55. Una scelta in un ambiente pericoloso
Lavoro come predicatrice nella chiesa e sono responsabile del lavoro di diverse chiese. Una notte, nel gennaio del 2024, sorella Liu Min mi ha inoltrato un documento sull’espulsione del giuda Zhang e mi ha detto: “Zhang ha venduto molti leader e lavoratori dopo essere stata arrestata. Ha venduto anche te. Devi stare attenta”. Quando l’ho saputo, mi sono sentita un po’ nervosa e ho pensato: “Zhang mi ha venduta e ora sono diventata un bersaglio, perseguitata dal PCC. In futuro potrei essere arrestata, quindi devo veramente stare attenta!”
Un giorno di aprile, ho ricevuto un’altra lettera da una collaboratrice, che diceva: “Dopo essere stata arrestata, anche Yu è diventata un giuda e ti ha tradita, ma non so se ha identificato la tua fotografia. Devi stare attenta”. Quando ho sentito questo, mi sono preoccupata ancora di più e ho pensato: “Se la polizia del PCC ha la mia foto e chiede persino a un giuda di identificarmi, allora la mia situazione è veramente troppo pericolosa! Ora ci sono telecamere ad alta definizione dappertutto, oltre alla sorveglianza con i droni. Sarò monitorata ovunque vada e, prima o poi, verrò arrestata! Quando la polizia cattura leader e lavoratori, li perseguita fino alla morte. Se vengo arrestata e non riesco a sopportare la tortura, diventando un giuda o essendo picchiata a morte, allora la mia fede non sarà stata vana?” Più ci pensavo, più mi spaventavo. Sentivo che essere una leader o una lavoratrice era troppo pericoloso. In quel periodo, il lavoro del Vangelo nelle chiese di cui ero responsabile non dava risultati. Volevo andare a scoprire perché, ma poi ho pensato che ero perseguitata dal PCC e che gli ambienti delle chiese di cui ero responsabile erano ostili. Se fossi stata monitorata dal PCC mentre andavo lì, mi avrebbero potuta arrestare in qualsiasi momento. Quando ho pensato a questo, non ho osato andare. In quel periodo, molti fratelli e sorelle vivevano nella paura e nell’esitazione, ed erano passivi nello svolgere i loro doveri. In particolare, il lavoro del Vangelo non mostrava alcun miglioramento. Sebbene continuassi a scrivere lettere per seguire il lavoro, non c’erano molti progressi.
Una sera, ho ricevuto una lettera dai leader superiori. Diceva: “Il lavoro del Vangelo in alcune chiese non sta dando alcun risultato. Come predicatrice, dovresti andare nelle chiese per comprendere la situazione di persona, scoprire i problemi e risolverli”. Quando l’ho letta, mi sono sentita un po’ oppositiva e ho pensato: “Tutte le chiese di cui sono responsabile si trovano in ambienti ostili. È un po’ troppo pericoloso per me andarci di persona. Inoltre, arrestare leader e lavoratori è l’obiettivo del PCC. Se venissi arrestata, potrei persino perdere la vita. Farei meglio a non andare da nessuna parte. Dovrei semplicemente nascondermi e scrivere lettere per seguire il lavoro. Questo approccio è meno pericoloso”. Quando ho pensato questo, mi sono sentita inquieta. Il lavoro del Vangelo nelle chiese di cui ero responsabile era praticamente stagnante e dovevo andare subito a risolvere la faccenda. Tuttavia, avevo paura di essere catturata, quindi non osavo muovermi. Cosa potevo fare? Vivevo nella preoccupazione e nell’ansia. Il giorno dopo, ho ricevuto un’altra lettera dai leader superiori. Diceva: “Le chiese di cui sei responsabile hanno avuto recentemente lenti progressi nei vari aspetti del lavoro. I fratelli e le sorelle vivono nell’esitazione e sono molto passivi nello svolgere i loro doveri. Dovresti andare a dare un’occhiata”. Dopo aver letto la lettera dei leader, sapevo che mi sarei dovuta recare nelle chiese per risolvere effettivamente i problemi. Ma poi ho pensato a come, qualche tempo prima, una leader era stata picchiata a morte dalla polizia tre giorni dopo essere stata arrestata e ho iniziato a provare timore. Volevo persino svolgere un dovere ordinario in cui non avrei dovuto correre un rischio così grande. Mi sono resa conto che il mio stato era sbagliato e ho cercato le parole di Dio per risolverlo.
Durante le mie devozioni spirituali del mattino, ho letto un passo delle parole di Dio citato in un video di testimonianza esperienziale, che mi è stato molto utile. Dio Onnipotente dice: “Quando non sono capaci di vedere con chiarezza, comprendere e accettare gli ambienti che Dio orchestra e la Sua sovranità, e di sottomettervisi, e quando affrontano varie difficoltà della loro vita quotidiana, o quando queste difficoltà superano ciò che una persona normale può sopportare, gli individui provano inconsciamente ogni tipo di preoccupazione e ansia, e persino angoscia. Non sanno cosa accadrà domani, o dopodomani, o cosa riserverà loro il futuro, e quindi si sentono angosciati, ansiosi e preoccupati per ogni sorta di cose. Qual è il contesto che dà origine a queste emozioni negative? È che le persone non credono nella sovranità di Dio, ossia non sono in grado di crederci e di vederla con chiarezza, e in cuor loro non hanno una fede autentica in Dio. Anche se vedessero i fatti della sovranità di Dio con i loro occhi, non la capirebbero e non ci crederebbero. Non credono che Dio detenga la sovranità sul loro destino, non credono che la loro vita sia nelle Sue mani, e quindi nel loro cuore nascono prima la sfiducia e poi le lamentele verso la sovranità di Dio e le Sue disposizioni, e sono incapaci di sottomettersi” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). “Se le persone perseguono la verità, non si lasceranno trascinare da queste difficoltà e non sprofonderanno nelle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione. Al contrario, se non perseguono la verità, queste difficoltà saranno comunque presenti in loro, ma quale sarà l’esito? Vi resterai talmente invischiato da non poter sfuggire e, se non sarai in grado di risolverle, alla fine diventeranno emozioni negative abbarbicate nell’intimo del tuo cuore; influenzeranno la tua vita normale e il regolare svolgimento dei tuoi doveri, e ti faranno sentire oppresso e incapace di trovare una via d’uscita: questo è l’esito che avranno su di te” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). Dalle parole di Dio ho capito che la mia paura di essere arrestata e picchiata a morte era in realtà dovuta a una mancanza di comprensione dell’onnipotenza e della sovranità di Dio: non credevo che tutto fosse sotto la Sua sovranità. Poiché ero stata venduta da un giuda, ero diventata un bersaglio del PCC. Temevo che, se fossi stata arrestata e non fossi riuscita a sopportare la tortura, diventando un giuda o essendo picchiata a morte, avrei perso la mia possibilità di essere salvata. Quindi non osavo andare nelle chiese per risolvere i problemi. Non ero disposta a sottomettermi all’ambiente che Dio aveva orchestrato per me. Mi sono persino lamentata del fatto che svolgere i doveri di leader e lavoratori fosse troppo pericoloso e volevo svolgere un dovere ordinario che non comportasse grandi rischi. Non avevo alcuna comprensione della sovranità di Dio.
Poi ho letto altre Sue parole: “Oltre a considerare la propria incolumità, a cosa pensano certi anticristi? Dicono: ‘In questo momento l’ambiente è sfavorevole, quindi facciamoci vedere meno in giro e predichiamo meno il Vangelo. In questo modo avremo minori probabilità di essere arrestati e il lavoro della chiesa non verrà distrutto. Se evitiamo la cattura, non diventeremo dei giuda e in futuro potremo rimanere, giusto?’ Non è vero che ci sono degli anticristi che si servono di simili pretesti per fuorviare i loro fratelli e sorelle? Alcuni anticristi hanno molta paura della morte e si trascinano in esistenze ignobili; amano inoltre la reputazione e il prestigio e sono intenzionati ad assumere ruoli di leadership. Sanno che ‘il lavoro di un leader non è facile da assumere: se il gran dragone rosso scopre che sono stato eletto leader, diventerò persona nota, potrei finire in una lista di ricercati e, non appena verrò arrestato, la mia vita sarà in pericolo’, ma per poter indulgere nei vantaggi del prestigio acquisito non tengono conto di questi pericoli. Quando prestano servizio come leader, si preoccupano solo di indulgere nel godimento della carne e non svolgono un lavoro reale. A parte un minimo di corrispondenza con le varie chiese, non si dedicano a nient’altro. Si nascondono in qualche luogo e non incontrano nessuno, tenendosi bene al riparo, e i fratelli e le sorelle non sanno chi sia il proprio leader; ecco quanto sono spaventati costoro. Quindi, non è corretto dire che sono dei leader solo a parole? (Sì.) Non svolgono alcun lavoro reale in quanto tali; si preoccupano solo di nascondersi. Quando gli altri chiedono loro: ‘Com’è essere un leader?’, essi rispondono: ‘Sono incredibilmente occupato e, per la mia incolumità, devo trasferirmi continuamente. Questo ambiente è così disagevole che non riesco a concentrarmi sul mio lavoro’. Hanno sempre la sensazione che molti occhi li stiano osservando e non sanno dove sia sicuro nascondersi. Oltre a indossare travestimenti, a nascondersi in luoghi diversi e a non rimanere nello stesso posto, ogni giorno non svolgono alcun lavoro reale. Esistono leader di questo tipo? (Sì.) Quali principi seguono? Dicono: ‘Un coniglio astuto ha tre tane. Per difendersi dall’attacco di un predatore, un coniglio deve preparare tre tane in cui nascondersi. È accettabile che una persona affronti un pericolo e debba scappare ma non abbia un posto dove nascondersi? Dobbiamo imparare dai conigli! Gli animali creati da dio hanno questa capacità di sopravvivenza e le persone dovrebbero imparare da loro’. Da quando hanno assunto un ruolo di leadership, si sono resi conto di questa dottrina e credono addirittura di aver compreso la verità. In realtà, sono terribilmente spaventati. Non appena sentono parlare di un leader che è stato denunciato alla polizia perché il luogo in cui viveva non era sicuro, o di uno che è stato preso di mira dalle spie del gran dragone rosso perché usciva troppo spesso per svolgere il proprio dovere e interagiva con troppe persone, e poi di come queste persone sono finite arrestate e messe in carcere, cadono immediatamente in preda al terrore. Pensano: ‘Oh no, sarò io il prossimo a essere arrestato? Devo imparare da questo. Non dovrei darmi troppo da fare. Se posso evitare di svolgere parte del lavoro della chiesa, lo eviterò. Se posso evitare di farmi vedere in giro, non mi farò vedere. Ridurrò al minimo il mio lavoro, eviterò di uscire e di interagire con chiunque e farò in modo che nessuno sappia che sono un leader. Di questi tempi, chi può permettersi di preoccuparsi degli altri? Il solo fatto di rimanere in vita è già una sfida!’ Da quando hanno assunto il ruolo di leader, a parte portare una borsa e nascondersi, non svolgono alcun lavoro. Vivono in preda alla tensione, nel costante timore di essere arrestati e messi in prigione. Supponiamo che sentano qualcuno dire: ‘Se ti prendono, ti uccideranno! Se tu non fossi un leader, se fossi solo un comune credente, magari potresti essere rilasciato dopo aver pagato una piccola ammenda, ma dal momento che sei un leader è difficile dirlo. È troppo pericoloso! Alcuni leader o lavoratori che sono stati arrestati si sono rifiutati di fornire informazioni e sono stati picchiati a morte dalla polizia’. Quando sentono che qualcuno è stato picchiato a morte, la loro paura si intensifica e diventano ancora più timorosi di lavorare. Ogni giorno pensano solo a come evitare di essere presi, di farsi vedere in giro, di essere controllati e di entrare in contatto con i loro fratelli e sorelle. Si arrovellano il cervello nel pensare a queste cose e si dimenticano completamente dei loro doveri. Costoro sono persone leali? Persone come queste sono in grado di gestire un qualsiasi lavoro? (No.)” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte seconda”). Le parole di Dio smascheravano che gli anticristi si preoccupano solo di proteggere sé stessi quando sorge il pericolo. Considerano solo di tenersi fuori pericolo e non pensano affatto agli interessi della chiesa. La loro natura è egoista e spregevole. Mi sono resa conto che il mio comportamento era egoista proprio come quello di un anticristo. Ero ben consapevole che i vari aspetti del lavoro nelle chiese di cui ero responsabile progredivano lentamente e che i fratelli e le sorelle vivevano nella paura e nell’esitazione. Il semplice scrivere lettere per fare il punto della situazione non stava dando alcun risultato. Dovevo andare immediatamente nelle chiese e risolvere questi problemi. Ma non osavo farlo perché avevo paura di essere arrestata e mi sono persino lamentata del fatto che i doveri di leader e lavoratori fossero troppo pericolosi. In particolare, quando ho pensato a come, tempo prima, una leader era stata picchiata a morte dalla polizia tre giorni dopo l’arresto, mi sono spaventata ancora di più all’idea di essere arrestata; non volevo andare nelle chiese per risolvere questi problemi e volevo persino svolgere un dovere che non comportasse alcun rischio. Come leader, non ero in grado di proteggere il lavoro della chiesa nel momento critico e non pensavo affatto al mio dovere e alle mie responsabilità, non mostrando alcuna lealtà o sottomissione a Dio. Egli mi aveva elevata a compiere il dovere di una leader; avrei dovuto condurre i fratelli e le sorelle a svolgere bene i loro doveri e a preparare buone azioni. Invece, per proteggere me stessa, mi ero nascosta, aggrappandomi vergognosamente alla mia vita. Non mi importava se i fratelli e le sorelle vivessero o morissero, non badavo agli interessi della chiesa e non avevo alcuna lealtà verso il mio dovere. Il lavoro di queste chiese era fermo e avevo già commesso delle trasgressioni ritardando il lavoro. Se non mi fossi pentita prontamente, allora anche se fossi riuscita a nascondermi ed evitare l’arresto, non avrei adempiuto il mio dovere o le mie responsabilità. Sarebbe stato un tradimento di Dio e, alla fine, sarei stata eliminata e punita da Lui proprio come un anticristo.
In seguito, ho letto altre Sue parole: “Coloro che sono al potere potranno sembrare feroci dall’esterno, ma non abbiate timore, questo avviene perché avete poca fede. Purché la vostra fede cresca, nulla sarà troppo difficile. Acclamate e saltate con tutto il cuore! Tutto è sotto i vostri piedi e nelle Mie mani. La realizzazione o la distruzione non sono forse decise da una Mia sola parola?” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 75”). “Non dovresti avere paura di questo e di quello. Per quante difficoltà e pericoli ti si presentino, dovresti rimanere saldo dinanzi a Me, senza essere ostacolato da alcun impedimento, in modo che la Mia volontà si compia indisturbata. È questo il tuo dovere, […] Devi sopportare tutto; per Me devi essere pronto ad abbandonare tutto e a fare tutto ciò che puoi per seguirMi, oltre a essere pronto a pagare qualsiasi prezzo. Adesso è il momento di testarti: Mi offrirai la tua fedeltà? Puoi seguirMi fedelmente fino in fondo? Non avere paura: con il Mio sostegno, chi potrebbe mai sbarrare la strada?” (La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 10”). Le parole di Dio mi hanno dato fede e forza. Con il Suo sostegno, cosa dovevo temere? Per quanto il gran dragone rosso possa essere sfrenato e feroce, è sotto la sovranità di Dio. È un oggetto al servizio nelle Sue mani. Senza il permesso di Dio, la polizia non sarebbe stata in grado di arrestarmi neanche se fossi stata proprio sotto i suoi occhi. Ripensando agli anni in cui ho seguito Dio, ci sono state molte volte in cui il pericolo si è abbattuto su di me e c’è mancato poco che venissi arrestata. Ogni volta, è stata la meravigliosa protezione di Dio a liberarmi dal pericolo. Per esempio, una sera del 2020, due persone hanno ispezionato la casa che avevamo in affitto. Poiché c’erano rischi per la mia sicurezza e non potevo mostrare loro la mia carta d’identità, erano sul punto di denunciarci. Uno degli uomini ha detto con ferocia: “Aspetta e vedrai, vado a chiamare la polizia per farti arrestare subito!” Dopo aver detto ciò, è uscito. Io e le mie sorelle abbiamo colto l’opportunità e ce ne siamo andate rapidamente. La mattina dopo, dieci poliziotti si sono presentati alla casa. Non potendo arrestare noi, hanno arrestato invece il nostro padrone di casa che era un non credente. Ho visto come l’eventualità che fossi stata arrestata o meno dipendesse da Dio. Proprio come dice Lui: “Senza il permesso di Dio, è difficile che Satana tocchi anche una goccia d’acqua o un granello di sabbia sulla terra; senza il permesso di Dio, Satana non è nemmeno libero di spostare le formiche qua e là sulla terra, e tanto meno l’umanità, che è stata creata da Dio” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico I”). Se Dio avesse permesso che fossi arrestata, ciò sarebbe stato con la Sua buona intenzione e avrei dovuto sottomettermi alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni, rimanendo salda nella mia testimonianza per Lui.
Ho letto un altro passo delle parole di Dio e ho acquisito una prospettiva molto più chiara sulla morte. Dio Onnipotente dice: “Come morirono quei discepoli del Signore Gesù? Alcuni furono lapidati, trascinati da un cavallo, crocifissi a testa in giù, squartati dai cavalli: andarono incontro a ogni sorta di morte. Quale fu il motivo della loro morte? Vennero forse giustiziati legittimamente per i loro crimini? No. Diffondevano il Vangelo del Signore, ma la gente del mondo non lo accettò, anzi li condannò, li picchiò, li rimproverò e li mise addirittura a morte: così furono martirizzati. […] In realtà, questo fu il modo in cui morì e perì il loro corpo; questa fu la modalità di dipartita dal mondo umano, ma ciò non significava che il loro esito fosse lo stesso. A prescindere dalle modalità della morte e della dipartita e comunque siano avvenute, non era il modo in cui Dio definiva l’esito finale di queste vite, di questi esseri creati. È una cosa che devi capire chiaramente. Al contrario, utilizzarono proprio questa modalità per condannare questo mondo e testimoniare le azioni di Dio. Questi esseri creati utilizzarono la loro preziosissima vita: sfruttarono l’ultimo istante della loro vita per testimoniare le azioni di Dio, testimoniare la Sua grande potenza e dichiarare a Satana e al mondo che le azioni di Dio sono giuste, che il Signore Gesù è Dio, che Egli è il Signore e l’incarnazione di Dio. Fino all’ultimo istante della loro vita non rinnegarono mai il nome del Signore Gesù. Non fu forse un genere di giudizio su questo mondo? Sfruttarono la loro vita per proclamare al mondo, per confermare agli esseri umani che il Signore Gesù è il Signore, che il Signore Gesù è Cristo, che Egli è l’incarnazione di Dio, che l’opera di redenzione dell’intera umanità da Lui compiuta consente a questa umanità di continuare a vivere: questo dato di fatto è immutabile in eterno. In quale misura compirono il loro dovere coloro che subirono il martirio per aver diffuso il Vangelo del Signore Gesù? Nella misura estrema? E come si manifestò la misura estrema? (Diedero la vita.) Proprio così: pagarono il prezzo con la loro vita” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Predicare il Vangelo è il dovere a cui sono moralmente obbligati tutti i fedeli”). Le parole di Dio rendono molto chiaro il significato della morte. I discepoli del Signore Gesù furono martirizzati per aver propagato il Vangelo del Signore. Alcuni furono uccisi con la spada, altri impiccati, altri ancora crocifissi. Usarono la loro vita per rendere una testimonianza bella e clamorosa per Dio e umiliarono Satana. Le loro morti furono significative e preziose, approvate da Dio. Esteriormente, la loro carne morì, ma questa non era la vera morte: le loro anime sono ancora vive. Nell’opera di Dio degli ultimi giorni, anche molti fratelli e sorelle hanno reso testimonianza del trionfo su Satana. Dopo essere stati arrestati, per quanto la polizia li torturasse, avrebbero preferito morire piuttosto che tradire Dio o diventare dei giuda. Tuttavia, io avevo paura di essere picchiata a morte prima ancora di essere arrestata e, come una tartaruga che si nasconde nel suo guscio, non osavo svolgere il mio dovere. Dov’era la testimonianza in questo? Più ci pensavo, più provavo rimpianto e biasimo per me stessa. Mi vergognavo troppo per mostrare il mio volto e mi odiavo per essere stata così egoista, spregevole e priva di umanità. Ho pregato Dio: “Amato Dio, per preservare me stessa, voglio solo salvare la mia pelle; sto vivendo una vita patetica e non mostro alcuna lealtà o sottomissione a Te. Tu hai l’ultima parola sul fatto che io venga arrestata o meno. Sono disposta ad affidarmi completamente alle Tue mani e a non essere più limitata dalla paura della morte. Sono disposta ad andare di persona nelle chiese per risolvere problemi reali e adempiere i miei doveri”. Dopo aver pregato, mi sono sentita molto più a mio agio e rilassata.
In seguito, sono andata in una chiesa. Attraverso le mie indagini, ho scoperto che i leader della chiesa temevano che i fratelli e le sorelle venissero arrestati per aver predicato il Vangelo e che loro sarebbero stati ritenuti responsabili, quindi erano molto passivi nel seguire il lavoro. Abbiamo mangiato e bevuto le parole di Dio e abbiamo condiviso su di esse in risposta a questo stato. I leader della chiesa sono arrivati a capire che aver paura di assumersi responsabilità e non svolgere lavoro reale derivava dalla loro indole satanica egoista e spregevole ed erano disposti a cambiare rotta. Dopo di che, hanno iniziato a incontrare i capigruppo, i diaconi e i lavoratori del Vangelo, per condividere e risolvere i problemi nel lavoro del Vangelo. Abbiamo lavorato insieme e il lavoro della chiesa ha gradualmente mostrato segni di miglioramento. Dal profondo del mio cuore, ringrazio Dio Onnipotente per la Sua rivelazione e per avermi salvata!