’è anche un’altra cosa che ti ostacola. Ti consideri sempre il capogruppo, un leader, un lavoratore o qualcuno in possesso di un titolo, di prestigio e di una reputazione: se ammetti di non capire qualcosa o di non saper fare qualcosa, non stai forse denigrando te stesso? Quando metti da parte queste catene nel tuo cuore, quando smetti di pensare a te stesso come a un leader o a un lavoratore, quando smetti di ritenerti migliore degli altri e senti di essere una persona comune, uguale a tutti gli altri e che esistono ambiti in cui sei inferiore agli altri, quando condividi in merito alla verità e alle questioni lavorative con questo atteggiamento l’effetto è diverso, come lo è l’atmosfera(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Fare tesoro delle parole di Dio è il fondamento della fede in Dio”). Dalle parole di Dio, ho compreso i principi della Sua casa nel promuovere e coltivare le persone. Non è vero che solo le persone che possiedono la verità realtà o sanno fare tutte le varie attività del lavoro possono essere promosse e coltivate per essere leader. Al contrario, purché si abbia la capacità di comprendere la verità, si abbia una discreta umanità, si porti un fardello nello svolgimento del proprio dovere e si sia disposti a imparare anche se non si ha esperienza, si può essere coltivati. Inoltre, se si è eletti leader, non ci si deve mettere su un piedistallo e ci si dovrebbe collocare nella posizione corretta e ammettere di essere solo una persona ordinaria, e che, qualunque sia il lavoro, non si è nati capaci di farlo; quando si incontrano cose che non si sa come fare o non si capiscono, si può chiedere ai propri fratelli e sorelle. Mi sono ricordata che, quando avevo iniziato a formarmi per irrigare i nuovi arrivati, non sapevo come fare il lavoro, ma all’epoca mi ero resa conto che irrigare i nuovi arrivati è una formazione su come usare la verità per risolvere i problemi, cosa che era vantaggiosa per il mio accesso alla vita, e così avevo la motivazione per svolgere bene il mio dovere. Quando, poco a poco, mi sono formata insieme ai miei fratelli e sorelle, dopo un po’ sono anche riuscita a risolvere alcuni problemi. Mi sono resa conto che, a prescindere da quale sia il lavoro, non è vero che lo si possa svolgere solo una volta che si sa come farlo e lo si capisce; è sempre necessario sottoporsi a un processo di studio e formazione. Tuttavia, io ero governata dalla mia indole arrogante e pensavo che, se fossi stata una leader della chiesa, allora avrei dovuto capire più degli altri ed essere più brava di loro nel lavoro. Solo in questo modo sarei stata qualificata per andare a seguire il lavoro di altre persone. Pensavo anche che, se non fossi riuscita a farlo o non l’avessi capito io stessa, allora gli altri mi avrebbero sicuramente guardata dall’alto in basso, e così ho rifiutato il dovere. Non conoscevo la mia vera misura. Ero troppo priva di ragione! In realtà, i requisiti di Dio nei nostri confronti non sono alti: semplicemente essere persone ordinarie e affrontare con calma le nostre manchevolezze, cercare attivamente aiuto dai fratelli e sorelle riguardo alle cose che non capiamo e cercare la verità per compensare le nostre carenze. Se ci formiamo gradualmente in questo modo, il nostro progresso sarà più veloce. Una volta capito ciò, ero disposta ad abbandonare il punto di vista fallace secondo cui “Sono una leader, devo essere migliore degli altri e capire più degli altri” e a praticare l’essere una persona onesta. Ho accettato il dovere di leader dal profondo del mio cuore.

All’inizio, ero responsabile solo della chiesa in cui mi trovavo. Conoscevo abbastanza bene il personale e il lavoro della chiesa, ma non molto tempo dopo, il supervisore mi ha chiesto di assumermi la responsabilità del lavoro di diverse altre chiese. Ho pensato tra me: “Le capacità lavorative dei fratelli e delle sorelle in queste chiese sono molto buone. Credono in Dio da più tempo di me. Non sono brava come loro. Se non so fare molte cose quando seguo il loro lavoro, cosa penseranno di me? Mi guarderanno dall’alto in basso?” Ho inviato un messaggio al supervisore dicendo che non ero all’altezza e non potevo farlo. Il supervisore mi ha chiesto di provare a formarmi e vedere. In seguito, mi sono ricordata di un passo delle parole di Dio che avevo letto precedentemente: “Per tutti coloro che svolgono un dovere, indipendentemente da quanto profonda o superficiale sia la loro comprensione della verità, il modo più semplice di praticare l’accesso alla verità realtà è pensare agli interessi della casa di Dio in ogni cosa e abbandonare i propri desideri egoistici, gli intenti personali, le proprie motivazioni, l’orgoglio e il prestigio. Mettere gli interessi della casa di Dio al primo posto è il minimo che si dovrebbe fare. Se un individuo che svolge un dovere non sa fare neppure questo, allora come si può affermare che lo sta svolgendo? Quello non è svolgere il proprio dovere. Per prima cosa dovresti pensare agli interessi della casa di Dio, tenere in considerazione le Sue intenzioni e il lavoro della chiesa. Metti queste cose di fronte a tutto; soltanto in seguito puoi pensare alla stabilità del tuo prestigio o a come gli altri ti considerano. Non trovi che sia un po’ più facile dividere tutto in due passaggi e accettare qualche compromesso? Praticando così per un po’, arriverai a sentire che soddisfare Dio non è poi così difficile. Inoltre, dovresti essere in grado di ottemperare alle tue responsabilità, adempiere ai tuoi obblighi, assolvere il tuo dovere e mettere da parte i tuoi desideri egoistici, i tuoi intenti e le tue motivazioni; dovresti mostrare considerazione per le intenzioni di Dio e porre al primo posto gli interessi della Sua casa, il lavoro della chiesa e il dovere che devi assolvere. Dopo aver sperimentato ciò per qualche tempo, capirai che questo è un buon modo di comportarsi. È vivere in maniera retta e onesta e non essere una persona abietta e vile; è vivere giustamente e onorevolmente anziché essere spregevole, abietto e un buono a nulla. Ti renderai conto che è così che una persona dovrebbe agire e che quella è l’immagine che dovrebbe vivere. Il desiderio di soddisfare i tuoi interessi si affievolirà a poco a poco(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). Meditando sulle parole di Dio, ho capito che per svolgere bene il mio dovere dovevo rinunciare al mio orgoglio e al mio prestigio e dare priorità agli interessi della casa di Dio in ogni occasione: solo questo avrebbe soddisfatto Dio. Questo dovere che mi chiamava era Dio che mi esaltava, spingendomi a cercare di più la verità e a percorrere il cammino di perseguire la verità. Ho pensato a quanto fosse tesa la situazione in Myanmar per via della guerra costante. Non sapevo per quanto tempo sarei stata in grado di fare il mio dovere. Ora che avevo la possibilità di svolgerlo, avrei dovuto custodirlo attentamente e non potevo declinarlo perché ero preoccupata di ciò che gli altri avrebbero pensato di me. Non importa quali problemi sarebbero stati smascherati nel mio dovere in futuro, avrei dovuto affrontare con calma le mie manchevolezze. A questo pensiero, il mio cuore si è sentito un po’ più a proprio agio. Un giorno, ho incontrato il fratello e la sorella con cui lavoravo e ho discusso il lavoro imminente. Mi sono aperta con entrambi e ho detto: “Ho molte carenze e non so fare molti dei compiti, quindi dobbiamo lavorare insieme”. Mentre aprivo la bocca per dire questo, il mio viso era rosso vivo. Sebbene sentissi di aver perso un po’ la faccia, dopo aver ammesso con loro le mie carenze e aver parlato col cuore, dentro di me mi sono sentita molto a mio agio. Il mio fratello e la mia sorella non mi hanno guardata dall’alto in basso ed erano disposti a collaborare con me per fare bene il lavoro.

Un giorno, ho letto un altro passo delle parole di Dio e ho acquisito una certa comprensione della causa profonda del mio rifiuto del dovere. Dio Onnipotente dice: “Invece di ricercare la verità, la maggior parte delle persone ha secondi fini personali e meschini. I loro interessi, la loro reputazione e il posto o la posizione che occupano nella mente degli altri sono di grande importanza per loro. Queste sono le uniche cose che hanno a cuore. Si aggrappano a queste cose con una presa ferrea e le considerano la loro stessa vita. E il modo in cui sono viste o trattate da Dio è di secondaria importanza; per il momento, lo ignorano; per il momento, considerano solamente se siano i capi del gruppo, se le altre persone le ammirino e se le loro parole abbiano un peso. La loro principale preoccupazione è rivestire tale posizione. Quando si trovano in un gruppo, quasi tutte le persone cercano questo tipo di posizione, questo tipo di opportunità. Se sono molto talentuose, naturalmente vogliono essere il capobranco; se dotate di media abilità, vorranno comunque occupare una posizione più alta all’interno del gruppo; e se occupano una posizione bassa nel gruppo, essendo di levatura e abilità medie, anche loro vorranno che gli altri le ammirino, non vorranno essere guardate dall’alto in basso. La reputazione e la dignità di queste persone tracciano il loro confine: devono mantenersi saldamente attaccate a queste cose. Possono non avere integrità, e non possedere né l’approvazione né l’accettazione di Dio, ma non possono assolutamente perdere il rispetto, il prestigio o la stima che hanno lottato per ottenere in mezzo agli altri: questa è l’indole di Satana. Tuttavia, le persone non hanno consapevolezza di ciò. Credono di doversi aggrappare fino alla fine a questo scampolo di reputazione. Non sono consapevoli del fatto che solo quando abbandoneranno e metteranno da parte completamente queste cose vane e superficiali diventeranno delle vere persone. Se le persone difendono come la vita queste cose che andrebbero scartate, la loro vita è perduta. Non sanno cosa c’è in gioco. E così, quando agiscono, trattengono sempre qualcosa, cercano sempre di proteggere la propria reputazione e il proprio prestigio, li mettono al primo posto, parlando solo per i propri fini, per la propria difesa pretestuosa. Tutto quello che fanno lo fanno per sé stessi. Si precipitano su qualsiasi cosa che risalti, facendo sapere a tutti che vi hanno preso parte. In realtà non vi hanno niente a che fare, ma non vogliono mai essere lasciati in secondo piano, hanno sempre paura che gli altri li guardino dall’alto in basso, hanno sempre paura che gli altri dicano che non valgono niente, che non sono in grado di fare nulla, che non posseggono capacità. Tutto questo non è forse guidato dalla loro indole satanica? Quando riuscirai a rinunciare a cose come la reputazione e il prestigio, sarai molto più rilassato e libero; avrai intrapreso la strada dell’onestà. Ma per molti ciò non è facile da realizzare. Quando c’è una telecamera, ad esempio, le persone si precipitano in prima fila; amano apparire in camera, e maggiore è la visibilità, meglio è; hanno paura di non avere abbastanza visibilità, e pagherebbero qualunque prezzo per avere la possibilità di ottenerne. E tutto questo non è forse guidato dalla loro indole satanica? Questa è la loro indole satanica. E cosa accade dopo che hai ottenuto visibilità? La gente ha alta stima di te: e allora? Ti idolatra: e con ciò? Tutto questo prova forse che possiedi la verità realtà? Niente di tutto questo ha valore. Quando saprai spingerti al di là di queste cose, quando ti diventeranno indifferenti e non le riterrai più importanti, quando la reputazione, la vanità, il prestigio e l’ammirazione da parte degli altri non controlleranno più i tuoi pensieri e il tuo comportamento, né tanto meno il modo in cui svolgi il tuo dovere, allora assolverai il tuo dovere in maniera sempre più efficiente e pura(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che tutte le persone apprezzano il prestigio e, insieme alla propria reputazione, lo tengono in considerazione in ogni occasione e in tutto ciò che fanno. Ho ripensato all’inizio, quando ero stata eletta leader della chiesa. Poiché avevo appena iniziato a formarmi e avevo molte carenze, temevo che, se avessi seguito il lavoro dei miei fratelli e sorelle mentre c’erano molte cose che non sapevo come fare, sarei apparsa veramente incompetente. Affinché le persone non mi guardassero dall’alto in basso, avevo rifiutato più volte il mio dovere. Il fatto che avessi la possibilità di formarmi per essere una leader era l’esaltazione di Dio nei miei confronti. Dio sperava che potessi intraprendere il cammino di perseguire la verità ed eliminare gradualmente la mia indole corrotta. Tuttavia, non avevo apprezzato il favore e avevo continuato a cercare di declinare il mio dovere per salvare la faccia. Questo era ribellarsi a Dio. In questi anni, avevo goduto dell’irrigazione e della fornitura di così tante parole di Dio, ma quando il lavoro della chiesa richiedeva che lo facessi, non avevo pensato a come adempiere le mie responsabilità o a come ripagare la Sua grazia. Ero veramente troppo priva di umanità! In realtà, da quando sono diventata leader, mi sono gradualmente munita di alcune verità nell’ambito del discernimento e mi sono formata per usare la verità per risolvere i problemi. Come leader, ho sperimentato molte cose e ho avuto molte opportunità di ottenere la verità. Tutti questi erano guadagni reali! Se non avessi servito come leader e non avessi seguito il lavoro degli altri, le mie carenze non sarebbero state smascherate e avrei salvato la faccia. Tuttavia, alla fine non avrei ottenuto la verità e la mia indole non sarebbe cambiata. Alla fine non sarebbe stato tutto vuoto? In sostanza, avrei solo perso la mia possibilità di salvezza e mi sarei rovinata. È spaventoso pensarci. In seguito, sono stata in grado di svolgere normalmente il mio dovere senza essere così limitata dalla reputazione.

Una volta, sono andata in una chiesa per partecipare a una delle loro riunioni. Una sorella ha espresso idee chiare nel comunicare riguardo al lavoro e volevo aggiungere qualcosa. Tuttavia, poiché sentivo che la mia sorella aveva parlato così bene e in modo così completo, non ho detto nulla. Ho pensato tra me: “Se vengo qui e non do qualche consiglio, cosa penseranno di me i miei fratelli e sorelle? Non penseranno che sono davvero inutile e priva di qualsiasi capacità lavorativa?” A questo pensiero, mi sono sentita un po’ imbarazzata e ho pensato che i miei fratelli e sorelle mi avessero certamente capita a fondo. Così non volevo più partecipare alle loro riunioni. In quei giorni, non ho seguito il loro lavoro né mi sono informata su di esso. In quel periodo, ho biasimato un po’ me stessa: “Non ho seguito il lavoro perché avevo paura che i fratelli e le sorelle mi guardassero dall’alto in basso. Non è questa una negligenza nel dovere? Se non seguo il lavoro per molto tempo, perderò sicuramente questo dovere e perderò molte opportunità di ottenere la verità. Non posso considerare costantemente cosa pensano gli altri di me. Per quanto le persone mi stimino molto, è inutile. La cosa fondamentale è cosa pensa Dio di me: questo è più importante”. Perciò, ho rinunciato al mio orgoglio e sono andata a seguire il lavoro. In seguito, ho elaborato un piano per me stessa, delineando quali chiese avrei seguito in una settimana e quali aspetti del lavoro avrei approfondito. All’inizio, ero molto nervosa. Temevo di non essere in grado di esprimermi bene e che i miei fratelli e sorelle mi avrebbero guardata dall’alto in basso. Ogni volta che succedeva questo, mi calmavo e pregavo Dio, chiedendoGli di impedirmi di essere limitata dalla reputazione. Quando ho corretto la mia mentalità, sono stata in grado di calmare il mio cuore e di seguire il lavoro normalmente. Inoltre, seguendo il lavoro, ho scoperto che i fratelli e le sorelle avevano tutti alcuni punti di forza, e attraverso questi sono stata in grado di compensare le mie debolezze. A volte, se incontravo un problema che non riuscivo a comprendere seguendo il lavoro, ne parlavo direttamente con loro: “Non riesco ancora a comprendere questo problema, quindi cercherò più tardi”. Praticando in questo modo, il mio cuore si è sentito molto a proprio agio. Che io sia stata in grado di ottenere questa leggera comprensione e raggiungere questo piccolo cambiamento è un risultato ottenuto dalle parole di Dio. Grazie a Dio!

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